Defendar la purpia tera
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Veneto indipendente, un modello di difesa per la nazione
http://www.lindipendenza.com/veneto-ind ... la-nazione
di ENZO TRENTIN
Da molto tempo si parla dell’indipendenza del Veneto. Lo Stato italiano, infatti, è irriformabile, oramai quasi tutti se ne sono convinti. Manca solo un’alternativa credibile. Consci di ciò, molti si sono impegnati a illustrarci le vie legali e pacifiche all’autodeterminazione, al diritto internazionale e quant’altro affine. Nessuno, ad oggi, si è impegnato a prefigurare una bozza di nuovo assetto istituzionale attraverso il quale il nuovo soggetto indipendente – previo l’assenso del popolo, per mezzo dell’esercizio della sovranità popolare – dovrebbe essere governato.
Persuasi che è proprio su questo “nuovo modello” che la maggior parte dei Veneti (quelli incerti, come coloro che sono influenzati dalla propaganda di regime) potrebbero convincersi e scegliere consapevolmente l’indipendenza; alcuni persone e gruppi di sono messi a lavorare per singole tematiche al fine di mettere nero su bianco varie proposte o brief. Per evitare – in questa delicata fase “costituzionale” – che si accendano polemiche e critiche ad personam che sarebbero deleterie all’iniziativa che vuole invece essere giudicata per il suo lavoro e non per le persone che lo hanno svolto, tutti i componenti hanno chiesto o accettato di lavorare nell’anonimato. Ci penserà la storia – se del caso – ad esaltare i giusti meriti d’ognuno.
I vari elaborati, suscettibili di ulteriori sessioni di approfondimento, saranno pubblicati su questo giornale senza un preciso ordine d’importanza, via via che mi giungeranno. Si è deciso di procedere in questo modo, nella speranza e convincimento che i brief qui pubblicati possano tornare utili anche ad altri popoli incamminati sulla via dell’indipendenza. Saranno, di conseguenza, affrontate le più diverse tematiche: previdenza sociale, sanità, scuola, sicurezza, giustizia etc.. Il tutto con l’ambizione di realizzare qualcosa di comparabile ad un «Libro Bianco» sul tipo di quello redatto dallo Scottish National party.
Tutto ciò premesso comincio con la pubblicazione di un documento che propone un Modello di Difesa per la Nazione Veneto. Esso parte dall’esclusione della remota attesa di un ipotetico nemico convenzionale che potrebbe portarci ad una guerra convenzionale, ed esclude quindi a priori uno strumento armato con finalità e/o possibilità di proiezione all’esterno delle capacità di offesa, consideriamo la sola difesa interna. Visti gli attuali equilibri geo-politici europei, anche il concetto classico di difesa armata dei confini nazionali contro un ipotetico attacco armato da parte di nazioni ostili, è superato. Così pure la suddivisione classica delle FF.AA. nelle componenti Esercito, Aviazione e Marina, rapportata al Veneto indipendente, è da rivedere. In pratica lo studio prevede una difesa contro i pericoli sopra evidenziati, che si possono identificare tre tipologie di difesa:
1) difesa armata;
2) difesa civile;
3) protezione civile.
Il modello è imperniato sulla Milizia Territoriale, e prevede l’impiego di un’aliquota in circa 4-5.000 persone in SPE. Chiamiamoli “professionisti” per semplicità, e la possibilità in caso di necessità di mobilitare una Milizia armata potenziale di circa 200.000 cittadini dai 20 ai 35 anni. Ben oltre, quindi, le potenzialità dell’E.I. Che si sta riducendo a circa 115.000 unità.
Da sottolineare la valenza sociale e culturale del modello. Questa ultima osservazione va rimarcata, poiché la storia ci insegna che quando un Paese delega la propria difesa ad altri, segna l’inizio della propria fine. È quindi compito preciso di ogni cittadino partecipare alla difesa della propria Patria.
ALLEGATO
Modello di DIFESA per la Nazione_Veneto
Proposta per un Modello di DIFESA per la Nazione Veneto
Premessa
Escludendo a priori uno strumento armato con finalità e/o possibilità di proiezione all’esterno delle capacità di offesa, consideriamo la sola difesa interna.
Visti gli attuali equilibri geo-politici europei, anche il concetto classico di difesa armata dei confini nazionali contro un ipotetico attacco armato da parte di nazioni ostili, è superato.
Anche la suddivisione classica delle FF.AA. nelle componenti Esercito, Aviazione e Marina, rapportata alla Nazione Veneto, è da rivedere.
Il solo fattore economico renderebbe difficile il mantenimento di:
1) piattaforme aeree (aerei da trasporto, caccia multiruolo, elicotteri da combattimento) con relativi aeroporti e sistemi missilistici di difesa ravvicinata;
2) mezzi navali di grossa stazza, mezzi subacquei e relative infrastrutture portuali;
3) un esercito convenzionale, magari strutturato su diverse brigate (meccanizzata, corazzata, di artiglieria) con componenti di truppe alpine, lagunari, paracadutisti e reparti di forze speciali.
E tutto questo, oltre al già citato problema economico, nella remota attesa di un ipotetico nemico convenzionale che potrebbe portarci ad una guerra convenzionale.
No, a parere del gruppo di studio scrivente non è questa la direzione.
Difesa
Quindi, prima di parlare di Modello di Difesa, analizziamo quali potrebbero essere i pericoli reali per la Nazione Veneto in questo attuale contesto socio-politico-economico:
1) pericolo per l’incolumità personale;
2) pericolo per le infrastrutture;
3) pericolo per l’ambiente;
4) pericolo per le cultura veneta e le opere d’arte;
5) pericolo per il livello di benessere e per la coesione sociale.
Riferendoci ai concetti sopra citati, difficilmente si potrebbe giustificare il mantenimento di un’aviazione militare classica, di una flotta da guerra o di un esercito convenzionale per far fronte a questi pericoli. Quale dovrebbe essere quindi il modello di difesa ?
Modello di difesa
Il modello di difesa della Nazione Veneto dovrebbe essere innanzitutto:
- economicamente sostenibile;
- flessibile;
- di valenza sociale e culturale.
Questa ultima osservazione merita un commento: la storia ci insegna che quando una Nazione delega la propria difesa ad altri, segna l’inizio della propria fine. E’ quindi compito preciso di ogni cittadino partecipare alla difesa della propria Nazione (o Patria, concetto a noi più congeniale).
E poco importa che la difesa sia portata contro nemici armati che attentano ai confini nazionali (concetto classico) o che sia portata contro delinquenti comuni o calamità naturali: è comunque un dovere del singolo. Questo porterebbe anche ad un miglioramento del senso dello Stato, del dovere civico, della solidarietà civica (rari nella attuale civiltà relativistica).
Prima di identificare il Modello di Difesa, alcuni dati pratici:
- popolazione del Veneto: 4.881.000 (circa);
- 580 comuni;
- 7 provincie;
- maschi diciottenni 23.000 circa;
- femmine diciottenni 22.000 circa.
Per la difesa contro i pericoli sopra evidenziati, si possono identificare tre tipologie di difesa:
1) difesa armata;
2) difesa civile;
3) protezione civile.
Entriamo nel dettaglio del Modello Difesa.
Ogni cittadino, maschio o femmina, viene chiamato a partecipare alla difesa della Nazione (eccezioni, incompatibilità e distinguo vari meritano una trattazione a parte).
I cittadini con problemi morali-culturali-religiosi inerenti la Difesa di tipo 1), possono optare per gli altri tipi di difesa compatibilmente con le esigenze della Nazione (non può esistere l’obiezione di coscienza, previa la perdita della cittadinanza).
Ogni cittadino dai 18 ai 35 partecipa alla difesa della Nazione per la durata di un anno in una delle tipologie sopra descritte espletando inizialmente 4 mesi continuativi di servizio, ed i restanti 8 mesi con un richiamo di 15 gg. all’anno.
Tutte le forze armate di vario tipo presenti attualmente nel Veneto (FF.AA., Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Forestali) dovrebbero confluire in un’unica Milizia Territoriale Veneta con compiti di difesa di tipo 1); gli appartenenti a tali forze armate, sia cittadini Veneti che cittadini Italiani, dovrebbero poter scegliere: i cittadini Veneti che non intendono far parte della Milizia Territoriale, possono restare nella forze armate Italiane, ovviamente nelle sedi esterne al Veneto, perdendo la cittadinanza veneta; i cittadini italiani che intendono far parte della Milizia Territoriale possono acquisire lo status di cittadino Veneto.
La struttura di tale Milizia Territoriale e la sua dislocazione nel territorio, dovrebbe avere delle analogie con le attuali forze armate dei Carabinieri (già adesso i Carabinieri hanno dei Nuclei con compiti specifici inerenti i pericoli sopra citati (N.A.S. per la tutela della salute, N.O.A.M. contro la falsificazione monetaria, carabinieri di quartiere a contatto con le problematiche pratiche del cittadino, R.O.S. e G.I.S. contro la delinquenza comune e a protezione dell’ordine pubblico).
Per le strutture logistiche, si potrebbero tranquillamente utilizzare le molte basi e caserme presenti nel territorio veneto, adattandole alle finalità del nuovo modello di difesa (da verificare le modalità di acquisizione di strutture, armi, mezzi, ecc, dallo Stato Italiano a seguito dell’indipendenza: si acquisiscono semplicemente o si devono acquistare ?)
Analogamente al modello svizzero, ogni cittadino Veneto chiamato alla difesa di tipo 1) avrà un addestramento militare; sarà dotato di arma individuale da detenere presso la propria abitazione con una riserva di munizioni sigillate; le armi di reparto saranno custodite presso le armerie della Milizia.
Considerati i dati numerici di cui sopra (circa 50.000 cittadini maschi e femmine per ogni classe di età), supponendo che un terzo dei cittadini veneti scelga la tipologia di difesa di tipo 1), avremmo circa 15.000 cittadini in servizio nella Milizia in ogni momento, ma una Milizia armata potenziale di circa 200.000 cittadini dai 20 ai 35 anni.
I mezzi in dotazione alla Milizia Territoriale saranno consoni al territorio in cui la milizia opera (fuori strada per le zone di montagna, motovedette e mezzi analoghi per le zone costiere, mezzi blindati per le operazioni di ordine pubblico; oltre ad un’aliquota di aviazione leggera per la ricognizione – eventualmente armata -, ed un’aliquota di trasporto-truppe).
I cittadini dai 35 ai 50 anni possono far parte della Riserva Territoriale (l’impiego e l’addestramento di tale Riserva verrà deciso a seconda delle capacità logistico-economiche della Nazione dopo la creazione della Milizia Territoriale).
La Milizia Territoriale Veneta deve ovviamente avvalersi di una aliquota di personale in servizio permanente per gestire le infrastrutture e programmare l’addestramento dei cittadini. Tale aliquota deve ricomprendere anche quelle professionalità che non possono essere delegate (se non in parte) al cittadino di leva (non dimentichiamo che la Milizia ha rilevato i compiti della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato).
Potremmo quantificare tale aliquota in circa 4-5.000 di persone.
La suddivisione territoriale (stante l’attuale divisione in Provincie o Cantoni) può identificarsi con dei Comandi Provinciali della Milizia. I vari gradi all’interno della Milizia e la suddivisione/quantificazione numerica della unità, possono rispecchiare il metodo delle FF.AA. : Ufficiali e Sottufficiali, squadre, plotoni, compagnia, battaglioni; non arriveremmo alle brigate. Il comando generale della Milizia è in capo al Comandante della Milizia, con due Capi di Stato Maggiore: uno per l’aliquota in servizio permanente e uno per l’aliquota di leva. Il Comandante della Milizia risponde al Governo del Veneto.
(Un discorso a parte meriterebbe l’eventuale appartenenza dello Stato Veneto, per esempio, ad una Federazione Europea, fatto questo che comporterebbe (allora si) la previsione di un esercito convenzionale Europeo adatto anche a conflitti fuori area, con la partecipazione degli stati membri con uomini e/o mezzi)
Poche parole per la difesa di tipo 2) (difesa civile): tale tipo di difesa si rivolge a quel tipo di infrastrutture di superiore interesse nazionale (dighe, acquedotti, strade, viadotti, ecc.).
Non dimentichiamo che il cittadino può optare per i tre tipi di difesa, quindi avremo sempre un’aliquota di persone da utilizzare per tali scopi. La loro gestione (e la relativa logistica) sarà a carico dei sindaci nel cui territorio insistono tali infrastrutture i quali potranno, eventualmente, affiancare queste persona di leva alla polizia locale (gli attuali Vigili Urbani. che non ricomprenderei nella Milizia Territoriale); o potrebbe essere utilizzata anche la Riserva Territoriale sopra menzionata, sempre con le modalità di cui sopra.
Per la difesa di tipo 3) (protezione civile) vale lo stesso discorso della difesa di tipo 2). Per l’organizzazione di tale tipo di difesa (gestione del personale, dei mezzi e logistica), però, utilizzeremmo ai fini pratici l’attuale organizzazione della Protezione Civile che sembra abbia dato fino ad oggi ottimi risultati. Inseriremmo in tale organizzazione anche i Vigili del Fuoco e i vari Volontari che operano nel campo del Pronto Soccorso.