Fosa Fiƚistinahttp://it.wikipedia.org/wiki/Filistina La situazione della Filistina nel I secolo a.C. è raccontata da Plinio il Vecchio nel libro III della sua Naturalis historia:
(LA)
« I
nde ostia plena Carbonaria, Fossiones ac Philistina, quod alii Tartarum vocant, omnia ex Philistinae fossae abundatione nascentia, accedentibus Atesi ex Tridentinis Alpibus et Togisono ex Patavinorum agris. »
(IT)
« A partire da lì [dal porto di Adria verso nord] sfociano le bocche rimaste colme d'acqua:
la Carbonaria, il Fossone e la Filistina (sebbene alcuni la chiamino
Tartaro); tutte prendono origine dallo straripamento del canale Filistina, causato dalla confluenza dell'Adige (che nasce dalle Alpi Tridentine) e del
Togisono (che nasce nel territorio padovano). »
(Plinio il Vecchio, III, 121)
La fossa Filistina (in latino: Philistina) era un canale artificiale del Veneto il cui nome è attestato fino all'XI secolo.
Secondo alcuni storici, l'alveo corrispondeva grosso modo all'attuale Adigetto da Rovigo fino a Botti Barbarighe, da dove poi proseguiva in direzione nord-est fino a sfociare presso l'attuale Pellestrina.
Secondo altri storici, l'alveo corrispondeva grosso modo all'attuale Canalbianco da Trecenta fino al mare Adriatico, che si trovava pochi chilometri dopo Adria, ed era connesso al Po a partire da Castelnovo Bariano.
Dallo studio dei paleoalvei nell'attuale Polesine si è giunti a identificare un probabile percorso della Filistina: si diramava dal Po di Adria all'altezza di Grignano Polesine, poi attraversava Rovigo, Sarzano, Mardimago, San Martino di Venezze, Anguillara Veneta, Agna, Monsole e infine attraversava la laguna di Chioggia (
ke a ke ƚi ani no ƚa jera na lagouna de mar) fino a sfociare presso l'attuale Pellestrina (???).
In uno o più punti imprecisati del suo corso attraversava uno o più rami dell'Adige, che in tempi antichi formava anch'esso un delta fluviale. Presso l'attuale Rovigo questo corso riceveva le acque di un ramo del Tartaro che seguiva il percorso dell'attuale Adigetto attraverso Badia Polesine, Lendinara e Villanova del Ghebbo.
Alcuni storici preferiscono lasciare senza nome il corso d'acqua così identificato e sostengono che la Filistina è il nome con il quale i Romani chiamavano il Po di Adria dopo averlo presumibilmente regolato. Per quanto riguarda questo secondo corso si rimanda alla voce "Po di Adria"; nel seguito di questo articolo si parlerà del primo corso, chiamandolo senz'altro e per semplicità "Filistina".
La fossa Filistina si suppone essere la regolazione del fiume Tartaro, effettuata dagli Etruschi tra il VI e il IV secolo a.C. e in seguito mantenuta da Greci e Romani (???), parte delle opere di bonifica idraulica delle paludi Adriane, ossia le paludi che circondavano Adria; il nome greco Filistina (presumibilmente dato in onore di Filisto di Siracusa ???) non aveva però completamente sostituito l'idronimo originario celtico (o venetico) Tartaro, che continuava ad essere usato dalle popolazioni locali.
Per quanto riguarda gli idronimi citati: la foce della
Carbonaria viene posta sull'attuale Po di Goro, mentre il Fossone è tuttora il toponimo della zona in cui oggi sfocia l'Adige; si ignora invece quale fiume sia il
Togisono. Da
Philistina si sarebbe poi evoluto
Pilistrina, che con la nascita del veneto sarebbe infine divenuto "
Pelestrina" (???).
Tra il VI e l'VIII secolo si verificò un peggioramento del clima che provocò il mutamento radicale dell'aspetto della laguna Veneta e del corso dei fiumi nella bassa pianura veneto-friulana; questo sconvolgimento, nella tradizione storiografica veneta, è generalmente ricondotto alla cosiddetta rotta della Cucca; in questo periodo i Longobardi, in guerra con l'Esarcato di Ravenna che controllava la costa dell'Adriatico, lasciarono l'Adige disalveato allo scopo di creare delle paludi come protezione naturale al confine (???). La fossa prese dunque a sfociare in queste paludi; come vestigio dell'antica foce resta oggi un canale che rappresenta la principale via navigabile verso Venezia presso la costa occidentale dell'isola di Pellestrina.
La Filistina è citata in una bolla di papa Giovanni X del 920; con questa bolla il papa autorizzò Paolo, vescovo di Adria, a costruire una fortificazione nel borgo che sarebbe poi diventato Rovigo, che si trovava presso la fossa Filistina, la quale era ancora un ramo del fiume Tartaro.
Pochi anni dopo, in seguito alla rotta del Pinzone, l'Adige, che era stato da poco regolato in un antico canale chiamato
Chirola, ruppe presso l'attuale Badia Polesine e si riversò nella Filistina, devastandola; negli anni successivi, gli abitanti di Badia, Lendinara e Rovigo ripristinarono l'alveo dell'antico canale, a cui diedero il nome di "Atesis" (senza "h") per distinguerlo dall'"Athesis" o "Adige Vecchio".
L'idronimo originario resistette ancora per almeno un secolo: in un documento del 1067 la fondazione della nuova pieve di Santo Stefano a Rovigo è posta presso il canale, che viene chiamato ancora fossa Filistina. In un documento del XVI secolo, che ricostruirebbe schematicamente la situazione dei fiumi polesani dell'XI-XII secolo, prima della rotta di
Ficarolo, la fossa Filistina segue il primo dei corsi ricostruiti nella sezione "Geografia" fino a perdersi nelle rinnovate paludi Adriane; risulta inoltre collegata al Po all'altezza di
Castelnovo Bariano. In seguito si sarebbe continuato a parlare di "Adige" e "Adige Vecchio", fino alla rotta della Malopera del 1438 e oltre, quando all'antico canale venne dato il nome di "Adigetto" e l'"Adige Vecchio" tornò ad essere chiamato "Adige".
Alcuni corsi minori in zona furono chiamati Pestrina fino al XIX secolo; nella tradizione storiografica polesana sono stati spesso considerati come ciò che rimaneva dell'antica Filistina. L'analisi contemporanea ha fatto però notare che il nome di questi corsi potrebbe derivare da
pistrinum ossia mulino ???.
???Cfr. co:
http://it.wikipedia.org/wiki/Filisto_di_SiracusaFilisto di Siracusa (Siracusa, 430 a.C. – 356 a.C.) è stato un storiografo siceliota del IV secolo a.C., autore di una Storia della Sicilia (Sikelikà).
Filisto nacque nel 430 a.C. a Siracusa e ricoprì importanti incarichi militari sotto Dionisio I e Dionisio II. Infatti, Dionisio I, del quale lo storiografo fu un forte sostenitore, gli affidò, per molti anni, il comando della guarnigione di stanza ad Ortigia. Ma nel 386 a.C. venne esiliato ad Adria e non è chiaro se tornò in patria sotto lo stesso Dionisio I o sotto Dionisio II.
Fu proprio durante gli anni dell'esilio che, secondo Plutarco, Filisto avrebbe scritto la sua opera storica. Si suppone che la fossa Filistina, nei pressi di Adria (sede del suo esilio), abbia preso il nome da Filisto.
Le ultime notizie di cui disponiamo sulla sua vita riguardano lo scontro decisivo con Dione del 356 a.C., a cui egli partecipò come generale di Dionisio II, scontro che terminò con una sconfitta per lo storiografo. Secondo Eforo di Cuma, dopo la sconfitta, il nostro si sarebbe tolto la vita; secondo Timeo, invece, sarebbe stato torturato ed ucciso dal nemico.
http://it.wikipedia.org/wiki/Filistei ...
Giovanni Garbini, il biblista che sostiene maggiormente l'importanza del popolo filisteo, nel bacino del Mediterraneo dell'età del bronzo finale, giunge ad affermare che, a suo parere, "per circa due secoli (il X e l'XI, n.d.r.) il Mediterraneo fu probabilmente un mare in gran parte filisteo". Garbini è del parere che i rinvenimenti di ceramica submicenea sul suolo italiano (Frattesine, Torcello, Campo di Santa Susanna presso Rieti, vari siti della Sardegna e della Sicilia, ecc.) dimostrerebbero la diffusione, in età protostorica, della cultura filistea nella penisola italiana e nelle isole. Da non sottovalutare le affinità con alcuni guerrieri riprodotti nei bronzetti sardi, iconograficamente simili ai guerrieri Peleset raffigurati nelle testimonianze egizie.
L’edronemo (*etrusco) Filistina forse lè fato da Filis- (?) + -tinaCfr. co:
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 50-851.jpg