Il paradiso infernale russo che tanto piace ai nazi fascisti, ai comunisti, ai maomettisti palestinesi e ai venetisti.Il suprematismo infernale russo della Russia di Putin che si trascina i rilevanti residui dell'inferno sovietico e anche di quello precedente l'inferno russo zarista:1)
un paese totalitario in mano a un deposta e alla sua oligarchia predatoria che si appropriata di tutte le risorse della nazione e dello stato e che opprime la maggioranza dei suoi cittadini costringendoli e mantenendoli nell'indigenza;2)
tra i meno democratici del pianetaIndice di democraticità dei paesi
https://it.wikipedia.org/wiki/Democracy_Index Finlandia 9,27
Danimarca 9,09
Svizzera 8,90
Canada 8,87
Germania 8,67
USA 7,85
Italia 7,68
Albania 6,11
Ucraina 5,57
Turchia 4,35
Russia 3,24
Cuba 2,59
Bielorussia 2,41
Cina 2,21
Veneziela 2,11
Corea del Nord 1,08
3)
La Russia di Putin si alimenta del male del Mondo e a sua volta lo alimenta.La Russia è alleata di tutti i paesi canaglia della terra e sostiene tutte le dittature comuniste e nazi maomettane del Mondo: Corea del Nord, Cina, Iran, Venezuela, ...
4)
tra i paesi con meno libertà di stampa e nei media https://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3 ... _in_Russia La libertà dei media in Russia riguarda sia la capacità dei direttori dei mezzi di comunicazione di massa di attuare politiche indipendenti sia la capacità dei giornalisti di accedere a fonti di informazione e di lavorare senza pressioni esterne. I media russi includono canali televisivi e radiofonici, periodici e media su Internet, che secondo le leggi della Federazione Russa possono essere proprietà statale o privata.
Nel 2013 la Russia si è classificata al 148º posto su 179 paesi nell'indice della libertà di stampa di Reporters Without Borders. Nel 2015 Freedom House riporta che la Russia ha ottenuto un punteggio di 83 (su 100), soprattutto a causa delle nuove leggi introdotte nel 2014 che hanno ulteriormente esteso il controllo statale sui mass media. La situazione è ancora peggiore in Crimea dove, dopo l'annessione della Russia, sia la giurisdizione russa che i mezzi extra-giudiziali sono applicati di routine per limitare la libertà di espressione.
Vari aspetti della libertà di stampa sono criticati da molteplici organizzazioni internazionali. Mentre molta attenzione viene prestata alle influenze politiche, l'esperto di media William Dunkerley della American University di Mosca, sostiene che la genesi della libertà di stampa della Russia risiede nella disfunzione economica che caratterizza il settore.
Una delle organizzazioni più famose contro la corruzione in Russia è la Fondazione per la lotta alla corruzione di Alexei Navalny.
5)
tra i paesi e i regimi più corrotti della terraCorruzione in Russia
https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_di ... corruzioneRussia 129° posto su 179 paesi, la meno corrotta è la Danimarca
Ucraina al 117 posto, quindi meno corrotta della Russia
6)
tra i più poveri del Mondo industrializzato e sviluppato;Chediamoci perché la Russia che è grande quasi il doppio degli USA, dotata di incommensurabili ricchezze minerarie ed energetiche, con 150 milioni abitanti 2,5 volte gli abitanti dell'Italia e poco meno della metà degli USA, abbia un PIL inferiore a quello italiano e 1/12 di quello USA
Russia
https://it.wikipedia.org/wiki/Russia superfice 17 098 242 kmq (il doppio deglu USA e della Cina e più di 60 volte l'Italia)
abitanti 146 838 993 (meno della metà degli USA e più di 2 volte quelli dell'Italia)
PIL 1.578 mld di $ (meno di quello italiano)
Russia, vivere con 133 euro al mese. Così la prof smaschera il trucco del governo sulla soglia di sussistenza
ROSALBA CASTELLETTI
9 settembre 2017
https://www.repubblica.it/economia/2017 ... -174819371 MOSCA - L'inflazione aumentava, il livello minimo di sussistenza si abbassava. Un paradosso che un'insegnante di Sterlitamak, nella Repubblica del Bashkortostan, Sud degli Urali, ha voluto denunciare nel modo più estremo: vivendo per un semestre sotto la soglia di povertà. Dara Goldberg, 29 anni, ha lanciato il suo esperimento lo scorso marzo dopo che il governo russo ha ulteriormente ribassato il livello minimo di sussistenza in Russia portandolo a 9.142 rubli, circa 133 euro, al mese. Un espediente per ridurre le spese per la previdenza sociale. Più basso è il minimo di sussistenza, meno sono le persone che vivono sotto la soglia di povertà e che hanno dunque diritto alle prestazioni sociali. L'anno scorso, secondo il ministero del Lavoro, 19 milioni di russi vivevano al di sotto della soglia di povertà. Secondo gli economisti, i poveri nella Federazione sarebbero molti di più perché il minimo di sussistenza sarebbe sottostimato di almeno due volte.
7)
tra i paesi industrializzati meno sviluppati scientificamente e tecnologicamente, come indice significativo si può usare la classifica dei premi nobel per la scienza:Premi Nobel per la scienza e l'economia (esclusa la letteratura e la pace)
https://it.wikipedia.org/wiki/Vincitori ... ato#Russia Russia (URSS) 9
Cina 3
India 6
Giappone 24
USA 350
Germania 90
Svizzera 22
Sudafrica 10
Israele 7, tutti ebrei (da aggiungervi i nobel tedeschi, statunitensi e di altri paesi di origine ebrea circa 160/170)
Austria 8
Norvegia 6
Italia 14
Paesi Bassi 18
Polonia 5
8)
tra i paesi con un alto indice di violenza domestica contro le donneRussia: approvata la legge che depenalizza le violenze domestiche
2 Febbraio 2017
https://www.direcontrolaviolenza.it/rus ... omestiche/In Russia, il paese con uno dei più alti tassi di donne uccise da un proprio famigliare (oltre 12.000 nel 2016) è stata approvata dalla Duma con 380 voti favorevoli e 3 contrari, la legge che depenalizza le violenze domestiche, ribattezzata la “legge del ceffone” che, teoricamente, dovrebbe consentire ai genitori di educare i figli senza la minaccia di conseguenze penali. Se prima si rischiava una pena di due anni di reclusione, secondo questa legge l’aver picchiato i figli o il coniuge, se è la prima volta, si tradurrà in una multa di circa 500 euro mentre, in caso di reiterazione del reato, si verrà giudicati secondo il codice penale.
In Russia secondo i dati del Servizio di Statistica, il 40 per cento delle donne è vittima di molestie verbali e una su cinque è maltrattata pesantemente dal marito. Si attendeva da tempo un disegno di legge contro la violenza domestica. La deputata Saliya Murzabayeva del Comitato della Duma di Stato per la tutela della salute, aveva anche presentato un disegno di legge atteso da 20 anni, scritto in collaborazione con Marina Pisklakova-Parker, che dirige “Anna”, il centro nazionale per la prevenzione della violenza domestica.
E invece le donne e i difensori dei diritti umani sono stati sconfitti. Per essere varata, la nuova legge, ha bisogno ora del via libera del Consiglio della Federazione (il Senato) e della firma del presidente Vladimir Putin. Entrambi questi atti vengono dati già per scontati.
La Corte Suprema aveva già depenalizzato le percosse che non infliggono danni fisici, ma aveva lasciato fuori le violenze contro i familiari, lasciando scontenti i parlamentari più conservatori, secondo i quali la nuova legge «renderà più forti le famiglie».
“Molte donne non hanno un’alternativa ai loro rapporti violenti, per questo tollerano in silenzio gli atti di violenza da parte dei loro partner in silenzio. Una delle cause della violenza domestica è il forte squilibrio di genere e la convinzione generalizzata che, a dispetto delle leggi di parità, le donne non abbiano pari diritti” ha dichiarato Marina Pisklakova-Parker e ha sottolineato che la Chiesa ortodossa russa ha annunciato di voler aprire delle case rifugio a livello nazionale. Le case rifugio gestite da “Anna” sono appena 30 in tutto il Paese.
Il dittatore Putin sembra dunque voler agire in piena armonia con il suo sodale Donad Trump, attaccando e riducendo i diritti delle donne, il cui rispetto è cartina al tornasole di quello dei diritti umani.
Il movimento globale delle donne che si è unito a dispetto delle frontiere e delle barriere linguistiche in queti ultimi mesi, che si è reso visibile in tutta l’America Latina, in Europa, a Roma il 26 novembre e ora nell’immensa marea di Washington, delle città grandi e piccole degli Usa, resisterà un giorno dopo l’altro, nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle istituzioni e nelle strade contro il tentativo dei dittatori di ributtarci indietro, di calpestare i nostri diritti e di spegnere le nostre vite.
Noi ci riuniremo il 4 e il 5 febbraio a Bologna per ultimare il Piano nazionale femminista contro la violenza maschile, e l’8 marzo saremo di nuovo in piazza come le nostre compagne e sorelle in tutto il mondo.
9)
tra i paesi con il maggior tasso di alcolismoAumenta l'alcolismo e in Russia tornano le celle per ubriachi
Rosalba Castelletti
4 gennaio 2021
https://www.repubblica.it/esteri/2021/0 ... 301049125/"Il nuovo è un vecchio che è stato ben dimenticato", recita un vecchio detto russo. E così, per combattere l'alcolismo che - a detta dei politici - ha raggiunto "vette preoccupanti" in molte parti della Federazione, il Cremlino ha pensato di rispolverare le vytrezviteli, letteralmente "stazioni di disintossicazione". Create in epoca zarista e diventate tristemente rinomate sotto Stalin, queste celle dove gli ubriachi prelevati dalle strade venivano rinchiusi finché non smaltivano la sbornia erano state abolite dieci anni fa. Ma per i deputati della Duma che hanno caldeggiato la legge siglata a fine anno da Vladimir Putin ed entrata in vigore il primo gennaio, i "rifugi per ubriachi" sono l'ultima arma nella lotta all'alcolismo. Circa 50mila russi continuano a morire ogni anno per il troppo bere, fino a 10mila per ipotermia dopo essersi accasciati all'aperto per la sbronza. E, se è vero che durante il ventennio di Putin al potere il consumo di alcol è crollato del 40 percento, il 2020 ha visto le vendite di vodka aumentare del 65 percento durante il lockdown.
La prima vytrezvitel fu aperta nel novembre 1902 a Tula, a Sud di Mosca. Finanziata dalla città e equipaggiata da uno staff di paramedici, aveva l'obiettivo di soccorrere i lavoratori congelati per strada e ridurne la mortalità. Pochi anni dopo, istituzioni simili erano sorte in quasi tutte le province dell'Impero russo, ma vennero chiuse dopo la Rivoluzione. Nell'Unione sovietica la prima "stazione per smaltire la sbornia" apparve nel 1931. Ma sotto Stalin questi rifugi divennero ben presto uno dei tanti mezzi di repressione. Con ordinanza del Commissario del popolo degli affari interni dell'Urss Lavrentij Beria del 1940, i centri medici per la sobrietà furono subordinati alla famigerata Nkvd, la polizia politica segreta responsabile delle purghe. Nel 1974 ci passò una notte pure il dissidente Andrej Sakharov. E non perché avesse alzato il gomito, ma perché aveva avuto l'ardire di partecipare a una manifestazione.
Le stazioni sovietiche fornivano solo due "servizi": una doccia fredda e un letto. Ma costavano quanto una notte in un buon hotel. I detenuti venivano svestiti (perché, sostenevano i medici, "un uomo nudo è più sottomesso"), rianimati con acqua ghiacciata e lasciati a dormire. I più violenti venivano legati alle brandine e talora picchiati. Il cittadino veniva dimesso solo smaltita la sbornia, di regola non prima delle 5 del mattino. Una notifica veniva inviata al datore di lavoro che poteva costare una censura o il licenziamento.
Negli anni di Breznev, l'epoca della zastoj, stagnazione, che i sovietici ribattezzarono zastolje, sbronza, le stazioni erano così parte del "folclore urbano" da essere circondate da un'aura di romanticismo. Ne cantava Vladimir Vysotskij e Georgij Danelija le ricordava nei film Afonja e Maratona di autunno. Ogni anno tra 2,5 e 5 milioni di cittadini finivano in un centro per la sobrietà. Nel 1990 se ne contavano più di 1.200. Crollata l'Urss, il loro numero si dimezzò. Finché nel 2011 l'allora presidente Dmitrij Medvedev non ne decretò l'abolizione: dagli Interni, l'assistenza agli ubriachi sarebbe dovuta passare alla Sanità. In pochi anni, di fronte alla congestione degli ospedali, le autorità di una ventina di regioni sono tornate alla pratica collaudata delle stazioni per ubriachi: più simili a ospedali che a carceri, niente sbarre alle finestre né lucchetti alle porte e pernottamento gratis. Mentre lo Stato ha ripreso a discuterne. E nel 2018 le ha persino riesumate nelle 11 città che ospitavano i Mondiali di calcio.
Ora, in base alla nuova legge, il sistema si baserà su un partenariato pubblico-privato e i "pazienti" dovranno pagare. La tariffa sarà definita su base regionale, ma dovrebbe aggirarsi tra i 1.500 e i 2mila rubli a notte, circa 16-22 euro. Gli agenti di polizia potranno prelevare dalla strada gli ubriachi "incapaci di muoversi o orientarsi" anche senza il loro consenso. "Il principale vantaggio è che nessuno congela", sostiene il primario della clinica "Nezavisimost 24" Aleksej Kazantsev. Ma non mancano i dubbi. Molti ricordano i casi di percosse, fino alla morte, e di saccheggio che avvenivano nelle istituzioni prima della loro abolizione. Nel 2010 un giornalista venne ucciso a Tomsk dopo essere stato picchiato da un agente di polizia. Un anno prima un caso simile si verificò a Perm, mentre ad Arzamas una donna fu violentata. "Sappiamo che cosa è successo lì, quali violazioni dei diritti sono state commesse", ricorda la narcologa Ljubov Shishenkova. Pur condividendo le perplessità, per Lev Levinson, capo del Programma di politiche anti-droga dell'Istituto dei diritti umani, si tratta di "un servizio necessario". Più pessimista lo psichiatra Pjotr Kamenchenko che, all'inizio della sua carriera di medico negli Anni '80, si trovò a prestare servizio in un vytrezvitel: "Temo che tutto andrà secondo la formula "Volevamo il meglio, ma è andata come sempre"". Come il vecchio che è stato ben dimenticato.
10)
la Russia post URSS dove vigeva un atesimo forzato e la pesecuzione religiosa è diventua un orrido paese teocratico in cui le gerarchie della chiesa cristiana sono strumento ideologico al servizio della dittatura putiniana e del suo demenziale suprematismo imperialista con la sua connaturata violenza interna ed esterna.Il Patriarca moscovità capo dei preti della chiesa ortodossa incita alla guerra santa contro l'Ucraina e l'Occidente, come un qualsiasi califfo o iman nazi maomettano.
"Quelle parate gay...". E il patriarca di Mosca giustifica la guerra
Francesco Boezi
7 marzo 2022
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/pa ... 15872.html Il patriarca di Mosca Kirill, Cirillo I, è convinto che combattere la guerra in Ucraina sia giusto. Anzi, il vertice della Chiesa ortodossa moscovita, che è molto vicina a Vladimir Putin, ha attribuito al combattimento un significato di carattere "filosofico". E ha citato l'esistenza di una prova di fedeltà.
Dopo aver rimarcato le "sofferenze" provate dal popolo del Donbass, il patriarca di Mosca ha parlato di quella zona come di un luogo "dove c'è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale". Il vertice religioso, per quel che concerne la prova di fedeltà - quella che ha chiamato "test" - ha iniziato a citare le "parate gay", che sarebbero il simbolo, per Kirill, di quello che il Donbass non vorrebbe diventare e che per qualcuno, sembra di capire, tenendo sempre in considerazione le dichiarazioni espresse nel sermone, dovrebbe diventare.
Kirill, durante la Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca - così come ripercorso dall'Ansa - , ha dunque individuato in quanto avvenuto di recente in Donbass il principio del conflitto. Non c'è stata - com'era pronosticabile - la ferma condanna per l'invasione di Vladimir Putin, che ha scatenato la guerra, violando con le armi e con le bombe i confini ucraini.
Per Kirill il pendio scivoloso è stato intrapreso quando con "il deterioramento" della situazione del Donbass, si sarebbe offuscata "la primavera" e, al contempo, avrebbero avuto inizio le ostilità. Nessun riferimento, quindi, alla scelta dello Zar. Quella che è arrivata circa due settimane fa.
Poi il discorso si è spostato su un altro piano tematico: "Se l'umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio - ha argomentato -, se l'umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì", ha detto. Di seguito le bordate dirette a quelle che aveva già avuto modo di definire "parate gay": "Sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano".
E ancora: "Ecco perché per entrare nel club di quei paesi è necessario organizzare una parata del gay pride - ha insistito il patriarca -. Non per fare una dichiarazione politica "siamo con te", non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità".
Il vertice della Chiesa ortodossa moscovita ha poi esposto quelle che, secondo il suo punto di vista, sono le ragioni filosofiche della battaglia:"Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, sfortunatamente, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la via di minor resistenza in questa guerra, non riflettano su tutto ciò a cui pensiamo oggi, ma seguono umilmente la strada che mostrano loro i poteri costituiti".
Russia non raccontata: Putin e le milizie del Patriarca
Putin e l’uso dei media
Putin, Kiril I e gli Ortodossi
Putin e Cattolicesimo, Islam, Testimoni di Geova
2 novembre 2017
– Putin e l’uso dei media
https://mcc43.wordpress.com/2017/11/02/ ... patriarca/Sappiamo tutto di Putin e della sua politica estera, poco di quello che accade dentro la Russia. E’ l’effetto di un meccanismo creato per distrarre la nostra attenzione. Quando, nel 2008, con l’invasione della Georgia i media internazionali fecero a pezzi l’immagine della Russia, Putin ribattè trasformando Russia Today in un congegno guastatore della fede che l’Occidente nutre per il proprio sistema politico. Per raggiungere un’audience globale, la rinominò RT, le assegnò il ruolo di moltiplicatore dei messaggi distruttivi propri dell’estrema destra occidentale, anche inserendosi nelle crisi internazionali, come visto di recente nella questione della Catalogna. (*nota1) Inoltre, dal vecchio canale radiofonico The Voice of Russia nacque l’aggressivo Sputnik News che pubblica in 40 lingue. In qualsiasi social media ci si imbatte in centinaia di rilanci degli articoli di queste testate.
Ai lettori intellettualmente più sofisticati la macchina dell’informazione propagandistica russa provvede con Saker, anche in modesta edizione italiana, e Russia Insider, che si qualifica specializzata in analisi militari, questioni di intelligence, geopolitica russa, ortodossia cristiana tradizionale.
A questi fa eco una fonte che non si dichiara russa: l’aggregatore di articoli Zeroedge, creato dal bulgaro Daniel Ivandjiiski, un ex-analista di hedge fund. Pubblica articoli anonimi – siglati Tyler Durden, un personaggio di Fight Club- caratterizzati da una visione anti-establishment e pessimista sul futuro economico; alla *nota2 in calce il giudizio dell’esperto sull’ambiguità di Zeroedge.
Abbondano, altresì, i think tank filo russi, come Katehon e il Valdai Club Foundation; al Valdai forum del 2017 è intervenuto un candido Putin per rammaricarsi che “Il nostro errore più serio nelle relazioni con l’ Occidente è stato un eccesso di fiducia”!
Il 18 marzo 2018 Putin affronterà le elezioni, necessita pertanto di tutta la potenza pervasiva dei media per sostenere nei confronti del pubblico interno le versioni ufficiali. Si veda ad esempio il malessere giovanile, per la crisi economica la corruzione la diseguaglianza sociale, esploso a marzo 2017 svalutato a fenomeno occasionale su istigazione di Aleksei Navalnii (unico potenziale avversario elettorale di Putin), incarcerato due volte e rilasciato il 22 ottobre.
Ma l’arma mediatica più potente verso la cittadinanza sta diventando TSARGRAD.TV (*nota3), canale religioso in impressionante crescendo di ascolti di proprietà di Konstantin Malofeev. Il fondamento della comunicazione è che la religione cristiano ortodossa ha plasmato l’identità russa e Putin è l’uomo che Dio ha dato alla Russia.
Il caporedattore della tv a proposito del carisma di Putin afferma: “E’ un simbolo. Riflette la società russa, il popolo russo. Rappresenta un’eccezione: non appartiene all’élite globale. Non fa parte di quel milieu satanico e ciò è sufficiente per guardare a lui come a una specie di santo”.
Sicuramente il Presidente si adopera per gonfiare l’orgoglio nazionale. Nel reportage di AlJazeera: Russia: The Ortodox connection si vede il Presidente arringare l’uditorio:
“Siamo una nazione di vincitori, ce l’abbiamo nei nostri geni, lo riceviamo di generazione in generazione. Io vi chiedo: volete voi vincere?” Al che la platea erompe “Sì….”.
Sono meccanismi che a noi italiani ricordano qualcosa.
– Putin, Kiril I e gli Ortodossi
Dopo decenni di persecuzioni staliniane, poi di vessazioni e traversie, la Chiesa Ortodossa di Russia riconquista libertà religiosa dal 1991, con Gorbaciov e Eltsin. ( *nota4 ). Infine arriva Vladimir Putin e crea con Valdimir Michajlovič Gundjaev, Kiril I, uno stretto sodalizio.
Il Patriarca Kiril archivia il passato, 30 anni di lager del nonno e 3 di lavori forzati del padre, e dichiara che Putin è un miracolo di Dio.
Il sodalizio diventa ferreo nel 2013 quando il Parlamento promulga la legge contro la blasfemia : il testo si presta ad applicazioni arbitrarie e commina pene severissime. Il Patriarca, pur considerandola una legge mite, contraccambia intromettendosi nella questione ucraina: prima con la propaganda di Tsargrad, poi con i preti-soldato della Legione Imperiale nel Dombass. Appena proclamata la Repubblica di Donetsk due dipendenti di Maloofeev diventano rispettivamente Ministro della Difesa e Primo Ministro. Ancora più saldi e palesi i vincoli tra i due si fanno allorché Kiril benedice l’intervento russo in Siria: guerra giusta, guerra santa per salvare Damasco.
Kiril I non si appaga della sua autorità morale sull’80% circa della popolazione: “Negli anni 90 gli oligarchi russi volevano avere la loro milizie private, adesso anche il Patriarca sta facendo la stessa cosa e gira sempre attorniato da bodyguard.” A dirlo è Andrei Kuraev, protodiacono dissenziente, a dimostrarlo sono gruppi come Sorok Sorokov.
Fondata da Vladimir Nosov, campione di boxe e da Andrei Kormukhin, musicista, attivista sociale, l‘organizzazione Sorok Sorokov è il braccio del Patriarca ed ha per mission: aiutare la Chiesa Ortodossa russa ad attuare il programma “200 chiese” a Mosca, promuovere uno stile di vita sano col programma “Ortodossia e Sport”, decostruire l’immagine dell’ortodossia come religione dei deboli.
Questo progetto della costruzione delle chiese comporta talvolta la distruzione di aree verdi, le manifestazioni di protesta dei cittadini vengono represse e gli organizzatori arrestati.
Profondamente convinti che la Russia sia il centro del mondo per la spiritualità e la fede, i membri di Sorok Sorokov organizzano incontri sportivi, festival, esibizioni militaresche in cui anche i bambini si avviano alla famigliarità con l’uso delle armi. Qui la video intervista, sottotitolata in inglese, del fondatore Kormukhin.
– Putin e Cattolicesimo, Islam, Testimoni di Geova
Il Cattolicesimo in Russia è presente con 300 parrocchie, altrettanti sacerdoti e un seminario; i fedeli sono sia minoranza religiosa sia etnica: polacchi, lituani, tedeschi, ucraini. La diplomazia di Papa Francesco sta con prudenza coltivando il rapporto con il Patriarca (*nota5), di conseguenza con Putin. Se per una componente che è appena l’ 1% della popolazione e che guarda a un centro spirituale forte come il Vaticano non si profilano persecuzioni, il senso di opportunità ha imposto ai Cattolici di muoversi in punta di piedi. Nel 1992 la Pontificia commissione “Pro Russia” allo scopo di promuovere un’armoniosa convivenza con la Chiesa ortodossa ha assunto l’impegno di segnalare preventivamente alle gerarchie ecclesiastiche ortodosse tutte le principali iniziative pastorali, in particolare l’istituzione di nuove parrocchie.
All’Islam appartiene, ma i dati sono incerti, un numero di fedeli oscillante fra il 6 e il 14% sparso fra un gran numero di etnie dei 22 stati della Federazione; in almeno 6 stati tutta la popolazione è musulmana. Questa componente religiosa fa parte della storia nazionale e, secondo le località, ha avuto burrascosi trascorsi con l’autorità moscovita (vedere articolo).
Sotto Putin il dato numerico è positivo: sono state aperte circa 7500 moschee in tutto il territorio, tuttavia, in concomitanza con la crescente sfida jihadista internazionale, il Presidente seleziona quali correnti islamiche ammettere o vietare. E’ avvenuto palesemente nel 2016 attraverso Ramzan Kadyrov, suo fedele autocrate della Cecenia. Nella capitale Grozny sono stati chiamati a convegno un centinaio di Ulema per mettere nero su bianco ( vedere articolo ) chi sono i veri Sunniti: solamente quelli che in teologia seguono la scuola del Kalam (Ash’ariti e Maturidites) e aderiscono a uno dei quattro madhhabs (scuole giuridiche). La dichiarazione esorta Putin, il Governo e l’Assemblea della Federazione a vietare “tutto il Salafismo” e equiparare le critiche all’Islam (quello da essi classificato come l’unico vero) ad attività terroristica.
La religione che sotto Putin subisce sia repressione sia persecuzione è quella dei Testimoni di Geova, già perseguitati dal nazismo. Poiché essi considerano Dio l’unica vera autorità, non votano, non partecipano alle cerimonie nazionaliste, rifiutano di compiere violenze e obiettano al servizio militare. I 175mila fedeli sono accusati di praticare una fede radicale e di non essere abbastanza patriottici.
Quest’anno la Corte suprema della Federazione ha vietato ogni loro attività, chiuso le sedi, confiscato i beni a favore dello Stato, e iscritto la congregazione nella lista delle organizzazioni terroristiche, insieme allo Stato Islamico e al Qaida. Avendo la Russia aderito alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali sarebbe tenuta per legge a garantire la libertà religiosa e la libertà di parola. Human Rights Watch si è espressa contro queste violazioni dei diritti umani, l’Onu ha mormorato, ma la sia pur minima eco che il bando ha avuto nei media si deve probabilmente solo all’arresto di un cittadino europeo, Dennis Christensen, nel bel mezzo di una riunione religiosa. La sentenza di bando emessa dalla corte federale contro i Testimoni di Geova viene applicata dalla polizia nei modi più brutali, con irruzioni ovunque si tengano – ormai in condizioni di segretezza – riunioni per la lettura della Bibbia, con percosse e arresti.
La battaglia, pacifica e legale, condotta dall’organizzazione dura da oltre dieci anni, praticamente dal secondo mandato presidenziale di Putin. Secondo alcuni, tanto accanimento potrebbe spiegarsi con il fatto che i JW hanno la loro sede mondiale negli Stati Uniti, ma a spiegarlo potrebbe semplicemente bastare il loro essere apolitici e pacifisti. Una diversità inconcepibile per un militarista come Putin, pertanto atta a suscitare il suo sospetto.
Testimone di Geova
Note
*nota1 L’11 ottobre il portale RT, ha pubblicato la “notizia” che dodici paesi europei avrebbero riconosciuto lo stato della Catalogna, accompagnandola con la mappa colorata della “nuova Europa”. Le strategie di disinformazione sono tradizione in Russia, dall’Okhrana, polizia segreta zarista, al KGB sovietico, e ora si sono arricchite dei mezzi digitali.
*nota2 – Il Dr. Craig Pirrong è direttore di Energy Markets, professore di scienze della finanza presso il College of Business di Bauer dell’Università di Houston. Investiga da anni su ZH e Ivandjiiski.
Nel 2011: “La linea editoriale di ZH sulle economie statunitensi e europee è quasi esattamente quella di RT. Inoltre, anche se ZH non si risparmia nelle critiche a quasi ogni leader occidentale, non sussurra mai la minima parola di rimprovero su Vladimir Putin o la Russia. Infatti, un tweet che menzionava questo fatto quasi immediatamente ha richiamato una risposta da ZH, cioè un collegamento a un pezzo dello stesso ZH che ripeteva pari pari la propaganda russa sulla superiorità fiscale della Russia rispetto agli Stati Uniti. “
*nota3 qualche trasmissione con sottotitoli inglese in YouTube
*nota4 La Chiesa ha subito sotto Stalin persecuzioni efferate e sanguinarie, oltre al tentativo di provocare uno scisma creando il movimento della “chiesa vivente” fedele regime. Durante la II guerra mondiale, Stalin compie un opportunistico rivolgimento: riapre qualche chiesa, dà libertà di azione ai sacerdoti superstiti e comunica a Roosevelt e agli Alleati che la Chiesa era libera e patriottica. Con Krushev e Breznev furono vessazioni: controllo sui riti religiosi, settimana con la festività mobile per allontanare dalla liturgia domenicale, Pasqua giorno lavorativo, ed essere credenti rimase colpa grave che portava emarginazione, se non addirittura gulag o esilio. Altro rivolgimento con Gorbaciov e Eltsin: dal 1991 si riannodarono i fili con la tradizione religiosa e la Chiesa Ortodossa ottenne centralità sociale e politica.
*nota5 Francesco e Kirill si sono incontrati a L’Avana nel 2016 e hanno rilasciato una dichiarazione congiunta; senza aver affrontato le barriere teologiche, pastorali e storiche che separano le due Chiese, hanno espresso comune compiacimento per la sconfitta dei regimi atei: TESTO 14. Nell’affermare l’alto valore della libertà religiosa, rendiamo grazie a Dio per il rinnovamento senza precedenti della fede cristiana che sta accadendo ora in Russia e in molti paesi dell’Europa orientale, dove i regimi atei hanno dominato per decenni.