Migranti, rivolta nelle isole greche: «Portateli via, rivogliamo le nostre vite»
Mercoledì 22 Gennaio 2020
https://www.ilmessaggero.it/mondo/migra ... 00575.html Migranti, proteste nelle isole greche con uno sciopero generale: «Portateli via, rivogliamo le nostre vite»
Proteste contro le politiche d'accoglienza dei migranti nelle isole della Grecia. A Lesbo, Samo e Chios, infatti, è stato organizzato uno sciopero generale, chiudendo i servizi pubblici, con dimostrazioni di strada programmate più avanti nel corso della giornata, per chiedere l'immediata rimozione di migliaia di migranti ospitati nei loro grandi centri di raccolta. «Rivogliamo le nostre isole, rivogliamo le nostre vite» è lo slogan principale della protesta. Nel più grande campo di Moria sull'isola di Lesbo ci sono più di 19.000 richiedenti asilo in un campo con una capacità di 2.840 persone.
Il papa demente che ci fa del male!
Papa Francesco: i cristiani veri non respingono i barconi e in piazza San Pietro la maxi statua resterà per sempre
22 gennaio 2020
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/va ... 00117.html Città del Vaticano – Il messaggio il Papa lo diffonde molto chiaro. Chi è cristiano «deve mostrare amore per migranti». Di conseguenza non può essere contro i «respingimenti. Tante volte non li lasciano sbarcare nei porti». »Come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l'amore di Dio rivelato da Gesù Cristo». L'udienza generale stamattina si tiene nell'Aula Nervi perchè in piazza san Pietro fa un po' freddo. Ai lati della piazza berniniana si nota subito non la gigantesca statua di bronzo nero che, come un pugno nell'occhio, raffigura un barcone carico di migranti. Era stata collocata in via provvisoria alcuni mesi fa ma con il passare del tempo è diventata definitiva, alterando di fatto l'armonia perfetta voluta da Bernini, rispettata finora da tutti i pontefici nel corso dei secoli. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: per la Chiesa di Francesco i migranti sono l'emergenza numero uno. Il portavoce del vaticano, Matteo Bruni fa sapere che la statua resterà e nessuno ha dato ordine di toglierla.
«Oggi il mare sul quale fecero naufragio Paolo e i suoi compagni è ancora una volta un luogo pericoloso per la vita di altri naviganti», ha detto il Papa stamattina, incentrando la sua catechesi sul naufragio di Paolo e l'ospitalità che l'apostolo trovò a Malta, in occasione della settimana per la promozione dell'unità dei cristiani.
«In tutto il mondo uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, per sfuggire alla guerra, per sfuggire alla povertà. Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l'indifferenza, l'ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari... tante volte non li lasciano sbarcare nei porti. Ma, purtroppo, a volte incontrano anche l'ostilità ben peggiore degli uomini. Sono sfruttati da trafficanti criminali, oggi!, sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti, oggi!, a volte l'inospitalità li rigetta come un'onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti. Noi come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l'amore di Dio rivelato da Gesù Cristo. Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l'ostilità e l'indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui».
La prossima settimana Papa Francesco andrà a Bari ad aprire il convegno sul Mediterraneo organizzato dalla Cei. Un tema che sarà affrontato in anteprima dal presidente Conte e dal Segretario di Stato, Parolin solo qualche giorno prima, nel corso di un incontro organizzato a Civiltà Cattolica, dove ha sede il quartier generale dello spin doctor di papa Francesco in tema di migrazioni, padre Antonio Spadaro.
Il simbolo dell'impegno della Chiesa di Francesco a favore dei migranti è in quella scultura pesantissima, supportata da una base in cemento e collocata nel mese di ottobre a sinistra dell'emiciclo berniniano. È intitolata “Angels Unwares”, Angeli Inconsapevoli, ed è realizzata dall’artista canadese Timothy Schmalz amico del cardinale gesuita Michael Czerny sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati. Il tema rimanda alla Lettera agli Ebrei in cui si legge: Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli». Francesco ha spiegato che l'ha voluta in mezzo alla piazza, come se fosse al centro del mondo e della cristianità.
Una statua che però oggettivamente è piuttosto lugubre che fa discutere persino i visitatori che arrivano sulla piazza perchè rompe l'armonia voluta da Bernini.
Troppi migranti, esplode la rabbia delle isole greche
Federico Giuliani
22 gennaio 2020
https://it.insideover.com/migrazioni/tr ... uZ3JCGuIVs La Grecia è in ginocchio. Il sistema di accoglienza allestito da Atene non riesce più a far fronte ai numerosi immigrati che continuano ad approdare sul territorio nazionale. Alcune isole greche, là dove erano stati allestiti appositi campi profughi, sono al collasso. La rabbia degli abitanti locali è ormai insostenibile.
Proprio in queste ore, migliaia di cittadini e imprenditori stanno scioperando e protestando nei luoghi più colpiti dall’immigrazione. La richiesta è una: il governo deve contrastare in tutti i modi il grave sovraffollamento dei centri di accoglienza.
È per questo motivo che la maggior parte dei negozi e degli uffici pubblici sono rimasti chiusi sulle isole di Lesbo, Chio e Samo. Qui i campi sono occupati da un numero di persone dieci volte superiore rispetto a quello previsto. Come se non bastasse l’insofferenza dei cittadini, anche le agenzie umanitarie internazionali hanno duramente criticato le condizioni di vita in alcuni di essi.
Le isole greche protestano
La giornata di protesta è stata organizzata dai governatori regionali e dai sindaci, che giovedì intendono andare ad Atene per presentare le proprie richieste al governo guidato da Kyriakos Mitsotakis.
Per dare un’idea delle proteste, a Lesbo sono scese in piazza 6mila dimostranti, a Samo 2mila. In ogni caso, accanto a persone arrabbiate che chiedevano a gran voce di potersi riappropriare del territorio, c’erano anche cittadini che volevano semplicemente denunciare le pessime condizioni dei campi di accoglienza.
Stando agli ultimi dati ufficiali diramati dall’agenzia Onu per i rifugiati, nel corso del 2019 sono entrati illegalmente in Grecia dalla Turchia circa 75mila immigrati, in aumento del 50% rispetto all’anno precedente. A Lesbo, uno degli epicentri delle proteste, c’è un campo che ospita 19mila richiedenti asilo, anche se la sua capacità di accoglienza massima arriva ad appena 2.840 unità.
Il governatore dell’isola, Kostas Moutzouris, ha detto di essere stufo di vedere le isole del Paese trasformate in luoghi di “concentramento e detenzione”. “Il popolo dell’Egeo è pacifico e comprensivo – ha spiegato ancora Moutzouris – ma la situazione può sfuggire di mano in ogni momento. Ci sono già stati scontri e problemi con i nostri ospiti. Pochi giorni fa una persona è stata uccisa, ieri c’è stato un ferito. Le terribili condizioni a cui sono sottoposti rovinano la vita a questa gente”.
Non dissimile il contesto nel capoluogo Vathy, a Samos. Qui ci sono 7500 abitanti e altrettanti richiedenti asilo stipati nel centro di accoglienza locale.
La contromossa di Atene
Era da tempo che la Grecia stava dimostrando segnali di evidente cedimento. Lo scorso novembre, per cercare di contrastare quella che ormai può essere considerata una vera e propria emergenza nazionale, Atene aveva annunciato un provvedimento per chiudere i campi profughi sulle isole per sostituirli con apposite strutture chiuse.
Al fine di decongestionare le isole, il piano prevede il trasferimento delle persone stanziate nei campi in altri complessi chiusi, sempre sulle medesime isole. Ognuno di questi nuovi stabilimenti può contenere almeno 5mila persone; al loro interno ogni singolo migrante sarà identificato e potrà conoscere il proprio futuro.
In altre parole, i migranti che che riceveranno l’ok saranno trasferiti sulla terra ferma, mentre tutti gli altri rispediti in Turchia. Qualche settimana fa, tra l’altro, il primo ministro greco Mitsotakis aveva tuonato contro Bruxelles: “L’Europa considera i Paesi di arrivo come la Grecia come un comodo parcheggio per rifugiati e migranti. È questa la solidarietà europea? Non lo accetterò più”. Eppure Atene è ancora sola.
Svolta di Bill Gates: "Basta immigrati"
Francesco Maria Del Vigo - Gio, 06/07/2017
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 16865.htmlIl numero uno di Microsoft: impedire che arrivino in Europa
Se n'è accorto anche Bill Gates. L'Europa non può accogliere tutti gli immigrati che fuggono, per un motivo o per l'altro, dall'Africa.
Se n'è accorto e l'ha detto fuori dai denti in un'intervista a Die Welt: basta con la generosità, bisogna impedire ai profughi di raggiungere fisicamente le coste del Vecchio continente. Testuale. Non l'ha dichiarato un pericoloso xenofobo, nemico del politicamente corretto, ma l'imprenditore correttissimo, e piuttosto radical chic, che ha conquistato il mondo con la sua Microsoft. Vediamo ora se le varie Boldrini & Co. avranno il coraggio di dare del fascista anche a lui.
Gates ha mandato in frantumi lo specchio nel quale si imbellettano i buonisti: è finita l'era dei regali e delle chimere e bisogna dirlo a chiare lettere ai diretti interessati, cioè agli immigrati. Perché il vero razzismo è promettere Bengodi inesistenti, allettando e illudendo così masse di disperati. I poveri del mondo non si aiutano con regalie, ma piuttosto con l'intervento sul campo. E mentre Gates avvisa l'Europa della catastrofe imminente, l'Italia lavora all'approvazione dello ius soli, la legge che ci trasformerebbe prima nella nursery del Nord Africa e poi nel campo nomadi d'Europa. E cos'è lo ius soli se non l'ennesimo miraggio offerto ai migranti, l'ennesimo incentivo a precipitarsi sulle carrette del mare sino alle nostre coste?
Gates non è il primo, e scommettiamo non sarà l'ultimo, degli ex buonisti che ha deciso di cambiare idea. Sono le improvvise conversioni sulle rotte dell'immigrazione. Prima di lui l'ha fatto Macron che, dopo avere sbandierato il mito dell'accoglienza in campagna elettorale, si è messo a sigillare i confini di Ventimiglia. E a seguire il democraticissimo governo austriaco che, tra una dichiarazione e una smentita, ha pure minacciato di sguinzagliare i soldati sul Brennero. I buonisti sono diventati improvvisamente «cattivisti»? No, hanno semplicemente dovuto fare i conti con la realtà dei fatti. Molto diversa dalle loro utopie. Una realtà fatta di degrado e delinquenza, centri d'accoglienza che diventano lager, paesi e città che diventano indecorosi campi profughi.
Il disastro l'ha visto persino l'uomo più ricco del mondo dalla sua villa lontana migliaia di chilometri da Lampedusa. Non l'ha visto solamente la sinistra italiana che, come ha rivelato Emma Bonino, questa invasione l'ha organizzata e ora vuole consolidarla con lo ius soli.
“Gli austriaci stanno diventando stranieri nel loro paese” – Crescono i timori mentre la popolazione straniera dell’Austria raggiunge livelli record
29 Ottobre 2021
https://www.islamnograzie.com/gli-austr ... li-record/In Austria, il numero di persone nate all’estero ha raggiunto un nuovo massimo e uno dei principali partiti del paese sta suonando l’allarme sul continuo afflusso di stranieri in Austria. Quasi 1,8 milioni (20,1%) delle persone che vivono in Austria sono nate all’estero, secondo l’ultimo rapporto sulla migrazione 2020 del Fondo austriaco per l’integrazione.
Cinque anni fa, la proporzione era del 18,3 per cento.
“Più del 20% della popolazione non è nata nel nostro paese. Gli austriaci stanno diventando sempre più stranieri nel loro paese. È particolarmente preoccupante che ben oltre un quarto dei bambini nelle scuole non abbia più il tedesco come lingua colloquiale”, ha detto il portavoce del Partito della Libertà d’Austria (FPÖ) Hannes Amesbauer in risposta al nuovo rapporto del governo.
La crescente quota di stranieri ha sollevato preoccupazioni in Austria in passato. Ad esempio, nel 2019, l’allora vice cancelliere Heinz-Christian Strache dell’FPÖ ha affermato che gli austriaci corrono il rischio di diventare una minoranza nel proprio paese, riferendosi a questo come sostituzione demografica.
“Non sarò messo a tacere, non vogliamo diventare una minoranza nella nostra patria”, ha detto Strache ai sostenitori il 1 ° maggio di quell’anno. Strache alla fine cadde vittima di un’operazione di pungiglione in cui fu segretamente registrato durante l’affare Ibiza, con il risultato che l’FPÖ perse la sua posizione nella coalizione di governo austriaca.
In questa foto di martedì 4 dicembre 2018, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz e il vice cancelliere austriaco Heinz-Christian Strache, da sinistra, tengono una conferenza stampa congiunta dopo un anno di governo in Austria al palazzo Hofburg di Vienna, in Austria. (AP Photo/Ronald Zak)
In seguito ai commenti di Strache, un certo numero di giornali di sinistra hanno tentato di sfatarli. Per prima cosa, hanno sottolineato che molti degli stranieri provengono da altri paesi europei, un fatto riflesso nell’ultimo rapporto, che ha mostrato che il più grande gruppo di cittadini stranieri proveniva dalla Germania, seguito da Bosnia-Erzegovina, Turchia, Serbia e Romania.
Tuttavia, la quota non europea della popolazione austriaca sta crescendo e le statistiche indicano anche un altro cambiamento epocale che molti giornali stanno sorvolando. Il Fondo per l’integrazione ha anche valutato il numero di studenti nel sistema scolastico austriaco che parlano una lingua non tedesca a casa. Questa quota è aumentata di 3,6 punti percentuali rispetto al 2015 al 27,4%. Ciò significa che circa 300.000 dei quasi 1,1 milioni di studenti comunicano in una lingua non tedesca.
In breve, mentre gli austriaci etnici invecchiano, la generazione più giovane è sempre più non austriaca e sempre più non parla tedesco. Molti dei fact-chema, come la Wiener Zeitung, fanno anche proiezioni fino al 2050, ma si fermano qui. Tuttavia, altri paesi hanno pubblicato dati che esaminano le tendenze su un orizzonte più lungo, incluso l’ufficio statistico ufficiale della Norvegia, e hanno determinato che i norvegesi etnici diventeranno una minoranza nel proprio paese entro questo secolo. Pew Research ha anche scoperto che la migrazione e le tendenze demografiche significano che la popolazione musulmana europea potrebbe triplicare entro il 2050 e raggiumgere i 75 milioni.
Come molte altre nazioni dell’Europa occidentale, le città si stanno trasformando più velocemente. La quota di persone nate all’estero nella popolazione totale è stata la più alta a Vienna (37,1 per cento), seguita dall’Alta Austria (13,5 per cento) e dalla Bassa Austria (11,4 per cento), mentre è stata la più bassa nel Burgenland (12 per cento). Lo Stato federale del Tirolo ha registrato l’aumento più alto dal 2016, con il 19,2 per cento.
Secondo lo studio, gli stranieri in Austria hanno maggiori probabilità di essere disoccupati rispetto ai cittadini nazionali. Altri rapporti hanno evidenziato che più della metà dei prigionieri in Austria sono stranieri. Nel 2020, il tasso di disoccupazione tra i cittadini austriaci era dell’8,4% e del 15,3%, quasi il doppio, tra gli stranieri. A Vienna, più di uno straniero su cinque era disoccupato nel 2020.
La quota di tali bambini e adolescenti era più alta nelle scuole speciali (40,3 per cento), nelle scuole politecniche (35,6 per cento) e nelle nuove scuole medie (33,3 per cento). Tra gli Stati federali, a questo proposito, Vienna ha registrato il tasso più alto (54,4 per cento), mentre la Carinzia il più basso (16,6 per cento).