Iuventa, 24 gli indagati. Ecco come le Ong pilotavano i salvataggiChiara Giannini
31 marzo 2021
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 35088.html Contatti diretti con gli scafisti. Nell'inchiesta Medici senza frontiere e Save the children
Agivano deliberatamente per recuperare i migranti in mare, dopo contatti, anche via WhatsApp, con gli scafisti e quindi si facevano trovare nel punto di passaggio del barcone.
Dopodiché veniva allertato l'Imrcc di Roma, il centro di coordinamento e soccorso della Guardia costiera, che era obbligato a inviare la nave Ong, ovviamente la più vicina ai «naufraghi», come previsto dalla normativa internazionale.
Un giochetto che è stato scoperto grazie alla collaborazione tra il Nucleo speciale di intervento del comando generale delle Capitanerie di Porto con lo Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato e con la Squadra mobile di Trapani, coordinata dalla Procura della città siciliana. Un'inchiesta che ha portato a indagare 24 soggetti, che ora rischiano il rinvio a giudizio. Sono comandanti, personale di bordo, team leader e rappresentanti di Jugend Rettet, che gestiva la nave Iuventa, di Medici senza frontiere e di Save the Children, tra il 2016 e il 2017 in attività con le navi di soccorso Vos Prudence e Vos Hestia.
Gli indagati sono Roger Emilio Alonso Margui, team leader di Save The Children, Marco Amato, comandante Von Hestia, Ignazino Arena (comandante pro tempore Vos Hestia), Dariush Agha Mohamad Beigui, comandante della Iuventa nel 2017, Pietro Maurizio Catania (comandante pro tempore Vos Prudence), Andrea Cavo (Vroon Offshore) Tommaso Fabbri (capo progetto Medici senza frontiere), Marco Gianardi (Vroon Offshore), Sascha Girke, capo missione Jugend Rettet su nave Iuventa, Matthias Kennes (team leader Medici senza frontiere), Romain Lasjuilliaras, team leader di Save the children, Gillian Cristina Moyes, team leader di Save the children, Giuseppe Russo, comandante Von Hestia, Paolo Alfonso Rino Russo, comandante Von Hestia, Guido Scajola (Vroon Offshore), Kathrin Irina Stephanie Schmidt, team leader della Jugend Rettet, Giulio Torre (Vroon Offshore), Michele Trainiti (coordinatore operazioni Sar Msf) , Lutz Ulrich Martin Troeder, comandante della Iuventa nel 2016, Stephan Van Diest (team leader Msf), Cristiano Vattuone (Vroon Offshore), la Vroon Offshore services, società armatrice di Vos Hestia e Vos Prudence con sede in Olanda e uffici anche a Genova e le Ong Save the children international e Medici senza frontiere.
L'attività ha preso il via nel 2016 e ha portato a circa 200mila intercettazioni.
Il 18 giugno 2017, al termine di un'operazione di soccorso, alcuni membri dell'equipaggio della Iuventa hanno recuperato tre barconi vuoti, da cui erano stati «salvati» migranti per poi restituirli agli scafisti. Uno dei barconi è stato poi riutilizzato in un successivo trasbordo, 8 giorni dopo.
Ma c'è di più, perché dalle intercettazioni emerge anche come alcuni rappresentati di Save the children e Medici senza frontiere, impiegati sulle navi, abbiano intrattenuto rapporti, attraverso canali riservati come Whatsapp, Facebook, email, con soggetti che operavano sulle coste libiche (c'era anche un'«agenzia» di Zawia) in grado di dare loro informazioni per individuare le coordinate di passaggio del barcone e gli orari di partenza.
Dall'inchiesta appare chiaro anche come nessuno dei migranti poi recuperati fosse realmente «naufrago» o in pericolo di vita, in quanto su imbarcazioni in linea di galleggiamento e con motori ben funzionanti. Questo fa pensare a consegne concordate di esseri umani.
I contratti di noleggio venivano stipulati dalle Ong con la Vroon Offshore Services. Nelle carte si legge, ad esempio, che Troeder, Beigui, Girke e Schmidt, «in concorso con altri soggetti rimasti ignoti, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, effettuavano il trasporto di stranieri e compivano altri atti diretti a procurarne illegalmente l'ingresso nel territorio dello Stato italiano».
Casarini intercettato: “Senza ONG dovrei andare a lavorare”3 aprile 2021
https://voxnews.info/2021/04/03/casarin ... -lavorare/ Gli investigatori del comando provinciale della Guardia di Finanza in una nota spiegano che Alessandro Metz, presidente e amministratore della Idra, e Beppe Caccia, che ne è vicepresidente, risultano aver eseguito bonifici a favore della società, ma in realtà le somme non sono personali, bensì provenienti da attività di fundraising «con la conseguenza che la restituzione di un prestito infruttifero altro non è che un modo per appropriarsi indebitamente di somme dalla società». Dalle intercettazioni, secondo quanto riportato da La Verità, emerge che tra gli armatori sembra esserci un patto d’acciaio. Ad esempio, l’ex no global Luca Casarini a Beppe Caccia il 22 novembre 2020 riferì che per convincere Alessandro Metz ad accettare l’incarico gli aveva detto che «se si dovesse trovare in difficoltà economiche non verrà abbandonato né da lui né da Caccia perché questo è stato il patto che loro tre inizialmente avevano concordato». Caccia gli parlò poi dei soldi delle donazioni di Facebook, dicendo che non è stato bello tenerli e domandarli in prestito. Ed è su questi movimenti che si concentrano le indagini.
Il sospetto è che le erogazioni benefiche, riqualificate come prestiti infruttiferi alla società, siano state trasformate in assicurazione personale per gli armatori. Dagli accertamenti bancari sarebbe poi emerso «come la annotazione di operazioni di “restituzione prestiti infruttiferi” sia effettivamente riconducibile ad attività di raccolta fondi posta in essere dai soggetti che reclamano la restituzione stessa». Dunque, 31mila euro risultato prestati da Alessandro Metz e 25mila da Beppe Caccia. Per gli investigatori della Guardia di Finanza e della Squadra mobile di Ragusa, Beppe Caccia, Luca Casarini e Alessandro Metz avrebbero operato in perfetta sintonia, anche per far fronte a situazioni personali di disagio economico. Quindi, quello era un lavoro a tutti gli effetti per loro. Lo si evince pure da una telefonata di Luca Casarini: «Gli ho detto: ma sei sicuro che è questa la tua prospettiva credibile per il futuro? Perché o riuscivamo a fare ’sta roba per pagare l’affitto di casa e la situazione della separazione oppure mi dovevo andare a lavorare in un bar!».
Quel che è importante per loro è agire sotto l’ombrello delle Ong. Infatti, quando arrivò il bonifico dalla petroliera danese Maersk Etienne, Beppe Caccia e Luca Casarini erano elettrizzati perché «ora stanno provvedendo a pagare tutti i debiti».
Scoperti 55 bonifici da Stati esteri all’ONG di Casarini per traghettare clandestini in Italia4 aprile 2021
https://voxnews.info/2021/04/04/scopert ... in-italia/ Decine di bonifici da Stati stranieri ai trafficanti umanitari italiani guidati da Casarini. E riunioni con i vescovi per finanziare il traffico di clandestini verso l’Italia.
Una sfilza di 55 bonifici esteri per un totale di oltre 145mila euro, che nel 2019 sono stati raccolti dalla Ong Mediterranea saving humans. Le cifre variano da 93mila euro a pochi spiccioli, ma ci sono anche finanziamenti di due diocesi nell’agosto 2020. In piena pandemia la diocesi di Brescia versa 10mila euro a favore di “Mediterranea missione in mare” nonostante la Guardia costiera ribadisca che la loro nave, Mare Jonio, non è certificata per il soccorso. Anche l’arcidiocesi di Modena Nonantola, cinque giorni prima, versa 10mila euro.
“Le fonti di introito – si legge nelle carte – sono quote associative, donazioni permanenti, rapporto con la chiesa cattolica italiana, 5×1000, progetti e bandi specifici, raccolte di gruppi locali, merchandising, donazioni singole speciali”. Dalla nascita nel 2018 l’operazione mare Jonio è già costata 2.400.000 euro e ha 1 milione di debiti.
L’inchiesta riguarda Idra social shipping, la società armatrice di Mare Jonio acquistata a Trieste. Alessandro Metz, ex consigliere regionale dei Verdi in Friuli-venezia Giulia è il presidente, ma si lamenta chiaramente che “le decisioni sulla nave e su chi la governa e su chi la faccia partire sono prese da Beppe Caccia (vicepresidente di Idra ed ex assessore dei verdi a Venezia ndr) e Luca Casarini (ex disobbediente ufficialmente semplice dipendente ndr) e a questo punto sarebbe Idra a comandare e non Mediterranea”. E proprio Idra incassa il bonifico di 125mila euro dei danesi. Il 26 novembre Caccia rivela che prima dell’accordo con Copenaghen “erano messi male e alla riunione(…) con i Vescovi gli si doveva chiedere un intervento di emergenza sui debiti del 2020, mentre così, grazie a questo accordo commerciale, il tema sarà tutto sul nuovo”. Compreso “l’impegno di spesa per l’acquisizione della nuova nave” che dovrebbe sostituire Mare Jonio ferma in cantiere a Venezia. I soldi per andare a prendere i migranti e portarli in Italia arrivano anche da personaggi famosi, come Checco Zalone, che nella sua ultima pellicola, Tolo Tolo, “per finanziarli indirettamente ha voluto la loro collaborazione al film noleggiando la nave con tutto l’equipaggio (…) per le scene dei salvataggi”.
E che mentre a Brescia gli anziani morivano senza ossigeno la diocesi finanziasse il traffico di clandestini grida vendetta davanti a Dio: chi dona a questi personaggi è un traditore e un non cristiano.
Migranti, non solo Ong: anche giornalisti nel mirino della Procura di Trapani 2 aprile 2021
https://www.dire.it/02-04-2021/618532-m ... i-trapani/ROMA – “Riteniamo opportuno che le autorità di garanzia chiedano chiarimenti e li rendano pubblici”. Così la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) intervenuta con una nota sull’inchiesta pubblicata dal quotidiano Domani che ha rivelato che diversi giornalisti che si stavano occupando di questioni legate alla Libia, alle violazioni della guardia costiera libica e alle attività delle ong sarebbero stati intercettati dalla procura di Trapani nel 2016 nell’ambito di un’indagine sui reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
“Andrea Palladino, cronista di sicura affidabilità e professionalità, sulle pagine del quotidiano “Domani” – si legge nel comunicato – ha rivelato come, nell’ambito di una inchiesta sulle ong condotta dagli inquirenti di Trapani, sarebbero state intercettate le conversazioni di diversi giornalisti“.
Nella nota la Fnsi chiede chiarezza: “Chi e perché ha disposto tali misure? Si volevano scoprire le fonti, violando il segreto professionale? A che titolo sono state trascritte le intercettazioni relative ai colloqui tra la cronista Nancy Porsia e la sua legale Alessandra Ballerini? Perché, particolare ancora più inquietante, sono stati trascritti brani relativi alle indagini su Giulio Regeni?“.
Fnsi afferma che a conclusione della nota che “fornirà alle colleghe e ai colleghi ogni supporto e sosterrà tutte le iniziative che intenderanno promuovere”.
LO RUSSO (FNSI): INTERCETTAZIONI LIBIA INQUIETANTI
di Brando Ricci
“Inquietante” e “molto grave”: sono queste le parole che Raffaele Lo Russo, segretario generale della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), impiega per definire le intercettazioni ai danni di giornalisti che si occupano di Libia, emersa da un’inchiesta pubblicata oggi dal quotidiano Domani.
I fatti raccolti risalgono al 2016, e collocati nel contesto delle indagini della Procura di Trapani su ong e favoreggiamento all’immigrazione clandestina dalla Libia. E’ nell’ambito di questa inchiesta, rivela infatti Domani, che almeno cinque giornalisti sarebbero stati intercettati e le cui conversazioni, anche quelle inerenti fatti personali, sarebbero state trascritte dagli inquirenti.
“Non vorrei che questa operazione fosse nata per individuare le fonti di questi colleghi” ipotizza Lo Russo, sentito dall’agenzia Dire. Secondo il segretario generale della Fnsi, “è gravissimo che giornalisti vengano intercettati mentre fanno il loro lavoro”.
Il dirigente della più importante organizzazione di rappresentanza dei giornalisti in Italia denuncia poi un fatto “inquietante”: “E’ stata trascritta una conversazione della reporter Nancy Porsia con la sua avvocata, Alessandra Ballerini – spiega – e si è dato conto addirittura degli spostamenti di quest’ultima in relazione a un altro importantissimo caso che segue e che non ha nulla a che vedere con l’oggetto dell’indagine: quello sulla morte di Giulio Regeni”. Ballerini è anche la legale dei familiari del ricercatore italiano morto in Egitto in circostanze ancora poco chiare nel febbraio del 2016.
Per quanto riguarda il ruolo di Fnsi, Lo Russo non ha dubbi: “Ci auguriamo che le autorità facciano luce e prendono provvedimenti. Intanto siamo al fianco dei colleghi e siamo pronti a sostenerli”. I cronisti che sarebbero stati intercettati secondo l’inchiesta di Domani, pubblicata da Andrea Palladino, sarebbero tutti giornalisti che da tempo si occupano della Libia, del traffico di essere umani e dei respingimenti, delle violazioni della Guardia Costiera di Tripoli e delle attività delle ong. Tra i nomi accertati fino ad adesso, oltre a Porsia, anche Nello Scavo, di Avvenire, Sergio Scandurra, di Radio Radicale, Francesca Mannocchi de L’Espresso, Carla De Pasquale, collaboratrice di Report, e Fausto Biloslavo, de Il Giornale.
FRATOIANNI: INTERCETTATI ILLECITAMENTE GIORNALISTI E AVVOCATI? INQUIETANTE
“Che durante le tante, troppe inchieste su quelle ong che salvano vite in mezzo al Mediterraneo, siano stati illecitamente intercettati giornalisti ed avvocati, che siano state rivelate fonti tutelate dal segreto professionale e sia state rese note informazioni personali e delicatissime, è assolutamente inquietante ed assolutamente inaccettabile. “ Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.
“Ne dovranno rispondere- prosegue il leader di SI- i ministri dell’interno dell’epoca e chi lo ha permesso. Anche le ministre Cartabia e Lamorgese dovranno spiegare al Parlamento se si continua ancora con questi comportamenti. Presenteremo un’interrogazione parlamentare al governo”.
ORFINI: GRAVI LE INDAGINI SU GIORNALISTI CHE DENUNCIANO ORRORI
“Una cosa che non può e non deve accadere in un paese democratico. Curioso che capiti a chi indaga, racconta e denuncia l’orrore libico. Orrore del quale il nostro paese è corresponsabile”. Lo scrive su twitter Matteo Orfini, parlamentare del Partito Democratico, a commento dell’inchiesta della procura di Trapani dalla quale emergono indagini e intercettazioni ai giornalisti che scrivono su Libia e migranti.
Immigrazione, inchiesta sulla nave Iuventa e le Ong Save the children e Medici senza frontiere: "Soccorsi e carte falsate, tutto per avere più finanziamenti"Daniela Mastromattei
https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... menti.htmlFavoreggiamento all'immigrazione clandestina e falso. Sono queste le accuse che si abbattono sulla nave Iuventa e che vedono coinvolte le Ong Save the Children e Medici senza frontiere, che operavano invece sulla Von Hestia e sulla Vos Prudence. Le indagini, condotte dallo Sco della Polizia e dalla Squadra mobile di Trapani con il Nucleo speciale di intervento del Comando generale delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, su indicazione della Procura di Trapani, hanno portato a 200mila intercettazioni. I 24 soggetti, tra comandanti delle navi del soccorso, operatori di bordo, volontari, rappresentanti della società armatrice, soccorrevano infatti in mare i clandestini dopo contatti attraverso vari canali come WhatsApp e Facebook. Contatti che mantenevano con scafisti e trafficanti.
Questi ultimi - spiega Il Giornale - a loro volta comunicavano orari di partenza e coordinate dei barconi. A quel punto, era la prassi, la ong si recava sul luogo concordato e inviava richieste di soccorso per poi portare gli immigrati in Italia. Come se non bastasse Vos Hestia e Vos Prudence non erano di certo adatte per i soccorsi. Anzi potevano portare 60 e 40 persone a bordo al massimo, ma spesso ne trasportavano molte di più.
Non solo, perché il personale di bordo, una volta raggiunto il nostro Paese, compilava verbali e documenti falsando la verità. Ma la cosa più grave è che il comportamento degli indagati ha portato al guadagno di ingenti somme di denaro anche per i trafficanti di esseri umani. "L'accordo tra scafisti e Ong - spiega l'avvocato Valter Biscotti al Giornale - è il cuore di questo procedimento con l'inevitabile conseguenza dell'imputabilità anche delle Ong come persone giuridiche. La cosa ancora più grave e che la loro attività illecita, così come configurata, è proiettata anche verso una visibilità mediatica per attrarre finanziamenti".
Querelato da Casarini e criticato dalla sinistra: oggi i fatti danno ragione al sindaco di Sesto San GiovanniMauro Indelicato
07/04/2021
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 36963.html Roberto Di Stefano, primo cittadino di Sesto San Giovanni, aveva criticato un'iniziativa nel suo comune a favore di Mediterranea Saving Humans, evidenziando la presenza di indagini contro Luca Casarini. Per questo motivo era stato denunciato dallo stesso ex attivista no global
Per il sindaco di Sesto San Giovanni il nuovo anno era iniziato con una trasferta a Palermo, lì dove ha risposto ad alcune domande degli inquirenti per un'inchiesta a suo carico.
Roberto Di Stefano, questo il nome del primo cittadino, era stato trascinato in tribunale da Luca Casarini.
L'ex attivista no global e adesso capomissione della Mare Jonio, nave ammiraglia dell'Ong italiana Mediterranea Saving Humans, aveva querelato il sindaco del comune dell'area metropolitana di Milano. Da qui la convocazione a Palermo. A distanza di mesi, la situazione in qualche modo sembra ribaltata.
Il perché è presto detto. Dopo la convocazione nel capoluogo siciliano, era stato lo stesso Di Stefano a spiegare in un video su Facebook i motivi della querela di Casarini. I fatti risalivano all'anno precedente, quando il primo cittadino aveva contestato una raccolta fondi a favore di Mediterranea all'interno di un oratorio di Sesto San Giovanni: “Pur rispettando le idee di tutti – aveva dichiarato nel video il sindaco – avevo semplicemente fatto notare che l'oratorio non fosse il luogo più adeguato per fare politica, ricordando come lo stesso Casarini fosse stato indagato per favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Cosa certificata, poi, dalla realtà ”.
Ma proprio quest'ultima affermazione ha fatto scattare la denuncia. Non la prima da parte dello stesso Casarini. Analogo motivo ha portato il capomissione della Mare Jonio ad esporre querela contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini: “In pratica – aveva ancora commentato Roberto Di Stefano – questo signore non vuole che si dica che c'è un legame tra alcune Ong e i clandestini. Immaginatevi quale grande offesa nei suoi confronti”.
Adesso però è Casarini ad essere indagato, proprio come aveva dichiarato a gennaio il primo cittadino di Sesto San Giovanni. L'ex attivista no global il primo marzo scorso è stato raggiunto da un'indagine portata avanti dalla procura di Ragusa.
Gli inquirenti hanno come obiettivo fare luce su un possibile accordo preventivo tra la Idra Social Shipping, società armatrice della Mare Jonio, e la Maersk Tankers, società proprietaria della Marsk Etienne. Da quest'ultima nave l'11 settembre 2020 erano stati trasbordati 27 migranti sulla Mare Jonio. Per i magistrati di Ragusa il tutto è stato figlio di un accordo preventivo, per la difesa invece si tratterebbe di un'intesa siglata dopo il trasbordo sulla base della Convenzione di Londra.
Il bonifico da 125mila Euro è stato effettivamente erogato dalla società danese a favore della Idro Social Shipping nel novembre 2020. Su questo passaggio di denaro si stanno concentrando buona parte delle indagini.
Alla luce dell'inchiesta ragusana, la querela verso il sindaco di Sesto appare ancora più ingiusta. Il riferimento del primo cittadino era verso un'altra inchiesta che ha coinvolto Casarini, poi archiviata dal tribunale di Agrigento, riguardante il caso Mare Jonio del marzo 2019. Ad ogni modo, delle indagini effettivamente ci sono state e ci sono. Poche le voci però levatesi a difesa del primo cittadino. Specialmente da sinistra, da dove all'epoca della sua denuncia politica verso Di Stefano erano pioviute feroci critiche.