La Sea Watch chiede l’intervento della Corte di Strasburgo per sbarcare i migrantiRoma deve rispondere ai giudici oggi. Sul caso è intervenuta anche la Commissione Ue: «Imperativo umanitario»
24 Giugno 2019
https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo ... 1.35428490La Corte di Strasburgo ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di «misure provvisorie» da parte della Sea Watch 3 per chiedere all’Italia di consentire lo sbarco dei migranti. La Corte ha rivolto una serie di domande sia alla Sea Watch 3 che al governo italiano. Questi ultimi dovranno rispondere entro oggi pomeriggio. La Corte in base ai suoi regolamenti può chiedere all’Italia di adottare quelle che vengono definite «misure urgenti» e che «servono ad impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani».
La portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, ha poi precisato in un video che il ricorso è stato presentato «non dall’organizzazione ma dai singoli individui presenti a bordo che hanno il diritto di adire i proprio diritti umani alla Corte europea». «In particolare - ha spiegato - il ricorso è stato fatto in riferimento all’articolo 3 che descrive quello a bordo come “trattamento inumano e degradante”. Si chiede quindi alla Corte di indicare all’UItalia delle misure che possano in qualche modo ridurre la sofferenza a cui le persone a bordo sono costrette nell’interesse di tutela della loro dignità».
Per cercare di sbloccare la situazione si è mossa anche la Commissione Ue: «Chiediamo agli Stati membri di tenere a mente l’imperativo umanitario» per i migranti ancora a bordo della Sea Watch 3. Lo ha detto la portavoce della Commissione, Natasha Bertaud. L’esecutivo comunitario «accoglie positivamente» la decisione delle autorità italiane di permettere «l’evacauzione» di alcuni migranti a bordo per ragioni mediche. Ma per la Commissione «è necessario trovare una soluzione per le persone a bordo», ha detto la portavoce.
La Sea Watch 3 è giunta al dodicesimo giorno senza porto. A bordo la situazione si fa critica. Il medico segnala che i naufraghi «hanno bisogno di cure mediche. Non sto parlando da medico ma da essere umano, serve un porto sicuro ora. Abbiamo pazienti con dolori per le torture subite ed altri che necessitano di un supporto psicologico». Sono ora 42 i migranti a bordo. Sul proprio account Twitter, la ong tedesca ha mostrato il percorso della nave ai confini delle acque territoriali italiani a sud e ad est di Lampedusa.
Solidarietà ai migranti è stata espressa dall’arcivescovo di Torino, concludendo la messa di San Giovanni, patrono della città: «Desidero esprimere la mia solidarietà a quanti in Italia e anche nella nostra città stanno dimostrando pacificamente per richiamare l’attenzione sulla situazione di grave e ingiusta sofferenza in cui si trovano 43 persone sulla nave Sea Watch al largo di Lampedusa” ha detto Cesare Nosiglia. «Un gruppo di nostri concittadini - ha aggiunto - questa notte ha iniziato a dormire davanti alla chiesa di San Dalmazzo per questo motivo. Io aggiungo che, come ha sempre fatto anche in altre circostanze analoghe, la Chiesa di Torino è disponibile ad accogliere senza oneri per lo Stato questi fratelli e sorelle al più presto, se questo può servire a risolvere il problema».
Ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha scritto alla collega olandese Ankie Broekers-Knol chiedendole di intervenire. La Sea Watch batte bandiera olandese e dunque «qualsiasi ulteriore peggioramento della situazione a bordo non potrà non ricadere nell’esclusiva responsabilità» dell’Olanda e del comandante, ha ribadito il vicepremier.
Ognuno è rimasto però fermo sulle proprie posizioni. Salvini mantiene fermo il divieto di ingresso in Italia, «neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione delle persone a bordo del natante verso altri Stati». L’Olanda, a cui anche la comandante della nave, Carola Rackete, ha chiesto indicazioni, per ora non si è fatta viva. E la giovane capitana è alle prese con un pesante «dilemma»: sbarcare a Lampedusa nonostante il divieto, con la conseguente «punizione» del decreto sicurezza bis (multe fino a 50milaeuro e sequestro), oppure restare al largo in attesa di una soluzione con il rischio però del precipitare della situazione a bordo?
Nella sua lettera alla ministra olandese, Salvini ha ricordato che, rifiutando di portare in Libia i migranti soccorsi, la comandante ha «autonomamente deciso di esporre le persone a bordo (donne, uomini e minori) ad una navigazione più lunga e pericolosa, con conseguenti inutili, maggiori rischi per la propria integrità psico-fisica». E, «pur avendo richiesto, sin dall’inizio, un porto di sbarco al proprio Paese di bandiera - a Voi - non ha, inspiegabilmente, ricevuto risposta».
Così da molti giorni la Sea Watch staziona ai limiti delle acque italiane utilizzando in modo «strumentale» «l’evoluzione delle condizioni delle persone a bordo per “forzare” le Autorità italiane ad autorizzare lo sbarco». Ma a fronte di questa condotta, secondo il titolare del Viminale, «l’Italia non può, all’evidenza, consentire - sottostando ad un `ricatto morale´ - che le proprie leggi vengano, di fatto, calpestate e rese parole vuote». La lettera si chiude con un richiamo all’ «esclusiva responsabilità» dell’Olanda e del comandante e dell’equipaggio nel caso di peggioramento della situazione a bordo e con l’invito alla collega ad assumere «le necessarie, urgenti iniziative».
La portavoce dell’Unhcr Carlotta Sami parla di «braccio di ferro scandaloso e senza senso», ricordando come «le persone sono in mare fra Libia e Italia anche senza ong. Malta ha appena concesso sbarco a un’imbarcazione» con 37 persone, che era stata segnalata da Alarm Phone. Dura anche Emma Bonino (+Europa): «io - lamenta - non riesco ad assuefarmi al fatto che un continente di 500 milioni di abitanti assista senza colpo ferire a 42 profughi, disgraziati e naufraghi che da dieci giorni ciondolano di fronte a Lampedusa. Questa è una vergogna dell’Europa oltre che dell’Italia».
Sea Watch, la capitana insiste: "Pronta a forzare il blocco"Chiara Sarra - Mar, 25/06/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 11p66jRt2cLa sfida di Carola Rackete all'Italia: "A costo di perdere la nave, faccio sbarcare questi migranti a Lampedusa"
"Io voglio entrare. Entro nelle acque italiane e li porto in salvo a Lampedusa". Carola Rackete, 31enne "capitana" della Sea Watch 3, non si fa fermare dal divieto di attracco sul territorio italiano ed è pronta a forzare il blocco.
"Sto aspettando cosa dirà la Corte europea dei diritti dell'uomo. Poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì", ha detto a Repubblica, sostenendo di essere pienamente consapevole del fatto che sarà accusata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. "Ma io sono responsabile delle 42 persone che ho recuperato in mare e che non ce la fanno più", insiste, "Quanti altri soprusi devono sopportare? La loro vita viene prima di qualsiasi gioco politico o incriminazione. Non bisognava arrivare a questo punto".
Da 13 giorni la nave olandese della Ong tedesca è ferma davanti alle coste italiane. "I migranti sono disperati", dice la Rackete, "Qualcuno minaccia lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare o tagliarsi la pelle. Non ce la fanno più, si sentono in prigione. L'Italia mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con appena tre metri quadrati di spazio a testa". A bordo ci sono anche tre ragazzini di 11, 16 e 17 anni.
"Siamo stanchi, siamo esausti. Fateci scendere", chiede uno dei naufraghi in un video pubblicato da Forum Lampedusa Solidale, "Immaginate come deve sentirsi una persona che è scappata dalle carceri libiche e che ora si trova sui, costretta in uno spazio angusto, seduta o sdraiata senza potersi muovere. Inevitabilmente rischia di sentirsi male Non ce la facciamo più, la barca è piccola e non possiamo muoverci. Non c'è spazio. L'Italia non ci autorizza a sbarcare, chiediamo il vostro aiuto, chiediamo l'aiuto delle persone a terra. Pensateci perché qui non è facile".
Oltre all'Italia, anche Malta ha negato l'autorizzazione a sbarcare. E, nonostante la lettera di Matteo Salvini, nemmeno l'Olanda sembra voler in qualche modo collaborare alla soluzione della vicenda. Resta l'ipotesi Tunisia, ma la Rackete non vuol cedere: "Non ha una normativa che tuteli i rifugiati", spiega. La "capitana", del resto, aveva rifiutato anche di portare i naufraghi salvati a Tripoli, nonostante fosse stato indicato proprio quel porto come approdo.
"Per quanto mi riguarda la Sea Watch in Italia non ci arriva, può stare li fino a Natale e Capodanno", ribatte però Matteo Salvini, "Sono passati 13 giorni, se avessero voluto sarebbero già arrivati in Olanda. È una presa di posizione politica, è una provocazione. La Sea watch è una nave olandese di proprietà di una ong tedesca, il problema quindi non è nostro, ma decidano tra Amsterdam e Berlino. Aspetto con serenità la sentenza della corte di Strasburgo. Qualunque cosa ci dirà Strasburgo noi andremo avanti. Può anche arrivare la regina di Svezia, a me non interessa: questa è una nave illegale, una nave pirata, nave abusiva. L'atteggiamento dell'Olanda è curioso, perchè da un lato ci danno ragione dall'altro dicono che non è un problema loro".
Sea Watch non sbarcherà, Strasburgo respinge il ricorso. Salvini: «Avevamo ragione»Sea Watch, Viminale: il respinto il ricorso delle Corte di Strasburgo
Martedì 25 Giugno 2019
https://www.ilmessaggero.it/italia/sea_ ... 79787.htmlNovità sul caso Sea Watch. È stato respinto, fa sapere il Viminale, il ricorso presentato dai migranti soccorsi sulla Sea Watch alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per chiedere all'Italia di consentire lo sbarco. «Anche la Corte europea di Strasburgo conferma la scelta di ordine, buon senso, legalità e giustizia dell'Italia: porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici. Meno partenze, meno sbarchi, meno morti, meno sprechi. Indietro non si torna». Lo dice il ministro dell'Interno Matteo Salvini, commentando la decisione della Cedu di respingere il ricorso presentato da alcuni dei migranti che si trovano a bordo della Sea Watch.
«Dare assistenza». La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, pur avendo respinto la richiesta delle persone a bordo della Sea Watch 3, ha comunque «indicato al governo italiano che conta sulle autorità del Paese affinché continuino a fornire tutta l'assistenza necessaria alle persone in situazione di vulnerabilità a causa dell'età o dello stato di salute che si trovano a bordo della nave». L'ha reso noto in un comunicato stampa la stessa Corte.