La Cassazione riabilita il sindaco di Riace: «Per Lucano non risultano frodi»
3 aprile 2019
https://www.corriere.it/cronache/19_apr ... DZyCv76gXw
Mancano indizi di «comportamenti» fraudolenti che Domenico Lucano, il sindaco sospeso di Riace, avrebbe «materialmente posto in essere» per assegnare alcuni servizi, come quello della raccolta di rifiuti, a due cooperative dato che le delibere e gli atti di affidamento sono stati adottati con «collegialità» e con i «prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato». Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate ieri e relative all’udienza che lo scorso 26 febbraio si è conclusa con l’annullamento con rinvio del divieto di dimora a Riace, la cittadina calabrese diventata un simbolo per l’accoglienza dei migranti. «Io mi difendo nel processo e non dal processo», commenta Lucano su Radio Capital. «Penso che questa storia sia diventata qualcosa che ha a che fare con la politica, con lo schierarsi da una parte o dall’altra. Io sono l’ultimo anello. La Cassazione ha detto che non dovevo subire le restrizioni cautelari per i reati che mi sono stati attribuiti. Sono stato sospeso da sindaco, è stata interrotta una decisione democratica», aggiunge Lucano.
La misura cautelare era stata disposta dal Tribunale della libertà di Reggio Calabria lo scorso 16 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Locri che ha rinviato a giudizio Lucano. L’udienza è aggiornata al 4 aprile. Rileva inoltre la Cassazione che non solo non sono provate le «opacità» che avrebbero caratterizzato l’azione di Lucano per l’affidamento di questi servizi alle cooperative L’Aquilone ed Ecoriace. Per questo il riesame deve rivalutare il quadro per sostenere l’illiceità degli affidi. Invece, per gli «ermellini», ci sono gli elementi di «gravità indiziaria» del fatto che Lucano si sia dato da fare per favorire la permanenza in Italia della sua compagna Lemlem. Ma a questo riguardo, bisogna considerare «la relazione affettiva».
Lucano era sindaco di Riace dal 2004: da allora era stato il Comune a gestire direttamente i fondi per il progetto di accoglienza dei migranti. A Riace erano arrivati osservatori, artisti e giornalisti da tutto il mondo e la cittadina calabrese era stata definita un “modello” di accoglienza diffusa e integrazione. Nel 2016 Lucano era stato inserito tra le 50 persone più influenti al mondo dalla rivista Fortune, ma è in quello stesso anno che cominciarono le indagini su di lui da parte della prefettura di Reggio Calabria, che indaga le irregolarità amministrative e gli illeciti penalmente rilevanti del progetto. Il colpo di scena è arrivato il 13 ottobre scorso, con il documento del Viminale che di fatto ha cancellato il modello Riace, muovendo accuse e contestazioni al progetto di accoglienza. Il documento di 20 pagine riferiva al comune e al prefetto di allontanare dal paese tutti gli stranieri ospitati.
Alberto Pento
La promozione e il favoreggiamento della migrazione clandestina e del nazismo maomettano restano come resta il parassitismo a spese e a nostro danno; frutto del nazi-comunismo.
Matteo Salvini commenta la decisione della Cassazione che riabilita Mimmo Lucano
Di Laura Melissari 04 Apr. 2019
https://www.tpi.it/2019/04/04/salvini-c ... r4pWQjzq1g
Lo aveva definito uno zero, e si era opposto con tutte le sue forze al sindaco di Riace e al suo modello di accoglienza. E ora che la Cassazione si è espressa a favore di Mimmo Lucano, Matteo Salvini non fa marcia indietro. Non chiede scusa e anzi, rincara la dose.
“Non commento i giudici ma irregolarità ne sono state segnalate a decine, quindi”, sostiene Matteo Salvini.
La Cassazione dà ragione a Mimmo Lucano. E ora, chi gli chiederà scusa?
“Al di là dei reati che possono esserci o non esserci, pensare che il ripopolamento e ringiovanimento di un territorio passi attraverso l’arrivo di migliaia di immigrati, secondo me è un modello di sviluppo sbagliato. Fossi un sindaco calabrese mi occuperei di dare un futuro ai giovani della mia terra al posto di deportare i migranti”, continua Salvini a margine di un convegno sulla cooperazione, che si è tenuto il 3 aprile.
Il ministro risponde poi alla provocazione arrivata nella mattinata di ieri dallo stesso Lucano, che lo aveva accusato di sfuggire ai processi.
“Non ho paura anche perché di processi ne avrò altri. Se avessi paura non dovrei fare il ministro dell’Interno”.
“Quello che ho fatto l’ho fatto per difendere l’interesse nazionale”, ha detto il ministro.
Riace, nuovo avviso di garanzia per Mimmo Lucano: truffa e falso ideologico per le case che ospitavano i migranti
Lucio Musolino
12 Aprile 2019
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... iuVKMU7dZQ
Altro avviso di garanzia per il sindaco “sospeso” di Riace Mimmo Lucano, che ieri sera, dopo il rinvio a giudizio rimediato nel processo “Xenia”, si è visto notificare un avviso di conclusione indagini per truffa da parte della Procura di Locri. Questa volta, al centro dell’inchiesta, ci sono gli alloggi dove i migranti venivano ospitati dalla cooperativa “Girasole”, amministrata da Maria Taverniti. Anche lei è indagata assieme a Lucano e ad altre otto persone che avevano affittato gli immobili alla cooperativa. Si tratta di Giuseppe Tavernese, Debora Porcu, Giovanni Sabatino, Raffaele Belfiore, Rinaldo Deluca, Luana Tosarello e Marco Iacopetta.
Secondo il sostituto procuratore Ezio Arcadi, tre appartamenti sarebbero “risultati privi di collaudo statico e certificato di abitabilità, – è scritto nel capo di imputazione – documenti indispensabili per come richiesto specificatamente sia dal manuale operativo Sprar che dalle convenzioni stipulate tra il Comune di Riace e la Prefettura”. A Lucano viene contestato di aver firmato una “falsa attestazione ove veniva dichiarato che le strutture di accoglienza per ospitare i migranti esistenti nel territorio del Comune di Riace erano rispondenti e conformi alle normative vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico sanitarie”. Altri cinque appartamenti, invece, sono risultati privi solo del “certificato di abitabilità”.
Se il reato di truffa è contestato a tutti gli indagati, il sindaco “sospeso” deve rispondere anche del reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. La Procura di Locri, inoltre, ha rilevato “la mancanza, in capo al Lucano, di qualunque competenza riconosciuta dall’ordinamento circa il giudizio relativo ai requisiti tecnici che dovevano possedere gli immobili (dal punto di vista statico, impiantistico e dell’agibilità), nonché l’avere egli predisposto e sottoscritto le determine con le quali venivano assegnate alla Cooperativa Girasole le somme a pagamento di canoni locativi” in favore dei proprietari.
Mimmo Lucano sarà processato per la gestione dei migranti
Pietro Bellantoni - Gio, 11/04/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... MUKCAdAoTM
Il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
Mimmo Lucano dovrà affrontare il processo e dimostrare la sua innocenza davanti a un tribunale.
Il gup di Locri, Amelia Monteleone, dopo una camera di consiglio durata circa cinque ore, ha disposto il rinvio a giudizio del sindaco di Riace, accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di abuso d'ufficio. Il dibattimento inizierà il prossimo 11 giugno. A processo anche gli altri 26 indagati coinvolti nell'inchiesta “Xenia”, che si è concentrata sulla gestione dei migranti nel paesino calabrese diventato simbolo dell'accoglienza.
Per il gup, però, il tanto decantato modello di integrazione voluto da Lucano deve passare al vaglio di un tribunale. Gli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua avevano chiesto il non luogo a procedere per il sindaco. La stessa richiesta era stata avanzata anche per la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun. Il gup ha però deciso diversamente.
Lucano è sottoposto al divieto di dimora a Riace dal 16 ottobre. La Cassazione, lo scorso 26 febbraio, aveva annullato con rinvio la misura cautelare e sottolineato l'assenza di comportamenti fraudolenti che il sindaco avrebbe “materialmente posto in essere” per assegnare alcuni servizi, tra cui quello della raccolta di rifiuti. Gli atti, secondo le motivazioni degli ermellini, sarebbero stati adottati in modo collegiale e con i “prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato”.
Discorso diverso, invece, rispetto al tentativo di Lucano di favorire la permanenza a Riace della sua compagna. Su questo punto, infatti, esistono elementi di “gravità indiziaria”, ma per la Cassazione bisogna comunque tenere in considerazione la “relazione affettiva” tra il sindaco e Lemlem.
Lucano, subito dopo la diffusione delle motivazioni della Suprema corte, in un'intervista concessa a Radio Capital aveva lanciato dure accuse al ministro dell'Interno: “Io mi difendo nel processo e non dal processo, non sono scappato come Salvini. Io non ho nessuno, lui invece è forte ma ha avuto paura di farsi processare”.
Lucano, in poco più di un decennio, è riuscito a trasformare Riace nella cittadina dell'accoglienza e dell'integrazione per antonomasia, diventando un simbolo per la sinistra italiana, i media e i commentatori internazionali. Nel 2010 si era piazzato al terzo nella World Mayor, concorso mondiale sui migliori sindaci del mondo organizzato da City Mayors Foundation. Nello stesso anno era poi finito nell'elenco delle 50 personalità più influenti del pianeta, curato dalla rivista Fortune.
Più o meno nello stesso periodo, tuttavia, la Prefettura di Reggio Calabria ha iniziato a concentrare le proprie attenzioni sul 'Modello Riace', oggetto di diverse relazioni che hanno poi portato il ministero dell'Interno alla chiusura del progetto di accoglienza e al trasferimento degli immigrati. Quelle relazioni hanno attivato anche la Procura di Locri, che ha infine chiesto e ottenuto il processo a carico di Lucano.
Alberto Pento
Ma a spese dei cittadini italiani e delle loro scarse risorse e ciò è un delitto
Riace, confermato l'"esilio" di Lucano
Pietro Bellantoni - Ven, 19/04/2019
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 82245.html
Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria ha respinto il ricorso del sindaco. Che a giugno affronterà il processo sulla gestione dei migranti
Mimmo Lucano non potrà tornare a Riace. Il Tribunale della libertà di Reggio Calabria ha respinto il ricorso del sindaco contro la misura del divieto di dimora nella cittadina dell’accoglienza.
Per “U Curdu” si tratta della terza notizia negativa in pochi giorni, dopo il suo rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta “Xenia” e il nuovo filone di indagine per truffa aggravata.
Il Riesame è tornato a valutare la misura cautelare dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio il divieto di dimora, sottolineando, tra l’altro, l’assenza di comportamenti fraudolenti nell’assegnazione dei servizi per la raccolta dei rifiuti. Malgrado il rinvio, il Tribunale di Reggio Calabria ha comunque confermato il divieto di dimora per il sindaco sospeso.
Oltre all’‘esilio’, Lucano dovrà anche affrontare un processo, la cui fase dibattimentale inizierà il prossimo 11 giugno. Il gup Amalia Monteleone, lo scorso 11 aprile, ha rinviato a giudizio il sindaco dell’accoglienza e altre 25 persone. Lucano dovrà difendersi, tra l’altro, dalle accuse di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, di abuso d'ufficio e di aver commesso irregolarità nell'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti.
Il giorno stesso del rinvio a giudizio, il padre del ‘Modello Riace’ è stato raggiunto da un nuovo avviso di chiusura indagini, stavolta in relazione all'ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, per una cifra che si aggirerebbe attorno ai 134mila euro.
Secondo quanto riportato nell'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore di Locri Ezio Arcadi, Lucano avrebbe indotto in errore il ministero dell'Interno e la Prefettura di Reggio Calabria tramite false attestazioni in cui veniva dichiarato che le strutture di accoglienza erano conformi alle norme vigenti in materia di idoneità abitativa, impiantistica e condizioni igienico-sanitarie, “laddove in effetti così non era”. Per gli inquirenti vari immobili in cui alloggiavano i migranti risulterebbero privi di collaudo statico e certificato di abitabilità. Documenti espressamente richiesti dalle convenzioni siglate tra Prefettura e Comune e dal manuale operativo Sprar.
Oggi l’ultima decisione del Riesame, che conferma il confino lontano da Riace per l’uomo che, solo pochi anni fa, era stato inserito dalla rivista Fortune nell’elenco delle cinquanta persone più influenti del pianeta.