Mare Jonio nel porto di Lampedusa: la nave è stata sequestrata dalla Guardia di finanza
2019/03/19
https://www.huffingtonpost.it/2019/03/1 ... __mhqIpt1g
"La Guardia di Finanza sta procedendo al sequestro della nave Mare Jonio, e per questo motivo la sta scortando nel porto di Lampedusa. Nelle prossime ore potrebbero scattare gli interrogatori dell'equipaggio". Così fonti del Viminale.
La Mare Jonio si sta dirigendo verso il molo commerciale del porto di Lampedusa per lo sbarco dei 48 migranti, su ordine della Guardia di finanza salita a bordo della nave di Mediterranea. "L'ordine dato alla polizia è di fare sbarcare i migranti dalla Mare Jonio". Lo spiega all'agenzia di stampa Ansa la portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, che si trova nel molo commerciale di Lampedusa.
Intanto la Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d'inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina sulla vicenda della nave Mare Jonio. Al momento, il fascicolo è a carico di ignoti.
Salvini attacca Casarini: "Cercate su Google chi è"
Uno dei migranti, con una sospetta polmonite, è stato fatto scendere dall'imbarcazione. Pietro Bartolo, medico dell'isola, afferma all'Agi: "È un caso grave e delicato che ha bisogno di cure immediate". Salvini, intanto, ribadisce la sua posizione. I porti devono "erano e rimangono chiusi". Il ministro dell'Interno ieri ha emanato una direttiva in cui si sostiene, tra l'altro, che l'azione della nave lede la sicurezza dello Stato. Ai microfoni di SkyTg 24 rincara la dose: "Questa è la nave dei centri sociali. Invito tutti a cercare su Google chi è Luca Casarini. Non hanno rispettato le regole". Dei migranti a bordo dice: "Possono essere curati, vestiti, nutriti. Gli possiamo dare ogni genere di conforto ma in Italia con il mio permesso non mettono piede".
Il sindaco di Lampedusa: "Se vogliono sbarcare siamo qui, il nostro porto è aperto. La direttiva di Salvini? In mare non esistono circolari"
Totò Martello si chiede perché la nave non sia entrata ancora in porto: "Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati", dice il sindaco di Lampedusa, che ricorda che sull'isola gli sbarchi non si sono mai fermati. Non sa bene cosa sta accadendo e si pone degli interrogativi: "È stato autorizzato l'ancoraggio? Non lo capisco... perché non entrano? Il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto".
Conte: "Non strumentalizziamo l'emergenza". Di Maio: "Non hanno rispettato le regole. Non ci sarà un altro caso Diciotti"
Sulla questione interviene anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: "Di fronte alla singola emergenza siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all'emergenza siamo tutti coinvolti", ha affermato alla Camera.
Luigi Di Maio, dal canto suo, assicura: "Non ci sarà un nuovo caso Diciotti". Intervenendo a Radio Anch'io il vicepremier ha affermato: "Le vite umane sono la nostra priorità, ma questa ong da quel che sembra non ha rispettato le regole. La novità è che batte bandiera italiana. In queste ore sono in contatto coi ministri competenti "per capire come fare rispettare le regole a questa ong. Non sarà un nuovo caso Diciotti, perché abbiamo il potere come Stato italiano di agire su questa nave battente bandiera italiana". Se a bordo ci sono persone che stanno male, saranno fatte sbarcare: "Sì, per carità. Ma bisogna far rispettare le regole, una ong italiana non deve permettersi di disobbedire alla guardia costiera libica".
La procura vaglia le comunicazioni tra il comandante della nave e la Guardia di Finanza
La Guardia di Finanza è a bordo della nave. Secondo quanto riferiscono i volontari, l'ispezione è relativa alla documentazione di bordo. La procura di Agrigento sta vagliando le comunicazioni, fatte via radio, fra il comandante della nave e la Guardia di finanza che ha intimato l'alt chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa (Ag). Al momento, secondo fonti vicine all'ufficio diretto da Luigi Patronaggio e dal suo vice Salvatore Vella, non è stato aperto alcun fascicolo di inchiesta ma la situazione è in evoluzione.
La direttiva di Salvini
Il ministro dell'Interno ha inviato il 18 marzo una direttiva ai capi di polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, Marina e Stato Maggiore. Nel documento si sostiene che alcune navi soccorritrici, nonostante avessero svolto l'intervento in acque non italiane e l'evento non fosse stato coordinato dalle autorità italiane, abbiano poi richiesto di approdare in Italia. E, prosegue Salvini, sebbene sulla base delle convenzioni internazionali vigenti non sussistessero i presupposti per l'assegnazione di un 'place of safety' in Italia, la nave si è poi diretta "autonomamente e deliberatamente " verso le coste italiane. Questo, sottolinea, benché le coste italiane non "risultino essere gli unici, possibili luoghi di approdo in caso di eventi di soccorso, considerato che sia i porti libici, tunisini e maltesi possono offrire adeguata assistenza logistica e sanitaria". Nell'atto del ministro si legge ancora che in questi casi l'attività compiuta dalla nave: "Risulta essere finalizzata al trasferimento sul territorio italiano di migranti irregolari soccorsi nel mar Mediterraneo, facendo ricorso strumentale alle Convenzioni internazionali sul diritto del mare in materia di soccorso e violandone contestualmente le complessive disposizioni".
Secondo quanto ricostruisce la Ong, una unità della Guardia di finanza che ha scortato la nave, avevo disposto l'arresto dei motori, ma Mare Jonio ha proseguito per garantire la sicurezza dei migranti. Successivamente è sta autorizzato il punto di fonda. Per un migrante in particolare è stata chiesta l'evacuazione per sospetta polmonite. Tra i 49, ci sono 12 minori.
Nave Jonio attracca a Lampedusa: sbarcati i migranti: Salvini: "Sequestrata, chi sbaglia paga. Tutto organizzato da giorni"
19 Marzo 2019
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/0 ... ti/5047201
La nave italiana Mare Jonio della ong Mediterranea Saving Humans che ospita i 49 migranti salvati nelle scorse ore in acque libiche è entrata nel porto di Lampedusa scortata da motovedette della Guardia di finanza. La procura di Agrigento ha disposto lo sbarco delle persone a bordo (intorno alle 13 un uomo era stato fatto scendere e portato in ospedale perché presentava i sintomi della polmonite) e, contestualmente, il sequestro probatorio dell’imbarcazione. “Liberté… liberté…”, hanno gridato i naufraghi al momento dell’ingresso nel porto. Nelle prossime ore l’equipaggio dovrebbe essere ascoltato dalla polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aperta dalla Procuratore Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, che cercheranno di capire se l’equipaggio ha agito o meno per “stato di necessità“.
Migranti, la "Mare Jonio" attracca a Lampedusa
Volume 90%
Salvini auspica arresti – “Sequestrata la nave dei centri sociali. Ottimo. Ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga”, ha twittato Matteo Salvini. Che, intervistato da Radio Radio, ha lanciato un’accusa precisa alla ong: “Questo presunto salvataggio da parte di una nave dei centri sociali era organizzato da giorni”, perché avvenisse “in prossimità del voto del Senato sul caso Diciotti“. “È certo che questa imbarcazione non abbia soccorso naufraghi ma sia inserita in un traffico di esseri umani concordato e programmato – ha proseguito il ministro dell’Interno – conto che nelle prossime ore arrivi dall’autorità giudiziaria ciò che consegue a chi viola la legge”. Ovvero gli arresti, come il capo del Viminale aveva auspicato già nel pomeriggio: “Ignorate le indicazioni della Guardia costiera libica che stava per intervenire, scelta di navigare verso l’Italia e non Libia o Tunisia, mettendo a rischio la vita di chi c’è a bordo, ma soprattutto disobbedienza (per ben due volte) alla richiesta di non entrare nelle acque italiane della Guardia di Finanza. Se un cittadino forza un posto di blocco stradale di Polizia o Carabinieri, viene arrestato. Conto che questo accada“.
Questione migranti, scontro in parlamento sulla nave Jonio
Di Maio: “Non sarà un’altra Diciotti” – Una linea su cui concordano anche i vertici del M5s, alleato di governo della Lega: “Non sarà un altro caso Diciotti perché si deve risolvere presto – ha detto Luigi Di Maio a Melfi, in provincia di Potenza – ma siamo in contatto e perfettamente allineati nel governo”, ha aggiunto il vicepremier e capo politico del Movimento, che poco prima si era detto d’accordo con il sequestro: “Se le navi delle Ong non rispettano le regole, bisogna fermarle perché mettono anche a rischio la vita dei migranti”, aveva detto a Pomeriggio Cinque.
Lo scontro via radio con la Finanza – In mattinata la Guardia costiera aveva concesso all’imbarcazione di avvicinarsi all’isola a causa del maltempo. Lo scontro via radio è stato con la Finanza che, dando seguito alla direttiva emanata dal ministro dell’Interno ieri sera, aveva negato l’autorizzazione a farli scendere. Intorno alle 7.30 di questa mattina, la nave dell’organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans, si è posizionata a sud dell’isola di Lampedusa per mettersi a riparo dal maltempo. Una manovra che ha provocato momenti di tensione via radio tra il comandante e la Guardia di Finanza che ha vietato lo sbarco. La barca è stata poi circondata da tre motovedette ed è iniziata una ispezione delle Fiamme Gialle. Ieri sera l’ong aveva chiesto alle autorità italiane un “porto sicuro”, prima di fare rotta verso Lampedusa. La Finanza aveva vietato alla nave l’ingresso in acque territoriali intimando, via radio, di spegnere i motori. Ma la nave ha proseguito fino ad arrivare in Italia. Le Fiamme Gialle erano salite a bordo per un’ispezione. “Ci hanno fatto un verbale con scritto che è tutto in regola a parte il fatto che le persone sono provate”, aveva detto la Sciurba. “Per noi la direttiva non ha molto valore. Per noi esistono i diritti delle persone, il Diritto internazionale, i diritti umani, le convenzioni internazionali. Abbiamo chiesto un porto sicuro. Siamo italiani su una nave italiana che ha salvato delle persone che erano in pericolo di vita in mare. Attendiamo con fiducia di poter entrare in porto”.
Mare Ionio, Conte: "Non strumentalizziamo il singolo caso, di fronte a emergenza siamo tutti perdenti"
Conte: “Non strumentalizzare” – Il salvataggio ha riaperto lo scontro politico. Il dibattito si è aperto anche in Parlamento e il premier Giuseppe Conte, presente a Montecitorio per parlare del memorandum sulla Via della Seta, ha replicato agli attacchi arrivati dai banchi della sinistra dicendo: “Di fronte alla singola emergenza siamo tutti in difficoltà: dobbiamo tutti impegnarci a non strumentalizzare il singolo caso perché di fronte all’emergenza siamo tutti coinvolti”. In ogni caso sul tema dei migranti il governo ha “una chiara linea politica che può piacere o essere opinabile – ha detto Conte nel promeriggio in Senato – Diversi indirizzi politici sono stati espressi in passato, noi non possiamo che giudicarli insoddisfacenti: il concetto di accoglienza è diverso da quello di sbarco. Consentire sbarchi indiscriminati senza limiti non equivale a offrire accoglienza”.
L’accusa del Viminale – Il Viminale, illustrando gli elementi emersi nella riunione del Tavolo di forze di polizia ed esperti convocato dal ministro per valutare la situazione sbarchi, ha spiegato che il comportamento tenuto dai responsabili della nave Mare Jonio “dimostra il chiaro intento di voler portare in Italia immigrati clandestini. Nelle ultime ore, a conferma che la presenza di navi Ong è un incentivo alle partenze, si sarebbe verificato un naufragio davanti alla costa di Sabrata“. Salvini ha anche attaccato direttamente il capo missione della Mediterranea Luca Casarini, segretario regionale di Sinistra italiana in Sicilia e già leader delle tute bianche durante il G8 di Genova del 2001. “Ecco Luca Casarini”, ha scritto il leader del Carroccio su Twitter postando una sua foto, “noto tra l’altro per aver aperto l’osteria ‘Allo sbirro morto’, pluripregiudicato, coccolato da Pd e sinistra, oggi alla guida del centro sociale galleggiante arrivato davanti a Lampedusa. E noi dovremmo cedere a questi personaggi? #portichiusi”. E, poco dopo a SkyTg24, ha detto: “Questa è la nave dei centri sociali”.
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La ricostruzione del salvataggio – Secondo le prime ricostruzioni, i migranti salvati si trovavano a bordo di un gommone in avaria in acque libiche che imbarcava acqua ed erano in pericolo in vita. Si trovavano in mare da quasi due giorni e quando una motovedetta libica è arrivata sul posto, la ong ha comunicato che le operazioni di salvataggio erano già terminate. I migranti, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutte molto provate con problemi di disidratazione. “Ci stiamo dirigendo verso nord, verso il nostro Paese, perché noi battiamo bandiera italiana – aveva detto Casarini perché stavolta la nave soccorritrice non ha il vessillo di un altro Paese -. Andiamo verso Nord per dare un porto sicuro a questi naufraghi, come dice la nostra legge, e come dice anche l’umanità”.
Dalla nave è arrivata la richiesta di far scendere i 49 migranti: “Siamo attrezzati ancora per potere sfamare per qualche tempo le persone a bordo”, ha detto all’agenzia Adnkronos Alessandra Sciurba, “ma non è normale che una nave che ha compiuto il suo dovere non venga fatta attraccare in un porto sicuro. E’ chiaro che in queste situazioni non c’è garanzia sulla sicurezza a bordo. Sono situazioni che restano fuori dal diritto, siamo in fiduciosa attesa di un’assegnazione di un porto”. Per lo sbarco si è schierato anche il primo cittadino di Lampedusa Martello: “Sono i benvenuti, i porti non sono chiusi. Riesco a vedere la nave Jonio da qui, sono alla fonda a poco più di un miglio dalla costa. Noi siamo qui che li aspettiamo. Se arrivano sono i benvenuti. Se c’è bisogno del nostro intervento noi interveniamo”. E ha ricordato che “non c’è un’ordinanza di chiusura dei porti, che mi risulti”.
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Dati Viminale: “A Lampedusa sono sbarcati in 162 nel 2019” – Sono 162 i migranti sbarcati a Lampedusa dall’inizio dell’anno ad oggi, mentre nel 2018 le persone arrivate sull’isola sono state complessivamente 3.468. Lo affermano fonti del Viminale replicando al sindaco Totò Martello e sottolineando che si tratta di “numeri che sono compresi nella statistica quotidianamente pubblicata sul sito del ministero dell’Interno e comprendono tutti gli arrivi, anche con imbarcazioni di fortuna, i cosiddetti ‘microsbarchi'”. Si tratta, aggiunge il Viminale, di “numeri ufficiali, verificati e che si basano sull’attività svolta quotidianamente dalla polizia”. Dunque “è peraltro singolare immaginare che su un’isola si possano verificare arrivi senza che gli stessi vengano verificati e subito contabilizzati”. Nel dettaglio, sono stati 8 gli sbarchi: 5 a gennaio, uno a febbraio e 2 a marzo. In tre casi i gommoni erano partiti dalla Libia, negli altri dalla Tunisia. In quattro degli 8 casi – per un totale di 43 persone – i migranti sono arrivati direttamente sull’isola senza essere intercettati.
Zingaretti: “Ennesima tragica sceneggiata” – Attacchi al governo da sinistra. Per il segretario Pd Nicola Zingaretti, siamo di fronte “all’ennesima sceneggiata”: “In totale assenza di politica estera e sull’immigrazione, stiamo assistendo all’ennesimo tragica sceneggiata contro gli esseri umani da parte di chi si sente forte contro i deboli e non fa assolutamente nulla per gestire e governare #MareJonio”, ha scritto su Twitter. Mentre in Aula alla Camera, rivolgendosi al premier Conte, è intervenuto anche il segretario nazionale di Sinistra italiana-Leu Nicola Fratoianni: “Quei migranti sono stati salvati da chi oggi compie il suo dovere cercando di restituire onore e dignità a un Paese che la sta perdendo ogni giorno grazie alla protervia, all’arroganza e alla violenza del ministro dell’Interno e all’ignavia di un governo che nel suo complesso non è in grado di assumersi le sue responsabilità. Nella giornata di ieri quando sono stato informato del salvataggio in corso ho cercato innanzitutto il ministro competente, il ministro Toninelli. Mi ha risposto la sua segreteria dicendomi che si trovava in volo e che mi avrebbe richiamato. Ad oggi non ho ricevuto nessuna chiamata da Toninelli”.
Migranti. Michele Santoro attacca Salvini: “Arrestate lui
19/20 marzo 2019
https://www.lecodelsud.it/migranti-mich ... AgWIsxzhJg
La Mare Jonio della ong Mediterranea, con a bordo 49 migranti, è entrata nel porto di Lampedusa dopo 12 ore di attesa al largo dell’isola. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al momento contro ignoti. Le Fiamme gialle hanno sequestrato la nave e nelle prossime ore potrebbero scattare gli interrogatori dell’equipaggio. Dunque, ordine di sbarco dalla nave.
Sul sequestro, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dice: ” Ottimo, ora in Italia c’è un governo che difende i confini e fa rispettare le leggi, soprattutto ai trafficanti di uomini. Chi sbaglia paga”.
Durissimo l’attacco del giornalista Michele Santoro a Salvini: “Di fronte al mondo civile mi vergogno di essere italiano, mi vergogno di avere un ministro dell’Interno che si chiama Matteo Salvini. Uno che ha trasformato il Viminale, che dovrebbe essere la casa sicura di tutti, in un’agenzia di pubblicità al servizio di un partito, uno che dovrebbe garantire il rispetto della legge e invece non fa altro che violarla. Non è il ministro della sicurezza, è il ministro della guerra civile: trattiene impunemente gente inerme in ostaggio, si sostituisce ai magistrati nell’indicare reati, celebra processi sommari pronunciando a mezzo stampa sentenze che prevedono il carcere per chi non condivide la sua disumanità. Salvini è un pericolo per la nostra democrazia e continuare a sottovalutarne la natura eversiva è una responsabilità che non voglio condividere. Ogni giorno che passa – aggiunge Santoro – il suo disprezzo per le minoranze si fa più grande e minaccioso e la civile convivenza tra diversi nel nostro Paese diventa più improbabile. Dialoga con i fascisti, si presenta ai convegni dei tradizionalisti che insorgono contro i diritti civili e la libertà della donna, viola i principi su cui si basa la nostra Costituzione che ha giurato solennemente di rispettare. Se c’è uno che va processato è lui. Se c’è uno che ha invaso la nostra vita è lui. Se c’è uno che va arrestato è lui”.
Michele Santoro lo scrive in un editoriale dal titolo “Arrestate lui“, pubblicato anche sulla pagina Facebook “Michele Santoro presenta” .
Alberto Pento
Un'altro fascista-rosso nazi-comunista filo nazi-maomettano, una mostruosità umana. Un duo orrendo e demenziale Casarini e Santoro peggio di Stalin e Lenin.
Ecco come si è sbloccato il caso della Mare Jonio
Nico Di Giuseppe - Mar, 19/03/2019
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... fn0P17l300
Alla fine va come voleva Matteo Salvini senza che davvero lui ci mettesse mano. Ecco come è andata
Al Viminale sono state ore concitate: la nave Mare Jonio spinge verso l'approdo in Italia, il ministero dell'Interno risponde con una direttiva per uno "stop definitivo alle azioni illegali della Ong". Poi l'epilogo: nave sequestrata, migranti scesi e interrogatori in vista. Fonti vicino al capo della Lega garantiscono che questa volta nulla è comparabile al caso Diciotti. La Guardia di Finanza sale a bordo della Mare Jonio dopo che quest'ultima non si ferma all'alt e prosegue verso Lampedusa e al Viminale viene convocato un tavolo permanente con esperti e vertici delle forze di polizia e della Marina. La procura di Agrigento apre un fascicolo con l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Poi la decisione del sequestro come atto probatorio: un'iniziativa della Guardia di finanza che dovrà essere confermata entro 48 dalla Procura.
Salvini è comunque soddisfatto, al futuro dei migranti ci penseranno i magistrati mentre nella compagine di governo si respira un'aria di calma apparente. I grillini sulla questione usano toni morbidi: mercoledì in Senato c'è il voto sulla Diciotti e bisogna stare tutti compatti. Luigi Di Maio torna a garantire il voto del Movimento cancellando con un tratto di penna i dissidenti. Salvini, indagato per sequestro di persona, ha agito nell'interesse del Paese all'interno di una decisione collegiale. Per rimarcare il concetto in aula ci sarà anche il premier Giuseppe Conte che con Di Maio e Toninelli fanno quadrato intorno al capo del Viminale. Il leader della Lega interverrà con una relazione, "senza alcun timore" dopo che Gasparri ripercorrerà la vicenda e illustrerà la proposta votata dall'organo di Palazzo Madama su cui si dovranno esprimere i senatori. Il voto sarà palese e Salvini potrà contare sull'aiuto fraterno di Forza Italia e Fratelli d'Italia che garantiranno l'appoggio esterno condividendo la scelta della linea dura sui porti. Pallottoliere alla mano c'è da stare tranquilli, poi all'interno del Movimento i conti si faranno un altro giorno.
"Guardate chi è Luca Casarini". Salvini, verità brutale sull'Ong: un centro sociale galleggiante
19 Marzo 2019
https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... sx1GfmbnyU
Un "centro sociale galleggiante". Così, al Viminale, definiscono la Ong Mediterranea e la sua nave Mare Ionio, che in queste ore è ferma a una miglia e mezza da Lampedusa con 50 migranti a bordo, salvati al largo della Libia. E lo stesso ministro degli Interni Matteo Salvini punta il dito contro la Ong: "L'Italia non deve cedere ai ricatti della nave dei centri sociali e di chi si rende complice dei trafficanti di esseri umani", scrive su Twitter, facendo poi un nome pesante: "Cercate in rete chi è il signor Luca Casarini".
Chi ha buona memoria non faticherà a ricordarlo in prima fila a Genova 2001 contro il G8 e in tante piazze d'Italia contro il governo di Silvio Berlusconi. Era uno dei leader degli antagonisti, capo dei centri sociali del Nord Est, i più temuti dalle autorità per la radicalizzazione della loro "lotta al potere". Chiuso quel capitolo, il mestrino Casarini, 52 anni a maggio, si è riciclato nel modo più semplice possibile, vale a dire nell'ampio fronte dell'internazionale pro-migranti. Da "disobbediente" (noto alle forze dell'ordine) a obbediente al verbo di George Soros e sodale delle Ong tedesche, olandesi e spagnole. Nel suo curriculum di tutto rispetto spiccano incarichi politici nell'ex Sel, detenzione domiciliare per occupazione abusiva di immobili, affidamento in prova ai Servizi sociali e, dall'1 novembre 2018, la svolta marinara quando ha deciso di imbarcarsi sulla Mare Ionio. Fin che la barca va...
Andrea Indini il Giornale
https://www.facebook.com/domenico.baldu ... 2155553819
Nonostante Matteo Salvini abbia chiuso tutti i porti del Paese, ci sono ancora alcune organizzazioni non governative che provano a infrangere le leggi del mare andando a recuperare gli immigrati al largo della Libia per poi provare a scaricarli sulle nostre coste. Il salto di qualità è stato mettere in mare una nave battente bandiera italiana: la Mar Jonio della ong Mediterranea. A favorire quest’ultimo blitz sono state anche le continue ingerenze della magistratura nelle decisioni del Viminale.
I soliti giudici buonisti si sono intromessi a più riprese cercando, anche forzando il diritto, di evitare la chiusura dei porti alle navi delle ong straniere. E hanno favorito, in questo modo, l’approdo di immigrati (clandestini) recuperati nel Mar Mediterraneo direttamente dai barconi guidati dai trafficanti di uomini. Non da ultimo, l’inchiesta sulla nave Diciotti, che quasi sicuramente finirà con un nulla di fatto, è il vero vulnus sul quale i buonisti fanno leva per cercare di bucare la legge e fare entrare nel nostro Paese quanti più disperati possibile. D’altra parte, come svelato nelle scorse ore dal Viminale (qui l’informativa integrale), il modus operandi è sempre lo stesso: il “soccorso, a opera di navi, di migranti irregolari in acque di responsabilità non italiane” e il “successivo trasferimento dei medesimi migranti, nonostante il Comando delle Capitanerie di Porto italiano non avesse coordinato l’evento e, quindi, in violazione delle leggi in materia di immigrazione”. A dare la forza (e la sfrontatezza) di violare queste leggi sono, purtroppo, alcuni giudici che dovrebbero far rispettare certe norme. Era successo in passato con navi come la Sea Watch e la Aquarius, si ripete oggi con la Mar Jonio che è arrivata addirittura a ignorare l’ordine della Guardia di Finanza, che le vietava l’ingresso nelle nostre acque territoriali, e a puntare dritta verso il porto di Lampedusa.
Il blitz della ong Mediterranea punta a mettere il Viminale sotto scacco ricreando lo stesso stallo che l’anno scorso, per dieci lunghi giorni, aveva tenuto in rada la nave Diciotti senza farla sbarcare. Da quel braccio di ferro è partita, poi, una crociata giudiziaria, portata avanti da giudici convinti che Salvini non possa vietare lo sbarco alle persone, anche se queste non hanno alcun diritto di sbarcare. Molto probabilmente, non è un caso fortuito che la Mar Jonio abbia deciso di sfidare il governo alla vigilia del voto in Aula sul caso Diciotti. Finché ci saranno magistrati accondiscendenti, le ong continueranno a proliferare nel Mar Mediterraneo. D’altra parte le organizzazioni non governative operano in un contesto – quello delle leggi del mare – molto ambiguo. Se il governo decide (legittimamente) di chiudere i porti ai clandestini, ma poi la magistratura (indagando i ministri) tenta di impedirlo, le ong si sentiranno sempre “autorizzate” a provarci e riprovarci, facendo leva su interpretazioni buoniste delle leggi nazionali e internazionali.
Il caso della Mar Jonio rischia di essere ancora più complicato dei precedenti. Se con la Sea Watch e con la Aquarius, Salvini ha fatto pressioni sull’Unione europea e su quei Paesi, la cui bandiera sventolava sulle imbarcazioni cariche di clandestini, per sbloccare la situazione, ora con la nave della Mediterranea, che batte bandiera italiana, c’è il rischio (drammatico) di imbattersi nel solito azzeccagarbugli capace di appigliarsi a un qualche cavillo per aggirare la chiusura dei porti. Per spazzarli via, il governo dovrà tirar dritto sulla propria strada, infischiandosene di chi vuole piegarlo a politiche buoniste. Anche a costo di imbattersi in altri odiosi processi.