Le demenze sinistre e dei parassiti sui debiti e le indennità di Guerra della Germania
Grexit: i governi tedeschi non hanno mai pagato i loro debiti
Paolo Ferrero
Zonaeuro | 29 giugno 2015
Rifondazione Comunista - vicepresidente Partito della Sinistra Europea
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/0 ... ti/1824300
I governi tedeschi, quelli che si ergono a giudici implacabili contro la Grecia e che cercano di destabilizzarla per impedire il referendum popolare, sono specialisti nel non pagare i loro debiti. Lo hanno già fatto tre volte nel corso dell’ultimo secolo. La prima volta dopo la Prima guerra mondiale, la seconda nel 1953 e la terza nel 1990 dopo la riunificazione. Vediamo brevemente.
Nel 1923 l’iperinflazione portò alla totale perdita di valore della moneta tedesca, al default e all’interruzione del pagamento del Debito che il governo tedesco stava pagando per le riparazioni di guerra. Il piano statunitense (Daves), che impose nel 1924 una nuova moneta, previde che i tedeschi avrebbero potuto onorare i loro debiti emettendo un prestito obbligazionario da collocare sul mercato della finanza mondiale per una somma totale di 800 milioni di marchi oro. Si trattò a tutti gli effetti di un enorme prestito internazionale dato ai tedeschi per permettergli di pagare il debito.
Nel 1928 avvenne però anche una ricontrattazione del debito, con la riduzione delle quote da pagare e un enorme allungamento dei tempi di restituzione a 60 anni! (Piano Young).
Nel 1933. Dopo aver vinto le elezioni, i nazisti smisero di pagare i debiti e le riparazioni dovute. Negli anni successivi cominciarono ad invadere i loro vicini, non dimenticando mai, appena arrivati, di svuotare le casseforti degli altri.
Nel 1953, dopo la Seconda guerra mondiale, la Germania ha nuovamente battuto cassa per non pagare il suo debito. Il 27 febbraio 1953, la conferenza di Londra, ha infatti deciso l’annullamento di circa i due terzi del debito tedesco (62,6%). Il debito di prima della guerra è stato ridotto da 22,6 a 7,5 miliardi di marchi e il debito del dopoguerra è stato ridotto da 16,2 a 7 miliardi di marchi. Oltre al taglio del debito la Germania ottenne anche un forte dilazionamento: oltre 30 anni di tempo per pagare la quota di debito rimanente. L’accordo è stato firmato dalla repubblica federale tedesca con 22 Paesi, tra cui la Grecia.
La conferenza di Londra aveva però messo una clausola: la parte di debito relativo ai danni provocati dalla guerra veniva posticipato ad un ipotetico periodo futuro nel caso in cui si fosse verificata la riunificazione della Germania.
Helmut Kohl e Angela Merkel in Parlamento
Nel 1990, quando vi è stata la riunificazione, la Germania non tenuto in alcun conto i suoi impegni presi nella conferenza di Londra del 1953 riguardo alle riparazioni di guerra. Il Cancelliere di allora, Helmut Kohl, si è rifiutato di applicare l’accordo di Londra del 1953 sui debiti esterni della Germania là dove veniva previsto che le le riparazioni destinate a rimborsare i disastri causati durante la seconda guerra mondiale dovevano essere versati alla riunificazione. Qualche acconto è stato versato ma si tratta di somme minime. La Germania non ha regolato i suoi conti dopo il 1990, ad eccezione delle indennità versate ai lavoratori forzati. I soldi prelevati con la forza nei paesi occupati durante la seconda guerra mondiale e i danni legati all’occupazione non sono stati rimborsati a nessuno. Tantomeno alla Grecia.
Da notare che i nazisti, al tempo dell’occupazione militare, hanno imposto alla Grecia il pagamento dei costi della loro occupazione. Insomma non solo hanno distrutto e ucciso, ma hanno letteralmente saccheggiato il Paese… Tenuto conto dell’inflazione dopo il 1945, la Germania ha un enorme debito con la Grecia che è stato calcolato in 162 miliardi di euro. Non proprio noccioline….
Questi sono i governanti tedeschi, che si ergono ad autorità morale contro il popolo greco e il suo governo. Governano una nazione che è stata rimessa in piedi dal Piano Marshall dopo che aveva scatenato una guerra, distrutto il continente e fatto decine di milioni di morti. Una nazione, un governo e un popolo che non hanno mai pagato i propri debiti e che proprio grazie a questo e agli aiuti sono potuti ridiventare una potenza mondiale. E’ bene ricordarglielo mentre stanno cercando di assassinare il popolo greco per la seconda volta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Indennit%C3%A0_di_guerra
L'indennità di guerra, o riparazione di guerra, è una compensazione monetaria destinata a coprire i danni o le perdite subite durante una guerra.
https://it.wikipedia.org/wiki/Accordo_s ... _germanici
L'accordo sui debiti esteri germanici, noto anche come accordo sul debito di Londra (in tedesco rispettivamente Abkommen über deutsche Auslandsschulden e Londoner Schuldenabkommen, in inglese Agreement on German External Debts e London Debt Agreement), è stato un trattato di parziale cancellazione del debito firmato a Londra il 27 febbraio 1953 tra la Repubblica Federale di Germania da una parte e Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia dall'altra.
I negoziati durarono dal 27 febbraio all'8 agosto 1953. Il trattato, ratificato il 24 agosto 1953, impegnava il governo della Repubblica federale di Germania sotto il cancelliere Konrad Adenauer a rimborsare i debiti esterni contratti dal governo tedesco tra il 1919 e il 1945 ed era accoppiato al concordato sul rimborso parziale dei debiti di guerra alle tre potenze occidentali occupanti. Furono prese in considerazione le esigenze di 70 Stati, 21 dei quali provenienti direttamente dai partecipanti ai negoziati e firmatari del contratto; i Paesi del blocco orientale non vennero coinvolti e le loro richieste furono ignorate.
In fase di negoziazione, il totale ammontava a 16 miliardi di marchi di debiti degli anni 1920 inadempiuti negli anni 1930, ma che la Germania decise di rimborsare per ristabilire la sua reputazione. Questa somma di denaro venne pagata ai governi e alle banche private di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Altri 16 miliardi di marchi erano rappresentati da prestiti del dopoguerra dagli Stati Uniti. Sotto la negoziazione di Hermann Josef Abs, la delegazione tedesca raggiunse un elevato livello di riduzione del debito: con l'accordo di Londra infatti l'importo da rimborsare fu ridotto del 50% a circa 15 miliardi di marchi e dilazionato in più di 30 anni, il che, rispetto alla rapida crescita dell'economia tedesca, ha avuto un minore impatto.
L'accordo contribuì in modo significativo alla crescita del secondo dopoguerra dell'economia tedesca e al riemergere della Germania come potenza mondiale economica e permise alla Germania di entrare in istituzioni economiche internazionali come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio.
L'accordo normava anche i debiti delle riparazioni della seconda guerra mondiale e questi furono messi in correlazione con la riunificazione tedesca (evento che nel 1953 sembrava lontano e non certo). Fu stabilito che i debiti sarebbero stati congelati fino alla riunificazione della Germania. Quando nel 1990 questo evento si verificò i suddetti debiti furono quasi del tutto cancellati, questo per permettere al nuovo stato di gestire una costosa e difficile riunificazione.[3] Del totale rimasero operative solo delle obbligazioni per un valore di 239,4 milioni di marchi tedeschi che furono pagati a rate. Il 3 ottobre 2010 la Germania terminò di rimborsare i debiti imposti dal trattato[4] con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro[5].
Dopo la fine della guerra fredda, tra il 1991 e il 1998 furono firmati degli accordi bilaterali di compensazione - simili a quelli degli anni '60 con i paesi occidentali - con la Polonia, la Russia, l'Ucraina, la Bielorussia, l'Estonia, la Lettonia e la Lituania.
Ecco come l’Europa cancellò il debito della Germania
Pubblicato da keynesblog il 10 marzo 2015 in Economia, Europa, Storia
https://keynesblog.com/2015/03/10/europ ... nia-grecia
Gli accordi sul debito di Londra (1953) dimostrano che i governi europei sanno come risolvere una crisi da debito coniugando giustizia e ripresa economica. Ecco quattro lezioni esemplari, utili nell’attuale crisi del debito greco.
Il 27 febbraio 1953 fu siglato a Londra un accordo che cancellava la metà del debito della Germania (all’epoca la Germania Ovest). 15 miliardi su un totale di 30 miliardi di Deutschmarks*.
Fra i paesi che accordarono la cancellazione c’erano gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia, assieme a Grecia, Spagna e Pakistan (paesi che sono oggi fra i più importanti debitori). L’accordo copriva anche il debito di privati e società. Dopo il 1953, altri paesi firmarono l’accordo per cancellare il debito tedesco: l’Egitto, l’Argentina, il Congo Belga (oggi Repubblica Democratica del Congo), la Cambogia, il Cameroun, la Nuova Guinea, la Federazione di Rodesia e il Nyasaland (oggi Malawi, Zambia e Zimbabwe). (1)
Il debito Tedesco risaliva a due periodi storici: gli anni precedenti la prima guerra mondiale e quelli immediatamente successivi alla seconda. Circa la metà derivava da prestiti che la Germania aveva contratto durante gli anni ’20 e i primi anni ’30 (prima dell’ascesa dei nazisti al potere), e che furono usati per pagare i danni di guerra imposti nel 1919 dal trattato di Versailles. Si trattava del lascito delle colossali riparazioni dei danni di guerra imposte al paese dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale.
L’altra metà del debito era legata alle spese di ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale.
Nel 1952, il debito della Germania detenuto da paesi esteri ammontava al 25% circa del reddito nazionale. Si tratta di un debito relativamente contenuto rispetto alle cifre di oggi: Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo hanno tutte un debito verso creditori esteri superiore all’80% del PIL. La Germania Ovest doveva affrontare enormi spese per la ricostruzione, ma le riserve di valuta estera erano scarse. La delegazione tedesca alla conferenza sostenne con successo la tesi che i rimborsi del debito sarebbero cresciuti vertiginosamente nell’immediato futuro, e che ciò avrebbe gravemente ostacolato la ricostruzione. In seguito all’annullamento del debito, la Germania Ovest visse un ‘miracolo economico’ trainato da una vasta opera di ricostruzione, e forti incrementi del reddito e delle esportazioni. Questa stabilità contribuì alla pace e alla prosperità in Europa.
I creditori della Germania Ovest erano ben disposti a stabilizzare il quadro politico ed economico del paese, per rafforzare un ‘bastione contro il comunismo’. Questo sottinteso politico spinse i creditori ad affrontare con un approccio illuminato la questione del debito; approccio purtroppo assente nelle crisi di debito degli ultimi trent’anni – America Latina e Africa (anni ’80 e anni ’90); estremo oriente (metà anni ’90); Russia e l’Argentina (alla soglia del millennio) e oggi l’Europa. In tutte queste crisi, la Germania si è trovata fra i creditori, com’è crudamente emerso nel corso della crisi europea del debito.
Oltre all’entità del debito cancellato, molti altri aspetti degli accordi sul debito di Londra furono di sicuro vantaggio per la Germania; i principî che li ispirarono potrebbero essere applicati al caso degli attuali paesi debitori.
1) Imposizione di limiti espliciti al rimborso del debito
Innanzitutto fu abilmente richiesto (e ottenuto) che il rimborso del debito della Germania Ovest procedesse solo in caso di eccedenza commerciale. In caso di deficit commerciale, non sarebbe stato effettuato nessun pagamento. In altre parole, il governo avrebbe rimborsato il debito unicamente con risorse effettivamente disponibili, invece di ricorrere a nuovi prestiti o utilizzando riserve di valuta estera. Questo meccanismo evitò una nuova recessione o una lunga stagnazione. Inoltre, nell’ipotesi di una bilancia commerciale in passivo, la Germania Ovest era autorizzata a limitare le importazioni.
Se i paesi creditori volevano recuperare i loro prestiti, erano quindi indotti ad importare merci dalla Germania. Il meccanismo che permise di procedere in questo senso fu la rivalutazione contro il marco delle divise dei paesi creditori: con un marco ‘debole’ le merci prodotte in Germania erano più convenienti sui mercati esteri. L’effetto fu una rapida crescita delle esportazioni tedesche, che permise al paese di ripagare il debito residuo. D’altra parte, i paesi creditori riorientarono di fatto le loro politiche economiche interne, spingendo verso maggiori importazioni (e quindi sostenendo i consumi), invece di costringere i debitori ad applicare politiche di austerità. [Quest’ultima è la via scelta dalla Germania attuale, che parallelamente insiste sul mercantilismo e deprime i consumi interni, n.d.t.]
Deficit, surplus e debito
Se un paese esporta più di quello che importa, ha un eccedenza commerciale (o surplus). Ciò comporta un reddito in eccesso, che non è speso in beni importati. Quest’eccesso servirà a riassorbire debito, oppure si trasformerà in credito verso altri paesi, che a loro volta s’indebiteranno.
Se un paese è in deficit commerciale, importa più di quanto esporta. È quindi costretto a contrarre dei debiti con altri paesi, o a mettere in vendita il suo patrimonio.
I debiti tra paesi sono insomma causati da (o causano a loro volta) deficit e surplus nelle bilance commerciali. Perché un paese possa essere in surplus, deve esisterne un altro con un deficit. Più le bilance commerciali sono in equilibrio, più stabile è l’economia mondiale.
Perché un debito possa essere rimborsato, i paesi debitori devono essere in surplus, e i paesi creditori devono trovarsi in deficit commerciale. È molto difficile per i paesi debitori raggiungere un eccedenza di bilancia commerciale, se i creditori non sono disposti ad accettare disavanzi.
Non è teoricamente possibile che tutti i paesi siano in surplus, a meno che il pianeta Terra non si metta a commerciare con un altro pianeta.
La bilancia commerciale della Germania Ovest fu ampiamente in attivo durante il periodo di rimborso del debito, e così la clausola limitativa non venne mai applicata. Ma la sua sola esistenza permise di ricostruire l’economia tedesca e sostenere le esportazioni, creando un potente incentivo ad acquistare merci provenienti dalla RFT, e permettendo la svalutazione del marco rispetto alle altre divise.
La competitività della Germania e la svalutazione del marco segnarono tutto il periodo del rimborso del debito, e finirono per vincolare gli altri paesi dell’Eurozona con la creazione dell’euro negli anni ’90. Negli anni ’50 e ’60, le eccedenze commerciali della Germania Ovest permisero il rimborso del debito; negli anni più recenti, hanno invece contribuito ad aumentare il debito di altri paesi, come la Grecia, l’Irlanda, la Spagna ed il Portogallo.
Grazie alla cancellazione del debito e alla riduzione dei tassi d’interesse, i pagamenti assorbiti dal rimborso costituivano il 2,9% delle esportazioni nel 1958 (il primo anno del risarcimento) e si ridussero con la crescita del surplus. A titolo di confronto, l’FMI e la Banca Mondiale considerano ‘sostenibili’ per i paesi più poveri rimborsi del debito dell’ordine del 15%-25% del valore delle esportazioni.
Nel 2015, l’FMI prevede che la Germania avrà un’eccedenza commerciale pari al 5,8% del PIL, quando invece potrebbe importare merci dai paesi creditori, per aiutarli ad uscire dalla crisi. [Il surplus commerciale tedesca ha violato ripetutamente i criteri della Macroeconomic Imbalance Procedures — MIP. Ma per ora le sanzioni non sono state applicate alla Germania, n.d.t.]
Inoltre, come prima ricordato, i rimborsi attuali del debito sono molto più elevati (in termini di percentuale rispetto al valore delle esportazioni) di quanto pagato dalla Germania Ovest al ritmo massimo dei pagamenti. Attualmente, i rimborsi del governo greco sono dell’ordine del 30% delle sue esportazioni (2).
Situazioni simili si presentano per i paesi più indebitati del sud del mondo: il Pakistan, le Filippine, El Salvador e la Jamaica spendono fra il 10% e il 20% per cento delle loro esportazioni per ripianare i loro debiti esteri (3). Questi valori non comprendono i rimborsi dei debiti privati.
2) Coinvolgimento di tutti i tipi di creditori
Tutti i creditori furono coinvolti nel programma di ristrutturazione, sia gli stati, sia i privati, ai quali furono applicati gli stessi criteri. Questo per limitare gli effetti dei contenziosi eventualmente aperti dai privati per disparità di trattamento.
Ben diverso è stato l’approccio delle ristrutturazioni del debito più recenti. Il programma di normalizzazione del debito dei paesi poveri (Heavily Indebted Poor Countries initiative, HIPC), che ha cancellato 130 miliardi di dollari di debiti a 35 paesi fra i più poveri del mondo (anni 2000), ha riguardato unicamente i debiti verso istituzioni internazionali o paesi terzi. I soggetti privati non sono stati coinvolti nell’accordo. Di conseguenza, paesi fra i più poveri al mondo, come Sierra Leone, Zambia, Repubblica Democratica del Congo, sono stati citati in giudizio presso tibunali occidentali dai ‘Vulture funds’ (fondi speculativi ‘avvoltoio’), per montanti colossali, che non sono in grado di rimborsare.
Alla fine del 2001, l’Argentina si dichiarò insolvente sul proprio debtio, semplicemente perché era troppo elevato da rimborsare. Molti dei creditori privati sottoscrissero un nuovo accordo, che prevedeva uno sconto del 70% sul debito nominale. Alcuni creditori, fra i quali ‘fondi avvoltoio’ che avevano riacquistato parti del debito nel pieno della crisi, e a condizioni molto convenienti, esigono oggi -in sede legale- il rimborso totale del debito all’Argentina, oggi non più insolvente.
Nel giugno 2014, la corte suprema USA confermò il giudizio del tribunale di New York in favore di due fondi speculativi (NML Capital e Aurelius Capital) che esigevano 1,3 miliardi di dollari di debiti contratti dall’Argentina durante la crisi del 2001. Il giudizio stabiliva che l’Argentina avrebbe dovuto dapprima rimborsare i debiti verso i due fondi prima di procedere a qualsiasi altro indennizzo. Il rifiuto di ottemperare dell’Argentina comportò un nuovo default sul debito e a uno stallo che dura ancora oggi.
In Grecia sono avvenute nel 2011 due ristrutturazioni, che hanno portato ad una riduzione del debito nominale di più del 50% per 9 creditori privati su 10. Malgrado questa ‘riduzione’ il valore del capitale da recuperare restava comunque superiore al prezzo di vendita dei diritti creditorî sul mercato. E i creditori insittetero perché il nuovo debito fosse sottoposto – nella maggior parte dei casi – al diritto britannico. Con limiti evidenti sul controllo futuro del proprio debito da parte del governo greco.
Per di più, i creditori che detenevano il ‘vecchio’ debito sotto legislazione non greca (britannica o elvetica) sono rimasti fuori dall’accordo, e sono attualmente in grado di esigere il pagamento completo della somma originaria, più del doppio dei creditori ‘ristrutturati’. Molti di questi debiti sono detenuti da fondi speculativi che hanno comprato il debito a prezzi stracciati, e che stanno quindi speculando, con vasti profitti, a danno del popolo greco. Inoltre, i prestiti accordati alla Grecia per ricoprire il suo debito negli ultimi due anni lo hanno di fatto trasferito da creditori privati verso soggetti istituzionali, l’FMI e i governi dell’UE. Questa parte non ha subito alcuna riduzione, e quindi il debito detenuto da creditori esteri è oggi ben al di là del 100% del PIL.
3) Applicare la ristrutturazione a tutti i debiti, non solo quelli verso i governi.
Gli accordi sul debito di Londra furono applicati a tutti i debiti contratti dalla Germania Ovest: verso privati, governi e società estere. Comprendeva quindi i debiti dei privati e delle società tedeschi, oltre al debito pubblico.
La maggior parte della crisi del debito odierna è scaturita da debiti inizialmente a carico di società private, soprattutto banche. Per esempio, i prestiti contratti dal settore privato in Irlanda hanno spinto nel 2007 il debito totale del paese al 1000% del PIL. Il governo irlandese, invece, ha potuto approfittare di un avanzo di bilancio in quegli stessi anni, e il suo debito totale (detenuto sia da risparmiatori irlandesi, sia da creditori esteri) era ‘appena’ l’11% del PIL nel 2007. Perché un’economia esca dalla stagnazione causata da debito eccessivo, devono essere ristrutturati tanto il debito detenuto dai privati quanto quello detenuto dai governi.
4) Negoziati piuttosto che sanzioni
Se la Germania Ovest non avesse voluto, o non fosse stata in grado di rimborsare il debito, l’accordo prevedeva consultazioni fra il debitore e i creditori, sotto la supervisione di un organismo internazionale terzo. Un approccio del tutto diverso da quello che ha ispirato i ‘negoziati’ più recenti sul debito, nei quali i governi e le istituzioni creditrici (il Club di Parigi, l’FMI, la BCE) hanno imposto i termini dell’accordo ai paesi debitori, obbligandoli a instaurare politiche di austerità e liberalizzazioni sui mercati. Come ci si poteva aspettare, la Germania Ovest non ebbe ulteriori problemi di debito, e anche questa clausola non venne mai applicata.
Il caso Grecia: spezzare le catene
Ispirandosi all’antica idea del Giubileo, in occasione del quale i debiti erano annullati, gli schiavi erano liberati, e la terra ridistribuita, la Jubilee Debt Campaign lancia un appello per un nuovo ‘Giubileo del debito’ per risolvere l’attuale crisi economica globale. Quest’iniziativa costituirebbe il quadro per rompere l’attuale spirale della crisi debitoria e bancaria in Europa, e alleggerire il fardello perpetuo che grava sui paesi del sud del mondo.
In altre parole:
– Cancellare i debiti ingiusti dei paesi più indebitati;
– Promuovere una tassazione giusta e progressiva, piuttosto che ricorrere a nuovi prestiti;
– Uscire dalla logica di nuovi prestiti che spingono i paesi poveri nella voragine del debito
La Grecia è indiscutibilmente fra i paesi che più hanno bisogno di una cancellazione del debito. Dopo più di quattro anni di austerità, il debito greco è salito dal 133% al 174% del PIL. Il salario minimo è caduto del 25%, la disoccupazione giovanile è oltre il 50%. E più del 20% della popolazione è sotto la soglia di povertà. È necessario che i creditori di Atene capiscano la lezione dell’accordo sul debito tedesco del 1953, e spezzino le catene del debito che attanagliano oggi la Grecia.
Traduzione: Faber Fabbris
Fonte: jubileedebt.org.uk
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Note
* La cancellazione del debito riguardò la Germania Ovest, che aveva ereditato la totalità del debito tedesco verso i paesi occidentali dopo la seconda guerra mondiale. Si trattò quindi dell’annullamento del debito della Germania pre-bellica, anche se le trattative furono fatte con la sola Germania Ovest.
1. Questa, e molte altre informazioni utilizzate nell’articolo, sono tratte da: Kaiser, J. (2003). Debts are not destiny! On the fiftieth anniversary of the London Debt Agreement. Erlassjahr.de (Jubilee Germany), ed altri due testi da Erlassjahr.de : Double standards applied e About the London Debt Accord for Germany, 1953.
2. IMF, World Economic Outlook database.
3. World Bank, World Development Indicators database.
Tutta la storia dei debiti di guerra della Germania che Tsipras vuole indietro
Giovanni Drogo
https://www.nextquotidiano.it/perche-la ... lla-grecia
Alexis Tsipras nei giorni scorsi ha ripetuto un concetto che ha spesso utilizzato durante la campagna elettorale che ha dato a Syriza la vittoria alle elezioni politiche in Grecia. Il discorso di Tsipras è molto semplice e segue la linea di attacchi provocatori ai tedeschi tracciata dal ministro delle Finanze Yanis Varoufakis che la settimana scorsa aveva detto “La Germania sa bene che cosa può succedere quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel: questa nazione prima o poi fermenta” con un chiaro riferimento a quanto successo in Germania dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Secondo Tsipras invece la Grecia può e deve chiedere alla Germania il risarcimento dei danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale da parte della Germania Nazista.
IL DOSSIER SUL DEBITO DELLA GERMANIA
Non è la prima volta che la Grecia tira fuori la questione delle riparazioni dei danni di guerra non pagati dalla Germania.
Già nel 2013 il Governo greco all’epoca presieduto da Antonis Samaras aveva avanzato una richiesta di risarcimento alla Germania sulla base delle conclusioni di un rapporto redatto da una commissione di esperti su richiesta del Ministro delle Finanze. Secondo quel rapporto l’ammontare della cifra che la Germania non ha pagato e che quindi ancora spetta al popolo greco è di circa 162 miliardi di euro, pari all’80% del PIL greco e a metà del debito pubblico. L’atteggiamento della Grecia però, pur con alcuni fondamenti storici non ha molti appigli legali se andiamo a ripercorrere la storia degli accordi tra la Germania e i paesi vincitori della Seconda Guerra Mondiale.
Chi detiene il debito pubblico della Grecia (Corriere della Sera, 5 gennaio 2015)
CHE FINE HANNO FATTO I DEBITI DI GUERRA TEDESCHI
Per Tsipras la richiesta è un “obbligo morale” che i greci di oggi hanno nei confronti di tutti coloro che hanno dato la loro vita per sconfiggere il Terzo Reich e libera la Grecia e l’Europa dalla dominazione nazista. Il riferimento storico è al “prestito” di 476 milioni di Reichsmark (circa 11 miliardi di euro attuali) che la Banca centrale greca fu costretta a versare nelle casse del Reich in seguito all’occupazione nazifascista e, naturalmente, alle riparazioni di guerra per i danni subiti durante i quattro anni di occupazione tedesca dall’aprile 1941 fino all’ottobre 1944. Il prestito che i greci furono costretti a concedere al Reich servì per ripagare i costi dell’occupazione nazista della Grecia (in pratica il popolo greco pagò di tasca sua l’invasione della propria nazione) e non venne mai restituito. Dopo la fine della guerra con la
Conferenza di Pace di Parigi
la Germania fu costretta a versare alla Grecia una compensazione sia in termini monetari sia in termini di trasferimento di mezzi e materiali industriali. Con la successiva firma dei Trattati di Parigi nel 1947 la Grecia ottenne un risarcimento in denaro da parte delle altre potenze dell’Asse (in particolare Italia e Bulgaria). Dopo un accordo siglato nel 1960 la Germania versò alla Grecia 115 milioni di marchi come ulteriore compensazione per le vittime dell’occupazione nazista. Ma il problema principale, per Alexis Tsipras, è quanto stabilito nel 1953 alla conferenza di Londra per la riduzione dei debiti contratti dalla Germania tra il 1919 e il 1945. Alla conferenza presero parte la Germania Ovest e tutte le potenze occidentali che vantavano un credito nei confronti dei tedeschi. Come risultato delle trattative venne deciso di ridurre del 50% i debiti di guerra (dilazionati in trent’anni) della Germania derivanti dal trattato di Versailles. Per quanto riguarda i debiti contratti in seguito alla sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale venne stabilito che sarebbero stati congelati fino alla (ipotesi remota all’epoca) riunificazione della Germania. Quando la riunificazione accadde davvero, nel 1990 quindi il debito venne quasi completamente estinto. A sancire la conclusione dei contenziosi tra la Germania unificata e le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale venne firmato il “trattato 2 + 4”
ovvero il Trattato sulla risoluzione dei contenziosi con la Germania. Questo accordo venne firmato dalle quattro potenze occupanti (Unione Sovietica, USA, Regno Unito e Francia) e le due Germania (DDR e Repubblica Federale). Ed è proprio a questo documento (approvato all’epoca anche dalla Grecia) che ha fatto riferimento il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel dicendo che le probabilità che la Germania possa ripagare i debiti di guerra alla Grecia sono “pari a zero”.
CHE POSSIBILITÀ CI SONO?
Le possibilità che la Germania finisca di ripagare i danni di guerra alla Grecia sono davvero pari a zero? La risposta è sì. Con il pagamento dell’ultima tranche del 1960 e il trattato del 1990 la Germania ha finito di pagare i debiti che aveva con la Grecia in seguito all’occupazione nazista. Per questo motivo il discorso di Tsipras sui debiti di guerra da risarcire assume un senso più politico che economico. Resta in piedi solo il prestito forzato da 11 miliardi di euro che la Grecia ha dovuto concedere alla Germania. Come ha fatto notare qualche tempo fa. Se il prestito venisse considerato un danno di guerra (ad esempio se venisse dimostrato che il denaro venne sostanzialmente rubato dai nazisti) allora non dovrebbe essere ripagato, perché appunto la questione si è conclusa con il trattato del 1990. Se invece venisse considerato un prestito allora ci sarebbe qualche appiglio legale per pretenderne la restituzione. Ma converrebbe alla Grecia? Immaginando che si tratti di un prestito a interessi zero la cifra da restituire sarebbe intorno agli 11 miliardi di euro (con un tasso d’interesse del 3% su 70 siamo invece intorno ai 95 miliardi). Incassare quel denaro non cambierebbe di molto la situazione del debito greco ma creerebbe invece un pericoloso precedente perché i prestiti forzati era una prassi consolidata durante la dominazione nazista dell’Europa. Alexis Tsipras ha ragione a ricordare che c’è stato un periodo in cui tutti abbiamo pagato per i danni che la Germania ha causato all’Europa, ed è un buon argomento per far capire che come in passato è stata aiutata la Germania a rialzarsi ora è tempo di aiutare la Grecia a farlo. Ma non ha senso pensare che i tedeschi di oggi possano essere ritenuti responsabili di quanto fatto dai tedeschi di sett’anni fa.
Debiti di guerra: ecco perché la Germania non deve nulla alla Grecia
Ubaldo Villani Lubelli
https://berlinocacioepepemagazine.com/2 ... lla-grecia
Secondo il governo greco i tedeschi devono alla Grecia 278,7 miliardi di Euro per l’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale. Una cifra enorme che è ben superiore a quella che Atene deve all’Unione Europea, alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario internazionale (240 miliardi circa). Si tratta di una duplice richiesta che riguarda i risarcimenti per le vittime di guerra e un rimborso per il prestito forzoso che la Grecia dovette pagare durante l’occupazione nazista nel 1942-1944, ovvero 476 milioni di marchi. Quest’ultima cifra è, tuttavia, difficile da calcolare con la moneta di oggi, si attesterebbe in ogni caso intorno a 8-11 milioni di euro, compresi gli interessi.
Il calcolo è stato fatto dal Ministero delle finanze greco, presieduto Dimitri Mardas, secondo cui la drammatica condizione debitoria della Grecia è in larga parte dovuta ai mancati pagamenti da parte della Germania. Insomma, è chiaro che si tratta di una proposta provocatoria che vuole essere un’accusa alla gestione tedesca della crisi dell’euro.
Secondo il governo tedesco la questione è molto semplice. La richiesta di riparazione non ha alcun valore in quanto la Germania già negli anni 60 ha stipulato accordi con dodici paesi occidentali e la questione risulta chiusa. Proprio in quell’occasione la Repubblica Federale Tedesca ha pagato alla Grecia ben 115 milioni di marchi tedeschi (il cui valore di allora era molto superiore ai marchi tedeschi durante la guerra). Inoltre, con la riunificazione tedesca del 1990 e con il raggiungimento della piena sovranità da parte della Germania la questione dei risarcimenti di guerra è definitivamente chiusa. Tuttavia, per gli stessi storici tedeschi la questione è tecnicamente controversa. Ma se le questioni storico-giuridiche sono controverse, c’è chi, anche nella stessa Germania, rimanda ad un doveroso risarcimento morale. Una famiglia tedesca ha affermato di pagare circa 800 euro alla Grecia come parte del proprio risarcimento.
Ma è vero che la Germania deve qualcosa alla Grecia? In realtà, la richiesta greca sembra più un capriccio. Primo, perché richiedere 70 anni dopo un risarcimento di guerra è ridicolo, secondo, perché i greci collegano tale richiesta alla crisi dell’Euro sfuggendo, come al solito, dalle proprie responsabilità per la condizione attuale della Grecia, come se le cause siano esclusivamente esterne.
La Germania non deve nulla alla Grecia per due valide ragioni storico-politiche:
1) Nessun Paese ha fatto i conti con il proprio passato nazista quanto la Germania. Paesi come l’Italia e la Spagna non l’hanno fatto così come lo hanno fatto i tedeschi nel corso del lungo dopoguerra. Ancora oggi la condanna del nazismo e il ricordo delle vittime in Germania è tale da essere quasi un’ossessione. Basti pensare che il riferimento ai crimini del nazismo c’è addirittura nella Costituzione tedesca!
2) Il problema del risarcimento dei danni di guerra è strettamente collegato con la famosa conferenza di Londra del 1953 in cui, diversamente da come spesso si legge, non fu cancellato il debito tedesco. Il negoziato prese in considerazione non solo i debiti della seconda guerra mondiale ma anche quelli della prima (Grande Guerra). Si stabilì che la somma complessiva era di 23 miliardi di dollari, ma fu applicato uno sconto del 50 per cento e diluito in trent’anni. Tali concessioni contribuirono alla ripresa dell’economia tedesca. Il motivo del “taglio” fu dovuto prima di tutto all’esperienza della prima guerra mondiale, infatti, il Trattato di Versailles e la clausola di colpevolezza (e i conseguenti enormi danni che la Germania dovette pagare) furono all’origine dell’ascesa del Nazismo. In altre parole, gli Stati Uniti si resero conto che la Germania, per la sua posizione geografica, per la sua forza economica e per la sua vastità territoriale, era un tassello indispensabile nello schieramento occidentale ed invece di chiedere denaro (come fecero dopo la prima guerra mondiale) avviarono il Piano Marshall. L’accordo del 1953 non fu firmato solo dalle tre potenze occidentali (USA, Francia e Gran Bretagna), ma anche da tutti i Paesi che erano stati occupati dai tedeschi durante la guerra, tra cui anche dalla Grecia.