Polemica elettorale sui diritti e i doveri verso i cittadini e i migranti, sul vangelo e sulla costituzione italiana.Salvini con il rosario, il richiamo dell’arcivescovo di Milano Delpini: «Nei comizi si parli di politica»26 febbraio 2018
http://milano.corriere.it/notizie/polit ... 6da8.shtmlLa critica di monsignor Mario Delpini all’esibizione di simboli religiosi da parte del segretario della Lega sabato in piazza Duomo. La replica: «Io faccio quello che penso, quello che sento, quello che credo, sarò ben contento di confrontarmi con lui»
Il segretario della Lega Matteo Salvini con il rosario in mano sabato in piazza Duomo e, a destra, l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini Il segretario della Lega Matteo Salvini con il rosario in mano sabato in piazza Duomo e, a destra, l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini
L’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini ha criticato l’esposizione di simboli religiosi nel comizio di sabato del segretario del Carroccio Matteo Salvini. «Nei comizi si parli di politica»: così si è espresso monsignor Delpini, dopo il «giuramento» del leader della Lega con il rosario in mano. Matteo Salvini, chiudendo il comizio in piazza Duomo, fingendo di essere nominato premier ha inscenato un giuramento sul Vangelo e con in mano un rosario: «Giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo - ha detto tra l’altro il segretario della Lega - rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo».
La replica
Quando gli è stato riferito il «richiamo» dell’arcivescovo, Salvini ha commentato: «Io faccio quello che penso, quello che sento, quello che credo. Penso che l’Italia abbia voglia di tranquillità, di sicurezza, di lavoro, di immigrazione controllata e tutto questo si fonda su radici cristiane che sono innegabili». «Abbiamo espresso un’idea di Italia chiara - ha aggiunto Salvini - che si basa sulla solidarietà, sul rispetto ma sulle regole, sui controlli, sulla dignità del lavoro e su radici cristiane che qualcuno ha negato sia in Italia che in Europa, poi sarò ben contento di confrontarmi anche con l’arcivescovo».
Matteo Salvini: giurando su Vangelo e Costituzione, si è fregato da soloPaolo Farinella
27 febbraio 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... lo/4190177 Sinceramente non mi aspettavo che Matteo Salvini rispolverasse l’antico giuramento di Pontida rubando anche quello, oltre che la Lega, a Umberto Bossi, ormai rimasto a mani nude. Da Pontida a Milano. Là la cornice fu un’abbazia attorno ad un vescovo-abate, tutti decisi a lottare per la propria indipendenza, qui lo scenario è la piazza di Milano con il Duomo chiuso al nuovo leghista, che giura con il Rosario, il Vangelo e la Costituzione. L’arcivescovo di Milano gli ha ricordato di occuparsi delle cose sue e di non scherzare coi santi perché rischia di bruciarsi.
La sceneggiata è stata studiata a tavolino perché in un colpo solo espone tre simbologie. Il Rosario richiama la Battaglia di Lepanto del 1571, nella quale le armate «cristiane», coalizzate in «Lega Santa», sconfissero quelle musulmane, giunte alle porte di Vienna. Da allora nella Chiesa cattolica il mese di ottobre è dedicato a Maria, «Madonna del Rosario». Il vangelo è un richiamo a tutte le frange estremiste del cattolicesimo fondamentalista che si oppone a Papa Francesco e invoca in ogni occasione lo «spirito di Lepanto» per espellere dal sacro suolo d’Italia e d’Europa gli immigrati e i miscredenti musulmani perché l’unica religione deve essere quella cattolica in salsa leghista. Matteo Salvini non è nuovo a queste sceneggiate fuori luogo: a ogni Natale gira per le strade con un presepio in mano, dimenticandosi il senso di quello che rappresenta.
Salvini impugna il Vangelo e giura da premier
La Costituzione italiana è una novità, che ha solo uno scopo diretto: accreditarsi come democratico «moderato» (anche lui, come Berlusconi: ma se loro sono «moderati, io sono una pasta frolla). In un gesto solo, Matteo Salvini è stato capace di fare tre atti blasfemi, calpestando ogni valore religioso e di civiltà, se mai ve ne fosse stato bisogno. Peccato che nessuno sia intervenuto per un ricovero coatto, perché con la serietà ha perso anche il senso di vergogna. Queste le sue parole:
«Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, a 60 milioni di italiani, di servirlo con onestà e coraggio, giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo. Io lo giuro, giurate insieme a me? Grazie, andiamo a governare e a riprenderci questo Paese».
Si dichiara fedele «prima» al suo popolo e solo dopo a 60 milioni d’italiani, e lo dice avendo in mano il libretto della Costituzione! A queste parole quei libretti avrebbero dovuto bruciargli le mani e schizzare via come razzi perché sono il codice del contrario di quello che il matteuccio leghista, razzista, xenofobo, incitatore di paure, uomo piccino che per stare a galla e rimediare uno stipendio senza lavoro, semina non esitando a rimestare nel marcio e nel becero senza preoccuparsi nemmeno della sua ignoranza storica, culturale e religiosa.
Noticina storica per un veloce ripasso. Il 7 aprile 1167, secondo la tradizione, nell’abbazia di Pontida, nel bergamasco, vi fu un giuramento di cinque comuni italiani lombardi contro Federico il Barbarossa, legittimo imperatore del Sacro Romano Impero. Fu l’inizio di un lungo processo che porterà all’unità d’Italia- 820 anni dopo, Umberto Bossi si appropriò del ricordo storico e assunse la figura di Alberto da Giussano come simbolo della Lega-Nord con in programma solo la secessione del Lombardo-Veneto. Si fece anche una religione d’occasione, adorante il «dio Po», con pellegrinaggio-gita una volta l’anno al «Pian del Re» sul Monviso: ampolla, un sorso e via in trattoria a mangiare polenta e salsiccia. Peccato che Alberto da Giussano non sia mai esistito, ma se bisogna fare riferimento storico a qualcuno, occorre scomodare un certo «Guido di Landriano» (Paolo Grillo, Legnano 1176. Una battaglia per la libertà, Laterza, 2010).
Salvini stia attento a giurare perché nel vangelo che aveva in mano – era Vangelo? – c’è scritto:
«Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, né per la terra… Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno» (Mt 5,34-37).
Matteo avvisato, Salvini mezzo salvato. Riguardo poi al tema che è l’unico della predicazione del Matteo leghista, cioè l’immigrazione e quindi gli stranieri, in quello stesso vangelo è pure scritto:
«“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo [fatto tutto questo?]”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”» (Mt 25, 35-40).
Salvini Matteo ha giurato pubblicamente di osservare «gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo. Io lo giuro, giurate insieme a me? Grazie». Si è fregato da solo perché non può fare finta che sia stato un gioco, perché qui si misura la sua dignità o indegnità. Se non rispetta l’accoglienza dello straniero, dandogli assistenza per la vita e non per la sopravvivenza, è uno spergiuro. Anche la Costituzione lo inchioda a rinnegare tutto quello che ha predicato con arroganza in questi anni, in questi giorni, in questa campagna elettorale. Sono sufficienti pochi cenni di ripasso, per rinfrescare la memoria a chi sembra giocare con documenti solenni più grandi di lui e dei suoi:
Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3 comma 1).
Art. 8. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 10. L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.
Pensando al Salvini di turno di ogni tempo, la Costituzione, si premura di scrivere all’art. 117 che «La potestà legislativa è esercitata dallo Stato… nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali». Ecco alcuni pro-memoria utili a Salvini e a chi è come lui.
Dalla Dichiarazione dei diritti umani dell’Onu del 1948:
Art. 13. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese.
Art. 14. Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Art. 18. Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell’insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell’osservanza dei riti.
Salvini forse non sa che giurando sul Vangelo (col rosario per buon peso) e con la Costituzione in mano ha giurato su tutti questi impegni e doveri. In materia d’immigrazione l’Italia non può fare quello che vuole, ma deve rispettare la Legge e i Patti internazionali.
Ora Salvini deve rispettare il suo giuramento e riconoscere il dovere, anzi l’obbligo per l’Italia, a fare l’accoglienza in forza dei Trattati e o Convenzioni Internazionali, firmati e accolti nel proprio ordinamento. Essi sono: la «Dichiarazione Universale dei Diritti Umani» (ONU – Parigi, 10-12-1948); la «Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali» (Onu, 1966, in vigore dal 3-1-1976), il «Patto internazionale sui diritti civili e politici» (Onu, 1966, in vigore, 23-31976), la «Costituzione Europea» (Nizza, 7-12-2000).
Mi aspetto da Matteo Salvini, se è uomo d’onore, che vada in Tv, dove per altro è di casa, e inviti i suoi a non votare per la Lega e la sua congrèga perché in tutta la campagna elettorale ha sbagliato bersaglio e ha fatto confusione. È meglio che si prenda un lungo periodo di vacanza (tanto paghiamo noi) e si riposi, leggendo la Costituzione e per svago il Vangelo secondo Matteo, quello vero, non quello finto.
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Migranti, Salvini zittisce la Cei: "C'è chi vuole che giuri sul Corano"Andrea Indini - Mer, 28/02/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 99442.html Durissimo scontro con la Cei. Galantino: "Sui migranti sciacallaggio per avere quattro voti in più". Salvini: "E Renzi, Boldrini, Bonino che fanno comizi in chiesa?"
Adesso è scontro aperto. I primi a levare le critiche contro Matteo Salvini sono stati alcuni vescovi, alla spicciolata.
L'hanno attaccato perché sabato scorso aveva esibito alla manifestazione di Milano il Vangelo e il rosario. Poi è stata la volta del segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, che seppur senza far nomi se l'è presa con chi fa sciacallaggio sui migranti "per quattro voti in più". La stessa chiesa che, però, poi chiude un occhio quando dai pulpiti delle chiese Laura Boldrini e Emma Bonino arringano i fedeli invitandoli a votare la sinistra. "Se qualcuno preferisce impegnarsi sul Corano o su altro - replica il leghista - io vado orgoglioso di una tradizione che qualcuno ha negato in Europa".
Tutta colpa del giuramento. Un giuramento (cristiano) che monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara conosciuto come "il vescovo dei profughi" per il suo impegno in favore degli immigrati durante il mandato alla fondazione Migrantes, non ha fatto preso bene. "Qui ci ritroviamo di fronte a un leader che in maniera contraddittoria si presenta col Vangelo e col rosario - ha detto a Repubblica - e dall'altro lato predica la non accoglienza e il rifiuto dell'altro: ieri il meridionale, oggi lo straniero". Non è stato certo più tenero Galantino. Accogliendo i 114 profughi, fatti arrivare a Roma dal Corno d'Africa con il primo corridoio umanitario istituito dal Viminale, non ha perso l'occasione per entrare a gamba tesa in una campagna elettorale già di per sé tesa. "Dopo che avrete raccattato quei quattro voti in più, andate un po' in giro per l'Italia e guardate negli occhi questi bambini - ha detto il capo dei vescovi - poi dite se continuerete ancora a speculare sulla storia drammatica di queste persone".
Da sempre non corre buon sangue tra Salvini e i vertici della Chiesa. Eppure il leader leghista difende da sempre le tradizioni cristiane del Paese. Sabato scorso, per esempio, ha chiuso la manifestazione in piazza Duomo mostrando una copia della Costituzione italiana e del Vangelo: "Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani e di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti nella Costituzione e nel sacro Vangelo. Io lo giuro, lo giurate con me? Andiamo a governare, riprendiamoci il Paese". Il giuramento, però, non è piaciuto in Vaticano. Ma ai vescovi inorriditi il segretario del Carroccio ha fatto notare che da nessuna parte, nei quattro Vangeli, c'è scritto che bisogna accogliere tutti. "Nella mia Italia l'immigrazione ha delle regole, dei numeri, dei limiti - ha spiegato - con 5 milioni di italiani in povertà il 'prossimo mio' è a Milano, Napoli, Torino, Roma...". E a Galantino, che gli ha dato dello "sciacallo", ha ricordato i comizi di Renzi, Boldrini e Bonino nelle chiese. "Mi spiace se qualcuno si è offeso ma ho fatto un gesto col cuore...".
Ma Salvini ha mai letto il Vangelo?di Antonio Gurrado
2018/02/26
https://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca ... elo-180921 Ci ho messo un paio di giorni a riavermi dalla sorpresa che l’alleanza fra trono e altare, vilipesa e distrutta da giacobini e sanculotti con la rivoluzione francese, fosse stata riportata in auge da quel particolare tipo di giacobino e di sanculotto che è Matteo Salvini. Se il suo intento era dire che intende contrastare la jihad arroccandosi sui valori giudeocristiani, be’, allora ha avuto più senso sventolare il rosario: com’è noto, si tratta di una forma di devozione popolare non del tutto istituita (lo stesso Ratzinger ammetteva di annoiarsi dopo averne pregato tutt’al più una posta) che venne regolamentata da papa Pio V dopo la vittoria sui turchi a Lepanto, a mo’ di ringraziamento per avere fatta salva la civiltà occidentale. Non a caso nella ricorrenza della battaglia, 7 ottobre, si suole celebrare Nostra Signora del Rosario così come Nostra Signora della Vittoria.
Ma il Vangelo? Salvini ha giurato di governare rispettando gli insegnamenti che vi sono contenuti, e io sarei quasi tentato di sperare che vinca per vedere come farà poi a conciliare la flat tax con la storia del sicomoro fatto seccare da Gesù perché non portava fichi mentre non era la stagione dei fichi; o il vincolo di mandato con la storia della mandria di porci che pascolava serena nel paese dei Geraseni fino a che Gesù non vi cacciò dentro una legione di demoni, costringendoli a gettarsi ipso facto da una rupe.
Da un giuramento così coraggioso sorge il sospetto che Salvini non l’abbia letto tutto e bene, il Vangelo. Né sono messi meglio quelli che sono corsi a stracciarsi le vesti per protestare che gli insegnamenti del Vangelo sono del tutto contrari al programma sovranista, quasi si trattasse invece di un prontuario di boldrinismo teologico. In realtà il Vangelo è un testo duro e scabro in cui è scritto che nessuno è buono, in cui si dà dello stolto allo stolto e si minacciano macine al collo e spade al posto della pace. È un libro talmente poco incline all’ipocrisia e al compromesso da implicare che, se qualcuno vuole governare seguendone gli insegnamenti, non solo non deve candidarsi con la Lega. Non deve proprio candidarsi in Italia.
Alberto PentoRicordo a Paolo Farinella prete genovese che:
la costituzione italiana e i vangeli vanno letti e interpretati con il buon senso e la ragionevolezza, diversamente se letti e interpretati con superficialità, ceca fede, decontestualizzati e non ragionati, senza contemperare tra i valori e i diversi doveri e diritti, da "potenziali fonti di bene" si trasformerebbero in fonti fanatiche di odio (come l'antisemitismo), di malvagità e assurdità disumane e tragiche come (il disprezzo per la vita, per la famiglia, per i figli, per il lavoro, per la proprietà; la castrazione reale o la castità e il celibato con le sue derive pedofile e depravate); l'imperialismo del missionarismo evangelico; l'esaltata ricerca del martirio, la caccia alle streghe, la persecuzione degli eretici, il disordine sociale e politico, l'impoverimento economico generale della comunità, il caos demenziale del millenarismo e del miracolismo).
La costituzione italiana non dice di trascurare i bisogni, la salute e la sicurezza dei cittadini; di maltrattare, di derubare i propri concittadini; di violare i loro diritti umani civili e politici come la sovranità democratica e la libertà o di sprecare le loro risorse economiche e finanziarie e i loro beni pubblici come la cittadinanza, il territorio, le tradizioni, il welfar, consumandoli senza criterio, regalandoli, sperperandoli, scialacquandoli, ridistribuendoli in rendite immeritate, privilegi assurdi, ladrocini criminali, aperture a invasioni di chichessia dal mondo; di mettere a rischio la loro vita, il loro futuro, i loro beni personali.
Le convenzioni internazionali sui rifugiati politici e sull'aiuto umanitario non dicono affatto che si debba accogliere comunque e chiunque senza criterio e senza tener conto delle possibilità economiche, demografiche, sociali che ogni paese ha di accogliere e ospitare; tanto meno di accogliere chi non è documentato, chi non si fa certificare, chi non ha rispetto e che può fare del male.
Per quanto riguarda la libertà religiosa si fa presente a questo prete che l'Islam non è solo un culto chiesastico o da moschea ma una ideologia e una pratica politica e giuridica totalitaria e criminale, che viola i diritti umani universali e che pertanto dovrebbe essere bandita come prescritto dalle costituzioni europea e italiana e dalle altre leggi vigenti.