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FATTI E MISFATTI DI IDRAULICA LAGUNAREhttps://drive.google.com/file/d/0B_VoBn ... Vud0U/edit Nel 452 d.c., un anno dopo la sconfitta subita ai campi catalauni a opera di Ezio e dei suoi eserciti, Attila, alla testa degli unni e di altre popolazioni barbariche sue alleate, rientrò in italia dalle alpi giulie, invadendo il Friuli e riversandosi sulla pianura veneta. Nella sua travolgente avanzata verso occidente, il grande condottiero cinse d’assedio Aquileia, espugnandola, e occupò una dopo l’altra padova, Vicenza, Verona, Brescia e Bergamo.
Molti dei fuggiaschi di fronte alle orde guidate da Attila cercarono rifugio nelle paludi e negli acquitrini dell’area costiera, con il cui ambiente quelle popolazioni barbariche non avevano grande familiarità.
Forse più secondo la leggenda che la storia, fu con l’arrivo di queste genti, in parte rimaste anche dopo il superamento dell’invasione, che si svilupparono nuovi insediamenti all’interno della laguna di Venezia, dove peraltro già in epoca romana (roman o veneto-romana?)erano presenti nella parte settentrionale centri di un qualche rilievo, come Ammiana, Altino e Torcello.
Circa un secolo più tardi, gli insediamenti lagunari ricevettero ulteriore impulso per l’arrivo di altri profughi, alcuni molto facoltosi, provenienti ancora dalle città della terra ferma investite questa volta dai longobardi di Alboino, che avevano invaso l’Italia entrando sempre dal Friuli ma attraverso la valle del Vipacco.
Ebbero così inizio le complesse vicende che nei secoli successivi dovevano portare alla nascita della città di Venezia e legare in modo indissolubile il destino della laguna a quello degli uomini che in essa avevano scelto di vivere a partire dal X secolo, a misura che l’importanza economica e militare dei centri lagunari andava crescendo, dapprima con timidi interventi, poi con opere sempre più incisive, l’uomo, spinto dalla necessità di dare risposta a problemi contingenti, ha tentato di infuire sull’evoluzione della laguna, sovrapponendo la propria azione a quella dei processi naturali, senza peraltro poter mai valutare le modicazioni prodotte sul regime idraulico della laguna dai suoi provvedimenti e prevedere le conseguenze che essi avrebbero avuto sul medio e sul lungo periodo.
Si può dire che questa sia stata una costante dell’azione dell’uomo e non solo in tempi in cui mancavano le capacità tecnico-scientiche per formulare una qualche previsione sugli effetti degli interventi di volta in volta attuati, ma anche in epoche, come è la nostra, in cui le conoscenze fisiche e biologiche dell’ambiente lagunare si sono molto approfondite e un approccio sistemico ai problemi sarebbe una possibilità concreta. L’opera dell’uomo all’interno della laguna si è andata particolarmente intensicando nel corso dell’ottocento e del novecento con opere sempre più importanti, dagli esiti in alcuni casi decisamente non positivi, al punto che non è fuor di luogo domandarsi se, dopo che la laguna era riuscita a sfuggire alla devastazione da parte delle popolazioni barbariche (???) per il difficile rapporto di quelle genti con l’acqua, molti secoli più tardi essa non sia caduta metaforicamente nelle mani di nuovi e più pericolosi «barbari», di uomini animati da grande determinazione, ma forse poco saggi, che, come si vedrà, hanno inciso pesantemente sulla naturale evoluzione di un ambiente che era e resta unico nel suo genere e che solo per questo meriterebbe di essere salvaguardato.
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La voce tratta della storia di Venezia dalle origini all'annessione al Regno d'Italia nel 1866.http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_VeneziaLe invasioni
Nel 452 gli Unni di Attila conquistarono Aquileia, Concordia e Altino. In queste occasioni è probabile che le popolazioni dei territori saccheggiati si siano rifugiate temporaneamente nella zona lagunare. Nelle aree lagunari sorgevano all'epoca solo piccoli insediamenti, che si sostentavano con la pesca e lo sfruttamento delle saline.
Il dominio bizantino e l'invasione longobarda
Dopo sessant'anni di dominio goto, l'intera Venezia fu conquistata dal generale Narsete all'Impero bizantino nel 555.
Poco dopo, come racconta Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum, nel 568 i Longobardi guidati da Alboino, si impadronirono di Forum Iulii e delle zone interne, lasciando ai Bizantini i centri verso la costa, a cui si aggiungevano Oderzo e la via del Po (Padova, Monselice, Mantova e Cremona): l'invasione fu forse frutto di un accordo, attraverso il quale la Venetia maritima, sottoposta all'esarcato di Ravenna, veniva ormai separata dalla Venetia nell'interno, la futura Austria longobarda.
Una delle conseguenze della nuova invasione fu il trasferimento delle autorità civili e religiose, che furono molto probabilmente seguite da parte notevole degli abitanti, dai centri dell'interno verso la costa, dove già nel secolo precedente si erano andati rafforzando e sviluppando gli scali di Chioggia, l'antica Malamocco (distrutta per una catastrofe naturale agli inizi del XII secolo e ricostruita quindi nella sede attuale), Equilio, Torcello e Caorle: il patriarca di Aquileia, Paolino, si trasferì a Grado, che ospitava già un castrum e due chiese.
Il processo di separazione tra regioni costiere e interno fu forse accentuato da una serie di alluvioni (Paolo Diacono descrive come "diluvio" quella del 589) che mutarono l'assetto idrografico.
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L'origine di Venezia tra realtà e leggendahttp://www.linkiesta.it/blogs/storie-di ... e-leggendaUn tempo Venezia era un luogo deserto, disabitato e paludoso. Coloro che oggi si chiamano Venetici, erano Franchi di Aquileia e di altre località della terra dei Franchi e abitavano nella terraferma di fronte a Venezia […] coloro che erano fuggiti nelle isole di Venezia, avendovi trovato sicurezza e un modo per mettere fine ai loro timori, decisero di prendere dimora qui e così fecero abitando in questo luogo fino ai nostri giorni (Costantino VII Porfirogenito, Imperatore di Bisanzio)
Così raccontava l’Imperatore erudito Costantino VII di Bisanzio, parlando dei luoghi dove era sbocciata la civiltà veneziana. Al tempo, siamo nel X secolo dopo Cristo, nulla si sapeva della nascita di Venezia e quelle poche informazioni che erano arrivate nel Bosforo, erano state distorte e volontariamente romanzate dagli stessi Veneziani.
Il falso mito della nascita di Venezia è stato per lungo tempo materia di studio e per molti versi è ancora attuale, specie nel cuore di certi Veneziani che, ancora oggi ricordano, con una certa nostalgia, le antiche gesta dei loro padri. Purtroppo non tutto quello che è mito può essere considerato verità e, grazie agli studi compiuti negli ultimi anni, molte delle leggende sono state del tutto dissipate.
Il colpevole di tutta questa confusione è un testo, scritto attorno al mille, chiamato Chronicon Altinate, ripreso poi dallo storico veneziano Marin Sanudo, dove si ricorda la nascita di Venezia il 25 marzo del 421. Sempre secondo questa fonte, i primi insediamenti furono costruiti nella zona di Rivoalto, l’odierna Rialto, essendo le uniche isole che affioravano dalla laguna. Il primo edificio costruito fu una chiesa dedicata a San Giacomo, in vulgo Giacometo, da parte del carpentiere Candioto. L’uomo si era miracolosamente salvato da un incendio e, per ringraziare dallo scampato pericolo, volle costruire un luogo di culto. La chiesa si trova ancora li, dove il mito ancora la ricorda nel pieno cuore dell’odierna città di Venezia e nel bel mezzo dell’affollatissimo mercato di Rialto. Peccato però che la struttura odierna sia stata costruita attorno al 1100 ossia, quasi mezzo secolo dopo la presunta fondazione. Oltre a ciò, la leggenda della nascita di Venezia si tinge di un altro elemento, donando, se fosse possibile, ancora più fascino alla città nata sull’acqua. Si tratta del resoconto di Cassiodoro, che scrive attorno al VI secolo durante il governo di Teoderico, re goto, subentrato al governo dell’Impero Romano d’Occidente decaduto nel 476. La frase è carica di charme perché paragona i Veneziani a degli uccelli marini, tanta è la loro simbiosi con le acque e le lagune.
Al pari di uccelli marini avete disseminato le vostre dimore sugli specchi acquei, avete unito terre frastagliate e contro la rabbia delle onde avete eretto argini (Magnus Aurelius Cassiodoro, 537 d.C.)
E’ possibile che già nel VI secolo, in pieno cambiamento del sistema politico e amministrativo, parte della popolazione fosse già insediata a Venezia? I goti stavano per essere scacciati dai Bizantini che rappresentavano la continuità con l’Impero Romano, essendo loro stessi i Romani d’Oriente. La penisola italica, infatti, era l’ultimo lembo ancorato alla tarda antichità, mentre il resto dell’Europa occidentale era caduta in quel periodo conosciuto come medioevo.
La laguna di Venezia si trovava così da fungere da cerniera tra Oriente ed Occidente, cosa che la caratterizzerà per tutta la sua storia.
La guerra gotica (535-553) portò vent’anni di rovina all’intera penisola e il controllo di Bisanzio dalle Alpi alla Sicilia. Ma il controllo bizantino durò pochissimo perché da li a poco, una bellicosa tribù di diverse etnie conosciuta come Longobardi, varcò le Alpi orientali e invase la pianura padana.
I primi a popolare la laguna furono i profughi delle città romane, rifugiatisi nelle umide e malsane lagune, che però permettano loro di scappare alle razzie e alle distruzioni. Fu così che questi, scappati dalla guerra, iniziarono a costruire i primi insediamenti. La prima isola che venne colonizzata fu quella di Torcello, situata nella zona nord della laguna, e quindi più vicino alla terraferma e alle antiche vie di comunicazione romane. Le nuove micro comunità che si erano stanziate in quelle terre, non di certo salubri ma molto sicure, furono inglobate nel nuovo sistema amministrativo bizantino sotto la guida dell’Esarco, potente governatore imperiale che controllava tutti i domini di Bisanzio nella penisola italica con sede a Ravenna. Come si è detto prima i Longobardi erano un popolo arcigno e molto bellicoso, i soldati dalle biondi chiome, come erano ricordati appunto i Longobardi dalle fonti bizantine, conquistarono in poco più di vent’anni tutto l’odierno nord Italia e Toscana, con l’eccezione di piccole enclave che rimanevano in mano ai Bizantini. Padova, antico caposaldo imperiale, cadde nel 602, sotto i colpi d’ariete dell’esercito longobardo guidato da Agilulfo. I padovani scapparono così nelle zone di Brondolo e di Chioggia, ossia nell’odierna laguna occidentale. Nel 616, Concordia venne conquistata e anche in questo caso la popolazione si spostò verso le più sicure lagune con il proprio vescovo, fondando la nuova città di Caorle che divenne la sede vescovile con il beneplacito del Papa Teodato. Bisanzio non lasciò indifesi i propri sudditi, tanto che la politica attiva di Gregorio, un alto ufficiale imperiale, permise di mantenere Oderzo come caposaldo nel mare longobardo. Nel 639 le cose cambiarono ancora, dato che il nuovo re Rotari era deciso di conquistare tutte le terre rimaste ai bizantini e per fare ciò lanciò una nuova e robusta campagna militare che portò alla conquista della Liguria e della terraferma veneta, tanto che vennero distrutte le città di Oderzo e di Altino. Come per le altre città, le popolazioni emigrarono verso le lagune e il vescovo Magno si trasferì ad Eraclea, nuova sede costruita dai bizantini per difendere gli ultimi brandelli di territorio. Gli abitanti di Altino invece si stabilirono nell’isola di Torcello insieme al loro vescovo.
Fu così che le piccole isole della laguna iniziarono a popolarsi di queste genti, le quali ricostruivano man mano la loro vita e la loro società, tra terra e mare, costituendo il cuore della futura Venezia.
Cronologia Essenziale
539 I Bizantini compaiono nella Venetia et Histria.
568 I Longobardi invadono l'Italia.
568 o 569 Paolo patriarca di Aquileia fugge a Grado. 568 o 569 Treviso si arrende al re Alboino.
590 L'esarca Romano riconquista Altino.
591 Concordia è longobarda.
601 Il re Agilulfo conquista Padova.
616 ca. Il vescovo di Concordia si sposta a Caorle per paura dei Longobardi.
639 ca. Caduta di Oderzo e di Alzino. Gli abitanti si rifugiano a Eraclea e a Torcello.
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ORIGINE E PRINCIPIO DELLA CITTA’ DI VENEZIA VERO E REALEhttp://almanacco.venicexplorer.net N.B. Questo testo è riportato per suggestione leggendaria. Sembra infatti provato dalla Storiografia che si tratterebbe di un falso commissionato al Daulo per ragioni di prestigio in ambiente padovano.
Regnando Arcadio, et Honorio Imperatori avendo già diviso l’Imperio di Theodosio suo Padre, il che fù l’anno di N.S. 406.
Stilicone vandalo già lasciato Capitanio, e Governator del Occidente da Theodosio Imperatore vinto da cupidigia di regnare fu cagione che Radagasso Re de Goti entrassero con gli Ipogotti in Italia (quali erano Goti vagabondi) e con Gopidi, con esercito tale, che tra vandali et Unni erano al numero di duecentomila: e dunque passavano il tutto a ferro e fuoco mettevano. Entrati dunque nelle contrade di Venezia, vicino Padova, et misero gli habitatori in spavento: sì che alle lagune del Mare Adriatico se ne fuggirono, senza fermarvi habitationi, fintanto che la furia di quei Barbari cessaro, sperando poi tosto di rimpatriare.
Morto Radagasso da Stilicone, li nuovi habitatori di Padova ristorarono al meglio che si potè le rovine loro. Succedendo poi Alarico Re de Visigoti per causa Stilicone, (che l’Imperio voleva usurparsi) di nuovo per le straggi grandi, che fu fatto a’ Barbari occasione per rovinare le mure di Padova ancora fresche, et insieme gran parte de l’Italia.
Nel anno 413, all’hora concorrendo i popoli Heneti alle lagune, che fù la seconda volta a Riva Alta se ne andarono (luogo così chiamato per essere più eminente) nelle lagune dove ritrovando una casa, già da Antinopo navacellaio fabricà di muro dopo l’essere fuggito dalla furia di Radagasso insieme cò molti altri: ma quegli altri nò volendo quivi far dimora partissi.
Hora dico i popoli Heneti appresso questa casa fabbricarono di legname e di canne 24 casucce, non essendo d’animo di fermarvisi. Indi appicatosi il fuoco in casa di Antinopo, arsero quelle 24 casette, e questo fu nel 418, l’anno terzo della fabricatione loro.
Antinopo per questo incendio votossi che estinguendosi il fuoco volea fabricar una Chiesa subito. (O’ cosa miracolosa) venne dal Cielo un pioggia sì grande che la fiamma amorzò. Poi l’anno 421, fu dal sopradetto Antinopo nel principio di Marzo fabbricata la Chiesa di San Giacomo di Rialto, con l’aiuto d’ Heneti, la quale fu la prima Chiesa che in Venetia fosse edificata.
L’anno 421. Li Heneti (morto Alarico e ridottosi insieme, doppo l’essersi abbruciato le loro 24 casette) udendo i nuovi tumulti, che succedevano per l’Italia di Ataulfo Re de Visigoti il quale successe doppo Alarico, et similmente nella Francia, Spagna e Lamagna, quelli di altri barbari, senza aspettare l’ultima rovina de l’Italia, che poi seguì l’anno 453.
Da Attila, doppo la distruzione d’Aquileia si risolsero di fabricare nelle lagune Adriatiche verso la foce del fiume Brenta, un luogo fermo, e sicuro che era in Riva Alta. Dove fatto, insieme un supremo Consiglio, determinarono una elettione de primi, tra loro, i quali havessero carico di edificare una Città di Porto, la quale servisse per refugio delle genti sparse per l’isole vicine, et in luogo di molte et deboli terre una Città sicura, e sola tenesse, nella quale per guardia del predetto Porto (in occasione di guerra) dovesse un’armata tenere.
L’anno 421, il giorno 16 di Marzo, fu da i Consoli sopra ciò creati, fatto questo editto:"Si quis navalis faber, si quis nauticae reis paritus eo habitaturus se contulerit is immunis esto et c.".
Alberto Faletro e Tomaso Candiano, o Zeno Daulo, furono quelli sopredetta opera eletti, i quali insieme con tre principali gentiluomeni, andati a Riva Alta, l’anno sopradetto 421 il giorno 25 del mese di Marzo nel mezzo giorno del Lunedì Santo, a questa Illustrissima et Eccelsa Città Christiana, e maravigliosa fù dato principio ritrovandosi all’hora il Cielo (come più volte si è calcolato dalli Astronomi) in singolare dispositione.
E ciò successero l’anno della creation del mondo 5601 dalla venuta di Christo, 421; dalla editificazione di Aquileia, e Padova, 1583; e finalmente dalla venuta dè Heneti alla laguna la prima volta anni 13. Ovvero 14.
Già essendo la prima Chiesa fondata, e la religione che la Città, e la Signoria tengono Dio per assicurare l’Italia la quale minacciava rovina, e per la partita di Costantino, rimanendo in preda de Barbari, il già distrutto Imperio, Sua Divina Maestà volle che una Città Cattolica, e libera sorgesse di nuovo, rappresentando col corpo suo, tutta quella Provincia, dalla quale essa fu partorita.
Mostrando ella con argomenti chiari, inditii aperti, e segni manifesti la bella, e riuscibile maniera, nella nascita sua. Il tempo, la stagione, il mese, settimana, giorno, et hora, insieme con molt’altre circostantie, furono presaghi delle grandesse sue, alla quale con larga mano dovea il Sommo Fattore concedergli.
Adunque l’anno 421. Hebbe principio nel qual tempo gl’huomeni (come a’ secoli de Santi Padri, più vicini nella ragione), erano inferverati nella stagion Primavera, per dimostrare da essere Floridissima in tutte le attione sue. Nel mese di Marzo, il quale da li Egitjj e da altre nationi più eccelenti anticamente era venerato, e tenuto da Romani (sì come hora da Veneti) capo dell’anno; e nel quale si tiene che questa mondial macchina dal grande Iddio fusse fabbricata, e nel Istesso punto che il Verbo Divino (per noi miseri peccatori prese carne humana e finalmente nel quale si fa comemorattion di tal misterio Giorno che alla Beata Vergine fu annunciata l’incarnazione del Verbo dall’Angelo Gabriello).
Lunedì che nel maggior colmo della pienezza sua si ritrovava la Luna. Hora che il sole mostrava la sua più intensa calidità, e chiarezza, segni evidenti che questa Eccelsa Città doveva essere Vergine Christiana e della Croce divota, e della Passione di Christo, e parimenti libera, florida, chiara: e piena assicurarsi dall’eternità sua la Giustizia e il fondamento. Nell’Equinotio, all’hora erano i giorni. Nella Sede di San Pietro Pontefice Massimo, all’hora havea la residenza sua Papa Celestino Secondo. Nell’Imperio si ritrovavano Teodosio il Giovine, et Valentino, dinotando la detta Città essere Celeste, e Valenti, gli habitatori di lei, e parimenti di humiltà, di ricchezze, e di prudenza dotati, tal che sicurissimamente si può dire ciò che nell’Ecclesiastico si trova scritto, al capitolo 25: "Tres species odivit anima mea; aggravador valde animae illorum; Pauperem superbum et divitem mendacem et senem fatuum et insensatum", poi chè questi sono da lei molto lontani.
Archivio di Stato Veneto
Chronaca Altinate
Johannes Daulo
Busta 13, pag. 10 et seg.
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La Storia http://www.penisola.it/venezia/venezia-storia.php Il termine “Venezia”, secondo alcuni studiosi, deriva dal latino “Venetia” che in epoca romana veniva utilizzato per indicare la X Regio della quattordici in cui era divisa l’Italia. Altri studiosi sostengono, invece, che “Venetikà” era utilizzato dai Bizantini per indicare inizialmente la fascia costiera da Chioggia a Grado, in un secondo tempo la zona occupata dalle isole della laguna di Venezia.
Le origini
Il territorio veneto, pur essendo dotato di un valido sistema difensivo fin dal III – IV secolo d. C., fu invaso a più riprese da Visigoti, Unni, Ostrogoti. Furono queste invasioni che costrinsero gli abitanti dei territori veneti a trovare rifugio temporaneo sulle isole lagunari. Dalla descrizione di Cassiodoro si evince che nel V secolo l’area lagunare era costituita prevalentemente da insediamenti abitati da pescatori e lavoratori delle saline. Attivo era il commercio che si svolgeva appunto fra quest’area e le zone interne.
Nella seconda metà del VI secolo, in seguito ad un accordo tra i Bizantini ed i Longobardi, Venetia fu divisa in due zone di appartenenza: la Venetia Maritima restava sotto l’egida dell’esarcato di Ravenna, mentre la Venetia interna fu integrata nel territorio longobardo. Contemporaneamente alla divisione politica si attuò anche quella religiosa:il patriarca di Aquileia ebbe la giurisdizione sulle chiese sottoposte al dominio bizantino; fu nominato un nuovo patriarca per le chiese sorte nel territorio longobardo.
Nel 751 la Venetia marittima cominciò ad acquistare una maggiore autonomia pur restando sotto il dominio bizantino.
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Venezia, la Serenisima - cronologia avvenimenti storici - dal V secolo all'anno 1000http://www.magicoveneto.it/storia/seren ... no1000.htm Venezia, la serenissima repubblica. Un millennio di storia.
Nata dagli insediamenti lagunari dei fuggiaschi Veneti e Friulani di fronte alle scorribande barbare dell'alto medioevo, protetta verso terraferma dall'impenetrabile laguna, aperta verso il mare quale sbocco naturale per lo sviluppo dei traffici mercantili con l'oriente, Venezia domina il Mediterraneo per almeno cinquecento anni.
Costretta dall'espansione Ottomana, la Repubblica si protende sempre più verso la terraferma Veneta che sottometterà completamente dal 1400.
Al culmine della ricchezza e dello sfarzo, diverrà la capitale mondiale dell'arte, ultima sua risorsa che le permetterà di essere rispettata ed ammirata fino all'uragano napoleonico.
Nonostante i saccheggi ed il degrado ottocentesco e novecentesco, peggiori delle più devastanti incursioni barbariche, Venezia è ancora il più prezioso scrigno d'arte al mondo.
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