La Germania riconosce il genocidio degli armeniIl Bundestag approva la risoluzione con cui si riconosce la verità storica del genocidio perpetrato dall'Impero ottomano ai danni della popolazione cristiana di etnia armena
Ivan Francese - Gio, 02/06/2016 - 12:54
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/ger ... 66791.htmlIl Bundestag alla fine ha approvato la risoluzione che riconosce il genocidio degli armeni, massacrati da parte dell'Impero ottomano nel 1915.
La camera bassa del parlamento di Berlino non ha avuto paura delle minacce della Turchia di Recep Erdogan, che alla vigilia del voto aveva fatto sapere, per bocca del primo ministro Binali Yildrim, che un voto favorevole avrebbe "messo a dura prova" l'amicizia turco-tedesca.
L'assemblea legislativa della Germania, però, non ha temuto gli strali provenienti da Ankara e ha votato la mozione quasi all'unanimità: solo un deputato si è astenuto e un altro ha votato contro. Tra il 1915 e il 1916 il governo dell'allora Sublime Porta ordinò l'espulsione e il massacro di un milione e mezzo di armeni, sparsi nelle varie province dell'Impero ottomano. In tempi recenti, però, la Turchia si è sempre opposta con forza a chi ha qualificato quei fatti come "genocidio", facendone una questione pregiudiziale della propria politica estera.
La sfida tedesca alla Mezzaluna, peraltro, giunge in un momento assai delicato. Ieri scadeva il termine per l'implementazione dell'accordo fra Turchia e Ue sui migranti, in base al quale Ankara dovrebe frenare il flusso incontrollato degli arrivi in cambio della liberalizzazione dei visti necessari ai cittadini turchi per circolare liberamente nel territorio dell'Unione.
Se Erdogan ha sempre alzato la voce contro le presunte incoerenze dell'Europa, che si ostina a pretendere dalla Turchia il rispetto delle 72 clausole sul rispetto dei diritti umani, ora la questione dell'Armenia rischia di riaprire una ferita mai del tutto rimarginatasi. Sino ad ora già venti Paesi, fra cui Italia e Francia, hanno riconosciuto la verità storica del genocidio degli armeni.
Ora anche i tedeschi hanno deciso di prendere coraggio. "La nostra intenzione non è mettere la Turchia sotto accusa, ma riconoscere che la riconciliazione è possibile solamente se i fatti vengono messi sul tavolo", ha commentato all'emittente Ard Volker Kauder, capogruppo al Bundestag dei Cristiano democratici il partito della cancelliera Angela Merkel. Il fatto che la Turchia stia "facendo grandi cose" per aiutare l'Unione Europea a gestire la crisi dei migranti "non cambia il fatto che agli armeni furono imposte sofferenze indicibili", ha aggiunto l'esponente Cdu
Germania. Bozdag (Min Giustizia Turchia) “bruciate gli ebrei nei forni e poi accusate il popolo turco di genocidio”giovedì , 2 giugno 2016 - 18:47:00
Bezir Bozdag
http://www.tribunapoliticaweb.it/societ ... -genocidioNon si placa l’ira di Ankara dopo la decisione del Parlamento tedesco di riconoscere come genocidio il massacro degli armeni da parte dell’Impero Ottomano. Il ministero degli Esteri turco ha definito una “disgrazia” il voto del Bundestag, minacciando di intraprendere non meglio precisate azioni legali. “L’iniziativa tedesca rappresenta un tentativo di assimilazione dei turchi e dei tedeschi di origine turca, di alienarli dalla loro storia e identità”, afferma il ministero in un comunicato. Per il ministro della Giustizia Bekir Bozdag, la Germania dovrebbe concentrarsi sul suo ruolo nelle atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale e non sulle vicende degli armeni nella Prima Guerra Mondiale. “Bruciate gli ebrei nei forni e poi accusate il popolo turco di genocidio. Guardate alla vostra storia”, ha detto Bozdag parlando a Sorgun, nell’Anatolia centrale. In un altro intervento, Burhan Kuzu, uno dei principali esponenti del partito di governo turco Akp del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha bollato come “traditori” i parlamentari tedeschi di origine turca che hanno votato a favore della risoluzione, intimando loro di “non fare ritorno” in Turchia. “La Germania non è mai stata un’amica onesta con noi”, ha scritto Kuzu su Twitter, domandando provocatoriamente, “Hitler era un turco?”. Sulla stessa linea gli intreventi di altri esponenti dell’Akp, che hanno usato l’espressione “nipoti di Hitler” per definire quanti in Germania hanno votato la risoluzione sul genocidio degli armeni.
Genocidio armeno. L’orchestra sinfonica di Dresda le suona alla Turchia (e alla molle Europa)maggio 5, 2016 Leone Grotti
http://www.tempi.it/genocidio-armeno-or ... hia-europa«Per settimane, tutti i giorni», Ankara ha fatto pressione sull’Ue, che ha cancellato dal sito la notizia del concerto-denuncia del genocidio. Intervista al solista Marc Sinan: «Scioccati e spaventati»
Auditorium strapieno e 15 minuti di standing ovation. Non male come risultato per un concerto che la Turchia ha cercato di boicottare per settimane, facendo pressione sulla Commissione Europea «tutti i giorni». La prima 2016 del progetto musicale “Aghet – agit”, ideato per commemorare il genocidio degli armeni, è stato accolto con un bagno di folla a Dresda nella Festspielhaus Hellerau. E Marc Sinan, chitarrista e co-ideatore del progetto, è più che soddisfatto: «La risposta del pubblico è stata fantastica, la Turchia non l’ha avuta vinta».
LA VOCE DEGLI ARMENI. Insieme a Markus Rindt, direttore dell’Orchestra sinfonica di Dresda, Sinan ha ideato un concerto di musica classica contemporanea anni fa. «Volevamo incorporare in un concerto la musica europea contemporanea e quella tradizionale dell’Anatolia», racconta a tempi.it. «Per questo abbiamo realizzato il progetto Hasretim». Mancava però la voce degli armeni, così «ne abbiamo fatto un altro, ospitando per l’occasione musicisti turchi e armeni». Sono state commissionate opere al compositore armeno Vache Sharafyan, al turco Zeynep Gedizlioglu e al famoso compositore tedesco Helmut Oehring, prevedendo uno spazio per testi cantati e letti sul genocidio degli armeni. E in particolare sulla nonna di Sinan.
LA STORIA DEL GENOCIDIO. «I genitori di mia nonna Vahide sono stati costretti dai turchi ad abbandonare la loro casa nel 1915», anno in cui cominciò il genocidio nel quale morirono 1,5 milioni di persone, ricorda il chitarrista turco di origini armene e nato in Germania. «Lei è sopravvissuta e durante il concerto racconto la sua storia». La prima è andata in scena nel novembre del 2015, a Berlino, in occasione del centenario del genocidio. Quest’anno la replica si è svolta sabato sera a Dresda, anche grazie al sostegno della Commissione Europea, che ha finanziato il concerto con 200 mila euro. Ed è a questo punto che è intervenuta la Turchia.
«SIAMO RIMASTI SCIOCCATI». «Per settimane, tutti i giorni, la Turchia ha fatto pressione perché la Commissione Europea ritirasse il finanziamento al progetto ed eliminasse ogni riferimento al genocidio», continua Sinan. Il governo turco continua ufficialmente a negare il genocidio armeno stesso e punisce fino a tre anni di carcere chiunque ne parli. «La Commissione ha ceduto al governo turco e ha ritirato il comunicato in cui parlava del concerto e del genocidio. Noi siamo rimasti scioccati: l’Unione Europea non può essere influenzata dalla Turchia fino a questo punto».
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE VIOLATA. Non è la prima volta che Ankara interferisce con quello che accade in Germania, visto che il governo è riuscito a denunciare un comico tedesco colpevole di aver offeso il presidente Recep Tayyip Erdogan durante uno spettacolo televisivo. «La Turchia non ha mai provato a cambiare i testi del nostro concerto, questo era fuori discussione», spiega il chitarrista. Ma come affermato dal direttore dell’orchestra, Rindt, c’è stata «una seria violazione della libertà di espressione».
«ARRABBIATI E SPAVENTATI». Dopo un primo cedimento, la Commissione Europea è tornata sui suoi passi: «Non ci hanno tolto i finanziamenti e hanno ripubblicato il comunicato incriminato dopo il concerto, con le parole “genocidio armeno”», rivela sollevato. Ma il problema resta: «I nostri musicisti armeni e turchi erano molto arrabbiati e spaventati. Il problema è la politica accondiscendente europea: va bene essere in parte dipendenti dalla Turchia ma non si possono soddisfare tutte le loro aspettative».
GUERRA CON I CURDI. Soprattutto quando sono nettamente in contrasto con tutto ciò in cui crede l’Europa: «Secondo la Turchia, i cittadini devono essere servitori dello Stato. Per noi invece è lo Stato che deve garantire la vita libera dei cittadini. Guardiamo solo alla guerra con i curdi: la violenza che usano è incredibile, stanno continuando quello che hanno cominciato nel 1915». L’Unione Europea, per Sinan, «non può accettare che i membri di una minoranza vengano uccisi a centinaia, come avvenuto l’anno scorso. Se la Sicilia si ribellasse e l’Italia uccidesse centinaia di siciliani, che cosa accadrebbe? Sarebbe terribile, ma quando si tratta della Turchia, siccome la dipendenza è forte, si chiudono gli occhi».
«POLITICA EUROPEA MIOPE». Dopo l’accordo sui migranti, e la liberalizzazione dei visti, Unione Europea e Turchia si sono ritrovati più vicini che mai. «Credo che la politica europea sia miope. Dobbiamo trovare un diverso modo di collaborare con loro. Così è molto pericoloso». Ankara ha trasformato poi un progetto musicale ideato per riconciliare armeni e turchi in una nuova occasione di scontro: «Mi dispiace, noi volevamo solo tentare un riavvicinamento. A novembre dovremmo suonare anche a Yerevan (capitale dell’Armenia, ndr) e a Istanbul». Nel cuore della Turchia? «Sì, se ce lo permetteranno. È difficile fare previsioni ora, ma spero che capiscano l’obiettivo del concerto».