LIFE - creteghe
http://www.life.it/1/per-chi-fate-tutto-cio/#more-6774Per chi fate tutto ciò?
Pubblicato 18 ottobre 2016 | Da daniele
Merita pubblicazione questa accorata mail di una giovane imprenditrice cresciuta fin da bambina in ambiente LIFE. Le perplessità che si pone sono le stesse che di tanto in tanto, ci assalgono anche noi, vecchi militanti, e soprattutto sono condivise dai nostri famigliari che spesso, come Lei, ci rinfacciano la cruda realtà. Ma è proprio vero che casa, Chiesa (in senso metaforico!) e famiglia possono garantire in se il piacere di vivere, l’estrema gioia, pur concedendoci come vittime sacrificali agli assalti delle bande criminali di politici e affaristi che hanno interesse opposto al nostro benessere anche spirituale?
La risposta al prossimo post. Daniele Quaglia
Ciao Daniele, È da un po’ che ci penso, se scriverti o fare a meno.Solitamente destino il mio tempo alle cose ed alle persone che contano e che hanno un valore nella mia vita, perchè sono un modello, uno stimolo o semplicemente perchè voglio loro bene… e spero che questa premessa sfati qualsiasi pregiudizio o fraintendimento.
Mi rivolgo a Daniele, perchè da lui ricevo le mail di “Life”, ma scrivo anche a Fabio perchè lo stimo e so quanto ama la sua famiglia.
Ero piccolissima e sentivo parlare di Life, Quaglia e Padovan, Lega.
Ero adolescente e sentivo parlare di Life, Quaglia e Padovan, Lega.
Sono diventata adulta e continuo a sentir parlare di Life, Quaglia e Padovan e indipendentisti veneti.
Ora però conosco anche voi, i propositi di Life ed ho maturato la convinzione che non si cambiano le persone, se esse non vogliono cambiare.
Intanto sono passati decenni, il paese in cui vivo è sempre lo stesso (perchè gli italiani, i veneti e gli imprenditori non vogliono cambiare), per non dire che è rovinosamente peggiorato, le persone sono sempre le stesse, per non dire che sono tristemente cadute in basso, impapinate come sono con il naso costantemente sopra uno smartphone ed un polpastrello a massaggiargli lo schermo per passare informazioni di cui non conoscono neppure bene i backstage e per fare amicizia con perfetti sconosciuti, magari togliendo tempo e disponibilità alla propria famiglia.
Ieri ero bambina e vedevo mio papà arrabbiarsi perchè Life consigliava così.
Ieri ero bambina e vedevo mio papà affannarsi per metter in atto le proteste secondo gli orientamenti Life.
Ieri ero bambina e vedevo mio papà coltivare odio e rancore per i funzionari pubblici che vessano ingiustamente seppure legalmente le aziende e gli italiani onesti
Oggi sono adulta e continuo a vedere mio papà assatanato per gli ideali Life, e provo tristezza, amarezza, preoccupazione, perchè si è rovinato decenni di vita in proteste, che a noi figli hanno solo lasciato l’amaro di aver visto il papà preferire altri ed altro alla Famiglia ed alla serena e calda quiete domestica, ed oggi, che è ancora in tempo per rimediare, non vede che Life, indipendentisti e company… ancor prima della sua SALUTE.
È risaputo che ognuno dinanzi ad uno stesso pensiero ne fa una propria interpretazione personale. 1000 persone sentono lo stesso messaggio, ma questo messaggio avrà altrettante manifestazioni diverse. Sicuramente la manifestazione di mio papà non è quella di Daniele o Fabio, e quella di Fabio non è la stessa di Daniele.
Non sentitevi quindi rimproverati dalla sottoscritta, ma lasciatemi dirvi che nessuno di voi si sciacquarvi + la bocca dicendo che portate avanti certe battaglie per il bene dei vostri figli…. perchè il bene dei vostri figli è vedere i genitori in pace non in costante guerra con il mondo ma soprattutto con sè stessi.
Con Fabio ho in comune la battaglia contro i pesticidi. Per alcuni anni ho militato sul fronte WWF nelle modalità Life, poi mi sono resa conto che per una battaglia giusta stavo mettendo a repentaglio la mia serenità quotidiana e quella di chi non sopportava + di vedermi costantemente arrabbiata col mondo.
Non ho smesso di lottare, continuo a farlo tutti i giorni nelle mie scelte quotidiane, e ora + che da bambina sento il desiderio di trasmettere a mio papà (MA NON CI RIESCO) che non ha nessun senso che lotti ancora insieme a voi per qualcosa che non lascerà niente a nessuno o per lo meno non di certo alla sua famiglia.
Quanto vi scrivo non vuole essere uno sterile sfogo e neppure un aspro rimprovero, ma un consiglio: basta istigare le persone alla lotta assatanata, continuate pure a portare avanti i vostri ideali di giustizia, ma fatelo con la consapevolezza di aver tolto tanti papà alle rispettive famiglie, e per non ripetere questo grave errore rendendo vana oltre che inadeguata la vostra guerra contro il sistema, dovete fermarvi e ritararne le modalità enfatizzando che militanti indifferenti al tempo ed alla quiete che tolgono alle loro famiglie, nuocciono alla vostra immagine di UOMINI credibili a cui guardare come esempio.
Entrambi potreste essere miei genitori, lasciatemi dirvi e senza offesa, che avete un’età in cui potete togliervi il piacere di VIVERE, di godere della salute e del tempo chi vi è donato, facendo tesoro anche delle critiche + sgradite per aiutare i vostri figli e nipoti a seguire orme + sagge, perchè la vita è una e pure breve per cambiare il mondo.
Quando mi rivolgo al plurale a voi/vostri etc. non mi riferisco a voi Fabio e Daniele, ma a voi come gruppo, mio papà compreso.
Noi il mondo non lo cambieremo mai, ma possiamo non renderci complici di chi lo sta distruggendo e per fare questo non è necessario fare guerre o proteste rumorose. Facciamo la nostra parte dentro le famiglie dove siamo nati.
“Siate una benedizione per gli altri oltre che per voi stessi” ed è un augurio che rivolgo anche a me stessa.
Con stima, (segue firma)
Risposta a “Per chi fate tutto ciò?”Pubblicato 19 ottobre 2016 | Da daniele
http://www.life.it/1/risposta-a-per-chi-fate-tutto-cioCara XXXXX, comprendo il tuo stato d’animo che spesso è anche il mio e la situazione che stai vivendo la stanno vivendo anche i miei, uno in particolare.
Spesso mi domando come sarebbe potuta essere la mia vita senza invischiarmi in LIFE che ha stravolto quella che poteva essere una vita normale in una famiglia normale.
Ma cos’è la normalità? Il vivere sereno?
Sono figlio di artigiani che dopo la guerra si son dati daffare per creare prospettive di vita migliori per loro, per la nostra famiglia e indirettamente per quella dei collaboratori che trovavano lavoro nella nostra azienda.
Fatti salvi gli anni 50 e 60 dove vigevano norme più umane che ti consentivano di concordare il reddito direttamente con il funzionario delle “tasse” dell’ufficio ….. non ricordo il nome che comunque non era di certo Agenzia delle Entrate, tutti gli altri anni a seguire sono stati un assalto forsennato della burocrazia statale al nostro lavoro e alle nostre famiglie.
Non voglio raccontarti tutta la mia vita ed i motivi che trasformano un premuroso padre di 4 piccoli bambini in un ribelle: questo lo potrai sapere se hai la pazienza di leggere “Veneto Libero!” autobiografico, titolo che non poteva essere più espressivo dei miei sentimenti.
Anch’io ho fatto l’artigiano ed ho ancora l’iscrizione alla CCIAA dopo quasi 10 anni di inattività della Crisval snc, perché fino ad ora non ho mai avuto i soldi per la cancellazione e ogni anno continua ad arrivarmi il “diritto camerale” da pagare, che non ho mai pagato quando la società era attiva figurati se lo pagherò ora!
In tanti anni mi son fatto un’idea di cosa è necessario per trascorrere una vita tranquilla: lavoro e la giusta quantità di guadagno equivalenti a serenità da portare in famiglia.
Due situazioni che non sempre ti accompagnano e guardandomi attorno ho visto anche un’altra cosa: chi pretende di essere onesto pagando tutte le tasse difficilmente può armonizzare lavoro e guadagno e la serenità svanisce.
Per di più, sai bene che chi ha una partita IVA lavora doppio di un dipendente e le responsabilità occupano ogni spazio del suo tempo ma guadagna, in rapporto, la metà.
La jella di essere nati liberi imprenditori porta ad essere schiavi di questa libertà: liberi di lavorare quanto e come vogliamo con il corpo e con la mente, 24 ore su 24!
E se non guadagni a sufficienza ci pensa lo Stato con la bacchetta magica degli studi di settore che ti obbligano a pagare anche quando non hai guadagnato, invece di aiutarti.
E’ questo lo stato d’animo che dovrebbe consentire di goderci la famiglia e la vita?
Magari in casa avrei litigato per non aver tentato di cambiare le cose!
Non è vero che, “noi il mondo non lo cambieremo mai” perché allo stesso modo che pochi individui ci hanno portato a questa situazione altrettanti pochi potranno liberarci da questa schiavitù economica, sociale e culturale.
La storia è un ciclo continuo che si ripete: solo 150 anni fa non esistevano gli italiani e prima siamo stati 15 anni francesi e per 50 austriaci, da oltre 3000 Veneti e solo Veneti e i 2800 che ci siamo autogovernati hanno coinciso con il massimo splendore del nostro Popolo. ???
Gran parte dei Veneti non sanno queste cose, la colpa è dell’insegnamento scolastico imperniato su un sistema coloniale e questi Veneti perfettamente colonizzati se ne sono fatti una ragione del tipico modo di dire : “kosa vuto konbatare!”.
Col processo “Po£isia Veneta” sto rischiando 10 anni di galera perché la cara italja che adotta facile facile i trattati internazionali, con la stessa disinvoltura li ignora, e ci attribuisce reati che in verità non sono altro che l’esercizio di diritti che i trattati internazionali riconoscono anche ai Veneti.
Ma da 150 anni ci siamo abituati all’imbroglio, alla diffida reciproca, al concetto che il cittadino debba fregare lo stato prima che lo stato freghi lui e in questo clima, forse solo io, Fabio, tuo padre e qualche altro, riteniamo che non sia possibile trascorrere un’esistenza serena.
Forse siamo visionari da sembrare più egoisti che altro ma solo quando le cose saranno tornate al loro naturale decorso, quando ritorneremo liberi, forse qualcuno, tra i tanti, capirà.
A me basterebbe assaporare anche solo per qualche minuto l’aria di LIBERTA’; in questo mi sento estremamente egoista!
Con affetto Daniele Quaglia
Coaja, no a xe vero ca semo stà par 2800 lebari e endependenti e k'a se ghemo aotogoernà.