Sto Mastrapascoa el se ga dimeso:http://www.inps.it/portale/default.aspx ... =4923&p4=2Antonio Mastrapasqua (Roma, 20 settembre 1959) è dal luglio 2008 Presidente dell’Inps.
Il Presidente è il rappresentante legale dell’Istituto. È nominato con decreto del Presidente della Repubblica e dura in carica 4 anni. Il Presidente dell’Inps predispone il bilancio e i piani di spesa e investimento, attua le linee di indirizzo strategico dell’Istituto e regolamenta l’organizzazione del personale e degli uffici, può assistere alle sedute del Consiglio di indirizzo e vigilanza.
Incarichi istituzionali e professionali
Dal luglio del 2008 è Presidente dell’Inps. Antonio Mastrapasqua è stato l’unico presidente dell’Inps ad avere ricevuto il voto favorevole all’unanimità di tutte e due le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, che devono esprimere un parere consultivo alla nomina del Presidente Inps. Nel decreto legge Salva-Italia è stato rinnovato il suo incarico presidenziale fino al 31 dicembre 2014 per guidare la fusione in Inps di Inpdap ed Enpals (soppressi dallo stesso decreto). La nomina a presidente dell’Inps segue all’incarico di consigliere di amministrazione per i precedenti quattro anni (2004-2008). Dal luglio al dicembre 2008 è stato commissario straordinario del Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inps. Per poco più di un anno (ottobre 2008 - novembre 2009) è stato presidente del Comitato di settore degli Enti pubblici non economici (Epne). Rappresenta l’Inps nella partecipata Equitalia.
Curriculum vitae
Sposato, padre di un figlio. È stato definito “un manager privato in prestito alla Pubblica Amministrazione”. Ha conseguito la laurea in Economia e commercio presso l'Università degli studi in Roma “La Sapienza”, indirizzo Economico – aziendale. Tesi in Matematica finanziaria ed economica dal titolo “Aspetti matematici ed economici dei Fondi Pensione”. È titolare dello Studio Mastrapasqua di Roma ed è iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, al Registro dei Revisori Contabili e all'Ordine Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti. Ha svolto per gruppi industriali e di servizi interventi di risanamento aziendale seguendo gli aspetti finanziari, organizzativi e societari. Nel corso dell’attività professionale ha effettuato lavori di revisione, di natura contabile e fiscale, ed ha svolto consulenza di carattere tributario e societario, nei confronti di aziende industriali o di servizi, di società ed enti pubblici e privati.
Attività culturali
Ha fondato e diretto il periodico “Grandangolo”, mensile di economia, politica, informazione e cultura del Centro Studi Grandangolo. Ha diretto la “Rivista Finanziaria – Osservatorio mensile sui mercati finanziari”, mensile del Centro studi di Economia e Finanza. È autore di articoli di carattere economico e finanziario. Ha partecipato, anche in qualità di relatore, a diversi convegni sulle materie economiche e sociali, tra i quali quelli di Aspen Italia e del Forum Ambrosetti.
Mastrapasqua si dimette dalla presidenza Inps: tutti gli scogli del manager con 25 poltronehttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... id=ABgPIqtAlla fine Antonio Mastrapasqua si è dimesso dalla presidenza dell'Inps. I più "maligni" sostengono che di alternative, considerato il pressing a tutto campo promosso dal Governo nelle ultime 48 ore, il manager pubblico da sei anni alla guida del peso massimo della previdenza sociale non ne avesse poi tante.
Più di un incarico Non c'è però solo la tegola giudiziaria. A metterlo sotto la lente è quella collezione di poltrone, incarichi e conseguenti emolumenti. Ultimo a denunciare l'anomalia - erano 25, lui nega e spiega che sono scese a nove - il Fatto quotidiano. Mastrapasqua si difende fino all'ultimo: non faccio nulla di male, la legge non lo vieta, è la sua tesi. Insomma, c'è un buco normativo.
La gestione della fusione tra Inps e Inpdap Il fatto che il «manager privato in prestito alla Pa», come è stato definito, cumulasse incarichi su incarichi era già noto: una soluzione per il grand-commis però non si era (ancora) trovata. Ci sono state interrogazioni, mozioni parlamentari, firme raccolte dai sindacati davanti alle sedi Inps. Nessun risultato. A rinnovare l'incarico del manager è stato il decreto legge Salva Italia: fino alla fine di quest'anno Mastrapasqua avrebbe dovuto guidare la fusione in Inps di Inpdap ed Enpals, soppressi dallo stesso provvedimento. Un processo complesso e non proprio indolore, che ha visto l'ente di previdenza registrare nel 2012 perdite nella gestione finanziaria per 9,7 miliardi. Secondo il Comitato di indirizzo e di vigilanza dell'ente, il 2013 si chiuderà con un rosso di oltre 11 miliardi.
Il pressing del Governo per un passo indietro del manager La soluzione alla fine è stata trovata. Ed è stata in primo luogo politica. Di fronte al tentativo del manager di rimanere fino all'ultimo in sella, il premier Letta ha fatto in modo che le dimissioni diventassero l'unica soluzione possibile. A partire dalla mossa di far arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri, ieri, un disegno di legge che vieta a presidenti e amministratori pubblici di ricoprire cariche in società private. E di resuscitare il progetto, ventilato da tempo ma mai attuato con convinzione, di rivedere la governance di Inps e Inail, nella direzione di un sistema duale. Magari con la nomina, nella fase transitoria, di un commissario (con buona pace dello stesso Mastrapasqua).
Le dimissioni Insomma, il supermanager a ha capito nelle ultime ore di non godere dell'appoggio dell'Esecutivo. Non ha aspettato che il piano di Letta diventasse legge. Questa mattina si è recato al ministero del Lavoro e ha messo le sue dimissioni nelle mani del ministro Giovannini. «È stata una scelta saggia» è stato il commento del presidente del Consiglio. Si apre ora il toto nomine: dall'ex ministro Tiziano Treu, a Maurizio Sacconi parlamentare del Nuovo Centrodestra all'attuale segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Non si esclude però una sostituzione interna. In questa ipotesi sarebbe in prima fila il direttore generale dell'Istituto Mauro Nori.
Le critiche dei sindacati alla gestione Mastrapasqua Intanto plaudono i sindacati. Con Mastrapasqua alla presidenza, lamentano, l'Inps ha perso funzioni, è aumentato il peso delle società esterne, è stata imposta una riorganizzazione che ha sottratto attività e peggiorato il servizio e le condizioni di lavoro dei dipendenti dell'ente, sono passate norme che hanno di fatto distrutto il sistema previdenziale pubblico.
Il caso della laurea fasulla La "sagra" Mastrapasqua si arricchisce di un altro capitolo: una laurea in Economia e commercio "fasulla" alla Sapienza. Il quotidiano Libero ricorda infatti che nel 1997, quindi ben 17 anni fa, la Cassazione ha confermato la pena a dieci mesi di reclusione inflitta dalla Corte d'appello nei confronti del manager. L'ex numero uno dell'Inps era accusato di aver comprato, con la complicità di tre bidelli e di un'impiegata dell'ateneo, esami universitari mai sostenuti. Insomma reato di falsità ideologica: laurea ottenuta con l'inganno. Nel periodo in cui il processo è giunto a sentenza, Mastrapasqua si è rilaureato, con un piano di studi diverso.
I tanti incarichi della moglie C'è poi un altro filone. In questo caso a finire sotto la lente è la moglie di Mastrapasqua, Maria Giovanna Basile. Commercialista, anche lei ha più di una poltrona: fa parte di una ventina di collegi di sindaci, in diversi settori. Dalla Rai e dell'Acea, da alcune controllate dell'Aci (Automobile Club d'Italia: Aci Global, Ventura, Aci Infomobility ) ad aziende sanitarie, fiorentine e romane. Una coppia in tutto. Anche negli incarichi.
di Andrea Carli con all'interno approfondimento di Fabio Pavesi
Follia cacciare chi ha salvato lInpshttp://www.ilgiornale.it/news/follia-ca ... -inps.htmldi Stefano Lorenzetto
Se in una città fra le più industriose del Nordest un noto editorialista della Repubblica, un professore universitario prudente e preparato, incontra per strada il direttore del quotidiano locale e gli dice che Elsa Fornero è il peggior ministro del Lavoro nella storia dItalia, la più incompetente nella sua smisurata presunzione, «unautentica calamità per questo nostro Paese», forse è il caso che il premier Mario Monti cominci a considerare lipotesi dessersi sbagliato. A parte piangere in pubblico (non la biasimo: capita anche a me) e farsi riprendere dai telegiornali in circostanze ufficiali col marito, leconomista Mario Deaglio, che le trotterella al fianco scodinzolante (non sta bene: legittima il sospetto che ne sia la ventriloqua), finora la tagliatrice di teste sabauda sè segnalata solo per i pasticci che ha combinato, peraltro annunciati con un tono professorale e declamatorio che la rende insopportabile.
Per salvarsi dallultimo, quello dei 390.000 «esodati» che con la riforma Fornero sulletà pensionabile si ritrovano senza lavoro, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali in attesa di un vitalizio che arriverà fra due o tre anni, il ministro pretende a gran voce la decapitazione di Antonio Mastrapasqua, presidente dellInps. In altre parole vorrebbe privare listituto della persona che lha fatto funzionare al meglio. Unaquila, questa donna. Per stare alla folgorante conclusione dellex ministro Renato Brunetta, «è come se la Fornero chiedesse le dimissioni della bilancia perché il suo peso non le piace».
Far dimettere il responsabile del più importante ente previdenziale dEuropa (24,5 milioni di iscritti e 35.000 dipendenti) ha più a che vedere con lallergologia che con leconomia.
Non so se avete presente chi erano i presidenti dellInps nel passato.
Cè stato Massimo Paci, che arrivò al punto di sfiduciare il governo al quale doveva rispondere.
Cè stato Gianni Billia, costretto a rassicurare gli italiani dai microfoni di Radio 3: «Non porteremo i libri in tribunale». Ci andò vicino.
Del resto era lInps di Affittopoli, delle case concesse a prezzi di saldo a politici e sindacalisti.
Mastrapasqua lo ebbe in consegna nel 2008, primo presidente nominato allunanimità da Camera e Senato col consenso di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confagricoltura.
Come lha gestito finora? Qualcosa credo daver visto il giorno in cui il presidente mi diede appuntamento nel palazzo dellEur alle 8, che nel fuso orario di Roma corrispondono alle 5 del mattino di Milano. Questo manager di 52 anni, costretto a vivere sotto scorta, era già arrivato in ufficio alle 7.15, come ogni giorno, in tempo per convocare un quarto dora dopo i direttori dei vari dipartimenti. A quella data, dicembre 2010, aveva messo in cascina, dopo anni di passivi da brivido, un attivo di 22 miliardi di euro, oggi saliti a 23 con un patrimonio netto di quasi 41 miliardi depositati presso la Tesoreria dello Stato. Il tutto a fronte di uscite annue pari a 195,8 miliardi, che salgono a 260,8 se si conteggiano le pensioni di Inpdap ed Enpals.
Pochi sanno che lInps eroga qualcosa come 300 servizi diversi, tanto che il suo bilancio (entrate più uscite) di 574 miliardi ??? (750 ??? se si comprendono anche Inpdap ed Enpals) è il secondo dopo quello dello Stato, con unincidenza sul Pil pari al 18 per cento per il solo Inps e del 24 per cento includendo le altre due sigle previdenziali. «Si può chiudere un municipio, ma non una sede dellInps», mi disse Mastrapasqua in quelloccasione. «Se salta il nostro istituto, va a fuoco lItalia. A Terzigno, provincia di Napoli, 52 abitanti su 100 sono assistiti da noi».
A me sembra che Mastrapasqua ami più di qualsiasi altro presidente del passato quello che un tempo veniva definito «carrozzone».
Questione di imprinting: da bambino già faceva pazientemente la coda agli sportelli dell'Inps. I suoi genitori, Loreto e Rosanna, consulenti del lavoro, se lo portavano appresso negli uffici non potendo permettersi una baby sitter.
Laureato in economia e commercio con una tesi sui fondi pensione, il presidente della Previdenza sociale è nato come commercialista esperto nel risanamento di aziende decotte, specialmente romane. Ha riportato in auge il pastificio Pantanella.
Ha salvato la clinica Annunziatella.
Se nel 1998 lallora presidente della Comunità ebraica della capitale, Sandro Di Castro, e il rabbino capo Elio Toaff decisero che bisognava fare uno strappo alle tradizioni di cui sono gelosi custodi e affidarsi a lui - un goi, un estraneo - per salvare lunico ospedale israelitico dEuropa, avranno avuto i loro buoni motivi.
E par sto ospedal kive, come xela?
http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/ ... o-77418938E infatti le tre cliniche fra l'Isola Tiberina e la Magliana, che stavano chiudendo strangolate dai debiti, con un anno di terapia Mastrapasqua sono rifiorite e oggi quelli con la stella di David vengono considerati fra i migliori istituti di cura convenzionati.
Mastrapasqua è il presidente che ha strappato alle Regioni e ai Comuni il potere di concessione delle pensioni d'invalidità, lasciando alle Asl solo la visita medica. Ha ordinato di passare ai telegiornali le immagini dei finti ciechi filmati dalle Fiamme gialle mentre leggono il giornale. Ha denunciato alla Corte dei conti, alle Procure e agli Ordini di appartenenza i medici colpevoli daver attestato patologie e infermità inesistenti, chiamandoli a risponderne in solido.
In tal modo ha fatto diminuire del 20 per cento le domande di nuove pensioni e consentito la revoca di un altro 20 per cento di assegni indebitamente riscossi.
Mastrapasqua è il presidente che come capo dell'audit ha nominato un giovane generale della Guardia di finanza, Flavio Marica, andando a cercarselo a Bari, la regione dove si registra la maggior parte degli 1,2 milioni di cause contro l'Inps, circa il 20 per cento dei processi celebrati in Italia, un'abnormità che comporta un ulteriore esborso di 300 milioni l'anno per spese legali.
Mastrapasqua è il presidente che per primo ha avuto il coraggio di denunciare come nella sola Foggia sia pendente circa il 15 per cento dell'intero contenzioso nazionale dell'Inps e come tutti i 46.000 falsi braccianti iscritti nelle liste avessero fatto causa all'istituto.
Di più: sè recato di persona nel capoluogo pugliese a indagare e ha scoperto che l'ente previdenziale era costretto a difendersi da ricorsi presentati anche quattro o cinque volte da vari avvocati, o addirittura sempre dallo stesso legale, nell'interesse di un unico assistito e sempre per la medesima prestazione pensionistica. Risultato: su 122.000 cause, 25.000 sono state spontaneamente ritirate dalla mattina alla sera.
Spesso gli avvocati le avevano avviate a nome di persone morte o inesistenti.
Se cè un tecnico che avrebbe diritto a stare nel governo dei tecnici, questi è Mastrapasqua.
Per sua fortuna, e per nostra disgrazia, dovremo tenerci la Fornero.
stefano.lorenzetto@ilgiornale.it