Il fallimento del cop26 (e di Greta)
Riccardo Pelliccetti
6 novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/politica ... 1636183165
Ebbene sì, questa volta hanno ragione i giovani, almeno in parte. «Questa non è più una conferenza sul clima, è un festival del greenwashing per i Paesi ricchi», ha denunciato la pasionaria Greta Thunberg, usando un termine azzeccato, cioè lavarsi la coscienza col verde. Come darle torto. D'altronde, al Cop26 di Glasgow c'è stato un grande bla bla, ma pochi fatti concreti. Qualcosa si muove, inutile negarlo, ma appare poco rispetto all'emergenza che il pianeta si trova ad affrontare. Per uno degli obiettivi più qualificanti («consegnare il carbone alla storia») non è stato raggiunto un accordo globale. Al summit scozzese sul clima sono stati circa 40 i Paesi che hanno preso questo storico impegno ma, ahinoi, i principali utilizzatori di combustibili fossili, cioè Cina e Stati Uniti (ma anche India, Russia e Australia) si sono chiamati fuori. I toni entusiasti del ministro britannico per gli Affari e l'Energia, Kwasi Kwarteng, («la fine del carbone è in vista») non hanno un riscontro concreto, se non in piccola parte. L'obiettivo del tetto di 1,5 gradi di riscaldamento globale non è di fatto raggiungibile se i maggiori Paesi inquinatori non firmeranno l'accordo. Come pure le zero emissioni entro il 2050.
D'accordo, piccoli passi, come è stato anche per la deforestazione. Non si può pretendere che il mondo cambi da un giorno all'altro, ma almeno l'impegno a farlo in tempi ragionevoli sarebbe già qualcosa. Ma anche il vertice scozzese è stato un fallimento, inutile nascondersi. E, ieri, nella giornata dedicata ai giovani, sono stati proprio loro a urlare la propria insoddisfazione. A Glasgow sono infatti scesi in piazza, come fanno ogni venerdì in ogni parte del mondo, giorno dedicato al consueto sciopero del clima di Fridays for Future. L'invocata «giustizia climatica» e le accuse ai governi mondiali, però, non risolvono il problema. E, manifestare ogni settimana, se da un lato tiene desta l'attenzione sul tema, dall'altro non pare che produca effetti tangibili. D'altra parte, sono molti i Paesi che si sono dati una mossa, la consapevolezza dell'emergenza è concreta, ma non è pensabile azzerare le economie, con relative ricadute su occupazione e Pil, in tempi brevi. La transizione ecologica è ai primi passi e serve anche una svolta culturale. A Glasgow, il ministro Roberto Cingolani ha lanciato la proposta di cominciare dalla scuola. Non è una cattiva idea. Un programma pilota per educare e aggiornare gli insegnanti perché, ha detto, «non c'è una preparazione sufficiente ad affrontare le questioni legate alla transizione ecologica e ai cambiamenti climatici». Un altro piccolo passo.
Glasgow, accordo sul clima al ribasso
Orlando Sacchelli
14 novembre 2021
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/gl ... 1636836786
Dopo una lunga gestazione ha visto la luce l'accordo sul clima frutto della conferenza Cop26 sui cambiamenti climatici. Si chiama Glasgow Climate Pact e, viste le mirabolanti premesse, è un accordo al ribasso. Com'era auspicabile è stato sottoscritto da tutti i 197 paesi delle Nazioni Unite che hanno partecipato ai lavori, anche se, fino all'ultimo, ci sono state forti riserve da parte di alcuni e tentativi di ostacolare il risultato. Faticosa la mediazione per la stesura della bozza finale: alcuni paesi, con l'India capofila, hanno contestato l’impegno per l’abbandono graduale del carbone e dei combustibili fossili come fonte energetica.
Il delegato indiano alla Cop26 ha chiesto espressamente di modificare la formulazione della bozza di accordo sul clima. Voleva che si utilizzasse l'espressione "ridurre gradualmente" anziché "eliminare gradualmente" il ricorso all'energia derivante dallo sfruttamento del carbone.
Anche Cina e Sudafrica si sono schierate contro la graduale eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e dell'uso del carbone. Maggiore responsabile al mondo delle emissioni di CO2 nell'atmosfera, la Cina era arrivata alla conferenza sul clima con un obiettivo di zero emissioni per il 2060, più tardi rispetto agli auspici della maggior parte degli altri Paesi. Anche l’Iran si è unito a India, Cina e Sudafrica nel criticare la parte della bozza sul carbone: "Abbiamo bisogno di usare i combustibili fossili per lo sviluppo economico. Vi chiediamo di modificare questo paragrafo".
Il "testo è imperfetto" ma "c'è consenso e appoggio" sul suo contenuto, ha dichiarato il presidente della Cop26, il britannico Alok Sharma, concludendo il suo intervento. Sharma con le lacrime agli occhi ha chiesto "scusa per come si è sviluppato il processo". Ed ha aggiunto: "Abbiamo mantenuto vivo l'obiettivo di "1,5 gradi", ma "il polso è debole e sopravviverà solo se manteniamo le nostre promesse e traduciamo gli impegni in azioni rapide".
La Svizzera si è detta profondamente delusa per l’annacquamento del passaggio della bozza finale dell’accordo riguardante i combustibili fossili. Profonda delusione anche dal segretario generale dell'Onu: "Il risultato di Cop26 è un compromesso che riflette gli interessi, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo di oggi", osserva Antonio Guterres. "È un passo importante, ma non basta. È ora di entrare in modalità di emergenza. La battaglia per il clima - conclude - è la battaglia delle nostre vite e quella battaglia deve essere vinta".
L’Unione Europea ha ribadito che "avrebbe voluto andare oltre" negli idrocarburi, ma ha chiesto comunque l’approvazione del testo, sebbene le nuove modifiche fossero più deludenti rispetto alla formulazione originale.
Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell'Ambiente tedesco Svenja Schulze, che ha definito "storico" l'esito della conferenza delle Nazioni Unite. I delegati hanno ottenuto "qualcosa di veramente stupefacente", ha affermato Schulze. "Ora è chiaro in tutto il mondo che ci sarà un'uscita dal carbone e che ci sarà la fine dei sussidi ai fossili".
Poco prima della firma la presidente della Commissione Europea, Ursula Von Der Leyen, aveva twittato: "Manteniamo intatta la nostra ambizione nelle ultime ore di Cop26. È la nostra opportunità di scrivere la storia. Ancora di più, è nostro dovere agire ora. Abbiamo bisogno di impegni coraggiosi per importanti tagli alle emissioni in questo decennio e verso la neutralità climatica nel 2050".
Con il suo solito sarcasmo l'attivista svedese Greta Thunberg commenta in questo modo la fine dei lavori di Glasgow: "Ecco un breve riassunto: Bla, bla, bla. Ma il vero lavoro continua fuori da queste sale. E non ci arrenderemo mai, mai".
John Kerry, inviato degli Stati Uniti per il Clima, parla di "un buon accordo per il mondo. Ha qualche problema, ma tutto sommato è un accordo molto buono".
"Abbiamo chiesto alle nazioni di unirsi per il nostro pianeta a Cop26 e hanno risposto a quella chiamata", scrive su twitter il premier inglese Boris Johnson. "Voglio ringraziare i leader, i negoziatori e gli attivisti che hanno reso possibile questo patto e il popolo di Glasgow che li ha accolti a braccia aperte. C'è ancora molto da fare nei prossimi anni. Ma l'accordo di oggi è un grande passo avanti e, cosa fondamentale, abbiamo il primo accordo internazionale in assoluto per ridurre gradualmente il carbone e una tabella di marcia per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Spero che guarderemo indietro alla Cop26 di Glasgow come all'inizio della fine del cambiamento climatico, e continuerò a lavorare instancabilmente verso questo obiettivo".
Dei cambiamenti climatici i Paesi continueranno a parlare. I colloqui del prossimo anno sono in programma a Sharm el-Sheik, in Egitto, mentre Dubai ospiterà il summit nel 2023.
Alberto Pento
Negli anni scorsi hanno utilizzato la gretina come zimbello per galvanizzare i giovani dell'Eurasia e farli votare alle elezioni americana ed europea contro la destra repubblicana di Trump e contro quella sovranista europea, a favore dell'utopismo dogmatico e sinistrato dei verdi social democratici e comunisti, del demenziale e razzista politicamente corretto e dell'invasione dei clandestini e della mostruosa e infernale alleanza con l'Islam.