Un eroe della libertà del nostro tempo."Sono troppo vecchio per nascondermi sotto un sasso"
Giulio Meotti
19 luglio 2021
https://meotti.substack.com/p/sono-trop ... ascondermi È morto a 86 anni Kurt Westergaard, autore della più celebre delle vignette su Maometto pubblicata nel 2006 dal quotidiano danese Jyllands Posten. Lo incontrai, per Il Foglio, dopo che cercarono di ucciderlo fin dentro casa. Questo è il racconto.
“La Danimarca è troppo piccola per nascondersi”. È tornato a casa Kurt Westergaard. Un mese fa stava quasi per essere accoltellato a morte da un fondamentalista islamico penetrato in casa sua, ad Aarhus, la seconda città della Danimarca. A 75 anni Westergaard, autore della controversa caricatura di Maometto con la bomba nel turbante, effigie bruciata in tutte le piazze del mondo arabo, ha avuto la prontezza di chiudersi in una stanza sfuggendo all’ascia del killer. Kurt Westergaard è un uomo serafico, pacificato, malgrado i cinque rifugi e i tre complotti scoperti dalla polizia. Per ucciderlo arrivano da tutto il mondo. Ma mai un commando islamico era arrivato tanto vicino al più celebre dei ritrattisti danesi che hanno pubblicato le caricature del Profeta Maometto.
L’intervista è spesso interrotta perché Westergaard deve aggiornarsi con il Pet, il servizio segreto che lo protegge 24 ore su 24. Il settimanale tedesco Der Spiegel ha appena titolato sull’“ergastolo diWestergaard”. È così che il disegnatore, più vicino alla cultura sessantottina che non alla nuova destra al potere in Danimarca, ripercorre con me quei minuti di puro terrore. “Ero seduto con mia nipote nel salotto di casa, quando ho visto un giovane spezzare il vetro della porta con un’ascia. Era un ragazzo con una grande lama, ci veniva incontro nel corridoio, decisi di non contrastarlo, sarei rimasto ucciso, non avevo possibilità contro quel giovane, io sono soltanto un vecchio. La mia reazione è stata di chiudermi nella ‘stanza sicura’, suonando l’allarme. Da dietro alla porta sentivo l’uomo urlare parole violente, come ‘vendetta’. Non sapevo se la stanza avrebbe retto alla sua violenza, alla sua ascia. Poi è arrivata la polizia a neutralizzarlo. Nei giorni successivi siamo stati portati in una ‘casa sicura’. Oggi ho una protezione che soltanto il primo ministro Rasmussen necessita in Danimarca. I miei ragazzi, le guardie del corpo che portano occhiali scuri Ray Ban, sono molto gentili, discreti, fanno un grande lavoro per proteggermi. Sono fiero di averli accanto. Mia moglie ogni mattina prima di uscire mi dice: ‘Il servizio è con te oggi’. Devo accettare di aver realizzato l’unica vignetta che gli islamisti non hanno dimenticato. È un modo di vivere complicato, ma ci si abitua. E poi non è da me ripararmi sotto un sasso. Questa battaglia per la libertà d’espressione è la più importante di oggi. Non lascerò il mio paese, sarebbe la capitolazione. La resa. Molte persone mi hanno offerto riparo in Israele, in Germania, nell'isola di Faro, in Francia. Nel mio ufficio ho un pulsante per l'allarme. Una volta l'ho usato quando mi gridarono al telefono: ‘Brucia all'inferno’”.
La casa di Kurt Westergaard dopo che un terrorista è entrato in casa sua. Si è salvato chiudendosi nella stanza blindata
Nel suo “fortino”, o casa, Westergaard si sente relativamente sereno. “È vivere in quelle ‘case sicure’ che è stata la cosa più deprimente. Dipendi da piccole cose, dal tuo bagno, da quelle poche pareti. Mia moglie portò via alcune cose da casa nostra, come una candela, un dipinto, per ricreare l’atmosfera familiare”. Il vignettista rifiuta di avere paura. “Per quel che mi riguarda, ho 75 anni e questo fatto mi dà un vantaggio, ho meno paura della morte perché ho meno da perdere, avendo meno vita davanti a me. Ho difeso alcuni valori danesi che stipulano la libertà di ognuno di praticare la propria religione, ma anche la libertà di parola”. Dei dodici vignettisti danesi autori delle caricature di Maometto, soltanto Westergaard è diventato un bersaglio internazionale. Dal 2007, Kurt e la moglie Gitte hanno vissuto in clandestinità dopo che la polizia ha scoperto un complotto di matrice tunisina per assassinarlo. Due musulmani americani sono stati arrestati a Chicago. Stavano andando ad assassinare Westergaard. Poi i talebani pachistani hanno tentato di buttare giù l’ambasciata danese a Islamabad. Alberi spezzati, corpi smembrati, un cratere di dieci metri. Il dottor Ayman al Zawahiri, numero due di al Qaeda, ha detto: “Incito ogni musulmano che possa farlo a colpire la Danimarca in difesa del Profeta”. Chiedeva il “castigo” per la vignetta satirica su Maometto fatta da Westergaard. Abu Yehya al Libi, capo di al Qaida in Afghanistan, in un video si augura che “Allah tagli le sue mani”. Il religioso pachistano Mohammed Yousaf Qureshi ha annunciato che pagherà fino a un milione di dollari chi gli porterà la testa del vignettista. Molto di più di quanto gli americani abbiano offerto per i capi di al Qaida in Iraq. Anche il defunto leader talebano Dadullah aveva posto su di lui una ricompensa di cento chilogrammi d’oro.
La persecuzione ha avuto ripercussioni anche sul resto della famiglia Westergaard. Sua moglie Gitte se ne è andata dall’asilo dove lavorava perché avrebbe messo a rischio la vita dei bambini e dei colleghi. Ci sono 81 Westergaard in Danimarca e molti di loro hanno ricevuto minacce di morte al telefono, fino al punto di dover essere spesso protetti dalla polizia, sebbene non abbiano che il cognome in comune con il vignettista. Una volta lo hanno trasferito all’Hotel Radisson di Aarhus, ma dopo tre settimane ha dovuto abbandonarlo per i pericoli che la sua presenza poneva agli altri ospiti. “Per fortuna ho sempre avuto il sostegno della mia famiglia, mia moglie ha avuto seri problemi al suo lavoro all’asilo. Il mio parrucchiere, un turco, ha smesso di farmi i capelli perché la sua famiglia ne sarebbe stata ‘disonorata’”. Ora, di ritorno a casa, Westergaard si vede costruire un padiglione in cui i poliziotti possono risiedere, presenza fissa dopo l’attentato.
Westergaard dice di avercela soprattutto con la “classe intellettuale”. “Io provengo dalla cultura liberal relativistica, ma i relativisti di oggi non accettano la battaglia in corso, sono vittime di un’autentica paranoia intellettuale, mentre di fronte hanno una cultura che si basa sull’onore e il rispetto, seppur in una forma distorta. La sinistra, l’eredità del socialismo, è impegnata soltanto a bere caffè e nella coltivazione del relativismo culturale. La Danimarca ha dato moltissimo ai poveri di tutto il mondo, siamo un faro della solidarietà internazionale. I musulmani non avevano nulla quando sono arrivati qui e noi gli abbiamo dato tutto, case, scuole, soldi, moschee. Avevano la miglior prospettiva e i danesi oggi si chiedono perché non ci sia in loro alcuna gratitudine e rispetto per la nostra tradizione democratica occidentale. Nella secolarizzazione danese i musulmani potevano godere di ogni libertà religiosa. Ma hanno rigettato lo spirito democratico. Una parte dell’islam può essere usata come ispirazione per uccidere le persone. Può essere l’arma dei fanatici. Ci sono fanatici ovunque, in Italia c’erano le Brigate rosse. Penso che la vasta maggioranza dei musulmani sia onesta, gente che lavora e vuole un futuro per sé e i propri figli”.
L’abitazione ad Aarhus, dove vivono i Westergaard, sembra un’anonima casa nordeuropea di periferia. “Dentro è una fortezza, con telecamere di sicurezza e finestre blindate”, prosegue Westergaard. “Sarebbe molto più difficile se nella mia situazione ci fosse un ritrattista più giovane. Sono vecchio, non mi ridurranno al silenzio. Nel febbraio di due anni fa, la polizia danese ha scoperto un complotto per assassinarli, i killer sarebbero entrati a casa mia e mi avrebbero ucciso a mani nude. Da allora vivo sotto protezione e penso di restarci per il resto della mia vita. Una vignetta è un’idea fatta di poche linee. La mia vignetta rappresentava la libertà d’espressione. Per me quella caricatura fu un normale giorno di lavoro. Non mi dispiaccio, anche se ci sono state conseguenze. Ho fatto il mio lavoro. La vignetta l’ho costruita sotto l’emozione delle Torri gemelle, delle bombe di Madrid e di Londra, ho lavorato sotto la spinta di questi eventi e così ho creato Maometto con la bomba. E per me è la caricatura che illustra l’uso della religione a fini bellici, l’islam piegato per uccidere esseri umani. Siamo ancora nella turbolenza del conflitto fra le due culture, dobbiamo sorpassare questa marea e un giorno la vignetta spero venga ricordata in un grande film o un grande libro come la cosa che ha provocato questo grande dibattito. Non potremo ignorarla in futuro, per la Danimarca ha avuto conseguenze felici perché stiamo discutendo della libertà e della democrazia”.
La campagna d’odio scatenata dalla umma islamica ha trasformato Westergaard in un “ratto all’inferno”, come ripetono orgogliosi i fondamentalisti islamici. Un sistema di allarme gps lo segue ovunque vada, in modo che la polizia sappia sempre dove si trovi. Fino a oggi Westergaard ha guidato nove automobili diverse e ha vissuto in dieci appartamenti. “Se avessi avuto il vizio di bere, mi sarei ubriacato ogni notte. Non sono un uomo particolarmente coraggioso, se il paese venisse occupato non mi metterei a fare sabotaggi, me ne starei seduto a disegnare. Ma non è giusto essere minacciati perché hai fatto il tuo lavoro. La mia vignetta era il tentativo di far luce su quei fanatici che giustificano le bombe, gli omicidi e altre atrocità con i versetti del Profeta. Se così tanti musulmani pensavano che la loro religione non approvava simili gesti, avrebbero dovuto alzarsi e dichiarare che questi violenti falsificavano il vero islam. Invece pochi lo hanno fatto. La questione delle vignette è il barometro decisivo dei valori del nostro tempo. Nonostante il prezzo che ho pagato, sono quindi certo di aver fatto la cosa giusta”.
Westergaard chiude l’intervista portando a esempio un suo predecessore, il vignettista danese Hans Bendix, che faceva satira sui nazisti e che fu messo a tacere dall’allora governo danese che non voleva “provocare” la Germania. “La democrazia non funziona senza la libertà di parola”, ci dice Westergaard. “Abbiamo la libertà d’espressione perché abbiamo combattuto per essa. Abbiamo già tentato la via dell’appeasement negli anni Trenta, quando cessammo di fare vignette su Hitler e i nazisti. Hitler era al potere in Germania quando nel 1933 un vignettista danese di nome Hans Bendix fece caricature su Hitler e il nazismo, profetizzando la distruzione del mondo. La Danimarca chiese di fermare queste vignette satiriche, lo minacciò di lincenziamento da un giornale socialdemocratico. Fu l’inizio dell’interferenza della politica nelle vignette danesi che prosegue fino a oggi. Fu anche l’inizio dell’appeasement verso la barbarie. La Danimarca fu occupata dai nazisti nella Seconda guerra mondiale. E per me l’esempio di Bendix vale ancora oggi, con la differenza che il governo danese non ha chiesto di fermare i vignettisti. C’è semmai un problema di classe intellettuale, scrittori e giornalisti, fra di loro c’è sempre più paura, alcuni non vogliono pubblicare nulla che possa offendere i musulmani. E’ un male, la libertà di parola è oggi in regressione in tutta Europa. In un prossimo futuro saremo censurati da autorità islamiche in paesi fortemente antidemocratici?”.
A pentirsi, in ogni caso, Westergaard non ci pensa affatto. “Non ho alcun rimpianto, non mi pento di nulla, ho smesso di pensare a questo, l’ho fatto e ora cerco di difendere la mia scelta. Ho soltanto fatto il mio lavoro. Era anche il mio dovere. Pablo Picasso un giorno incontrò un ufficiale tedesco nel sud della Francia dopo la distruzione di Guernica. Quando l’ufficiale capì con chi stava parlando, gli chiese: ‘Ah, dunque sei tu ad aver realizzato Guernica?’. Picasso replicò: ‘Non sono stato io, ma tu’. Allo stesso modo io ho reagito con questa vignetta a quello che ho visto dopo l’11 settembre”.
E sorridendo, su una nota pessimistica. “L’autocensura sta prendendo piede, la gente ha paura di scrivere e di dire quello che pensa. Oggi la mia vignetta non verrebbe pubblicata da nessun giornale”.
Criticare l'Islam è una necessità vitale primaria, un dovere civile universale prima ancora che un diritto umano;
poiché l'Islam è il nazismo maomettano.
Non va solo criticato ma denunciato, contrastato, perseguito e bandito.http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=2811 La blasfemia vera è quella che sta alla base delle religioni, ossia la presunzione sacrilega di detenere il monopolio di Dio, dello Spirito Universale;
questa blasfemia è la fonte di ogni male, specialmente laddove questa presunzione demenziale si accompagna alla mostruosa e disumana violenza coercitiva.
L'odio e la violenza sono intrinseci all'Islam, a Maometto e al Corano, vanno denuciati, perseguiti e banditi come il male assoluto.
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 6248299139 Apostati dell'Islam, eroi dell'umanitàhttp://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 188&t=1922 https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1143583218 https://www.facebook.com/permalink.php? ... 0147022373 Je suis Theo van Gogh - Je suis Charlie Hebdo - Je suis Magdi Allam - Je suis Asia Bibi - Je suis Mila - Je suis Samuel Patyviewtopic.php?f=205&t=2920 https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674 L'Islam è una merda?
Sì e planetaria ma non solo è anche una minaccia e una mafia mondiale, una mostruosità, un male assoluto per l'intera umanità.
Nessuna offesa quindi, nessun oltraggio, nessun insulto perché è la pura e semplice verità.
Merda è il nome figurato perfetto per indicare ciò che è ributtante, schifoso, orripilante, da rifiutare, rigettare, scartare, ciò che è disgustoso, velenoso, tossico, demenziale che fa del male, che terrorizza, che manca di rispetto, che disumanizza, che induce all'odio, alla discriminazione, al razzismo, al suicidio, all'omicidio, alle guerre civili e allo sterminio, che porta orrore, terrore e morte.