I muri, le porte e i confini o frontiere sono cosa naturale e universale, sensata, buona e giusta, sopratutto necessaria e vitale."Le frontiere aperte non sono sostenibili"Giulio Meotti
30 settembre 2021
https://meotti.substack.com/p/le-fronti ... ostenibili"L'immigrazione è dura. Lo è sempre stata perché, da un lato, penso che siamo naturalmente un popolo che vuole aiutare gli altri. Allo stesso tempo, siamo uno stato nazionale. Abbiamo confini. L'idea che possiamo semplicemente avere confini aperti è qualcosa che ... in pratica, è insostenibile”.
A parlare così non è solo Viktor Orbán, che ha appena organizzato a Budapest una conferenza internazionale su immigrazione e demografia, ma Barack Obama in una intervista alla ABC, la quale ha pensato bene di tagliare le parole di Obama contro i confini aperti nella messa in onda.
La Casa Bianca di Joe Biden ha dovuto dichiarare di essere d’accordo con Obama, “le frontiere aperte non sono sostenibili”, dopo che 30.000 migranti sono entrati dal Messico in appena dieci giorni. La sinistra del Partito Democratico attacca Biden, paragonandolo a Trump (ma non ci sono i giornali mainstream a gridare alle sue “gabbie”).
In Francia sull’immigrazione si decideranno le prossime presidenziali.
Il nuovo libro di Eric Zemmour, di cui nella newsletter per primo in Italia ho pubblicato un lungo estratto, vende 10.000 copie al giorno. Nessun saggio ha mai riscosso lo stesso successo. Stampate già 400.000 copie di La France n'a pas dit son dernier mot e 150.000 quelle vendute in due settimane. “Con il Corano della Mecca ti brucerò”. Questa l’ultima minaccia di morte per strada rivolta a Zemmour, racconta Le Figaro. La sua scorta è intervenuta. Il polemista era già stato vittima di un'aggressione un anno fa a Parigi.
Senza ancora annunciare la propria candidatura, Zemmour è molto in alto nell'ultimo sondaggio in vista delle presidenziali e minaccia di scalzare Marine Le Pen come principale candidato contro Emmanuel Macron, racconta il Financial Times. Zemmour sarebbe al 13 per cento delle intenzioni di voto per il primo turno di aprile, con Le Pen crollata al 16. E per fermare Zemmour, Macron si sposta ogni giorno più a destra. Il suo governo ha annunciato una forte riduzione del numero di visti che la Francia concederà a Tunisia, Algeria e Marocco. Zemmour ha risposto beffardamente sulla tempistica a sette mesi dalle elezioni. “Improvvisamente il governo moderato di Emmanuel Macron adotta i metodi degli estremisti”, ha detto Zemmour. Ma è il grande bagno di realtà dei globalisti.
Zemmour ha superato nei sondaggi tutti i candidati minori di destra e di sinistra, da Anne Hidalgo, sindaco socialista di Parigi, al leader della sinistra Jean-Luc Mélenchon, che prevede lo stesso tipo di scenario di Zemmour, la “creolizzazione” della Francia. E ora Macron, racconta Le Monde, non esclude di doversi confrontare con Zemmour al secondo turno.
Al di là di quello che sarà il risultato, saranno le elezioni presidenziali francesi più a destra di sempre a causa di quello che lo storico Georges Bensoussan nella mia intervista di ieri definisce “il grande choc demografico-migratorio”. I Socialisti a lungo al potere sono scomparsi, la “moderazione” è incarnata da Macron che per vincere deve sembrare di destra e a destra ci saranno Le Pen che propone un “referendum sull’immigrazione”, uno fra i candidati dei Repubblicani ex gollisti, la meteora Zemmour e anche Michel Barnier, l’ex eurocommissario che ha negoziato la Brexit, un altro globalista che ora propone niente meno che una moratoria dell’immigrazione. “Penso che dobbiamo impiegare tre o cinque anni per sospendere l'immigrazione”, ha detto Barnier all'emittente pubblica France 2. Il politico francese ha affermato che ci sono "collegamenti" tra immigrazione e "reti terroristiche che si infiltrano nei flussi migratori". Alla domanda se i suoi commenti mettano in discussione la sua reputazione di “moderato”, Barnier ha concluso: “I problemi dell'immigrazione non sono moderati”.
Qualcuno avverta i politici del nostro paese, la cui unica politica migratoria è ormai solo quella di lasciar entrare chi viene. E infatti in un giorno sbarcano in 700 a Lampedusa, ma i tg di regime si “dimenticano” anche di dare la notizia.
Cosa fare, dunque? C’è un modello di democrazia occidentale che è riuscita a gestire il fenomeno.
Sette anni fa, il governo australiano suscitò critiche per aver pubblicato un annuncio volto a dissuadere i richiedenti asilo dal recarsi illegalmente nel paese. "Assolutamente no!", recitava il volantino. "Non farete dell'Australia la vostra casa. Se salirete su una imbarcazione senza visto, non finirete in Australia. Qualsiasi nave che cerchi di raggiungere illegalmente le coste australiane sarà intercettata e ricondotta in condizioni di sicurezza al di fuori delle acque territoriali australiane." Era un messaggio durissimo, ma ha funzionato. Le Nazioni Unite hanno appena attaccato l’Australia per la sua linea dura, dicendo che ha respinto 38 navi in mare.
"Gli europei pensano che in Australia sia facile controllare i nostri confini, ma accampano solo scuse per non fare nulla", ha detto il generale in pensione dell'esercito australiano Jim Molan, ideatore della politica australiana in materia di asilo. Tutto ebbe inizio con la "vicenda della nave Tampa". Nel 2001, l'Australia impedì l'approdo a una nave norvegese che aveva salvato centinaia di richiedenti asilo nell'Oceano Indiano per condurli in territorio australiano. L'allora ministro dell'Immigrazione, Philip Ruddock, avvertì gli australiani che diecimila persone provenienti dal Medio Oriente si preparavano a imbarcarsi in Asia alla volta dell'Australia. Il governo australiano ignorò la richiesta delle Nazioni Unite di consentire ai profughi di mettere piede sull'isola. L'opinione pubblica appoggiò il governo. Da allora è la politica di tutti i leader australiani, di destra e di sinistra.
L’alternativa è aprire le frontiere, abbracciare l’umanitarismo e scomparire come popolo, paese e cultura nel grande calderone multiculti della storia. È “sostenibile”?
L'Europa centrale vuole i muri. E l'Ue va in crisiGianandrea Gaiani
12 ottobre 2021
https://lanuovabq.it/it/leuropa-central ... a-in-crisiNon solo i Paesi di Visegrad dell'Europa ex Patto di Varsavia, ma anche i Paesi Baltici, l'Austria, la Grecia, Cipro e la Danimarca: quando dodici Paesi dell'Ue chiedono di erigere barriere fisiche contro l'immigrazione clandestina, Bruxelles non sa che rispondere. I Paesi occidentali, più colpiti dal fenomeno, puntano ancora all'inclusione.
La frontiera chiusa fra Lituania e Bielorussia
La richiesta presentata l’8 ottobre da 12 Paesi dell'Ue alla Commissione Europea di modificare il codice delle frontiere di Schengen per consentire agli Stati di erigere "barriere fisiche" per proteggere i confini esterni dell'Unione, finanziate dal bilancio Ue, è stata sostenuta dalla presidenza slovena del Consiglio Ue.
Nella lettera si chiede alla Commissione di consentire “agli Stati membri di agire rapidamente e proporzionalmente alla minaccia, in difesa della loro sicurezza nazionale e dell'intera Ue", sostenendo che "in pratica la sorveglianza delle frontiere non impedisce alle persone di tentare illegalmente valichi di frontiera e sarebbe quindi utile integrarla con ulteriori misure preventive".
"La barriera fisica sembra essere un'efficace misura di protezione delle frontiere che serve l'interesse dell'intera Ue. Questa misura legittima dovrebbe essere ulteriormente e adeguatamente finanziata dal bilancio dell'Ue in via prioritaria. Per garantire una risposta efficace e immediata alla strumentalizzazione dei flussi migratori, abbiamo bisogno di soluzioni europee senza indugio. Siamo convinti che sia più pertinente e sostenibile concentrarsi in modo proattivo su una maggiore protezione delle frontiere, standard comuni per la sorveglianza delle frontiere esterne e la prevenzione degli attraversamenti illegali. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti che ci permettano di evitare, piuttosto che affrontare in seguito, le gravi conseguenze di sistemi migratori e di asilo sovraccarichi e capacità di accoglienza esaurite, che alla fine influiscono negativamente sulla fiducia della popolazione nella nostra capacità di agire con decisione quando necessario".
Per i 12, cui va aggiunta la Slovenia che ha la presidenza di turno del Consiglio, andrebbe finanziata con fondi Ue anche una barriera lungo la Green Line a Cipro, che non è un confine esterno dell'Ue perché Bruxelles non ha mai riconosciuto l'occupazione turca della parte settentrionale dell'isola. La lettera, rivelata da Eu Observer, è firmata dai ministri di Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovacchia. Certo nella lista non sono presenti gli Stati che fondarono la Ue, per lo più dell’Europa Occidentale e che soffrono l’immigrazione illegale più di ogni altro, ma continuano a puntare su accoglienza e inclusione, ma al tempo stesso è evidente che tra i firmatari non vi sono solo le quattro nazioni del cosiddetto Gruppo di Visegrad ma, di fatto, la metà degli Stati membri dell’Unione.
Ci sono Paesi mediterranei, come Cipro e la Grecia che subiscono la pressione dei clandestini alimentata dalla vicina Turchia, come le nazioni europee poste lungo la cosiddetta “rotta balcanica” ma anche la Danimarca governata dal premier socialdemocratico Mette Fredriksen. La proposta non piace alla Commissione sul piano dei principi, poiché intende sostenere l’idea di un’Europa che blinda i confini ai popoli del terzo mondo: inoltre la Commissione non riesce a far progredire il cosiddetto “patto per le migrazioni” proposto nel settembre 2020, un pasticcio politically correct che non piace a molte nazioni poiché non ferma gli ingressi illegali né attua rappresaglie sui paesi di provenienza dei clandestini.
Va però riconosciuto che negli ultimi mesi Bruxelles ha più volte benedetto i muri eretti da baltici e polacchi ai confini con la Bielorussia per fermare i clandestini afro-asiatici (da Irak, Congo Brazzaville, Camerun e Siria) che Minsk fa arrivare sul proprio territorio per poi mandarli ai confini con l’Unione. Ma si tratta di un gesto soprattutto politico nell’ambito del braccio di ferro in corso da mesi con Minsk dopo le sanzioni imposte dalla Ue al regime bielorusso. "Abbiamo davvero bisogno - ha detto il commissario agli Affari Interni Ylva Johansson - di rafforzare la protezione dei confini esterni dell'Ue. Alcuni Stati membri costruiscono barriere e li capisco. Non ho nulla in contrario. Ma non penso che sia una buona idea usare fondi Ue", che sono "limitati" e che servono per altre cose, per "costruirle".
“Quest'estate è stata molto dura e difficile per la Lituania” ha detto il ministro dell'Interno lituano, Agné Bilotaité. “L'immigrazione illegale costituisce un attacco ibrido contro la Lituania e contro tutta l'Europa. In questa situazione servono cambiamenti nel quadro giuridico Ue e nelle politiche migratorie, perché dovremmo poter rispondere in modo più forte quando fronteggiamo attacchi ibridi di questo tipo". Il dato politico e sociale rilevante resta però quello che quasi la metà degli Stati membri della Ue pretende un impegno diretto dell’Unione per erigere barriere ai confini esterni confermando di fatto non solo quanto fossero accorte e lungimiranti le politiche varate negli anni scorsi dall’Ungheria di Viktor Orban e dalla Lega nel primo governo italiano dell’attuale legislatura.
Certo per l‘Italia il concetto di “muri” è difficilmente praticabile dovendo affrontare un’immigrazione clandestina che si muove in gran parte dalle sponde africane e turca del Mediterraneo, ma il concetto resta lo stesso: impedire l’arrivo, lo sbarco o il transito di chi non titoli per raggiungere l’Europa. In una Ue ormai in crisi profonda anche per l’autogol delle pressioni esercitate sulla Polonia, sostenuta dall’Ungheria e dal Gruppo di Visegrad, la viceda dei muri e dell’immigrazione rischia di imprimere una spallata decisiva alla stessa Commissione von der Leyen.
Il ministro dell'Interno sloveno Ales Hojs osserva che “dopo il disastro del 2015 la Slovenia ha deciso di erigere barriere, a sue spese, su parte del confine della Croazia, e continuerà a farlo in futuro. E' chiaro che, se fermiamo 14mila migranti irregolari l'anno a un confine interno dell'Ue, allora la protezione del confine esterno dell'Unione non è efficiente. Ed è nostro dovere proteggere i confini. La Slovenia sosterrà questa proposta". Le critiche tedesche alla Grecia per i presunti respingimenti illegali attuati dalle autorità di Atene hanno scatenato una dura risposta ellenica.
Il ministro dell'Interno Notis Mitarachi, ha affermato che la Grecia indagherà sui "presunti respingimenti" illegali, ma "ci aspettiamo che la Commissione Europea faccia molto di più per la dimensione esterna, per la tutela dei confini esterni, per i rimpatri di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale" e per far rispettare gli accordi presi con la Turchia nel 2016. "Ogni gommone che parte dalle coste turche" viola quell'accordo”.
La questione migratoria sarà all'ordine del giorno del Consiglio Europeo del 21 e 22 ottobre ma sarebbe illusorio attendersi sviluppi di rilievo. Non si parlerà di ridistribuzione dei migranti poiché il tema è troppo divisivo, né ovviamente di respingimenti che la Ue esclude a priori ma che alcuni stati membri stanno già applicando senza esitazioni. Sarà però difficile eludere il tema della difesa dei confini esterni, anche con i muri. Un tema che dovrebbe interessare anche l’Italia il cui governo, nonostante le dure critiche interne ed esterne alla maggioranza, continua però ad accogliere chiunque paghi criminali per raggiungerlo col risultato che i flussi verso l’Italia sono aumentati del 208 per cento rispetto allo scorso anno. Solo dal mare sono sbarcati in 49 mila, il doppio del 2020 e sei volte tanto il numero di clandestini sbarcati nel 2019.
Polonia: il Parlamento dà l'ok alla costruzione del muro e ai respingimenti alla frontiera14 ottobre 2021
https://www.rainews.it/dl/rainews/artic ... aa5a0.htmlIl Parlamento polacco ha dato il via libera al piano del governo per costruire un muro per impedire ai migranti di attraversare il confine, un progetto da 353 milioni di euro.
I deputati hanno anche approvato un emendamento che legalizza la controversa pratica dei respingimenti alla frontiera e consente di ignorare una richiesta di asilo formulata dopo l'attraversamento illegale della frontiera stessa.
Organizzazioni non governative hanno accusato l'esecutivo polacco di respingere i migranti bloccati alla confine, rimandandoli verso la Bielorussia, accusata da Varsavia di incanalare il flusso migratorio e usare i migranti come ritorsione per le sanzioni Ue contro Minsk.
L'imposizione dello stato d'emergenza nella zona del confine impedisce alle organizzazioni umanitarie di accedere e aiutare i migranti. Negli ultimi mesi sono state sette le persone morte lungo il confine orientale dell'Unione europea.
Invasione criminale della Poloniaviewtopic.php?f=194&t=2979 Invasione della Polonia, questi sono criminali (comprese le donne e i bambini al seguito), gente senza alcun rispetto e riguardo, ... pieni di violenza da trattare come si meritano con altrettanta se non maggiore violenza per più che legittima difesa.
Questi non sono fratelli, questi sono nemici feroci e mortali, questi sono nazi maomettani assai peggiori dei nazisti hitleriani.
Per questa umanità senza alcun rispetto umano e malvagia al massimo grado che vuole introdursi con la violenza, la frode e la prepotenza nei paesi altrui, umanità che non è in alcun modo diversa dai ladri, dai truffatori, dai rapinatori, dai predoni assassini e sturpatori, da un esercito armato di invasori che vuole occupare il tuo paese, predarti e ridurti in schiavitù se non ucciderti, non provo alcuna umana compassione.
Per questa umanità criminale provo solo avversione, profondo disprezzo e odio assoluto, nessun sentimento di solidarietà, nessun desiderio di accoglienza ma unicamente un assoluto rifiuto e una assoluta volontà di respingimento con ogni mezzo e ad ogni costo.