11) responsabilità storiche della persecuzione degli ebrei e della Shoah e demonizzazione dell'Europa e dei nazionalismi europei e USA attraverso l'uso strumentale dell'antisemitismo e del razzismo attribuiti criminalmente/calunniosamente a chi antisemita e razzista non è.Ricordare o negare gli ebrei morti e maltrattare quelli vivi uccidendoli di nuovo, no grazie!Io preferisco amare e stare con gli ebrei vivi e la loro terra di Sion Israele
viewtopic.php?f=197&t=2894 https://www.facebook.com/permalink.php? ... 7003387674 No all'uso improprio strumentale e pretestuoso dell'Olocausto o Shoà
No all'uso improprio strumentale e pretestuoso dell'Olocausto o Shoà per demonizzare il sionismo, gli ebrei di Israele e il loro paese e stato israeliano paragonandoli ai nazisti hitleriani nei confronti dei palestinesi, quando in realtà avviene proprio il contrario e i cosidetti palestinesi in realtà sono solo nazi maomettani che voglio cacciare e sterminare gli ebrei e distruggere Israele.
No all'uso improprio strumentale e pretestuoso dell'Olocausto o Shoà per demonizzare l'Europa, le destre europee, i sovranisti, i civilizzazionisti e identitaristi che difendono i loro diritti umani naturali e universali, civili e politici.
No all'uso improprio strumentale e pretestuoso dell'Olocausto o Shoà con paragoni impossibili inappropriati per giustificare, sostenere e promuovere l'invasione scriteriata e indiscriminata dei clandestini (e dei presunti e non: poveri, oppressi, ultimi, rifugiati) dall'Asia, dall'Africa e da ogni dove.
Due studenti americani su tre non sanno niente dell’olocaustoIl Segretario Generale dell’ONU denuncia una cosa spaventosa e cioè che i due terzi dei giovani americani non sa cosa sia l’olocausto ebraico. Ma quello che veramente spaventa è la crescita incontrollata dei gruppi neonazisti
26 Gennaio 2021
https://www.francolondei.it/due-studenti-americani-su25 Gennaio 2021-tre-non-sanno-niente-olocausto/
Quando ieri il Segretario Generale dell’ONU ha detto che due studenti americani su tre non sanno niente dell’olocausto non volevo crederci.
Così sono andato a risentirmi bene il discorso tenuto da Antonio Guterres in una sinagoga di New York in occasione del 76° anniversario della liberazione di Auschwitz, cioè nel giorno dedicato al ricordo.
Beh, se due terzi dei ragazzi americani non sa che i nazisti uccisero scientemente e con deliberata ostinazione e freddezza più di sei milioni di ebrei, allora cari amici possiamo alzare bandiera bianca. Il ricordo è andato perduto o, quantomeno, è su quella strada.
Guterres è andato anche oltre e ha lanciato una iniziativa per la formazione di una alleanza globale contro l’ascesa del neo-nazismo.
Il capo delle Nazioni Unite ha sollecitato anche un’azione internazionale “per combattere la propaganda e la disinformazione”, operazione assai ardua visto quello che fanno passare i social network sull’antisemitismo e sul razzismo.
Ora, io rispetto moltissimo Antonio Guterres per quello che ha fatto come Presidente del Consiglio Europeo e, soprattutto, come Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati dove non ha mai usato la retorica e ha sempre fatto seguire i fatti alle parole.
Ma questa volta temo che, nonostante le sincere intenzioni, sia andato leggermente oltre, non tanto per l’idea che è buonissima quanto piuttosto perché in molti casi chi controlla l’informazione sono gli stessi che a vario titolo e in modi diversi stanno dietro ai grandi gruppi neo-nazisti.
Vi siete mai chiesti come mai per far chiudere un gruppo neo-nazista su Facebook ci vogliono mesi o persino anni? Su Twitter poi è praticamente impossibile.
Steve Bannon ha potuto inondare il web di fake news razziste per interi anni, sui social e su diversi siti web ai quali nessuno è andato a chiedere conto di quello che pubblicavano o sono andati dai loro provider per farli chiudere.
E non vi fate ingannare dall’apparente retromarcia dei social media su Donald Trump. Lo hanno silenziato solo perché ormai si era politicamente suicidato ed era ormai alla fine. I grandi gruppi che per anni hanno veicolato i messaggi dell’ex Presidente e, soprattutto, i messaggi razzisti e antisemiti, sono ancora tutti online. Come sempre.
E per tornare all’incipit, è spaventoso che i due terzi dei giovani americani non sappia nulla dell’olocausto, spaventoso ma non incomprensibile quando ancora oggi dopo oltre 70 anni dal genocidio ebraico ci sono gruppi politici o che fanno capo a movimenti politici che non solo negano quanto successo, ma che riescono persino a giustificarlo. E se l’informazione non aiuta…
Alberto PentoCerto conoscere la storia fa sempre bene, ma la storia vera e non manipolata per dare contro a qualcuno.
Come è demenziale accusare gli ebrei di oggi delle eventuali responsabilità e colpe di una parte degli ebrei di duemila anni fa nel conflitto violento tra ebraismo ortodosso ed ebraismo cristiano,
allo stesso modo è altrettando demenziale accusare i cristiani e gli europei cristiani e non cristiani di oggi, di responsabilità e colpe per la Shohà e la millenaria persecuzione etnico religiosa degli ebrei da parte dei cristiani non più ebrei e dei social fascio nazisti e comunisti nel novecento.
Io (che non sono più cristiano) come la stragran parte dei cristiani e degli europei di oggi non abbiamo alcuna responsabilità e colpa per quanto accaduto nel passato agli ebrei e accusarci di essere in qualche modo responsabili è ingiusto e calunnioso, al punto che molti o alcuni potrebbero percepire queste false accuse come un'aggressione che alimenta in loro il risentimento, ingenerando avversione e odio quando queste calunnie divengono pretesti e giutificazioni per calpestare e negare i diritti umani, civili e politici dei cristiani e degli europei (cristiani e non cristiani) nei loro paesi.
Associare il sovranismo-civilismo-identitarismo che non è antisemita e antisraeliano al suprematismo bianco social fascio-nazista antisemita è una demenzialità che va ad alimentare l'antisemitismo.
Le scuse di Emanuele Filiberto su leggi razziali, le reazioni di Ucei e Cer25 Gennaio 2021
https://www.progettodreyfus.com/emanuel ... -razziali/Emanuele Filiberto di Savoia ha chiesto perdono a nome di tutto il Casato per le leggi razziali, firmate da Re Vittorio Emanuele III, suo bisnonno, nel 1938.
L’erede di casa Savoia ha porto le proprie scuse in una lettera, letta al tg5 dell’edizione serale:
“Mi rivolgo a tutti voi, Fratelli della Comunità Ebraica italiana, per esprimervi la mia sincera amicizia e trasmettervi tutto il mio affetto nel solenne Giorno della Memoria. Vi scrivo a cuore aperto una lettera certamente non facile, una lettera che può stupirvi e che forse non vi aspettavate. Eppure sappiate che per me è molto importante e necessaria, perché reputo giunto, una volta per tutte, il momento di fare i conti con la Storia e con il passato della Famiglia che oggi sono qui a rappresentare, nel nome millenario di quella Casa Reale che ha contribuito in maniera determinante all’unità d’Italia, nome che orgogliosamente porto”.
La missiva continua così:
“Scrivo a voi, Fratelli Ebrei nell’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, data simbolo scelta nel 2000 dal Parlamento della Repubblica Italiana, a memoria perpetua di una tragedia che ha visto perire per mano della follia nazi-fascista 6 milioni di ebrei europei, di cui 7500 nostri fratelli italiani. È nel ricordo di quelle sacre vittime italiane che desidero oggi chiedere ufficialmente e solennemente perdono a nome di tutta la mia Famiglia”.
Alla lettera di Emanuele Filiberto hanno risposto l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma.
Ucei ha scritto in una nota (ne riportiamo una parte):
“Oggi, dopo 82 anni il discendente, il bisnipote Emanuele Filiberto, afferma un sentimento di ripudio e condanna rispetto a quanto avvenuto. Un lasso di tempo molto lungo. Perché ora? Si tratta in ogni caso di un’iniziativa che è da ritenersi ad esclusivo titolo personale, rispondendo ciascuno per i propri atti e con la propria coscienza. Né l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane né qualsiasi Comunità ebraica possono in ogni caso concedere il perdono in nome e per conto di tutti gli ebrei che furono discriminati, denunciati, deportati e sterminati”.
Anche la CER ha risposta tramite una nota:
“Prendiamo atto delle dichiarazioni di Emanuele Filiberto di Savoia Il rapporto con Casa Savoia, nella storia e nella memoria è noto e drammatico. Ciò che è successo con le leggi razziali, al culmine di una lunga collaborazione con una dittatura, è un’offesa agli italiani, ebrei e non ebrei, che non può essere cancellata e dimenticata. Il silenzio su questi fatti dei discendenti di quella Casa, durato più di ottanta anni è un’ulteriore aggravante. I discendenti delle vittime non hanno alcuna delega a perdonare e né spetta alle istituzioni ebraiche riabilitare persone e fatti il cui giudizio storico è impresso nella storia del nostro Paese”.
Le scuse di Emanuele Filiberto sono una presa di coscienza – molto tardiva – dell’infamità delle leggi razziali, che fecero vivere gli ebrei italiani come cittadini di serie B. 82 anni sono un tempo estremamente lungo per porgere le proprie scuse. Potrebbero volercene altrettanti per accettarle o rifiutarle.
Ma il problema, non è neanche questo. La stragrande maggioranza di quegli ebrei italiani che sono state vittime delle leggi razziali non ci sono più. Noi, che ne abbiamo ereditato la memoria, non siamo nella facoltà per poter decidere se accettare o rifiutare le scuse.
Solamente chi ha subito quelle atrocità sulla propria pelle, è in diritto di farlo. Ma oggi, come già detto, la maggior parte di quelle persone non c’è più.
Non c’è più sia perché decedute di morte naturale, sia perché a ucciderle sono state proprio le conseguenze delle leggi razziali.
הדר ישראל
Sia l'ebraismo sia il cristianesimo predicano il perdono. Tuttavia. i due concetti di perdono sono profondamente diversi. La differenza è nella base del perdono. Nell'ebrasimo è la teshuvah, il ritorno [vedi dopo]. Nel cristianesimo è la confessione [dei peccati].
Secondo l'ebraismo, la Teshuvah consiste di quattro elementi: 1) Haqarath Ha-Chet - riconoscere che si è agito contro la Parola di Dio, la Torah; 2) Charathà Le-She'avar - espressione [esplicita, non implicita] di pentimento; 3) Tiqun Ha-Chet - riparare il peccato - per esempio, restituire ciò che si è rubato o pagare per esso; 4) Qabalah Le-Ha-Ba - impegnarsi sinceramente a non peccare di nuovo e assumere uno stile di vita veramente nuovo.
Il cristianesimo, tuttavia, si soddisfa con la confessione del peccato e la fede in Gesù. Propone che attraverso la fede il peccatore viene perdonato. Noi ebrei, tuttavia, non possiamo scambiare la nostra base del perdono con la loro... La Chiesa Cattolica magari ha ammesso molto in ritardo che degli ebrei innocenti hanno sofferto a causa della Chiesa. Essa quindi chiede il perdono ebraico. Tuttavia, la Chiesa non ha ancora detto che i vari papi e la Chiesa stessa avevano torto ed erano colpevoli di peccati per duemila anni di persecuzioni! Il che include anche l'istigazione da parte di preti, che fu una delle cause maggiori di tutti i pogrom, violenze carnali, assassinii, saccheggi, commessi contro di noi nel nome della Chiesa (vedi: "The History of Antisemitism", di L. Poliakov, Schocken Books, pag. 47, 180, 330). Vogliamo sentire una piena Charathà Le-She'avar - [espressione esplicita, non implicita, di pentimento] - l'espressione completa di pentimento e l'assunzione delle colpe per i peccati commessi dalla Chiesa contro gli ebrei per 2000 anni.
Inoltre, non c'è nessun Tiqun Ha-Chet [riparazione del peccato]: i crimini del Vaticano contro il nostro Popolo continuano. Perdipiú, il Papa e i suo Portavoce Vaticano aderiscono da sempre a una politica di equidistanza nel giudizio, paragonando il terrorismo arabo con l'autodifesa israeliana, al punto che un papa ha dato il benvenuto al capo terrorista e arci-assassino Yasser Arafat [le cui foto mentre baciava il papa tappezzarono i muri di Betlemme!!!] dopo la sua espulsione dal Libano da parte dell'Esercito Israeliano negli anni '80.
Perdippiù, opere d'arte e manoscritti ebraici di valore inestimabile - fra cui si dice oggetti rubati dal Secondo Tempio e i Manoscritti di Maimonide - sono tenuti nascosti nei sotterranei del Vaticano, e agli ebrei non è permesso di vederli e di certo non hanno nessuna intenzione di restituirli al nostro Popolo. Una vittima normale forse perdonerebbe un ladro che ammette di aver rubato e che il bottino è nelle sue mani, ma che rifiuta di restituirlo al legittimo proprietario? Secondo ogni tipo di contabilità, la Chiesa ha rubato miliardi di dollari di proprietà agli ebrei per secoli - tuttavia, neppure un centesimo viene offerto alle vittime, alle loro famiglie, o al loro posto allo Stato d'Israele.
Non possiamo perdonare la Chiesa anche se confessa e chiede perdono. La Chiesa Cattolica non è al livello richiesto dall'ebraismo per essere perdonati. Per noi, scambiare le nostre condizioni di perdono ebraiche tradizionali della Teshuvah con le loro, vuol dire compromettere la nostra fede con la loro - che è esattamente ciò che la Chiesa vorrebbe che facessimo seguendo la sua agenda di compromettere la religione ebraica.
Alberto Pento
Ricordare e denunciare sempre!
Ma non accusare e calunniare innocenti.
Io bianco, ex cristiano divenuto aidolo, veneto, italiano, europeo, indipendentista, identitarista e sovranista e nazionalista come Trump, Salvini e Netanyahu, assolutamente non antisemita nelle sue versioni di antigiudaismo e antisionismo/antisraelismo, rispetto alle passate persecuzioni degli ebrei e alla Shoah non ho alcuna responsabilità e alcuna colpa da scontare e da farmi perdonare.
Il demenziale Savoia che ancora aspira al trono italico, probabilmente ha qualche responsabilità e qualche colpa sulle spalle che gli pesa e di cui non potrà mai più cancellarne la macchia e farebbe meglio a tacere e a chiedere scusa senza clamore.
Vero che il male fatto non può essere cancellato però può servire come monito a non farlo più e può indurre chi lo ha fatto o che si sente in qualche modo responsabile a risarcire i discendenti delle vittime.
Anche questa è una realtà storica da considerare.
Certo ma non va dimenticato che l'antigiudaismo cristiano nasce all'interno dell'ebraismo, nel conflitto tra l'eresia ebraico cristiana e l'ortodossia ebraica non cristiana. Conflitto che portò alla morte prima del rabbino ebreo Cristo ad opera dei romani invasori e poi dell'ebreo cristiano Stefano considerato il primo martire cristiano ad opera degli ebrei ortodossi.
Da questa base poi si è sviluppato l'antisemitismo millenario dei cristiani non più ebrei etnici con le persecuzioni e la Shoah.
Poi non va dimenticato che oggi l'antisemitismo più diffuso e pericoloso è quello nazi maomettano e internazicomunista nella sua versione antisionista/antisraeliana e filo nazi maomettana palestinese, praticato anche da molti ebrei sinistrati.
הדר ישראל
Alberto Pento
puro revisionismo storico!
Non fu MAI rabbino: infatti fu cacciato dalla sua yeshivah perché si fece una prostituta pure sposata in una locanda...
POI INVEIVA SEMPRE PUBBLICAMENTE CONTRO I RABBINI (nei vostri testi i Farisei) ADDITANDOLI ALLE SPIE ROMANE, POI I ROMANI LI ARRESTAVANO, TORTURAVANO E ASSASSINAVANO!!!
Se lo ricorda PER STRADA, interpellare rabbini dicendo (con una presunzione pazzesca totalmente antiebraica!) “a voi è stato insegnato... MA IO VI DICO...” ripetuto nei vostri testi???
Insegnava IL CONTRARIO di quanto insegnato dai rabbini, dal cibo kosher allo Shabbath!
Casca male, gentile signore: sono uno storico che controlla FONTI PRIMARIE in sette lingue, compresi Ebraico, Greco e Latino!
Alberto Pento
Può darsi che lei abbia ragione però Gesù Cristo era un ebreo e non un gentile.
Io poi non sono nemmeno più cristiano essendo divenuto aidolo e le controversie interne all'ebraismo mi interessano relativamente e non ho alcun desiderio di parteciparvi aderendo all'una o all'altra parte, anche se non nascondo che preferisco il realismo dei farisei al fanatismo di Gesù Cristo che tanto affascina le moltitudini.
Certamente l'eresia ebraico cristiana fu inizialmente opera di ebrei e non di gentili.
Io poi non ho alcun sentimento antisemita e gli ebrei mi piacciono come mi piace Israele che ritengo uno dei popoli e dei paesi più umani e civili della terra.
Alberto Pento
A me dispiace tanto perché erano tutti brava gente, innocenti, buoni uomini, buone donne e buoni bambini.
Non favevano del male a nessuno però erano visti e descritti come se fossero il male più abbietto e questo ha permesso che venissero uccisi e sterminati senza pietà, come se fossero animali infetti, quando invece erano solo uomini di buona volontà tra i più umani e civili della terra.
Se fossero stati cattivi non mi sarrebbe dispiaciuto ma erano buoni, solo buoni, ed erano tutti innocenti.
Il Giorno della Memoria e la presenza di Israele
Niram Ferretti
27 Gennaio 2021
http://www.linformale.eu/il-giorno-dell ... i-israele/“L’insegnamento di questo passato ci interessa per l’avvenire, che è la sola cosa di cui ci preoccupiamo”.
Georges Bensoussan, L’Eredità di Auschwitz, Come ricordare?
Oggi ricorre la Giornata della Memoria. Il sole nero della Shoah, per citare Jean Marie Lustiger, brilla di una luce inguardabile. Sull’indicibilità di questa catastrofe unica per particolarità, organizzazione, dimensione storica, simbolica, teologica, è stato riversato un fiume sterminato di parole. Oggi l’indicibilità si trasformerà nella dicibilità dei ricordi dei pochi sopravvissuti ancora rimasti e in quella delle commemorazioni ufficiali, dei discorsi pubblici, dell’inevitabile retorica.
Il ricordo ha questa ambivalenza, mantiene vivo ciò che non è più, ma allo stesso tempo lo congela, e nel caso della Shoah lo musealizza, trasformandolo in un monumento gigantesco, in una entità ormai intangibile. All’indicibilità dell’orrore si somma il suo confinamento in uno spazio sempre più lontano, astratto.
Dalla fine della Seconda guerra mondiale ci separano 76 anni. Non sono molti. Anzi, sono un battito di ciglia nell’ampia prospettiva dei tempi storici, eppure tanti, un’intera vita individuale quasi. Il passato afferra i vivi e i morti. L’oblio non è altro che un affondamento nell’acqua della dimenticanza come sapevano i greci. Tuttavia, ricordare non può ridursi unicamente alla commemorazione, né all’afflizione ma a uno sguardo sul presente in vista del futuro, e questo sguardo non può non contemplare oggi il subdolo e allo stesso tempo ovvio riciclo dell’antisemitismo nella forma sdoganata dell’antisionismomilitante. Chiaramente l’antisemitismo tradizionale è sempre presente, soprattutto nella forma dell’ebreo visto come detentore di un potere occulto, perverso e pervasivo, ma a questo si è aggiunto ormai da cinquanta anni a questa parte la criminalizzazione dello Stato ebraico.
E’ ben nota l’obiezione degli odiatori di Israele: essere antisionisti non significa odiare gli ebrei, tant’è che vi sono ebrei antisionisti, significa semplicemente e innocentemente essere avversi alle politiche dello Stato ebraico. Obiezione assai fragile e profondamente disonesta. Fare di Israele un’entità criminale accusandolo di praticare genocidi, segregazionismi, violenze, ecc. non è altro che una trasposizione delle stesse accuse mosse per secoli agli ebrei in quanto ebrei, attraverso i libelli del sangue medioevali che li accusavano di avvelenamenti, stregonerie, sacrifici umani.
Essere antisionisti significa affermare che Israele, nato dal sionismo, non avrebbe dovuto esistere, significa affermare che lo Stato degli ebrei sarebbe nato nella colpa. Criticare le politiche di uno Stato è un conto, affermare che questo Stato non ha legittimità di esistere, unico Stato al mondo che viene accusato di questo, è ben diverso. E’ esattamente la stessa cosa che affermare che gli ebrei in quanto popolo non hanno diritto di esistere, ciò che affermava Adolf Hitler.
Lo sguardo sul passato, sulla catastrofe, non può dunque essere disgiunto da ciò che oggi è la maggiore affermazione dell’ebraismo a livello collettivo e mondiale, Israele, e su come questo Stato, con i suoi difetti inevitabili, come quelli di ogni altro Stato, di ogni aggregato umano, sia al centro di un’opera pervasiva di delegittimazione demonizzante che non ha confronto.
Così avviene che mentre si compiangono istituzionalmente i morti ebrei del passato, e li compiange quell’Europa che così poco ha fatto per impedire e arginare la catastrofe che li ha travolti, quando si tratta invece di ebrei israeliani assassinati da chi è stato istruito fin da bambino all’interno delle comunità islamiche a sentirsi dire che essi sono usurpatori o veri e propri demoni, si preferisce passare a un registro assai diverso, quando non del tutto giustificatorio, accomodante.
Oggi, buona parte della violenza che in Occidente si manifesta contro i cittadini ebrei è legata a Israele, manifestando un cortocircuito in cui l’ebreo e l’israeliano non sono altro che il retto e il verso della medesima medaglia.
Una cosa va detta senza tentennamenti. Se Israele fosse stato incapace di difendersi come furono incapaci di difendersi gli ebrei europei durante la seconda guerra mondiale, sarebbe già stato distrutto, nel 1948 e poi nel 1967 e ancora nel 1973.
La Shoah europea sarebbe proseguita in Medioriente per mano araba. Questo va tenuto fermamente a mente. Le forze distruttive che fino a 76 anni fa si sono esercitate in Europa per cancellare dalla faccia della terra il popolo ebraico, sono quelle che, in un’altra forma, hanno cercato di cancellarlo in Medioriente e vorrebbero cancellarlo ancora oggi se ne avessero i mezzi.
Non è un caso se durante gli ultimi scontri che si sono verificati tra il confine di Israele e Gaza a partire dal marzo del 2017, dalla parte di Gaza, controllata da Hamas, costola palestinese di quei Fratelli Musulmani promotori del jihadismo moderno e solerti distributori del Mein Kampf in versione araba durante la “Conferenza Parlamentare per gli arabi e i paesi musulmani” del 1938, sia stata vista garrire una bandiera palestinese con la svastica e siano stati lanciati su Israele aquiloni incendiari con lo stesso emblema.
Matthias Kuntzel, nel suo saggio seminale, Il Jihad e l’odio contro gli ebrei ha mostrato in modo incontrovertibile come l’Islam radicalizzato abbia ereditato dal nazismo non solo i suoi tropi propagandistici ma anche l’intento eliminazionista verso gli ebrei che lo animava. Hassan Nassrallah, segretario di Hezbollah, ancora nel 2002 poteva dichiaraere impunenente al Daily Star di Beirut, “Se gli ebrei si radunassero in Israele, ci risparmierebbero la fatica di cercarli in giro per il mondo”.
Senza uno sguardo proiettato sul futuro e sulla presenza di Israele, il Giorno della Memoria diventa solo uno sterile compianto davanti a una tomba per sempre sigillata.
ANTISEMITISMO: CHI SONO I NEGAZIONISTI, REVISIONISTI E COMPLOTTISTI SECONDO LE INDAGINI 2020 CONDOTTE DA EURISPAS
IL 15,6% DEGLI ITALIANI NEGA LA SHOAH
◾COMPLOTTISTI:
- La tesi secondo cui gli ebrei controllano il potere economico e finanziario vedono la percentuale superiore al centro-destra con il 33,3%, destra con il 31% e sinistra con il 17,2%.
- Per quanto riguarda l’influenza decisiva degli ebrei sulle decisioni politiche americane, la tesi trova sostegno soprattutto tra gli elettori del Movimento 5 Stelle con il 33,5%, tra quelli di destra con il 31,8% e quelli di centro-destra con il 31,8%.
◾NEGAZIONISTI E REVISIONISTI:
- La credenza che la Shoah non abbia mai avuto luogo vede la più alta percentuale, il 23,5%, tra gli elettori di centro-sinistra.
- Coloro per i quali l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente ma ha prodotto meno vittime di quanto si affermi, risultano più numerosi a sinistra con il 23,3%, mentre il 23% al centro.
Dall'accanimento della sinistra contro il Giorno della Memoria della Shoah, tutto torna!
(E vada considerato anche che queste percentuali sono riportate dai nostri seri, affidabili e assolutissimamente non faziosi giornalisti!).
Eurispes, l’antisemitismo non è stato ancora superato - Eurispes
15 Ottobre 2020
https://eurispes.eu/news/eurispes-lanti ... -superato/ «Siete idealmente i miei nipoti», così nel suo ultimo discorso pubblico la senatrice a vita Liliana Segre ha esortato i giovani a non dimenticare, affidando ai ragazzi la testimonianza della Shoah. E proprio in concomitanza con la ricorrenza del rastrellamento del Ghetto ebraico di Roma (16 ottobre 1943), l’Eurispes rilancia i risultati dell’indagine contenuta nel Rapporto Italia 2020, per richiamare ancora una volta l’attenzione sul delicato problema dell’antisemitismo, dell’Olocausto e di una pericolosa perdita della conoscenza della nostra storia più recente.
Ebrei e stereotipi: i risultati dell’indagine Eurispes. Il 15,6%% nega la Shoah
L’Eurispes ha voluto indagare dunque la diffusione e le caratteristiche degli atteggiamenti di pregiudizio e sospetto ancora oggi purtroppo associati al popolo ebraico.
Una parte minoritaria, ma comunque significativa della popolazione italiana, coltiva anche oggi pregiudizi antisemiti, fino ad arrivare a posizioni di negazionismo rispetto alla Shoah.
Rispetto all’affermazione secondo la quale l’Olocausto degli ebrei non è mai avvenuto, la quota di quanti si dicono d’accordo si attesta al 15,6% (con un 4,5% addirittura molto d’accordo ed un 11,1% abbastanza), a fronte dell’84,4% non concorde (il 67,3% per niente, il 17,1% poco). Invece l’affermazione secondo cui l’Olocausto non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto trova una percentuale di accordo solo lievemente superiore: 16,1% (il 5,5% è molto d’accordo), mentre il disaccordo raggiunge l’83,8% (con il 64,9% per niente d’accordo ed il 18,9% poco d’accordo).
Gli ebrei controllerebbero il potere economico e finanziario? Questa affermazione raccoglie il generale disaccordo degli italiani: il 76% (il 39,6% per niente d’accordo ed il 36,4% poco), non manca però chi è di questa opinione: il 23,9% (18,9% “abbastanza” e 5% “molto” d’accordo). Gli ebrei controllerebbero invece i mezzi d’informazione a detta di più di un quinto degli italiani intervistati (22,2%; il 4,3% molto, il 17,9% abbastanza), mentre i contrari arrivano al 77,7% (con un 46,4% del tutto in disaccordo). La tesi secondo cui gli ebrei determinano le scelte politiche americane incontra la percentuale più elevata di consensi, pur restando minoritaria: il 26,4%, contro un 73,6% di pareri contrari.
Complottisti e negazionisti da destra a sinistra con diverse intensità
La tesi secondo cui gli ebrei controllano il potere economico e finanziario trova accordo in percentuale superiore alla media tra gli intervistati che si collocano politicamente al centro-destra (33,3%) e a destra (31%), meno tra quelli di centro (7,7%) e di sinistra (17,2%). Risultati analoghi si riscontrano rispetto al presunto controllo dei mezzi di informazione da parte degli ebrei, su cui concordano soprattutto gli elettori di destra (30,5%) e centro-destra (29,7%), meno quelli di centro (7,7%) e di sinistra (12,4%). Per quanto riguarda l’influenza decisiva degli ebrei sulle decisioni politiche americane, la tesi trova sostegno soprattutto tra gli elettori del Movimento 5 Stelle (33,5%) e tra quelli di destra (31,8%) e centro-destra (31,8%). La credenza che la Shoah non abbia mai avuto luogo vede la più alta percentuale di soggetti concordi (abbastanza o molto) tra gli elettori di centro- sinistra (23,5%). I revisionisti risultano più numerosi della media a sinistra – per il 23,3% l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente, ma ha prodotto meno vittime di quanto si afferma di solito – ed al centro (23%).
2004-2020: in aumento chi pensa che l’Olocausto non sia mai avvenuto(dal 2,7% al 15,6%)
A distanza di oltre 15 anni, nel confronto con la prima indagine condotta dall’Eurispes su questi stessi temi, la percentuale di italiani secondo i quali gli ebrei determinano le scelte politiche americane è oggi più bassa: dal 30,4% al 26,4%. Nel 2004 per oltre un terzo del campione (34,1%) gli ebrei controllavano in modo occulto il potere economico e finanziario, nonché i mezzi d’informazione, mentre oggi la percentuale risulta inferiore ad un quarto. Aumenta invece il numero di cittadini secondo i quali lo sterminio per mano nazista degli ebrei non è mai avvenuto: dal 2,7% al 15,6%. Risultano in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ne ridimensionano la portata (dall’11,1% al 16,1%).
Antisemitismo: episodi violenti sono casi isolati, ma esiste il problema di un linguaggio diffuso basato su odio e razzismo. L’allarme arriva dai giovani.
Secondo la maggioranza degli italiani, i recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%). Al tempo stesso, il 60,6% ritiene che questi episodi siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.
I cittadini più giovani sono meno propensi a definire gli episodi antisemiti come casi isolati: lo fa meno della metà dei 18-24enni (46,7%) ed il 50,8% dei 25-34enni; la quota raggiunge il 55,7% tra i 35-44enni, per salire al 69,5% tra i 45-64enni ed al 68,9% dai 65 anni in su. I ragazzi tra i 18 ed i 24 anni considerano con frequenza superiore alla media gli atti antisemiti come conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo: 67,6%, a fronte di valori intorno al 60% nelle altre fasce d’età. Tra i 35 ed i 44 anni si trova la quota più alta di chi considera gli episodi antisemiti avvenuti in Italia bravate messe in atto per provocazione o per scherzo (41%); tra i più maturi, al contrario, si registra la quota più contenuta (34,1%). Sono sempre i più giovani a vedere nei reati antisemiti il segnale di una pericolosa recrudescenza di antisemitismo in Italia e non soltanto atti sporadici ed isolati: lo pensa oltre la metà (57,1%), a fronte del 49,2% dei 25-34enni, del 47,1% del 35- 44enni, del 45,4% dei 45-64enni e del 45,7% degli over65.
L’anima politica dell’italiano
Quali affermazioni esprimerebbero al meglio l’anima politica della maggioranza degli italiani? Trova un discreto consenso presso gli intervistati l’affermazione secondo cui “molti pensano che Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio” (19,8%). Con percentuali di accordo vicine tra loro seguono “gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti” (14,3%), “siamo un popolo prevalentemente di destra” (14,1%), “molti italiani sono fascisti” (12,8%) e, infine, “ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani” (12,7%). Oltre un italiano su quattro (26,2%) non condivide nessuna delle opinioni presentate, prendendo così del tutto le distanze da una certa immagine dei cittadini del nostro Paese.
Europa e Occidente, antigiudaismo/antisemitismo e Shoà
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