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Patrisse Khan-Cullors, co-fondatrice dei Black Lives Matter, ha acquistato una casa di 1,4 Milioni di dollari in un quartiere bianco di Los Angeles.
Gli introiti dell’associazione sono circa 90 milioni l’anno, quanti di questi soldi tornano alle comunità nere?BLM Co-Founder Patrisse Khan-Cullors Buys Million Dollar Home And The Streets Have Questions
Written by Ann Brown
Apr 09, 2021
https://moguldom.com/347232/blm-co-foun ... questions/ BLM Co-Founder Patrisse Khan-Cullors Buys Million Dollar Home And The Streets Have Questions. Photo: Patrisse Cullors promotes the film “Bedlam” at the Sundance Film Festival, Jan. 27, 2019, in Park City, Utah. (Photo by Taylor Jewell/Invision/AP)
Black Lives Matter co-founder Patrisse Khan-Cullors is once again getting backlash over money and BLM finances after purchasing a $1.4-plus million home in the rustic and predominately white Los Angeles community of Topanga Canyon.
Kahn-Cullors, 37, is a graduate of University of California, Los Angeles and University of Southern California who has been married for about five years to social activist and amateur boxer Janaya Khan, co-founder of Black Lives Matter Toronto, Dirt reported.
Kahn-Cullors created the #BlackLivesMatter hashtag in 2013 after George Zimmerman was acquitted in the 2012 shooting of Black teenager Trayvon Martin. The BLM movement grew tremendously during worldwide protests of George Floyd’s killing in the summer of 2020 by Minneapolis police. Donations poured in for BLM. After pressure, the organization finally revealed it had raised $90 million in 2020.
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Since launching BLM, Kahn-Cullors has been busy making deals. She published a book, “When They Call You a Terrorist: A Black Lives Matter Memoir,” in 2018. And last fall she inked a deal with Warner Bros. TV to create original programming that raises Black voices on streaming services and traditional TV channels, The Los Angeles Times reported.
With BLM growing in presence and financial power, Khan-Cullors was called on the carpet for what some have called grifting off of Black tragedy for financial gain. Due to disagreements over the running of the organization, co-founder Alicia Garza and Opal Tometi split from BLM.
Now the purchase of the $1.4 million-dollar home has resulted in more backlash against Khan-Cullors.
People are questioning why and how Kahn-Cullors is shelling out so much for a home, but the largest chunk of tweets in response to political scientist @JamelTheCreator were devoted to why she might have chosen to buy in Topanga Canyon.
“For somebody that claims to love Black people, it’s kinda strange that she chose a place to live that’s practically devoid of Black people,” a Twitter user wrote.
Some accused her of cashing in on BLM. “She capitalized on that ‘Injustice against Black People’ bag. They’ve been scamming since day 1,” another tweeted.
“This is blood money,” charged another.
https://twitter.com/KingrillaPerry/stat ... 84162?s=20 Kahn-Cullors’s new home is not quite 2,400 square feet with a three-bedroom, two-bath main house and a separate one-bedroom, one-bath guest apartment, private entry and a living room with a kitchenette, according to Dirt.
The average price for a home in Topanga is $1,419,592, according to Zillow.
Listen to GHOGH with Jamarlin Martin | Episode 73: Jamarlin Martin Jamarlin makes the case for why this is a multi-factor rebellion vs. just protests about George Floyd. He discusses the Democratic Party’s sneaky relationship with the police in cities and states under Dem control, and why Joe Biden is a cop and the Steve Jobs of mass incarceration.
"La società non è razzista". E il commissario nero all’antirazzismo diventa GoebbelsGiulio Meotti
11 aprile 2021
https://meotti.substack.com/p/la-societ ... ommissario Dopo l’abbattimento delle statue e le proteste di piazza, il primo ministro inglese Boris Johnson aveva creato la Commissione sulle disparità razziali ed etniche. Il suo presidente, Tony Sewell, insegnante ed educatore da una vita, era stato incaricato di capire se ci fosse razzismo sistemico in Inghilterra. Hanno così esaminato “le idee che non dovevano essere messe in discussione”, vale a dire “gli articoli di fede dell'industria razziale”. Nel suo rapporto, la commissione ha concluso che, sebbene la Gran Bretagna non sia ancora “una società post-razziale”, il razzismo sistemico è una balla. "La Gran Bretagna dovrebbe essere vista come un modello per altri paesi a maggioranza bianca", dichiarano.
Sewell, che è nero - solo uno degli altri 10 commissari è bianco - è stato colpito da una ondata di violenti attacchi. Si va da “Zio Tom” a un professore di Cambridge che lo ha paragonato al ministro nazista Joseph Goebbels. Un membro laburista del parlamento ha scomodato anche il Ku Klux Klan.
Sewell definisce gli attacchi come "una sorta di antirazzismo che rasenta il razzismo". Rileva una certa disperazione, "non solo nelle lobby dei neri ma nella sinistra bianca": "hanno paura del rapporto". Non è sorpreso dal veleno che è stato diretto contro di lui. Una rete di enti di beneficenza, consulenti, ricercatori, dipartimenti accademici e attivisti politici sono "letteralmente investiti" nel mantenere viva l'idea del razzismo. "Le persone hanno un interesse finanziario in quest'area e si ha la sensazione che debbano proteggere la propria base”. Alle critiche, Sewell ha risposto così parlando al Telegraph: “Quando le persone cercano disperatamente di zittirti e screditarti, devi aver detto qualcosa di vero”.
Nell’attuale delirio razziale, anche Martin Luther King sarebbe considerato un fascista.
Gino QuareloCerto ma i paesi a maggioranza nera dove dovrebbero guardare?
BRAVISSIMA FIAMMA NIRENSTEIN SUL "GIORNALE" Ugo Volli
Il Giornale, 11 aprile 2021
Fra tante vicende che dipingono di colori violacei la nuova era americana del neorazzismo antibianco tanto auspicata dagli oppositori di Trump, quella più espressiva riguarda gli aztechi. No, non è marginale:possiamo benissimo immaginarlo in qualsiasi parte del mondo, in Israele con i caananiti o i samaritani, in Italia con gli Aquitani o i Reti. Succederà: "La bianchezza (traduco così il concetto di whiteness, nda) inquina l'aria, devasta le foreste, scioglie i ghiacci, diffonde e finanzia le guerre, appiattisce i dialetti, infesta la coscienza, uccide la gente...", lo ha scritto Damon Young, collaboratore del New York Times, e lo cita Victor Davis Hanson, lo storico conservatore, in una bellissimo saggio sul razzismo antibianco.
Torniamo agli aztechi: una nuova proposta di curriculum scolastico per 10mila scuole californiane per la quale si vota proprio in questi giorni e che riguarda 6 milioni di studenti, in nome della decolonizzazione degli USA reintroduce il simbolismo azteco religioso nel nuovo programma (al voto in questi giorni) chiamato "Ethinic Studies Model Curriculum" e lo allarga dai campus americani alla scuola primaria e secondaria. Il curriculum si basa sulla "pedagogia degli oppressi" sviluppato dal teorico marxista Paolo Freire che sostiene che in primis gli studenti devono essere educati sull'oppressione per ottenerne "comprensione critica", e di conseguenza essere in grado di rovesciare i loro oppressori, cioè i bianchi. Ormai è lectio comune, sostenuta da una quantità di fake news: per esempio l'assassino di massa del Colorado è stato subito unanimemente attribuito a un "fascista bianco" a un "suprematista" per poi scoprire che si trattava di un siriano musulmano. Ma ormai anche la nipote e consigliera di Kamala Harris, Meena Harris, aveva già twittato che "gli uomini bianchi violenti sono la maggiore minaccia per il nostro Paese".
Riporta sul "City Journal" Christopher Rufo che secondo il programma californiano dunque gli insegnanti devono, come compito primario, aiutare gli studenti a "sfidare credenze razziste, bigotte, discriminatorie imperialiste, coloniali". E chi le alberga? I bianchi, che tutti quanti, che lo sappiano o meno. La società americana è accusata tutta di essere razzista, partecipe di ogni forma di oppressione e di razzismo, consapevole e inconsapevole, oggi, ieri o in qualsiasi altro tempo: essa dunque richiede, subito, oggi, una disinfezione della storia, per cui i monumenti a George Washington e ad altri padri della patria devono essere rovesciati; si deve cancellare il linguaggio, e con esso il pensiero, dei maggiori scrittori bianchi, compreso Shakespeare, Dante Alighieri (una sentina di pregiudizi razziali!) o Hemingway. Questo vale per gli artisti: Michelangelo (come si permette di rappresentare David come un giovane atleta bianco?) o Edward Hopper, secondo Tolteka Cuathtin il co-chair del Ethnic Studies Model Curriculum californiano, ma anche secondo moli altri testi in voga sono basati su "paradigmi europei etnocentrici, suprematisti bianchi (razzisti, antineri, anti-indigeni) capitalisti (classisti) patriarcali (sessisti o misogini) terepatriarcali (omofobici) e antropocentrici". Il testodi Cuathtin parla di "furto della terra, istituzione di gerarchie bianche ed europee che hanno creato ricchezza eccessiva divenuta la base dell'economia capitalista". Da essa una "egemonia" che non si è mai interrotta fino al giorno d'oggi in cui le minoranze vengono assoggettate con "la socializzazione, l'addomesticamento e addirittura la "zombificazione".
È un disegno malefico e aggressivo, la cultura monoteista giudaico cristiana (anche con la sua ramificazione pacifica musulmana), la democrazia e il liberalismo diventano i suoi rami spinosi e carichi di frutti velenosi. L'idea curiosa e totalmente priva di fondamento logico è che i contemporanei oggi avrebbero agito infinitamente meglio, e che comunque la nostra cultura è peggiore delle altre, anche quelle, come quella cinese o islamica che palesemente non consentirebbero mai a una persona di etnia e religione diversa, di governare. Sulla questione non minore della schiavitù, che è una delle principali memorie e rivendicazioni del movimento "woke" si seguita a ignorare il fatto che non c'è cultura, inclusa quella nera stessa e quella islamica, che non abbiano avuto o addirittura tuttora abbiano un versante schiavista. Tutti hanno avuto schiavi, e in realtà i primi a liberarsene sono stati i bianchi.
Cuauhtin spiega dunque, riguardo agli aztechi, che i cristiani hanno compiuto un teocidio, rimpiazzando gli dei indigeni col loro credo. La conseguenza, per lui, è che occorre oggi una resistenza di "controgenocidio" e "controegemonia" che spazzi via il cristianesimo (e immagino anche l'ebraismo) e rimetta in sella qualche dio spaventoso che appare con fauci aperte e denti acuminati sulle piramide si Teotihuacan, e a cui il nuovo curriculum suggerisce che non si dedichi solo la memoria storica, ma si canti e si preghi, coi bambini in fila che lo lodano. Un programma di canzoni indigene include "in Lak Ech affermazione" in cui si chiede al Dio Tetzkalipoka, che veniva onorato con sacrifici umani, di fare dell'orante un coraggioso guerriero. Agli altri dei si chiede uno spirito rivoluzionario e alla fine si impetra "liberazione, trasformazione, decolonizzazione".
A New York una scuola privata di Manhattan di elevato livello, la Grace Church School, va dall'asilo d'infanzia alla 12esima classe, dà agli studenti 12 pagine di guida sul linguaggio: vi si sostituiscono le parole madre, padre, genitori con "i grandi", "i compagni", "la famiglia" i guardiani". Anche i riferimenti a una casa fissa di abitazione sono cancellati. Invece di chiedere a una persona "di dove sei" o "che cosa fai" si deve chiedere "quale è la tua l’origine culturale o etnica" e "di dove sono i tuoi progenitori".
La conseguenza di questa situazione è la paura: nei campus chi non concorda con la revisione culturale razziale è sospettato di "suprematismo bianco" solo per il colore della sua pelle, con marginalizzazione e "shaming" nelle scuole, e nella cultura,con sospetti e espulsioni dal lavoro. Così anche per chi non si confà alle ideologie woke su donne, lgtb, neri, ecologia, paesi terzi. Anche Netflix, come tutta Hollywood, non produce più un film in cui non si snocciolino tutti i credo anticapitalista, anticoloniali, prodonna, eccetera eccetera... Con la conseguenza di una noia infinita. Molti scrittori e intellettuali quasi senza accorgersene percorrono la stessa strada.
Un articolo di Bari Weiss (espulsa dal New York Times) racconta un dialogo esitante e segreto di un gruppo di genitori allarmati, emarginati: "Se si sapesse che ci siamo riuniti a parlare" -dicono dalla loro riunione clandestina a Los Angeles- "potremmo riceverne serie ripercussioni". Si tratta di gente molto benestante che manda i figli in scuole milionarie. Ma qui ormai oltre alla ripetizione quotidiana di teorie anticapitaliste che rendono i figli straniti e fissati, risuona il discorso incessante sull'America come Paese cattivo, da cancellare, da ricostruire da zero. I genitori alla riunione si ripetevano che la scuola ti può espellere per qualsiasi ragione e se vieni definito "razzista" sei peggio di un assassino, e non verrai mai più accettato: "Vedo cosa sta accadendo ai miei bambini" -dice un genitore- "sono educati nel risentimento e nella paura".
La cultura del vittimismo, sta diventando distruttiva e dilagante: "A scuola un bambino nero multimilionario ha detto al mio che si sente ‘inherently oppressed’ intrinsecamente oppresso. Allora mio figlio gli ha chiesto perché, e lui gli ha detto "per via del colore della mia pelle". Questo mi ha fatto impazzire". Nel cambio dei curriculum, persino "Piccole donne" e "La lettera scarlatta" sono stati eliminati. I teorici della svolta americana, come Ibram Kendli, autore di "Come essere antirazzista" sostengono che il centro del razzismo è la negazione. Più sei razzista, più neghi di esserlo. Così, si forgiano nuove norme per cui nelle scuole americane se sei bianco e maschio non puoi mai parlare per primo anche se sai la risposta, e il ragazzo, raccontano i genitori, torna spesso a casa facendo un mea culpa per il razzismo di cui nè lui nè la sua famiglia si sono mai macchiate. I piccoli si adeguano a questa nuova realtà cambiando persino la musica preferita (in America è Beyonce) che viene decisa dall'insegnante. Si formano gruppi di "solidarietà razziale" da cui vengono espulsi i bianchi, i maschi o chi non mostra "solidarietà e compassione razziale e non possa partecipare dello sconforto, confusione, difficoltà che spesso accompagno il risveglio razziale".
Il problema razzista oscura l'uso della violenza da parte di Black Lives Matter stessa, o di Antifa, impedisce di giudicare le persone come individui e non come una razza o un genere. La scala di valori di una società liberale è stata rovesciata al punto della più assoluta confusione, il giudizio contro chi viene a priori considerato parte della agenda "suprematista" è sempre incredibilmente più aggressivo. Quando 30mila soldati sono stati dispiegati vicino a Capitol Hill dopo il disastroso attacco che ha segnato Trump per sempre, nessuno ha detto una parola; ma, dice Davis Hanson, quando Trump minacciò di mandare le truppe federali a fermare le rivolte che avevano spazzato il paese con incendi, rapine, vandalismi, 280 ex generali ammiragli e ufficiali della sicurezza hanno firmato una lettera per cui la sua minaccia era considerata dittatoriale. E' interessante che la nuova ondata razziale è guidata da elite bianche, ricche, spesso intellettuali... È sempre stato così, anche quando ero una ragazza degli anni ‘70.
Si spezza qui il sogno di Martin Luther King che sperava che un giorno ogni uomo venisse giudicato per quel che vale, e non per il colore della sua pelle. Dopo tanto lavoro della società americana e del mondo democratico c'è ancora il razzismo ed è, oggi, alla rovescia.
“Dio, aiutami a odiare i bianchi”Giulio Meotti
15 aprile 2021
https://meotti.substack.com/p/dio-aiuta ... -i-bianchi Il libro, “A Rhythm of Prayer”, è già in cima alla lista dei best seller di Amazon e del New York Times. Racconta Newsweek di oggi che all’interno della raccolta di interventi del libro c’è un brano di Chanequa Walker-Barnes, teologa e professoressa, intitolato "Prayer of a Weary Black Woman”. Inizia così:
“Caro Dio, per favore aiutami a odiare i bianchi… Voglio smetterla di preoccuparmi di loro, individualmente e collettivamente. Voglio smetterla di preoccuparmi delle loro anime fuorviate e razziste, smetterla di credere che possano essere migliori, che possano smettere di essere razzisti”.
Niente male per chi si definisce antirazzista.
Nelle stesse ore Roger Kimball, l’editore americano controcorrente di Encounter Books, sul Wall Street Journal raccontava come da Amazon a Bookshop i giganti delle vendite di libri hanno rimosso una serie di suoi titoli critici dell’ideologia transgender, come il best seller di Ryan Anderson “When Harry Became Sally”.
“In qualità di editore di quel bestseller del 2018, sono rimasto sorpreso dai rapporti secondo cui il libro di Anderson non era disponibile nella ‘libreria più grande del mondo’” scrive Kimball. “All'inizio, mi sono chiesto se ci fosse qualche errore. Ma no. È stato un atto deliberato di censura. Non hanno semplicemente smesso di vendere il libro. L'hanno inserito nell’oblio digitale, cancellandone ogni traccia dal sito di Amazon. Hanno fatto la stessa cosa presso Audible, che vende audiolibri, e AbeBooks, che vende libri di seconda mano. La decisione di schiacciare il libro di Anderson è l'avanguardia di uno sforzo più ampio per mettere a tacere il dibattito e imporre la conformità ideologica su qualsiasi questione controversa in cui i commissari della cultura hanno fatto un investimento. Non ha niente a che fare con i principi e tutto a che fare con il potere. Ci saranno più interdizioni, cancellazioni e soppressioni. Possono farlo, quindi lo faranno”.
Perché sono stati in grado di far passare anche l’idea che è in nome della tolleranza e dell’“inclusione”, ovvero nella spaventosa neolingua politicamente corretta, che si può pregare di odiare i bianchi.
Accusati di razzismo, insegnanti inglesi minacciati di morteNe parlano The Times e The Guardian.
Giulio Meotti
30 aprile 2021
https://meotti.substack.com/p/accusati- ... ti-inglesiUna scuola di Londra accusata di razzismo è al centro di un'indagine della polizia per le minacce di morte contro il suo preside. La Harris Academy a Tottenham ha emesso un avviso di sicurezza per tutto il personale, dopo che il suo preside è stato pesantemente minacciato di morte. C’è chi propone anche di pugnalare gli insegnanti su Change.org, che ospita la petizione che invitava il preside a dimettersi e che denunciava la discriminazione nei confronti degli studenti di colore e ha già raccolto 6.000 firme da venerdì. “La sicurezza degli insegnanti è messa a repentaglio dalle petizioni online contro le scuole che portano a minacce violente contro di loro”, ha affermato una delle più grandi associazioni accademiche. Un portavoce della polizia di Londra ha detto che nella zona sono state organizzate pattuglie.
Siamo arrivati a questo. Alla fatwa antirazzista, simile a quella degli islamisti che a marzo hanno costretto un insegnante inglese della Batley Grammar School a nascondersi, a finire sotto scorta e a cambiare città, dopo aver ricevuto minacce di morte per aver mostrato una vignetta del profeta Maometto durante una lezione.
A forza di dire che l’uomo bianco è un criminale di guerra a qualcuno verrà in mente di passare ai fatti.
Il nuovo oscurantismo Caratteri Liberi
Davide Cavaliere
29 aprile 2021
http://caratteriliberi.eu/2021/04/28/cu ... urantismo/ La Howard University – storica accademia statunitense nella quale si è formata l’attuale vicepresidente Kamala Harris – ha chiuso il proprio Dipartimento di Studi Classici. Omero, Cicerone, Socrate, Platone, Sofocle sarebbero troppo bianchi per gli studenti, in maggioranza afroamericani, del celebre ateneo.
L’università di Oxford, intanto, rivede il corso di storia della musica e riduce le lezioni dedicate ai compositori europei in favore della musica africana. Inoltre, impone corsi di storia non occidentale e cancella quelli di storia del Cristianesimo. Una scuola di New York ha deciso di rinominare le leggi di Newton, definizione considerata eccessivamente eurocentrica. Nel frattempo, un ateneo inglese ha avviato un corso in merito al “razzismo” del filosofo Immanuel Kant.
Alcuni anni fa, i corsi sulla storia della civiltà europea vennero eliminati dalla University of Texas perché ritenuti “intrinsecamente di destra”, come sentenziò il corpo docente. Mentre l’università di Yale restituì venti milioni di dollari di finanziamento piuttosto che reintrodurre corsi sulla civiltà occidentale.
La guerra contro la cultura classica e cristiana è in corso da decenni. I numi tutelari della cultura europea, da Aristotele a Beethoven, passando per Dante e Shakespeare, sono ritenuti intrinsecamente oppressivi in quanto bianchi, maschi e, talvolta, cristiani. È un fenomeno che ha le sue radici nella contestazione studentesca dei radicali Sixties. Gli anni Sessanta durante i quali i giovani distrussero le accademie al grido di motti come “From Plato to Nato”.
A sentire i guru della nuova ondata di razzismo contro i bianchi – intossicati dagli scritti di Foucault, Derrida, Said e Marcuse –, il grande misfatto della cultura europea consisterebbe nella sua tendenza ad assolutizzare i valori della propria concezione del mondo e dei rapporti sociali. Tale disposizione mentale sarebbe alla base del razzismo, del colonialismo e dell’imperialismo. Le vicissitudini dello spirito europeo si trovano ridotte a “violenza verso l’Altro”. Dal Liceo di Aristotele si arriverebbe diretti alla morte di George Floyd.
È la posizione sostenuta, per esempio, dallo studioso di origini dominicane Dan-el Padilla Peralta che, in tempi recenti, ha condannato gli studi classici senza possibilità di appello: essi, sostiene lo storico, avrebbero contribuito alla formazione di una “white culture” da cui sarebbero derivati il colonialismo, il fascismo e, naturalmente, il razzismo. Si tratta della trasposizione accademica del punto di vista della leader di Black Lives Matter, Tamika Mallory, secondo la quale “i bianchi, in quanto persone bianche, sostengono la supremazia bianca”.
L’ondata di odio che investe i bianchi e il loro retaggio non è solo un malinteso antirazzismo, ma un vero e proprio suprematismo nero. L’obiettivo non è solo quello di “decostruire” i fondamenti della civiltà nata dall’incontro di Atene e Roma con Gerusalemme, ma di cancellarli per fare spazio a una cultura africanocentrica, filoislamica e, in generale, orientata verso le minoranze etniche.
Dietro alla retorica dell’uguaglianza, della giustizia sociale, del relativismo si nasconde una ferocia antieuropea, anticristiana e antisemita, nutrita da un’incultura generalizzata e da un vero e proprio analfabetismo umanistico.
L’ossessione per il “genere” e la “razza” ha creato un clima soffocante e oscurantista, che mina la libertà di espressione e di ricerca. Come scrisse il grande fustigatore delle mode accademiche sessantottine, Allan Bloom: “La libertà di pensiero ha bisogno non solo, o non soprattutto, dell’assenza di vincoli legali, ma anche della presenza di pensieri alternativi. La tirannia più riuscita non è quella che usa la forza per assicurarsi l’uniformità, ma che elimina la coscienza di altre possibilità, che fa sembrare inconcepibile che siano fattibili altri modi, che cancella il senso dell’esistenza di qualcosa all’esterno”.
La tirannia del presente parla il linguaggio dell’antirazzismo.
Le università americane ora escludono i bianchiGiulio Meotti
7 maggio 2021
https://meotti.substack.com/p/le-univer ... -escludono Siamo arrivati alla segregazione e all’esclusione dei bianchi. La Cornell University, una delle università della Ivy League americana, ha introdotto un corso riservato a “neri, indigeni, latinos, asiatici o altre persone di colore”. Esclusi i bianchi.
Le università americane sono travolte da questa folle ideologia che sta producendo la classe dirigente politica, economica e culturale di domani. A Yale hanno eliminato lo storico corso di storia dell’arte perché “troppo bianco”. La Loyola University di Chicago ha dato la possibilità di saltare i tradizionali corsi di “civiltà occidentale” e iscriversi invece a “corsi di diversità”. All’Università della California gli studenti dovevano seguire un corso su Chaucer, Shakespeare e Milton, i capisaldi della letteratura anglosassone. Sono stati sostituiti con corsi su “gender, razza e sessualità”. La Howard University ha appena eliminato il dipartimento di Studi dell’Antichità, perché “suprematisti bianchi”.
Ancora nel 1970, 10 delle 50 principali università avevano un corso obbligatorio di “civiltà occidentale”, mentre 31 lo offrivano agli studenti se avessero voluto sceglierlo. Oggi, secondo un rapporto dal titolo The Vanishing West della National Association of Teachers, nessuna università americana offre quasi più simili corsi. L’Occidente è stato identificato come il Grande Satana, processato e bruciato in effigie. È la nuova guerra del mainstream e la stanno combattendo senza più nascondersi.
“Le forze che cercano di soppiantare la tradizione occidentale sono cresciute al potere da tempo” scriveva ieri Jeremy Tate sulla National Review. “Quando gli ideologi razzisti hanno rimosso Omero dal curriculum in una scuola del Massachusetts, gli insegnanti applaudirono e una addirittura disse che era ‘molto orgogliosa’ della censura. Un intero movimento di insegnanti, che opera con l'hashtag #disrupttexts, tenta di sostituire il canone occidentale. A Princeton, Dan-el Padilla Peralta, un noto storico di Roma antica, si è augurato la fine del suo campo accademico, affermando: ‘Spero che la disciplina muoia. . . e che muoia il più rapidamente possibile’”.
Come siamo arrivati a tutto questo? Lo spiega Jordan Peterson, il celebre psicologo clinico dell’Università di Toronto, in una intervista pubblicata questa settimana dal Wall Street Journal. Peterson dice che il “nulla nichilista fa il paio con il politicamente corretto”. E ricorda la famosa frase di George Orwell nella sua recensione del Mein Kampf nel 1940: “Mentre il socialismo, e anche il capitalismo in modo più riluttante, hanno detto alla gente ‘io ti offro il benessere’ Hitler gli ha detto ‘io vi offro lotta, pericolo e morte’ e di conseguenza tutta la nazione si inchinata ai suoi piedi’”.
È proprio il caso di dirlo che in America si sono inginocchiati…
Undicesimo comandamento: non criticare Black Lives MatterGiulio Meotti
24 maggio 2021
https://meotti.substack.com/p/undicesim ... -criticareUna professoressa della Mount Allison University in Canada è stata sospesa senza paga a causa delle lamentele degli studenti che il suo blog personale era "razzista" e "discriminatorio". La professoressa Rima Azar, originaria del Libano e che insegna Psicologia della salute, dovrà sottoporsi anche a un corso di "formazione su equità, diversità e inclusione" per le sue “trasgressioni”, riferisce la CBC. Queste trasgressioni includono “negare il razzismo sistemico” ed “etichettare Black Lives Matter un gruppo radicale”. “Il Canada NON è razzista” aveva scritto Azar. “Non abbiamo il razzismo ‘sistemico’. Abbiamo solo un'ingenuità sistemica perché siamo un paese giovane e perché vogliamo salvare il mondo”.
Nelle università nordamericane è dura, durissima, la vita dei professori che mettono in discussione la vulgata “neri buoni bianchi cattivi”. Un elenco imparziale dei casi rende l’idea del clima violento che si respira.
Il direttore di una delle principali pubblicazioni accademiche americane, Harald Uhlig dell’Università di Chicago, il più noto economista tedesco negli Stati Uniti, dopo che ha criticato Black Lives Matter, paragonando l’organizzazione ai terrapiattisti per via della campagna a favore dello scioglimento dei dipartimenti di polizia, è stato messo in congedo dal Journal of Political Economy, una delle cinque riviste del settore in America. Il giornalista Andrew Sullivan ha scritto a difesa di Uhlig: “E’ rivelatore che con entusiasmo questi fanatici sostengano l’eliminazione e il licenziamento di pensatori sbagliati. E’ il loro primo istinto: quello di punire. Mi fanno schifo”.
Un professore della Cornell Law School, William Jacobson, è stato censurato dal suo preside per aver criticato Black Lives Matter. Cosa aveva fatto di così terribile? Aveva chiamato i fondatori di Black Lives Matter “attivisti antiamericani che vogliono distruggere il capitalismo in un atto di vendetta”.
Una ricercatrice del Buffalo State College, Erica Cope, è stato indagine per aver detto agli studenti di essere stufa di parlare di Black Lives Matter.
Il professor Charles Negy, da ventidue anni docente di Psicologia all’Università della Florida, aveva scritto: “Il ‘black privilege’ è reale, affirmative action, borse di studio speciali e altri posti a parte, oltre a essere protetti dalle legittime critiche, un privilegio”. L’università ora vuole licenziarlo.
Tim Gordon è stato licenziato dalla Garces Memorial High School, istituto superiore cattolico di Bakersfield, in California, per aver definito “terrorista” Black Lives Matter durante i saccheggi. Si può dunque criticare il magistero della Chiesa Cattolica, ma non l’organizzazione afroamericana.
Un professore dell’Università della California, Gordon Klein, è stato licenziato per essersi rifiutato di concedere più tempo per gli esami agli studenti durante le proteste di Black Lives Matter.
Joshua Katz, un famoso classicista a Princeton, ha pubblicato un appello per la libertà di parola. “Non riesco a spiegarmi come qualcuno – persone straordinariamente privilegiate, vorrei sottolineare, professori di Princeton – diano vantaggi extra solo in ragione del colore della pelle. Fantasticare che si possa fare a meno della polizia è l’apice del privilegio. Negli Stati Uniti, grazie al cielo, la libertà di pensare è ancora un diritto, non un privilegio”. Come ha spiegato il Wall Street Journal, Katz è sopravvissuto alla richiesta di licenziamento, ma gli è stato tolto un incarico accademico.
Un preside del Vermont, racconta sempre il Wall Street Journal, è stato licenziato dopo aver pubblicato su Facebook: "Credo fermamente che Black Lives Matter, ma solo perché non vado in giro con un cartello BLM non dovrebbe significare che sono un razzista".
“Il regime della diversità sta vivendo il suo momento ‘1793’”, scrive il sociologo canadese Mathieu Bock-Côté nel suo nuovo libro La révolution racialiste. La ghigliottina non è più in uso, ma l'impulso è lo stesso a distruggere carriere, mezzi di sussistenza e reputazioni. L'ondata di dimissioni, licenziamenti, disconoscimenti e rimozioni forzate nel mondo accademico dovrebbe farci riflettere sul pericolo che correremmo anche noi se questo movimento attecchisse in Italia.