Il virus ritorna, nuovi contagi, in Israele, in Europa e nel Mondo
Oltre mille contagi in un'industria di carne della Germania
20 giugno 2020
https://www.ilgiornaledivicenza.it/home ... -1.8131982
Sono 1.029 i dipendenti dell'industria della carne tedesca Toennies risultati positivi finora al test del coronavirus. Lo ha reso noto il Consiglio della circoscrizione di Guterloh, nel Land del Nordreno-Vestfalia. L'esplosione dell'infezione aveva già portato alla chiusura delle scuole e degli asili infantili nei giorni scorsi.
Di fronte alla gravità della situazione, il ministro presidente del Land, Armin Laschet, (Cdu), non ha escluso un ritorno del lockdown a livello regionale. «Al momento l'infezione è localizzata, ma se questo dovesse cambiare - ha affermato ieri sera parlando a Duesseldorf - potrà diventare necessario anche un lockdown a tappeto nella regione».
Laschet si è detto particolarmente preoccupato dal momento che molti dipendenti dell'impresa vengono da diverse città della Vestfalia.
Coronavirus, l'Africa è una bomba a orologeria: i veri dati del contagio, ospedali travolti
Maurizio Stefanini
25 giugno 2020
https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... M.facebook
Migranti con il Covid, rischia di essere il prossimo caso del Commissario Montalbano. È Porto Empedocle infatti la vera città celata sotto la fittizia Vigàta delle storie di Andrea Camilleri. Ed è a Porto Empedocle che è sbarcata la Sea Watch con a bordo 209 migranti tra i quali 28 casi positivi. Sembra che l'origine del contagio possa essere il Camerun, dove in effetti gli ultimi dati davano 12.270 contagi e 313 vittime. Intendiamoci, è poca roba. Il tasso di malati sulla popolazione è di 463 per ogni milione di persone, contro i 7330 degli Stati Uniti e i 3950 dell'Italia. L'Africa sub-sahariana è tuttora l'area del mondo meno colpita dalla pandemia, ed è stata l'ultima a venire raggiunta. Però è stata ormai raggiunta, proprio mentre si sta arrestando in Asia Orientale, prima area di diffusione, e in Europa, che è stata la seconda area di diffusione, a partire dall'Italia.
Faccio saltare in aria la caserma dei carabinieri. Tunisino e scafista, voleva ammazzare i nostri agenti
"Faccio saltare in aria la caserma dei carabinieri". Tunisino e scafista, voleva ammazzare i nostri agenti
Secondo i dati, il Sudafrica ha ormai superato quota 100.000 contagi: ne ha 106.108, con 2102 morti. L'Egitto, che sta nell'Africa a nord del Sahara e che era stato il primo Paese a registrare un caso di Covid nell'intero Continente, ha superato quota 50.000: 58.141, con 2365 morti che sono più del Sudafrica. Vengono poi il Ghana con 14.568 casi e 95 vittime; il già citato Camerun, appunto; l'Algeria, con 12.076 casi e 861 vittime; il Marocco, con 10.693 casi e 214 vittime; il Sudan, con 8889 casi e 548 vittime; la Costa d'Avorio, con 7904 casi e 58 vittime; il Senegal, con 6129 casi e 93 vittime; il Kenya, con 5206 casi e 254 vittime; la Guinea con 5040 casi e 28 vittime; l'Etiopia con 5034 casi e 78 vittime; il Gabon con 4849 casi e 39 vittime; Gibuti con 4630 casi e 52 vittime; la Mauritania con 3902 casi e 114 vittime; la Repubblica Centrafricana con 3051 casi e 37 vittime; la Somalia, con 2835 casi e 90 vittime.
IL CASO MAYOTTE
Va citato a parte il caso di Mayotte: due isole che sono un dipartimento d'oltremare della Repubblica francese, ma che comunque sono Africa. Con 2434 casi e 31 vittime hanno 8928 casi per ogni milione di abitanti, il che ne fa in proporzione l'ottavo territorio più infettato al mondo: dopo Qatar, San Marino, Città del Vaticano, Bahrein, Cile, Andorra e Kuwait. Vengono poi il Mali con 2001 casi e 122 vittime; il Sud Sudan con 1930 casi e 36 vittime; la Guinea Equatoriale con 1664 casi e 32 vittime; lo Zambia con 1477 casi e 18 vittime; la Sierra Leone con 1347 casi e 55 vittime; la Tunisia con 1159 casi e 50 vittime; la Repubblica Democratica del Congo con 1087 casi e 37 morti; il Niger con 1051 casi e 67 vittime. Ci sono anche altri Paesi sotto quota 1000, ma probabilmente la lista già data basta. Ripetiamolo: secondo la Oms in questo momento il grande allarme è per l'America Latina, definito il nuovo grande focolaio della pandemia. Sono ormai oltre 100.000 i morti per Covid in America Latina: 100.176 per la precisione, di cui 52.788 in Brasile, 23.377 in Messico, 8404 in Perù. E i contagiati sono arrivati a 2.153.562: non solo il Brasile con 1.152.066, ma anche il Perù con 260.810 e il Cile con 250.767 hanno superato i 238.833 dell'Italia. Allarmante anche la scalata della Russia con 608.881 contagi e una crescita di 7176 in 24 ore, anche se 8153 vittime indicano un tasso di letalità ancora basso. Preoccupa la scalata dell'India, pure se il peso specifico si riduce molto quando rapportato a oltre un miliardo di abitanti: 461.828 casi e 14.577 morti. Ovviamente l'effetto maggiore lo fanno gli Usa, con 2.425.826 casi e 123.520 decessi. Nell'intera Africa sub-sahariana i 232 215 casi e 5117 morti complessivi contati dalla Oms sarebbero ancora meno rispetto ai 238.833 casi e 34.675 vittime della sola Italia. Però, va ripetuto, in Italia i dati delle ultime 24 ore erano stati di 122 casi e 18 decessi. Nell'Africa sub-sahariana parliamo invece di 7542 casi e 121 contagi. L'Unione Africana, che a differenza della Oms non separa la regione tra il nord e il sud del Sahara ma la considera assieme, sosteneva tre giorni fa che si erano già superati i 300.000 contagi: per la precisione, 306.567 (+9.215 rispetto alle 24 ore prima) con 8.115 decessi (+190 rispetto alle 24 ore prima) in 54 Paesi del continente.
RISCHIO DI RITORNO
Comunque il rischio grave è che il Covid torni indietro in Paesi dove si stava esaurendo, riportando il contagio. Per questo l'allarme cinese, per via del focolaio di Pechino. Per questo l'allarme in Nuova Zelanda, dove un contagio è riapparso dopo che l'emergenza era stata dichiarata ufficialmente concusa dal governo. Per questo l'allarme in Germania, con il focolaio del mattatoio. È quasi sicuro che l'Ue potrebbe impedire ai cittadini statunitensi l'ingresso anche dopo il primo luglio, giorno della riapertura delle frontiere esterne. «Troppi contagi». A sua volta Trump ferma gli ingressi dei lavoratori (anche italiani): stop anche a stage, scambi di studenti e ragazzi alla pari. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente avvertito che Covid-19 è una bomba a orologeria per l'Africa: quando scatterà l'innesco, il Continente non sarà in grado di far fronte al virus, soprattutto a causa della mancanza di infrastrutture sanitarie. Aveva dunque detto che l'Africa avrebbe dovuto «prepararsi al peggio». Il drammatico peggioramento della situazione in Paesi che come il Cile o il Perù all'inizio erano sembrati affrontare l'emergenza bene dimostra cosa può succedere quando un sistema sanitario va all'improvviso oltre i limiti delle sue capacità e collassa. Anche l'India è un Paese che sta ormai molto vicino ad un collasso del genere, se già non ha passato il punto critico.
Sbarcano 28 clandestini infetti: altri 46 a Lampedusa
Giugno 24, 2020
https://voxnews.info/2020/06/24/sbarcan ... lampedusa/
Un focolaio sulla Moby Zaza Da Sea Watch 28 contagiati
Maurizio Zoppi - Mer, 24/06/2020
https://www.ilgiornale.it/news/28-migra ... 72667.html
I tamponi sui migranti dopo il trasbordo. Salvini: "E volevano farli sbarcare". Musumeci: "Ci davano dei razzisti"
Sulla Moby Zazà c'è un vero e proprio focolaio. Sono in tutto 28 i migranti positivi al Covid-19 tra i 209 che la Sea Watch ha portato a Porto Empedocle e che le autorità italiane hanno deciso di far salire sulla nave disposta per la quarantena dei clandestini che arrivano sulle coste siciliane.
Tra i primi a dar conto dell'emergenza sanitaria siamo stati noi stessi del Giornale.it che, questa mattina, già segnalavano la presenza di un infetto a bordo. Qualche ora dopo, però, il governatore Nello Musumeci ha fatto sapere su Facebook che il numero dei malati è di gran lunga più alto. "Sono sulla nave in rada a Porto Empedocle – ha spiegato il governatore siciliano - soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile scorso dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’Isola, senza poterli circoscrivere e controllare. Oggi si capisce meglio quella nostra richiesta".
I contagiati sulla Moby Zaza
Gli esiti dei tamponi effettuati dalla Croce Rossa sui 209 migranti, che nei giorni scorsi sono stati salvati in acque internazionali dalla Sea Watch e trasferiti domenica scorsa sulla Moby Zazà, sono arrivati questa mattina. Ben 28 migranti sono risultati positivi al coronavirus. Uno di loro, originario del Camerun, aveva iniziato a stare male nella notte tra domenica e lunedì. Inizialmente i medici avevano pensato a un caso di tubercolosi, ma il risultato del test al Covid-19, effettuato dal laboratorio IZS di Palermo, ha fugato ogni dubbio. Tanto che già questa notte, come scritto da Sofia Dinolfo sul Giornale.it, è stata dichiarata la sua positività al nuovo coronavirus. L'immigrato è stato, quindi, evacuato e trasferito al reparto di malattie infettive dell'ospedale "Sant'Elia" di Caltanissetta dove, ormai da diverse settimane, sono ormai stati dimessi tutti i pazienti Covid.
Al momento i contagiati restano "confinati" sulla nave in rada a Porto Empedocle che è stata destinata alla quarantena dei clandestini che sbarcano in Italia. E, tornando sulle polemiche mosse dai soliti talebani dell'immigrazione contro la gestione degli sbarchi e il confinamento sulla Moby Zazà, Musumeci ha voluto far notare l'utilità di certe misure di contenimento. "Chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione", ha commentato il governatore annunciando l'attivazione di provvedimenti straordinari per affrontare l’emergenza. "Nelle prossime ore - ha spiegato - andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere assunte".
La Lega all'attacco
Il caso dei contagi tra i migranti recuperati dalla Sea Watch e portati in Italia ha fatto esplodere una accesissima polemica politicas che ha scatenato l'ira di Matteo Salvini. "Sicilia campo profughi d’Europa, complimenti Conte", ha scritto il capo del Carroccio su Facebook rinfacciando ai giallorossi di essere troppo impegnati a far campagna contro i decreti Sicurezza anziché fermare la nuova ondata di sbarchi. "Mentre il governo pensa di smontare i decreti Sicurezza e spalanca i porti - ha accusato - le ong portano in Italia immigrati positivi al Covid-19, come quello sbarcato dalla Sea Watch e ora ricoverato in Malattie infettive, e ci altri casi...".
Anche il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, ha puntato il dito contro il governo accusandolo di mettere a rischio la salute dei cittadini italiani "con il suo assurdo" motto "porti sempre aperti a tutti". Duro anche l'intervento del deputato della Lega, Paolo Grimoldi, componente componente della commissione Esteri della Camera e presidente della delegazione italiana all'Osce. "Il nostro è davvero un governo si scienziati, di geni - ha tuonato - abbiamo tenuto i cittadini italiani in lockdown per due mesi per arginare il virus, devastando la nostra economia, perdendo il 17% di pil e un'infinità di posti di lavoro, abbiamo messo l’Italia in ginocchio per spegnere i focolai e adesso questo Governo di improvvisati cosa fa? Apre i porti alle navi straniere che trasportano clandestini che ci portano il virus che sta esplodendo in Africa. Roba che nemmeno il più incallito Tafazzi avrebbe fatto...".
Lo sfogo del sindaco di Porto Empedocle
E anche il primo cittadino di Porto Empedocle, Ida Carmina, dopo la notizia di un focolaio a bordo della Moby Zaza, si è lasciato andare ad un duro sfogo all'Adnkronos. Il sindaco ha parlato di una costante esposizione all'epidemia da parte dei sui concittadini: "Il clima nel mio paese è abbastanza surriscaldato. Siamo costantemente esposti a un pericolo". Poi arriva l'affondo: "Voglio andare fino in fondo, capire cosa è avvenuto. Perché a una nave Ong è stato concesso di sbarcare a Porto Empedocle, che fino a poco tempo fa era considerato un porto non sicuro. Perché i migranti non sono stati trasbordati sulla nave-quarantena a largo, invece di arrivare sulla banchina. La mia comunità è stata esposta al pericolo di un'epidemia. Quello che accaduto è un evento che temevo".
Sea Watch, chiesto tampone per equipaggio
"L'allerta è partita dopo che un caso asintomatico è stato segnalato dal personale medico di bordo alle autorità prima dello sbarco. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle autorità sanitarie, oggi abbiamo richiesto un secondo tampone per il nostro equipaggio, che già si era sottoposto al test prima della partenza, con esito negativo". Affermano dalla Sea Watch. "Il nostro personale medico ha messo in atto il protocollo di monitoraggio dell'insorgere di potenziale sintomatologia nelle persone presenti a bordo, con relativa trasmissione dei dati alle autorità competenti - spiegano dalla ong tedesca - . Il provvedimento di quarantena ci è stato notificato ieri. Inizialmente ci siamo chiesti il motivo dell'imposizione della misura di quarantena, e non di isolamento precauzionale, in attesa di avere ulteriori informazioni sullo stato di salute dei naufraghi, dal momento che il nostro equipaggio, come previsto dal protocollo di sicurezza interno sul contenimento del rischio contagio, non sarebbe comunque sceso dalla nave. Sea-Watch ha osservato con rigore un protocollo medico di prevenzione Covid19 a bordo, prima, durante e dopo i soccorsi".
Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch inoltre tiene a precisare che: "Le persone soccorse hanno trascorso ore, talvolta giorni, ammassate in imbarcazioni fatiscenti. Quasi tutte provengono da periodi di confinamento o detenzione in massa in condizioni disumane in Libia, dove, secondo un comunicato diffuso da International Rescue Committee, i contagi di Covid19 sono raddoppiati nelle ultime due settimane".
Parole in difesa del proprio lavoro con i migranti ma che evidenziano preoccupazioni anche da parte dell'equipaggio. "Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per sviluppare e adattare le relative procedure sanitarie, non possiamo però sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo", ha aggiunto Linardi. "Il soccorso attraverso navi organizzate con personale medico e procedure idonee al passaggio di consegne alle autorità costituisce una garanzia di sicurezza rispetto agli arrivi incontrollati. Questa situazione - ha concluso - è stata finora gestita con la massima cautela e collaborazione da parte dell'equipaggio e delle autorità".
La Ong ha informato le autorità dello stato di bandiera rispetto alla situazione. L'organizzazione inoltre ha chiesto il supporto del governo tedesco in solidarietà con l'Italia.
Le parole dal Viminale
Non poteva mancare la nota del Viminale a seguito del tam tam mediatico che ha susciato la notizia e dalle critiche ricevute da numerosi politici in merito a ciò che sta avvenendo in queste ore sulle coste siciliane. Dagli uffici del ministero dell'Interno fanno sapere che: "Le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea Watch e accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del traghetto Moby Zaza, ancorato nella rada di Porto Empedocle, garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese». Così fonti del Viminale, precisando che «tutti i migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento protetto elaborate dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute".
Altri 47 migranti in sorveglianza sanitaria
Nel frattempo sulla nave-quarantena sono già in sorveglianza sanitaria altri 47 migranti di precedenti sbarchi a Lampedusa. Il gruppo di 47 si trova in un'area diversa rispetto a quella dove erano stati collocati i 210 dei 211 salvati dalla Sea Watch. Uno dei 211 - colui che è ricoverato a Malattie infettive dell'ospedale 'Sant'Elia' di Caltanissetta - non è mai salito sulla 'Moby Zazà' perché ritenendolo un sospetto caso di tubercolosi, già nella notte fra domenica e lunedì, era stato trasferito al nosocomio Nisseno.
Matteo Salvini attacca il Viminale: "Sbarchi e clandestini infetti. Il governo mette in pericolo l'Italia"
25 giugno 2020
https://corrieredellumbria.corr.it/news ... covid.html
Il leader della Lega, Matteo Salvini, attacca nuovamente in maniera frontale il Viminale. Sbarchi ed emergenza sanitaria sono ancora una volta i temi per criticare le scelte del governo. “Prima ha negato il problema-sbarchi, poi ha smentito il rischio di malattie tra gli immigrati, ora che spuntano decine di positivi al Covid afferma che è tutto sotto controllo”.
Secondo il capo della Lega "il Viminale è allo sbando: l’ultima volta che aveva mostrato tanta sicurezza era per sostenere “pochissimi contagi tra chi è arrivato in Italia”, una settimana fa. Abbiamo visto come è finita. Questo governo - conclude - mette in pericolo l’Italia”.
L’intreccio perverso di immigrazione e pandemia
Arturo Diaconale
25 giugno 2020
http://www.opinione.it/editoriali/2020/ ... al-sarraj/
La nave Ong ferma sulla banchina del porto di Porto Empedocle con 28 migranti raccolti nel Canale di Sicilia e risultati positivi al Covid-19 intreccia le due grandi emergenze degli ultimi anni. Quella della pandemia che ha messo in crisi l’economia del Paese e quella dell’immigrazione che ha azzoppato la sinistra e messo le ali alla Lega di Matteo Salvini. Il problema che la nave oggettivamente pone è come affrontare una nuova ondata di flussi migratori provenienti dalle coste del Nord Africa portatori di nuove ondate di coronavirus?
L’interrogativo non ha fatto neppure capolino nel corso degli Stati generali dove si è discusso di tutto e non è stato deciso nulla. In compenso, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha dato notizia di aver avviato la realizzazione di un nuovo accordo con il governo libico di Fayez al-Sarraj contenente più tutele per i diritti umani dei migranti ed il rinnovato impegno dell’Italia nel sostegno ad una Libia non divisa tra Tripolitania e Cirenaica ma unita e sovrana.
Ma la risposta alla doppia emergenza, posta dalla nave ferma di fronte alla costa siciliana, può essere un nuovo accordo con il governo di Tripoli che sopravvive solo grazie al sostegno del nuovo sultano turco Recep Tayyip Erdoğan e che da sempre apre e chiude il rubinetto dei flussi migratori a seconda degli obiettivi che intende raggiungere nei negoziati con l’Italia e gli altri Paesi dell’Europa?
Sull’argomento ci sono alcune illusioni che vanno smontate preventivamente. La prima è quella, avallata dal ministero dell’Interno, è che basti mettere in quarantena i migranti caricati sulle navi Ong per bloccare il contagio in mare ed evitare che torni a diffondersi nelle regioni dove i natanti sbarcano. Le quarantene, naturalmente servono. Ed una intesa precisa con le Ong per definirle ed organizzarle sarebbe indispensabile. Ma immaginare di tenere sotto controllo la pandemia riportata dall’immigrazione con qualche nave trasformata in ospedale è come immaginare di svuotare il mare con un secchiello bucato. Perché sarebbe impossibile bloccare per sempre i migranti nei porti evitando contatti tra loro e la popolazione locale. A meno di immaginare la creazione di centri d’accoglienza trasformati in giganteschi lazzaretti dove isolare e cercare di curare i malati che inevitabilmente diventerebbero fonti di gravi tensioni sociali e politiche nei territori e nell’intero Paese.
L’altra illusione da smontare è immaginare che l’accordo con Di Maio e al-Sarraj possa prevedere la costruzione non in Italia ma in Libia di tali lazzaretti con il concorso dell’Unione europea e la benedizione delle Nazioni Unite, ma sempre e soltanto sotto il controllo esclusivo delle autorità del governo di Tripoli. Quest’ultima, infatti, oltre a non dare alcuna garanzia sul rispetto dei diritti umani, non ha la forza e l’autorità necessarie per realizzare una impresa del genere. Ed a ben guardare, neppure la convenienza visto che caricarsi di un peso del genere gli toglierebbe dalle mani la possibilità di poter aprire e chiudere a secondo delle proprie necessità il rubinetto dei flussi migratori verso l’Italia e l’Europa.
E allora? Le alternative sono solo due. O l’Europa e l’Italia prendono atto che in Libia non si risolve nulla senza esibire forza e determinazione. Oppure non rimane loro che trattare con il sultano Erdoğan accettando il ritorno dell’Impero ottomano nel bacino del Mediterraneo!
Nella ditta di trasporti Brt a Bologna 64 positivi: 2 ricoverati. «Casi anche in Tnt e Dhl»
Paolo Virtuani
20 giugno 2020
https://www.corriere.it/cronache/20_giu ... 8db9.shtml
Un nuovo focolaio di coronavirus si è sviluppato a Bologna, presso l’azienda Brt (ex Bartolini). I dipendenti e i collaboratori risultati positivi sono 54; ci sono un’altra decina di positivi in altri magazzini della logistica tra l’Interporto e Calderara di Reno di cui, secondo il sindacalista Simone Carpeggiani di SiCobas, «2 in Dhl, 2 in Tnt, 2 in Pelletways». I sintomatici sono 9; due i ricoverati. Lo screening per cercare di confinare il focolaio è ora esteso a 370 persone. «È una cosa grossa, la situazione sta peggiorando. Parliamo di almeno mille persone, siamo preoccupati: anche perché nessuna di queste aziende ha chiuso», ha detto Carpeggiani a Fanpage.
I primi due casi di positività sono stati registrati qualche giorno fa. Secondo quanto dichiarato da Brt, a originare il cluster di contagi sarebbero stati «lavoratori di servizi logistici di magazzino» di una «società esterna».
Il caso viene tenuto sotto controllo dalla Ausl, dal Comune di Bologna e dall’assessorato alla Sanità. «Il focolaio è sotto controllo e sappiamo dove fare le indagini— assicura Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna— è probabile che ci sia un’evoluzione in crescita nei prossimi giorni. Anzi, più troviamo nuovi casi e meglio è, perché vuol dire che la nostra attività sta funzionando». I controlli sono stati estesi a tutti i dipendenti e alle loro famiglie: in tutto, 370 persone.
«Non tutti portavano la mascherina»
Le prime informazioni sul cluster di nuovi casi sono stati diffusi dal sindacato SI Cobas, che lunedì aveva pubblicato un comunicato sulla situazione nella sede di Bartolini in via Cerodolo, a Bologna: nel testo si parlava di «quattro operai colpiti dal Coronavirus», poi «saliti a 12». Come si è diffuso il contagio? «Il problema», spiega il responsabile dell’Ausl, «è che le regole vanno rispettate. Nella notte di giovedì scorso, il 18 giugno, l’Ausl ha fatto un sopralluogo a sorpresa nel magazzino di Bartolini alle Roveri, riscontrando mancanze e facendo alcune prescrizioni all’azienda. Non tutti portavano la mascherina, non era sempre garantito il rispetto delle distanze e c’erano alcune mancanza anche sulla gestione dei locali in termini di pulizia».
Sindacati preoccupati
Il sindacato Uil Trasporti sottolinea come «sia stata intanto sostituita la cooperativa operante» nel settore degli autisti. Il sindacato SI Cobas afferma che «quando allo scoppio della pandemia chiamammo i lavoratori all’astensione, firmammo dei protocolli di sicurezza con diverse aziende, Bartolini arrivò per ultimo. Siamo molto preoccupati. Quando si lavora ammassati, i bagni a disposizione sono pochi e la gente è costretta a convivere in poco spazio, la situazione è quella. Ci aspettiamo il peggio».
La reazione dell’azienda
«Per tutti i lavoratori coinvolti è stato disposto l’isolamento domiciliare, come previsto dai protocolli sanitari nell’ambito della emergenza Covid», ha specificato l’azienda. Che avvisa anche i suoi utenti: «Stiamo registrando un rallentamento sulle consegne gestite dall’Hub di Bologna Roveri»