Partiamo dalla definizione di truffa:Nel diritto italiano, la truffa è l'ottenimento di un vantaggio a scapito di un altro soggetto indotto in errore attraverso artifici e raggiri.
Nel diritto anglosassone si parla di "false rappresentazioni", così come, diversamente dall'Italia, in altri diritti oggettivi (austriaco e tedesco, ad esempio) l'errore può essere già presente nella mente della vittima.
https://it.wikipedia.org/wiki/Truffa Truffa
http://www.treccani.it/vocabolario/truffatruffa s. f. [dal fr. ant. trufe, provenz. trufa, propr. «tartufo», e per traslato non bene spiegato «burla, inganno»]. – 1. In diritto penale, reato commesso da chi, inducendo taluno in errore con artifizî o raggiri, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno: fare, commettere una t.; scoprire gli autori di una t.; essere condannato (alla reclusione, a una multa) per truffa; restare vittima di una t.; t. all’americana, in cui il truffatore trae in errore colui che vuole truffare inducendolo a credere nella possibilità di derubarlo o di truffarlo a sua volta. Legge truffa fu definita, nella polemica politica e giornalistica, la legge elettorale che nel 1953 stabiliva il «sistema maggioritario» nelle elezioni alla Camera dei deputati. Nell’uso com. anche con sign. più generico, inganno, frode, imbroglio, richiesta di prezzo troppo alto, ecc.: so ch’egli è di sì nobil famiglia, Che mai non fece tradimento o truffa (Pulci); ma questa è una t., una vera truffa! 2. ant. Bagattella, chiacchiera.
DiscussioneMazarol Veneto Se par ti al problema se riduse in pratica in tel'uso del termine,te lo digo in veneto,l'e stà na gran ciavada perpetrada contro un popoło e un stato! T'è poco da girarghe in torno!
Alberto Pento
Quale popolo e quale stato?
Mazarol Veneto
Alberto Pento te lo sà benissimo!
Alberto Pento
All'epoca del Plebiscito del 1866 non esisteva alcun stato veneto, esistevano solo i sudditi austriaci delle terre venete, lombarde, friulane e mantovane (ceduti allo stato italiano attraverso la mediazione francese) che dovevano confermare o meno l'annessione allo Stato italiano, come a gran maggioranza fecero, in linea con la volontà espressa 18 anni prima durante la ribellione contro l'Austria (1848).
Mazarol Veneto
Alberto Pento ma và in mona,400 ani de storia prima par ti no i conta gnent 50 invese i e determinanti par far un popolo e na nasion?! Strorego de le me scasee!!
Gino Quarelo
Nessuno a quel tempo si auspicava il ritorno della Serenissima e del dominio veneziano che non esistevano più da 69 anni. I vari trattatti e accordi tra l'Austria, la Francia e il Piemonte sul plebiscito non fanno alcun riferimento al morto Stato Veneziano, e nei territori soggetti alla cessione allo Stato italiano non vi è stata alcuna manifestazione pubblica popolare per il ritorno/ripristono della Serenissima come non vi è mai stato successivamente all'annessione.
Giancarlo Franco Lora
Giancarlo Franco Lora Alberto Pento, scuza, però el referendum nó se gà svolto regołarmente, ai Segi nó ghe gera łe Guardie super partes, ghe gera i carabinieri che i gera na forsa in cauza, o sbałio? Łe Tere Venete łe gera za ocupà, come i posti de comando. Ok, contestuałizando el tuto ghe stà, parché al'epoca i gera pì itałiani che Austriaghi, però par Mi el referendum nó łè stà regołare.
Alberto Pento
Giancarlo Franco Lora ha scritto:
Giancarlo Franco Lora Alberto Pento, scuza, però el referendum nó se gà svolto regołarmente, ai Segi nó ghe gera łe Guardie super partes, ghe gera i carabinieri che i gera na forsa in cauza, o sbałio? Łe Tere Venete łe gera za ocupà, come i posti de comando. Ok, contestuałizando el tuto ghe stà, parché al'epoca i gera pì itałiani che Austriaghi, però par Mi el referendum nó łè stà regołare.
???
Il referendum non si è svolto regolarmente:
1) ai seggi non vi erano guardie super partes, c'erano i carabinieri che erano una forza in causa o sbaglio?
2) Le terre venete erano già occupate, come i posti di comando?
3) Contestualizzando il tutto ci stà, perché all'epoca c'erano più italiani che austriaci, per me il refrendum non è stato regolare?
Alberto Pento osserva:
Giancarlo Franco Lora Alberto Pento, scuza, però el referendum nó se gà svolto regołarmente, ai Segi nó ghe gera łe Guardie super partes, ghe gera i carabinieri che i gera na forsa in cauza, o sbałio? Łe Tere Venete łe gera za ocupà, come i posti de comando. Ok, contestuałizando el tuto ghe stà, parché al'epoca i gera pì itałiani che Austriaghi, però par Mi el referendum nó łè stà regołare.
???
Il referendum non si è svolto regolarmente:
1) ai seggi non vi erano guardie super partes, c'erano i carabinieri che erano una forza in causa o sbaglio?
2) Le terre venete erano già occupate, come i posti di comando?
3) Contestualizzando il tutto ci stà, perché all'epoca c'erano più italiani che austriaci, per me il refrendum non è stato regolare?
Alberto Pento osserva:
Il quesito era Sì o No all'annessione allo stato italiano e non la scelta tra l'annessione allo stato italiano e il ritorno della Serenissima (morta da 69 anni) o di un'altro e nuovo possibile stato ma mai però ipotizzato da nessuno.
Anche oggi come ieri i seggi sono presidiati da carabinieri o da altri militari a garanzia dell'ordine pubblico e della regolarità del voto, non vedo dove sia il problema.
Le terre venete erano dominio austriaco e stavano passando al dominio dello Stato italiano quindi è ovvio che fossero occupate dalle autorità e dalle forze dell'ordine e militari del nuovo stato e che queste fossero in numero maggiore degli austriaci che se ne stavano andando.
I veneti sono andati a votare in massa e hanno votato Sì al 99%, erano liberi di votare No oppure di starsene a casa e di non andare a votare, nessuno li ha costretti ad andare a votare e a votare Sì.
Il voto era segreto e solo per coloro che non erano capaci di leggere e di scrivere vi erano le schede di diverso colore.
Il Sì era coerente con la volontà dei veneti già manifestatasi nel 1848, a favore dell'annessione al Regno dei Savoia dopo la rivolta contro l'Austria, nessuno né prima, né durante, né dopo ha mai manifestato per il ritorno della Serenissima.
I veneti presi dal mito/illusione risorgimentale speravano di stare meglio con lo stato italiano e coerentemente hanno votato Sì per l'annessione; se poi sono stati male o peggio questo è un'altra questione che non inficia la validità del Plebiscito ma che dimostra soltanto come il mito risorgimentale fu un'illusione e un inganno, unitamente al fatto che la Serenissima non promosse un popolo veneto unito, una nazione unitaria dei veneti e uno stato a sovranità di tutti i veneti e che per viltà non difese i suoi domini e i suoi sudditi abbandonandoli al loro destino e alla conquista di Napoleone.
Giancarlo Franco Lora
Non sono d'accordo : in un referendum dove si deve decidere se stare da una parte o dall'altra, nei seggi devono esserci i rappresentanti delle due parti ; il voto non fu segreto ma palesemente pubblico, la presenza delle due urne è emblematica ; per il resto posso anche essere d'accordo, a Me basterebbe invalidare quello scempio e rifarne uno adesso, visto quello sull'autonomia
Alberto Pento
Non esistevano parti contrapposte (quali sarebbero state mai le parti contrapposte e in conflitto, l'Austria e l'Italia? I veneti erano già da decenni palesemente e manifestamente per l'ialia e contro l'Austria), poi non esistevano due urne ma un'urna sola (quella delle due urne è una menzogna inventata dai venetisti ignoranti e bugiardi, sono esistite caso mai due schede con due diversi colori una per il Sì e una per il No usate solo per chi non sapeva leggere e scrivere poiché il voto era a suffragio universale escluse le donne).
Giancarlo Franco
Lora Ah, non c'era conflitto? Cioè i Piemontesi si sparavano addosso da soli? Se poi le due urne sono una menzogna allora ho capito da che parte sta ; grazie comunque delle risposte.
Alberto Pento
Il conflitto c'era stato con gli austriaci e non con i veneti, e a votare al plebiscito andavano i veneti e non gli austriaci.
Non esiste nessun documento o testimonianza che sostenga l'assurdità delle due urne, nemmeno Beggiato arriva a sostenere questa demenzialità nel suo Libro (a pagina 63 del suo libro parla di una sola urna e non di due urne una per i Sì e una per i No).
Io sto dalla parte della verità e dei veneti tutti e non dalla parte dei veneti bugiardi siano essi italianisti o venezianisti.
Aggiunta del 20 agosto 2019
A dire il vero Beggiato cita due autori contemporanei di cui riporto i testi dal libro di Beggiato (ma mancano le fonti dei due autori):
"Malo 1866" di Silvio Eupani
Silvio Eupani
Sulla libertà del voto e sulla segretezza dello stesso ci illumina la lettura di "Malo 1866" di Silvio Eupani:
"Le autorità comunali avevano preparato e distribuito dei viglietti col SI e col NO di colore diverso; inoltre, ogni elettore, presentandosi ai componenti del seggio, pronunciava il proprio nome e consegnava il viglietto al presidente che lo depositava nell'urna".
"il viglietto del SI"
L'urna del SI era a destra, quella del NO a sinistra.
L'arciprete e il cavaliere
di Federico Bozzini
L'urna del SI era a destra, quella del NO a sinistra.
Federico Bozzini così descrive in L'arciprete e il cavaliere quanto avvenne a Cerea:
"Come già si disse, vi dovevano essere due urne separate, una sopra un tavolo, l'altra sopra l'altro. Se per caso non avesse urne apposite, potrà adoperare un quartarolo del grano (una specie di secchio per la misura del grano. Ndr.) Sopra una sarà scritto ben chiaro il SI e sopra l'altra il NO".
E PER LO SPOGLIO?
"I protocolli (registri dove si scrivono i nomi dei votanti) sono due, uno per i votanti che presentano il viglietto del SI , l'altro per il viglietto del NO, in modo che il numero complessivo dei viglietti, finita l'operazione del voto, rende inutile lo spoglio di ciascheduna urna. Nel protocollo dei viglietti del NO si dirà: votarono negativamente i seguenti cittadini. Alla fine la Commissione concluderà gridando "Viva l'Italia unita sotto lo scettro della Casa di Savoia".
Alberto Pento
Verificherò le fonti dei due autori, non dovrebbe essere difficile, se non si tratta di invenzioni.
Avrebbe dovuto farlo anche Beggiato citando tutte le fonti, che nel suo libro "1866: la grande truffa" a pagina 19 laddove tratta del libro di Federico Bozzini di Cerea cita soltanto una fonte primaria usata da Bozzini ossia la Gazzetta di Verona del 17 ottobre del 1866 limitatamente però a queste frasi: "Sì vuol dire essere italiano ed adempiere al voto dell'Italia. No vuol dire restare veneto e contraddire al voto dell'Italia".
Perché non ha citato anche le altre fonti sulle due urne, forse perché non ci sono?
Alberto Pento
Raixe Venete vergognosamente e stupidamente ha contribuito a diffondere la falsità delle due urne:
Alberto Pento
Quelli che hanno inventato e diffuso informazioni false (qualcuno forse in buona fede) devono solo scusarsi con i veneti e fare ammenda a favore della verità.
Mazarol Veneto
Gino Quarelo che caso ditu! Mi lo sò ben,ghe gero! Te seti a dir monae,se nisun gà scrito no vol dir che no sia stà! Ma ti te lesi solche paperino e topoino!
Alberto Pento
Mazarol Veneto Ti a te si lomè ke on buxiero.
Mazarol Veneto
Gino Quarelo secondo tì parchè i gà desfà i confini i gà anca demoio e estinto un popolo? Prava andar in tei Stati Uniti a veder se dopo quasi treswnto ani i gà distruto completamente i Siux o altri,magari i li gà confinà a fenomeni da baracon ma no i li gà ancora estinto comletamente,ti invese te disi che in 60 in europa i gà scanceà i Veneti! L'unico posto dove i lo gà scanceà xe dentro ala to testa!WSM!!!
Giancarlo Franco
Lora Alberto Pento, łu połéo documentarme łe "só" verità?
Alberto Pento
Mazarol, i veri masariol i fa skersi ma i porta el vero, ti a te si on falbo masariol.
Mazarol Veneto
Alberto Pento frà mi e tì no sò chi xe pì busiero! Mì cuando conto bale lo sò che le conto e xe evidente che le xe bae,tì invese te le disi come se fuse oro cołà,no sò se sia par ignoransa congenita o par incasinar le robe,de fato no te iuti al popoło che gà bisogno de spiegasion semplici e veoci no de lucubrasion tolte sù de quà e de là sensa na logica!
Alberto Pento
Giancarlo Franco Lora, se io l'accuso di essere un assassino lei è in grado di dimostrarmi di non esserlo ? Non credo. Vede generalmente è chi accusa che deve dimostrare la sua tesi.
Mazarol Veneto Alberto Pento infati mi son al Mazarol no al masariol!
Giancarlo Franco
Lora Alberto Pento nò và beh ałora stémo stémo zugando a chi fa manco
Alberto Pento
Giancarlo Franco Lora le accuse indimostrabili si chiamano calunnie ovunque nel mondo e sono perseguibili penalmente.
Alberto Pento
Mazarol Veneto il popolo sei anche tu e lo sono anch'io; tu non sei altro dal popolo e superiore al popolo. Il popolo va rispettato con la verità e non racontandogli menzogne. Chi racconta balle al prossimo, al popolo è solo un bugiardo e un criminale quando ne consegue un grande male.
Mazarol Veneto
Alberto Pento e nò caro al Mazarol,se ancora no te lo g'avevi capio,xe la coscensa dei Veneti,cuindi ne sora ne dentro,ma de fianco!