Corruzione, blitz della finanza: 24 arresti, indagati il deputato Ncd, Marotta e l’ex sottosegretario Pizza
Al centro dell’inchiesta il faccendiere fratello del politico calabrese che era al ministero dell’Istruzione nel governo Berlusconi. Coinvolto anche Vittorio Crecco, ex direttore generale dell’Inps. Associazione per delinquere, frode fiscale, corruzione, riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita i reati contestati
di Fulvio Fiano e Redazione Roma
4 luglio 2016
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... 545f.shtml
L’operazione Labirinto è scattata all’alba. Centinaia di finanzieri hanno eseguito un blitz sul territorio nazionale ordinato dal gip del Tribunale della Capitale: 24 arresti (12 ai domiciliari), 50 indagati, sequestri di beni e quote societarie per 1,2 milioni di euro. I reati contestati sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Al centro delle indagini le attività sospette di un consulente tributario. Fra gli indagati c’è un parlamentare Ncd-Udc , Antonio Marotta, professione avvocato: per lui la procura aveva chiesto l’arresto, ma il Gip non lo ha concesso. Indagato anche Giuseppe Pizza, ex sottosegretario all’Istruzione con Berlusconi premier e segretario della Democrazia Cristiana, mentre suo fratello Raffaele Pizza, faccendiere considerato figura centrale nell’inchiesta, è stato arrestato (e deve rispondere anche di riciclaggio). Fra gli altri nomi coinvolti figura Vittorio Crecco, ex direttore generale dell’Inps. In manette, fra gli altri, due dipendenti delle Agenzie delle entrate, smascherati peraltro con la collaborazione dell’attività ispettiva della stessa Agenzia.
La rete societaria sospetta e i fondi neri
Gli accertamenti del Nucleo valutario erano stati avviati dopo la segnalazione di alcune operazioni sospette effettuate da un consulente tributario romano intorno a un vero e proprio labirinto di società costituito forse proprio per aggirare il fisco. I finanzieri hanno infatti scoperto un giro di fatture false, con un movimento di oltre dieci milioni di euro, emesse per creare fondi neri e riserve occulte di denaro. Per ammorbidire eventuali controlli fiscali e agevolare le pratiche, il consulente tributario si avvaleva della collaborazione di alcuni dipendenti dell’Agenzia delle entrate.
Il faccendiere e lo studio in centro
Uomo-chiave dell’organizzazione è come accennato Raffaele Pizza, faccendiere romano ma di origini calabresi, attivo nel settore delle relazioni pubbliche con legami importanti nel mondo della pubblica amministrazione, con studio nei pressi del Parlamento. Come hanno spiegato gli inquirenti, il faccendiere svolgeva «un’incessante e prezzolata opera di intermediazione nell’interesse personale e di imprenditori senza scrupoli interessati ad aggiudicarsi appalti pubblici». Molti dei contatti venivano portati avanti nello studio vicino al Parlamento, dove sarebbe avvenuto anche lo scambio di denaro in varie occasioni. In tutto risultano indagate 50 persone, controlli e arresti sono stati effettuati nel Lazio, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Marche, Umbria e Toscana.
La reazione di Marotta
«Io credo di essere al di fuori di tutto al cento per cento. Credo di essere stato oggetto di un equivoco»: questo il commento di Antonio Marotta. «Sono stato avvertito dal mio avvocato - ha spiegato il parlamentare - Mi sono fatto mandare le carte perché non riesco a capire come posso essere coinvolto. Per quanto mi riguarda sono sicuro al cento per cento di non aver nulla a che fare con l’indagine». Antonio Marotta ha tre episodi di traffico di influenze, i pm gli contestano anche corruzione e associazione a delinquere ma il gip non ha accolto queste due ipotesi, per cui il parlamentare non va in carcere (pene sotto i tre anni). Inoltre gli vengono contestati tre casi di finanziamento illecito ai partiti, ma qui il gip ne riconosce uno solo. Quanto al riciclaggio di cui lo accusa la procura il gip riqualifica il reato in ricettazione. La vicenda nasce nel 2007 ma gli episodi accertati sono del 2013-2014. Non solo veniva gonfiato l’appalto del call center unificato Inps-Inail con continue proroghe, ma su questo venivano caricate fatture false per società “cartiera” attraverso le quali creare fondi neri per le tangenti.
Corruzione Roma, l’intercettazione: “Il padre di Alfano mi ha mandato 80 curriculum per assunzioni alle Poste”
Dopo il fratello, dalle carte dell'inchiesta "Labirinto" sulla corruzione spunta un altro congiunto del ministro dell'Interno. La segretaria di Raffaele Pizza, arrestato: "Mi ha detto buttali dentro, la situazione la gestiamo noi". Lo sfogo: "Gli abbiamo sistemato la famiglia"
di F. Q. | 5 luglio 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07 ... te/2884210
Dopo il fratello, nella carte dell’inchiesta Labirinto della Procura di Roma spunta anche il padre del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il quale, a quanto si dice in un’intercettazione contenuta nella richiesta di arresto dei pm, avrebbe mandato ben 80 curriculum per assunzioni alle Poste. Parlando del ministro e leader Ncd, una delle indagate afferma: “La sera prima mi ha chiamato suo padre… Mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta…. dicendomi… non ti preoccupare…. tu buttali dentro… la situazione la gestiamo noi… e il fratello comunque è un funzionario di Poste…. anzi è un amministratore delegato di Poste…”. Ecco il testo dell’intercettazione del 17 maggio 2015, diffuso dall’Ansa. A colloquio sono Marzia Capaccio, indagata, segretaria di Raffaele Pizza, arrestato dalla Guardia di Finanza, e un’altra persona, Elisabetta C.
CAPACCIO: “Io ti ho spiegato cosa ci ha fatto a noi Angelino…”
ELISABETTA: “e… lo so… lo so… lo so…”.
CAPACCIO: “cioè noi gli abbiamo sistemato la famiglia… questo doveva fare una cosa…. la sera prima… mi ha chiamato suo padre…mi ha mandato ottanta curriculum… ottanta….”.
ELISABETTA: “aiuto… aiuto…”.
CAPACCIO: “ottanta… e dicendomi… non ti preoccupare…. tu buttali dentro… la situazione la gestiamo noi… e il fratello comunque è un funzionario di Poste… anzi è un amministratore delegato di Poste…”.
ELISABETTA: “si… si… lo so… lo so…”.
CAPACCIO: “e questo è un danno che ha fatto il mio capo (ndr. Pizza)… io lo sputerei in faccia solo per questo…”.
ELISABETTA: “vabbè… tanto ce ne sono tanti Marzia… è inutile dirsi… questo è il sistema purtroppo…”.
CAPACCIO: “sì ma io l’avevo già capito che questo guardava solo ai cazzi suoi… glielo avevo già detto… io a differenza tua non mi faccio coinvolgere più di tanto, perché cerco di razionalizzare un attimo di più e di valutare le persone che ho davanti… cosa che il mio capo… purtroppo in alcune circostanze nonostante la sua esperienza non è in grado di fare”.
Corruzione Roma, Pizza: “Ho fatto assumere il fratello del ministro Alfano alle Poste, gli ho fatto avere 160mila”
Dalle carte dell'inchiesta Labirinto, che ha portato all'arresto di 24 persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, corruzione e riciclaggio, truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita
di F. Q. | 5 luglio 2016
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/07 ... ro/2882156
Tra le “altissime cariche istituzionali” con cui il faccendiere Raffaele Pizza, fratello dell’ex sottosegretario del governo Berlusconi, Giuseppe, aveva “legami” e “ragioni di credito” c’era anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano o meglio con un suo familiare: il fratello. È stato il gip, nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 24 persone tra cui il deputato Ncd Antonio Marotta, a mettere l’accento su una liason pericolosa tra i politici corrotti e l’inquilino del Viminale. Lunedì il ministro aveva difeso Marotta dicendo: “Siamo convinti che riuscirà a dimostrare la sua assoluta estraneità”.
Pizza, intercettato dai finanzieri – è il 9 gennaio 2015 – vantava (o millantava?) di aver fatto assumere in una società delle Poste il fratello del ministro. Stando a quanto riportano Repubblica e Corriere della Sera, le Fiamme Gialle hanno intercettato una conversazione tra Pizza e il collaboratore del ministro Davide Tedesco che parlavano appunto dell’incarico fatto avere al congiunto del leader del Nuovo Centrodestra. “Pizza sostiene di aver facilitato, grazie ai suoi rapporti con l’ex amministratore Massimo Sarmi, l’assunzione del fratello del ministro in una società del Gruppo Poste”, annota la Gdf nelle carte dell’indagine che ha fatto emergere una rete di contatti imperniata su Pizza. E Alessandro Alfano è stato nominato nel 2013 dirigente di Postecom, la società dei servizi internet di Poste italiane. Prima di arrivare a Poste il fratello del ministro era stato segretario generale di Unioncamere Sicilia (dal novembre 2006 all’agosto del 2013).
Segue la conversazione telefonica tra Pizza e Tedesco, con il primo che spiega: “Angelino lo considero una persona perbene un amico… se gli posso dare una mano… mi ha chiamato il fratello per farmi gli auguri…tu devi sapere che lui come massimo (di stipendio, ndr) poteva avere 170.000 euro… no… io gli ho fatto avere 160.000. Tant’è che Sarmi stesso gliel’ha detto ad Angelino: io ho tolto 10.000 euro d’accordo con Lino (il soprannome di Pizza, ndr), per poi evitare. Adesso va dicendo che la colpa è la mia, che l’ho fottuto perché non gli ho fatto dare i 170.000 euro… cioè gliel’ho pure spiegato… poi te li facciamo recuperare…sai come si dice ogni volta… stai attento… però il motivo che non arriviamo a 170 è per evitare che poi dice cazzo te danno fino all’ultima lira. Diecimila euro magari te li recuperi diversamente”. Tedesco allora sbotta: “Ma non lo dice come è entrato lì il “sistema” per gestire gli appalti”.
Il sistema viene illustrato da Stefano Orsini, fratello di Alberto commercialista considerato dagli inquirenti al vertice dell’organizzazione. C’è chi pensa a mettere su e nascondere i “fondi neri” con le false fatturazioni e chi si deve coccolare i politici e lavorare ai fianchi delle “altissime cariche istituzionali”. E di queste ultime si occupa Pizza che, parola del gip, è capace di favorire la nomina, ai vertici degli enti e delle società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, dovendo successivamente essergli riconoscenti, risulteranno permeabili ai suoi metodi di illecita interferenza nelle decisioni concernenti il conferimento di appalti pubblici e attività connesse”.
A leggere le carte gli uomini del sistema non dicono soltanto di riuscire a piazzare il fratello di un ministro alle Poste, ma ad allungare la loro influenza su appalti e sub-appalti per servizi all’Inps e persino l’Agenzia delle Entrate. E dicono di avere “ottimi rapporti” con manager di primo livello come Massimo Sarmi, ma anche con il presidente dell’ente di previdenza Tito Boeri e Agostino Ragosa (Agenda digitale fino al 2014). Nella lista di nomi che contano anche quello di Marcello Dell’Utri a cui sarebbe stato pagato un viaggio nel 2010. Molto prima prima che il destino di uno dei fondatori di Forza Italia e amico di Silvio Berlusconi finisse per diventare “carcerario”.
Tra gli indagati c’è l’ex direttore generale dell’Inps, Vittorio Crecco. Per l’accusa riusciva a “veicolare gli interessi della organizzazione” grazie ai suoi incarichi facendo aggiudicare gli appalti alle imprese “designate dal sodalizio” e ricevendo in cambio non solo bustarelle ma per lui ma anche per il figlio. Di lui sempre Pizza dice: “Io sono un grande amico del Senatore Bonferroni e lui mi ruppe i c… e dice, dobbiamo andare ad Arcore, ti devo presentare il Cavaliere perché il Cavaliere deve fare una grande cosa, aprire i call center… io gli dissi, ok ci vengo e ci portai Agostino Ragosa… che poi è diventato direttore generale dell’Agenda digitale e prima era responsabile grazie a me della parte informatica delle Poste… e Vittorio Crecco… che era responsabile dell’informatica dell’Inps ok? Vi sto raccontando la storia… sei mesi prima andiamo ad Arcore, Vittorio Crecco che è un genio assoluto, è inversamente proporzionale alla sua altezza, dice al Cavaliere di dare un milione ai pensionati e gli fece tutta l’operazione 7-8 mesi prima ancora che le elezioni ci furono qui… questo è impazzito”.