Viene aggredito con un coltello, edicolante reagisce e si fa giustizia
di Gianluca Codognato
12 febbraio 2016
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Zona dell’ex ospedale Umberto I: un ragazzo di colore insulta, poi impugna l’arma. «L’ho colpito con un tubo di ferro alla mano. Siamo esasperati e ci sentiamo abbandonati: ci difendiamo da soli»
MESTRE. Il ragazzo di colore ha un coltello in mano e sfida il giornalaio, che esce dall’edicola con un tubo di ferro. L’edicolante colpisce alla mano l’aggressore, il coltello cade a terra, il ragazzo di colore scappa. Quella che potrebbe sembrare la scena di un film è in realtà una vicenda accaduta qualche giorno fa a Mestre, a metà pomeriggio e in pieno centro, vicino all’ex ospedale Umberto I, zona sempre più abbandonata a se stessa e in balìa di spacciatori e perditempo.
Vittima (non passiva) delle minacce è Mario Berlendis, giornalaio di via Antonio da Mestre, da sempre impegnato in una battaglia senza quartiere contro il degrado che si è impadronito della zona. «Questo ragazzo di colore», racconta Berlendis, «che bazzica tutti i giorni da queste parti e che, a quanto possiamo vedere, spaccia, ha cominciato a inveire contro un residente della zona. Io sono uscito dalla mia edicola per riportare la calma, prendendomi anch’io la mia bella dose di insulti. Poco dopo quel tipo è tornato verso la mia edicola e ha cominciato a minacciarmi con il coltello, proferendo parole incomprensibili. Io, che ormai sono esausto di questa situazione, sono uscito dalla mia postazione con un tubo di ferro l’ho affrontato e l’ho colpito alla mano, per fargli cadere la lama. C’è stato un piccolo parapiglia, poi il mio cane ha assalito l’aggressore che è scappato a gambe levate. L’ho inseguito per un po’ ma poi ho desistito, per non lasciare l'edicola incustodita».
La faccenda non finisce. «Il giorno dopo», continua Barlendis, che intanto ha sporto denuncia contro ignoti, «stavo bevendo il caffè in piazzale Candiani e mi ha chiamato mia moglie preoccupatissima, perché il ragazzo di colore era tornato con una spranga. Per fortuna non è accaduto nulla».
Le minacce all’edicolante sono in realtà solo la punta di un iceberg composto da degrado e insicurezza. «Onestamente siamo esasperati e ci sentiamo abbandonati», conclude il giornalaio. «Per questo abbiamo imparato a difenderci da soli. La persona che mi ha minacciato per esempio è conosciuta da tutti, mi chiedo come mai non si riesca a fare qualche cosa».
Nella zona, insomma, i vecchi problemi non solo restano, ma si acuiscono, come conferma Stefano Santinello dell’impresa funebre Rallo, che si trova da sempre in via Circonvallazione. «La situazione peggiora ogni giorno di più», attacca l’impresario. «L’ex Umberto I è una zona di puro spaccio, i giardinetti che si trovano dietro sono riservati ai drogati. I pannelli di legno posizionati nel perimetro dell’ex ospedale andrebbero tolti così nessuno potrebbe più agire nell’ombra. Ma questa Giunta si sta totalmente disinteressando della nostra strada e mi stupisce questo atteggiamento da chi ha impostato la propria campagna elettorale sul tema della sicurezza. Io stesso l’altra volta ho dovuto cacciare con la forza un gruppo di persone per nulla raccomandabili che si era riparato dalla pioggia proprio di fronte alla mia impresa. Il sindaco, che ci tiene tanto a piazza Ferretto, pensi anche a questa zona, che si trova a due passi da quello che lui definisce il salotto buono della città. Ma a quanto pare, non è molto interessato a noi, visto che non ci ha neppure installato le luminarie che tanto sono piaciute ai mestrini».