Lameneta o plàca de bronxo urartea col siso o sistro

Lameneta o plàca de bronxo urartea col siso o sistro

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 9:52 am

Lameneta o plàca de bronxo urartea col siso o sistro
viewtopic.php?f=90&t=1575

(coalcoun el dixe ke łe ghe someja a łe figoure femałe de łi diski de bronxo veneteghi)

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Louvre.jpg


Serci o diski de bronxo veneteghi:
viewtopic.php?f=43&t=194
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... hhTFE/edit

El disco dito de Reitia
viewtopic.php?f=171&t=1501

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 010050.jpg

Barete, capełi, covricai, coverxi cràpe, caciòłe
viewtopic.php?f=171&t=1521

La femena de Caldevigo: orante, dea, shamana/sacerdòta (sacerdòsa, sacèrsa o saçerdotesa) ?
viewtopic.php?f=171&t=1498
Na łameta co na figoura femała co łi cavej mołà ke ła ghe someja a ste do statuete:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... onxeto.jpg
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 9:55 am

Cfr. co:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ment_1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ment_2.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ons066.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Helmet.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... lmet08.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... nArt11.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rmenia.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Urartu
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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... rtu743.png

Massima espansione del regno di Urartu (743 a.C.): in verde, l'impero neo-assiro e i suoi tributari

Il regno di Urartu (Biainili in urarteo) era un antico regno dell'Armenia situato tra l'Asia Minore, la Mesopotamia e il Caucaso, area poi conosciuta come Armenia, e incentrato attorno al lago di Van (oggi nella Turchia orientale). Il regno durò dall'860 al 585 a.C. Il nome corrisponde al biblico Ararat.
Il nome Urartu venne dato al regno dai suoi più acri nemici stanziati a sud, gli Assiri; proviene dalla fonti assire (dialetto dell'accadico), e sta per "paese di montagna". Il nome autoctono era Biainili, ovvero il nome originario del lago di Van.

Alcuni studiosi ritengono che l'Ararat dell'Antico Testamento sia una variante dell'accadico "Urartu"[1]: infatti il monte Ararat era ubicato proprio nel territorio urarteo, circa 120 km a nord della sua antica capitale. Va anche ricordato che nell'Antico Testamento "Ararat" era utilizzato anche per indicare un antico regno che si trovava a nord della Mesopotamia. Allo stesso modo le prime cronache armene (V-VII secolo) affermano che il nome originario dell'Armenia era "paese dell'Ararad". Le variazioni forse vengono dall'armeno "Ayrarat", che significa "terra del coraggioso" e "terra degli armeni". Studiosi come Carl Friedrich Lehmann-Haupt (1910) ritengono che il popolo chiamasse se stesso col nome di khaldini, dal loro dio Khaldi, o che fossero collegati ai khaldi della costa del Mar Nero. I Nairi, un popolo dell'età del Ferro dell'area del Van, sono stati spesso considerati collegati ad essi, o addirittura lo stesso popolo.

Urartu è spesso chiamato "Regno di Ararat" in molti antichi manoscritti e testi sacri di diverse nazioni. La ragione per l'incertezza nei nomi (ad esempio Urartu e Ararat) dipende dalle variazioni presenti nelle fonti. Inoltre, nei sistemi di scrittura monoconsonantici - dove le vocali generalmente non sono indicate - la parola scritta <RRT> potrebbe essere allo stesso Ararat o Urartu o Uruarti e così via.

A volte le fonti antiche utilizzano in maniera intercambiabile "Armenia" e "Urartu" per riferirsi allo stesso paese. Per esempio, nell'iscrizione di Bisotun in tre lingue, scolpita nel 520 a.C. per ordine di Dario il Grande di Persia, il paese viene definito Arminia in antico persiano, Harminuia in elamita e Urartu in babilonese.

Inoltre, il regno fu conosciuto come Armenia presso i greci (e poi i romani) che vivevano nell'Anatolia occidentale, forse perché i contatti che loro ebbero con Urartu, furono attraverso il popolo della tribù di Armen. Tra il tardo VII e gli inizi del VI secolo a.C., il regno Urarteo fu sostituito dal regno di Armenia, a cui fu a capo la dinastia armena degli Orontidi.


Urarto (Mons Iritia)
http://eo.wikipedia.org/wiki/Urarto
Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... en.svg.png
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... 840-en.svg
Urarto sub Arame 860-40 a.K.

Armenia
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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... fr.svg.png

Immagine
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... %D5%B6.JPG


http://pl.wikipedia.org/wiki/Urartu
https://fr.wikipedia.org/wiki/Urartu
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 9:56 am

Li urartei

http://tanogaboblog.it/rabat-tepe-le-la ... li-urartei

Lo stato Urartu, che è menzionato per la prima volta nei testi cuneiformi del re assiro Salmanasar I nel XIII sec.a.C., è stato annientato dalle invasioni dei popolo dei Medi e degli Sciti provenienti dal nord, verso il 600 a.C. Gli Urartei non sono né indoeuropei né semiti.
Gli studi condotti sulla lingua d’Urartu rivelano che essi parlavano un dialetto affine all’hurritico Gli Hurriti vivevano nella medesima regione circa mezzo secolo prima e avevano fondato contemporaneamente agli Hittiti uno stato che s’estendeva fino ad Antakya. Si deduce perciò che gli Urartei fossero della medesima origine degli Hurriti. Essi pure non sono rimasti al di fuori dall’influsso assiro e, all’inizio, fecero uso della lingua e della scrittura degli Assiri. E’ stato possibile leggere l’urartu grazie a testi bilingui assiro-urartu. La corrispondenza, assai rara, ufficiale o commerciale, si faceva su tavolette di terracotta.
In certi documenti cuneiformi urartu si parla delle vittorie riportate dai re d’Urartu, dei prigionieri e dei tributi di guerra, delle costruzioni di canali d’irrigazione, di fortezze e di templi. Nei testi gli Assiri parlano della fertilità delle terre d’Urartu e delle ricchezze dei suoi templi e dei magazzini di stato
Questi testi confermano, d’altra parte, che gli Urartei conoscevano bene sia l’arte che la tecnica di costruzione di grandi canali, di laghi artificiali, nonché l’irrigazione ed il prosciugamento delle paludi

http://www.tanogabo.it/images/images11/Urartu_743.jpg

L’Urartu era uno stato teocratico e feudale. Le zone di frontiera erano protette da signorie che a loro volta dipendevano dal re come avveniva presso lo stato hittita. I sovrani di queste zone di frontiera pagavano un’imposta al re, ma erano liberi nel loro dominio. I signori abitavano in solide fortezze e si univano coi loro uomini all’esercito dei re in caso di guerra.
Gli Urartei conobbero il loro periodo d’oro nel IX e VIII sec.a.C., diedero grande prova di abilità nel settore architettonico, sia nel costruire palazzi che templi e altre grandi opere. Adattando le loro costruzioni alla configurazione geografica della regione, hanno fatto edifici monumentali con blocchi di pietra lavorati, maneggiando eccezionalmente anche blocchi da venti a venticinque tonnellate. L’architettura urartu ha conosciuto uno sviluppo differente da quello dell’architettura assira. Gli Urartei hanno realizzato su fondamenta in pietra, le costruzioni in legno, prevalentemente dominate da pali lunghi e sottili. Le fortezze comprendenti i templi, palazzi ed edifici amministrativi, sono circondate da muraglie con numerosi bastioni. La pianta, la posizione e la tecnica di costruzione di queste fortezze sono egregi esempi di’architettura monumentale. Le sale d’udienza e di ricevimento dei templi e dei palazzi, con le loro numerose colonne, sono una grossa innovazione architettonica. Il tempio di Altintepe offre l’esempio più significativo.
Gli elmi e gli scudi che sono stati scoperti portano il nome del re al quale l’oggetto apparteneva, nonchè figure umane e di animali.
I recipienti in bronzo d’Urartu, con le loro figure tipiche, sono stati esportati a suo tempo in Frigia, in Grecia e in Italia.


Lengoa urartea
https://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_urartea
La lingua urartea o urartiana, detta anche vannico o vanico, è una lingua estinta della famiglia hurro-urartea parlata nella Mesopotamia settentrionale nel periodo che va dal 900 a.C. al 600 a.C. dal popolo degli Urartei.

https://it.wikipedia.org/wiki/Lingue_hurro-urartee
https://de.wikipedia.org/wiki/Hurro-ura ... e_Sprachen
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 9:57 am

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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 10:00 am

La paroła o el moto ràça el vien da sta tera, el jera el nome de na çita da endoe ca vegnea on tipo de boni cavaj o cavałi


Ràça, ràsa, razza
viewtopic.php?f=44&t=774

Etimoloja de ràça del filologo Xane Semeran:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... C3%A7a.jpg


asiro/assiro:

ḫaršâ (ràsa de cavaj)
ḫaršītu (raça de piegore)


cfr. co horses

http://en.wikipedia.org/wiki/Horse

Cfr. co:

Arsa, Arsia, Arsiè, Arsiero, Vallarsa, ...
viewtopic.php?f=45&t=316

Are/Arre/Jara/Giara (etimoloja)
Jara/giara/glara, glareto/greto, Jare/Giarre, Ara, Ari, Ario, Ariano, Arre, Arena, Arona, Arau, Glarona, Lario, Loria, Lora, Ora, Auer, Auronso, Arno, Aron, Garau, Grau, Gravo, ... Ariano, Mariano, Marano, Mara, Mare, Mareno, Marso, Mors, Moira, Mira, Mirandola, Moraro, Marsia, Arsia, Arsa (Vallarsa), ...

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... U5VG8/edit

Immagine

Confrontar co:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... arasse.jpg

Arasse (fiume Armeno), oggi Aras

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Arasse.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Fiume_Aras
Il fiume Aras (turco: Aras, armeno: Արաքս, persiano: ارس, azero: Araz, curdo: Aras o Araz; russo: Аракс) scorre alle pendici del monte Ararat, segnando il confine tra Turchia, Armenia, Iran e Azerbaijan). Ha una lunghezza di 1.072 km.
L'origine del nome Aras risale alla antica Armenia e, stando alla Storia della Grande Armenia di Mosè di Corene, deriva dal nome di Erast, discendente del leggendario patriarca Haik. Più tardi è stato ellenizzato come Araxes. Molte volte è il fiume Volga che viene indicato con tale nome, specialmente in Erodoto, nel primo libro delle Storie.

http://en.wikipedia.org/wiki/Aras_River
The Aras (also known as Araks, Arax, Araxi, Araxes, Araz, or Yeraskh;Azerbaijani: Aras or Araz, ارس or آراز, Armenian: Արաքս or Երասխ, Persian: ارس (Aras), Turkish: Aras, Kurdish: Aras or Araz; Russian: Аракс); Latin: Aboras, is a river located in and along the countries of Turkey, Armenia, Iran, and Azerbaijan. Its total length is 1,072 kilometers (665 miles). Given its length and a basin that covers an area of 102,000 km², it is one of the largest rivers of the Caucasus.

http://www.naturatour.it/Trekking_Info_Armenia.htm
http://www.naturatour.it/DSCN5351.JPG
L’Armenia, terra di cultura e storia delimitata dai fiumi Arasse ed Eufrate e nelle vicinanze della valle del Tigri, è parte di un mondo che è stato la culla della civiltà, che ha ospitato insieme alle più note popolazioni babilonese, assira ed urartea, l’ancora sconosciuta ed affascinante civiltà armena. Con questo viaggio ai confini della nostra realtà occidentale, ci immergeremo in un mondo in cui ancora il tempo è scandito dai ritmi di una civiltà contadina, un paese ricchissimo di bellezze naturali, paesaggi incantati e antiche chiese sotto lo sguardo del mitico Monte Ararat, il guardiano innevato che con i suoi 5.137 metri sembra abbia offerto approdo all'Arca di Noè dopo il Diluvio Universale.

Arasse (fiume d’Elide del Peloponneso)
(v. Pausania e Strabone, Virgilio, ... )


Suman (el monte sagro de i Veneti) – monte coxmego

viewtopic.php?f=45&t=125


El Monte Arat

(le olteme erusion par ke le ghe sipia stà ente li ani del bronxo)
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Ararat.jpg

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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/c ... modest.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Ararat

Il monte Ararat (Ağrı Dağı in turco, Արարատ in armeno: Agirî in curdo, آرارات in persiano) è il più alto monte della Turchia (5.165 m s.l.m.), si trova nella Turchia orientale sul confine tra la regione dell'Agri e dell'Agdir, a 22.5 km (circa 14 miglia) a Nord di Dogubeyazit (o Dogubayazit) (39°40'60.00"N 44°17'60.00"E), nel territorio che storicamente aveva fatto parte dell'Armenia; infatti nella lingua armena Ararat significa "Creazione di Dio" o "Luogo creato da Dio". In lingua turca invece il suo nome significa "Montagna del dolore"; la provincia stessa in cui si trova, Ağrı, significa "dolore".

Si tratta di un monte di origine vulcanica (stratovulcano). Le ultime eruzioni risalgono all'età del bronzo. La cima è sempre innevata, con presenza di ghiacciai. Secondo la sua orogenesi, nacque durante lo scontro delle placche africana contro l'asiatica.
Secondo la Bibbia, Noè approdò sulla sua cima dopo che il diluvio universale, scatenato da Dio per punire gli uomini terminò dopo 150 giorni (circa 5 mesi).
La leggenda vuole che l'Arca di Noè sia ancora sulla montagna, come riferito da alcuni viaggiatori, tra cui Marco Polo. A partire dal XIX secolo alcuni esploratori si sono avventurati sul monte alla ricerca dell'Arca, tra cui l'astronauta James Irwin e l'ingegnere Angelo Palego. Su alcune fotografie del monte è presente uno strano oggetto non identificato che qualche studioso biblico ipotizzò essere i resti dell'Arca di Noè, l'oggetto è conosciuto con il nome di Anomalia dell'Ararat.


http://www.meteoweb.eu/2014/02/un-vulca ... cra/261446

Il monte Ararat si trova nella Turchia orientale, al confine tra la regione dell’Agri e dell’Agdir, in un territorio brullo e arido che storicamente ha fatto parte dell’Armenia. Nell’immaginario collettivo questa montagna è connessa al mito dell’arca di Noè, che la Bibbia descrive essersi ancorata sulla sua cima, in seguito al diluvio universale scatenato da Dio per punire gli uomini, ed è proprio da qui che l’umanità avrebbe vissuto la sua seconda genesi. Da sempre molti esploratori, avventurosi e viaggiatori hanno cercato di individuare l’arca, sulle pendici di questa montagna: anche Marco Polo nel 1300 e l’astronauta James Irwin di recente, hanno tentato di reperirne i resti.
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 10:08 am

La figoura femała, na saçerdora (saerdotesa) ła dovaria ver en man on sistro:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Louvre.jpg

http://it.wikipedia.org/wiki/Sistro
Il sistro è uno strumento idiofono proveniente dall'Antico Egitto ed era sacro alla dea Iside, la quale si credeva l'inventrice dello strumento. In Mesopotamia poteva essere di forma trapezoidale o quadrata e presentava l'immagine del Dio raffigurata sul manico. È uno strumento in metallo, con una parte a forma di ferro di cavallo, con un manico e delle aste; il suono viene prodotto scuotendo il sistro. Il numero e lo spessore delle lamelle flottanti ne definisce e caratterizza l’altezza e l’intensità del suono; un suono che resta comunque - come in molti altri analoghi strumenti a sonagli - indeterminato, e cioè senza una precisa connotazione tonale. Si hanno notizie di sistri utilizzati in cerimonie già nella Bibbia (Vecchio Testamento) e prima ancora nella civiltà egizia (era l’antico “seshesh”, di chiara origine onomatopeica) da dove sembra sia stato importato in Palestina e successivamente in Grecia.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... stro-c.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ro-c-1.jpg

El sistro lè on angagno doparà da łi shamani cofà el tanburo/tanburèło e tuti łi strumenti ke łi sona, ke łi fa rumore e mouxega ...:

http://it.wikipedia.org/wiki/Musica_sciamanica
Il suono è tattile; considerando che le informazioni visive sono vissute come esperienza di superficie, le informazioni uditive sembrano essere sia fuori che all'interno del corpo. Nelle culture orali in cui la sopravvivenza coinvolge il contatto intimo con la natura, il suono collega spesso le sensibilità interne alle caratteristiche dell'ambiente. In molti casi questo è vero anche per la musica nella pratica sciamanica, come ad esempio nell'inclusione dell'imitazione di versi degli animali ecc. Si può proporre che il materiale sonoro di cui si serve lo sciamano costituisca un sistema di suoni. Questa suggestione di una semiotica del materiale sonoro sciamanico sembra dipendere dell'assunzione di un linguaggio simbolico condiviso tra lo sciamano e la sua comunità. Questa supposizione è pericolosa poiché si avvererebbe che il linguaggio simbolico dello sciamano spesso possa essere colto solo dallo sciamano stesso e dai suoi iniziati: il linguaggio è condiviso non con la comunità umana ma con gli spiriti. Lo sciamano fa uso del suono come catalizzatore di un ambiente interno immaginario, sperimentato come spazio-tempo sacro in cui egli viaggia ed incontra gli spiriti. I suoni, passando costantemente fra interno ed esterno, collegano questo spazio immaginario con lo spazio reale del rituale in cui lo sciamano si muove e compie azioni e gesti.

Mascare shamane, vesti o paramenti e armamentari sagri
viewtopic.php?f=24&t=1439


Anca sto robo venetego el podaria esar on sistro:
Cosa xeła sta roba ke ła par na fenestra?
viewtopic.php?f=43&t=194

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content /uploads/2013/10/disco-oronso_2.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... o_2_21.jpg

Dal sistro e dai tanburełi co i sonaj se dovaria ver łe variasion de łi angagni o artagni a corde come l'arpa e ła łira de Orfeo ?
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 10:46 am

???

https://www.facebook.com/pierangelo.fav ... hc.friends

Lago Van, Svan, Svanetes, Cosvanetes, ...

Plini Geoghraphia lib.1 003.026
003.137 VENNONETES : ISARCI : BREVNI : GENAVNES : FOCVNATES : VINDELICORVM GENTES QVATTVOR : COSVANETES : RVCINATES : LICATES : CATENATES : AMBISONTES : RVGVSCI : SVANETES :ecc.ecc.

Veneto:etimoloja, xenetega e storia
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... QxZzQ/edit
viewtopic.php?f=134&t=24

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eneta1.jpg
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 10:53 am

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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea col sistro

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 2:11 pm

L'ankh e 'l sistro coanto ke łi se someja!

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... sistro.jpg

Forse a ghè na pristorega liganba come angagno o artagno o arnexe majego del shaman çercador e medego de łe aneme dei vivi malà e conpagnador, so staltro mondo, de łe aneme dei morti o psicoponpo.
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Re: Lameneta o plàca de bronxo urartea col sistro

Messaggioda Berto » ven mag 01, 2015 6:47 pm

El coulto de Ixide

http://www.treccani.it/enciclopedia/isi ... taliana%29

ISIDE - 1938 - di Nicola Turchi

ISIDE (XIX, p. 600). - I misteri isiaci nell'età ellenistica. - Durante il periodo ellenistico Iside, pure essendo sempre associata a Osiride, cambiato in Serapide dalla sagace politica di Tolomeo Sotere, finì col concentrare in sé tutto il meglio del mito osiriano, diventando la figura centrale dei misteri isiaci. Essa è la ordinatrice dell'universo, la protettrice della navigazione, la dea dai "mille nomi" che in sé concentra gli aspetti e le prerogative di tutte le divinità femminili del bacino mediterraneo.

Il culto isiaco aveva luogo nei templi, costruiti sul modello di quelli egiziani, e si divideva in giornaliero, che consisteva nella contemplazione del simulacro del dio, e festivo, che aveva luogo il 5 marzo (navigium Isidis) quando si riapriva la navigazione; e il 12-14 novembre (Inventio Osiridis) specie di rappresentazione sacra in cui si ricordava l'uccisione del dio, ad opera di Set, la ricerca dei brani del suo corpo da parte di Iside, riti di sepoltura, risurrezione di Osiride e suo ingresso solenne nel tempio.

Un apposito sacerdozio, maschile e femminile, presiedeva alle feste, in veste di lino, ed aveva per distintivo il sistro e il secchietto per le abluzioni.

L'iniziazione isiaca, di cui Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI) è il teste oculare più minuto e suggestivo, consisteva in una cerimonia imitativa della morte e risurrezione di Osiride alla quale il candidato, in figura del dio, veniva assoggettato, compiendosi su lui i riti della morte e della sepoltura alla maniera egizia e avendosene, come conclusione, la sua intronizzazione come Osiride risorto. La precedevano un bagno di purificazione, digiuni, preghiere con la continua assistenza del sacerdote isiaco. Apuleio non può raccontare con chiarezza a causa della disciplina dell'arcano che incombeva su tutti i misteri, ma da quanto accenna velatamente si ricava che l'adepto alla fine della sua iniziazione veniva adornato di una fulgente stola "olimpica" e di una corona e fatto sedere "a guisa di sole" sopra un trono, esposto alla venerazione del popolo; come un nuovo Osiride-sole.

Il culto isiaco ebbe larghissima diffusione in tutto il bacino mediterraneo, seguendo la fortuna commerciale dei navigatori alessandrini e giovandosi della supremazia culturale che durante l'epoca ellenistica la capitale dell'Egitto godette nel mondo greco-romano. Si aggiunga a ciò il carattere devozionale di questi misteri, lo sfogo di individuale pietà che alimentavano con il culto giornaliero e con l'assistenza assidua del sacerdote e infine la più palese garanzia di immortalità beata che offrivano agl'iniziati operando su loro medesimi quei riti di morte e risurrezione che erano riusciti così efficaci per Osiride.

Bibl.: P. Roussel, Les cultes égyptiens à Délos du IIIe au Ier siècle a. C., Parigi 1916; Lafaye, La litanie grecque d'Isis, in Revue philol., XL (1916), pp. 55-103; B. A. von Groningen, De papyro Oxyrrh. 1380, diss., Groninga 1921; W. Peek, Der Ysishymnus von Andros und Verwandte Texte, Berlino 1930. I testi isiaci sono raccolti in Hopfner, Fontes religionis Aegyptiacae, Bonn 1922, e N. Turchi, Fontes hist. myst. Aevi hellenistici, Roma 1923; P. Roussel, Un nouvel hymne à Isis, in Revue Études Grecques, XLII (1929), p. 137 seg. Altri inni ad Iside-Ermouthis scoperti a Madīnet Mādī sono ed. da A. Vogliano, Primo rapporto d. scavi condotti dalla Miss. arch. d'Egitto d. Univ. di Milano, Milano 1936.
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