El fantomatego mito del dirito roman

El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:21 am

El fantomatego mito del dirito roman
EL DIRITO NO ŁÈ NA ENVENSION DE ŁI ROMANI
viewtopic.php?f=176&t=304

Ente ła conplesion o anseme del Mito de Roma e de i romani a ghè ła parte ke exalta el “dirito roman”, forse a saria el caxo de profondir sta storia parké, par mi, lè na exajerasion e ente l’anseme no ła corisponde par gnente al vero.


Lè conpagna de staltre falbe storie kive:

Onedà del stado talian, el mito de Roma e ła teoria romansa
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... E1dzQ/edit
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Ençeveltà tałega, straji, połedega, caste, corusion
viewforum.php?f=22

Le falbe çenturiasion romane ente ła tera veneta
viewtopic.php?f=176&t=931
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BxY3M/edit
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El vin ente ła tera veneta
viewtopic.php?f=44&t=39
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... tUUGM/edit
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Veneti coki de łi romani
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... Q4NnM/edit
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Crixi de la filoloja romansa
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... RUcDQ/edit
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Teoria Romansa e Gerhard Rohlfs
https://docs.google.com/open?id=0B_VoBn ... 3ZDMnd4Y28
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... JPY00/edit

Li barbari romani
viewtopic.php?f=111&t=574
viewforum.php?f=176
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... l0bVE/edit
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Ponti d’Ouropa
viewforum.php?f=120
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... Y3c3M/edit
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Troxi veneti e d’Ouropa en la pristoria
viewforum.php?f=121
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BMVFk/edit
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Londra (etimoloja e storia)
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... BwUXM/edit

Łe raixe de łe çità venete
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... NBems/edit
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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: El mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:21 am

http://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_romano

Con l'espressione Diritto romano si indica l'insieme delle norme che hanno costituito l'ordinamento giuridico romano per circa tredici secoli, dalla data della Fondazione di Roma (753 a.C.) fino alla fine dell'Impero di Giustiniano (565 d.C.). Infatti, tre anni dopo la morte di Giustiniano l’Italia fu invasa dai Longobardi: l’impero d’Occidente si dissolse definitivamente e Bisanzio – formalmente imperiale e romana – si allontanò sempre più dall’eredità dell’antica Roma e della sua civiltà (anche giuridica).

Il diritto romano si suddivide in:

ius Quiritium; il nome deriva da "Quirites", sinonimo di "Romani".
Era costituito da un insieme di consuetudini ancestrali, non scritte, talmente remote che i Romani stessi non ne conoscevano l'origine. Riguardava gli ambiti di diritto di famiglia, matrimonio, patria potestas e proprietà privata, e non comprendeva le obbligazioni, che in età arcaica non esistevano.
Costituisce il nucleo più arcaico del ius civile.

ius civile, ...

ius honorarium (o ius praetorium), ...

Ius legitimum, ...


http://it.wikipedia.org/wiki/Discussione:Diritto_romano

Giurisprudenza Arcaica
I pontefici sono gli interpreti del diritto e forniscono i Responsa, che sono secchi (cioè senza motivazione), autoritari e gratuiti.
Redigono gli “Annali”, brevi cronache dove vengono registrati anno per anno gli eventi più importanti della comunità: con gli annali, nasce l’Annalistica, la storiografia nazionale romana.
Gli Annali verranno recepiti come exempla dai successivi giuristi anche laici.
Inoltre, i pontefici regolano il calendario, condizionando così la vita pubblica.
Il diritto arcaico è in gran parte formato da mores, cioè gli usi e le consuetudini gentilizi.
In sede conflittuale tra due paterfamilias, è il re che in prima fase Ius Dicit, ossia incanala il rito per l’esercizio dell’autodifesa privata e violenta, mentre nella seconda fase la controversia è decisa da un giudice privato.
Il rito consiste sempre in parole e gesti prestabiliti.
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Re: El mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:21 am

Apports des Étrusques aux Romains
http://fr.wikipedia.org/wiki/Apports_de ... ux_Romains


Tria nomina, un sistema di origine etrusca
http://fr.wikipedia.org/wiki/Noms_romains
Le nom romain se particularise par l'usage de trois noms (tria nomina, un système d'origine étrusque), en usage chez les patriciens, puis chez les plébéiens, au fur et à mesure que, sous la République romaine, ils acquièrent des droits. L'onomastique romaine se base sur plusieurs sources : l'étude des pierres tombales, les sources littéraires, et l'ensemble de l'épigraphie.

La toga
http://fr.wikipedia.org/wiki/Toge
La toge (du latin toga) est le vêtement des citoyens de la Rome antique, de mode étrusque, descendant de l'himation grecque ; elle s'est diffusée à l'aristocratie du monde latinisé, jusqu'en Égypte. C'est avant tout un costume d'apparat qui nécessite l'aide d'esclaves pour être drapée, tant l'ajustement est compliqué et malaisé. La différence essentielle entre l'himation grec et la toge romaine consiste dans la forme donnée à la pièce de drap qui la constitue : celle-ci est taillée en demi-cercle, tandis que l'himation est taillé en carré. Le diamètre de la toge est d'environ 6,50 m sur 2,50 m. Les historiens des mentalités pensent que la toge, n'étant maintenue que par des plis, devait obliger celui qui la portait à adopter une certaine tenue et une certaine marche, étant donné qu'au moindre mouvement brusque ou désordonné on risquait de la perdre.

Mitologia etrusca
http://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_etrusca
http://fr.wikipedia.org/wiki/Mythologie_%C3%A9trusque
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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:40 am

La prima tesi sugli Etruschi all'Università di Stoccolma
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... V0Vms/edit

Le çità e li canpi militari etruski: enpianto a croxe o ortogonal
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... deleit.gif

Dansa e spasio sagri de li etruski e de li shamani
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... YxekU/edit
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Spirtoaƚetà da ƚa pristoria, shamaneixmo e coxmołoja shamana
viewtopic.php?f=24&t=19

Mascare shamane, vesti o paramenti e armamentari sagri
viewtopic.php?f=24&t=1439
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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:40 am

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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:40 am

El dirito ente la vecia Mexopotamia

http://www.maat.it/livello2/leggi-sumere.htm

E' totalmente assente il concetto semitico di legge del taglione.

I Sumeri preferivano risarcire la vittima piuttosto che sottoporre il reo a mutilazioni o altre pene che non avrebbero dato alcun beneficio alla vittima, se non la soddisfazione della vendetta.
Il ladro era condannato a pagare il doppio di quanto aveva rubato.
L'autore di un furto in un frutteto era punito al pagamento di 10 sicli d'argento. Se veniva trovato a tagliare un albero la pena saliva a 30 sicli.
Se un uomo era trovato di giorno in mezzo alle messi veniva condannato a pagare 10 sicli. Di notte la pena diventava la morte.
Se un funzionario pubblico veniva in possesso di uno schiavo, di un asino o di un bue perduti, non li restituiva subito e li tratteneva presso di sé per oltre un mese veniva accusato di furto.


http://it.wikipedia.org/wiki/Codice_di_Hammurabi

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... rabi01.jpg



Enuma elish (co’ l’alto sielo)
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... VvazQ/edit
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viewtopic.php?f=24&t=346
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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:41 am

Tràçe del pristorego dirito xlavo
http://www.fupress.com/scheda.asp?idv=2038
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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:44 am

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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 9:44 am

Atanarico el grando kel gà acouxà li romani de esar enfedi, tradidori e barbari:
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... cyOUk/edit
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Re: El fantomatego mito del dirito roman

Messaggioda Berto » dom gen 05, 2014 10:03 am

Luciano Perelli
LA CORRUZIONE POLITICA NELL'ANTICA ROMA. Tangenti malversazioni malcostume illeciti raccomandazioni
Milano, Rizzoli, 1994
pp. 323

http://www.gatc.it/biblioteca/letture/p ... caroma.htm

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Quest'opera è dedicata alla corruzione politica nella Roma repubblicana, un'epoca lontana ma travagliata da problemi etici della vita pubblica straordinariamente attuali. Una interpretazione diffusa della storia di Roma antica presenta l'epoca repubblicana come un periodo felice dal punto di vista della morale pubblica, popolato da uomini che agivano ispirati da nobili ideali nell'interesse di Roma, mentre all'impero sono attribuiti scadimento morale e corruzione. La realtà fu ben diversa.

Ciascun capitolo affronta un particolare aspetto della corruzione politica dell'antica Roma, corredando la trattazione di una scelta molto ampia di brani tratti da testi classici. Sono gli stessi autori che si studiano nelle scuole, curiosamente evitando quelle parti che trattano questioni tanto scabrose. Scorriamo brevemente i temi trattati nel volume.

La clientela era una associazione che legava un gruppo di persone di rango inferiore a un nobile, il patrono. In cambio di tutela e di assistenza giuridica, i clienti dovevano mostrare devozione al loro patrono, rendendogli numerosi servigi. Tra patrono e cliente esisteva un legame così forte che erano esentati dal testimoniare l'uno contro l'altro. L'esibizione di numerosi clienti da parte del patrono costituiva una fonte di prestigio e di potere di primaria importanza. Queste caratteristiche, secondo l'autore, fanno della clientela l'antecedente delle organizzazioni mafiose moderne.

I brogli elettorali. Il campionario dei metodi per alterare il risultato elettorale era molto vario: elargizioni di denaro e di favori agli elettori, pressioni e intimidazioni al momento del voto, faziosità e corruzione dei magistrati incaricati dello spoglio dei voti e della proclamazione del vincitore. Questo campionario di irregolarità era però continuamente contrastato da iniziative volte a garantire il regolare svolgimento delle elezioni.

La corruzione e le malversazioni dei funzionari dello stato affliggevano coloro che erano sottomessi alla loro autorità. Nonostante il generoso appannaggio ricevuto, i governatori delle provincie e gli alti gradi dell'amministrazione periferica spesso approfittavano con le irregolarità più diverse della propria posizione ai danni delle popolazioni soggette a Roma. Verre, il rapace governatore della Sicilia dei tempi di Cicerone, costituiva un caso tutt'altro che isolato. Ma la corruzione riguardava anche i gradini inferiori dell'amministrazione statale; gli storici classici si occuparono poco di questi episodi, troppo umili per meritare la loro attenzione. Più frequentemente sono citate le frodi dei publicani, titolari di lucrosi appalti statali. Un esempio è quello di Marco Postumio di Pyrgi, titolare di contratti di fornitura per l'esercito, il quale faceva affondare di proposito vecchie navi, dopo averle caricate di merci di poco valore, per richiedere allo stato l'indennizzo di un valore molto superiore.

L'amministrazione della giustizia è un altro settore della vita pubblica romana toccato da ampia corruzione. Il diritto romano classico, sul quale si sono formate generazioni di giuristi fino ai tempi nostri, è una elaborazione tardo-imperiale. Nei tempi più antichi la giustizia era amministrata da privati. Nell'epoca repubblicana il pretore, il magistrato pubblico incaricato dell'amministrazione giudiziaria, affidava i giudizi a un giudice scelto dalle parti o da egli stesso designato. L'assenza di un codice e di un corpo indipendente di magistrati specializzati rendeva il giudizio un evento in buona parte dipendente dalle pressioni, se non proprio azioni di vera e propria corruzione, che le parti in casua potevano esercitare sul giudice. L'autore presenta al lettore numerosi esempi di come i processi fossero spesso volti a favore di un personaggio ricco e potente. I processi erano pubblici, cosa che temperava gli eccessi della corruzione dei giudici e che faceva emergere l'attività di giudici integri e imparziali come termine di confronto per l'attività di tutti gli altri.

Non poteva mancare l'argomento delle raccomandazioni, un flagello che già allora minava l'efficienza dell'amministrazione pubblica. Agli inizi della sua storia Roma era dotata di un apparato statale molto snello, ma con l'allargarsi del dominio di Roma anche l'amministrazione statale divenne più estesa, con ciò moltiplicando i posti nelle carriere statali. La caccia al posto era l'attività principale dei rampolli dell'aristocrazia senatoriale e dei giovani rampanti delle classi emergenti. Per ottenerlo era necessario godere di influenti raccomandazioni, nelle quali non è possibile trovare traccia delle qualità specifiche che il candidato poteva vantare per occupare degnamente la posizione cui aspirava, ma solo l'esaltazione di generiche virtù e soprattutto della fedeltà del raccomandato.

La corruzione politica è un fenomeno che suscita reazioni contrastanti, di riprovazione e di condanna morale, talvolta di accettazione più o meno rassegnata. Può accadere che le ragioni e i sentimenti sui quali si fondano queste reazioni convivano in noi, formando un cocktail dal difficile equilibrio e dal sapore cangiante, raramente gradevole. La curiosità di saperne di più, di conoscere fatti e particolari, è però sempre forte.

Sicuramente l'opera appaga questa curiosità per quanto riguarda la storia di Roma antica. E' anche possibile che qualcuno trovi nella lettura dei poco edificanti episodi descritti dai classici l'amara consolazione che i tempi moderni non sono peggiori di quelli antichi in quanto a corruzione. Il lettore può trovare, però, la spinta per una riflessione più profonda sulla natura pervasiva della corruzione sui modi per combatterla e contenerne gli effetti deleteri. L'analisi storica può servire a sfrondare il problema della corruzione dalla retorica inutile e concentrare l'attenzione sui rimedi, in diversi casi indicati con sorprendente lucidità dai classici stessi. Giampiero Marcello

La corruzione politica e la connessione tra politica e denaro non è un fenomeno solo dei nostri giorni ma è sempre esistito nel corso dei millenni, in varie forme e con varia gravità. Nell'antica Roma, anche prima di arrivare al Basso Impero, diventato proverbiale come regno della corruzione, il fenomeno ebbe dimensioni almeno dieci volte superiore a quelle dei nostri tempi. Il volume documenta con grande copia di testimonianze di autori latini e greci i vari aspetti della corruzione politica durante la Repubblica e i primi due secoli dell'Impero: corruzione legata alle strutture clientelari della società, all'esistenza di potentati personali al di fuori e al di sopra del potere legale, all'importanza e al prestigio della ricchezza come strumento indispensabile di dominio politico. Il volume tratta di associazioni paramafiose (clientela e amicizia), corruzione elettorale e brogli, concussione e peculato, bustarelle, appalti e tangenti, vendita di posti e di cariche, corruzione dei giudici, potere delle raccomandazioni. Il lettore rimarrà impressionato dalle coincidenze col presente, spesso rilevate e sottolineate dal curatore.

LUCIANO PERELLI è stato docente di letteratura latina e di storia romana all'Università di Torino.
E' autore di numerosi saggi e articoli, e collabora a riviste specializzate.
Tra le sue pubblicazioni principali ricordiamo:
-Lucrezio poeta dell'angoscia (Firenze 1969), Il teatro rivoluzionario di Terenzio (Firenze 1973),
-Il movimento popolare nell'ultimo secolo della Repubblica (Torino 1982),
-Il pensiero politico di Cicerone (Firenze 1990), I Gracchi (Roma 1993),
-Storia del mondo antico (Torino 1989), S
-toria della letteratura latina (Torino 19942).



SOMMARIO

Introduzione 5

Avvertenza 20

CAPITOLO I
Le associazioni paramafiose: clientela e amicizia. I potentati personali 21

CAPITOLO II
Corruzione elettorale e brogli 71

CAPITOLO III
Concussione e peculato 131

CAPITOLO IV
Politica e affari: bustarelle, appalti e tangenti 195

CAPITOLO V
La corruzione della giustizia 245

CAPITOLO VI
Le raccomandazioni 281
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