Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » sab gen 04, 2014 11:34 pm

Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato, ...
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... f=44&t=303

https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... U0SjA/edit

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stufare,
v. tr. ‘scaldare nella stufa’ (fine sec. XV, Canti carnascialeschi), ‘cuocere in stufato’ (1786-1803, Spettacolo della natura), ‘seccare, dare fastidio’ (‘stuccare’: av. 1595, T. Tasso; “il pane di casa stufa”: 1853, Proverbi toscani),
rifl. ‘seccarsi, annoiarsi’ (1873, TB).

Derivati:

stufa,
s. f. ‘apparecchio di riscaldamento, spec. per usi domestici’ (av. 1537, V. Biringuccio; l'attest. del Machiavelli riportata in TB pare riferirsi al sign. di ‘stanza’; nel sign. di ‘stanza calda’ la vc. è attest. per la prima volta nel Boccaccio, 1353), ‘serra calda’ (1807, Stampa milan., ma già in Novellino 821, fine sec. XIII: “uno paniere di rose di verno e una stufa”), ‘stanza delle terme, bagno caldo’ (inizio sec. XIV, Marco Polo; ma stuppa è attest. in questa accez. nel lat. mediev. di Padova già nel sec. XIII [Sella Ven.] e stupa nel lat. mediev. di Bologna nel 1250 [Sella Em.]),
stufato,
part. pass. e agg. ‘scaldato nella stufa’ (sec. XIV?, Statuti dell'arte di Por Santa Maria),
s. m. ‘carne a pezzetti cotta a fuoco lento in un tegame ben chiuso’ (av. 1742, G. B. Fagiuoli),

stufo,
agg. ‘annoiato, infastidito, seccato’ (stuffo: 1598, Florio; stufo: av. 1665, L. Lippi).

Lat. parl. *extufare ‘riscaldare’, comp. di ex- e un denominale del gr. typhos ‘vapore, febbre’ (V. tìfo). Per il passaggio semantico a ‘infastidire’ cfr. seccare. Stufa è un dev. a suff. zero. Stufo è un part. pass. contratto (cfr. Rohlfs II § 627). ???
Bibliografia:
per documentazione lat. mediev. di stufa e stufare si veda ALMA XXIV (1954) 234-235.

Dalla versione web del Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Ottorino Pianigiani.

http://it.wikipedia.org/wiki/Stufa
http://www.etimo.it/?term=stufa
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http://www.alberghiera.it/page.asp?idc= ... ra-stufare
http://www.etimo.it/?term=stufare
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Stube <-, -n>
f
1 süddt A (Wohnraum) (stanza f di) soggiorno m
2 mil camerata f
* die gute Stube, il salotto buono; (immer) herein in die gute Stube!, avanti!, accomodatevi!

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Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » ven apr 24, 2015 9:38 pm

Tapas

http://www.treccani.it/enciclopedia/tapas
tapas Termine sanscrito («calore»), passato a significare l’esercizio dell’ascesi fin dal Ṛgveda; lo sviluppo semantico in questo senso indica che il calore interiore (o «psichico» o «mistico») sviluppato dalla disciplina ascetica è stato sentito e concepito quale suo fenomeno centrale e caratterizzante. Sul piano della vita religiosa concreta il t. comporta la creatività miracolare di asceti, mistici, yogin.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -tapas.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -tapas.jpg



IL “CALORE MAGICO”

http://www.cristinacampo.it/public/mirc ... isteri.pdf

Tuttavia non è stato sottolineato sufficientemente il fatto che le «potenze» degli dèi, accresciute dalla collera, si manifestarono sotto forma di fiamme. Sul piano della fisiologia mistica, il calore e il fuoco indicano il risveglio di una potenza magico-religiosa; nello Yoga e nel tantrismo questi fenomeni sono abbastanza comuni. Come abbiamo detto, il risveglio della "kundalini" è accompagnato dalla sensazione di un calore estremamente intenso; la progressione della "kundalini" attraverso il corpo dello "yogi" si manifesta con l'inerzia e il gelo cadaverici della parte inferiore, mentre la parte attraversata dalla "kundalini" scotta. (44) Altri testi tantrici precisano che questo «calore magico» è ottenuto con la «trasmutazione» dell'energia sessuale. (45) Queste tecniche non sono un'innovazione del tantrismo. La "Majjhima Nikaya" (46) allude al «calore» che si ottiene con la ritenzione del respiro; altri testi buddistici (47) assicurano che il Buddha è «bruciante».
Il Buddha è «bruciante» perché pratica l'ascesi, il "tapas".
Il significato originario di questo termine era appunto «calore intenso», ma "tapas" ha finito col designare lo sforzo ascetico in generale. Il "tapas" è attestato già nel "Rig Veda"; i suoi poteri sono creatori sia sul piano spirituale sia sul piano cosmico: per mezzo del "tapas" l'asceta diventa chiaroveggente e può incorporarsi gli dèi. Anche il dio cosmico Prajapati crea il mondo «riscaldandosi» intensissimamente per mezzo dell'ascesi; lo crea infatti per mezzo di un sudore magico, proprio come certi dèi nelle cosmogonie delle tribù nordamericane. (48)
Tocchiamo qui un problema estremamente importante non soltanto per le religioni indiane ma per la storia generale delle religioni: l'eccesso della POTENZA, la FORZA magicoreligiosa, è sperimentata come un calore intensissimo. Non si tratta più dei MITI e dei SIMBOLI della potenza, ma di un'ESPERIENZA che modifica la fisiologia stessa dell'asceta.
Abbiamo ottime ragioni per credere che tale esperienza sia stata conosciuta dai mistici e dagli stregoni dei tempi più antichi. Un grande numero di tribù «primitive» si rappresenta il potere magico-religioso come «bruciante» e lo esprime con termini che significano «calore», «bruciore», «molto caldo», eccetera. Proprio per questa ragione gli stregoni e i maghi «primitivi» bevono acqua salata o pepata e mangiano piante molto piccanti: vogliono così aumentare il loro «calore» interiore. Nell'India moderna i musulmani credono che un uomobin comunicazione con Dio diventi «bruciante». Chiunque operi miracoli è chiamato «bollente».
Per estensione, tutte le persone e le azioni che implicano un qualsivoglia «potere» magico-religioso sono considerate «brucianti». Bisogna anche ricordare che gli sciamani e i maghi sono sempre ritenuti «signori del fuoco»: mangiano carboni accesi, toccano ferro incandescente, camminano sul fuoco. D'altra parte, hanno una grande resistenza al freddo: sia gli sciamani delle regioni artiche, sia gli asceti dell'Himalaya danno prova, grazie al loro «calore magico», di una resistenza che sorpassa l'immaginazione.
(49) Come abbiamo osservato al c. 5, (50) il significato di tutte le tecniche di «potere sul fuoco» e di «calore magico» è più profondo: indicano l'accesso a un certo stato estatico o a uno stato non condizionato di libertà spirituale. Ma il POTERE SACRO sperimentato come calore intensissimo non è ottenuto unicamente con tecniche sciamaniche e mistiche, è anche conquistato con le esperienze delle iniziazioni militari. Parecchi termini del vocabolario «eroico» indoeuropeo - "furor", "ferg", "wut", "menos" - esprimono proprio il «calore
intensissimo» e la «collera» che caratterizzano, sugli altri piani della sacralità, l'incorporazione della POTENZA. (51) Proprio come uno "yogi" o uno sciamano, il giovane eroe si «scalda» durante il combattimento iniziatico. L'eroe celtico Cuchulinn esce dalla sua prima impresa (che d'altronde equivale, come ha dimostrato Georges Dumézil, a un'iniziazione di tipo guerriero) talmente «riscaldato» da dover essere immerso successivamente in tre orci di acqua fredda.
«Messo nel primo orcio, riscaldò talmente l'acqua che questa spezzò l'orcio come si rompe un guscio di noce. Nel secondo orcio l'acqua fece bolle grosse come un pugno. Nel terzo orcio il calore fu come quello che certi uomini sopportano e altri non possono sopportare.
Allora la collera ("ferg") del giovanetto diminuì e gli vennero dati gli abiti». (52) Questa «collera», che si manifesta come un calore vivissimo, è un'esperienza magico-religiosa; non ha nulla di «profano», nulla di «naturale», è il segno della presa di possesso di una sacralità. In quanto POTENZA SACRA, può essere trasformata, differenziata, sfumata attraverso un lavoro ulteriore d'integrazione e di «sublimazione». Il termine indiano "kratu", che originariamente indicava «l'energia propria del guerriero ardente, principalmente di Indra”,
poi «la forza vittoriosa, la forza e l'ardore eroici, la bravura, il gusto per il combattimento”, e per estensione il «potere» e la «maestà» in generale, ha finito col designare «la forza dell'uomo pio, che lo rende capace di seguire le prescrizioni del "rta" e di raggiungere la beatitudine». (53) E' quindi evidente che la «collera» e il «calore» provocati da un accrescimento violento ed eccessivo di POTENZA sono temuti dalla maggior parte dei mortali: una tale potenza allo stato «bruto» interessa soprattutto gli stregoni e i guerrieri; coloro che cercano nella religione la confidenza e l'equilibrio, si difendono dal «calore» e dal «fuoco» magico. Il termine sanscrito "santi", che designa la tranquillità, la pace dell'anima, l'assenza di passioni, il sollievo dalle sofferenze, deriva dalla radice "sam", che includeva originariamente il senso di spegnere il «fuoco», la collera, la febbre, insomma il «calore» provocato dalle POTENZE demoniache. (54) L'indù dei tempi vedici sentiva il pericolo della
magia e si difendeva dalla tentazione di un eccesso di potere. (55) Ricordiamo di sfuggita che anche il vero "yogi" deve vincere la tentazione dei «poteri magici» ("siddhi") - la tentazione di poter volare o di diventare invisibile, eccetera - per ottenere lo stato perfettamente non condizionato del "samadhi". Non si deve giungere tuttavia alla conclusione che l'esperienza del «calore» o il raggiungimento dei «poteri» appartengano esclusivamente alla sfera della magia: «calore», «bruciore», «fuoco interiore», epifanie luminose, come ogni sorta di «potenza», sono attestati universalmente nella storia delle religioni e nelle mistiche più evolute. Un santo e uno sciamano, uno "yogi" e un «eroe» sperimentano il calore soprannaturale nella misura in cui superano, SUL PIANO CHE E' LORO PROPRIO, la condizione umana profana e incorporano la sacralità.
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » sab apr 25, 2015 7:54 am

Tepio, tiepido, tepido, tepeo

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tiepido,
agg. ‘non molto caldo’ (1310, Z. Bencivenni: Baldini), fig. ‘di chi dimostra poco interesse, calore o slancio nei sentimenti o nelle azioni’ (1362-64, G. Boccaccio), ‘debole, fiacco, detto di sentimenti’ (1354, I. Passavanti; per la loc. essere una pappa tiepida V. pàppa).

Derivati:
tiepidezza ‘l'essere tiepido’ (1313-19, Dante).

Lat. tepidu(m), dal v. tepere ‘essere piuttosto caldo (radice indeur. *tep-)’.

http://www.etimo.it/?term=tiepido
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » gio mag 07, 2015 9:35 pm

Dal fogo al fogołar, ai forni, a łe stue stube stove

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... l-fogo.jpg


Caxa de Katal-Huyuk
http://it.wikipedia.org/wiki/%C3%87atalh%C3%B6y%C3%BCk
Il sito, ricostruito lungo una sequenza di 18 livelli stratigrafici che vanno dal 7400 al 5700 a.C. ca., occupa una superficie di 13,5 ettari, dei quali solo un 5% è stato indagato con scavi archeologici.
http://www.filarveneto.eu/wp-content/uploads/2015/04/caxe-a-f%C3%B2sa-Katal-Huyuk-105x300.jpg
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Huyuk.jpg


Caxa de Kukuteni
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_di ... Trypillian
La cultura di Cucuteni-Trypillian, nota anche come cultura di Cucuteni (rumena), cultura di Trypillian (dall'ucraino) o cultura di Tripol'e (dal russo), è una cultura archeologica del tardo neolitico che fiorì fra il 5500 a.C. e 2750 a.C. ca. nella regione del Dnestr-Dnepr dell'attuale Romania, Moldavia e Ucraina.

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... kuteni.jpg


Fogołar viłajo teramare
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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -camin.jpg


Fogołar al viłajo de pałifate del Livelet
A xe da pountar ła vista, da dir o da sovegner ke el fogo, łi fogołari e łi forni ente l’ara alpina e ente l’Ouropa no łi stasti portà da łi romani ma łi ghèra/ghe jera da miłara de ani en vanti del periodo dito roman:

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ivelet.jpg


Forno al viłajo pałifato sol Lago de Costansa

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... bronxo.jpg


Vilajo de palifato so la riva del Lago de Costansa o Bodensee
viewtopic.php?f=90&t=465
http://picasaweb.google.it/pilpotis/Vil ... DiCostanza

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... tamura.jpg



Scavi a Dietfurt: Das Langhaus (na caxa łonga co forno-stua) al scuminsio del primo milegno v.C.
http://alcmona.de/nathus-14566/das-langhaus.html

Ła stua-forno de Dietfurt

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... furter.jpg


Łi forni (ofen/oven) łi se gà eveolvesti/evołoudi ente łe fornełe (ofen/oven) de tera cota e sol ke dapò el 1000 łi xe stasti coverti co łe piastrełe de keramega o maiołega (kachel).

Kakełofen, cakel, ofen, forno - inferi-enferno
viewtopic.php?f=192&t=1548

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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » gio mag 07, 2015 9:35 pm

Kakełofen, cakel, ofen, forno - inferi-enferno
viewtopic.php?f=192&t=1548

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... elofen.jpg


Fuminanti, fulminanti, fiamiferi, çerini, solfarini
viewtopic.php?f=44&t=1492
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » lun set 07, 2015 8:05 pm

???
LE “STUFE” SCALDANO… SPECIE SE DIVENTAN LUOGHI DI PIACERE ;)
5 settembre 2015 di Millo Bozzolan
sunto da “Venezia luoghi di piacere e voluttà”
di N. E. Vanzan Marchini
http://venetostoria.com/2015/09/05/le-s ... di-piacere

Se diciamo “stua” (lengua veneta, in italiano stufa), pensiamo solo all’oggetto che da secoli ci serve a scaldar la casa… ebbene, a Venezia e in altre città non si pensava solo al tepore, ma anche ad altre cose.. altrettanto piacevoli. Dovete saper infatti che le “stufe” erano anche delle saune vere e propprie dove uomini e donne, con una certa promiscuità, potevano curare i loro corpi, ma anche abbandonarsi alla lussuria. Tali attività non erano necessariamente congiunte, ma chi frequentava tali locali conduceva in genere uno stile di vita libero e proclive ai piaceri.

I gestori, chiamati “stufaroli” o “STUERI”, praticavano la coppettazione, i massaggi, la depilazione, il taglio dei capelli e offrivano varie prestazioni da estetisti. “Gli stuffaroli” tengono camere a nolo, meschiando la immondizia esteriore con quella interiore.” La stufa era la scena privilegiata delle commedie in cui.oltre che gli amplessi mercenari si raccontava anche di beffe, travestimenti e furti.
sempre lei, Danae, mentre si abbandona languida e ignuda a Giove che la feconda.. con una spruzzata.. di stelle Tiziano.

sempre lei, Danae, mentre si abbandona languida e ignuda a Giove che la feconda.. con una spruzzata.. di stelle Tiziano.

Gli stueri dunque operavano a fianco delle prostitute e solo più tardi furono assimilati ai barbieri e chirurghi. L’affinità delle stufe veneziane a modelli orientali viene sottolineata da
Alvise Molin, in missione diplomatica a Istanbul nel 1668, quando egli visitò “uno dei loro bagni che molti e frequentissimi sono in Turchia, fatti per lavarsi prima delle orazioni loro.”
Vasari racconta che, negli squallidi contesti delle stufe, in cui i corpi nudi di cortigiane e meretrici si abbandonavano al caldo abbraccio del vapore, artisti come Tiziano, Veronese, Tintoretto traevano ispirazione per i loro nudi. Santi trionfanti nella loro purezza e nudità, o mitiche fanciulle dell’Olimpo pagano dovevano le loro fattezze a mercenarie del sesso in equivoci bagni.
Ma la poesia e l’arte riescono a trasfigurare anche la più sudicia realtà come forse è accaduto alla Danae fecondata da Giove, uscita dal pennello di Tiziano, che forse altri non era che una meretrice in una stufa.

https://books.google.it/books?id=05eufb ... li&f=false

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... faroli.jpg

Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri [dal 1766 al 1797]
https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Verri
Il conte Alessandro Verri (Milano, 9 novembre 1741 – Roma, 23 settembre 1816) fu uno scrittore e letterato italiano.
http://archive.org/stream/carteggiodipi ... r_djvu.txt

II (223).
Jì "Pietro.

Roma, 3 agosto 1769.
...
Lecchi sta bene ; ma, poveretto, potrebbe star meglio ; sono due o tre giorni che si sente una specie d' inquietudine interna, e mi pare che abbia nel sangue il fermento febbrile, pronto ad accedersi per il minimo disordine. Ma egli non e capace di aversi cura, e per la stessa spensieratezza, per cui ha perduto a quest'ora duecento zecchini al giuoco, non pensa a far moto, a prendere bagni, e a una cura metodica preservativa, che gli farebbe bene ; ma invece dorme sino a mezzogiorno. Io ho fatti venti bagni, i quali qui sono molto propri ed usitati. Vi sono dei bagnatori , che chiamano stuffaroli , i quali danno il bagno a quattro paoli ; vi lavano coi profumi ; vi spelano così bene, come a Parigi. Le vasche del bagno sono foderate di tavolette di porcellana, come il pavimento, e buona parte delli muri. Infine, sono estremamente puliti; e l'uso dei bagni va crescendo ogni anno a dismisura.
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » lun set 07, 2015 8:38 pm

El Palaso de Sichelgaita
http://ilpalazzodisichelgaita.wordpress ... fe-e-terme

Stufe e terme
E’ evidente che la maggior parte della gente non ha la possibilità di prepararsi un bagno caldo in casa propria molto spesso: scaldare ogni volta l’acqua nel camino è decisamente troppo costoso e non alla portata di tutti. Per questo, soprattutto a partire dal XII secolo, le città si dotano di stabilimenti pubblici, volgarmente detti stufe, frequentatissimi.
Una città di circa 70.000 abitanti come Parigi, nel 1292, ne conta ben 26, Bruxelles e Bruges 40, Baden Baden (Svizzera) 30; ve ne sono anche a Pisa, Firenze, Roma, Palermo. Persino una piccola città come Salerno ne conta più di una, e molto apprezzate da chi arriva in città da tutta Europa per curarsi; nel XII secolo troviamo ad esempio nominati i bagni vicini al monastero di S. Sofia, e pare siano talmente lussuosi da attirare perfino i monaci e le monache dei monasteri vicini!


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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... hoevo1.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... hoevo2.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... hoevo3.jpg

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... hoevo4.jpg



La stua da bagno (= stansa o camara calda da bagno)
http://www.roncolo.info/roncolo_it/stua_da_bagno.asp
Al secondo piano del palazzo occidentale di Castel Roncolo si trova la così detta “Stua da Bagno” con affreschi (1385 – 1413) risalenti al tempo in cui Niklaus Vintler era il proprietario del Castello. I dipinti hanno superato il passare dei secoli rimanendo quasi pressoché intatti. La “Stua da bagno” è l’unica stanza del Castello a possedere ancora il soffitto in legno originale decorato con le pitture blu dell’epoca, stelle gialle e la rappresentazione personificata del sole e della luna, che creano l’illusione di una volta celeste.

L’ambito più basso delle pareti ospita dei riquadri che imitano nell’aspetto il marmo colorato. Al di sopra, gli affreschi riproducono drappeggi di stoffe pregiate decorate con aquile e cervi su fondo rosso. Nella parte superiore, lungo tutto il perimetro della stanza, si snoda una galleria ad arcate che si interrompe solo sul vertice dell’arco acuto della porta, dove si trova raffigurato lo stemma della famiglia Vintler. Lo stemma mostra due zampe di orso bianco su sfondo rosso, due uomini, presumibilmente Franz e Niklaus Vintler, che sorreggono un elmo da torneo al di sopra dello stemma stesso.

Alla sinistra e alla destra dello stemma dei Vintler si trovano uomini di diverse età abbigliati secondo la moda cortese del tempo. Ognuno di essi ha un atteggiamento diverso, un giovane uomo gira senza ritegno la schiena allo spettatore, una insolita e nuova rappresentazione per il periodo medievale. Sulle rimanenti pareti della stanza si trovano dame dal nobile abbigliamento, animali esotici e locali, così come uomini in apparenza nudi, che proprio per questa particolarità hanno dato alla stanza il nome di “Stua da bagno”.
In effetti si tratta però solo di figure incompiute.
A cosa servisse in origine la “Stua da bagno” ancora non è chiaro.
Nuovi studi hanno però ipotizzato che in questa stanza potesse essere l’ ufficio del Castello. ???
Nelle pareti si aprono numerose nicchie rettangolari: nella parete sud un armadio a muro in legno, che originariamente doveva essere dipinto di rosso, e nella parete nord due piccole nicchie per la luce, all’interno delle quali potevano essere sistemate candele o lampade ad olio.


Sotoportego de la Stua

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http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... a-Stua.jpg

http://www.veneziamuseo.it/TERRA/Cannar ... _niz03.htm
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Sixara » mar set 08, 2015 6:26 pm

A Venè'zia no lo sò ma Trevixo o Vicen'za par exenpio i stufaròli i jera pa la pì parte todeski ( anca nò ebrei) ca ghea insegnà come fare co le stùe o stube sica more teutonica. A digo ebrei ( e anca nò) dognimodo tedeski, parké i jera lori ke i ghea l exijen'za de na stube, tipo bagno-turco, pa i so uxi rituali.
Ke dopo i vene'ziani i la gapia intendesta cusì... eh bè, se sà ke cuei ke ga la rogna i se grata.
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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » ven gen 08, 2016 8:19 am

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Re: Stùa, stube, stove, ... - stuàr, stufàr, stufato

Messaggioda Berto » ven gen 08, 2016 8:24 am

Le terme no łe xe na envension dei romani

viewtopic.php?f=90&t=1445
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