torrente,
s. m. ‘corso d'acqua breve, di solito a forte pendenza e con accentuate variazioni di portata’ (av. 1321, Dante; sec. XIV, Esposizione di Salmi: “Torrente si è un fiume, il quale subitamente, e impetuosamente cresce, e manca e scema, perocché non viene da vene d'acqua viva, ma da acqua piovana”), est. ‘ciò che scorre, scende o precipita con forza e in gran quantità, anche fig.’ (1374, F. Petrarca).
Locuzioni:
torrente glaciale ‘prodotto dalle acque di fusione di un ghiacciaio’ (1922, Zing.).
Derivati:
torrentizio,
agg. ‘di torrente’ (1879, TB, con rinvio ad Alessandro Manetti; per regime torrentizio V. regìme),
torrenziale,
agg. ‘che procede, scende come un torrente’ (1877, Fanf.-Arlìa).
Vc. dotta, lat. torrente(m), propr., per quanto possa sembrare strano, part. pr. del v. torrere ‘seccare’ (presto aggettivato e sostantivato). La contraddizione si spiega attraverso i successivi passaggi: ‘corso d'acqua, che si disseca’ > ‘corso d'acqua’ > ‘corso d'acqua impetuoso’. Torrenziale è il fr. torrentiel (1836).
torrefare,
v. tr. ‘sottoporre a torrefazione’ (torefare: av. 1460, Savonarola De regimine; torrefare: 1812, Bernardoni; 1855, Ugol.: “ognun vede di per sè la bruttezza della parola”; ma il Viani, 1860, replica: “Io non ci veggo bruttezza di sorta alcuna, ma semplicemente un latinismo [torrefacere], usato da' farmacisti e da altri, e notato anche da' vocabolaristi napolitani”; del part. pass. e agg. torrefatto ‘tostato’ si hanno es. di S. Manetti, 1765, e di G. Targioni Tozzetti, 1768-79).
Derivati:
torrefazione,
s. f. ‘operazione consistente in un forte riscaldamento cui vengono sottoposte molte sostanze per disidratarle o abbrustolirle o modificarne la composizione chimica’ (1713, D. Auda: “La torrefazione è privare una materia affatto del proprio umido radicale sopra il fuoco senza che si abbruggi”).
Vc. dotta, lat. torrefacere ‘abbrustolire’, comp. del radicale del v. torrere ‘far seccare’ (di orig. indeur.) e facere ‘fare’: ‘far diventare secco’. Considerate le tarde attestazioni it., s'impone un tramite fr. (torréfier dal 1520 ca., torréfaction dal 1690).
torrido,
agg. ‘bruciato, riarso, caldissimo’ (1684, A. Marchetti; av. 1729, A. M. Salvini).
Locuzioni:
zona torrida ‘parte della Terra attraversata dall'equatore e compresa tra i due tropici’ (1500, A. Vespucci: Arch. par. I).
Vc. dotta, lat. torridu(m) ‘bruciato, arso’ (dal v. torrere ‘rendere secco’, di orig. indeur.). Per il senso che torrido ha nel Malatesta, av. 1429, ‘impetuoso’ di fiume, V. torrente.
torrone,
s. m. ‘dolce di mandorle tostate tenuto insieme da un impasto di miele, zucchero, bianco d'uovo’ (1549, C. Messi Sbugo, cit. da M. Catricalà in SLeI IV 1982 188; in Florio, 1598: toroni ‘una specie di confetti’; 1726, A. M. Salvini: “quella confezione fatta di mandorle, che per la forte presa che fa col mele si domanda torrone”).
Sp. turrón (dal 1423), dal v. turrar ‘arrostire’ (lat. torrere ‘seccare’). “I torroni spagnoli dovettero arrivare prima a Napoli, al tempo della signoria spagnola: la prima notizia riguardante codesto mandorlato in Italia è nel Lombardi (La Ciucceide XII 17, a. 1674), il quale parla di una tenna co na banca de terrone” (A. Prati, cit. in Bibl.). L'ipotesi è tuttora sostenibile, anche se la presenza di torrone nel Messi Sbugo scalza la priorità nap., ma è sempre un testo non privo (tutt'altro) di ispanismi (si è in un sec., il XVI, di grande influsso sp.).
Bibliografia:
F. Miola, Torrone, in LN II (1940) 84 (con riepilogo delle varie ipotesi etim., senza menzione dell'orig. sp., convincentemente sostenuta, invece, da A Prati, Torrone, in LN VII 1946 84). Su qualche dubbio sull'orig. della vc. sp.: G. Colón, Un problema de préstamo: esp. “turrón”, ora nel volume El léxico catalán en la Romania, Madrid, 1976, pp. 334-353.
Cristoforo da Messisbugo (... – Ferrara, 1548)
http://it.wikipedia.org/wiki/Cristoforo_di_Messisbugo Non si conoscono molte notizie sulla sua vita. È indicato come nativo delle Fiandre da alcuni storiografi ferraresi. Fu nominato conte palatino da Carlo V il 10 gennaio 1533, e prese in moglie la nobile ferrarese Agnese di Giovanni Gioccoli. Le sue spoglie sono sepolte a Ferrara, nella chiesa di Sant'Antonio in Polesine.
http://it.wikipedia.org/wiki/Torrone http://www.museodidatticoestense.it/mdv ... essi-sbugo torrefacio, is, feci, factum, ere, 3 tr., torrefare, abbrustolire, COL. [torreo + facio].
1.
torrens, entis, part. agg. di torreo con comp. e sup.,
1 ardente, cocente, che brucia: flammae torrentes, ardenti fiamme, VERG.; assol., con val. mediale: (miles) torrens meridiano sole, (soldato) investito dalla vampa meridiana del sole, LIV. 44, 38, 9 (lez. inc.); terra torrens (arsa) aestu, COL.;
2 trasl., impetuoso, torrenziale, violento, rapido: torrens unda, onda impetuosa, VERG.; Padus torrentior, PLIN. 3, 117; torrenti sanguine (col rifluire del sangue) dividit aequor, LUC. 2, 220; impetus torrens (torrenziale), SEN.; fig. di parole, torrenziale, impetuoso: torrens dicendi copia, eloquenza torrenziale, IUV. 10, 9; torrens dicentis oratio, QUINT.
2.
torrens, entis, m.,
torrente: tumidus torrens, OV.; fragosus torrens; rapidus torrens, VERG.; fertur quasi torrens oratio, il discorso procede rapido come un torrente, CIC. Fin. 2, 3; fig. torrens armorum et virorum, un torrente d'armi e d'armati, SIL.; di parole: quo torrente, quo impetu saeculum nostrum defendit, con che corrente di parole, con che impeto difende il nostro tempo!, TAC. Dial. 24; inanis verborum torrens, fiume di vuote parole, QUINT. 10, 7, 23
[cf. 1. torrens].
torreo, es, torrui, tostum, ere, 2 tr.,
far seccare, disseccare; quindi disseccare al fuoco, asciugare, arrostire, cuocere; bruciare; consumare: fruges torrere parant flammis, si accingono ad asciugare al fuoco il grano, VERG. Aen. 1, 179; rapidus Sirius torrens Indos, la violenta canicola che brucia gli Indi, VERG.; sidera torrentia agros, costellazioni che bruciano i campi, HOR. Carm. 3, 1, 31; undique flamma torreri, essere esposto da ogni parte al calore insopportabile del fuoco, CAES. B. G. 5, 43, 4; torrere (seccare) pisces sole, PLIN. 7, 30; exta in veribus torrere, abbrustolire le viscere (della vittima) su spiedi, VERG.; liba tosta petere, richiedere focacce cotte, OV.; solis ardore torreri (essere arso), CIC.; violento sole torreri, IUST.; sol torrebat (bruciava) corpora Gallorum, LIV.; detto della febbre: torrentur febribus artus, OV. Her. 21, 171; detto del freddo, bruciare, VARR.; dell'amore, infiammare: Lycorida Cyri torret amor (l'amore per Ciro), HOR. Carm. 1, 33, 6; me torret face mutua Calais, me arde di ricambiato amore Calaide, HOR. ibid. 3, 9, 13 [cf. gr. térsomai].
torresco, is, ere, 3 intr.,
abbrustolirsi, essere divorato dalle fiamme, LUCR.; disseccarsi, ISID.
[torreo + -sco].
torrido, as, are, 1 tr.,
disseccare, bruciare, NON.; part. torridatus, MART. CAP.
[torridus + -o3].
torridus, a, um, agg.,
seccato, inaridito, disseccato; arso, bruciato: torridi fontes rivique, fonti inaridite e ruscelli asciutti, LIV. 4, 30, 8; torrida tellus, LUCR.; torrida farra, farro abbrustolito, OV.; di cibo, arrostito, C. AUR.; per il freddo, bruciato, intirizzito: iumenta torrida frigore, LIV.; di persona, secco: homo vegrandi macie torridus, uomo straordinariamente magro e secco, CIC. Agr. 2, 93; torrido, ardente, cocente: aestas torrida, VERG.; del freddo, mordente, gelido, CALP.
[torreo + -idus].
torris, is, m.,
tizzone, VERG., OV. e a.; torris obustus, tizzone tutto intorno arso, VERG.
[cf. torreo].
torror, oris, m.,
calore ardente; esposizione (del corpo) al sole, C. AUR.
[torreo + -or].
1.
torrus, i, m.
= torris, tizzone, ACC. in NON., ENN. e PACUV. in SERV.
2. torrus, a, um, (grafia arcaica torus)
= torridus, FEST.