Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » dom nov 30, 2014 8:25 am

Cfr. co:

Puja (Puglia – Apulia)


http://it.wikipedia.org/wiki/Puglia
La Puglia (IPA: [ˈpuʎʎa]; Apulia in latino, Iapyghia, Ἰαπυγία in greco antico, Púgghie, Puje o Pujje in barese, foggiano e tarantino, Puia in salentino, Poulye in francoprovenzale) è una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia Meridionale di 4.087.758 abitanti, con capoluogo Bari. Confina a nord-ovest con il Molise, a ovest con la Campania e la Basilicata ed è bagnata dal mare Adriatico a est e nord e dal mar Ionio a sud.
...
La prima entità statale d'Italia che prese il nome di Langobardia o Longobardia si trova nel sud della penisola e comprendeva principalmente la Puglia; era un territorio governato dai bizantini (thema) con capitale Bari.
...
Il toponimo storico Apulia (esito latino del greco Ἰαπυγία, Japigia) deriva dall'antica popolazione degli Apuli (gr. Japigi) che in epoca preromana abitavano la parte centro-settentrionale della regione (i Dauni a nord, i Peuceti al centro, mentre a sud era stanziato l'affine popolo dei Messapi). Il termine Japudes (Japigi) si compone del prefisso arcaico "jap-", che indicherebbe i popoli provenienti dall'altra costa dell'Adriatico. Secondo una diffusa pseudo-etimologia, invece, Apulia deriverebbe da Apluvia, ossia terra senza piogge.



Japodi
http://it.wikipedia.org/wiki/Iapodi
Gli Iapodi (in greco, "Ιάποδες", anche noti come Iapidi, Giapidi o Iapydes), furono un antico popolo indoeuropeo che abitava l'interno della regione adriatica orientale, a nord del territorio dei Liburni e ad est della Penisola istriana, nel triangolo compreso tra i fiumi Colapis (Kupa) ed Oineo (Una) e la catena montuosa del Mons Baebius (Alpi Bebie) che li separava proprio dai Liburni costieri. Il loro territorio copriva quindi l'entroterra centrale della moderna Croazia e la valle del fiume Una in Bosnia ed Erzegovina.

Cfr. co: ???
Xepidi (Gepidi)
http://it.wikipedia.org/wiki/Gepidi

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... Japigi.jpg
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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » dom nov 30, 2014 10:41 am

Cfr. co:

Foggia, Foggiano

Foggia
http://it.wikipedia.org/wiki/Foggia
Il toponimo
Il Piano delle Fosse
« Piazza ovale che non finisce più, d'una strana potenza. È tutta sparsa di gobbe, sconvolta, secca, accecante di polvere... nessun luogo avrebbe più diritto d'esser dichiarato monumento nazionale »
(Giuseppe Ungaretti, descrizione del Piano delle Fosse)
Secondo l'opinione più diffusa, il nome Foggia deriverebbe dal latino fovea, cioè "fossa"[senza fonte]. Ma "fossa" non è da riferirsi, come pure generalmente si fa, solo alle fosse granarie, anche se già in epoca angioina sono attestate queste strutture a Foggia, centro del Tavoliere, la cui attività tipica è la coltura del grano.
Fovea, invece, può anche significare "una fossa" intesa come "bacino imbrifero", probabilmente quello attestato nella leggenda dell'Iconavetere e richiamato dallo stemma cittadino.
Legato, inoltre, alla leggenda dello scoprimento dell'icona della Madonna nicopeia (collegata a una forma mitica diffusa in area adriatica e greca e che trova confronti nella nascita di Venere dalle acque), e in particolare alle fiammelle galleggianti sull'acqua, è l'ipotesi, peraltro improbabile, secondo cui il nome della città deriverebbe da fuoco e, conseguentemente, dal titolo del santuario dell'Incoronata, Sancta Maria de Focis, che tuttavia significa "Santa Maria della Foce", e non "dei Fuochi.


Foggiano
http://it.wikipedia.org/wiki/Foggiano_%28Melfi%29
È difficile poter stabilire quali siano stati i primi insediamenti ed a quale epoca risalgano, dato che non esistono documenti che comprovino le origini di Foggiano. Si ha notizia del suo territorio in una bolla dell'anno 1037, con la quale Nicola, arcivescovo di Canosa-Bari, istituiva la Cattedrale Vescovile a Melfi. Nella bolla era nominato, come facente parte del territorio, un « locum qui dicitur Sancti Felicis » che compare nuovamente e in una bolla di Papa Callisto II del 1120, con l'appellativo di« Sancti Felicis de Fuciano ». Tale citazione, che indica questa volta l'ubicazione di S. Felice (Foggiano), fa parte dell'elenco dei beni posseduti in quel tempo dal cenobio benedettino di S. Michele del Vulture. Possiamo, dunque, dedurre che quelle terre furono intorno al 1000 rifugi monastici e tali restarono per alcuni secoli, dal momento che ancora nel 1315 le terre di Foggiano risultano concesse dai monaci benedettini in enfiteusi ad un cortigiano degli Angioini a nome Pietro di Villaperosa « pro certo tempore ad annuam pensionem » . Frattanto quella fertile zona divenne ambita dai cittadini di Melfi, i quali, nell'intento di eliminare il dominio benedettino, diedero luogo a disordini e a ribellioni. Il giustiziere del Re Roberto d'Artois fu indotto, di conseguenza, nel 1328, ad estromettere da Foggiano i melfitani riottosi e cedere in fitto ad un tal Filippo da Rivonigro. Fu in tale periodo che Foggiano si popolò di nativi di Rionero, i quali si dedicarono alle colture ed agli allevamenti, incoraggiati da quegli ubertosi terreni vulcanici e dai pascoli invernali che i vasti boschi offrivano. Il desiderio dei melfitani di entrare in possesso di Foggiano divenne realtà nel 1412 quando Foggiano entrò a far parte dei possedimenti dell'Università di Melfi e tutto il suo territorio fu riconosciuto, dal 1525, non più come feudo, ma come "difesa", cioè come proprietà esclusiva della città. La sua economia è basata sull'agricoltura e sull'industria, essendo vicino ad importanti stabilimenti di imbottigliamento di acque minerali.



Fogge (fose come granari)
http://it.wikipedia.org/wiki/Fogge
Le fogge sono grossi granai, di età messapica, che fino ai primi anni del '900 venivano utilizzati per conservare i prodotti della terra durante il periodo invernale. Sono presenti in alcune zone del Salento specialmente nella località di Cocumola, frazione di Minervino di Lecce, dove se ne contano più di duecentocinquanta.

Fogge (fose come pose/cisterne)
http://win.midiesis.it/index.php?q=node/577
Le bellissime foto di Edmondo Bellanova che ritraggono due delle ultime fogge rimaste nel nostro territorio.
Un tempo le fogge servivano come enormi raccoglitori, a cielo perto, di acqua piovana, funzionali alle esigenze idriche della vita rurale.

http://www.monopoliweb.it/attualita/210 ... edere.html
Trattasi di un complesso edilizio di proprietà delle Ferrovie dello Stato denominato “Le Fogge”, costituente un insieme di cisterne seminterrate comunicanti fra loro (della capacità complessiva di circa 50.000 metri cubi) che capta, con un ingegnoso sistema di canali, le acque piovane fluenti dai vicinissimi torrenti Belvedere e Sette Monti. Di qui, attraverso un vecchio condotto sotterraneo, l’acqua arrivava fin nel mezzo dei binari della locale stazione: una volta serviva per alimentare le locomotive a vapore. L’opera, non più addetta a tale scopo da quasi mezzo secolo (ma concessa in uso privato per l’irrigazione degli orti limitrofi fino a una ventina d’anni fa), è perfettamente funzionante, unitamente ai manufatti accessori esterni. I viaggiatori non più giovanissimi ricorderanno che a margine dei binari delle principali stazioni ferroviarie svettava una specie di grosso tubo vagamente rassomigliante a una giraffa, che serviva per il rifornimento d’acqua delle locomotive a vapore.

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... /fogge.jpg

Cfr. co:
Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... eghi-c.jpg



http://www.muolo.it/franco/ud.htm

Pubblicata sul n. 39 (luglio/agosto 2001) di
Urbanistica DOSSIER
rivista mensile monografica anno XXX, supplemento al n. 178 di Urbanistica Informazioni INU
("Urbanistica DOSSIER": Per un uso collettivo delle risorse idriche)

L'acqua piovana e "Le Fogge" di Franco Muolo

A quella "antica" acqua piovana, stagnante e rimasta inutilizzata nelle vecchie cisterne urbane, argomento di grande attualità in questo periodo di siccità in Puglia, si aggiungerà quella "nuova", che prima o poi, cadendo copiosa dal cielo, andrà ad imbibire i numerosi e secchi torrenti del territorio regionale che, a loro volta, la riverseranno in mare, inservibile e compreso tutto il loro devastante carico inquinante, giacché i loro alvei non vengono più puliti da anni dalle amministrazioni comunali interessate. E' successo tante altre volte, specie lungo la fascia costiera compresa tra la zona di Torre Incina in agro di Polignano a Mare, e le località di Capitolo e Losciale in agro di Monopoli, che è costellata da splendide calette di arenili alternate a scogliere rocciose e dove sfociano le acque provenienti dal fondo di bellissime e verdeggianti lame olivetate.
Ma lungo i torrenti, troviamo una miriade di piccoli canali a cielo aperto a forma di "forbice" che alimentano altrettanto antichissime cisterne, scavate a mano e formanti "campane" nella roccia, mentre altri invasi sono coperti con volta di pietra calcarea o con conci di tufo. Per l'utilizzazione privata, qualche contadino coraggioso, ancora fiducioso nella "preziosa risorsa" mandata dal cielo, azzarda addirittura la copertura con soletta in cemento armato, perché diversamente i costi sarebbero proibitivi.

Uno stupefacente esempio di uso pubblico delle acque meteoriche, lo troviamo a Monopoli, proprio a margine della lama Belvedere, nel settore meridionale del suo percorso, subito al di fuori della città.

Si tratta di un complesso edilizio denominato "Le Fogge", costituente un insieme di cisterne seminterrate comunicanti fra loro (della capacità complessiva di circa 50.000 metri cubi) che capta, con un ingegnoso sistema di canali, le acque piovane fluenti dalla contigua lama "Belvedere" e da altro vicinissimo torrente, denominato "Sette Monti". Di qui, attraverso un vecchio condotto sotterraneo, l'acqua arriva fin nel bel mezzo dei binari della locale stazione ferroviaria e che, una volta, serviva per alimentare le locomotive a vapore.

L'opera, ancor oggi esistente, è perfettamente efficiente unitamente ai manufatti accessori esterni.
I viaggiatori non più giovanissimi ricorderanno che a margine dei binari delle principali stazioni ferroviarie svettava una specie di grosso tubo vagamente rassomigliante a una "giraffa", che serviva per il rifornimento d'acqua delle locomotive a vapore. Sulla stazione di Monopoli, lato sud, fa ancora mostra di sé un simile marchingegno di ghisa fusa, dotato di leva, contrappeso e volantino a croce azionante la sottostante saracinesca, sormontato da una lanterna segnaletica a luce rossa, che obbligava alla "bevuta" i treni regolarmente o a corto del "prezioso liquido". Ebbene, quel prezioso "carburante" perveniva a quella specie di distributore, quando non esisteva la rete idrica dell'Acquedotto Pugliese, dopo essere stato diligentemente raccolto, decantato e gelosamente conservato in quelle cisterne pronto per l'immediata erogazione a pressione naturale con semplici aperture di saracinesche a mano e senza fare alcun uso di pompe elettromeccaniche. Quella grande "ricchezza", una volta captata e depositata nel sottosuolo, faceva gola a tutti, anche al nemico, tanto che in tempo di guerra

"Le Fogge" venivano presidiate da un plotone di soldati armati. Forse esisteranno ancora, lungo le linee ferroviarie della Puglia, altri simili complessi "captatori" di acque piovane, ma chissà che uso ne viene fatto oggi, in tempi di grande penuria d'acqua dei moderni invasi pugliesi e lucani.
Il Comitato per la salvaguardia della Lama Belvedere di Monopoli ha invitato la civica amministrazione ad attivarsi rapidamente per acquisire la proprietà - visto che la società di liquidazione (Metropolis Spa) delle proprietà immobiliari delle Ferrovie dello Stato, ha di recente messo in vendita l'intero complesso delle Fogge -, prima che qualche imprenditore dia corso a trasformazioni irreversibili, distruggendo questo grande patrimonio di sapienza costruttiva.

La tutela della lama Belvedere, oltre a porre fine allo sfruttamento edificatorio delle aree vicinissime alle scarpate del suo alveo e ad impedire definitivamente la realizzazione al suo interno di strade, ponti o viadotti, che paralizzerebbero la circolazione urbana, consentirà dunque soprattutto di salvaguardare quel complesso captatorio che da quasi un secolo tiene uniti i due torrenti in una sorta di cerniera di emungimento dell'acqua meteorica, grazie alla quale la sconsiderata mano dell'uomo non ha potuto (finora) sommergerli e cementificarli.
Tutta l'acqua che da secoli giace nelle suddette cisterne, nelle fogge pubbliche e private o negli invasi, insieme a tutta quella che scorrerà dai torrenti, non aspetta altro che tornare ad essere utilizzata, ora più che mai! Come una volta, quando, dopo aver accertato il riempimento delle cisterne e dopo aver ostruito la "forbice" con un tappo fatto di sacchi di juta arrotolati, si consentiva lo sfioramento dell'acqua superflua e la ripresa della sua corsa fino al mare. Dove, spesso, non arrivava mai.
Monopoli, 18 gennaio 2001.

Lama = paƚù (palude)

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ia-508.jpg

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -lacus.jpg
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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » dom nov 30, 2014 10:44 am

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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » dom nov 30, 2014 7:50 pm

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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » dom nov 30, 2014 10:39 pm

Cfr. co : Foxa (Foza) ???
...
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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » lun dic 01, 2014 2:45 pm

???
Cfr. co :

Pol e Połexeła de Valpołexeła
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1xRFE/edit
viewtopic.php?f=45&t=981

ma no ghè ƚigo
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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » dom dic 07, 2014 7:23 pm

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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » mer feb 17, 2016 11:21 pm

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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » mer feb 17, 2016 11:21 pm

Poiana Maxor (Maggiore )(nel vicentino)
http://it.wikipedia.org/wiki/Pojana_Maggiore
Il termine Pojana sembra derivi dal longobardo plojum, col significato di "luogo coltivato ed arato".

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... -Maxor.jpg

http://www.comune.poiana-maggiore.vi.it/storia.asp
Pojana Maggiore è il Comune più a sud della pianura vicentina stretto fra le provincie di Padova e di Verona. Il suo territorio, anticamente attraversato dal letto irregolare dell'Adige inizia ad essere bonificato quando l'Imperatore Augusto lo concede, deducendolo dalla colonia Atestina, come premio di guerra a dei soldati Azziaci (???). L'antica tradizione agricola è testimoniata anche dal nome stesso del paese che sembra derivi da termini longobardi come plojum, plojana entrati in uso al momento della sua colonizzazione verso il 600-700 d.C. con il significato di luoghi coltivati, arati. L'autorizzazione regale all'erezione del Castello risale al 917 d.C. e, nonostante le fonti documentarie siano estremamente scarse ed incerte, si sa che nel 1220 il Castello di Pojana, come molti altri sparsi nel territorio, era di proprietà del Vescovo di Vicenza, feudatario degli imperatori tedeschi, secondo un diploma imperiale che risulterà però un falso redatto forse in occasione delle dispute fra Vescovo e Comune di Vicenza.


Ƚe voxi “plojum, plojana” pì ke xermane ƚe ga raixe de ara reto-etrusco (e çelta), anca se ente l'edito longobardo de Rotari xe atestà PLOVUM ente le lengoe xermane de anco a se cata altre varianse de sta voxe come angrexe plough e todesco Pflug:

Plaumoratum e carruca
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... MxQnM/edit
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Re: Poia, Poiana/Pojana, Poianeƚa, Pojata, Poiago, Poƚeje

Messaggioda Berto » mer feb 17, 2016 11:21 pm

Da xontar

Poiano e Poiane entel veronexe:

Immagine
http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ane-Verona


cfr. co Povejan (Povegliano), Pove del Grapa e Poveja (Poveglia)

Povołaro, Povolare - Bovolon e Bovolenta - Pove e Povejan
viewtopic.php?f=45&t=1154
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