Muniçipo/municipioMuniçipio (etimoloja)http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... 7ipio1.jpgIstitusion Venete - Storiahttps://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... 1jV2s/edit http://www.filarveneto.eu/wp-content/up ... ounali.jpg Muniçipio
Le comounedà venete organexà ente ła istitusion de łi ani veneto-romani dita Muniçipio:
Da:
https://docs.google.com/file/d/0B_VoBnR ... r=21&w=800L'ORDINAMENTO VENETO (de Edoardo Rubini)
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Si è ben lontani dal dimostrare che il nostro popolo abbia fatto propri tutti gli istituti giuridici e tutti i modelli culturali dei Romani (lingua compresa) e le fonti a disposizione sono comunque sufficienti a dimostrare il contrario.
Il massimo esperto sulla situazione della Venetia in età romana, Roberto Cessi, non ha dubbi sullo status dei Veneti al tempo della res publica, in particolare durante le guerre sociali: «L'Italia si arrestava all'Esino e alla Magra; l'agitazione interessava i socii italici, che stavano al sud di quel confine, oltre il quale stavano territori di dediticii, interpolati da coloni latini nominis, abitati da Galli e da Liguri sottomessi, oppure genti libere e indipendenti, quali i Cenomani e i Veneti».
E che dire della lex Iulia de civitate del 90 a.C. e della Plautia Papiria de civitate sociis danda dell'89 a.C.? «Si ha ragione di ritenere che l'efficacia di tali leggi ... nella pianura padana sia stata assai limitata.
Generalmente si ammette che in virtù della legge pompeiana alla provincia gallica fosse conferito soltanto lo ius Latii, che, come dice Asconio, consentiva a chi esercitava magistrature civiche la possibilità di ottenere la cittadinanza romana ... nulla però autorizza ad estendere al territorio veneto la validità della legge, la cui attuazione lascerebbe presupporre l'esistenza di diverso rapporto tra le città venete e Roma e avrebbe implicato un mutamento del loro stato giuridico».
Chi pensasse ad un'omogenea e pacifica estensione del diritto romano a tutte le province almeno in età imperiale, verrebbe disilluso dagli stessi accademici.
In riferimento alla Constitutio Antoniana, emanata da Antonino Caracalla nel 212 d.C., con cui si provvide a concedere la cittadinanza a quasi tutti gli abitanti dell'Impero, Bonini osserva che Roma si era sempre regolata secondo il principio della personalità del diritto, evitando di imporre il proprio diritto privato ai popoli riuniti sotto la sua sovranità e lasciò così vivere i diversi diritti nazionali, al punto che si reputa improbabile che all'acquisizione della cittadinanza abbia corrisposto l'osservanza del diritto romano.
Il problema si sarebbe posto per i popoli dell'Oriente, perché usavano, a differenza dei Romani, sistemi contrattuali scritti, la successione testamentaria concorreva con quella legittima e la parentela femminile era equiparata a quella maschile; ma, inopinatamente, sino ad oggi non si é considerato che per i Veneti si proponevano gli stessi problemi.
«L'effetto logico della constitutio - spiega Bonini - sarebbe stato che tutti i neo cittadini applicassero il diritto romano, ma a questo punto si apre il conflitto, in quanto queste popolazioni non volevano il diritto romano perché erano abituate da sempre a vivere secondo un diritto nazionale profondamente diverso ... per cercare di attenuare questo contrasto ... la teoria più diffusa é quella della `doppia cittadinanza ... il provinciale, divenuto cittadino romano, non si sarebbe vista tolta la sua vecchia cittadinanza, ma si sarebbe vista aggiunta alla vecchia la nuova cittadinanza romana».
L'autogoverno dei Veneti si perpetuò, secondo Cessi, anche durante il loro ingresso nell'orbita romana.
Egli non intravvede una cesura neppure nei fatti del 43 a. C., quando, dopo la morte di Giulio Cesare, le legioni antoniane condotte da Asinio Pollione posero i presidi tra Vicenza, Padova ed Alzino, in conseguenza dell'appoggio politico offerto dalle genti venete ai repubblicani.
I veri mutamenti politici maturarono più tardi, all'insegna di una spontanea adesione all'Impero.
«Il processo di unificazione gallico-veneto nell'amministrazione romana si effettuava in concomitanza alla mutata fisionomia della provincia gallica cisalpina e all'estensione alla pianura padana, sotto specie di "libertà" o di "autonomia" municipale, dello status italico. Questo, senza annullare i valori etnici locali, secondo una felice intuizione di Strabone».
«Il programma di trasformazione del governo provinciale, vagheggiato ma non attuato da Cesare, se non con qualche provvedimento prudenziale particolare, che tuttavia non era arrivato alla totale soppressione dell'ordinamento proconsolare, fu realizzato dopo la battaglia di Filippi da Ottaviano.
Egli, eliminando il governo proconsolare, conferiva alla provincia gallica l'autonomia municipale, secondo l'espressione di Appiano, in piena equiparazione all'amministrazione del restante territorio dell'Italia».
In sintesi, quest'autorevole opinione fa seguire a una condizione di totale indipendenza il riconoscimento delle municipalità locali avvenuto in età augustea.
Tale assetto avrebbe permesso, in buona sostanza, ai Veneti di continuare ad autogovernarsi, senza snaturare la loro identità etnica.
Va aggiunto che la qualifica di Regio X, contenuta nella Descriptio di Ottaviano Augusto, non era intesa a fissare un nuovo ordinamento, bensì a soddisfare esigenze amministrative, quali le operazioni di censimento; tra l'altro essa, nell'appellativo Venetia et Histria, dava riconoscimento e visibilità alla specifica coloritura nazionale già propria di quelle terre.
Il sistema municipale sfumava la differenza tra municipi e colonie, poiché si reggeva sull'ordo decurionum, formato da cittadini ascritti - o per censo o per elezione e talvolta a titolo onorifico - all'assemblea cittadina; a tale organo spettava il potere di promuovere decreti su varie materie legate al culto, potendo anche designare alcune magistrature di durata annua o quinquennale: i quattuorviri iure dicundo nei municipi, i duoviri nelle colonie, sostituiti da un praefectus in vacanza di magistrato, e ancora i quattuorviri o duoviri aedilicia potestate e i quaestores, ognuno con proprie competenze.
Tali organi erano assistiti dai littori e da funzionari subordinati: gli scribae e gli apparitores.
Questa è, secondo Cessi, la struttura fondamentale.
L'influsso del diritto romano si riduce così ad alcune istituzioni pubbliche, al cui interno si collocavano in realtà uomini di governo di pretta estrazione locale; con l'andar del tempo si realizzerà un più marcato accentramento, inteso a rafforzare la declinante potenza romana, non tale, però, da sconvolgere gli assetti preesistenti.
Il trapasso dal periodo antico all'età medievale va dunque letto sotto íl segno di una sostanziale continuità socio-culturale.
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Tuti sti personaj del muniçipio li jera parlopì “jente veneta” e no “de etnia romana” e li jera çitadini romani come ancò li veneti li xe çitadini tajani. (pol darse ke ghi sipia stasto anca calke migrante latin e roman kel se ghea trapiantà ente la Venetia e ke co li ani el se ghea naturalexà veneto).
Dapò li Muniçipi, co l'enfloensa jermanega li xe devegnesti Comuni e la voxe "muniçipio" xe pasàsta a nomar la sede de li ufiçi del Comun.
http://it.wikipedia.org/wiki/Municipio ... nell'antico stato romano, un municipium era una città assoggettata all'Urbe (Roma), ma alla quale era stata concessa la cittadinanza romana, che era però una cittadinanza che oggi potremmo definire onoraria, in quanto non associata ai diritti politici (civitas sine suffragio); ...
http://it.wikipedia.org/wiki/Municipio_(storia)
I municipi (in lingua latina mūnǐcǐpǐum), nella antica Roma ed in particolare nella Roma repubblicana, erano le comunità cittadine legate a Roma, ma prive dei diritti politici propri dei cittadini romani: si distinguevano perciò dai federati, che conservavano la propria sovranità, e dalle colonie.
La maggior parte dei municipia conserva i propri magistrati e una certa autonomia amministrativa.
Con l'estensione della cittadinanza romana a tutti i popoli della penisola (90 a.C.) e a tutti gli abitanti dell'impero (212 d.C.), i municipi persero la loro condizione particolare.
In età medievale e moderna la storia del concetto e del termine si sovrappone a quella del comune.
http://it.wikipedia.org/wiki/Federato