22)
La falsa narrativa della propaganda filo russa, antiucraina e anti occidentalevedasi anche capitoli
1)
Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza dalla URSS/RussiaGiovanni Bernardini
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 5531793313 Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza
L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
Vinsero i SI con una percentuale del 90,32%.
I SI vinsero in TUTTE le regioni del paese.
In Crimea i SI ottennero il 54,19% dei suffragi.
E quindi anche nella russofona Crimea e nel russofono Donbass vinsero gli indipendentisti a grande maggioramza.
Piccolo particolare, NON c’erano carri armati nelle vicinanze dei seggi, neppure ai confini del paese o delle varie regioni.
Per qualcuno la cosa non è sufficiente. Si tratta di altri tempi, si dice. Ora occorre aggiornare la situazione.
Quindi in un paese normale si dovrebbero tenere ogni due o tre anni dei referendum sull’indipendenza dello stesso o sulla secessione di questa o quella regione.
In Italia ad esempio si potrebbe tenere oggi un referendum sulla secessione della Sardegna, nel 2023 un altro per la secessione della Valle D’Aosta, nel 2025 un altro ancora per la secessione della Sicilia. Non solo, questi referendum si dovrebbero tenere con i carri armati di un altro paese nelle vicinanze dei seggi elettorali.
Si può anche amare Putin, ma amare è una cosa, farsi travolgere dalla passione un'altra.
PS. NON ho voglia di rispondere a commenti che a mio insindacabile giudizio qualifico idioti. Prego chi li volesse scrivere di astenersi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991 Il referendum riguardo all'indipendenza dell'Ucraina si è svolto il 1º dicembre 1991. L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
I cittadini ucraini espressero un sostegno schiacciante per l'indipendenza. Al referendum votarono 31.891.742 (l'84.18% dei residenti) e tra di essi 28.804.071 (il 90.32%) votarono "Sì".
Nello stesso giorno, si tennero anche le elezioni presidenziali, nella quale gli ucraini elessero Leonid Kravčuk (all'epoca Capo del Parlamento) Presidente dell'Ucraina.
Le città e i cittadini del Donbass in questo referendo del 1991 dissero in massa sì all'indipendenza dell'Ucraina dalla Russia dell'URSS.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991 Donec'k- Oblast' di Donec'k 76,85
Luhans'k - Oblast' di Luhans'k 83,86
Charkiv- Oblast' di Charkiv 75,83%
2)
Il caso Donbass e Ucraina: Il presunto colpo di stato a Kiev, la Strage di Odessa e il genocidio in DonbassNel 2014 a Kiev non vi è stato alcun colpo di stato orchestrato dall'Occidente, dagli USA, dalla UE e dalla NATO per prendersi l'Ucraina a danno degli ucraini stessi e specialmente di quelli della minoranza russofona e russofila e più ancora della Russia.
Nel Donbass non vi è stato alcun genocidio di 14mila "russi" compiuto dai nazionalisti ucraini; presunti "russi" che poi russi non sono poiché trattasi solo di una minoranza russofona e russofila; nel Donbass che è terra ucraina non vi è il 90% di russi, ma solo una minoranza di russofoni e di filorussi buona parte prezzolati, sovvenzionati e finanziati da Putin.
Etnie in Ucraina
https://it.wikipedia.org/wiki/UcrainaSeguono le percentuali dei gruppi etnici in Ucraina secondo il censimento del 2001:
Ucraini 77,5%,
Russi 17,2%,
Rumeni e Moldavi 0,8%,
Bielorussi 0,6%,
Tatari di Crimea 0,5%,
Bulgari 0,4%,
Ungheresi 0,3%,
Polacchi 0,3%,
Armeni 0,2%
Greci 0,2%,
Tatari 0,2%,
altri (Rom, Azeri, Georgiani, Tedeschi, Albanesi, Gagauzi e altri ancora) 2,5%.
L'unica strage vera compiuta dai nazionalisti indipendentisti ucraini è quella di Odessa dove morirono 42 persone tra la minoranza golpista degli ucraini comunisti ed ex comunisti filorussi, uccisi dagli ucraini nazionalisti e filo europei (che erano e sono la stragrande maggioranza) per l'odio feroce che si era sviluppato tra le due parti a seguito dell'invasione violenta della Crimea da parte della Russia di Putin nel marzo del 2014.
Che ha generato le proteste di Kiev, la cacciata del Presidente oligarca filorusso gradito alla Russia, per non aver difeso la Crimea e che ha portato alle nuove elezioni di un presidente ucraino non più legato, dipendente e sottomesso alla Russia.
L'ultimo presidente l'ebreo Volodymyr Zelens'kyj con il suo programma filo Europa e filo NATO è stato eletto con il 73% dei voti dei votanti.
3)
Il referendo del 2014 nel Donbasshttps://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... s_del_2014Il referendum sull'indipendenza del Donbass (in ucraino: Референдум про незалежність Донбасу?) è stato un referendum organizzato l'11 maggio 2014 dai separatisti ucraini filo-russi della Nuova Russia. Il referendum è stato fortemente criticato dal governo centrale dell'Ucraina, dagli Stati Uniti, dall'Unione europea, dal Giappone e parzialmente dalla Bielorussia.
Organizzazioni internazionali e osservatori hanno denunciato forti brogli elettorali e repressioni militari.
L'unico Stato a riconoscere il referendum è stata la Federazione Russa di Vladimir Putin.
Il referendum si è svolto in tre regioni ucraine: Oblast' di Donec'k (79%), Oblast' di Luhans'k (86%) e Oblast' di Charkiv (60%). Nell'ultima il referendum è fallito.
Secondo la dichiarazione del Presidente f.f. dell'Ucraina Oleksandr Turčynov, circa il 32% degli elettori ha preso parte al referendum nella regione del Donbass.
Alberto Pento
Inoltre a riconoscere come valido questo referendo farsa e falso è stata la parte più demenziale dell'indipendentismo veneto, nostalgica della defunta Serenissima, fanaticamente i idolatramente cristiana, demenzialmente filo Russia del falso cristiano Putin, anti USA e antisemita.
Indipendentismo che è comunque assai minoritario tra i veneti che propendono di più e giustamente per una forte autonomia che sarebbe indice di evoluta civiltà umana e politica.
4)
Se vi è da sempre in Ucraina un comportamento nazi fascista, violento, discriminatorio e prevaricatore non è quello generale degli ucraini filo europei che a ragione non gradiscono la Russia (come non la gradiscono tutti gli stati che si sono liberati dal dominio russo dopo il crollo dell'URSS) o quello della minoranza che si richiama al nazi fascismo storico del 900, fenomeno ideologico che esiste in ogni paese d'Europa tra cui anche l'Italia.
Il vero nazi fascismo razzista e violento lo troviamo nelle file degli ucraini filo russi e nella Russia di Putin, sono loro che hanno aggredito l'Ucraina e gli ucraini cercando di destabilizzarla dopo l'indipendenza (voluta dalla stragran parte della popolozione ucraina di ogni etnia) per impedirle di entrare a far parte del Mondo libero della UE e dell'Occidente euro americano e di essere quindi protetta dalla NATO che è sorta per proteggere tutti i paesi ad essa associati da eventuali aggressioni esterne in particolare dall'URSS sovieica e dalla Russia imperiale degli oligarchi oligopolisti post URSS.
La Russia di Putin è la continuazione della Russia imperiale degli Zar e dell'URSS dei soviet comunisti ed è come tale una potenza aggressiva, sopraffatrice, violenta, senza alcun rispetto per gli altri, per i vicini, come lo è un qualsiasi predatore della terra e come lo sono la Cina da migliaia di anni e il nazismo maomettano da quando è apparso con il predone idolatra Maometto 14 secoli or sono.
Il loro imperio è quello della violenza sopraffatrice e nulla più, questo è il tratto principale che le caratterizza e che le discrimina più come inciviltà maleficche che come civiltà benefiche.
5)
I possibili loschi affari di Biden in Ucraina ai danni dei contribuenti americani e legati agli aiuti e ai prestiti USA all'Ucraina non c'entrano nulla con la questione Ucraina-Russia che si protrae dal quando nel 1991 l'Ucraina si è dichiarata indipendente dalla Russia dell'URSS, a stragrande maggioranza.Quei loschi affari ucraini della famiglia Biden. Da seppellire in fretta con una guerra
Martina Giuntoli
https://visionetv.it/quei-loschi-affari ... na-guerra/Siamo davvero sicuri di aver capito cosa sta spingendo Biden verso la guerra ad Est tanto da invocare palesemente attacchi russi all’Ucraina? E’ chiaro a tutti ormai che il presidente voglia trovare un modo per poter legittimare un suo intervento in quell’area ma farlo attraverso annunci del tutto scomposti, comunicazioni ufficiali di bombardamenti inesistenti dà piuttosto l’idea di un soggetto simil paranoide che ha fretta di concludere l’affare perchè ha qualcosa da nascondere.
E la famiglia Biden ha infatti molto da nascondere, se non altro lunghi anni di rapporti intricati e molto poco limpidi tra Joe, suo figlio Hunter e certi personaggi di rilievo ucraini, anni in cui corruzione e riciclaggio di denaro sono divenuti ambo le parti uno schema rodato di potere e posizionamento internazionale, oltre che di generosi bonifici sui conti correnti.
Dopo la rivoluzione del 2014, l’Ucraina si guadagnò un presidente molto filo occidentale, Petro Poroshenko, un politico che in accordo con il WEF ed il Fondo Monetario Internazionale di fatto metteva la sua nazione a disposizione degli organismi sovranazionali che lo appoggiavano per fare dell’Ucraina uno stato fantoccio a tutti gli effetti.
Joe Biden, sotto il controllo diretto di Barack Obama, fece diversi viaggi in Ucraina, ufficialmente inviato dal presidente a verificare che gli aiuti alla nazione fossero ben spesi e che “la corruzione venisse tenuta a bada” , non formalmente invece per infilarsi proprio in quella compagine e trarne profitto prima per sè, poi eventualmente anche per i suoi uomini.
Immediatamente dopo la comparsa di Poroshenko sulla scena, e subito dopo che Joe Biden fu incaricato di supervisionare la questione ucraina, il figlio Hunter cominciò ad accompagnare il padre nei suoi viaggi e in breve tempo ottenne una posizione di estremo rilievo nella più grande compagnia di gas del luogo, la Burisma, con stipendi mensili da capogiro, si parla addirittura di cifre del calibro di 50.000$ al mese, solo per il fatto di far parte del consiglio di amministrazione.
Lo scorso 2 giugno 2021 in un documentario dal titolo “A LOT OF HOT AIR, Who’s telling the truth in the Burisma gas scandal?”, alcuni coraggiosi giornalisti britannici hanno affrontato in maniera inedita la questione presentando la pellicola anche a Bruxelles.
Nel documentario si sostiene la teoria per cui l’amministratore della compagnia del gas Burisma avesse bisogno di Hunter Biden sia per non ricevere formalmente sanzioni, sia per poter riciclare i soldi sporchi che la compagnia aveva fatto negli anni precedenti. Si pensi che addirittura alcuni testimoni anonimi hanno parlato recentemente di circa 10 milioni di dollari al mese di soldi non fatturati, soldi in nero fatti sparire e trasferiti a vari altri conti tra cui la compagnia americana Rosemont Seneca fondata nel 2009 proprio da Hunter Biden, attraverso bonifici con la causale di “servizio di consulenza”. Ma cosa ne poteva mai sapere Hunter Biden di consulenze nel campo dell’energia?
Quando Obama cedette il posto a Trump nel 2016, mantenere in piedi queste relazioni non fu facile, sappiamo tuttavia adesso che Joe Biden e Poroshenko continuarono a fare affari anche dopo che il tycoon newyorkese si insediò, attraverso la pubblicazione di telefonate sui media,in cui i due parlavano di circa un miliardo di dollari pubblici per mantenere attivi gli “schemi di Burisma”.
Biden oggi ha una popolarità praticamente nulla. Mai alcun presidente si è ritrovato ad appena un anno dall’inizio del suo mandato ad essere tanto osteggiato dal suo elettorato. Tutto ciò di cui non ha bisogno Biden è un nuovo scandalo e visto come si stanno mettendo le cose per il deep state americano da quando Durham ha aperto i fascicoli, sa benissimo che è solo questione di tempo. Oltre tutto Biden è perfettamente consapevole che non avendo più controllo diretto sullo stato profondo ucraino con il nuovo presidente in carica, non ha più la possibilità di avere un alleato che copra i suoi affari del passato.
Ecco che quindi sceglie la vecchia cara soluzione del passato. La guerra. I conflitti cancellano prove, riposizionano alleanze, rovesciano governi e cambiano leaders.
Unico consiglio a Biden: che stia attento affinchè non tocchi a lui questa volta.
I possibili loschi affari di Biden non c'entrano nulla con la questione ucraina.Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza dalla URSS/Russia
Giovanni Bernardini
https://www.facebook.com/giovanni.berna ... 5531793313 Il primo dicembre 1991 fu tenuto in Ucraina il referendum sull’indipendenza
L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
Vinsero i SI con una percentuale del 90,32%.
I SI vinsero in TUTTE le regioni del paese.
In Crimea i SI ottennero il 54,19% dei suffragi.
E quindi anche nella russofona Crimea e nel russofono Donbass vinsero gli indipendentisti a grande maggioramza.
Piccolo particolare, NON c’erano carri armati nelle vicinanze dei seggi, neppure ai confini del paese o delle varie regioni.
Per qualcuno la cosa non è sufficiente. Si tratta di altri tempi, si dice. Ora occorre aggiornare la situazione.
Quindi in un paese normale si dovrebbero tenere ogni due o tre anni dei referendum sull’indipendenza dello stesso o sulla secessione di questa o quella regione.
In Italia ad esempio si potrebbe tenere oggi un referendum sulla secessione della Sardegna, nel 2023 un altro per la secessione della Valle D’Aosta, nel 2025 un altro ancora per la secessione della Sicilia. Non solo, questi referendum si dovrebbero tenere con i carri armati di un altro paese nelle vicinanze dei seggi elettorali.
Si può anche amare Putin, ma amare è una cosa, farsi travolgere dalla passione un'altra.
PS. NON ho voglia di rispondere a commenti che a mio insindacabile giudizio qualifico idioti. Prego chi li volesse scrivere di astenersi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991 Il referendum riguardo all'indipendenza dell'Ucraina si è svolto il 1º dicembre 1991. L'unica domanda scritta sulle schede era: "Approvi l'Atto di Dichiarazione di Indipendenza dell'Ucraina?" con il testo dell'Atto stampato prima della domanda. Il referendum fu richiesto dal Parlamento dell'Ucraina per confermare l'Atto di Indipendenza, adottato dal Parlamento il 24 agosto 1991.
I cittadini ucraini espressero un sostegno schiacciante per l'indipendenza. Al referendum votarono 31.891.742 (l'84.18% dei residenti) e tra di essi 28.804.071 (il 90.32%) votarono "Sì".
Nello stesso giorno, si tennero anche le elezioni presidenziali, nella quale gli ucraini elessero Leonid Kravčuk (all'epoca Capo del Parlamento) Presidente dell'Ucraina.
Le città e i cittadini del Donbass in questo referendo del 1991 dissero in massa sì all'indipendenza dell'Ucraina dalla Russia dell'URSS.
https://it.wikipedia.org/wiki/Referendu ... a_del_1991 Donec'k- Oblast' di Donec'k 76,85
Luhans'k - Oblast' di Luhans'k 83,86
Charkiv- Oblast' di Charkiv 75,83%
Presunto colpo di statoQuesta guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
Elena Ribotta Zaccheo
27 febbraio 2022
https://www.facebook.com/elena.ribotta/ ... 1231544970 Per chiarezza.
Questa guerra è nata nel 2014, quando è stato fatto un colpo di stato in Ucraina sostenuto da Stati Uniti (c'era Biden vicepresidente e la Clinton segretario di Stato).
Tolsero il Presidente ucraino filo-russo che si rifugiò a Mosca, presero il potere con la forza e piazzarono un governo filo- americano.
Dopo il colpo di stato sono subito state emanate delle leggi anti russe. Solo che l'Ucraina è un paese diviso in due, a ovest sono ucraini, nazionalisti e vicini all'Europa, ad est e in Crimea sono russi.
La Russia con un colpo di mano si è ripresa la Crimea senza sparare un colpo (perché il 90% sono russi e hanno fatto un referendum). Mentre nelle altre province sono state fatte persecuzioni (multe se parli in russo, sparatorie a chi pregava in russo). I dati OSCE parlano, di 14000 morti fra civili e militari nel Donbas in 7 anni.
Nel 2014 c'è stata la strage di Odessa, ma ne hanno parlato troppo poco in tv. Gli ucraini diedero fuoco a un sindacato che era pieno di anziani, donne con bambini, quelli che scamparono all'incendio furono uccisi a colpi di fucile.
Putin ha più volte denunciato il genocidio nel Donbas (14.000 morti) ma nessuno nei media occidentali ha approfondito.
Poi è arrivato Trump e l'Ucraina è rimasta sola, a lui non interessava. C'è stato i cessate il fuoco e sono stati fatti gli accordi di Minsk che prevedevano il riconoscimento delle due repubbliche da parte dell'Ucraina come regioni a statuto speciale.
Si arriva così all'elezione di Biden, che affermò subito che Putin è un killer e che gliel'avrebbe fatta pagare.
Il figlio di Biden, Hunter, ha diversi gasdotti in Ucraina, e affari milionari. Biden ha chiesto l'ingresso nella Nato dell'Ucraina, inaccettabile per la Russia. Inaccettabile perché i missili sarebbero puntati a 300 km da Mosca. Perché sarebbero puntati su Pechino, infatti la Cina ha sostenuto la Russia con contratti sul gas altissimi.
Da dicembre è iniziata l'isteria americana sull'inizio della guerra. Hanno pompato Zelensky a bombardare di nuovo il Donbas per riprenderselo promettendogli aiuto militare. Lui ci è cascato. La Russia si è seduta al tavolo con tutti i presidenti e con tutti i ministri degli esteri ma senza risultati. Nessuno voleva trattare, ma ribattevano che l'Ucraina ha il diritto di entrare nella Nato. La Russia ha offerto di demilitarizzare l'Ucraina e farlo uno stato cuscinetto, come la Svizzera, di transito di gas e di merci, ma senza armi. Gli è stato risposto di no.
Aggiungo che gli USA hanno piazzato in questi anni in Ucraina 14 laboratori che producono armi chimiche, lungo tutto il confine russo. Dunque una minaccia di non solo missili.
A questo punto non è difficile comprendere la reazione di Putin, acclamato dalle popolazioni filo-russe del Donbass come un liberatore di quelle zone che non devono essere annesse alla Russia ma rese alla loro libertà dopo i massacri di questi anni.
Non esistono buoni e cattivi, ma solo una buona o una cattiva informazione.(R.Humber)
Commento di Daniele DC
Rivolta di Kievhttps://it.wikipedia.org/wiki/Rivolta_di_KievLa rivolta di Kiev è scoppiata in risposta alle leggi anti-protesta ucraine (annunciate il 16 gennaio 2014 e messe in atto cinque giorni dopo), ed è sfociata in una serie di scontri nel centro di Kiev a via Hrushevshoko, fuori dallo Stadio Dinamo Lobanovski ed adiacente alle proteste dell'Euromaidan in corso.
Durante una manifestazione dell'Euromaidan che radunò più di 200.000 persone, i manifestanti marciarono verso la Verkhovna Rada dove incontrarono i cordoni della polizia. Dopo una fase tesa di stallo, la polizia cominciò ad affrontare i manifestanti con episodi di violenza. Da quel momento i manifestanti eressero barricate per impedire l'avanzamento delle truppe del governo. Quattro manifestanti sono stati confermati deceduti durante gli scontri con le forze dell'ordine, tre dei quali uccisi.
Il 28 gennaio 9 delle 12 leggi anti-protesta vennero abrogate e il Primo ministro Mykola Azarov rassegnò le dimissioni, annunciando la nascita di una legge di amnistia per i manifestanti arrestati e accusati. Il 14 febbraio seguente i gruppi incaricati di organizzare la situazione di stallo concordarono nello sbloccare parzialmente la strada per ripristinare il traffico ma mantenendo le barricate e le proteste. Dopo l'amnistia dei manifestanti del 16 febbraio, la polizia e i manifestanti si ritirarono entrambi, consentendo l'apertura di un corridoio per il traffico. Il 18 febbraio, ancora una volta, migliaia di manifestanti marciarono verso il Parlamento, ristabilendo gli stalli con la polizia in via Hrushevskoho e nelle strade collegate. Entro il giorno seguente, tutte le barricate vennero eliminate dalle strade e i manifestanti vennero respinti.
Euromaidanhttps://it.wikipedia.org/wiki/EuromaidanEuromaidan (in ucraino: Євромайдан?, traslitterato: Jevromajdan; letteralmente Europiazza) furono una serie di violente manifestazioni pro-europee iniziate in Ucraina nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013, all'indomani della sospensione da parte del governo dell'accordo di associazione, che costituiva una Zona di libero scambio globale e approfondito (Zone de libre-échange approfondi et complet, ZLEAC in francese o Deep and Comprehensive Free Trade Area, DCFTA in inglese) tra Ucraina e l'Unione europea. Durante le proteste, concentrate nella capitale Kiev, il 30 novembre 2013, si verificò un'escalation di violenza a seguito dall'attacco perpetrato dalle forze governative contro i manifestanti. Le proteste sfociarono nella rivoluzione ucraina del 2014 e, infine, alla fuga e alla messa in stato di accusa del presidente ucraino Viktor Janukovyč.
L'inesistente genocidio nel Donbass e le origini dell'Ucraina: cosa c'è che non va nel discorso di Putin Open
David Puente
23 dicembre 2022
https://www.open.online/2022/02/23/disc ... o-donbass/ Nel corso dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, nel quale la disinformazione cerca di avere il sopravvento, il discorso alla nazione del Presidente russo Vladimir Putin del 21 febbraio 2022 non è esente da bufale e da forzature di carattere storico. Uno dei punti di forza nel sostenere l’intervento russo nelle aree del Donbass è quello di un inesistente genocidio ad opera degli ucraini, così come il continuo sostenere che l’Ucraina moderna sia una creazione della Russia bolscevica, quando il nazionalismo ucraino risulta essere di gran lunga precedente a quello attribuito al secolo scorso.
Putin accusa l’Occidente di non accorgersi di un «genocidio» a cui sarebbero sottoposte 4 milioni di persone. Un numero che combacia con i presunti abitanti che risiedono nei soli territori controllati dai separatisti, ossia quelli delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk (circa 2 milioni e trecento mila di abitanti) e Luhansk (circa 1 milione e mezzo), non di entrambe le regioni ucraine.
...
Donbass, gli abitanti condividono lingua, religione ed etnia. Le divisioni? Le vogliono solo politici e oligarchiGabriele Lagonigro
25 febbraio 2022
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... i/6504663/ ...
Donbass, dov'è e cosa rappresenta la regione al centro della crisi fra Ucraina e Russia21 feb 2022
https://www.ilgiorno.it/mondo/donbass-1.7388474 ...
L'inesistente genocidio nel Donbass e le origini dell'Ucraina: cosa c'è che non va nel discorso di Putin Open
David Puente
23 dicembre 2022
https://www.open.online/2022/02/23/disc ... o-donbass/ Nel corso dell’attuale conflitto tra Russia e Ucraina, nel quale la disinformazione cerca di avere il sopravvento, il discorso alla nazione del Presidente russo Vladimir Putin del 21 febbraio 2022 non è esente da bufale e da forzature di carattere storico. Uno dei punti di forza nel sostenere l’intervento russo nelle aree del Donbass è quello di un inesistente genocidio ad opera degli ucraini, così come il continuo sostenere che l’Ucraina moderna sia una creazione della Russia bolscevica, quando il nazionalismo ucraino risulta essere di gran lunga precedente a quello attribuito al secolo scorso.
Putin accusa l’Occidente di non accorgersi di un «genocidio» a cui sarebbero sottoposte 4 milioni di persone. Un numero che combacia con i presunti abitanti che risiedono nei soli territori controllati dai separatisti, ossia quelli delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk (circa 2 milioni e trecento mila di abitanti) e Luhansk (circa 1 milione e mezzo), non di entrambe le regioni ucraine.
Ecco la trascrizione in russo dal sito del Cremlino:
А так называемый цивилизованный мир, единственными представителями которого самозванно объявили себя наши западные коллеги, предпочитает этого не замечать, как будто и нет всего этого ужаса, геноцида, которому подвергаются почти 4 миллиона человек, и только потому, что эти люди не согласились с поддержанным Западом переворотом на Украине в 2014 году, выступили против возведённого в ранг государственного движения в сторону пещерного и агрессивного национализма и неонацизма. И борются за свои элементарные права – жить на своей земле, говорить на своём языке, за сохранение своей культуры и традиций.
Non è la prima volta che utilizza il termine «genocidio», alimentando tale convinzione nei suoi sostenitori. Partiamo dalla definizione: «Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa». Nel sito delle Nazioni Unite (ONU) è presente un’area dedicata per la definizione di genocidio con il riferimento all’articolo 2 della “Convenzione sulla prevenzione e la repressione del reato di genocidio“: «l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso».
Secondo un documento delle Nazioni Unite, pubblicato il 27 gennaio 2022, dal 2014 a fine 2021 il numero delle vittime si aggira tra i 14.200 e i 14.400: almeno 3.404 civili, circa 4.400 membri delle forze ucraine e circa 6.500 membri dei gruppi armati.
Ecco il testo del documento delle Nazioni Unite:
OHCHR estimates the total number of conflict-related casualties in Ukraine from 14 April 2014 to 31 December 2021 to be 51,000–54,000 : 14,200-14,400 killed (at least 3,404 civilians, estimated 4,400 Ukrainian forces , and estimated 6,500 members of armed groups), and 37-39,000 injured (7,000–9,000 civilians, 13,800–14,200 Ukrainian forces and 15,800-16,200 members of armed groups)
Le Nazioni Unite non ritengono che vi sia in atto un genocidio o un tentato genocidio da parte dell’Ucraina nei territori contestati.
Nel territorio ucraino – e non solo – è stato riconosciuto da diversi Paesi un caso di genocidio tra il 1932 e il 1933, quello noto con il nome di Holodomor o della “Grande fame”. Al contrario di altri, non venne incluso dalla formulazione dalla Convenzione del 1948 sul genocidio delle Nazioni Unite a causa delle pressioni dell’Unione Sovietica, in quanto accusata di averlo causato. Il primo a denunciare l’accaduto fu un giornalista gallese, Gareth Jones, che visitò l’Ucraina sovietica durante la carestia.
L’Ucraina è un’invenzione della Russia?
Putin sostiene che l’Ucraina moderna sia stata interamente «creata dalla Russia, precisamente dai bolscevichi, dalla Russia comunista». Il processo di creazione sarebbe iniziato – sempre secondo Putin – nel lontano 1917 attraverso «Lenin e i suoi collaboratori», in «modo molto rude nei confronti della Russia stessa», strappando «parte dei suoi territori storici» (l’Ucraina, ndr). In questo breve racconto, Putin conclude così: «Naturalmente, nessuno ha chiesto alcunché ai milioni di persone che vivevano nella zona».
Putin addossa tutte le colpe a Lenin, il quale avrebbe concesso troppo ai nazionalisti ucraini dell’epoca. «Perché è stato necessario soddisfare le ambizioni nazionaliste in continuo aumento nella periferia dell’ex impero?», quesito che il Presidente russo ripropone poco dopo: «Perché è stato necessario fare doni così generosi, che nemmeno i nazionalisti più ardenti non si sarebbero mai sognati prima, dando persino alle repubbliche il diritto di separarsi dallo stato unito senza alcuna condizione?». Tutto questo viene definito da Putin in questo modo: «una semplice follia».
Putin espone un percorso che introduce la sua versione del recente passato, quello relativo alla fine all’Unione Sovietica, dove non attribuisce l’indipendenza dell’Ucraina al referendum del 1991 quanto piuttosto alle azioni dei suoi predecessori: «Ora sono i radicali e i nazionalisti, compreso e soprattutto quelli in Ucraina, che si attribuiscono il merito aver ottenuto l’indipendenza. Come possiamo vedere, non è affatto così». Secondo Putin sono tutti errori commessi dai leader bolscevichi, colpevoli di aver portato il crollo della «Russia storica».
Il punto di riferimento di Putin è la «Russia storica», ossia l’Impero Russo nato nel 1721 e guidato per l’ultima volta dallo Zar Nicola II fino al 1917. Non viene considerato il pregresso, soprattutto il fatto che Kiev fosse stata addirittura fondata ancor prima di Mosca, un elemento della storia che oggi gli viene rinfacciato anche in tono scherzoso. C’è chi, infatti, ricorda a Putin e alla Russia che prima ancora i loro territori fossero stati sotto il controllo dei mongoli. C’è da dire che nel suo discorso, Putin fa riferimento all’attuale Ucraina («Ucraina moderna») e non a quella storicamente più antica di Kiev.
Putin sbaglia anche nel dare colpe a Lenin. Di fatto, il sentimento nazionale ucraino era già presente nel corso della metà del 1800, mentre si riscontrano ancor prima delle composizioni in lingua ucraina: nel 1794 venne pubblicata l’Eneide travestita, la prima opera letteraria in ucraino dello scrittore Ivan Petrovyč Kotljarevs’kyj. Una situazione per niente tollerato dallo zar Nicola I, il quale mise sotto processo i principali protagonisti del sentimento ucraino. La storia dell’Ucraina, tuttavia, è ancora più antica e precedente a quella russa.
I territori del sud-ovest della “Russia antica”
Durante il suo intervento, Putin parla dell’unione dei territori contesi alla Russia antica nel 17° secolo. Qui la trascrizione in russo:
Издавна жители юго-западных исторических древнерусских земель называли себя русскими и православными. Так было и до XVII века, когда часть этих территорий воссоединилась с Российским государством, и после.
Nel 17° secolo l’area dell’Ucraina venne contesa tra il Gran principato di Mosca e la Polonia. Nella narrativa di Vladimir Putin rientra anche quella della cosiddetta «Novorossiya», o «Nuova Russia», al fine di sostenere che l’area fosse sempre appartenuta all’Impero russo, senza però riportare un fatto storico: prima ancora della nascita dell’Impero russo e del precedente Gran principato di Mosca, esisteva l’ex impero medievale noto con il nome Rus’ di Kiev guidato da Vladimir I detto il Grande (958-1015), considerato il padre fondatore dell’Ucraina. Se Rus’ di Kiev esisteva dal 882, il primo insediamento di Mosca risalirebbe intorno al 1147.
Tornando a Vladimir I, il Presidente russo Vladimir Putin fece costruire nel 2016 una statua a lui dedicata nei pressi del Cremlino, attribuendogli i meriti di aver posto le basi dell’attuale Russia. Questo gesto venne descritto come un’appropriazione indebita di quello che da sempre viene definito il fondatore dell’Ucraina, come già testimonia una sua statua eretta proprio a Kiev nel 1853.
La storia dei territori appartenenti all’ex Unione Sovietica e dell’Impero russo è molto più complessa rispetto a quella che Vladimir Putin riporta. Volendo andare più indietro nella storia, basti considerare che i Rus’, nome della popolazione che diede origine alla Rus’ di Kiev e dal quale presero il nome le popolazioni russe, non rano propriamente “russi”, ma scandinavi.
Donbass, gli abitanti condividono lingua, religione ed etnia. Le divisioni? Le vogliono solo politici e oligarchiGabriele Lagonigro
25 febbraio 2022
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/0 ... i/6504663/LA SCHEDA - Nell'Ucraina sudorientale non ci sono etnie, la parlata è pressoché identica, il dio è lo stesso, per quanto l'autocefala chiesa di Kiev si sia staccata da Mosca, e la storia, la cultura, i classici ottocenteschi rappresentano il substrato comune. Eppure si combatte, si muore, ci si scanna fra le miniere di carbone. Ecco perché questa guerra non può essere paragonata a quella nella ex Jugoslavia
Qualcuno, impropriamente, l’ha paragonata alla guerra nella ex Jugoslavia, ma fra quanto successe negli anni ’90 fra serbi, croati e bosniaci e quanto sta capitando oggi in Donbass ci sono assai poche similitudini. Nei Balcani erano differenti le religioni, le tradizioni, in parte anche la lingua. Nel bene e nel male, per quasi mezzo secolo Tito aveva tenuto insieme popoli che in comune non avevano moltissimo e che dopo la morte del Maresciallo hanno dato sfogo ai propri nazionalismi più sfrenati. Nell’Ucraina sudorientale, invece, non ci sono etnie, la parlata è pressoché identica, il dio è lo stesso, per quanto l’autocefala chiesa di Kiev si sia staccata da Mosca, e la storia, la cultura, i classici ottocenteschi rappresentano il substrato comune. Eppure si combatte, si muore, ci si scanna fra le miniere di carbone di una regione che non è ricca, non ha il mare, non ha turismo, dove i giovani sono già scappati da tempo, la maggior parte a Kiev ed altri in Russia, e dove ormai sono rimasti i più anziani, le famiglie con bambini, chi non ha i mezzi o le conoscenze per andarsene lontano.
È una guerra difficile, quasi impossibile da spiegare se non con la lente d’ingrandimento della geopolitica internazionale da una parte e dei potenti oligarchi locali dall’altra, che con il beneplacito di Putin diedero vita nel 2014 a una separazione anche per interessi personali. Perché è vero che l’auto-proclamazione delle due repubbliche arrivò dopo le proteste di Maidan e la svolta europeista (o nazionalista) di Kiev con la destituzione di Yanukovich. Il divieto della lingua russa nei luoghi pubblici e un’atmosfera meno benevola verso l’est del Paese spinsero i separatisti a staccarsi dall’Ucraina e a intraprendere un lungo conflitto con l’esercito regolare. Ma è anche chiaro che in una zona già pesantemente in crisi dopo il crollo dell’Unione Sovietica, avvicinarsi a Mosca e ricevere i lauti aiuti del Cremlino ha rappresentato per i nuovi governanti del Donbass secessionista un buon motivo per essere indipendenti.
Le lotte interne, fra bande non sempre inclini alla legalità, si risolsero nel 2018 con l’omicidio del “primo ministro” storico di Donetsk, Aleksander Zacharcenko, freddato in un bar del centro. La Russia e l’establishment della neonata repubblica popolare diedero subito la colpa a Kiev, ma molti analisti (anche a Mosca) sostennero invece la tesi del regolamento di conti interno.
Una guerra per interessi, quindi, non certo per l’odio fra i popoli. Un conflitto in cui la linea di confine non divide filo-russi e filo-ucraini, ma è semplicemente il frutto di otto anni di scontri. Ci sono i sostenitori di Kiev fra gli abitanti del Donbass separatista ed i fan di Putin nelle zone controllate dall’esercito regolare. Hanno vissuto insieme per secoli, ma la politica e non l’odio etnico ne sta segnando i destini.
Donetsk, la città simbolo di quest’area con quasi 1 milione di abitanti e sede nel 2012 dei Campionati Europei di calcio, è stata a lungo anche il regno di Rinat Akhmetov: 7 miliardi di dollari di impero personale, uomo più ricco d’Ucraina, proprietario della titolata squadra dello Shakhtar, con investimenti in mezzo mondo ma un passato non proprio trasparente. Putin ha “regalato” oltre 700mila passaporti russi ai cittadini di Donetsk e Luhansk e ha investito parecchi rubli in quest’area per accalappiarsi le simpatie di una popolazione stanca, disillusa ed economicamente depressa. Un’operazione semplice e tutto sommato a basso costo ma che sta destabilizzando il mondo. Una guerra per interessi, non certo per l’odio fra i popoli.
Donbass, dov'è e cosa rappresenta la regione al centro della crisi fra Ucraina e Russia21 feb 2022
https://www.ilgiorno.it/mondo/donbass-1.7388474Un territorio ad alto tasso russofono, ma anche e soprattutto un ricco bacino carbonifero. Questo è il Donbass, bacino del Donec, dal nome dell'omonimo fiume che lo attraversa. Una zona dell'Ucraina orientale al confine con la Russia, che si estende in tre oblast' (regioni), tra cui quello di Doketsk, la città principale.
Ucraina Russia, le ultime notizie. Onu: "Si rischia una grande guerra"
Nel Donbass oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, e secondo Mosca negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta. Con la 'madre Russia' c'è un legame antico, rafforzato da una chiesa ortodossa locale che si è staccata da quella ucraina per legarsi a Mosca. Questo legame si nutre anche dell'insofferenza della popolazione verso lo Stato centrale. Perché le condizioni generali di vita, dall'uscita dell'Ucraina dall'Urss, nel 1991, sono peggiorate progressivamente. E allo stesso tempo, sono cresciute le pulsioni secessioniste.
La miccia si accende nel 2014, quando dopo la rivolta filo-Ue di Maidan e la cacciata di Viktor Yanukovich dal potere, Mosca in reazione decide l'annessione della penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina. Da quel momento parte la mobilitazione anche del Donbass, con gruppi militari delle regioni di Lugansk e Donetsk che riescono in breve tempo a prendere il controllo di parte della regione, grazie all'appoggio occulto di Mosca, che fornisce denaro e armi. I secessionisti vittoriosi sul campo dichiarano l'indipendenza dall'Ucraina proclamando la nascita della Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk. In seguito organizzano un referendum, che secondo i leader ribelli ha un esito bulgaro: la stragrande maggioranza della popolazione vota a favore dell'annessione alla Russia.
Gli sforzi della diplomazia internazionale per riportare stabilità nell'area e porre fine a un conflitto che ha provocato oltre 10mila morti conducono agli accordi di Minsk, che vengono sottoscritti sia dai filo-russi che da Kiev, sotto il cappello delle potenze occidentali, Francia e Germania in primis, e della Russia. I combattimenti sulla carta devono finire e il Donbass deve tornare sotto il controllo dell'Ucraina, in cambio di una maggiore autonomia. Ma le intese sottoscritte nella capitale bielorussa non sono risolutive, anche perché in parte non attuate. Da un lato Mosca non è formalmente parte nel conflitto e quindi non si sente vincolata; dall'altro le autorità di Kiev, su pressione della frangia nazionalista del Paese, non riescono a concedere l'autonomia ai separatisti. Ed il conflitto, anziché finire, è riesploso, inserendosi ora nella più ampia battaglia Russia-Occidente sull'allargamento a Est della Nato.
L’Onu: in Ucraina 13mila morti per la guerra del Donbass tra i due contendentiMonica Ricci Sargentini
22 gennaio 2019
https://lepersoneeladignita.corriere.it ... l-donbass/ Dall’aprile 2014 alla fine del 2018 sono state quasi 13 mila le vittime della guerra nel Donbass. Lo ha reso noto la missione di monitoraggio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Nello specifico, i civili rimasti uccisi sarebbero 3.300, oltre a 4 mila soldati ucraini e 5.500 miliziani separatisti. In aggiunta, un numero di persone fra le 27 e le 30 mila sono rimaste ferite nel corso del conflitto armato.
Tutta l’area orientale dell’Ucraina vive una situazione di profonda instabilità e incertezza dall’aprile del 2014, dopo che le autorità di Kiev lanciarono un’operazione militare per riprendere il controllo della regione dalle milizie delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk che sostengono l’indipendenza del Donbass. Gli accordi raggiunti a Minsk dal Gruppo di contatto trilaterale dell’Osce (Russia, Ucraina e le due autoproclamate repubbliche) prevedono un completo cessate il fuoco; il ritiro degli armamenti dalla linea di contatto nell’Ucraina orientale; lo scambio reciproco di tutti i prigionieri detenuti da entrambe le parti; delle riforme costituzionali che conferiscano uno statuto speciale alle autoproclamate repubbliche. Il Formato Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) monitora il rispetto di quest’intesa. Dalla sigla degli accordi, tuttavia, le due parti si accusano reciprocamente di contrastarne l’attuazione.
https://www.facebook.com/flaminio.march ... 5145976766
I bambini morti ci sono stati da tutte le parti, ma la responsabilità è di chi ha provocato tutto ciò, la Russia di Putin che ha fomentato il separatismo violento dei russofoni-russofili.L’Onu: in Ucraina 13mila morti per la guerra del Donbass tra i due contendenti
Monica Ricci Sargentini
22 gennaio 2019
https://lepersoneeladignita.corriere.it ... l-donbass/ Dall’aprile 2014 alla fine del 2018 sono state quasi 13 mila le vittime della guerra nel Donbass. Lo ha reso noto la missione di monitoraggio per i diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina. Nello specifico, i civili rimasti uccisi sarebbero 3.300, oltre a 4 mila soldati ucraini e 5.500 miliziani separatisti. In aggiunta, un numero di persone fra le 27 e le 30 mila sono rimaste ferite nel corso del conflitto armato.
Tutta l’area orientale dell’Ucraina vive una situazione di profonda instabilità e incertezza dall’aprile del 2014, dopo che le autorità di Kiev lanciarono un’operazione militare per riprendere il controllo della regione dalle milizie delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk che sostengono l’indipendenza del Donbass. Gli accordi raggiunti a Minsk dal Gruppo di contatto trilaterale dell’Osce (Russia, Ucraina e le due autoproclamate repubbliche) prevedono un completo cessate il fuoco; il ritiro degli armamenti dalla linea di contatto nell’Ucraina orientale; lo scambio reciproco di tutti i prigionieri detenuti da entrambe le parti; delle riforme costituzionali che conferiscano uno statuto speciale alle autoproclamate repubbliche. Il Formato Normandia (Francia, Germania, Russia e Ucraina) monitora il rispetto di quest’intesa. Dalla sigla degli accordi, tuttavia, le due parti si accusano reciprocamente di contrastarne l’attuazione.
La strage di Odessa nel maggio del 2014, fu la sola strage compiuta dai nazionalisti ucraini contro la minoranza filorussa per l'odio feroce che si era sviluppato tra le due parti e a seguito dell'invasione e occupazione violenta della Crimea che è terra ucraina da parte della Russia di Putin nel marzo del 2014La strage di Odessa
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Odessa La strage di Odessa è un massacro avvenuto il 2 maggio 2014 ad Odessa presso la Casa dei Sindacati, in Ucraina, ad opera di estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti ucraini ai danni dei manifestanti che si opponevano al nuovo governo instauratosi nel Paese in seguito alle rivolte di piazza di Euromaidan. In concomitanza del rogo, preceduto e seguito da linciaggi e violenze nei confronti degli aggrediti, trovarono la morte almeno 48 persone tra impiegati della Casa dei Sindacati, manifestanti contrari al nuovo governo, o favorevoli al separatismo, simpatizzanti filo-russi e membri di partiti di estrema sinistra.
Con le rivolte di Euromaidan a Kiev il presidente ucraino filo-russo Viktor Janukovyč venne destituito. Questo cambio di governo provocò la reazione dei sostenitori di Janukovyč e di una parte della popolazione ucraina contraria alla svolta filo-occidentale (tra cui i membri del Partito Comunista dell'Ucraina). Il 2 maggio 2014 si ebbero quindi anche ad Odessa scontri di piazza tra le fazioni contrapposte.
In seguito agli scontri, in cui erano intervenute anche frange paramilitari nazionaliste (in particolare quelle di "Pravyj Sektor")[2], i manifestanti antigovernativi si rifugiarono nella Casa dei Sindacati. Questi manifestanti vennero seguiti ed aggrediti ferocemente all'interno dell'edificio dai sostenitori di Euromaidan e dai militanti di estrema destra, che successivamente circondarono l'edificio e appiccarono il fuoco.
Nell'incendio che ne scaturì trovarono la morte 42 persone (34 uomini, 7 donne e un ragazzo di diciassette anni), alcune delle quali del tutto estranee ai fatti in quanto si trovavano all'interno dell'edificio per ragioni di lavoro. Gli estremisti di destra impedirono ai vigili del fuoco di accedere all'area per poter intervenire. I pochi che riuscirono in maniera fortunosa a fuggire dall'incendio furono linciati dai militanti neonazisti che circondavano il palazzo. Alla fine del rogo i testimoni trovarono i corpi carbonizzati dei manifestanti aggrediti e cadaveri di donne seviziate e violentate, tra cui una donna incinta strangolata con dei cavi telefonici. Si scoprì che tra le vittime del massacro vi erano anche persone colpite da armi da fuoco e mutilate con armi da taglio.
Il nuovo governo ucraino a capo di Oleksandr Turčynov e Arsenij Jacenjuk si limitò a parlare di una fatalità che era costata la vita a circa 30 persone.42 Il Ministro degli Interni ucraino e la Polizia sostennero da subito che i manifestanti anti-governativi fossero rimasti uccisi dalle fiamme scaturite dai loro stessi lanci di bombe molotov.[6] Anche la stampa vicina al nuovo governo attribuì l'incendio ai manifestanti filo-russi. Ben presto questa versione venne smentita dalle testimonianze dei sopravvissuti e di vari osservatori.
Il Parlamento europeo si espresse in tal senso:
«Numerosi indizi suggeriscono che non è stato il presunto incendio dell’edificio a uccidere coloro che si trovavano all’interno, lì rifugiatisi per non essere massacrati in strada, bensì sono stati colpi di arma da fuoco o armi di altro genere. Esistono filmati che mostrerebbero poliziotti sparare sui disperati che cercavano di fuggire dalle finestre e tutte le prove disponibili indicano che gli assedianti intendevano uccidere».
Nessun processo è stato intentato per la strage.
La Strage di Odessa (42 vittime) da parte degli ucraini che volevano la libertà dalla Russia è sta una reazione all'invasione violenta e all'annessione russa della Crimea ucraina https://it.wikipedia.org/wiki/Annession ... lla_Russia L'annessione della Crimea alla Russia fu il primo evento della crisi russo-ucraina nel 2014. Nello specifico, in seguito alla rivoluzione ucraina del 2014, la Russia inviò proprie truppe senza insegne a prendere il controllo del governo locale. Il nuovo governo filorusso dichiarò la propria indipendenza dall'Ucraina. Fu quindi tenuto un referendum sull'autodeterminazione della penisola il 16 marzo (criticato e non riconosciuto da gran parte della comunità internazionale), segnato dalla vittoria del "Sì" con il 95,32% dei voti, le autorità della Crimea firmarono il 18 marzo l'adesione formale alla Russia.
Durante la prima fase del conflitto sono rimasti feriti vari manifestanti filo-ucraini e alcuni manifestanti filo-russi, mentre tra i militari sono stati uccisi quattro soldati delle Forze armate dell'Ucraina, uno del Servizio di sicurezza dell'Ucraina e uno delle Forze armate della Federazione Russa.
Il 22-23 febbraio 2014, il presidente russo Vladimir Putin ha convocato una riunione notturna con i capi dei servizi di sicurezza per discutere la liberazione del presidente ucraino deposto, Viktor Janukovič. Al termine dell'incontro, Putin ha sottolineato che "dobbiamo iniziare a lavorare per il ritorno della Crimea in Russia". Il 23 febbraio si sono svolte varie manifestazioni filo-russe nella città crimeana di Sebastopoli. Il 27 febbraio, le truppe russe mascherate senza insegne, i cosiddetti omini verdi, con varie sparatorie con le locali Forze armate dell'Ucraina, hanno assunto il Consiglio supremo (parlamento) della Crimea e hanno catturato siti strategici in tutta la penisola, il che ha portato all'insediamento del governo filo-russo Aksyonov in Crimea e alla conduzione del referendum sull'autodeterminazione della Crimea. La Russia ha formalmente incorporato la Crimea come due soggetti federali della Federazione Russa il 18 marzo 2014 (Sebastopoli e Repubblica di Crimea).
L'occupazione della penisola di Crimea da parte dell'esercito russo è iniziata il 20 febbraio 2014. Erano gli ultimi giorni della presidenza di Viktor Janukovič[4].
Presto all'ingresso di Sebastopoli apparvero posti di blocco e mezzi corazzati russi.
A quel tempo, le città della Crimea, secondo il governo ucraino, erano già piene di agenti russi, omini verdi e membri di varie formazioni paramilitari come i cosacchi, che costituirono la base della cosiddetta "autodifesa della Crimea" e rappresentavano i presunti "stati d'animo" della popolazione locale.[5]
Mentre sulle coste crimeane arrivó la flotta del Mar Nero della Federazione Russa.
Ilya Vladimirovich Ponomarev, un politico russo e membro della Duma di Stato della Russia (fazione della Russia Giusta), sostiene che la guida dell'annessione della Crimea è stata affidata al ministro della Difesa Sergej Šojgu e all'aiutante di Vladimir Putin Vladislav Surkov.[6]
Ad opporsi all'annessione in Russia furono Boris Nemcov e il partito di Alexej Navalny — Partito del Progresso.
L'Ucraina e molti altri paesi hanno condannato l'occupazione e l'annessione e la considerarono una violazione del diritto internazionale e degli accordi firmati dalla Russia che salvaguardano l'integrità territoriale dell'Ucraina, compresi gli accordi di Belavezha del 1991 che hanno istituito la Comunità di Stati Indipendenti, gli accordi di Helsinki del 1975, gli accordi del 1994 Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza e Trattato del 1997 sull'amicizia, la cooperazione e il partenariato tra la Federazione russa e l'Ucraina. Il governo ucraino ha portato gli altri membri dell'allora G8 a sospendere la Russia dal gruppo, quindi a introdurre un primo round di sanzioni contro il paese.
Stefano Battaglia
Alberto Pento provi a chiedere ad un americano cosa pensa se la Russia schierasse missili nucleari a Cuba. Probabilmente proverebbe un altro colpo di stato ( baia dei porci). Sa quanti morti ci sono stati a seguito della guerra di Crimea?
Alberto Pento
Stefano Battaglia
Certo lei confonde il male con il bene, Caino con Abele, il carnefice con la vittima, l'aggressore con l'aggredito.
A quel tempo come oggi il male, l'aggressore, il carnefice, Caino erano e sono ieri la Russia sovietica o URSS e oggi la Russia di Putin.
Non esiste il caso inverso quindi il paragone che lei porta non ha alcun senso, è assurdo.
Alberto Pento
I morti per le vicende della Crimea e Donbass sono stati causati da Putin e si sono avuti da ambo le parti.