Il PC è una ideologia politica razzista, suprematista che promuove la menzogna. l'illusione, l'inganno e che istiga alla discriminazione e alla violenza.Il caso di Cloe BiancoQuesto quanto lasciato scritto da Cloe Bianco, allontanata dall'insegnamento quando annunciò il suo essere transgender.
Gianfranco Damico
16 giugno 2022
https://www.facebook.com/gianfranco.dam ... 7452325792·
"Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto.
Addio. Se mai qualcuna o qualcuno leggerà questo scritto".
Da lì, lavori nascosta in segreterie di scuole di provincia. Mai più insegnante. Non le è stato più permesso. E solitudine.
Viveva in un camper. Dopo quelle parole gli ha dato fuoco. Con lei dentro.
Con tutto, tutto, tutto, tutto il mio amore.
E il mio dito medio alzato a tanti, tanti, tanti, tanti.
Claudio Marchiondelli
Un mondo di merda.
Dario Tosato
Claudio Marchiondelli mi hai rubato le parole di bocca , mondo di merda.
Maria Lucia Riccioli
Che tristezza
Francesca Siciliano
È stata condannata e allontanata dalla scuola perché un giorno all improvviso, diremmo a Napoli, è andata a scuola come era, donna. All’improvviso.
Ed è stata condannata perché una alunna idiota è andata nel cesso a piangere, e a cada a piangere, e il padre demmerda, invece di dirle uè bella sveglia, è andato dalla preside e hanno fatto denuncia e hanno trovato un altro genio, il magistrato che gli ha dato ragione. E lei, il torto, in torto, di esistere, di essere.
Io vorrei essere il demonio e incendiare il sonno tutte le notti al padre alla figlia e al magistrato
E penso a tutto questo periodo pire al COVID per una persona lasciata sola così, che dove cazzo sono almeno gli amici
Solo dolore sento
Alessandra Casula
Francesca Siciliano e perché piangeva?
Francesca Siciliano
Alessandra Casula eh …
Rimasta tropp male
E perché? Bo
Valeria Ferrari
Terribile
Francesca Siciliano
Dicevo all improvviso , perché la realtà è subitanea
La retorica la veicolazione del messaggio, è costruita
Ma la verità si dà, nell’attimo, accade è fenomenogica
E l hanno condannata la sentenza reale l ha condannata
Condannata una parola infame
Rita Fontanesi
Un pensiero anche a tutti i padri di famiglia cinquantenni che hanno perso il lavoro grazie al green pass e per avere rifiutato l'obbligo di TSO di stato, che magari si sono appesi a una corda per non poter più mantenere i figli col sudore della fronte. Amen
Dana Raccah
Rita Fontanesi esattamente cosa c’entra?
Rita Fontanesi
Dana Raccah c'entra con il fatto che togliere ingiustamente il lavoro a un essere umano è qualcosa di aberrante, qualsiasi ne sia il motivo. Mi pare non occorra spiegare
Claudio Marchiondelli
Rita Fontanesi un pensiero nobile ma che non c’entra col tema trattato dal post.
Rita Fontanesi
Claudio Marchiondelli e qual è il tema trattato dal post? Non è forse la emarginazione lavorativa conseguente ad una scelta che dovrebbe essere libera?! Le assicuro che parlare per mesi con gente depressa e disperata, senza più un soldo, demansionata e vilipesa oltre che difficilmente tutelabile sotto il profilo giudiziario, rende molto chiara l'analogia.
Claudio Marchiondelli
Non metterei proprio il greenpass in questo discorso. Ma non ho decisamente voglia di discutere sul perché. L’analogia non ci sta. Mi spiace.
Claudio Marchiondelli
P.s. Ho disattivato le notifiche.
Rita Fontanesi
Claudio Marchiondelli democratico
Gianfranco Damico
Rita Fontanesi , la libera scelta nel campo dei vaccini vedeva un contesto di ragioni, e un quadro di implicazioni, molto diversi dalla libera scelta in questo caso.
Ma anch'io proprio non discuto più di quella faccenda.
Però mi sembrano campi da gioco di galassie diverse.
Ma tu lo sai.
Rita Fontanesi
Gianfranco Damico ti faccio l'esempio di un sanitario ESENTATO, che è stato messo a fare le pulizie in un altro reparto. Le pulizie! È diverso?! Nei fatti sì. Ma si tratta in entrambi i casi di vessazioni e privazione di prerogative lavorative, mortificazione di professionalità e personalità che possono portare al medesimo esito perché analoghe. Fine delle trasmissioni, ma evitiamo di dimenticare o di fare solo le battaglie che ci "piacciono". Ricordati il sanitario che fa le pulizie.
Luciana Fersini
Rita Fontanesi il sanitario fa le pulizie per non uccidere soggetti fragili che dovrebbe tutelare.
Qui non si tratta di pericolo di vita.
Rita Fontanesi
Luciana Fersini in realtà no. Lo conferma nuovamente il report dell'ISS dell'11/05/2022, la possibilità di contagio e diffusione nei guariti (l'esempio in questione è esentato per patologie e guarito con titolo anticorpale altissimo) rispetto ai vaccinati è addirittura inferiore. È solo vessazione e demansionamento.
Rita Fontanesi
Ora mi taccio davvero. Ma non guardiamo sempre solo ciò che ci rimbalza il mondo esterno. Buona giornata nonostante gli "impalcatori molesti"
Luciana Fersini
Rita Fontanesi vaccinarsi non può essere lasciato a libero arbitrio. Deve essere imposto finché vivi vicino ad altri. Oppure decidi di vivere in Gambia e già è diverso.
Rita Fontanesi
Luciana Fersini discutibile, soprattutto riguardo l'ultima campagna vaccinale.
Ma se uno è esente perché per motivi di salute il vaccino è controindicato?! In presenza di studi ormai confermati sulla non immunità dei vaccinati poi. Parliamo di diritto del lavoro, diritto alla sussistenza, diritto alla salute, diritto all'integrità fisica, diritto alla vita. Discorso complesso. Io non accetto discriminazioni in senso lato, non riesco ad andare a due velocità sui temi legati al diritto.
Tania Tavano
Altro che democrazia, altro che inclusione nelle scuole e nella società….. a volte penso che non si debba essere così tolleranti ed inclusivi, perché quando serve, non c’è nè l’uno né l’altro. Una società solo di apparenze
Giusy Sciacca
Quanta solitudine
Maria Teresa Radogna
La scuola avrebbe avuto bisogno di un'insegnate così‼‼‼‼ mi mordo le labbra dalla rabbia se penso ad alcune colleghe indegne di questo mestiere... quando un'anima nobile così l'abbiamo costretta al silenzio e a un addio atroce e precoce!!!! Infinita tristezza e divorante rabbiaaaaaa!!!
Olivia Giardina
Parole forti dettate da un animo sensibile e profondamente amareggiato dalla vita. Una testimonianza impossibile da dimenticare.
Alba Antonella Cabriolu
Mi viene da piangere, povera creatura
Mario Troni
Mi ha molto colpito questa morte. Non avevo letto le ultime parole che Cloe ci ha lasciato. Rappresentano un ultimo atto di enorme dignità e amore per la vita.
Giovanna Marino Portella
...ma in quale paese vivo....tra massoni...cattolici..fuorilegge....ladri di opere d'arte...cittadini indifferenti...plagiati....asserviti....assassini dei propri familiari...della natura...che paese è questo....
Caterina Camastra
Ecco una ragione per la quale, magari, non c'era mica tanto da festeggiare per l'affossamento del DDL Zan. Che certo non era perfetto né risolutivo, ma forse avrebbe contribuito a mandare un segnale a questa società merdosa, ipocrita, bigotta, ai papini e mammine indinniati perché Cloe si è permessa di presentarsi per quello che era davanti alla sua classe.
Gianfranco Damico
Caterina Camastra , io temo che la qiestione sia più profonda, che il ddl Zan era fatto male e che comunque io e te facciamo fronte comune su questa battaglia.
Baci
Alberto Pento
Sia chiaro che sempre mi dispiace quando qualcuno soffre per qualche malattia o perché qualche altro essere umano gli fa colposamente o dolosamente del male, male che non era necessario e che si sarebbe potuto evitare.
Nel caso di questa persona che soffriva di disforia di genere, per essere nato biologicamente uomo ma che poi l'evoluzione esistenziale (socio, psico emotiva) lo ha indotto o portato ha sentirsi/percepirsi/volersi donna e che per questo, non trovando un modo accettabile di stare al mondo e nel contesto sociale in maniera armonica riducendo al minimo i contrasti e i conflitti personali e sociali, per la sofferenza e la disperazione che ne è conseguita si è tolta la vita.
Certo che mi dispiace, ma pur dispiacendomi debbo riconoscere che non è colpa e responsabilità mia come non è colpa e responsabilità del resto dell'umanità.
Sicuramente si sarebbe potuto fare di più ma non si sarebbe mai potuto fare l'impossibile e cioè: far rinascere questa persona come donna e non più come uomo; no questo non sarebbe stato possibile per nessuno, nemmeno per Dio.
Se da qualche parte vi è della responsabiltà umana, in questa come in tante altre vicende analoghe, la possiamo trovare nell'ideologia del Politicamente Corretto (e nella sua demenziale, irresponsabile e malvagia strumentalizzazione di queste vicende umane) con le sue presunzioni, arroganze, menzogne, illusioni e inganni che istigano alla violenza e al conflitto sociale.
Imporre per legge alla società e a tutti i suoi menbri di riconoscere e di trattare una persona malata di disforia di genere come se la sua identità sessuale (donna o uomo, maschio o femmina) non fosse legata alla volontà della natura e alla sua determinazione biologica bensì alla volontà del capriccio personale, della malattia, dell'imposizione legislativa, questo sì è violenza, crimine contro l'umanità, idologia e pratica politica che istiga all'odio e alla violenza.
Costringere dei minorenni a scuola a trattare come donna un uomo che si sente donna, o come uomo una donna che si sente uomo, questo sì che è un delitto, un crimine contro l'umanità.
Quello che secondo me bisogna fare per evitare il conflitto e il tragico e ridurre al minimo la sofferenza, il contrasto, il disagio degli uni e degli altri, e favorire la tolleranza e l'accettazione del diverso è promuovere la verità dei casi della vita in qui delle persone pur nascendo con un genere si trovano a dover convivere con un diverso sentire, con la malattia della disforia di genere e educare queste persone a rispettare se vogliono essere rispettate nella loro diversità. Non è accettabile che queste persone si impongano con la menzogna, la minaccia e la violenza del politicamente corretto.
Secondo me questi casi andrebbero trattati con la massima discrezione riducendo al minimo la marcatura dell'aspetto sessuale.
A scuola questi professori dovrebbero svolgere una funzione integrativa utile agli scolari/alunni/studenti per conoscere questi diversi aspetti della vita, con il massimo rispetto per tutti e senza demenziali costrizioni e minacce politicamente corrette.
Certamente se questo professore prima di prendere l'iniziativa all'insaputa di tutti e di presentarsi in classe vestito da donna, avesse parlato con il preside, il consiglio dei professori e dei genitori e insieme avessero affrontato la cosa e come presentarla ai ragazzi, probabilmente il tutto avrebbe potuto andare diversamente.
Quest'uomo è una vittima del demenziale e tossico Politicamente Corretto che illude, inganna e violenta le persone e la loro comunità.
Gianfranco Damico
Gino Quarelo , la Qualità Umana, nei ruoli di relazione funzionale -insegnare è uno di questi- non c'entra un cazzo con il tuo orientamento sessuale e/o di genere.
Niente!
Se solo abbandonaste il presupposto errato, la tassonomia patologica, e vedeste...esseri umani.
Conosco e ho conosciuto fior di coglioni che fanno gli insegnanti. Al di là delle mille sfumature posso senz'altro dire che c'erano due elementi che li accomunava tutti: erano cresciuti dentro famiglie "naturali", ed erano etero.
E che palle questo dare valore basandosi sulla "normalità". Quanta mediocrità e patologia vera c'è, così spesso, in quella normalità.
Simonetta Messina
Gino Quarelo resta il fatto che è stato demansionato, e quindi umiliato e quindi emarginato. Il “caso” non lo ha creato lui nel momento in cui si è vestito da donna, un bel giorno. Il caso lo ha creato chi ha percepito “il caso”. In pratica quelli come lei. Che giustificano chi reagisce ad un ipotetico danno mentre il danno lo fate voi.
Aprite la mente, volate, liberatevi della zavorra che vi trattiene in basso, giù, giù, sempre più giù.
Gino Quarelo
Gianfranco Damico
L'insegnante non è un'intelligenza artificiale o un robot asessuati. L'insegnante è una persona con il suo portato di umanità che costituisce un esempio per i suoi allievi, come i genitori sono esempi per i loro figli.
Il suo insegnamento specifico non esula dalla sua personalità che condiziona il suo rapporto con gli allievi, condiziona il suo insegnare e l'apprendimento degli allievi. Se un insegnante è problematico questa sua problematicità influenza il suo insegnare.
Il carattere sessuale si determina al concepimento dell'essere umano e appare già alla nascita delle persone e non è un orientamento che dipende dall'educazione e dall'esperienza che in certi casi da esiti come l'omosessualità e la disforia di genere.
La tassonomia patologica è pura demenzialita politicamente corretta che irragionevolmente e fideisticamente crede di poter cambiare la realtà cambiando le parole.
Non è la famiglia naturale (normale ed etero) in quanto tale che dà origine a mostruosità umane ma sono i singoli individui con le loro storie esistenziali che formano le famiglie che in taluni casi possono trasformale in orrore.
Il giudizio sulla normalità mediocre e patologica è prevalentemente frutto di demenziale e ingiustificata presunzione.
La normalità è la condizione più naturale e universale che vi sia e non necessariamente è caratterizzata da patologie, certamente tutti gli esseri umani hanno qualche imperfezione relativa, non ne esiste uno che sia perfetto in assoluto.
Poi vi sono un sacco di anormali che si credono chissà che, presuntuosi e arroganti che disprezzano i normali dall'alto della loro anormalità ritenuta demenzialmente superiorità umana, civile e culturale.
Simonetta Messina
Il primo dovere dell'insegannte è rispettare i suoi allievi, alunni, studenti e la scuola non è un palcoscenico televisivo, teatrale, cinematografico o internettiano per le esibizioni personali di qualcuno.
Gli studenti a scuola hanno diritto a non avere professori problematici che creano ulteriori problemi con la loro problematica personalità il loro problematico esempio.
E come dovrebbe essere chiamato e trattato questo insegnante disforico, dai suoi allievi, come uomo o come donna e se gli allievi lo trattassero come uomo e non come donna dovrebbero essere sanzionati ed espulsi da scuola? Dovrebbero essere puniti, minacciati e costretti con ciò a riconoscerlo e a trattarlo come donna per forza?
Il carattere sessuale o di genere delle persone è parte integrante e fondamentale e non dipende dal capriccio di chichessia e non può certo essere imposto con la forza, la minaccia e la violenza politicamente corrette.
La Teoria Gender non è una buona teoria e dovrebbe essere bandita perché fa solo del male.
Giusy Paternò
Ossignore!!!
Io spesso mi definisco "Uoma"
Sarò disforica ?
Si è tolta la vita una "persona" che, per definizione universale, è "Individuo della specie umana, senza distinzione di sesso, età, condizione sociale ecc., considerato sia come elemento a sé stante sia come facente parte di un gruppo o di una collettività."
Non basta questo?
Gino Quarelo
Giusy Paternò Non esistono le uome con non esistono i donni. Persona è termine generico.
Tutti e tutte sono persone le brutte e le belle, i sani e i malati, le buone e le cattive, le vittime e i carnefici, chi viene ucciso e chi uccide, gli oppressi e i dittatori che opprimono, ... ma l'essere persona non toglie le specificità di ognuno e le implicazioni umane, sociali, morali. Ognuno di noi può essere simpatico o antipatico, può suscitare negli altri attrazione o avversione, non siamo tutti uguali.
Leo Aruta
Se davvero esiste un inferno di sicuro starà aspettando tutti quelli che hanno costretto questa donna a rinunciare alla vita che pure amava...
Gino Quarelo
Leo Aruta Mi dispiace tanto ma non era una donna ma un uomo che soffriva della malattia chiamata disforia di genere, era un uomo che si sentiva donna e questo sentirsi donna non lo rendeva affatto una donna.
Non esiste la donna con il pene e un uomo ormonato, manipolato chirurgicamente, evirato o castrato, truccato e travestito, anagraficamente modificato non si trasforma automaticamente e magicamente in una donna.
Simonetta Messina
Gino Quarelo non è il caso di risponderle. Mi creda, potrei argomentare ogni singola parola del suo commento. Solo che sarebbe inutile. E io ho questo problema: detesto perder tempo.
Gino Quarelo
Mi dispiace tanto ma l'insegnante è ventuto meno al suo dovere, ha dato un cattivo esempio e ha insegnato male, perché truccarsi e vestirsi da donna non trasforma un uomo in una donna.
Insegnare e propagandare la menzogna del Politicamente Corretto LGBT che si possa cambiare sesso e genere non è certo cosa buona (e fa del male a tutti coloro che hanno la dabbennaggine di crederci), non è certo un buon insegnamento per i ragazzi e i giovani delle scuole pubbliche dove insegnava questo professore trevigiano.
Cloe Bianco, l’assessore Donazzan: «Era un uomo vestito da donna. Io, minacciata di morte»
Agostino Gramigna
17 giugno 2022
https://www.corriere.it/cronache/22_giu ... 27f8.shtml L’assessore all’Istruzione del Veneto di Fratelli d’Italia bersagliata sui social dopo il suicidio della professoressa transgender, espulsa da scuola nel 2015. E a suo tempo criticata. «Contro di me un attacco politico»
Cloe Bianco si è suicidata il 10 giugno, dandosi fuoco nel camper in cui abitava, ad Auronzo di Cadore (Belluno). Cloe Bianco insegnava fisica, materia in cui era laureata, in un istituto di San Donà di Piave, prima di essere allontanata dalla cattedra e ricollocata con funzioni di segretaria. I due eventi, a distanza di tempo, si sono come attorcigliati al medesimo filo. Legati da una tragica rottura esistenziale.
Il testamento
Un messaggio breve, un testamento pubblicato sul blog. Una bottiglia di vino, l’elogio della vita e alla fine i resti di un corpo carbonizzato. Il suicidio di Cloe ha commosso, ha toccato l’anima di molti, ha acceso il dibattito sui social. E smosso polemiche e accuse. Da un lato il movimento Lgbt che ha ricordato la vicenda e ha definito Cloe vittima di transfobia. Dall’altro (ed è di queste ore), Elena Donazzan, assessore istruzione, formazione, lavoro e pari opportunità del Veneto, che a 24 Mattino su Radio 24 ha rinfacciato il movimento Lgbtq di «usare la morte tragica del professor Bianco per fare una polemica politica, solo per cercare di trovare la visibilità, per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out». L’assessore, che continua a chiamare Cloe il «professor Bianco», come sette anni fa, ha dichiarato di essere stata presa di mira dagli odiatori seriali ( sulla sua bacheca Facebook sono apparsi ieri migliaia di messaggi da tutta Italia, molti che ripetevano il nome di Cloe; messaggi che sono stati cancellati, ndr ). «Da tre giorni i miei social sono attaccati con minacce di morte, con parole d’offesa a me e alla mia famiglia, alla mia vita».
In abiti femminili
Una mattina di sette anni fa Cloe, all’anagrafe Luca Bianco, si era presentata in classe in abiti femminili. Aveva deciso di mostrarsi con l’aspetto che sentiva rispecchiare la sua vera identità. Agli alunni aveva chiesto di essere chiamata Cloe e aveva spiegato il motivo della sua scelta. Ma non tutti capirono. Non tutti accettarono. Il padre di un alunno scrisse una lettera indignata ad Elena Donazzan che all’epoca era Assessore regionale all’Istruzione. «Ma davvero la scuola si è ridotta così?». Donazzan non ci mise molto a rilanciare la lettera su Facebook. Condividendo l’opinione del genitore, pubblicando una serie di interviste e postando commenti poco favorevoli al «professor Bianco». Cloe fu sospesa per tre giorni dall’insegnamento. Il suo comportamento fu giudicato non «responsabile nè corretto». Successivamente venne spostata a ruoli di segreteria. Fece ricorso ma perse la battaglia. Andò avanti per un po’. Si arrese. Lasciato il paese si rifugiò nel camper, dove il 10 giugno si è tolta la vita e ha scritto il suo testamento: «Oggi la mia libera morte, così tutto termina di ciò che mi riguarda. In quest’ultimo giorno ho festeggiato con un pasto sfizioso e ottimi nettari di Bacco, gustando per l’ultima volta vini e cibi che mi piacciono. Questa semplice festa della fine della mia vita è stata accompagnata dall’ascolto di buona musica nella mia piccola casa con le ruote, dove ora rimarrò».
La difesa
L’assessore Donazzan rigetta ogni accusa, ogni possibile strumentalizzazione. E rilancia. «Perché dire che si è omosessuali è una affermazione, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna e i tacchi è un’altra cosa. Venne usato allora, come bandiera di grande coraggio e oggi viene usato in morte per fare una polemica tutta politica, perché sono di Fratelli d’Italia». Ritorna a sette anni fa: «Sono andata a rileggermi il post in cui pubblicai la mail arrivatami in ufficio e io scrissi “traete da soli le conclusioni”. Nelle successive interviste, parlai di chi va abbigliato in un certo modo senza aver preparato la cosa». E aggiunge: «Ho definito Cloe Bianco “un uomo vestito da donna” e cos’è se non questo? Oggi a Milano c’è il sole o la pioggia? Qui c’è il sole e anche se volessi la pioggia, il sole splende nel cielo».
https://www.facebook.com/corrieredellas ... 7188597530Prof trans suicida: il ministero dell'Istruzione avvia un approfondimentoIl ministero dell'Istruzione ha avviato un approfondimento sul caso della professoressa Cloe Bianco di Marcon (Venezia), l'insegnante trans che nei giorni scorsi si è suicidata.
Lo ha confermato all'ANSA il ministero.
18 giugno 2022
https://www.ansa.it/sito/notizie/cronac ... 93484.htmlIn particolare - è stato spiegato - si stanno ricostruendo tutti i contorni della vicenda.
A incalzare il dicastero nel pomeriggio è stata la Uil: "Il ministero dell'Istruzione è colpevole in quanto è stato complice di quanto accaduto: ha sospeso Cloe Bianco dall'insegnamento, mettendola a lavorare nelle segreterie, non ritenendola più in grado di insegnare e colpendola come fosse una malata sociale. Ora dovrebbe fare una indagine e capire che gli errori si devono ammettere, anche quelli passati, per evitare che la scuola si faccia condizionare dagli stereotipi e che fatti del genere si ripetano", ha detto all'ANSA Pino Turi, segretario generale Uil Scuola. "La scuola deve garantire libertà, deve aprire le menti, deve essere immune dai condizionamenti", conclude.
In giornata sul tema è intervenuto iol ministro del Lavoro Andrea Orlando. "È inaccettabile che in Italia una lavoratrice o un lavoratore subisca discriminazioni sul luogo di lavoro per la propria identità di genere, così come per qualsiasi altro elemento della propria identità sessuale o per tutto ciò che non ha a che fare con la prestazione lavorativa", ha detto Orlando in un lungo post.
"A qualsiasi insegnante, a qualsiasi lavoratore o lavoratrice che ha rivelato o ha paura di rivelare una parte così importante di sé, voglio ribadire con fermezza: il Ministero del Lavoro è dalla vostra parte", ha sottolineato Orlando
"Il possibile d'una donna brutta è talmente stringente da far mancare il fiato", ha scritto Cloe nel suo testamento - ha riportato Orlando - Quel 'possibile' ha la dimensione del camper in cui viveva e dentro il quale ha deciso di porre fine alla sua vita. Quel camper è anche il perimetro dei nostri pregiudizi, della nostra superficialità, della scommessa che si perde quando scegliamo il disprezzo per compiacere l'ignoranza. Ignoranza verso chi è giudicato diverso, verso chi, invece, vuole soltanto vivere ed essere accolto e rispettato come persona".
"Questo chiedeva Cloe. Era davvero così terrificante? Era troppo chiedere di essere accettata per ciò che si sentiva di essere? Ancora, per troppe persone, purtroppo, sì. Troppo forte il peso dei pregiudizi, troppo comoda la spirale del silenzio che spinge a conformarsi alle opinioni dominanti. Una spirale che ha spinto Cloe ai margini, l'ha rinchiusa in un camper, l'ha isolata sul luogo in cui svolgeva il suo lavoro, una scuola. Il lavoro che dovrebbe essere il luogo della solidarietà, dell'inclusione e della dignità è diventato l'anticamera di quel camper. Nessuno può dirsi innocente", ha sottolineato il ministro.
"Chi semina l'odio, chi lo coltiva, chi lo fa fruttare come putrida rendita. Ma anche noi che non abbiamo saputo contrastarlo, che accettiamo questa malapianta cresciuta in fretta come una cosa con cui convivere - ha continuato - Non c'è, non dico l'accettazione che dovrebbe accompagnare questo tempo che ha dalla sua la conoscenza del profondo, ma neppure la pietà o la sospensione del giudizio dei nostri padri e dei nostri nonni. In nome dei valori, dell'identità, del conformismo benpensante, c'è la quotidiana lapidazione, la derisione vigliacca o l'invettiva sorda e cieca, magari digitale, perché non sa sentire né vedere il tumulto delle anime, dei sentimenti, della fatica di vivere e di capirsi. Questo cara Cloe non è soltanto brutto, è precisamente l'orrore. Che la tua morte ricordi che non possiamo accettarlo".
I FATTI E LE POLEMICHE
Il suo corpo carbonizzato è stato ritrovato quattro giorni fa all'interno del suo camper, la sua "piccola casa su quattro ruote" come la chiamava lei. Aveva deciso di togliersi la vita dopo anni di sofferenze e pregiudizi, uccisa da quella transfobia che aveva devastato la sua esistenza.
Ieri sulla memoria di Cloe Bianco, insegnante transgender allontanata dal suo posto di lavoro dopo il cambio di sesso, si è abbattuta l'ennesima dichiarazione choc di Elena Donazzan, l'assessore alle Pari Opportunità della regione Veneto che già in passato aveva criticato il caso sui suoi social, ieri chiusi ai commenti che stavano inondando la sua pagina. "E' sconvolgente che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica - afferma in un'intervista a Radio 24 -. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt".
Nell'intervista l'assessore ha continuato a parlare al maschile della professoressa transgender, etichettandola per l'ennesima volta come 'un uomo vestito da donna'. Per Donazzan - che ha denunciato insulti e minacce sui propri profili - "sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò". "Perché dire che si è omosessuali è una affermazione - ha aggiunto -, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna ed i tacchi è un'altra cosa".
E proprio dalla scuola - l'istituto di Agraria "Scarpa-Mattei" di San Donà di Piave - arrivano le parole di una studentessa che proprio ai social ha affidato il suo pensiero sulla tragica morte della docente. "Era la mia professoressa - ricorda Sara - e la cosa peggiore è che i genitori in primis erano delle merde che la vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei (cosa che prima non succedeva mai) solo per vederla di persona e poi deriderla".
"Purtroppo - continua - la mia scuola aveva professori e preside compresa che non aveva tatto nelle cose, sono stati i primi a parlarne con disprezzo".
Tra i commenti al post spunta anche quello di una commessa di un negozio di scarpe, dove si serviva Cloe Bianco. "Avevo come cliente una SIGNORA felice perché avevamo scarpe coi tacchi fino al 44 - ricorda -. Il mio datore non la salutava, le mie colleghe me la 'rifilavano'. Ben contenta di metterle la scarpetta come Cenerentola e la trattavo come una vera principessa".
E, proprio per rendere omaggio alla memoria della professoressa, ieri decine di professori, studenti e attivisti si sono ritrovati davanti la sede del Ministero dell'Istruzione per chiedere che "non accada mai più". Chiaro il messaggio scritto in maiuscolo su uno dei tanti cartelli: "Liberiamo la scuola dalla transfobia", l'odio che ha ucciso Cloe Bianco.
https://www.facebook.com/corrieredellas ... 7188597530 https://www.facebook.com/mattinodipadov ... 1355830003https://www.facebook.com/simonecoccigli ... 4828735908Gino Quarelo
La Donazzan ha ragione, il professore suicida era un uomo e non una donna.
Sia chiaro che sempre mi dispiace quando qualcuno soffre per qualche malattia o perché qualche altro essere umano gli fa colposamente o dolosamente del male, male che non era necessario e che si sarebbe potuto evitare.
Nel caso di questa persona che soffriva di disforia di genere, per essere nato biologicamente uomo ma che poi l'evoluzione esistenziale (socio, psico emotiva) lo ha indotto o portato ha sentirsi/percepirsi/volersi donna e che per questo, non trovando un modo accettabile di stare al mondo e nel contesto sociale in maniera armonica riducendo al minimo i contrasti e i conflitti personali e sociali, per la sofferenza e la disperazione che ne è conseguita si è tolta la vita.
Certo che mi dispiace, ma pur dispiacendomi debbo riconoscere che non è colpa e responsabilità mia come non è colpa e responsabilità del resto dell'umanità.
Sicuramente si sarebbe potuto fare di più ma non si sarebbe mai potuto fare l'impossibile e cioè: far rinascere questa persona come donna e non più come uomo; no questo non sarebbe stato possibile per nessuno, nemmeno per Dio.
Se da qualche parte vi è della responsabiltà umana, in questa come in tante altre vicende analoghe, la possiamo trovare nell'ideologia del Politicamente Corretto (e nella sua demenziale, irresponsabile e malvagia strumentalizzazione di queste dolorose e patologiche vicende umane) con le sue presunzioni, arroganze, menzogne, illusioni e inganni che istigano alla violenza e al conflitto sociale.
Imporre per legge alla società e a tutti i suoi menbri di riconoscere e di trattare una persona malata di disforia di genere come se la sua identità sessuale (donna o uomo, maschio o femmina) non fosse legata alla volontà della natura e alla sua determinazione biologica bensì alla volontà del capriccio personale, della malattia, dell'imposizione legislativa, questo sì è violenza, crimine contro l'umanità, idologia e pratica politica che istiga all'odio e alla violenza.
Costringere dei minorenni a scuola a trattare come donna un uomo che si sente donna, o come uomo una donna che si sente uomo, questo sì che è un delitto, un crimine contro l'umanità.
Quello che secondo me bisogna fare per evitare il conflitto e il tragico e ridurre al minimo la sofferenza, il contrasto, il disagio degli uni e degli altri, e favorire la tolleranza e l'accettazione del diverso è promuovere la verità dei casi della vita in qui delle persone pur nascendo con un genere si trovano a dover convivere con un diverso sentire, con la malattia della disforia di genere e educare queste persone a rispettare se vogliono essere rispettate nella loro diversità. Non è accettabile che queste persone si impongano con la menzogna, la minaccia e la violenza del politicamente corretto.
Secondo me questi casi andrebbero trattati con la massima discrezione riducendo al minimo la marcatura dell'aspetto sessuale.
A scuola questi professori dovrebbero svolgere una funzione integrativa utile agli scolari/alunni/studenti per conoscere questi diversi aspetti della vita, con il massimo rispetto per tutti e senza demenziali costrizioni e minacce politicamente corrette.
Certamente se questo professore prima di prendere l'iniziativa all'insaputa di tutti e di presentarsi in classe vestito da donna, avesse parlato con il preside, il consiglio dei professori e dei genitori e insieme avessero affrontato la cosa e come presentarla ai ragazzi, probabilmente il tutto avrebbe potuto andare diversamente.
Quest'uomo è una vittima del demenziale e tossico Politicamente Corretto che illude, inganna e violenta le persone e la loro comunità.
Gli acefali.
https://www.facebook.com/ilvashi/posts/445407247586145Le dichiarazioni della Donazzan sulla morte di Cloe Bianco sono disgustose, davvero non c’è altro modo per descriverle.
"Dissi che era un uomo travestito da donna. Mi minacciano, ma rivendico quelle parole"
Già questo basterebbe per prenderla per le orecchie e toglierla dalla poltrona di assessore dell’istruzione, formazione e lavoro del Veneto.
Ma lei non ce la fa, toccato il fondo le piace scavare.
"Chi ha lasciato solo il professore è proprio il movimento Lgbtq+ che ora fa polemica per attribuire una responsabilità, senza farsi una domanda sul modo del suo coming out"
Ah, quindi la colpa, o parte della colpa, non è tua che hai firmato la sospensione della Bianco e che probabilmente hai obbligato la scuola a reintegrarla sottoposizionata e nascosta al pubblico, manco fosse uno dei tanti tuoi colleghi di Fratelli d’Italia arrestati per associazione mafiosa.
No, la colpa è delle associazioni che non svolgono una sorta di corso accelerato per coming out.
E non credere non abbia notato l’uso del maschile “professore”, così, tanto per offenderla anche da morta.
Ma non basta ancora.
“sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa, ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò. Ci sono molti insegnanti gay che conosco, che si confrontano con me, che di certo non usano la scuola per farne una vetrina, che rispettano il luogo della scuola.”
Ora è tutto chiaro. Una persona trans che passa la sua vita come donna perché è quello che si sente di essere e, dunque, è, prima di entrare a scuola dovrebbe staccarsi le tette, riavvitarsi il cazzo se operata, camminare come John Wayne e scrivere “figa” nella polvere del cortile mentre piscia, così è chiaramente un etero cazzuto.
Però, oh, lei ha tanti amici gay…
Il problema di fondo qui non è una tizia che dice: “Se mi fischiano dietro io sono contenta” riferendosi agli alpini.
No, il problema di fondo è che quelli lì, dalla Lega a FdI e l’ultra destra tutta, sono intimamente, antropologicamente dei beceri uomini (e donne) delle caverne che si trovano bene solo nel cameratismo, nell’umiliazione dei più deboli, nella prevaricazione violenta e tra rutti e pacche sul culo.
Vivono in una caverna platoniana dove sentono solo gli echi e intravedono solo le ombre grigie del mondo che hanno alle loro spalle.
Ed è per questo, esattamente per questo, che vengono votati in massa dai loro simili acefali.
A.G.
La Ttualitá
Gino Quarelo lei è un disagiato e un disgustoso omofobo logorroico
Gino Quarelo
La verità fa male a chi vive di menzogna. Lei è pieno di violenza, si faccia visitare perché potrebbe essere pericoloso per gli altri.