Attacchi a Mel Gibson per il film dei Rothschild.3 aprile 2021
https://www.facebook.com/groups/islamno ... 7890040764 Mel Gibson ha deciso di colpire il cuore del sionismo e l'agenda globale del Nuovo Ordine Mondiale dirigendo un film sulla famiglia Rothschild, una famiglia di banchieri che ha creato il movimento sionista, lo Stato di Israele e controlla il settore bancario e le organizzazioni globali per 200 anni creando denaro di debito, il cosiddetto Fiat Money o Fiat Money.
Questi banchieri ebrei hanno indebitato il mondo intero attraverso organizzazioni come la Banca dei regolamenti internazionali e la Banca mondiale, e attraverso organizzazioni globali come le Nazioni Unite, il CFR, il Gruppo Bilderberg e il Congresso ebraico mondiale, prendono il controllo totale del mondo.
Ogni singola menzione della famiglia Rothschild porta tempeste di accuse di antisemitismo e propagazione di teorie del complotto antisemite, i media di tutto il mondo hanno già dichiarato guerra al regista e vogliono fermare non solo la produzione del film ma punire lo stesso Gibson.
Comunque Gibson sei un Grande !!!
Marco Cadeddu
Antisemitismo a Hollywood, Winona Ryder rivela: “Mel Gibson ebbe uscite antisemite”. E ricorda come fu scartata da altri film “perché troppo ebrea”Roberto Zadik
25 Giugno 2020
https://www.mosaico-cem.it/cultura-e-so ... mel-gibsonLa crescente ondata di antisemitismo USA passa anche attraverso il “dorato” mondo del cinema. Lo dimostra un’intervista choc al Sunday Times, dell’attrice ebrea americana Winona Ryder, 49 anni il prossimo 29 ottobre, dove ha rivelato vari episodi antisemiti che hanno segnato la sua lunga carriera cinematografica. Primo fra tutti, stando alla notizia apparsa mercoledì 23 giugno sul Jerusalem Post, la star ha affermato di essere stata recentemente rifiutata dal copione di una pellicola perché fisicamente “troppo ebrea” per interpretare il ruolo di una nobildonna. Una intervista che ha fatto il giro del mondo e che è apparsa sulle principali testate internazionali e italiane, dal Jerusalem Post a Usa Today al Corriere della sera.
Domenica scorsa la Ryder, ex Johnny Depp e nota per ruoli fortemente espressivi come in Ragazze interrotte o in Edward Mani di forbice, si è lasciata andare, raccontandosi come poche altre volte. Fra gli aneddoti di antisemitismo hollydoodiano, sempre secondo il JP, in questi anni varie persone nello star system le avrebbero chiesto sarcasticamente “Ma sei ebrea? Sei troppo bella!”. Un argomento cupo e poco trattato come l’antisemitismo nel mondo dello spettacolo statunitense al centro della testimonianza dell’attrice di origine ebreo russa, vero cognome Horowitz, attualmente impegnata nella promozione del suo nuovo lavoro Complotto contro l’America dal romanzo di successo del grande Philip Roth, in onda su Sky Atlantic il prossimo mese di luglio.
Lo scontro con Mel Gibson nel 1995 e le conseguenze dei suoi commenti
Sempre secondo il Jerusalem Post la Ryder, in tema di antisemitismo, ha raccontato di un brutto incontro con l’attore australiano Mel Gibson, noto per il suo impegno nel cinema così come per le sue “scenate antisemite” come quando arrestato perché stava guidando ubriaco, nel luglio 2006 gridò “gli ebrei che dominano il mondo” insultando i poliziotti. Il regista di Braveheart, nel lontano 1995, secondo la sua testimonianza, avrebbe incontrato l’attrice ad una festa assieme a un gruppo di amici chiamandola pubblicamente “ebrea fritta al forno”. Ovviamente si tratta di una pesante allusione ai forni crematori dei lager nazisti per Gibson.
Sempre stando al Jerusalem Post e al resoconto apparso sul Corriere della Sera, Gibson la stessa sera avrebbe offeso anche un suo amico omosessuale, Kevyn Aucoin, presente al party “Aspetta, con te potrei prendere l’Aids?”. Una star dalla personalità complessa, Mel Gibson, che stando a un articolo sul Corriere giovedì 25 giugno firmato da Francesco Tortora, è stato al centro di vari guai giudiziari, non solo per l’arresto in stato di ebrezza del 2006, ma anche per maltrattamenti alla sua ex fidanzata Oksana Grigorieva.
Prevedibilmente le dichiarazioni della Ryder hanno avuto ovviamente delle “ricadute” e secondo il sito Usa Today Alan Nierob, rappresentante di Gibson avrebbe sdegnosamente replicato che “l’affermazione sarebbe totalmente falsa”. “Anche dieci anni fa” ha ribadito Nierob “l’attrice ha mentito su questo e ora sta riproponendo la stessa bugia” rivelando che all’epoca Gibson la contattò per un chiarimento riguardo alle sue bugie ma che l’attrice rifiutò qualsiasi confronto.
A questo proposito l’attrice ha replicato, attraverso la sua portavoce Rachel Karten, sempre su Usa Today che “si tratta di un episodio fastidioso che mi ricordo molto bene. Personalmente credo nel perdono e spero che il Signor Gibson si sia riappacificato con i suoi demoni interiori. Ma io non sono uno di essi!”.
Insomma grande tensione fra Gibson e la Ryder e l’interprete che descrive il suo “lato ebraico” rimasto sommerso fino adesso. Le conseguenze professionali non si sono fatte attendere. Sempre sul Corriere di giovedì 25 giugno, che stando al sito The Wrap, i produttori del sequel di “Galline in fuga” avrebbero rifiutato di ingaggiare Gibson per il doppiaggio del personaggio del leggendario pugile Rocky Balboa. Motivo? L’intervista della Ryder e le presunta dichiarazione antisemita di Gibson.
Il lato ebraico di Winona Ryder
Solitamente molto riservata sulle sue origini ebraiche, così come sulla sua famiglia decisamente hippie e creativa, la Ryder ha rivelato sul Jerusalem Post alcuni dettagli inediti sulla sua identità ebraica. Come la sua cugina ebreo russa morta alla sua stessa età nella Shoah che sembra l’abbia molto influenzata per il suo ruolo nel film Ragazze interrotte del 1999 aggiungendo che nei campi sarebbe morta nei lager anche sua nonna paterna. Sempre stando all’attrice il vero nome paterno non sarebbe nemmeno Horowitz ma Tomchin cambiato all’arrivo della famiglia dalla Russia in America. “Anche se non sono religiosa” ha dichiarato l’attrice, sempre nell’interessante articolo sul Jerusalem Post, “mi identifico con la mia identità ebraica” sottolineando le sue difficoltà nel parlare di Shoah “perché diversi membri della mia famiglia sono morti nei campi, ma sono sempre stata interessata riguardo a quanto accadeva in quell’epoca”. In tema di antisemitismo, su Usa Today, l’attrice ha ricordato altri episodi come una discussione con l’acclamato regista Francis Ford Coppola.
Era il 1992 e la Ryder aveva solo 20 anni, ma si stava rivelando già per le sue doti attoriali, nel cast del kolossal horror “Dracula” diretto dal leggendario regista di origini italiane. La giovane attrice doveva misurarsi con una serie di super attori, da Gary Oldman a Keanu Reeves a Anthony Hopkins. Secondo il suo resoconto il regista de “Il padrino” l’avrebbe maltrattata durante la lavorazione della pellicola, spingendo perfino gli altri attori ad allearsi al suo comportamento ma senza risultati. Infatti sia Reeves che gli altri si sarebbero rifiutati di offenderla. In merito alla vicenda, la Ryder ha chiarito “ora fra me e Francis, si è tutto risolto”.
Mel Gibson, è morto a 101 anni il padre antisemita5 giugno 2020
https://www.repubblica.it/spettacoli/pe ... 258491294/È morto all'età di 101 anni Hutton Gibson, il padre dell'attore e regista Mel Gibson. Il decesso, avvenuto l'11 maggio a Los Robles Hospital and Medical Center a Thousand Oaks, non è stato pubblicizzato dai familiari, tanto che la stampa americana ha appreso della morte consultando un database della California. Nessuno della famiglia, compreso il figlio Mel (che proprio in queste settimane ha ufficializzato il sequel del film La passione di Cristo che si intolerà La resurrezione), ha voluto confermare o commentare la scomparsa dell'uomo, noto per essere un tradizionalista cattolico, molto critico nei confronti della chiesa moderna, e finito più volte al centro di aspre polemiche per le sue opinioni antisemite.
Hutton Gibson era finito spesso sui giornali sostenendo tesi e opinioni piuttosto imbarazzanti ed estreme. Era arrivato a negare la legittimità di Giovanni Paolo II come Papa, una volta definendolo un "baciatore del Corano", e aveva sostenuto che il Concilio Vaticano II era stato "un complotto massonico appoggiato dagli ebrei". Aveva definito l'arcivescovo tradizionalista Marcel Lefebvre un "compromesso". Opinioni dogmatiche che gli avevano fatto guadagnare il soprannome di "Papa Gibson".
Dopo essere stato espulso da un gruppo conservatore in Australia, dove si era trasferito con la sua famiglia dallo Stato di New York nel 1968, Gibson aveva fondato l'Alleanza per la tradizione cattolica. E a partire dal 1977 aveva diffuso le sue opinioni ultra-ortodosse in una newsletter, "La guerra è ora", e in alcuni libri che si era autopubblicato raggiungendo sempre un pubblico molto di nicchia. Ma quando il figlio Mel, sesto di 11 figli, è diventato una star del cinema di Hollywood, la notorietà del padre è aumentata, spesso a detrimento dell'immagine pubblica del figlio.
Mel Gibson gira il sequel de 'La passione di Cristo'
Nel 2004 scatenò molte polemiche con la rilettura molto cruda degli ultimi giorni di vita di Gesù. Adesso Mel Gibson ha deciso di girare il sequel del controverso 'La passione di Cristo' insieme allo sceneggiatore Randall Wallace (nomination all'Oscar per 'Braveheart'): il nuovo film sarà dedicato alla Risurrezione perché, come sostiene Wallace, "c'è ancora molto da raccontare". Lo stesso sceneggiatore ha aggiunto di aver desiderato da sempre trattare questo argomento, di cui è un grande studioso. Lo stesso Wallace, che di recente ha diretto e cosceneggiato il dramma religioso 'Il Paradiso per davvero', ha assicurato che la comunità cristiana reclama da tempo un sequel del film del 2004. "La comunità evangelica considera 'La Passione' il film più importante mai uscito da Hollywood e continuano a dirci che pensano che un sequel sarebbe un'opera ancora più grande". Nessuna notizia, al momento, sul cast: nel film del 2004 il ruolo di protagonista era affidato a Jim Caviezel. 'La passione di Cristo' era costato 30 milioni di dollari ed era stato girato interamente in Italia, tra Matera e Cinecittà. Tra gli attori utilizzati da Gibson c'erano tra gli altri Monica Bellucci, che interpretava Maria Maddalena, Rosalinda Celentano (Satana), Sergio Rubini (Disma), Mattia Sbragia (Caifa), Claudia Gerini (Claudia Procula, moglie di Pilato) e Sabrina Impacciatore (Veronica)
Nel 2003, mentre Mel Gibson dirigeva La passione di Cristo, il suo film sulla crocifissione, Hutton Gibson rilasciò un'intervista al New York Times intrisa di commenti sulle teorie del complotto, dicendo che gli aerei che si erano schiantati contro il World Trade Center l'11 settembre 2001 erano stati controllati a distanza (ma senza dire da chi) e anche che numero di ebrei uccisi nell'Olocausto era stato fortemente gonfiato. Poi, in un'intervista radiofonica una settimana prima dell'uscita di The passion del febbraio 2004, Hutton Gibson andò oltre, dicendo che l'Olocausto era un'invenzione: "È tutto, forse non proprio tutto, una finzione. Ma per la maggior parte lo è". Scartenando una polemica già strisciante sul fatto che il film fosse antisemita.
Gibson inchiodato dal verbale su internet finiscono in rete le sparate antisemite Un sito californiano ha pubblicato il testo scritto dall'agente
che aveva fermato l'attore alla guida in stato di ubriachezza
La frase: "Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre del pianeta"
Il regista di "The Passion" si scusa: "Lotto da anni contro l'alcolismo"
30 luglio 2006
https://www.repubblica.it/2006/07/sezio ... sulta.htmlL'attore di origine australiana Mel Gibson
LOS ANGELES - Quattro pagine di verbale della polizia finite su internet inchiodano Mel Gibson. Fermato dagli agenti in stato di ebrezza si è messo a urlare frasi antisemite di inaudita gravità: prima ha chiesto a uno dei poliziotti "Sei ebreo?", poi ha iniziato a imprecare "Fottuto ebreo", fino a urlare "Gli ebrei sono responsabili di tutte le guerre su questo pianeta". L'attore e regista del film "La passione di Cristo", che aveva sollevato un coro di polemiche proprio perché la lettura del Vangelo data da Gibson era sembrata a molti antisemita, oggi si è scusato dicendo: "Ero ubriaco". Ma il dubbio che l'alcool abbia solo fatto venire a galla le convinzioni della star americana è forte.
Il fattaccio è avvenuto nelle prime ore del mattino di venerdì scorso, quando Gibson, che non ha mai nascosto le sue convinzioni di integralista cattolico, è stato fermato dalla polizia di Los Angeles vicino a Malibu, alla guida della sua auto, per eccesso di velocità ed è stato poi arrestato in seguito alla reazione violenta avuta con gli agenti. La notizia dell'arresto era trapelata subito, ma solo oggi sono emersi i particolari più inquietanti, dopo che sul web è stata pubblicata una fotocopia del verbale redatto dagli agenti (del quale pubblichiamo la versione completa e un estratto con le frasi antisemite sottolineate).
L'agente che ha redatto il verbale riferisce per filo e per segno le sparate dell'attore, che ha minacciato gli agenti di fargliela pagare perché "possiede tutta Malibu" e si è lasciato andare a improperi continui contro chiunque. Dopo la pubblicazione sul documento fatta dal sito Tmz.com, oggi è arrivata anche la conferma ufficiale della polizia: le quattro pagine andate sul web corrispondo al verbale ufficiale. Dalla vicenda non esce bene neanche la polizia di Los Angeles, che è stata accusata di voler insabbiare il caso.
Ieri Mel Gibson si è scusato pubblicamente. "E' tutta la vita che cerco di sconfiggere l'alcolismo e ho avuto una terribile ricaduta", ha detto l'attore, aggiungendo di essere consapevole di aver fatto "spregevoli" affermazioni al momento dell'arresto. "Ero completamente fuori controllo", ha dichiarato Gibson, e "ho coperto di vergogna me stesso e la mia famiglia".
Alcune ore dopo l'arresto, l'attore e regista era stato rilasciato su cauzione di 5mila dollari, ma dovrà ora comparire in giudizio. Ed è indubbio che le sue intemperanze verbali non passeranno inosservate.
Lo star system aveva già perdonato all'attore le sparate antisemite fatte da suo padre, Hutton Gibson. Nell'aprile 2004, Gibson senior in un'intervista radiofonica aveva negato l'Olocausto e si era detto convinto dell'esistenza di una cospirazione mondiale ebrea. L'attore e regista aveva chiesto ai giornalisti di lasciare in pace suo padre, 85enne, e aveva detto di non mettere in dubbio la realtà storica dell'Olocausto, che aveva definito "un'atrocità di proporzioni immani".