"Pompeo pronto a svelare le prove dell'origine del Covid nel laboratorio di Wuhan"Gerry Freda
15 gennaio 2021
https://www.ilgiornale.it/news/mondo/us ... 1610612973 Le imminenti prove dell’amministrazione Usa sulle origini del Covid farebbero riferimento agli studi segreti dell’Istituto di virologia di Wuhan
L’amministrazione Trump sarebbe pronta a pubblicare rivelazioni “esplosive” riguardo alle origini del Covid, con le prove del fatto che il coronavirus sarebbe stato realizzato artificialmente.
Tale dossier incendiario sarebbe l’ultimo dirompente atto dell’esecutivo federale uscente, diretto a inasprire ancora di più i rapporti con Pechino. A esporre le presunte evidenze raccolte finora da Washington riguardo alla creazione del morbo in un laboratorio di Wuhan sarà a breve, a detta di fonti citate dalla stampa britannica, il segretario di Stato Mike Pompeo.
Nei mesi precedenti, l’amministrazione Usa aveva più volte puntato il dito contro un determinato laboratorio ubicato a Wuhan e specializzato proprio in studi di virologia, accusando tale ente di ricerca di essere implicato nello sviluppo artificiale del Covid. Adesso, negli ultimi giorni di governo Trump, sembra stia per arrivare il momento in cui gli Stati Uniti esibiranno al mondo le prove di tale ipotesi ventilata in precedenza.
Le fonti citate sono state contattate dal giornale londinese Daily Mail e sono state presentate dallo stesso come “funzionari di lungo corso” dell’esecutivo federale. Secondo questi funzionari di spicco, Pompeo sarebbe pronto a fare un “intervento esplosivo”, a presentare appunto le prove documentali del fatto che il coronavirus sarebbe uscito da un laboratorio di Wuhan. Il segretario di Stato, nel dettaglio, starebbe per svelare documenti attestanti che il SARS-CoV-2 non sarebbe stato trasmesso all’uomo per vie naturali, ossia da pipistrelli, pangolini o altre specie di animali, ma sarebbe stato progettato in laboratorio, da scienziati dell’Istituto di virologia di Wuhan, un ente di ricerca molto chiacchierato. Per la precisione, l’istituto citato era finito in passato nel mirino sia di scienziati occidentali sia cinesi, secondo cui il personale della struttura non rispettava alla lettera le precauzioni in materia di bio-sicurezza. Relativamente alle accuse su quest’ultimo punto, funzionari statunitensi, ricorda il giornale, avevano visitato il laboratorio di Wuhan incriminato nel 2018 e denunciato lì “una grave carenza di tecnici e ricercatori formati in modo adeguato”, mentre, nel 2019, leader comunisti cinesi avevano segnalato una gestione lassista del medesimo istituto riguardo alla bio-sicurezza. Lo stesso Pompeo dovrebbe anche evidenziare gli stretti legami tra l’Istituto locale di virologia e l’esercito nazionale del Dragone, addestrato anche alla guerra chimica e batteriologica contro i nemici della Cina.
Sempre secondo i funzionari americani interpellati dalla testata britannica, il capo uscente della diplomazia Usa, nel suo imminente intervento pubblico, accuserà una specifica unità di ricerca del laboratorio di Wuhan quale principale artefice del morbo pandemico, l’unità “P4”. Quest’ultima dovrebbe venire accusata dal Segretario di Stato di avere sempre svolto una duplice funzione, “civile e militare”, coperta costantemente dalla massima segretezza. Dopo avere esposto le prove alla base della tesi dell’origine artificiale del Covid, Pompeo sarebbe ponto a indirizzare verso l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) le proprie accuse. Il membro dell’amministrazione Trump, affermano le fonti del Daily Mail, biasimerebbe l’organizzazione internazionale di avere contribuito a un vero e proprio insabbiamento delle indagini sulle reali origini del coronavirus, rifiutandosi reiteratamente di prendere in considerazione il possibile ruolo del laboratorio cinese nell’avvio della pandemia.
Il fatto che un giornale britannico abbia pubblicato le indiscrezioni citate in merito alle responsabilità degli scienziati del Dragone nello sviluppo del Covid ha subito indotto l’esecutivo di Londra a prendere ufficialmente posizione nel dibattito relativo alle origini del morbo pandemico. Il Ministero degli Esteri britannico e le fonti della sicurezza di Sua Maestà hanno infatti confermato che si aspettavano le nuove accuse di Washington alla Cina relativamente alle attività segrete dell’Istituto di Wuhan. Tuttavia, le medesime autorità di Londra hanno contestualmente fatto sapere di non condividere affatto le evidenze che Pompeo starebbe per svelare, ribadendo che “tutte le prove scientifiche credibili non indicano che il virus sia uscito da un laboratorio”.
Disinformazione da parte dei media per attaccare Trump. Un altro esempio, dopo la riabilitazione della teoria della fuga dal laboratorio del virus, è l'uso della idrossiclorochina nelle fasi iniziali della malattia per contrastarla.
L'Osservatore Repubblicano
3 giugno 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 3098522026Donald Trump l'aveva promossa e i media, solo perchè l'aveva fatto lui ed eravamo in campagna elettorale hanno stroncato l'uso di questo medicinale.
Sindrome di squilibrio di Trump: L'idrossiclorochina è stata ingiustamente screditata?
Poiché Trump ha parlato della promessa del farmaco l'anno scorso, è stato trasformato in un piranha politico
I media mainstream hanno appena iniziato ad ammettere che il COVID-19 potrebbe essere trapelato dall'Istituto di virologia di Wuhan. I giornalisti hanno confessato di aver scartato la teoria all'inizio perché l'ex presidente Donald J. Trump la sosteneva.
Lo stesso si può dire per l'idrossiclorochina (HCQ), dopo che il signor Trump ha espresso la sua raccomandazione l'anno scorso, è stata trasformata in un piranha politico che è stato rapidamente respinta e screditata - tutto senza un'adeguata indagine scientifica sulla sua efficacia.
Nell'aprile 2020, un piccolo studio francese ha mostrato che l'HCQ combinato con l'azitromicina, un antibiotico, era sicuro ed efficace nell'abbassare il tasso virale del COVID-19 nei pazienti che avevano contratto la malattia per la prima volta. Il signor Trump ha immediatamente citato lo studio - come se fosse una buona notizia - il mondo era all'apice della pandemia e l'HCQ era stato approvato e usato dai medici da 85 anni per trattare sia la malaria che alcune malattie autoimmuni.
Il farmaco era generico, economico e ampiamente disponibile. Offriva speranza mentre la nazione aspettava che Big Pharma sviluppasse un vaccino universale.
Nel frattempo, i medici in prima linea in tutto il mondo hanno iniziato a utilizzare l'HCQ. I dottori Jeff Colyer e Daniel Hinthorn hanno scritto sul Wall Street Journal nel marzo del 2020: "Siamo medici che trattano i pazienti con il Covid-19, e la terapia sembra fare la differenza. Non è un proiettile d'argento, ma se distribuito rapidamente e strategicamente il farmaco potrebbe potenzialmente aiutare a piegare la curva a 'bastone da hockey' della pandemia".
Eppure, poiché il signor Trump stava pubblicamente facendo il tifo per il farmaco, i membri della stampa - e alcuni all'interno della comunità scientifica - hanno istintivamente iniziato a fare il tifo contro di esso. Molteplici media hanno portato "esperti" che sostenevano che l'HCQ non dovrebbe essere prescritto al di fuori delle sue indicazioni approvate e/o che era dannoso a causa dei suoi ben noti effetti collaterali. L'HCQ fu diffamato perché non c'erano studi di controllo randomizzati (RCT) che lo sostenevano - studi che avrebbero richiesto mesi per essere completati mentre milioni di persone venivano infettate dal COVID-19.
Il Dr. Harvey Risch, professore di epidemiologia alla Yale School of Public health ha scritto su Newsweek lo scorso luglio che l'HCQ è diventato "come un marcatore di identità politica, su entrambi i lati dello spettro politico".
Nel frattempo, studi scientifici che sminuivano l'HCQ hanno iniziato ad emergere, il che ha contribuito ad alimentare la narrazione pessimistica dei media. In aprile, la Veteran's Administration ha pubblicato uno studio che mostra che i pazienti che hanno ricevuto l'HCQ e l'HCQ e l'azitromicina sono morti ad un tasso più alto di quelli che hanno ricevuto le cure standard. Ciò che la stampa ha omesso da questi risultati è stato il fatto che coloro che hanno ricevuto l'HCQ erano molto più malati, e quindi non i migliori destinatari in cui giudicare il tasso di successo dei farmaci (HCQ funziona meglio in coloro che sono nelle prime fasi della malattia).
A maggio, due riviste scientifiche rispettate, il Lancet e il New England Journal of Medicine, hanno riportato studi che mostrano che l'HCQ ha aumentato il tasso di mortalità dei pazienti COVID-19 e ha causato problemi cardiaci. Era la panacea di cui i media e i democratici avevano bisogno per chiudere finalmente la porta all'HCQ - tranne che entrambi gli studi furono ritrattati nei due mesi successivi per un lavoro scadente.
Tuttavia, il danno era fatto. I titoli negativi erano stati scritti. La disinformazione assorbita.
Più tardi, a luglio, l'Henry Ford Health Center di Detroit pubblicò uno studio che trovava che l'HCQ abbassava il tasso di mortalità nei pazienti ricoverati con COVID-19 di oltre il 50%. Tuttavia, il Dr. Anthony Fauci si è affrettato a cestinare i suoi meriti perché non era un RCT, e i media lo hanno felicemente assecondato, facendolo a pezzi.
L'Henry Ford Health Center rimase fedele al suo studio, tuttavia, e cercò di espanderlo a un gruppo più ampio di pazienti, per migliorarne il valore scientifico. Tuttavia, ha tranquillamente abbandonato la ricerca lo scorso dicembre - semplicemente non poteva reclutare i pazienti necessari a causa del ruolo politico dell'HCQ.
Alla fine sono emersi degli RCT che hanno minimizzato l'efficacia dell'HCQ, ma non hanno esaminato i benefici dell'associazione dell'HCQ con l'azitromicina nelle prime fasi della malattia. Eppure, il dibattito era finito, il consenso si era formato, e l'America doveva smettere di parlare dell'HCQ - non c'era bisogno di ulteriori RCT.
Eppure, proprio questo gennaio, uno studio dell'Hackensack Meridian Health del New Jersey, ha mostrato che le persone con sintomi lievi di COVID-19, che hanno preso l'HCQ avevano una probabilità significativamente minore di finire in ospedale con la malattia. I medici che hanno condotto lo studio dicono che i loro risultati suggeriscono che l'HCQ dovrebbe essere testato ulteriormente nel contesto di un più ampio studio clinico.
Buona fortuna.
Un medico del North Jersey, Stephen Smith, capo di un centro di malattie infettive a East Orange, ha dichiarato che ha avuto buoni risultati trattando pazienti ospedalizzati COVID-19 con HCQ e azitromicina, ma "ha avuto difficoltà a trovare qualcuno per analizzare le informazioni a causa di ciò che crede è uno stigma contro il farmaco derivante dal dibattito politico sul suo uso".
La disinformazione dei media sulla Teoria della fuga dal laboratorio di Wuhan del COVID-193 giugno 2021
https://osservatorerepubblicano.com/202 ... -covid-19/Sulla Teoria della fuga dal laboratorio di Wuhan i media mainstream al posto di contrastare la disinformazione l’hanno diffusa.
Nell’ultimo anno i media mainstream e i social network ci hanno fatto credere, oltre a censurare, che il solo ipotizzare che il virus del Covid-19 fosse fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan in Cina e che quindi fosse il risultato di una manipolazione da laboratorio, fosse solamente “disinformazione” e che la verità assoluta, tra l’altro senza prove, fosse che il Coronavirus avesse una origine naturale.
Ma non si sono fermati qui, anzi, la narrativa portata avanti era quella che chi esternava l’origine artificiale del Covid-19 fosse un “cospirazionista“, “ignorante“, “di estrema Destra“. Il motivo è facilmente intuibile: eravamo in campagna elettorale per le presidenziali americane e la teoria della fuga dal laboratorio era stata ipotizzata da politici Repubblicani e dallo stesso Presidente Donald Trump. I media e i social network avevano dunque un unico obiettivo: colpire l’Amministrazione Trump ed infangarla… e alla fine, quelli che si erano elevati a “guardiani contro la disinformazione” – per meri opportunismi politici – hanno diffuso essi stessi disinformazione.
Per saperne di più su questa vicenda, non perdere questi due articoli!
Leggi anche: “Le informazioni sul personale malato al laboratorio di Wuhan alimentano il dibattito sull’origine del Covid-19”
Leggi anche: “I Fact Checker indipendenti o arbitri della Verità dei Social Network sono fuori controllo. È tempo che cambi qualcosa”
Di seguito la tradizione di un articolo scritto da Bret Stephens, opinionista del New York Times, pubblicato il 31 maggio in cui analizza la triste vicenda dei media che non hanno fatto il loro dovere.
Premettendo che si tratta di un opinionista che scrive per un giornale di Sinistra e che quindi non ha particolare stima di Donald Trump, del senatore Tom Cotton, dei “bigotti” conservatori – cose che ovviamente non sono dell’opinione di questo Blog – invitiamo il lettore a prestare molta attenzione ai passaggi logici e al corredo delle fonti sulla teoria della fuga dal laboratorio del virus e alla generale riflessione sul comportamento dei mass media, della comunità scientifica e dei social network.
Il pensiero unico dei media e la teoria della fuga dal laboratorio
Se si scoprisse che la pandemia di Covid è stata causata da una fuoriuscita del virus da un laboratorio di Wuhan, in Cina, ciò si classificherebbe tra i più grandi scandali scientifici della Storia: una ricerca pericolosa, forse con tecniche eticamente dubbie che rendono i virus più pericolosi, condotta in una struttura scarsamente protetta, insabbiata da un regime più interessato alla propaganda che alla vita umana, catastrofica per il mondo intero.
Ma questo possibile scandalo, non ancora provato, oscura uno scandalo reale, che resta ancora da digerire.
Mi riferisco al lungo rifiuto da parte di troppi “guardiani” dei media (sia social che mainstream) di prendere sul serio la teoria della fuga dal laboratorio. Le ragioni di questo – la faziosità estrema e la l’affidarsi ingenuamente solo ai rapporti ufficiali – e i metodi con cui è stata imposta – censura e vilipendio – ricordano che a volte i nemici più pericolosi e distruttivi della scienza possono essere coloro che pretendono di parlare a suo nome.
Riavvolgiamo il nastro al febbraio dell’anno scorso, quando persone come il senatore Tom Cotton hanno iniziato a sottolineare un insieme di fatti inquietanti: la strana coincidenza di una pandemia originata nella stessa città in cui un laboratorio cinese stava conducendo esperimenti di alto livello di biocontenimento sui virus di pipistrello; il rapporto preoccupante che alcuni dei primissimi pazienti con il Covid non avevano avuto contatti con i mercati alimentari da cui si supponeva che la pandemia avesse avuto origine; il fatto che il governo cinese avesse mentito e fatto ostruzionismo durante la crisi. Pensate quello che volete del repubblicano dell’Arkansas, ma queste erano osservazioni ragionevoli che giustificavano un’indagine indipendente.
La reazione comune nei circoli liberal delle élite? Un giornalista del Washington Post l’ha definita una “teoria alternativa” che “è stata ripetutamente contestata dagli esperti“. L’Atlantic Council ha accusato Cotton di aver favorito una “infodemia” “spingendo l’affermazione, ormai smentita, che il nuovo Coronavirus potrebbe essere stato creato in un laboratorio di Wuhan”. Uno scrittore di Vox ha detto che si trattava di una “pericolosa teoria del complotto” avanzata da conservatori “noti per sputare regolarmente sciocchezze (e colpire la Cina)”.
Ci sono molti altri esempi del genere. Ma la struttura generale della narrazione dei media era chiara. Da una parte c’erano gli esperti in posti come l’Organizzazione Mondiale della Sanità: competenti, incorruttibili, autorevoli, nobili. Dall’altra c’era un gruppo di zoticoni di Destra che spingevano una risibile fantasia con sfumature xenofobe per distogliere l’attenzione dalla cattiva gestione della crisi da parte dell’amministrazione Trump.
Eppure, era una narrazione con dei buchi più grandi della bocca di Donald Trump.
Era oltraggioso pensare che il virus potesse essere sfuggito all’Istituto di virologia di Wuhan? Non se avete ascoltato la paziente, lucida e scientificamente ricca spiegazione del biologo evoluzionista Bret Weinstein sull’ipotesi della fuga dal laboratorio – che ha consegnato quasi un anno fa al podcast di Joe Rogan, decisamente non mainstream.
È stato saggio da parte dei giornalisti scientifici accettare la validità di una lettera del febbraio 2020, firmata da 27 scienziati e pubblicata su The Lancet, che insisteva freneticamente sulla “origine naturale” del Covid? Non se quei giornalisti avessero indagato sui legami tra l’autore principale della lettera ed il laboratorio di Wuhan (un fatto, come sottolinea lo scrittore scientifico Nicholas Wade in un saggio pubblicato su The Bulletin of the Atomic Scientists, che è stato di dominio pubblico per mesi).
Era saggio supporre che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è servita come portavoce della propaganda del regime cinese, dovesse essere presa come un’autorità in materia per stabilire cosa fosse “disinformazione” sul Covid da parte di Facebook, che a febbraio ha bandito la teoria della fuga di laboratorio dalla sua piattaforma? Non se l’obiettivo di aziende come Facebook è quello di avvicinare il mondo, al posto di riciclare la disinformazione del governo cinese mentre copia i suoi metodi illiberali.
A suo discapito, Facebook ha fatto marcia indietro la scorsa settimana. Le organizzazioni mediatiche stanno tranquillamente correggendo (o modificando furtivamente) gli articoli sprezzanti dell’anno scorso, a volte usando la foglia di fico di “nuove informazioni” sui lavoratori del laboratorio di Wuhan che sono stati infettati già nell’autunno del 2019 con una malattia simile al Covid. E la comunità sanitaria pubblica sta dando un nuovo sguardo alla sua versione sulla origine del Covid.
Ma anche in questo momento si ha un senso chiaro di questo gregge di menti indipendenti che si stano mettendo duramente al lavoro. Se la teoria della fuga dal laboratorio sta finalmente ottenendo l’attenzione che ha sempre meritato, è soprattutto perché Joe Biden ha autorizzato un’inchiesta e Anthony Fauci ha ammesso di avere dubbi sulla origine naturale del virus. In altre parole, il probo presidente e il probo esperto della salute pubblica hanno benedetto una certa linea di indagine.
Eppure la teoria della fuga dal laboratorio, che si riveli giusta o meno, è sempre stata credibile. Anche se era Tom Cotton a crederci. Anche se il “consenso” unanime della comunità scientifica la contestava. Anche se i bigotti – che raramente hanno bisogno di un pretesto – ne hanno tratto conclusioni bigotte.
Il buon giornalismo, come la buona scienza, dovrebbe seguire le prove, non le narrazioni. Dovrebbe prestare attenzione tanto ai fanatici intelligenti quanto alle autorità eminenti. E non dovrebbe mai trattare un onesto disaccordo come un’eresia morale.
Chiunque si chieda perché così tante persone sono diventate così ostili alle dichiarazioni dei funzionari della sanità pubblica e dei giornalisti scientifici dovrebbe trarre la conclusione appropriata da questa storia. Quando si vuole dare una lezione al pubblico sui pericoli della disinformazione, è meglio non spacciarla.
I Fauci Files: ecco perché la tesi dell'origine artificiale del virus doveva essere screditata Atlantico Quotidiano
4 giugno 2021
https://www.atlanticoquotidiano.it/rubr ... creditata/ L’avvertimento ai vertici del Dipartimento di Stato: non continuate con l’indagine sull’origine del virus, perché aprirebbe un “vaso di Pandora”.
La possibilità che il virus fosse il risultato di esperimenti di “gain-of-function” nei laboratori di Wuhan finanziati anche con fondi governativi Usa mise in allarme Fauci e il suo staff, come si evince dalle email pubblicate nelle scorse ore. I vertici del Dipartimento di Stato furono “avvertiti di non perseguire un’indagine sulle origini del Covid-19”, perché avrebbe portato un’attenzione “indesiderata” sui finanziamenti Usa alla ricerca del Wuhan Institute of Virology, rischiando di aprire un “vaso di Pandora”…
Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive Usa (NIAID) e consigliere della Casa Bianca sul Covid, fu avvertito già nel febbraio 2020 della possibilità che il coronavirus responsabile della pandemia fosse stato creato in laboratorio, che si trattasse di un virus “ingegnerizzato”. Un’ipotesi che, nonostante fosse presa seriamente in considerazione nei messaggi via email con i suoi autorevoli interlocutori, Fauci ha pubblicamente scartato e ridicolizzato per mesi, tranne poi ammettere pochi giorni fa di ritenerla plausibile.
È quanto emerge – oltre alla sua sottovalutazione del virus e alle contrastanti versioni sull’utilità delle mascherine – dalle email scambiate da Fauci tra il gennaio e il giugno 2020 e ottenute legalmente, tramite Foia (Freedom of Information Act), dal sito Buzzfeed e dal Washington Post (che nel frattempo è corso a ritoccare i suoi titoli fino a 15 mesi fa, in una doppia operazione di insabbiamento).
Nelle email Fauci sembra prendere abbastanza seriamente l’ipotesi, avanzata da alcuni suoi colleghi, della creazione del virus in laboratorio e di una sua accidentale uscita, ma allo stesso tempo, in pubblico, la escludeva categoricamente, e ripetutamente, ridicolizzandola (“circular argument”), anche dopo che il presidente Trump e il segretario di Stato Pompeo avevano cominciato ad esercitare pressioni sul regime di Pechino sull’origine del virus e la sua mancanza di trasparenza.
Lo stesso Fauci oggi, con nonchalance, si dice “non convinto” dell’origine naturale del virus e, riguardo l’incidente di laboratorio, ammette che “that possibility certainly exists”. Ma in quelle settimane iniziali, quando almeno nei suoi messaggi privati prendeva in seria considerazione l’origine artificiale del virus, Fauci ha aggiornato la Casa Bianca su queste ipotesi?
Dalle email emerge, o meglio trova conferme, anche una possibile spiegazione della condotta di Fauci: sapeva che il principale sospettato per il presunto leak del virus era il Wuhan Institute of Virology, al quale erano arrivati nei 5 anni precedenti circa 600 mila dollari dal NIAID, da lui diretto, tramite la ong EcoHealth Alliance. Fondi che in audizione al Senato lo scienziato ha ammesso di non poter garantire che non siano stati usati dall’istituto cinese per esperimenti di “gain-of-functions”.
Ma procediamo con ordine.
Il 31 gennaio 2020, Fauci manda una email ai ricercatori Kristian Andersen, immunologo che dirige un laboratorio in genomica virale presso lo Scripps Research Institute, con sede a La Jolla, California, e Jeremy Farrar, direttore della fondazione di ricerca in campo sanitario Wellcome Trust. In questa email segnala loro un articolo uscito su Science intitolato “Mining coronavirus genomes for clues to the outbreak’s origins”, accompagnandolo con poche parole: “Questo è uscito oggi. Potreste averlo visto. Se no, è interessante per la discussione in corso”.
Ancora più eloquente è la risposta che Fauci riceve un paio d’ore dopo da Andersen: “Il problema è che le nostre analisi filogenetiche non sono in grado di valutare se le sequenze siano insolite rispetto alle singole sostanze, a meno che non siano completamente sballate”. Ma osserva: “Le caratteristiche insolite del virus costituiscono una parte davvero piccola del genoma (<0,1%), quindi bisogna guardare molto da vicino tutte le sequenze per vedere che alcune delle caratteristiche (potenzialmente) sembrano ingegnerizzate“. “Abbiamo una buona squadra dedicata a valutare molto seriamente” questa ipotesi, aggiunge Andersen, e “dopo le discussioni di oggi, Eddie, Bob, Mike, ed io tutti troviamo il genoma in contrasto con le aspettative della teoria evoluzionistica”, anche se “ulteriori analisi devono essere fatte”.
Due giorni dopo, l’altro scienziato incluso nello scambio precedente, Farrar, segnala a Fauci un articolo di ZeroHedge intitolato “Coronavirus Contains ‘HIV Insertions’, Stoking Fears Over Artificially Created Bioweapon” (per il quale ZeroHedge si vide sospeso l’account Twitter). Si tratta dello studio indiano, poi frettolosamente ritirato, in cui si sosteneva la presenza nel coronavirus di “innesti di HIV”, per renderlo più infettivo – conclusione a cui sarebbe giunto anche il biologo Premio Nobel Luc Montagnier. Nelle settimane successive sarebbe divenuta l’ipotesi bollata come la più strampalata. Fauci che fa, ignora l’email? La cestina? No, inoltra tutto lo scambio a Francis Collins, direttore del National Institutes of Health (NIH), chiedendogli: “Do you have a minute for a quick call?”
Il 16 aprile 2020 Collins manda a Fauci una email (oggetto: “conspiracy gains momentum”), con il link ad un servizio di Fox News sull’ipotesi della fuga da laboratorio: secondo diverse fonti “c’è una crescente fiducia che il virus – Covid-19 – sia uscito da un laboratorio di Wuhan”. Ma il testo sia dell’email di Collins sia della risposta di Fauci è oscurato.
Erik A. Nilsen, dottorato in fisica applicata, in una email di marzo avverte Fauci che “i dati pubblicati dalla Cina non sono solo spazzatura, hanno ingannato il mondo inducendo un falso senso di sicurezza”, e che il Covid-19 potrebbe diventare uno “tsunami negli Stati Uniti”. E aggiunge: “Credo che abbiamo perso il controllo molto tempo fa”, spiegando di aver appreso che 5 milioni di persone hanno lasciato Wuhan il 22 gennaio, prima che la Cina chiudesse la città, e si sono “disperse” in oltre 13 mila luoghi diversi. Cosa fa Fauci? Inoltra l’email ad un suo collaboratore: “Too long for me to read”.
Ma l’email forse più imbarazzante per Fauci è quella in cui riceve il messaggio di “ringraziamento personale”, per aver sostenuto l’origine naturale del virus e smentito l’ipotesi della fuga da laboratorio, da Peter Daszak, presidente di EcoHealth Alliance, ente nonprofit che ha usato 3,4 milioni di dollari di fondi governativi Usa per finanziare diversi enti di ricerca cinesi, tra cui l’istituto di Wuhan da cui si sospetta che possa essere fuoriuscito il virus.
“Volevo solo ringraziarti personalmente a nome del nostro staff e dei nostri collaboratori, per esserti pubblicamente opposto e aver affermato che le prove scientifiche supportano un’origine naturale del Covid-19 da uno spillover tra pipistrelli e umani, non una fuga da laboratorio dall’Istituto di Virologia di Wuhan”.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, con i fondi del NIH la EcoHealth Alliance ha finanziato la ricerca sui coronavirus dei pipistrelli cinesi, e in particolare il Wuhan Institute of Virology per un totale di 598 mila dollari (133 mila l’anno dal 2014 al 2018 e 66 mila nel 2019). Un finanziamento di 3,7 milioni di dollari era stato rinnovato nel 2019, ma cancellato nell’aprile 2020 dall’amministrazione Trump.
Fauci (NIAID) e Collins (NIH) hanno più volte negato che i fondi siano stati utilizzati per la ricerca denominata “gain-of-function”, ma entrambi hanno ammesso che non c’è modo di sapere se l’istituto cinese non li abbia effettivamente utilizzati almeno in parte a quello scopo. Anche perché, osserviamo, i fondi sono arrivati per via indiretta al WIV.
Come ha ricordato ieri Enzo Reale su Atlantico Quotidiano – nella ricostruzione più completa ad oggi disponibile sull’ipotesi dell’origine artificiale del virus – nel dicembre 2019, poco prima dello scoppio dell’epidemia a Wuhan, lo stesso Daszak spiegava con un certo compiacimento nel corso di un’intervista come i ricercatori del WIV avevano riprogrammato la proteina spike e generato coronavirus chimerici in grado di infettare topi “umanizzati”. Lo stesso Fauci, in un articolo del 2012 per l’American Society for Microbiology, spiegava che i rischi connessi ai procedimenti di gain-of-function erano “ampiamente compensati dai benefici della manipolazione dei virus”.
Si capisce quindi perché Fauci potesse essere preoccupato che prendesse piedi la tesi di una origine del virus dal Wuhan Institute of Virology e perché, come vedremo, temeva potesse emergere un collegamento tra il suo istituto e gli esperimenti di “gain-of-function” condotti nei laboratori cinesi da cui si sospetta sia uscito il virus.
A far scattare l’allarme è l’email in cui Andersen parla di caratteristiche del virus che “sembrano ingegnerizzate“. La mattina del giorno dopo, l’1 febbraio, Fauci scrive una email (oggetto: IMPORTANT, in capital letters) al suo vice, l’immunologo Hugh Auchincloss, preallertandolo: “È essenziale che parliamo questa mattina, tieni il telefono acceso… Leggiti il paper e l’email che ti inoltrerò. Hai compiti oggi che devono essere svolti”.
Il paper accademico allegato, intitolato “A Sars-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence”, è co-firmato da Shi Zhengli, ormai nota alle cronache come bat-woman, la principale responsabile della ricerca sui coronavirus al Wuhan Institute of Virology, e da Ralph Baric della North Carolina University. Ed è del 2015 – lo stesso periodo dei finanziamenti del NIAID, via EcoHealth Alliance, ma anche della moratoria Usa sugli esperimenti di gain-of-function, in attesa di elaborare linee guida. Nel paper si presentavano i risultati dei ricercatori cinesi e americani nella manipolazione dei coronavirus per comprendere meglio come possono infettare gli essere umani attraverso l’enzima ACE2, proprio la peculiare capacità del coronavirus che provoca il Covid-19.
Nel pomeriggio arriva la risposta di Auchincloss:
“Il paper che mi hai inviato dice che gli esperimenti sono stati eseguiti prima della sospensione del gain-of-function [2014-2017, ndr], ma da allora sono stati rivisti e approvati dal NIH. Non sono sicuro di cosa significhi, perché Emily è sicura che nessun coronavirus sia passato attraverso un framework P3 [partnership pubblico-privato, ndr]. Cercherà di determinare se abbiamo dei legami lontani con questo lavoro all’estero“.
Non sorprende quindi la preoccupazione di Fauci e del suo staff che gli esperimenti di gain-of-function sui coronavirus condotti al Wuhan Institute of Virology fossero all’origine del Covid-19 e in qualche modo riconducibili ai fondi arrivati dal NIAID all’istituto cinese via EcoHealth Alliance.
Una lettura avvalorata da una notizia di ieri. I vertici del Dipartimento di Stato sono stati avvertiti di non perseguire un’indagine sulle origini del Covid-19, hanno confermato a Fox News ex funzionari del Dipartimento, nel timore che avrebbe attirato l’attenzione sui finanziamenti governativi Usa arrivati al Wuhan Institute of Virology, dal quale il virus potrebbe essere sfuggito. Secondo un’inchiesta di Vanity Fair, ai funzionari che chiedevano trasparenza al governo cinese fu detto di non indagare sulla ricerca denominata “gain-of-function” condotta nell’istituto cinese, perché avrebbe portato un’attenzione “indesiderata” sui finanziamenti del governo Usa in quella ricerca. Indagare sulle origini del virus rischiava di aprire un “vaso di Pandora”.
“La storia del perché parti del governo degli Stati Uniti non erano così curiose come molti di noi pensano che avrebbero dovuto essere è estremamente importante”, ha spiegato a Vanity Fair David Feith, ex vice assistente del segretario di Stato. Thomas DiNanno, ex funzionario nominato da Trump, racconta come la sua indagine sull’ipotesi della fuga da laboratorio sia stata ostacolata ad ogni passaggio, con personale tecnico ostile e antagonistico che lo avvertiva di non aprire il “vaso di Pandora”.
Uno degli aspetti più grotteschi, ma anche più indicativi della inaffidabilità di certi organismi internazionali, è che Daszak ha fatto parte del team di “investigatori” dell’OMS mandato a Wuhan nel febbraio 2021 per indagare sulle origini della pandemia. Lo stesso Daszak, la cui organizzazione ha finanziato con almeno 600 mila dollari la ricerca del Wuhan Institute of Virology basata sulla modifica dei coronavirus (non decine di anni fa ma fino al 2019), avrebbe dovuto trovare le prove che in pratica avrebbero incolpato non solo l’istituto ma anche se stesso. Non sorprende quindi che in tre ore di visita ai laboratori abbia concluso che “non c’è nulla da vedere qui”: come ha ammesso alla Cbs, gli esperti dell’Oms hanno creduto agli scienziati cinesi sulla parola (“cos’altro potevamo fare?”) e, comunque, “non era nostro compito scoprire se la Cina ha insabbiato” [sic].
Breve storia triste nella storia: Facebook – che ha da pochi giorni rimosso il ban verso chiunque osasse postare riferimenti all’origine artificiale del virus – si è avvalso di Daszak come fact-checker, proprio lui che ha finanziato il laboratorio di Wuhan da cui il virus sarebbe uscito secondo le teorie sottoposte a fact-checking. Science Feedback, infatti, una delle principali piattaforme di fact-checking utilizzate da Facebook, nel febbraio 2020 ha citato Daszak come fonte esperta per bollare come “debunked” la teoria della fuga da laboratorio, presupposto della censura scattata da lì in avanti nei confronti degli utenti che continuavano a sostenerla. Eccolo, il fact-checking che i social media spacciano per “indipendente”…
Va ricordato che poco dopo l’email spedita a Fauci il 31 gennaio 2020, in cui parlava di caratteristiche del virus che “sembrano ingegnerizzate“, Kristian Andersen avrebbe cambiato avviso, sposando la tesi dell’origine naturale. Una conversione assai repentina, se già quattro giorni dopo, il 4 febbraio, definiva “crackpot”, folli, squinternate, le teorie secondo cui il virus fosse “in qualche modo ingegnerizzato”, in una email indirizzata tra gli altri (indovinate un po’?) al solito Daszak di EcoHealth Alliance, e nella quale si discuteva di una bozza di lettera per “contrastare quelle teorie estremiste”. Il 17 marzo 2020 Andersen avrebbe pubblicato un suo articolo su Nature Medicine, sostenendo l’origine naturale ed escludendo interventi di laboratorio – articolo poi citato da Fauci per fugare ogni dubbio. Anche se, come ha riconosciuto lo stesso Andersen su Twitter, “non dimostra definitivamente che non si è verificata una fuga da laboratorio” e “non significa che non dovremmo considerarla come possibilità”, ma solo che è “estremamente improbabile”.
Ma il punto è proprio questo: per oltre un anno, a partire dalla dichiarazione apparsa su The Lancet il 19 febbraio 2020 (in cui compare il solito Daszak), è stata etichettata da scienziati e media, tradizionali e social, come “conspiracy theory” e già “debunked” l’ipotesi dell’origine del virus dai laboratori di Wuhan, mentre le email di Fauci suggeriscono che non è mai stata una teoria complottista, ma al contrario una ipotesi presa seriamente in considerazione. E la giravolta dello stesso Fauci pochi giorni fa, gli elementi emersi in questi mesi, la decisione dell’amministrazione Biden di aprire un’indagine dopo averne appena chiusa una, mostrano che è ancora oggi fondata e meritevole di approfondimento.
La fretta della scienza “ufficiale” e “governativa”, dei Fauci e dei Daszak, con i loro conflitti di interesse, e ovviamente della Cina, di declassarla a teoria complottista e chiudere il discorso, assecondata da certi media e politici mossi da pregiudizio anti-Trump, solleva l’inquietante sospetto di un cover-up globale senza precedenti, determinato da una manifesta coincidenza di riflessi e interessi.
D’altra parte, al momento, nonostante gli sforzi dei ricercatori cinesi, il Sars-CoV-2 non è stato isolato in nessuna specie animale, né è emersa prova che sia transitato in una specie intermedia, né si sono registrati casi di Covid-19 antecedenti i primi di Wuhan nelle zone – a 1.500 chilometri di distanza – dove i pipistrelli vivono. Insomma, non è dimostrato che esista in natura. Se non abbiamo certezze sull’origine, non abbiamo nemmeno elementi definitivi a supporto di una origine naturale. E Pechino ancora si rifiuta di collaborare.
Dichiarazione di Donald J. Trump , 45° Presidente degli Stati Uniti d'AmericaL'Osservatore Repubblicano
4 giugno 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 4281792241Dopo aver visto le e-mail, il nostro Paese è fortunato che non ho fatto quello che il dottor Fauci voleva che facessi. Per esempio, ho chiuso le nostre frontiere con la Cina molto presto, nonostante lui non volesse che fossero chiuse. I Democratici e i Fake News Media mi hanno persino chiamato "xenofobo". Alla fine, abbiamo visto che questa è stata una decisione salvavita, e lo stesso vale per la chiusura delle nostre frontiere verso l'Europa, in particolare verso alcuni paesi fortemente infettati. In seguito mi fu dato il merito, anche da "Tony", di aver salvato centinaia di migliaia di vite. Il Dr. Fauci non ha insistito sulla velocità di produzione del vaccino perché pensava che ci sarebbero voluti 3, 4, o forse anche 5 anni per crearlo. Io l'ho fatto in meno di 9 mesi con l'operazione Warp Speed. A posteriori, il vaccino sta salvando il mondo. Poi, ho fatto la più grande scommessa della storia. Abbiamo ordinato vaccini per miliardi di dollari prima ancora di sapere che funzionassero. Se non fosse stato fatto, i nostri meravigliosi vaccini non sarebbero stati somministrati fino a ottobre di quest'anno. Nessuno avrebbe avuto l'iniezione che ora ha salvato il mondo e milioni di vite!
Inoltre, il Dr. Fauci era totalmente contrario alle mascherine quando persino io pensavo che sarebbero state almeno utili. Poi ha cambiato completamente idea ed è diventato un "mascheratore" radicale!
Ci sono molte domande a cui il Dr. Fauci deve rispondere. Il finanziamento di Wuhan da parte degli Stati Uniti è stato scioccamente iniziato dall'amministrazione Obama nel 2014, ma è terminato sotto l'amministrazione Trump. Quando ne ho sentito parlare, ho detto "assolutamente no". Cosa sapeva il dottor Fauci della ricerca sul "guadagno di funzione", e quando l'ha saputo?
Dichiarazione di Donald J. Trump, 45° Presidente degli Stati Uniti d'AmericaL'Osservatore Repubblicano
4 giugno 2021
https://www.facebook.com/ORepubblicano/ ... 9648455371Ora tutti, anche il cosiddetto "nemico", stanno cominciando a dire che il presidente Trump aveva ragione sul virus cinese proveniente dal laboratorio di Wuhan. La corrispondenza tra il dottor Fauci e la Cina è troppo eloquente perché chiunque possa ignorarla. La Cina dovrebbe pagare dieci trilioni di dollari all'America, e al mondo, per la morte e la distruzione che ha causato!
Covid, Trump all'attacco: "Cina deve pagare per quello che è successo"L'ex presidente Usa: "L'America e il mondo chiedano conto per il ruolo avuto nella pandemia"
7 giugno 2021
https://www.adnkronos.com/covid-trump-a ... AN6ZAOTnoD"È arrivato il momento in cui l'America e il mondo chiedano conto alla Cina per il ruolo avuto nella pandemia". A dichiararlo è stato l'ex Presidente Usa, Donald Trump, parlando alla convention repubblicana in North Carolina. "La Cina deve pagare, loro devono pagare", ha scandito tra gli applausi.
Trump, tornando sul palco, ha attaccato anche a tutto campo l'amministrazione Biden, definita "l'amministrazione di sinistra più radicale della storia". Ha parlato per circa un'ora e mezza alla convention repubblicana in North Carolina, rivendicando i risultati ottenuti durante la sua presidenza e di aver consegnato a Biden “ la più grande economia nella storia mondiale" che ora "sta andando in disgrazia con l'inflazione porterà a una catastrofe nel prossimo futuro".