I musulmani odiano i cani?
La verità!
Il Musulmano
https://ilmusulmano.it/perche-i-musulmani-odiano-i-cani Compagni leali o animali impuri da evitare? I cani sono sempre stati oggetto di discussione nell’Islam. Vediamo di sfatare i miti e le false credenze sul loro rapporto con i musulmani.
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L’Islam insegna ai propri seguaci ad essere misericordiosi verso tutte le creature e proibisce qualsiasi forma di crudeltà verso gli animali. Perché allora molti musulmani sembrano avere dei problemi con i cani?
I cani nei primi anni dell’Islam
I cani nell’Islam, così come nel nell’ebraismo rabbinico, sono convenzionalmente considerati ritualmente impuri. Quest’idea proviene da una lunga tradizione errata che attribuisce alla semplice vista di un cane durante la preghiera il potere di annullare le suppliche dei musulmani.
Simile a molti altri aspetti della storia islamica erroneamente visti, oggi sia la maggior parte dei musulmani che i non musulmani pensano che l’Islam e i cani “non vadano d’accordo”.
Esiste, tuttavia, un filone sconosciuto piuttosto diverso di pensare ai cani nell’Islam, una lunga storia di interazioni positive tra musulmani e cani che risalgono agli inizi della religione islamica.
Secondo diversi autorevoli racconti della sua vita e dei suoi insegnamenti, lo stesso Profeta Muhammad (saws) pregò in presenza di cani. Molti dei suoi cugini e compagni, i primi musulmani del mondo, allevarono cuccioli. Nella moschea del Profeta (saws) a Medina, il secondo luogo più sacro al mondo per i musulmani dopo la Ka’ba, i cani sccorrazzavano allegramente e regolarmente durante la vita del Profeta (saws) e per secoli anche dopo.
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Non sorprende il fatto che i primi musulmani avessero così tanti cani. La maggior parte di loro teneva greggi di pecore e capre, e i cani aiutavano a gestire e proteggere questi altri animali, impedendo loro di scappare e spaventare i potenziali ladri e predatori. Pecore e capre erano il cibo e il capitale dei primi musulmani e i cani contribuivano a proteggere questi “investimenti”.
I cani erano anche compagni cruciali durante le spedizioni di caccia. Molto prima dell’islam, i cani venivano raffigurati in sculture di pietra dell’antico Egitto e dell’Iraq in cui corrono a fianco dei loro proprietari umani.
Allora, perché i cani vengono considerati “impuri”?
Tutto ciò serve a spiegare che i musulmani erano in regolare contatto quotidiano con molti cani presenti in mezzo a loro. Essi riconoscevano che i cani erano utili come guardie e agenti di pulizia e possiamo solo presumere che riuscirono a sviluppare relazioni piuttosto intime ed amichevoli con loro costruite attorno a contatti regolari e quel tipo di affetto generato dalla codipendenza.
Detto questo, da dove deriva l’idea che l’Islam sia ostile verso i cani? La risposta breve è la peste ed altre malattie.
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Circa duecento anni fa, le idee sul contagio iniziarono a cambiare. Ancora molto lontani da ciò che oggi potremmo definire “teoria dei germi”, molte persone in Medio Oriente, Europa e altrove hanno iniziato a notare una correlazione tra epidemie di peste, colera e malaria e la prossimità fisica delle vittime in luoghi come cimiteri, cumuli di immondizie e laghi paludosi.
Gli urbanisti ed i governi in tutto il Medio Oriente iniziarono, quindi, ad espellere queste fonti di malattie dai quartieri sempre più affollati o metropoli in cui viveva la gente. Mentre raccoglievano e spingevano i rifiuti fuori dalle mura della città, rimossero involontariamente anche i cani che mangiavano questa spazzatura. I cani erano abituati a tenere pulite le strade. Ora se ne occupavano gli umani.
Si potrebbe sostenere che questo legame storico tra cani e immondizia non abbia giocato a loro favore. Non solo c’era semplicemente meno spazzatura nelle città, ma la spazzatura che rimaneva era vista come una minaccia per l’igiene pubblica e presto anche i suoi consumatori canini.
In effetti, in pochi decenni all’inizio del diciannovesimo secolo, i cani vennero considerati economicamente inutili e pericolosi per la salute pubblica. I risultati? Diverse campagne per l’eliminazione di cani su larga scala, molti meno cani nelle città mediorientali e un cambio di atteggiamento nei confronti dell’animale. Non più abitanti urbani utili e produttivi, i cani erano ora considerati pericolosi, portatori di malattie e sacrificabili.
I cani secondo la Sunnah
La maggior parte degli studiosi musulmani concordano sul fatto che nell’Islam la saliva di un cane sia ritualmente impura e si richiede che gli oggetti (o forse le persone) che entrano in contatto con la saliva di un cane vengano lavati sette volte. Tale regola viene dall’hadith del Profeta, pace e benedizioni su di lui:
“Quando un cane lecca un utensile, quest’ultimo va lavato sette volte con l’acqua e strofinato con la terra l’ottava volta”.
Va notato, tuttavia, che una delle principali scuole di pensiero islamiche (Maliki) indica che questa non è una questione di pulizia rituale, ma semplicemente un metodo di buonsenso per prevenire la diffusione delle malattie.
Inoltre, ci sono molti altri hadith che avvisano delle conseguenze del tenere cani in casa come animali da compagnia. Riguardo a ciò, il Profeta (saws) disse:
“Chi tiene un cane in casa, le sue buone azioni diminuiranno ogni giorno di un qeeraat [unità di misura], a meno che non sia un cane da caccia o protezione”.
[Riportato da Al-Bukhaari (2145)]
In un altro hadith ancora, il Profeta Muhammad (saws) disse:
“Chiunque tenga un cane che non è un cane da caccia o per la protezione del bestiame o del raccolto, due qeeraat saranno detratti dal suo premio ogni giorno”.
[Riportato da Muslim (2978)]
Il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse:
“Gli angeli non entrano in una casa dove c’è un cane o un’immagine animata”.
[Riportato da Ibn Maajah (3640)]
Molti musulmani si basano su tali hadith per quanto concerne il divieto di tenere un cane nelle proprie case, eccetto che per il caso di cani da caccia o protezione.
Pertanto questi ahaadeeth ci indicano chiaramente che è haram tenere un cane in casa, eccetto che per gli scopi che sono stati elencati dal Messaggero (pace e benedizioni di Allah su di lui). Alcuni ritengono, addirittura, che i cani siano simili (in quanto a impurità) ai maiali che, come tutti sanno, vengono definiti animali impuri dai musulmani che evitano, dunque, di consumarne la carne.
I cani possono essere animali da compagnia?
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Molti altri musulmani sostengono che i cani sono creature leali che meritano la nostra cura e compagnia. A supporto di questa affermazione, essi citano la storia menzionata nel Corano nella Surah Al-Kahf su un gruppo di credenti che cercarono riparo in una grotta e furono protetti da un compagno canino che era “disteso in mezzo a loro”.
“Avresti creduto che fossero svegli e invece dormivano. Li giravamo sul lato destro e su quello sinistro, mentre il loro cane era sulla soglia, le zampe distese. Se li avessi scorti saresti certamente fuggito volgendo le spalle e certo saresti stato preso dal terrore vedendoli.”
[Al-Qur’an XVIII: XVIII – Surah Al-Kahf versetto N. 18]
Inoltre, nel Corano, è specificamente menzionato che qualsiasi preda catturata dai cani da caccia può essere consumata, senza bisogno di ulteriori purificazioni. Naturalmente, la preda di un cane da caccia entra in contatto con la saliva del cane; tuttavia, ciò non rende la carne “impura”. È sufficiente lavare la carne prima di consumarla.
“Ti chiederanno quello che è loro permesso. Di’: “Vi sono permesse tutte le cose buone e quello che cacceranno gli animali che avete addestrato per la caccia, nel modo che Allah vi ha insegnato. Mangiate dunque quello che cacciano per voi e menzionatevi il nome di Allah”.
[Al-Qur’an V: IV – Surah Al-Mâ’ida versetto N. 4]
Racconti di misericordia verso i cani nella storia islamica
Ci sono anche storie nella tradizione islamica che raccontano di persone che sono state perdonate per i loro peccati passati attraverso la misericordia che hanno mostrato nei confronti di un cane. Ve ne elenchiamo alcune di seguito. Il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse:
“Una prostituta fu perdonata da Allah, perché, passando accanto a un cane ansimante vicino a un pozzo e vedendo che il cane stava per morire di sete, si tolse la scarpa e legandola con il suo velo tirò fuori un po’ d’acqua per poi dissetarlo. Quindi, Allah le perdonò i peccati a causa di ciò”.
In un’altra narrazione, il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse:
“Un uomo ebbe molta sete mentre era in viaggio, lì incontrò un pozzo, scese nel pozzo, placò la sua sete e ne uscì. Nel frattempo vide un cane che ansimava e leccava il fango a causa dell’eccessiva sete. Perciò disse a sé stesso: “Questo cane sta morendo di sete proprio come me poco prima”. Così, scese di nuovo nel pozzo, riempì la sua scarpa con dell’acqua e la diede da bere al cane. Allah lo ringraziò per quell’azione e lo perdonò”.
In un altro punto della storia islamica, l’esercito musulmano incontrò un cane femmina e i suoi cuccioli mentre era in marcia. Il Profeta invitò un soldato a stare a protezione sia della madre che dei cuccioli per assicurarsi che non venissero feriti o disturbati.
Sulla base di questi insegnamenti, molte persone ritengono che sia una questione di fede essere gentili con i cani e credono che i cani possano persino essere utili nella vita degli esseri umani.
I cani da assistenza, come i cani guida, sono compagni importanti per i musulmani con disabilità. Gli animali da lavoro, come i cani da guardia, i cani da caccia o per la protezione del gregge sono animali utili e laboriosi che hanno guadagnato il loro posto a fianco dei loro proprietari.
Cosa ne pensano i musulmani oggi?
È un principio fondamentale dell’Islam che tutto sia lecito (halal), tranne quelle poche cose che sono state esplicitamente vietate. Sulla base di ciò, la maggior parte dei musulmani è d’accordo sul fatto che sia permesso avere un cane a scopo di sicurezza, caccia o aiuto a persone disabili.
Molti musulmani hanno pareri contrastanti quando si tratta del migliore amico dell’uomo. Eccezion fatta per gli scopi sopra elencati, essi insistono sul fatto che gli animali non dovrebbero occupare lo spazio abitativo insieme agli esseri umani.
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Molti tengono il cane all’aperto il più possibile e evitano che possa accedere alle zone della casa dove i musulmani, di solito, pregano. Per motivi igienici, quando un individuo entra in contatto con la saliva del cane, il lavaggio è essenziale.
Possedere un animale domestico è una grande responsabilità di cui i musulmani dovranno rispondere nel Giorno del Giudizio. Coloro che scelgono di possedere un cane devono riconoscere i propri doveri da padroni, ovvero: fornire cibo, alloggio, allenamento, esercizio fisico e cure mediche per l’animale.
Detto questo, la maggior parte dei musulmani riconosce che gli animali domestici non sono “bambini”, né sono umani. I musulmani, in genere, non trattano i cani come membri della famiglia, a differenza dei non musulmani presenti nella società occidentale.
Non è odio, ma semplicemente poca familiarità
Le persone che non crescono intorno ai cani possono sviluppare una paura naturale per loro. Non hanno familiarità con i segnali e i comportamenti di un cane, quindi un animale turbolento che corre verso di loro è visto come aggressivo, non giocoso.
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Molti musulmani che sembrano “odiare” i cani hanno semplicemente paura di loro a causa della mancanza di familiarità. Possono scusarsi (“Sono allergico”) o enfatizzare “l’impurità” religiosa dei cani semplicemente per evitare di interagire con loro.
Per quelli di noi – musulmani e non – il cui contatto più regolare con un essere vivente non umano è quello con un cane, la storia dei cani nell’Islam offre un’altra lezione.
Quel che bisogna capire è che gli umani non sempre hanno tenuto i cani come animali domestici per affetto o amore. Per la maggior parte della storia dell’umanità, i cani non erano considerati animali domestici. Erano lavoratori, necessità economiche, cacciatori e spazzini.
Ad eccezione dei cani antidroga, cani guida, o cani poliziotto, pochissimi di noi oggi vivono i cani come qualcosa di diverso dal fido che lecca la nostra faccia al mattino.
Tuttavia, nel corso della storia sono stati molto di più. Conoscere questo passato non solo ci dà un quadro più completo del migliore amico dell’uomo che accogliamo in mezzo a noi, ma ci aiuta anche a capire come le storie con altri animali nel corso della storia abbiano plasmato il nostro mondo attuale.