Crimini e delitti dei migranti clandestini e dei rifugianti

Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » gio feb 13, 2020 4:09 pm

Sgominata baby gang di egiziani: 9 rapine efferate, un coetaneo spinto sui binari
Federico Garau - Gio, 13/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/milano/m ... MFofd2KP00

Arrivati in Italia come minori non accompagnati, i ragazzini avevano abbandonato le strutture di accoglienza per arrivare nel capoluogo lombardo. Guidati da un leader maggiorenne, colpivano i loro coetanei per farsi consegnare denaro e cellulari

Fermata dagli agenti della polizia di Milano una baby gang composta da cittadini stranieri, che da tempo si era protagonista di rapine ed aggressioni nella zona dei Navigli, e non solo.

Armati di coltelli o di altri oggetti affilati, i membri del branco attendevano le ore notturne per colpire le loro vittime, agendo con una furia incredibile. Gli stessi inquirenti che si sono occupati delle indagini, infatti, hanno dichiarato di avere raramente “riscontrato blitz così efferati e violenti", come riportato da "MilanoToday".

Ad occuparsi del caso gli uomini del commissariato di Porta Genova, che nella giornata di ieri, martedì 11 febbraio, hanno provveduto ad eseguire le misure cautelari disposte dalla procura dei minori di Milano. Stando alle informazioni sino ad ora riportate, i ragazzini, tutti egiziani, facevano parte di un gruppo composto da 4 elementi, guidati da un quinto soggetto, un ragazzo maggiorenne. Arrivati in Italia come minori non accompagnati (qualcuno è sbarcato in Sicilia, qualcun altro in Calabria), i baby criminali avevano quindi raggiunto Milano dopo aver volontariamente abbandonato le strutture d'accoglienza dove erano stati ospitati. Guidati dal loro capo, si rifugiavano in luoghi di fortuna (prima in alcune vetture abbandonate, poi in un magazzino dismesso nella zona della stazione ferroviaria di Porta Genova), e vivevano di rapine.

Sarebbero almeno 9 i colpi messi a segno dalla banda in un periodo di tempo che va da febbraio a luglio del 2019. Il branco si spostava nelle aree di Colonne di San Lorenzo, Darsena, Navigli e stazione ferrovia di Porta Genova, e qui assaliva le vittime designate (spesso loro coetanei), aggredendole con una violenza ed una crudeltà inaudite. Botte, spintoni, minacce e coltelli alla mano per farsi consegnare soldi e cellulari. A ciò, stando a quanto riferito dagli inquirenti, si aggiuneva anche lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Particolarmente violenta una delle rapine compiute ai danni di un loro coetaneo, avvenuta lo scorso febbraio alla stazione di Porta Genova. Furioso per il fatto che il ragazzino si fosse rifiutato di consegnare quanto richiesto, un membro del gruppo lo aveva infatti spinto sui binari, impedendogli di risalire sulla banchina col chiaro intento di attendere il passaggio di un treno. In quell'occasione era stato il capo della banda a far ragionare il minorenne, convindendo a lasciare in pace la vittima.

Le indagini, avviate dopo le numerose denunce, hanno infine portato alla cattura dei responsabili. Fermato alcuni mesi addietro, il leader del gruppo era stato già espulso, motivo per cui gli inquirenti si sono concentrati unicamente sui 4 adolescenti. Due di questi sono stati arrestari ieri mattina, mentre il terzo componente del branco si trovava già dietro le sbarre del carcere minorile Beccaria di Milano dopo essere stato sorpreso a spacciare in zona Colonne. Nessuna notizia, invece, del quarto elemento, per adesso irreperibile.

Interrogati dai poliziotti, i giovani stranieri sono scoppiati in lacrime, confessando tutti i loro crimini.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » lun feb 17, 2020 9:11 pm

Il marocchino che aveva devastato le poste percepiva indebitamente il reddito di cittadinanza
Filippo Burla
Padova, 14 feb 2020

https://www.ilprimatonazionale.it/crona ... 3rcqRly8lg

L’8 gennaio scorso aveva completamente distrutto l’ufficio postale di Piove di Sacco (Padova), causando decine di migliaia di euro di danni, perché l’impiegata dello sportello gli aveva comunicato la sospensione del sussidio di cittadinanza che regolarmente percepiva. Il 39enne marocchino, senza fissa dimora e con precedenti aveva mandato in frantumi la vetrata dell’ufficio, facendo schizzare schegge di vetro ovunque. Poi era passato a devastare i computer e buttare per aria gli scaffali; non pago, era uscito, sempre brandendo il piedistallo, scagliandosi sul monitor del Bancomat distruggendo anche quello. Nonostante l’entità dei danni, pur avendo messo a rischio l’incolumità delle persone presenti nell’ufficio al momento, l’immigrato era stato raggiunto da una semplice denuncia a piede libero per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio, tornare all’appartamento privato che stava occupando abusivamente da giorni.

Ebbene, ora Abdelouahed Atourabi, il protagonista della vicenda, è tornato a far parlare nuovamente di sé. Un’indagine della Guardia di Finanza, infatti, ha rivelato che l’immigrato stava percependo indebitamente da dieci mesi, cioè dall’aprile 2019, un assegno di 496,5 euro per un totale di 4.469,2 euro. Le Fiamme gialle hanno pertanto disposto la sospensione dell’erogazione del sussidio. Nel frattempo Atourabi continuava a terrorizzare Piove di Sacco: solo qualche giorno fa aveva tirato una bottigliata in testa alla commessa di un supermercato che lo aveva sorpreso a bere una bottiglia di liquore presa da uno scaffale. I consiglieri comunali della Lega, a questo punto, hanno chiesto l’espulsione dal territorio italiano del magrebino, incontrando l’ostilità del sindaco dem del paesino.

Così ha commentato il consigliere regionale Baron (Lega): “Condivido in pieno l’iniziativa degli amministratori della Saccisica che hanno chiesto l’espulsione del marocchino violento che da troppo tempo imperversa a Piove di Sacco. Ricordo però a chi oggi fa sterile polemica, come la sicurezza non appartenga ad un partito o ad un Sindaco, ma a tutti gli amministratori di buona volontà che hanno a cuore i cittadini e la loro sicurezza”.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » lun feb 17, 2020 9:11 pm

Mantova, nigeriano con ascia devasta vetrine e ferisce un passante
Federico Garau - Lun, 17/02/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... Jfqh3i2vf0


Lo straniero è stato fermato dai carabinieri del comando locale: lunga scia di danni, con numerose auto e vetrine di negozi danneggiate. Gli inquirenti sono ancora alla ricerca dell'uomo ferito dal facinoroso, fuggito dopo l'aggressione

Brandendo un'ascia in mano per le vie di Castiglione delle Stiviere, località in provincia di Mantova, si è scagliato come una furia contro delle auto in transito ed ha successivamente preso di mira le vetrine di alcuni negozi, mandandole in frantumi e danneggiando anche il mobilio al loro interno.

Non pago, ha addirittura aggredito un passante che aveva tentato invano di fermarlo, riuscendo a colpirlo, fortunatamente, solo con il dorso dell'arma ed a ferirlo, prima che quest'ultimo si allontanasse dalla zona.

Responsabile del tardo pomeriggio di follia di quest'oggi, stando a quanto fino ad ora trapelato, è un cittadino di nazionalità nigeriana di 29 anni, tratto in arresto con grande fatica dai carabinieri del comando stazione di Castiglione delle Stiviere con l'accusa di danneggiamento aggravato, strage, tentato omicidio, e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

Il 29enne, infatti non si sarebbe fermato neppure dinanzi agli uomini dell'Arma, aggrediti con altrettanta violenza e minacciati con l'ascia durante le concitate fasi del fermo. Anche la gazzella dei militari è rimasta pesantemente danneggiata dall'extracomunitario, che ora si trova in stato di fermo all'interno della locale caserma.

L'episodio si è verificato all'incirca verso le ore 17:15, quando lo squilibrato è stato visto aggirarsi vicino al semaforo che si trova nei pressi del locale ospedale San Pellegrino. Le prime segnalazioni sarebbero arrivate in centrale proprio dagli automobilisti che si trovavano lungo la strada percorsa dal violento extracomunitario, che li avrebbe fermati e quindi minacciati con l'arma che brandiva in mano.

Numerose le auto ed i furgoni rimasti danneggiati durante l'assalto in zona Cinque Continenti: oltre ai finestrini, sono state mandate in frantumi dal 29enne anche le vetrine di alcuni esercizi commerciali del posto, tra le quali, come riportato dalla "Gazzetta di Mantova", anche quella della rivendita di arredamenti Vologhi, in via Giuseppe Mazzini.

Ancora da chiarire le motivazioni che hanno scatenato la furia dell'africano, tuttora sottoposto ad interrogatorio nella caserma di via Torquato Tasso, dove sono in corso le operazioni di identificazione. Allo stesso modo proseguono senza sosta le ricerche dell'uomo aggredito e ferito dal facinoroso anche negli ospedali della zona: la vittima, sempre stando alle ultime notizie riportate, sarebbe infatti fuggita dal 29enne per evitare ulteriori conseguenze.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » mer apr 22, 2020 8:20 pm

Sputa sull'ambulanza e pesta i sanitari: "Sono africano, faccio come voglio"
Salvatore Di Stefano - Sab, 18/04/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 1587196502

Lo straniero pretendeva più mascherine dagli operatori del 118. Le minacce con il bastone e gli sputi, poi l'aggressione ai carabinieri

Momenti di puro terrore quelli che si sono registrati qualche giorno fa a Rivergaro, un comune in provincia di Piacenza, dove un cittadino senegalese di 39 anni in evidente stato di alterazione psichica è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione con le pesanti accuse di tentata rapina aggravata, minaccia, resistenza a Pubblico Ufficiale nonchè interruzione di servizio pubblico.

Secondo quanto riportato dal quotidiano locale "Il Piacenza" lo straniero, trovatosi davanti a degli operatori sanitari, ha iniziato a pretendere da questi un numero imprecisato di mascherine, urlando nel contempo frasi del tipo: "Io sono africano e faccio quello che voglio“ ed arrivando perfino a minacciarli con un bastone. Non contento il senegalese ha poi provato ad introdursi all'interno dell'ambulanza mettendosi a sputare all'indirizzo del mezzo di soccorso e continuando a minacciare gli operatori - che nel frattempo, comprensibilmente terrorizzati, si erano rifugiati al suo interno -, per poi fuggire.

Gli occupanti l'ambulanza nel frattempo hanno chiamato i carabinieri: giunti sul luogo della segnalazione in un batter d'occhio i militari hanno rapidamente identificato il soggetto mentre questi tentava di dileguarsi nel nulla. La sola presenza degli uomini in divisa però non è bastata a ridurre il 39enne a più miti consigli: lo straniero infatti anzichè arrendersi e consegnarsi spontaneamente ai carabinieri ha pensato bene di aggravare ulteriormente la sua già precaria posizione, tentando di aggredire anche i militari e minacciandoli. L'esagitato è stato dapprima reso inoffensivo, in seguito per lui sono scattate le manette ai polsi e si sono spalancate le porte del carcere delle Novate, dove il senegalese si trova tutt'ora a disposizione del pm Ornella Chicca.

Il bieco atto di sputare, già di per se inconcepibile, assume attualmente connotazione ancor più grave visto che ci troviamo coinvolti in una pandemia dove il virus si trasmette principalmente attraverso le goccioline del respiro che possono passare da una persona all’altra con uno starnuto, un colpo di tosse e contatti diretti quali appunto gli sputi. Qualche settimana fa ad Imperia un cittadino africano in preda ai fumi dell'alcool aveva sputato addosso ad un medico del pronto soccorso - dove lo straniero era stato portato poichè versava in condizioni critiche da sbronza - poi il soggetto non contento aveva indirizzato il suo muco anche nei confronti dei carabinieri intervenuti per fermarlo.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » mer apr 22, 2020 8:20 pm

Paura in centro: marocchino aggredisce, minaccia e sputa ai carabinieri
domenica, 19 aprile 2020
Aldo Grandi

https://www.lagazzettadilucca.it/cronac ... U.facebook

Gli si è piantato sul muso con il suo alito fetido impregnato di alcol. Senza timore, sfacciato, con rabbia, gli ha gridato di tutto, di più: Figlio di puttana, bastardo, ti ammazzo. Gli ha anche sputato, senza mascherina, sporco e sudicio. Il carabiniere ha avuto la pazienza di un santo, noi, a dirla tutta, non avremmo fatto altrettanto. Ha cercato di calmarlo, di riportarlo alla ragione, ha chiesto l'immediato intervento dell'ambulanza e, poco dopo, un mezzo della Misericordia di Lucca è arrivato in Corso Garibaldi con i volontari, quanto mai preziosi, per cercare di riportare alla calma questo immigrato che era andato completamente fuori di testa.

E' accaduto alle 19.30 circa proprio a pochi metri dal bar di Giovanni Martini, all'incrocio tra via Vittorio Veneto e Corso Garibaldi. Alla fine sono riusciti a farlo sedere su una panchina e a mettergli, a fatica, una mascherina sul volto, ma lui non ha voluto sentire ragioni e ha continuato a offendere, a gridare, a sputare e a sbavare.

I carabinieri, alla fine, sono stati costretti ad ammanettarlo per evitare di essere ulteriormente minacciati e aggrediti. L'extracomunitario, un 42enne maghrebino che era uscito dal carcere di Prato l'8 aprile e, da allora, nessuno ne aveva saputo più niente - italiani barricati in casa e costretti agli arresti domiciliari, criminali che, invece, girano liberamente - che girava per Lucca completamente ubriaco senza che nessuno intervenisse. Lo ha trovato steso per terra una donna che, impaurita, ha chiamato il 112.

L'uomo, incontrollabile, si è anche spogliato, letteralmente, e i carabinieri e il personale della Misericordia intervenuto, nonostante le disposizioni legate al Coronavirus, hanno dovuto afferrarlo più volte per evitare che fuggisse o che attaccasse qualcuno fino a quando i militari non lo hanno ammanettato.

Tra i volontari della Misericordia momenti di amarezza e anche di giustificata rabbia: "Noi siamo volontari, la sera torniamo dalle nostre famiglie e ci tocca affrontare gente come questa che non ha mascherine, che non sappiamo nemmeno se sia malata oppure no. Lavoriamo in mezzo a questi rischi ogni giorno".

L'immigrato era uno dei tanti fuori controllo che, di questi tempi, sono liberi di andare dove vogliono senza che qualcuno intervenga. A Lucca non si capisce bene quale sia la funzione dell'amministrazione comunale. Vediamo adesso se i tre capigruppo della maggioranza che si sono gettati a capofitto nella polemica politica per l'aggressione al pizzaiolo da parte di un marocchino armato di coltello, avranno la faccia di prendersela con i carabinieri o con i volontari della Misericordia. Che ci vengano loro, i tre moschettieri, a tenere a bada i clandestini o migranti che dir si voglia che vagano sbandati per le vie senza vita di questa città di morti viventi.

Il marocchino è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » mer apr 22, 2020 8:21 pm

Treviso, marocchino minaccia il giudice in aula: “Sono musulmano. So dove abiti, vengo a casa tua e ti uccido”
domenica 2 febbraio 2020

https://nonprendermiperlanotizia.blogsp ... udice.html

«Ce l’hanno con me perché sono musulmano. Io non ho fatto niente, i carabinieri mentono». E all’invito del giudice a stare in silenzio, lui ha continuato, tanto da costringere il magistrato a cacciarlo dall’aula. Nonostante l’arresto per le pesanti accuse a cui è chiamato a rispondere (lesioni personali e resistenza e lesioni a pubblico ufficiale), Mohammed Naouri non ha dimostrato in aula di essersi calmato. Ha inveito contro il giudice Alberto Fraccalvieri il quale, dopo averlo ripreso, ha fatto intervenire le forze dell’ordine. L’arresto è stato convalidato, mentre il processo per direttissima è stato rinviato a metà febbraio.

LE ACCUSE

«Vediamo se altre persone rimaste ferite nella colluttazione presenteranno denuncia nei prossimi giorni» ha affermato il pm Giulio Caprarola, titolare del fascicolo a carico dell’operaio marocchino. Per ora solo i titolari della ditta Mantese Legnami di via Castelletto hanno sporto querela contro Naouri, che lavorava per loro da appena due giorni. Nel frattempo il 30enne dovrà rimanere agli arresti domiciliari: il giudice ha infatti respinto la richiesta della difesa di alleggerire la misura di custodia cautelare nel più lieve obbligo di firma. È stato definito pericoloso dal magistrato, e a suo favore non ha certo giocato l’atteggiamento provocatorio.

L’UDIENZA

Durante il processo per direttissima sono emersi altri particolari riguardo il pomeriggio di follia dell’operaio. Oltre agli altri dipendenti della ditta, tutti minacciati di morte dal 30enne che correva per il piazzale armato con ogni oggetto che trovava sulla sua strada, anche i carabinieri hanno ricevuto minacce da Naouri: «So dove abiti, vengo a casa tua e ti uccido» ha detto a uno dei militari intervenuti per calmarlo.

LA RELIGIONE

A rendere ancora più inquietanti le sue grida di vendetta per un’osservazione che gli era stata fatta da un collega è stato il suo credo religioso. Più volte, come ribadito anche ieri mattina in aula, il 30enne ha sottolineato di essere fedele ad Allah: «Sono musulmano e vi ammazzo tutti – ha gridato nel piazzale della Mantese Legnami – Non ho paura di voi». E proprio la sua fede sarebbe il motivo per cui non veniva visto di buon occhio dai colleghi. Ma un episodio analogo era accaduto anche nell’azienda dove lavorava prima, a Pieve di Soligo.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » gio lug 16, 2020 5:43 am

Ucciso per salvare la moglie da stupro di gruppo, quattro arresti: svolta nel delitto di Vittoria
Il bracciante romeno è stato preso a colpi di spranga da quattro tunisini che poi hanno violentato la donna. Il racconto dell'orrore della cinquantenne
02 maggio 2015

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2 ... 113347940/

Il bracciante agricolo romeno, Nicu Radicanu, di 38 anni, è stato ucciso a colpi di spranga in testa, il 26 aprile scorso, per avere tentato di difendere la propria moglie, una sua connazionale di 53 anni, da una violenza sessuale di gruppo, poi avvenuta. E' la ricostruzione del delitto che emerge dalla indagini della polizia di Stato, eseguite da Sco di Roma, squadra mobile di Ragusa e commissariato di Vittoria, che hanno fermato quattro tunisini per omicidio, sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata.

La deposizione della donna è stata determinante, ma non è stato facile individuare i responsabili del delitto proprio perché non conosceva le loro generalità. A cinque giorni dal delitto la polizia di Stato, coordinata dal procuratore di Ragusa e dal sostituto Monica Monego, ha identificato e fermato i quattro, che hanno confessato davanti al pm e sono stati condotti nel carcere di Ragusa.

La polizia ha fermato Nizar Brahim 23 anni, Marouane Tebra, 27 anni, Anwari Tebra di 23 e Hamdi Boukhobna 24 anni, braccianti agricoli tunisini. Sono accusati anche del sequestro di persona e violenza sessuale di gruppo aggravata della convivente della vittima. E' lei che ha raccontato le fasi del film dell'orrore di cui è stata protagonista il 26 aprile scorso all'uscita della discoteca "Playa del Sol" a Scoglitti, frazione marinara di Vittoria, quando lei e il suo compagno si stavano dirigendo a piedi verso casa. "Ci hanno assaliti alle spalle - ha detto - un nordafricano ha colpito Nicu e un altro mi ha tappato la bocca. Un altro uomo mi ha spogliato e poi a turno mi hanno violentata. Un quarto uomo dopo l'omicidio è scappato. Poi, minacciandomi con una spranga di ferro, mi hanno portata, nuda, vicino a un casolare abbandonato nei pressi di una serra e lì mi hanno violentato di nuovo. Poi verso le 7 del mattino mi hanno abbandonata, minacciandomi che se avessi denunciato le violenze mi avrebbero uccisa".

Dopo lunghe indagini i poliziotti hanno identificato i presunti assassini e violentatori e la vittima li ha riconosciuti. Alcuni indagati, confessando, hanno fornito particolari sulle violenze e sul delitto. "E' un risultato importantissimo quello raggiunto dalla polizia di Stato, in quanto aver assicurato alla giustizia simili criminali permette di scongiurare la paura verso un branco che avrebbe potuto reiterare condotte criminali. Per la particolare gravità dei fatti, questi soggetti erano in grado di ripetere gli stessi reati senza comprenderne la portata", ha detto il dirigente della squadra mobile ragusana Antonino Ciavola.

Gli indagati messi alle strette hanno confessato: "Eravamo ubriachi - hanno raccontato agli investigatori
-, abbiamo visto la coppia uscire dalla discoteca ed abbiamo pensato di divertirci un po'; due di noi hanno colpito lui con un bastone ed in due abbiamo violentato la donna. Ammazzato l'uomo, abbiamo violentato la donna per un'ora, poi per continuare l'abbiamo portata nuda vicino una serra ed abbiamo continuato per un paio di ore a turno; eravamo ubriachi, lo abbiamo fatto cosi' tanto per farlo; pensavamo non ci avreste trovati, qui in campagna chi poteva aver visto".
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » gio lug 16, 2020 5:43 am

Fermato mentre pesta una donna. Il marocchino: "È solo mia moglie"
Rosa Scognamiglio - Sab, 28/12/2019

https://www.ilgiornale.it/news/milano/m ... 04875.html


Un marocchino di 32 anni è stato tratto in arresto per aver picchiato in strada la compagnia incinta di poche settimane. "Sto solo picchiando mia moglie" avrebbe detto agli agenti

Botte da orbi in strada alla compagna 18enne, incinta di pochissime settimane.

Non ha avuto alcuna pietà il marocchino di 32 anni che, fuori dai gangheri, ha letteralmente assaltato la giovane fidanzata, mettendo seriamente a rischio la vita del nascituro.

Ripetuti calci all'anca, strattoni e scossoni a più non posso. Poi gli insulti e le imprecazioni a cielo aperto. Mentre la 18enne se ne stava raggomitolata su sé stessa, sul ciglio della strada, nel tentativo di pararsi dai colpi che sarebbero stati fatali al piccolo nel suo grembo. Ma l'uomo, un 32enne originario del Marocco, non ha avuto il benché minimo rimorso ed ha continuato finanche alla presenza della polizia municipale.

Follia pura e violenza primordiale in pieno centro a Milano. È questo lo scenario raccapricciante a cui hanno assistito due agenti del della municipale, in zona piazza Selinunte, nel tardo pomeriggio del 17 dicembre. Il marocchino avrebbe sferrato calci violenti alla giovanissima compagna nel tentativo di colpirla al ventre. La ragazza era piegata sull'asfalto a protezione della pancia mentre un donna – identificata successivamente come la madre dello straniero – avrebbe tentato di distogliere il 32enne da quella condotta criminosa pronunciando frasi in arabo. L'aggressione si sarebbe consumata, inoltre, alla presenza di un bimbo di appena 3 anni (nipote dell'uomo) terrorizzato da cotanta efferatezza.

Fermato dai due agenti, l'aggressore, sprovvisto di documenti, si sarebbe giustificato dicendo che “stava solo mettendo le mani addosso a sua moglie”, dando per scontanto di non commettere alcun reato. Ma, in men che non si dica, è stato condotto all'ufficio fermi ed arresti per il riconoscimento. L'uomo, un marocchino di 32 anni, già noto alle Forze dell'Ordine per precedenti di spaccio, è stato trasferito in carcere a San Vittore con l'accusa di maltrattamenti aggravati.

La giovane donna, di appena 18 anni, ha raccontato alla polizia di essere stata sovente vittima di violenze ma di non aver mai avuto il coraggio di denunciare tanto che, in preda alla disperazione, avrebbe persino tentato il suicidio stretta dalla necessità di porre fine allo strazio. Attraverso l'attività di indagini, infatti, è emerso che la ragazza, proprio nella sera antecedente ai fatti, avesse provato a togliersi la vita sui binari della metro salvo poi essere ricondotta sulla banchina da alcuni dipendenti di ATM. Inoltre, appena due mesi fa, la 18enne era stata ricoverata all'ospedale Mangiagalli per un ematoma all'occhio e altre estese tumefazioni al corpo dopo una lite col convivente. Ora, la giovane si trova in una struttura protetta e può occuparsi serenamente della sua gravidanza.




Quelle ragazze uccise in nome della Sharia di cui nessuno parla
Michael Sfaradi
28 maggio 2020

https://www.nicolaporro.it/quelle-ragaz ... uno-parla/


La notizia più triste degli ultimi giorni arriva dall’Iran, per la precisio’e ne dalla piccola città di Haviq, capitale del distretto di Haviq, nella contea di Talesh, nella provincia di Gilan. Romina lnorme differenza di età fra i due, ma bisogna considerare che a certe latitudini, e soprattutto in zone rurali come quella dove si è svolta la vicenda, enormi differenze di età nelle coppie è una normalità.Ashrafi, una ragazzina di tredici anni, ha avuto la disastrosa idea di scappare di casa con l’uomo di cui si era innamorata, Bahman Khavari di 35 anni. Per la nostra mentalità la prima cosa che salta agli occhi è

Dopo che il padre di lei, e di conseguenza tutta la famiglia, si era rifiutato di accettare la relazione, la ragazza era scappata di casa. Ancora non è chiaro se si è trattata di una fuga in solitaria o insieme all’uomo. Praticamente quella che un tempo nel sud Italia veniva chiamata “Fuitina”. I familiari della giovane, con la chiara intenzione di continuare a ostacolare questa relazione, hanno sporto denuncia e la ragazza, dopo essere stata convocata dalla polizia locale, è comparsa davanti a un giudice che ha deciso di rimandarla a casa e lo ha fatto nonostante le grida disperate della giovane che, considerando il temperamento violento del padre, ha fatto di tutto per spiegare il pericolo in cui si sarebbe trovata.

Il giudice, nell’obbligarla a tornare a casa dei genitori, l’ha condannata a morte e quasi sicuramente ha emesso la sua sentenza consapevole di quelle che sarebbero state poi le conseguenze perché giovedì scorso, mentre Romina dormiva sul suo letto, il padre, con l’intento di ristabilire l’onore della famiglia, l’ha sgozzata nel sonno. Romina Ashrafi, è giusto ripetere il suo nome, di tredici anni, è stata sgozzata nel sonno da un padre che ha barattato il suo “onore” con la vita della figlia. Il padre assassino si è poi consegnato alle autorità ben sapendo che, in base alla Sharia che in quel momento lo vedeva come “guardiano” della vittima, non sarà condannato a pene severe. Per cui non c’è alcuna speranza che la povera Romina possa avere giustizia.

Ciò che lascia basiti è che come genitore il nome del padre, cioè dell’assassino, appare in primo piano sul necrologio della povera ragazza. Un ulteriore sfregio alla memoria di chi, nonostante la sua giovane età, ha avuto la sola colpa di essersi innamorata di una persona non gradita al suo nucleo famigliare. L’errore, lasciatemelo dire, sarebbe considerare questo episodio lontano da noi, frutto di mentalità lontane dalla nostra. Perché se è vero che la nostra mentalità è lontana culturalmente da simili barbarie, negli ultimi anni, almeno geograficamente, è costretta a convivere con modi di pensare molto simili a quelli che hanno ucciso Romina Ashrafi.

Casi simili sono accaduti e accadono continuamente anche in Occidente. Per esempio sappiamo perfettamente dove ha avuto origine la moda di distruggere il volto, molte volte anche con la perdita della vista in uno o di entrambi gli occhi, lanciando acido in faccia alle ex fidanzate e, ultimamente, anche a ex fidanzati. Prova che questo tipo di violenza attecchisce facilmente senza distinzione di sesso. Ma peggio ancora, perché al peggio non c’è mai fine, il rito dello sgozzamento, come capretti al macello, è arrivato da noi in occidente, e cose che non si vedevano da decenni sono improvvisamente tornate in auge. Solo per fare qualche esempio è giusto ricordare il caso di Laura Paumier e Mauranne Harel sgozzate a Marsiglia davanti al piazzale della stazione ferroviaria Saint-Charles il primo ottobre 2017 da Ahmed Hanachi, un clandestino che anziché libero di muoversi e armato di coltello, visti i suoi precedenti avrebbe dovuto essere rinchiuso in un centro detentivo.

L’arte dello sgozzamento, purtroppo, è arrivato anche in Italia, e visto che ne parliamo è giusto ricordare Hina Saleem che l’11 agosto del 2006 fu scannata dal padre nel bresciano perché voleva vivere e vestire all’occidentale, con la madre che all’apertura del processo dichiarava alla stampa di capire e perdonare il marito per ciò che aveva fatto. Le aveva ammazzato una figlia e lei lo capiva e perdonava. È giusto anche ricordare Sana Cheema, cresciuta a Brescia, che all’età di venticinque anni è stata assassinata dal padre e dal fratello a Gujrat in Pakistan, sua città natale, perché voleva sposarsi con un ragazzo italiano.

Per consumare il delitto il padre e il fratello hanno atteso il momento giusto e lo hanno eseguito su terra islamica, dove la società era più disposta a capire le motivazioni del gesto. Il processo in Pakistan per questo spietato omicidio si è concluso con un nulla di fatto, mentre in Italia, dove la ragazza risiedeva, la magistratura avrebbe voluto mettere i due assassini alla sbarra ma, come riporta La Repubblica del 15 ottobre 2019, Mustafa Gulham, 50 anni, il padre di Sana e il trentaduenne Adnan, fratello della vittima, non sono più reperibili.

Siccome per legge il processo italiano non può partire se non c’è certezza della notifica agli indagati dell’avviso di conclusione indagini, tutto rimarrà probabilmente lettera morta. Per cui per Romina Ashrafi, Hina Sallem e Sana Cheema, uccise in posti lontani fra loro e in momenti diversi con un comune denominatore, cioè un coltello in gola guidato da mentalità malate, non ci sarà mai giustizia. Almeno quella degli uomini per ciò che riguarda l’Onnipotente possiamo solo aspettare con fede.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » gio lug 16, 2020 5:44 am

Cinco detenidos tras arrebatar el reloj a golpes a un transeúnte en el Raval
El Periódico
7 giugno 2020

https://www.elperiodico.com/es/barcelon ... =btn-share

Los Mossos d'Esquadra han detenido este domingo a cinco personas por presuntamente asaltar a un hombre que paseaba por la Rambla del Raval de Barcelona para tratar de robarle un reloj de pulsera, ha informado la policía catalanas.

La víctima ha sido agredida a golpes y tirada al suelo, so bre las 17.45 horas, mientras su pareja pedía auxilio, ha informado Ser Catalunya, que ha difundido un vídeo del suceso en su perfil de Twitter.
Heridas leves

A los detenidos, todos ellos jóvenes marroquís, se les atribuye un presunto robo con violencia en grado de tentativa, puesto que los agentes que había por la zona han podido recuperar el reloj en el momento de las detenciones. Para realizarlas han intervenido varias patrullas ya que los agresores huyeron corriendo del lugar. La víctima ha sufrido lesiones leves.


Cinque arrestati dopo aver picchiato un passante nel Raval
El Periódico

I Mossos d'Esquadra hanno arrestato cinque persone domenica per aver presumibilmente aggredito un uomo che stava camminando lungo la Rambla del Raval di Barcellona per cercare di rubare un orologio da polso, ha detto la polizia catalana.

La vittima è stata picchiata e gettata a terra, sotto le 17.45, mentre il suo compagno ha chiesto aiuto, ha riferito Ser Catalunya, che ha rilasciato un video dell'evento sul suo profilo Twitter.

Gli arrestati, tutti giovani marocchini, sono accusati di essere stati derubati con tentata violenza, poiché gli agenti della zona sono riusciti a recuperare l'orologio al momento degli arresti. Negli arresti sono state coinvolte diverse pattuglie, poiché gli aggressori sono fuggiti dalla zona. La vittima ha subito lievi lesioni.
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Re: Crimini e dełiti dei migranti clandestini e refuxanti

Messaggioda Berto » gio lug 16, 2020 5:44 am

Il nascondiglio del pusher? È nella chiesa del prete dei migranti
Federico Garau
Mar, 23/06/2020

https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... 72445.html


Un pusher nigeriano di 27 annni, ospite del parroco di Vicofaro, utilizzava il confessionale per occultare oggetti rubati e materiale per il confezionamento delle dosi da rivendere. Lo stesso Biancalani ha ammesso che da tempo quelle chiavi erano sparite

In possesso di regolare permesso di soggiorno e ospite del centro d'accoglienza messo in piedi da Don Massimo Biancalani, un pusher nigeriano è finito in manette durante la mattinata dello scorso sabato 20 giugno dopo che da tempo le forze dell'ordine seguivano i suoi spostamenti.

Quello che è stato ribattezzato come lo "spacciatore in mountain bike", visto il mezzo preferibilmente utilizzato per smerciare droga in particolar modo nella zona della stazione ferroviaria di Pistoia Ovest, era stato segnalato in più di un'occasione dai residenti esasperati. Durante un'operazione di pattugliamento del territorio, svolta proprio tra la stazione e la biblioteca San Giorgio, l'attenzione degli uomini della questura è stata attirata dalla sospetta presenza di alcuni soggetti da tempo noti come consumatori abituali di sostanze stupefacenti.

Dopo essersi fermati lungo via dello Spartitoio, i poliziotti hanno visto il nigeriano avvicinarsi ai tossicodipendenti in sella alla sua bici. Resosi conto della presenza degli agenti, tuttavia, il nigeriano ha subito cercato di fuggire dal posto e far perdere le proprie tracce: per farlo non ha neppure esitato a passare col semaforo rosso in viale Adua.

Un tentativo rivelatosi del tutto vano, dato che gli uomini della questura sono riusciti in breve a raggiungerlo ed a bloccarlo. Per nulla disposto a darsi per vinto, il pusher straniero ha cercato di divincolarsi e scappare senza, tuttavia, mai lasciare la sua bicicletta, di certo troppo ingombrante da portare via con sè in un piano di fuga. Un atteggiamento decisamente sospetto, che ha spinto i poliziotti ad effettuare dei controlli anche sul mezzo. Occultati all'interno del manubrio tre involucri contenenti altrettanti dosi di eroina, pronte per essere spacciate.

Ciò che è più grave, tuttavia, è il fatto che, stando a quanto riferito da "Il Tirreno", il nascondiglio utilizzato dal 27enne per occultare il materiale per il confezionamento delle dosi di droga da rivendere, oltre a qualche oggetto rubato, era all'interno di un confessionale di Vicofaro. Lo stesso Don Massimo Biancalani avrebbe riferito agli inquirenti che da tempo quel confessionale era chiuso e le chiavi dello stesso risultavano irreperibili.

Il nigeriano è stato quindi tratto in arresto e trasferito dietro le sbarre del carcere pistoiese di Santa Caterina in Brana, dove resta a disposizione degli inquirenti.

"L'ospite del prete toscano che canta "Bella Ciao" in chiesa, adora i clandestini e vorrebbe accogliere tutta l'Africa in Italia? Spacciava e usava il confessionale come nascondiglio! Bel modello di "integrazione", proprio un bell'ambientino, complimenti", commenta Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook.

"È stato accolto nella chiesa di Vicofaro (Pistoia) dal noto prete anti-leghista don Biancalani, ma è stato arrestato perchè spacciava droga e nascondeva eroina nel confessionale", ha aggiunto poi come riportato da "Nova". "È successo a un nigeriano di 27 anni, tra i tanti che il sacerdote ha deciso di ospitare: chissà se anche questo pusher era stato portato in piscina dal don. Grazie ai decreti Sicurezza, di cui sono orgoglioso, se un richiedente asilo commette gravi reati può essere subito espulso. La maggioranza non si azzardi a cancellarli", ha concluso il leader del Carroccio.

Di poco fa la replica piccata di Biancalani, che promette querele contro Salvini e contro la candidata per le Regionali in Toscana Susanna Ceccardi, che lo aveva attaccato. "Un luogo di culto trasformato in centro di spaccio? Sono pronto a querelare Susanna Ceccardi per questa dichiarazione che ritengo diffamante. Non sono mica un delinquente. Io aiuto persone che ne hanno bisogno, non certo gli spacciatori. Ero presente all'ispezione della polizia nel confessionale e l'unica cosa che c'era sotto il sedile era un sacchettino di plastica da spesa, insieme ad altre cose. Ma non c'era traccia di droga", riferisce ad Agi il parroco di Vicofaro.

"Il ragazzo che noi abbiamo ospitato è stato fermato sabato e trovato con delle dosi di droga. Ha detto che dormiva da noi. Ho confermato alla polizia che questo ragazzo stava da noi per carità, perché noi ospitiamo tanti ragazzi che sono stati estromessi dai percorsi di accoglienza", aggiunge Biancalani, che poi se la prende con la Ceccardi."La sua è una inaccettabile strumentalizzazione di una vicenda complessa. Dovrebbe invece ringraziarci per il servizio di accoglienza che offriamo a tante persone abbandonate dalle istituzioni. Noi rimediamo alle storture dei decreti Salviniani. Spero che i cittadini toscani si rendano conto del livello di questi politici e che non mettano loro in mano la Regione. Queste persone non possono avere un ruolo pubblico, a prescindere dal colore politico".

"Io non sono mica un delinquente", conclude il parroco."Sto cercando da solo e senza contributi dello Stato di aiutare delle persone abbandonate dalle istituzioni. So benissimo che ci sono dei rischi, possono esserci mele marce, ma spero che questo ragazzo possa cambiare vita una volta che avrà scontato quello che c'è da scontare. Spero che le forze democratiche intervengano e si facciano sentire. Don Biancalani non è uno spacciatore".
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