Carola Rakete agì correttamente": le motivazioni della Cassazione sul caso Sea WatchLe motivazioni che hanno portato la Corte all'annullamento dell'ordine di arresto emesso dalla procura di Agrigento. Salvini: "Incredibile che la Cassazione giustifichi lo speronamento"
di ALESSANDRA ZINITI
20 febbraio 2020
https://www.repubblica.it/cronaca/2020/ ... SCCY96osBkCarola Rackete agì correttamente "seguendo le disposizioni sul salvataggio in mare perché l'obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell'atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare ma comporta l'obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro".
Ecco perché un mese fa la Corte di Cassazione ha annullato l'ordine di arresto emesso ad agosto dalla Procura di Agrigento nei confronti della comandante della Sea Watch dopo che Rackete, quasi scontrandosi con una motovedetta della Guardia di finanza che le sbarrava il passo, aveva forzato il divieto di ingresso firmato da Matteo Salvini e portato la nave della Ong tedesca fino al molo di Lampedusa per sbarcare i migranti soccorsi diversi giorni prima.
Carola Rackete, dunque, dice la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi, ha agito "in adempimento del dovere di soccorso in mare". Non solo. Aggiungono i supremi giudici che queste sono due disposizioni ben conosciute anche da coloro che, per servizio, operano in mare svolgendo attività di polizia marittima "in una situazione nella quale la causa di giustificazione era più che verosimilmente esistente".
Le motivazioni che scagionano Rackete arrivano nel giorno in cui la Procura di Catania ha depositato all'ufficio del gip la richiesta di fissazione dell'udienza preliminare per il caso Gregoretti dopo aver ricevuto da Palazzo Madama il fascicolo processuale con il nullaosta a procedere nei confronti dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e abuso in atti d'ufficio. Il presidente dei gip Nunzio Sarpietro dovrà adesso fissare la data dell'udienza.
La Cassazione "chiarisce che una nave non è un luogo sicuro e, tantomeno, il luogo dove si esaurisce l'onere di assistere i naufraghi. Un assunto che è stato violato ripetutamente dalle disposizioni del governo precedente e di questo", commenta la portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi, chiedendo che a questo punto si "faccia luce sulla catena di comando per risalire a chi impartì l'ordine di ostacolare l'ingresso in porto della Sea Watch 3".
"Siamo ostaggi del vuoto lasciato nel Mediterraneo Centrale, dove le autorità ignorano le nostre richieste di coordinamento" e non assegnano il porto fino a quando non verrà raggiunto "l'ennesimo accordo ad hoc tra gli stati membri per la redistribuzione dei naufraghi". Una violazione, conclude Linardi, che "impedisce ai capitani di adempiere al proprio dovere, come ribadito dalla Corte"
"Pare che la Cassazione, nelle motivazioni, dica che Rackete non andava arrestata, che 'non ha commesso reato perché al comando della nave c'era un maresciallo della Finanza e non un comandante', quindi si giustifica lo speronamento. Le voglio leggere queste motivazioni", ha commentato Salvini, parlando nel corso di una conferenza stampa a Chieti. "Ma quelli rischiavano di essere schiacciati come vermi, incredibile", prosegue il leader della Lega, riferendosi a quanto accaduto il 29 giugno.
Carola Rackete, Cassazione: ha rispettato le regole del 'salvataggio in mare che comporta l'obbligo di sbarcare naufraghi in luogo sicuro' 20/02/2020
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/0 ... o/5712002/ La decisione di entrare nel porto di Lampedusa ignorando il divieto del ministero dell’Interno e forzando il blocco navale della Guardia di Finanza è stata presa nel rispetto delle disposizioni sul “salvataggio in mare”. Lo spiega la Corte di Cassazione nelle motivazioni sul ‘no’ all’arresto di Carola Rackete, la comandante della nave della ong Sea Watch con 40 migranti a bordo accusata di aver forzato il blocco navale della motovedetta della Guardia di Finanza che le impediva l’accesso al porto dell’isola siciliana.
La decisione, spiega la Suprema Corte, è legata al fatto che “l’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro“.
Secondo gli ermellini, inoltre, è stata anche legittimamente esclusa la natura di nave da guerra della motovedetta perché al comando non c’era un ufficiale della Marina Militare, come prescrivono le norme, ma un maresciallo delle Fiamme Gialle. Dunque Rackete ha agito in maniera “giustificata” dal rischio di pericolo per le vite dei migranti a bordo della sua nave.
Nel corso di una conferenza stampa a Chieti, in Abruzzo, anche Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno che promuoveva la politica dei porti chiusi che tentò di impedire a Rackete di entrare nel porto di Lampedusa, ha commentato la notizia: “Pare che la Cassazione, nelle motivazioni, dice che Rackete non andava arrestata, che ‘non ha commesso reato perché al comando della nave c’era un maresciallo della Finanza e non un comandante’, quindi si giustifica lo speronamento, le voglio leggere queste motivazioni. Ma quelli rischiavano di essere schiacciati come vermi, incredibile”.
Gregoretti, le toghe adesso hanno fretta: chiesta l'udienza per SalviniMauro Indelicato - Gio, 20/02/2020
https://www.ilgiornale.it/news/cronache ... p8teAx4WHkGli uffici del Gip di Catania hanno ricevuto la richiesta ufficiale della procura di fissare un'udienza preliminare nell'ambito del procedimento su Matteo Salvini, accusato sul caso Gregoretti di sequestro di persona
Potrebbe entrare a breve nel vivo il procedimento nei confronti dell’ex ministro Matteo Salvini sul caso relativo alla nave Gregoretti.
Nelle scorse ore infatti, da Catania è giunta la notizia secondo cui la procura del capoluogo etneo ha depositato la richiesta di fissazione dell’udienza preliminare proprio per il segretario del carroccio. Tale richiesta, depositata ufficialmente nella segreteria del giudice per le indagini preliminari, è giunta dunque una settimana dopo il via libera accordato dal Senato al proseguimento del procedimento nei confronti dello stesso Salvini.
In quell’occasione infatti, i senatori non hanno concesso l’immunità parlamentare per l’ex ministro e dunque il fascicolo riguardante il caso Gregoretti è tornato a Catania. Da qui, come si ricorderà, nello scorso mese di dicembre il tribunale dei ministri insediato nella città etnea aveva fatto partire la richiesta al Senato per poter procedere contro il numero uno della Lega.
Il caso Gregoretti è legato a quanto accaduto nel luglio del 2019: in quell’occasione, in particolare, in qualità del ministro dell’interno Matteo Salvini ha negato lo sbarco dei migranti a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera. Il mezzo, attraccato ad Augusta, per diversi giorni ha quindi trattenuto al suo interno i migranti salvati pochi giorni prima nel Mediterraneo.
Dopo un fascicolo aperto dalla procura di Siracusa, l’indagine è passata a Catania. Nel mirino è subito finito l’ex titolare del Viminale, accusato di sequestro di persona. Nonostante la stessa procura di Catania aveva chiesto l’archiviazione per Salvini, il tribunale dei ministri ha invece, come detto in precedenza, inviato al Senato la richiesta per poter procedere nei suoi confronti.
La richiesta di fissazione dell’udienza preliminare per il segretario leghista è il primo passo del procedimento riavviato dalla procura catanese dopo il voto dei senatori dello scorso 12 febbraio. Così come riportato dall’agenzia Agi, il presidente dei Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, sta adesso studiando il fascicolo ma ancora nessuna data sarebbe stata fissata.
Il caso Gregoretti non è l’unico che al momento coinvolge l’ex ministro Salvini. Il prossimo 26 febbraio infatti, il Senato voterà circa una nuova richiesta questa volta arrivata dal tribunale dei ministri di Palermo e che riguarda il caso Open Arms.
Anche in questa vicenda Matteo Salvini è stato accusato di sequestro di persona. Se i senatori daranno nuovamente il via libera, si aprirà dunque la possibilità per l’ex titolare dell’interno di andare incontro ad un nuovo procedimento. I fatti contestati sulla Open Arms risalgono allo scorso mese di agosto e, in particolare, agli ultimi giorni in cui Salvini è stato membro del governo.