Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito

Re: Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito

Messaggioda Berto » dom ago 25, 2019 8:15 am

IL MITO, LA LIBERTA’, LA GIUSTIZIA - IL MITO DELLA SERENISSIMA
01/04/2013
Alessio Morosin


http://indipendenzaveneta.net/il-mito-l ... -giustizia

Senza timore di esagerare si può dire che la Repubblica Veneta – la Serenissima fu un vero e proprio mito ineguagliato ed ineguagliabile.

Un mito nato dalla armoniosa e straordinaria integrazione fra popolo e governo così efficace e sapiente da arricchire la Nazione in tutte le sue espressioni: dalla capitale Venezia, città unica, di incomparabile bellezza, con palazzi imponenti e sontuosi costruiti tra le acque della laguna, alle sue floride attività di commerci marittimi, dei grandi artisti (Tiziano, Tiepolo, Veronese, Tintoretto, Palladio, Vivaldi), ai grandi statisti come Andrea Gritti (doge dal 1523 al 1539), ai valorosi personaggi d’arme come il Comandante Francesco Morosini, detto il Peloponnesiaco, capitano generale da mar (1619-1694), “il più grandi di tutti” (secondo Alvise Zorzi in “La storia di Venezia” pag. 415).

La Serenissima Nazione Veneta si era data una formula di governo che potremmo qualificare oligarchica ma al tempo stesso anche democratica ove i legami tra legislatori e cittadini erano vissuti e gestiti non nel quadro di una regolazione dei rapporti fine a se stessa bensì intorno al supremo valore del Bene Comune ove la Libertà e la Giustizia non avevano un significato dichiarativo ma operativo, concreto, reale, tangibile e per questo voluto, prima ancora che accettato, dalla Comunità dei Governati e dei Governanti.

LA LIBERTÀ A VENEZIA

Nell’opera “La città e la Repubblica di Venezia”, pubblicata ad Amsterdam, l’ambasciatore francese Alessandro Limojon de Saint Didier scrive che “qui (a Venezia) la parola libertà è sulla bocca di tutti”.

I cittadini della Repubblica erano e si sentivano liberi perché nessuno a Venezia riusciva a detenere da solo tutto il potere di governo in quanto tutte le varie magistrature erano regolate da congegni elettorali assai complessi ed operavano in forza di processi e meccanismi decisionali ispirati esclusivamente al Bene Comune della Nazione e della cosa pubblica, che poi di fatto si traduceva nel Bene dei Cittadini Veneti.

Indubbiamente la continuità istituzionale della Serenissima ha rappresentato e rappresenta ancor oggi un vero unicum nella storia dei popoli.

Renzo Tramaglino, traghettando impaziente da una sponda all’altra dell’Adda per porsi in salvo, allorché tocca la riva Veneta, si sente rassicurare dal pescatore che lo accompagna perché ha raggiunto la terra della libertà: “Terra di San Marco”. Renzo risponde rasserenato: “Viva San Marco!” (“I promessi sposi” Alessandro Manzoni capitolo XVI).

LA GIUSTIZIA A VENEZIA

Le testimonianze su questo importante versante della vita della Comunità Veneta sono alquanto eloquenti.

Colpisce innanzitutto l’equilibrio del sistema giudiziario per cui chi deteneva una certa competenza giudiziaria era a sua volta sottoposto a rigoroso controllo e soprattutto le magistrature avevano durata molto breve e non erano raggiungibili con operazioni di scalata.

Poiché le Istituzioni della Repubblica Veneta erano ispirate con rigore solo al Bene Pubblico ed operavano in osservanza a spontanee regole etiche esse non consentivano la nascita, come oggi, delle vituperate caste.

L’interrogativo “Quis custodiet ipsos custodies?”, che da Giovenale in poi molti si erano posti, a Venezia è stato risolto in modo ammirevole ed efficace perché il Bene della Repubblica doveva essere anteposto ad ogni altro interesse!

Proprio nell’amministrazione della Giustizia la Repubblica Veneta aveva stupito i suoi osservatori.

L’ambasciatore francese Limojon de Saint Didier scrisse, infatti, che a Venezia “sembra si dedichi più interesse all’intera istruttoria del processo che non a trovare il colpevole. Solo quando si sono raccolte tutte le prove necessarie si procederà all’arresto” perché “… a Venezia ci si preoccupa meno di castigare che di non commettere errori giudiziari”.

E ancora, già dal 1275, il Doge doveva assicurare che i processi si svolgessero al massimo “entro un mese” dall’arresto del colpevole.

Perfino il moderno istituto della difesa gratuita dell’avvocato d’ufficio a Venezia esisteva già dal 1401.

Sul libro aperto sotto la zampa destra di un maestoso leone marciano rappresentato in una tela del 1415 di Jacobello del Fiore, si legge a proposito della Giustizia della Serenissima: “Qui si lascia da parte l’odio, ogni gelosia e impetuosità. Qui si punisce il delitto bilanciato sull’ago della verità”.

E di fronte all’errore giudiziario commesso in danno del fornaio Pietro Faciol, impiccato innocente il 22.03.1507, fu stabilito l’obbligo di ammonire i giudici, a voce e per iscritto, prima di ogni sentenza capitale con la frase: “Recordéve del povero fonaretto!”.

Alessio Morosin
Presidente Onorario di Indipendenza Veneta


Alberto Pento

Io mi preoccupo di più dei venetisti fanfaroni e venditori di illusioni, degli ingannatori, degli aprofittatori e caregari, del mitomani, invasati e fanatici, degli ignoranti presuntuosi e arroganti, degli antidemocratici e illiberali, dei filo nazi maomettani e degli antisemiti, dei bugiardi, dei falsificatori della storia.

Io poi non confonderei le ribellioni, le sollevazioni, le rivolte alle angherie o di classe con le insorgenze di un popolo contro un dominio straniero, per liberarsi, essere indipendenti e avere la sovranità politica, sono cose diverse, completamente diverse.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito

Messaggioda Berto » dom ago 25, 2019 8:15 am

https://www.facebook.com/groups/2376236 ... on_generic


Alberto Pento
Infatti sono i contenuti che contano per chi ragiona con la sua testa e non per dogmi e miti.
Infatti io non posto nulla di personale, della mia vita privata, nemmeno la mia fotografia, a parte il mio pensiero sulle cose comuni di storia, cultura, politica, spiritualità, ecc. .

La mia vita privata la vivo fuori dei social ed è un affare solo mio, della mia famiglia e dei miei amici.


Raffaello Domenichini
Alberto Pento Coerente.


Mazarol Veneto
Alberto Pento ogni tant te dixi robe inteigenti,me par strano che quando che te dixi monae no te lo fasi aposta,sensa miti ne distorsion dea storia te digo sol na masima,par mi importante,l'on libero varda come al leon,al scolta co e un savio e al dorme come un putin!WSM!!!


Maurizio Bedin
Mazarol Veneto troll... Professionista!

Alberto Pento
La verità per i falsari, i creduloni, gli invasati e gli idolatri, ha sempre le sembianze di un troll o di una trolla.
Inoltre: la verità non è mai offensiva; solo i criminali si sentono offesi dalla verità, solo il male si sente offeso dal bene.


Mazarol Veneto
Alberto Pento l'importante l'e no vender al mal par ben!


Alberto Pento
Io non vendo nulla, poi la verità spesso fa male ma non per questo è un male e non un bene. Di solito la verità produce bene anche se è un male momentaneo o apparente.

Mazarol Veneto
Alberto Pento vedi io per anni ho fatto il direttore commerciale per varie aziende,ho sempre insegnato ai miei agenti,che per vendere bene e per molto tempo i nostri prodotti,dovevano ecidenziarne le qualità non disprezzare mai la concorrenza,ed è quello che continuo a fare anche ora con la storia del mio popolo,essere critici serve,ma essere denigrati mi fà imbestialire!


Alberto Pento
Mi dispiace ma sulla verità storica e su queste cose civili che riguardano tutti non esiste concorrenza, sul da farsi per il bene comune non esiste concorrenza, la concorrenza esiste tra i politicanti, i fanfaroni, i caregari, i cercatori di potere di supremazia e di fama, i sopraffatori e gli approfittatori.


Alberto Pento
La storia di Verona, di Vicenza, di Padova, di Belluno, di Treviso, di Rovigo, la storia non veneziana di queste città che costituiscono la gran parte del Veneto e dei veneti la conosci, l'hai studiata?
Le diversità tra i veneti terrestri e i veneti marittimi l'hai studiata?
Le responsabilità storiche di Venezia e della Serenissima le hai studiate?

Mazarol Veneto
Alberto Pento guarda,non ricominciare perchè,visto che sono nato,come Mazarol, il 5-11-551 a.c. figlio di Reithia e di Tiglio, la storia del popolo Veneto l'ho vissuta non ho bisogno di leggerla su internet! Visto l'età puoi anche capire le mie difficoltà di comunicare con i moderni mezzi tecnologici,ma mi alleno e non sono scemo!


Alberto Pento
Le genti venete sono ben altro da Reithia e il tiglio.


Mazarol Veneto
Alberto Pento appunto! Sono ben altro e ben di più di Venezia della Serenissima,di Aquileia di Altino,sono un popolo che ha molta più storia di quella ripotata sui libri o riscontrata dai reperti,far capire e conoscere tutto ciò è il programma che mi s…Altro...


Pietro Alvise Gaggio Mazarol Veneto WSM

Mazarol Veneto
Pietro Alvise Gaggio secia Veneta,situla pai latini!

Pietro Alvise Gaggio Mazarol Veneto I precursori ...

Gino Quarelo
No no, non la preistoria o la protostoria e la mitizzazione di Reitia e dell'albero sacro, ma della storia, dopo la fine dell'Impero romano d'occidente, 930 anni di storia delle città venete di Verona, Padova, Treviso, Belluno, Vicenza e Rovigo, della grande epopea delle migrazioni germaniche del loro insediamento in terra veneta, dei ducati veneto longobardi, del periodo franco carolingio, del Sacro Romano Impero, della formazione dei castelli che caratterizzano la terra veneta forse più delle ville venete, dell'età comunale con la sua democrazia e la formazione delle istituzioni repubblicane con le loro sale comuni nei palazzi civici, delle successive signorie cittadine, degli uomini che hanno governato e dato lustro alla terra veneta non lagunare e non veneziana.
Nessuno di voi conosce queste storie, queste lunghe e grandi storie, è ora che si imparino, perché non esiste solo la storia di Venezia e della Serenissima.
Si tratta di 37 generazioni di storia dei veneti fuori della Serenissima contro 16 generazioni di veneti con la Serenissima.
Storia che non va trascurata, omessa, nascosta, cancellata o falsificata e che vale tanto quanto quella del periodo successivo con la Serenissima.


Pietro Alvise Gaggio
Gino Quarelo, ma secondo te: Eraclia, Equilio, Metamauco, Fossa Clodia, la Venetia, Murano, Costanziaca, Ammiana, Gaia, da chi furono fondate e abitate ? Forse da babbo o dagli extraterrestri ?
La storia di Venezia esisteva come Capitale composta dalle genti Venete che si sono rifugiate nelle lagune, e che, nel contesto, fa parte indissolubile della storia millenaria dello Stato Veneto

Gino Quarelo
Solo un minima parte, molto meno del 10% dei veneti di terra sono confluiti nelle lagune lungo i secoli; la maggior parete delle genti venete è rimasta a casa sua e non si è mai mossa:
El falbo mito sol popoƚamento de ƚa lagouna veneta

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 176&t=1276

Lo stato veneto non ha alcuna storia millenaria.
Venezia sino al 1200 si chiamava Rivoalto ed era una città comunale come tutte le altre, Venezia soggetta all'Impero bizantino, le altre città venete soggette all'Impero germanico.
Poi Venezia si è gradualmente resa indipendente da Bisanzio pur restandovi molto legata anche economicamente, come le città venete si sono rese indipendenti dall'Impero germanico.


Mazarol Veneto
Ma secondo tè quando arrivano i "barbari" tutto il popolo scappa? O se la svignano solo cuelli che governano con le loro maestranze!? Quindi se la maggior parte del popolo rimane,cosa fà diventa,unno,goto o longobardo? O rimane per la maggior parte Veneto dove vivono i Veneti e Celto dove vivono i celti!?

Alberto Pento
Non esistono documenti letterari o iconografici coevi delle invasioni degli Unni di Attila e delle successive migrazioni dei germani (a cominciare dai Goti e poi dai Longobardi);
tanto meno testimonianze archeologiche che attestino di stermini di massa, distruzioni apocalittiche in area veneta e di esodi massicci in laguna veneta, specialmente per quanto riguarda le migrazioni dei germani nel V e nel VI secolo.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito

Messaggioda Berto » dom ago 25, 2019 8:16 am

La fine dell'impero romano e il mito dei barbari invasori
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =111&t=378


Il Medioevo e i cosidetti "Barbari" il cui nome generico è Germani
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 6620739979
Il Medioevo e i cosidetti "Barbari" il cui nome generico è Germani


Il Medioevo fu un periodo così buio e degradato come ce l'hanno raccontata finora oppure fu ben altro?
E i barbari che presero in mano l'Europa dopo la fine dell'Impero Romano furono così "barbari = incivili, brutti e cattivi" come ce l'hanno raccontata finora oppure furono ben altro?
L'Impero Romano fu un paradiso o cos'altro e i romani furono così civili e diversi dai barbari o furono ben altro, e perché terminò o crollò l'impero romano forse perché non era poi una costruzione così perfetta come ce l'hanno raccontata finora?
Per l'Europa fu un bene o un male la fine dell'Impero Romano e l'inizio dei Regni e degli Imperi Barbarici o Germani?


Sette luoghi comuni sul Medioevo di Raffaele Buscemi, 6 luglio 2015
http://www.documentazione.info/sette-lu ... l-medioevo
“Non siamo mica nel Medioevo!”. Quante volte abbiamo sentito questa frase quando qualcuno vuole indicare oscurantismo e arretratezza?


Falbarie so' el mexoevo
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 136&t=1742



Da ła Venesia de mar bixantina a ła Repiovega Veneta venesiana
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 137&t=1783

Il ducato della Venezia Marittima, Rivoalto-Venezia, l'impero della Serenissima e Bisanzio
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =49&t=2803

El stado veneto a domegnansa venesiana
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 184&t=1416




Ciò su cui sono d'accordo la maggior parte degli storici ben informati è che a cavallo tra il III e il VII secolo d.C.
nell'Europa romana d'occidente vi sono stati una serie concomitante di eventi che hanno ridotto la popolazione di circa la metà:
1) crisi amministrativa, finanziaria e fiscale, economica e agricola e socio politica dello stato imperiale romano con immiserimento generale accompagnato da rivolte sociali;
2) invasioni degli unni (mongoli) con scorribande di altre tribù dall'area germanica e slava;
3) variazione climatica con alluvioni (che hanno cambiato il corso dei fiumi come la Piave, l'Adige, il Po, modifiche della laguna e dell'area costiera) con carestia da fame, malattia e morte;
4) pestilenze pandemiche gravi;
5) guerre sociali e civili;
6) migrazioni germaniche con le relative guerre con i romani d'occidente e d'oriente (impero bizantino) in area italica con ulteriore impoverimento da guerra; migrazioni che in parte hanno ripopolato le terre abbandonate, non più coltivate, i paesi e le città spopolatesi.

Io ho fatto un conto a spanne nella provincia della Venetia et Histria (compreso l'area dell'odierna Slovenia) dovevano forse esserci circa 2,4 milioni di abitanti; nella Venetia circa 1,5 milioni e nella parte corrispondente all'odierno Veneto circa 800 mila persone che si erano ridotte a 400 mila circa.
La penisola italica era passata da circa 8 milioni di persone a soli 4 milioni.

Na ‘olta, coanti omani ente ła tera veneta?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... f=49&t=361




La storia è materia delicata e complessa, gli approcci semplificanti e le interpretazioni favolistiche e mitologiche e mitizzanti non aiutano a fare chiarezza ma generalmente la complicano, la deformano e la falsificano.


Maurizio Bedin
Gino Quarelo me basta aver vissuo una generaxion soto i to amissi taliani... E ghi no xa na passua... Bastaaaa!

Da notare ke come riferimento el mete sempre el so sito web... Parkè el xe el suo de lu Gino, Alberto e forse ancs queo novo. No altre fonti, tipo Norwich, Laven, Lane, Romanin, etc.

Gino Quarelo casso... Te si d'accordo co sti storici!!
I ga da esar onorati de cotanto onor... Sti poareti che ga trovà la to aprovaxion.. Che culo, ah ?
Ma te lèxito??? La to arogansa la xe... No vojo ofendar nissun, varda...

Alberto Pento
Lo stereotipo dell'invasione barbarica che avrebbe spinto le genti veneto-romane a rifugiarsi nelle lagune è stato adottato da tanti studiosi/autori storici antichi e moderni, ma non per questo deve corrispondere al vero.
Gli stereotipi storici sono tanti e in maggioranza sono falsi, privi di riscontri e intrinsecamente contradditori e inconsistenti (spesso inventati dall'ignoranza per riempire vuoti di conoscenza e ideologicamente motivati), proprio come questo e tanti altri tra cui:
1) Roma ha portato la civiltà, il diritto, la cultura, le istituzioni, la lingua e la tecnologia alle genti venete;
2) le variegate genti venete con la romanizzazione sono scomparse e sono divenute romane;
3) l'Impero romano d'occidente è crollato per colpa dei barbari;
4) i migranti invasori germani (goti e longobardi) erano barbari e incivili hanno conquistato l'Italia con la forza della violenza bruta e poi dopo per fortuna sono scomparsi senza lasciare traccia, discendenti, tradizioni e istituzioni, se non un brutto ricordo;
5) le genti venete si sono rifugiate tutte in laguna e una parte poi alla scomparsa degli invasori germani barbari sarebbero ritornate nella terra ferma (come se le lagune potessero dare rifugio e sostentamento a centinaia di migliaia di persone);
6) la veneticità (o specificità culturale/etnica veneta) si è salvata e conservata nelle lagune e poi ci è stata ritrasmessa da Venezia;
7) ...


Gino Quarelo
Per me che ragiono con la mia testa e non per dogmi e per fede, sono gli argomenti che contano e non il nome degli autori o i loro titoli di cui non me ne frega alcunché.
Io prendo per buono solo ciò che trovo comprensibile, sensato e ragionevole.
Di fonti autorevoli poi ve ne sono molte a parte questi 4 autori che trattano esclusivamente di Venezia.


Maurizio Bedin Gino Quarelo
5) ma te lèxito? Prima te dixi che i libri (quei de Stato ?) i dixe tutta la verità. Dopo, mi te nomino altri autori, esteri soratuto (quando dovaría bastarte Molmenti, Romanin, Filiasi, Cappelletti) e te dixi che (te copio) : "Gli stereotipi storici sono tanti e in maggioranza sono falsi, privi di riscontri e intrinsecamente contraddittori (va con 2 t) e inconsistenti (spesso inventati dall'ignoranza per riempire vuoti....".
Bla bla bla..
Te si drio rampegarte sui speci. Te si drio dir (?) tuto e anca el so contrario. Coerenza? Boh... Sempre Carneade, chi è costui?
Se uno te da (tante) altre fonti diverse..."non per questo devono (no deve) corrispondere al vero." tua cit., vedi tuo post sopra.
Quindi, el to pensiero xe: go raxon mi "e voi non siete un caxxo..."
Complimenti per la coerenza di pensiero ed onestà intellettuale.
Grande Gino Quarelo, Alberto Pento e forse anca on terso..


Gino Quarelo
Nessun libro di stato ma libri di studiosi, la fobia dello stato ce l'hai in testa tu che ti occlude la mente.
Sei di una ignoranza e di una stupidità spaventose.
Non sei capace di argomentare, fai solo demenziali attacchi personali per disprezzare, denigrare e demonizzare, sei solo ignorante e stupido.


Gino Quarelo
In ogni caso gli argomenti da me portati in questo post sono stati sviluppati da me, appartengono alle mie modestissime ricerche e io le metto a disposizione gratuitamente anche attraverso il sito di Filarveneto dove pubblico tutte le mie cose a mie spese (senza contributi pubblici e donazioni) e chi vuole può liberamente consultare.


Gino Quarelo
Al momento Alberto Pento non può partecipare alla discussione perché è stato censurato per alcuni giorni da facebook.


Maurizio Bedin
Gino Quarelo che brlle parole e che complimenti. E sopratutto che eleganza. Dette da te.... da cotanta sapienza, ne sono onorato. Mi inchino e la riverisco.
Ecco, finalmente, svelata la sua vera natura...
Alberto Pento
Quando imparerai a rispettare e ad argomentare con civiltà e intelligenza non sarà mai troppo tardi.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito

Messaggioda Berto » dom ago 25, 2019 8:19 am

Le menzogne del veneziano Rubini

I Veneti si considerano da sempre una Nazione a parte. Con i suoi 14 secoli di storia, la Veneta Serenissima Repubblica è riguardata dai migliori storici come la Repubblica parlamentare più longeva mai esistita. La sua soppressione non fu decisa in nessun atto ufficiale, essendo conseguita alla terribile occupazione dell’armata napoleonica negli anni 1796-1797: persino il trattato di Campoformido vide assegnare all’Austria le Venezie come uno Stato sovrano, che il Congresso di Vienna del 1815 trasformò allora in “Regno Lombardo-Veneto”. I Veneti negli anni 1848-49 formarono di nuovo la Repubblica Veneta indipendente, sotto la guida di Daniele Manin, che guardava con malcelata ostilità non solo a Vienna, ma anche al Regno di Piemonte; dopo un plebiscito che non garantiva alcuna libertà di voto, fu emanato il Decreto Regio n. 3300, del 4 novembre 1866, che sanciva l’annessione delle Venezie al Regno d’Italia.




La Regione Veneto e l’autonomia che stenta ad arrivare
16.08.2019
Eliseo Bertolasi

https://it.sputniknews.com/italia/20190 ... _wr6ZaZ_-E


Sono anni che il Veneto aspira, rincorre l’autonomia. Per il Veneto non è solo una questione politica ma soprattutto storico-identitaria.

L’ottimo risultato del voto referendario per l’autonomia del 2017 aveva riacceso le speranze dei veneti, in seguito rinvigorite dalla nascita del governo “Lega-5Stelle” nel giugno dell’anno scorso. Tuttavia, con la crisi di governo in atto, della quale non si conosce ancora l’esito, la possibilità che si arrivi in breve a una decisione sull’autonomia appare al momento attenuata.

Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia che ha investito molte energie sull’istanza dell’autonomia ha lanciato un appello che positivamente tiene vive le aspettative: “Nuovo esecutivo entro novembre per chiudere con l’autonomia”.

Per capire su cosa si basino queste aspettative e le posizioni che infiammano il cuore della “base” venetista, abbiamo raggiunto il dottor Edoardo Rubini, presidente di “Europa Veneta”, autore di numerose pubblicazioni relative alla storia del Diritto Veneto, dei Veneti antichi e della Repubblica Serenissima, anche membro dell’Associazione “Veneto-Russia” e del “Comitato Veneto Indipendente”.

I Veneti si considerano da sempre una Nazione a parte. Con i suoi 14 secoli di storia, la Veneta Serenissima Repubblica è riguardata dai migliori storici come la Repubblica parlamentare più longeva mai esistita. La sua soppressione non fu decisa in nessun atto ufficiale, essendo conseguita alla terribile occupazione dell’armata napoleonica negli anni 1796-1797: persino il trattato di Campoformido vide assegnare all’Austria le Venezie come uno Stato sovrano, che il Congresso di Vienna del 1815 trasformò allora in “Regno Lombardo-Veneto”. I Veneti negli anni 1848-49 formarono di nuovo la Repubblica Veneta indipendente, sotto la guida di Daniele Manin, che guardava con malcelata ostilità non solo a Vienna, ma anche al Regno di Piemonte; dopo un plebiscito che non garantiva alcuna libertà di voto, fu emanato il Decreto Regio n. 3300, del 4 novembre 1866, che sanciva l’annessione delle Venezie al Regno d’Italia.

– L’Italia non ha riconosciuto la storia passata del Veneto?

– Ancora oggi la scuola italiana finge che non sia mai esistito un Popolo veneto e ne nega la storia in modo sistematico e capillare. Tuttavia, con la caduta del fascismo e la Costituzione del 1948, i Veneti hanno avuto una sorta di risarcimento della perduta libertà con la creazione della Regione Veneto. Noi oggi vogliamo che le scuole venete insegnino agli studenti la nostra storia ultramillenaria.

Lo Statuto Veneto del 1971 ha disegnato la Regione come un’eredità delle forme storiche di autogoverno dei Veneti: insomma, i Veneti rivendicano la vocazione di governarsi da sé, Italia o non Italia. Già negli anni ‘80, il leader Bernini (D.C.) e Carraro (P.S.I.) cominciarono a formulare proposte di autonomia speciale, dato che il Veneto subiva un enorme svantaggio dall’essere circondato da ben due Regioni a Statuto Speciale: Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Il governo di Centro-sinistra nel 2001 ha modificato l’articolo 116 della Costituzione, introducendo il principio della “autonomia differenziata”: si volevano così contenere le spinte autonomiste innescate dalla Lega di Bossi.
Molte tasse e pochi investimenti pubblici

– Perché i Veneti non accettano la situazione attuale?

– Parlano i fatti. La Sicilia, per esempio, in quanto regione autonoma ha un numero di dipendenti pubblici (82 mila) superiore alla somma di quelli di Piemonte (37 mila) e Veneto (43 mila), pur avendo una popolazione (5,057 milioni) equivalente a quella del solo Veneto (4,908 milioni).

Manifestazione dei venetisti a Venezia

© Foto : Edoardo Rubini

Manifestazione dei venetisti a Venezia

Passiamo allo specifico. Il Veneto ha circa 600 lavoratori forestali, mentre la Sicilia ne ha circa 28.000. Il Veneto ha 465.000 ettari di superficie forestale, la Sicilia ha inventariato, di recente, una quantità di boschi appena un po’ superiore.

Un altro esempio: si pensi al fiume di denari che la Provincia di Bolzano riversa a sostegno delle strutture turistiche locali per ristrutturazioni, infrastrutture, promozione, ecc. e dell’impresa edile. Queste incrementano grandi guadagni, mentre quelle del bellunese non ricevono altrettanti aiuti dalla Regione Veneto, priva di risorse equivalenti. Vittime dall’esoso fisco italiano spesso queste strutture, queste imprese devono chiudere i battenti e così il nostro territorio s’impoverisce.

Non dimentichiamo che il residuo fiscale del Veneto, cioè la quantità di imposte pagate dai cittadini veneti che viene spesa fuori regione, ammonta oggi a 15,4 miliardi di euro.

– Che succederà al Veneto senza l’ambita autonomia?

– Guardi, di mestiere sono funzionario amministrativo e lavoro in Regione. Noto che negli ultimi decenni il disegno coltivato a Roma è stato quello di togliere poteri e competenze alle autonomie locali per conferirli agli organismi transnazionali. Soprattutto i tagli di spesa selvaggi a danno delle Regioni conducono al loro affossamento: questo è il destino che ci preparano.

– Lei è per l’autonomia o per l’indipendenza del Veneto? I Veneti cosa desiderano?

– Sono laureato in giurisprudenza, quindi mi ben è chiara la differenza tra autonomia e indipendenza. Non di meno, ciò che conta per i Veneti è la sostanza. Non importa se per arrivare alla libertà si debba puntare all’indipendenza totale, oppure ad una vera autonomia: importa invece che le leve del potere pubblico siano nelle mani dei Veneti, perché si possa governare il territorio. “Padroni in casa nostra” è stato lo slogan vincente lanciato dal Presidente del Veneto Luca Zaia nella campagna referendaria del 2017, quando una quantità mai vista di elettori (quasi due milioni e mezzo), si è riversata alle urne in una consultazione di un solo giorno per dire un “sì all’autonomia” per un 98,1%. http://www.veneziatoday.it/politica/ris ... -2017.html
La valenza del referendum del 2017

– Perché, secondo lei, nonostante l’ottimo risultato del referendum sull’autonomia regionale del 2017, in pratica tutto è rimasto in stallo? Quali gli errori?

– La gestione di questa battaglia è in mano alla Lega Nord. Le dichiarazioni rilasciate dai politici in questi mesi hanno nascosto una semplice verità: qualcuno l’autonomia regionale la vuole e qualcun altro, invece, la teme. Ci sono oligarchie organizzate in un blocco compatto per difendere privilegi consolidati (burocrazia romana, organizzazioni sindacali e confindustriali, associazioni di magistrati, banche, multinazionali, giornali italiani, clientele meridionali, ecc.).

© Foto : Edoardo Rubini

Manifestazione dei venetisti a Venezia

È ovvio che una riforma del genere può passare solo se il territorio si mobilita. Dato che Roma ha sempre pensato a togliere e mai a concedere, l’unico messaggio che avrebbe permesso al Presidente Zaia di portare a casa la riforma doveva essere: “Caro Governo, se non approvi i contenuti della pre-intesa Stato-Regione, il Veneto scende in piazza portando ovunque la discussione sul suo futuro”. La gente è impaziente, non aspetta altro che muoversi, invece si è bloccato tutto. Ogni nazione ha il suo “capo” e Zaia pare poco entusiasta di rivestire questo ruolo, per ora preferisce muoversi solo a livello istituzionale, attraverso contatti tra pochi addetti ai lavori, tagliando fuori il popolo. Così facendo, ha perduto la sfida e sarà così anche domani. Io studio storia e posso dire che qualsiasi rivolgimento politico in nome del popolo passa solo se il popolo sta sulla scena come attore protagonista.

– Con l’attuale situazione politica in piena crisi di governo, la prospettiva che si possa arrivare ad una reale autonomia della regione pare sfumare. Cosa ne pensa?

– È un’enorme delusione, la situazione appare compromessa con l’attuale maggioranza. C’è chi consiglia di pazientare, ma la filosofia non aiuta. Chi confidasse in un futuro esecutivo a guida Salvini-Meloni, dovrebbe ricordare che la leader di “Fratelli d’Italia” si era pronunciata per il boicottaggio del referendum dell’autonomia del 22 ottobre 2017. Per approvare il pacchetto delle 23 materie richieste dal Veneto, la politica dovrebbe sfoderare una determinazione che finora non s’è vista.



Alberto Pento
Le affermazioni false di Rubini:

1) I Veneti si considerano da sempre una Nazione a parte.
2) Con i suoi 14 secoli di storia, la Veneta Serenissima Repubblica è riguardata dai migliori storici come la Repubblica parlamentare più longeva mai esistita.
3) La sua soppressione non fu decisa in nessun atto ufficiale, essendo conseguita alla terribile occupazione dell’armata napoleonica negli anni 1796-1797: persino il trattato di Campoformido vide assegnare all’Austria le Venezie come uno Stato sovrano, che il Congresso di Vienna del 1815 trasformò allora in “Regno Lombardo-Veneto”.
4) I Veneti negli anni 1848-49 formarono di nuovo la Repubblica Veneta indipendente, sotto la guida di Daniele Manin, che guardava con malcelata ostilità non solo a Vienna, ma anche al Regno di Piemonte;
5) dopo un plebiscito che non garantiva alcuna libertà di voto, fu emanato il Decreto Regio n. 3300, del 4 novembre 1866, che sanciva l’annessione delle Venezie al Regno d’Italia.

1) I Veneti, quali e quale Nazione se non sono mai stati una "vera nazione" poiché durante la Serenissima la maggior parte dei veneti erano sudditi di Venezia e della sua aristocrazia signorile.
2) La Veneta Serenissima Repubblica non ha 14 secoli di storia e nemmeno 11 secoli ma molti molti di meno ...
3) La fine della Serenissima fu un fatto storico politico-militare complesso e giuridicamente/fiormalmente completato con l'abdicazione del Maggior Consiglio e del Doge in favore della Municipalità Provvisoria.
4) Nel 1848 a Venezia sventolava la bandiera italiana con il Leone di San Marco e le città delle terre venete avevano aderito al Regno di Sardegna a cui volevano essere annesse.
https://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_San_Marco
1848 en Ouropa, ara tałega, ara veneta
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 148&t=2344

5) Le diposizioni reali sul Plebiscito comprendevano anche la segretezza del voto come si può ben leggere sulla Gazzetta Ufficiale del 14 novembre del 1866:
Ecco il testo integrale del Regio Decreto sul Plebiscito pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 ottobre 1866;
si può leggere direttamente o scaricarselo in pdf e studiarselo
Prima pagina, parte non ufficiale - interno
http://augusto.agid.gov.it/#giorno=14&mese=10&anno=1866

1848 en Ouropa, ara tałega, ara veneta
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 148&t=2344


La truffa ideologica venetista della falsa tesi secondo cui il Pebiscito del 1866 fu una truffa
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 176&t=2859
Si tratta di uno dei dogmi del venetismo indipendentista e venezianista.
Per quanto mi riguarda se i veneti lo volessero veramente potrebbero diventare indipendenti senza la necessità di sostenere le loro ragioni con dogmi siffatti.


Verifica storica comune e pubblica della tesi sostenuta da taluni venetisti che il Plebiscito del 1866 per l'annessione delle terre venete allo Stato italiano fu una truffa.
viewtopic.php?f=153&t=2883
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 9314425478


Prima del 1866 i veneti non avversavano lo Stato italiano, non né avevano alcun motivo, anzi né avevano molti per desiderarlo e per tanto non avevano alcuna sensata ragione per votare No al plebiscito per l'annessione allo Stato italiano.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 153&t=2874
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 1553982588


Annessione del Veneto all'Italia - il plebiscito truffa o farsa o illusione?
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... =139&t=518


1848, 1866, 2017
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 181&t=2684
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Re: Repubblica Veneta, specificità e durata, realtà e mito

Messaggioda Berto » ven mag 22, 2020 7:39 am

La mia Patria etnica è il Veneto vivo e non la morta Serenissima

viewtopic.php?f=153&t=2881
https://www.facebook.com/groups/2376236 ... 5208090222

Venezia e la sua Serenissima non sono mia madre, Venezia mi è stata solo matrigna per 4 secoli, dal suo ventre non è mai nato un Popolo Veneto, una Nazione veneta fraterna, uno stato veneto a sovranità di tutti i veneti.
Venezia era arrogante, aristocratica, antidemocratica e illiberale.
Il suo paternalismo/maternalista si è dimostrato del tutto privo di vero affetto fraterno, indegno e del tutto insufficente, nel momento del bisogno Venezia e la sua Serenissima hanno abbandonato vilmente tutti i suoi sudditi tra cui i veneti al loro destino.
Venezia non ha versato una goccia di sangue per i Veneti che non ha mai considerato con amore fraterno.

La Serenissima non esiste più da 223 anni e non era lo stato nazionale dei veneti ma lo stato aristocratico dei veneziani con i suoi domini e i suoi sudditi veneti e non veneti.
Mettiti d'accordo con te stesso: Veneto o Serenissima?
Il Veneto è vivo e la Serenissima è morta.
La Serenissima non era lo stato nazionale dei veneti ma lo stato imperiale o signorile dei veneziani, della loro aristocrazia che comprendeva vari territori veneti e non veneti con le loro popolazioni venete e non venete in qualità di sudditi.
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