Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

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Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:43 am

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https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727

Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:45 am

La "capitana" Carola della Sea-Watch

Chi è la capitana della Sea Watch 3
Il Post
Si chiama Carola Rackete, è tedesca, ha 31 anni e il diploma da ufficiale nautico da quando ne aveva 23

https://www.ilpost.it/2019/06/27/capita ... la-rackete

Dopo 15 giorni trascorsi al largo di Lampedusa per via del blocco imposto dal governo italiano, Carola Rackete, capitana della nave Sea Watch 3 con a bordo 42 migranti, ha deciso ieri di entrare nelle acque territoriali italiane. Nella notte tra martedì e mercoledì ha oltrepassato il confine marittimo e adesso si trova poco fuori dal porto di Lampedusa, pronta ad attraccare e subire le conseguenze della sua decisione: il sequestro della nave e una multa che potrebbe arrivare fino a 50 mila euro.

Rackete – che ha 31 anni ed è ufficiale di navigazione da quando ne aveva 23 – conosceva bene i rischi della sua decisione. Negli ultimi anni ha avuto sei esperienze diverse come ufficiale su altrettante imbarcazioni, due di queste al Polo Nord; ha fatto la guida turistica nel parco naturale dei vulcani in Kamchatka, nella Federazione Russa, e aiutato a curare uccelli e piccoli mammiferi per un’associazione francese. Dal 2016 è imbarcata sulla Sea Watch 3, dove ha guidato gommoni di soccorso e svolto l’incarico di coordinatore di missione prima di diventare capitana della nave: il primo incarico da comandante di una carriera cominciata molto presto (oggi però ricorda sempre che a bordo della Sea Watch ci sono anche altri membri dell’equipaggio, tra cui dieci donne).

Sul suo profilo Linkedin elenca le sue passioni: «Conservazione della natura. Azione umanitaria. E un po’ di scienza polare». Laureata in Scienze nautiche, Rackete ha ottenuto un master in conservazione dell’ambiente all’università britannica di Edge Hill (la sua tesi era sugli albatross). Parla cinque lingue, oltre tedesco e inglese anche francese, spagnolo e russo. A parte Linkedin, Rackete non usa social network. Negli ultimi giorni ha postato messaggi e aggiornamenti sulla situazione tramite l’account twitter della sua ONG.

Poco dopo aver deciso di forzare il confine italiano, Rackete è stata intervistata da Fabio Tonacci di Repubblica, che al telefono le ha chiesto come mai avesse deciso di venire nel Mediterraneo a salvare naufraghi. «La mia vita è stata facile», ha risposto. «Ho potuto frequentare tre università, sono bianca, tedesca, nata in un paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto ho sentito un obbligo morale: aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità».
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:46 am

Le motivazioni demenziali di questo sinistro personaggio sinistrato (liberal o progressista), dove si manifesta tutta la distorsione ideologica e "aculturale", la disumanità, l'inciviltà e la cattiveria, da cui traggono origine le azioni criminali a danno dei suoi connazionali, dei cittadini europei e degli italiani.


La "capitana" Carola e la colpa di essere bianchi
Roberto Vivaldelli - Gio, 27/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 17511.html

La "Capitana" della Sea Watch 3, la 31enne tedesca Carola Rackete, racconta che essere bianchi e benestanti è una colpa e di avere l'obbligo morale di aiutare i migranti

Essere benestanti e bianchi dev'essere qualcosa di davvero insostenibile per la "Capitana" della Sea Watch 3, la 31enne tedesca Carola Rackete, nuovo idolo indiscusso della sinistra femminista e no border che sfida, con l'appoggio di stampa, intellettuali e opinionisti chic, le leggi dello stato italiano.

È lei stessa a confessare il suo insostenibile senso di colpa in un'intervista rilasciata a Repubblica: "La mia vita è stata facile, ho potuto frequentare tre università, a 23 anni mi sono laureata. Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto, ho sentito un obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità".

Passaporto tedesco, nata in Bassa Sassonia, di buona famiglia, Carola ha 31 anni e parla quattro lingue oltre a quella madre: inglese, francese, russo e spagnolo. Secondo lo scrittore Roberto Saviano, la comandante Carola Rackete della Sea Watch "agisce secondo i principi costituzionali del nostro Paese e non sta violando nessuna legge. I porti sono aperti, c’è un’emergenza. Siamo con lei, sento di riconoscermi in questo gesto. Sono persone stremate hanno vissuto nell’inferno libico”. Grazie a Saviano e agli intellettuali laici del politicamente corretto, Carola ha già avuto, almeno in parte, la redenzione che probabilmente cercava.

Il suo curriculum è curioso: laureta in scienze nautiche, ha conseguito un master in conservazione ambientale presso l'università inglese di Edge Hill con una tesi sui nidi degli albatros. È ufficiale di navigazione dal 2011 per un istituto di ricerca marina e polare tedesco e ha una serie di esperienze a bordo di varie imbarcazioni di associazioni come Greenpeace e la British Antarctic Survey, un'organizzazione britannica che si occupa della ricerca e della divulgazione scientifica sull'Antartide. Ha lavorato anche come guida nell'artico russo. Dal 2016 collabora con la Sea Watch per far fronte alla crisi migratoria nel Mediterraneo.

"Tipi come Carola - spiega il professor Marco Gervasoni su Il Messaggero - li abbiamo visti in questi ultimi mesi: sono per la maggior parte tedeschi o olandesi, vengono da famiglie benestanti, predicano l'ideologia no border (no ai confini!) che è quella di una borghesia globalista un po' in declino, e soprattutto non hanno timore a violare le leggi dei vari Paesi". Dalle parole della "Capitana" Carola si comprende quanto sia radicata in lei l'ideologia totalitaria che ripudia la sovranità degli stati-nazione, le sue leggi, e nutre un odio profondo e radicato per i bianchi della classe media, di cui la stessa Carola fa parte. Degenerazione ideologica particolarmente in voga fra i liberals degli Stati Uniti, dove la parola "bianco" è diventata quasi un insulto, una parolaccia, sinonimo di "reazionario". Una colpa da espiare.

Una sinistra liberal che appoggia una forma radicale e totalitaria di multiculturalismo che sottovaluta l'importanza di integrare gli immigrati nella cultura nazionale sotto il vessillo dell'antirazzismo militante. Carola è figlia di questa cultura globalista da figli di papà annoiata che è, a differenza di ciò che lei crede, fortemente élitaria e provoca tensioni sociali soprattutti nei ceti meno abbienti. Perché, alla fine, per quelli come la "Capitana", tutta la colpa è sempre "nostra", dei bianchi occidentali. Nel suo ultimo libro La Notte della sinistra. Da dove ripartire (Mondadori), Federico Rampini, facendo riferimento alla tumultuosa storia dell'Etiopia, parla del "vizio che perseguita noi occidentali: quello di credere che siamo l'ombelico del mondo. Ovverosia, nella versione politically correct, dal dogma per cui ogni sofferenza dell'umanità contemporanea si deve ricondurre alle colpe dell'Occidente, dell'uomo bianco. Basta scavare bene, basta seguire le piste giuste, rispolverare le dietrologie adeguate, e alla fine spuntiamo sempre noi, il nostro colonialismo, il nostro imperialismo, il nostro capitalismo. Solo espiare le nostre colpe può appagare una sinistra che non apre mai i libri di storia".

Comunque vada, le Ong come la Sea Watch si dimostrano abili nel perseguire i propri obiettivi: attirare l'attenzione per fare pressioni sui governi in quanto portatori di una "coscienza globale" che ha l'obiettivo dichiariato di sfidare gli stati e la loro autorità. Perché l'immigrazione rappresenta una formidabile arma di coercizione ancor prima che un business. Come scrive Gian Micalessin su IlGiornale, infatti, il fine dei pirati è demolire gli stati e soddisfare gli interessi di nuove entità sovranazionali poco disposte a metterci la faccia. Carola, per costoro, è la perfetta eroina contemporanea.



Alberto Pento

Ecco tutte le demenzialità di questo personaggio:

Essere bianchi, europei, tedeschi e ricchi non è una colpa né un delitto; come non lo è l'essere ricchi in qualsiasi altra parte del mondo; come non è una colpa né un delitto l'essere bianchi o l'essere europei o l'essere sani.
Poi non tutti i tedeschi sono ricchi, tanto meno lo sono la maggioranza degli europei, specialmente gli italiani che tra loro hanno milioni di poveri e di disoccupati.

Se una europea bianca, ricca, e tedesca vuole occuparsi dei non europei del mondo, lo faccia liberamente a sue spese e non a spese e a danno degli altri cittadini europei, dei tedeschi e di noi italiani.

Questa stupida persona in realtà è una ladra, tra le peggiori, che ci deruba dei nostri beni civili e politici e delle nostre scarse risorse economiche, che viola i nostri diritti favorendo l'immigrazione clandestina e costringendoci a farci carico dell'accoglienza e dell'ospitalità, contro la nostra volontà e a danno dei nostri concittadini e dei nostri poveri.



Silvana de Mari a la Carola Rackete
https://www.facebook.com/HRHMAGAZINE/vi ... 2982086481
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:46 am

Sull’immigrazione ci sono sempre state soltanto due strade.
Giulio Meotti

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... 9730044316

Sull’immigrazione ci sono sempre state soltanto due strade. Essere “giusti”, buoni, assecondare tutti gli arrivi, facilitandoli persino, in nome del principio umanitarista, lasciando che ogni considerazione culturale, sociale, di sicurezza, di tenuta delle società, venga travolto dall’Emozione, dal wir schaffen das. Oppure essere virtuosi, anteporre la nazione all’umanità, frenare l’immigrazione in nome del principio di ragione, che presuppone sempre un po’ di “crudeltà”. Per questo provo a spiegare cosa sta succedendo nel mio nuovo libro “Notre Dame brucia. L’autodistruzione dell’Europa”: “L’immigrazione di massa ha minato l’unità e la solidarietà delle società occidentali”. Tertium non datur. Io sono, nei limiti del possibile e del rispetto dei principi fondanti la nostra civiltà, per la seconda strada. L’Unione Europea non si salverá mai se non proteggerà le sue frontiere esterne. Ma questo l’attuale europeismo à la carte, che ormai è il surrogato del progressismo, non lo ha capito. Nel 1989 Michel Rocard, primo ministro socialista di Francia, disse: “L’Europa e la Francia non possono accogliere tutti coloro che la miseria spinge verso di noi”. L’alternativa, per riprendere il titolo di un libro di Rocard, sarà le “Suicide de l’Occident”, già abbondantemente in atto. L’Europa non sopravviverà al termine della prima strada. Ma è ancora in grado di prendere la seconda? Per me, no.



Alberto Pento
Non sono affatto d'accordo con Meotti.
Questa di Giulio Meotti non mi pare un'argomentazione ben svolta e coerente a cominciare dalla contrapposizione tra umanitarismo e nazionalismo.
Essere umani e porre l'umanità e i valori umani innanzi tutto, tra cui i diritti umani universali e la solidarietà umana internazionale non è in contrapposizione con il nazionalismo con i suoi valori umani a difesa dei diritti e della solidarietà umana nazionale poiché l'umanità e i valori umani hanno un loro naturale e universale ordine che se non viene rispettato comporta la disumanità e la violazione di tali valori umani con i relativi diritti e doveri.
Una madre e un padre hanno innanzi tutto il dovere di preoccuparsi e di curare i loro figli, se li trascurassero per occuparsi dei figli degli altri non sarebbero certo dei buoni e sensati genitori.
Allo stesso modo di un capo famiglia o di un capo di stato che debbono occuparsi in primo luogo della loro comunità.




Manipolatori e malversatori dell'Ordine Naturale dei Diritti Umani Universali
viewtopic.php?f=141&t=2023

Manipolazione criminale dei valori e dei diritti umani universali, quando il male appare come bene
viewtopic.php?f=25&t=2484
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 1489953902
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:48 am

Questa donna presuntuosa e ignorante non è certo un'eroina, è solo una pericolosa invasata e sinistrata criminale che viola i nostri diritti umani naturali universali e civili.


Eroina per caso
Alfredo Mosca
2019/06/27

http://www.opinione.it/politica/2019/06 ... znJcwSbn7A

Sull’immigrazione, che è un problema grave, a completare il quadro ci mancava solo la categoria degli eroi per caso.

Insomma, sul tema dopo gli ipocriti, gli opportunisti, i menefreghisti e gli scafisti ci mancava solo l’aggiunta dei capitani coraggiosi degli eroi per caso. Parliamoci chiaro, se Carola Rackete, la comandante radical chic per sua stessa ammissione, fosse stata di fronte alle spiagge australiane, col cavolo che avrebbe forzato il blocco, altro che coraggio. La tedesca invece sa bene che da noi c’è il Papa, ci sono i cattocomunisti, i radical chic, ci sono le truppe da sbarco del Partito Democratico e gli intellettuali falce e cervello che l’avrebbero difesa. Infatti così è andata.

Guardate qui non si tratta di attaccare Matteo Salvini; si tratta, comunque la si veda, di regole da rispettare e leggi da attendere, perché, piaccia o meno, regole e leggi sul tema ci vogliono eccome. Ecco dove nasce l’ipocrisia della Chiesa, delle braccia aperte, della tolleranza politica in cambio di consenso e di favore. Del resto basterebbe ricordare le dichiarazioni del ministro Bonino sulla linea dei governi di centrosinistra, oramai tirare in ballo l’Europa è stomachevole, si sa bene che l’Europa esiste solo per la finanza e per l’economia. L’Europa, di noi, dei barconi, delle ong, delle guerre in Africa se ne frega, all’asse franco tedesco interessano solo il petrolio libico e gli scambi commerciali, lo sfruttamento insomma, del resto chi volle l’uccisione di Gheddafi?

Smettiamolo dunque di tirare in ballo un’Europa che non c’è, altro che sogno europeo di solidarietà, generosità, fraternità, figuriamoci, nella Ue non vogliono condividere il debito, immaginate il costo dell’immigrazione. Oltretutto a domanda, i partner risponderebbero di aver fatto la loro sulla accoglienza, il resto tocca a noi, ecco perché se ne infischiano, respingono e ci rispediscono chiunque per direttissima. Per questo servono regole nostre, servono leggi da rispettare, serve un denominatore comune codificato, altrimenti che vogliamo fare, applaudire Carola?

Vogliamo magnificarla così da domani ne verranno altre per ritirare la medaglia al valor civile? Oppure vogliamo seguire la legge per una violazione grave, per un comportamento consapevole e palese, che va contro le norme di un Paese? Dopodiché l’altra ipocrisia è quella sulla esiguità del caso, parlare di eccezione per 42 persone diventa un gioco, in Italia a trasformare l’eccezione in regola ci vuole niente, 42 per 100 ,1000 volte diventa una marea.

Come se non bastasse si trascura il lato più importante, il dramma di questa gente che fugge da una disperazione inconsapevole di cacciarsi in un altro dramma, perché per come siamo messi queste persone finiscono in mano alla criminalità, allo sfruttamento, allo sbando. Per predicare l’accoglienza bisogna essere attrezzati, organizzati, strutturati, gli immigrati infatti andrebbero formati, accolti ed integrati, con dignità, adeguatezza e civiltà, non sbattuti in favelas, accampamenti da Medioevo, abbandonati alle grinfie della delinquenza, come succede. Travasare l’Africa in Europa, in Italia, è una idiozia, una ipocrisia che non tiene; per risolvere questo dramma serve altro, e nemmeno l’Europa basta, ci vuole il mondo. Un tavolo mondiale, una Bretton Woods sull’Africa, sull’immigrazione, solo così si potrà affrontare il futuro e lo sviluppo di quelle regioni, se lo proponessimo e con vigore, caro Salvini, sarebbe il gesto migliore.


Giovanna Melandri, «Carola, la Capitana, è già una icona del women's power»
Giovedì 27 Giugno 2019
Franca Giansoldati

https://www.ilmessaggero.it/mind_the_ga ... 84347.html

«Women's power» ovvero Carola, la Capitana. «Solo una donna di fronte ad una scelta così impellente e tragica - se considerare prioritario il diritto internazionale o il diritto umanitario - poteva agire in modo tanto netto, pur consapevole delle conseguenze alle quali andava incontro». Ha pochi dubbi sul gesto compiuto dalla giovane comandante della barca della Sea Watch, Carola Rackete, attualmente ad un miglio da Lampedusa, Giovanna Melandri, presidente del Maxxi, il museo di arte contemporanea che più di ogni altri, in questi anni, ha avuto attenzione per la questione femminile e il fenomeno planetario delle migrazioni.

«Questa giovane donna è restata umana perché ha un cuore. Ha cultura, ha studiato, ha coraggio. E’ centrata nella sua differenza . Questo è il women’s power. Si tratta di donne che non vogliono essere uomini di potere ma che vogliono esercitare il potere di un’umanità che si riconosce nell’altro». Melandri ha pochi dubbi sul fatto che in futuro «saranno sempre più le donne vere, audaci, forti che spazzeranno via la retorica alimentata da quella casta che lascia morire i migranti in ogni latitudine del globo. Saranno le donne che annienteranno questa corrente di pensiero che nasconde l’ignoranza e l’accidia, che smaschereranno non solo i limiti del sovranismo ma soprattutto l’ego che si cela dietro la retorica sovranista». Melandri con un tweet ha voluto difendere Carola, 31 anni, dagli attacchi feroci e sessisti che si ricorrono sul web. «Lei è già una icona».



Carola Rackete, chi è?/ Capitana Sea Watch 3 rischia fino a 27 anni di carcere

https://www.ilsussidiario.net/news/caro ... ma/1898769

Carola Rackete rischia fino a 27 anni di carcere: questa la pena possibile per la capitana della Sea Watch 3 come riporta Repubblica, che potrebbe aver commesso alcuni reati varcando le acque territoriali italiane. Multa salata (tra i 10 e i 50 mila euro), confisca del mezzo ma non solo: la 31enne tedesca rischia di essere incriminata per i reati di rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ed è quest’ultimo reato a prevedere la pena più alta: reclusione in carcere tra i 5 ed i 15 anni. Un’azione di coraggio che ha trovato ampi consensi, a partire da quello di Roberto Saviano, che ha colto l’occasione per attaccare Matteo Salvini: «Carola Rackete non scappa di fronte alla giustizia pur di portare a terra le persone salvate dalla Sea Watch 3. Matteo Salvini, al contrario, si è sottratto alle sue responsabilità nel caso della Nave Diciotti per aver bloccato migranti in mare». Attesi aggiornamenti… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“BIANCA E RICCA? FACCIA VOLONTARIATO”

Carola Rackete vs Matteo Salvini, capitana Sea Watch 3 contro il ministro dell’Interno: prosegue lo scontro a distanza. Dopo averla definita «sbruffoncella», il segretario federale della Lega ha commentato così alcune recenti dichiarazioni della 31enne tedesca («Sono nata bianca, tedesca, ricca. Ho l’obbligo morale di aiutare gli africani»): «Ma non è che tutti quelli che nascono “bianchi, tedeschi e ricchi” devono venire a rompere le palle in Italia, sbaglio??? Il governo di Berlino che ne pensa? È normale che una loro cittadina venga da noi a dire: me ne frego delle leggi italiane?». Il capo del Viminale ha poi rincarato la dose nel corso dell’intervista rilasciata ai microfoni di Porta a Porta: «E’ capitato a tutti, anche a me di essere fermato ad un posto di blocco, rallenti, spegni la macchina e ti fermi. Se tiri dritto, ti fermano e ti arrestano, è quel che è successo in mare. Non è che in mare la legge è diversa. In un Paese normale se non ti fermi all’ALT ti fermano, ti arrestano e ti portano via la barca. Questa è una nave olandese di una Ong tedesca. La capitana eroina della sinistra, nata bianca, ricca e tedesca, faccia volontariato in Germania invece di sequestrare e mettere a rischio la vita di 42 migranti per 15 giorni». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)


CAROLA RACKETE, CAPITANA SEA WATCH 3

Carola Rackete, chi è la capitana della Sea Watch 3? La 31enne tedesca ha sfidato il divieto del ministro dell’Interno Matteo Salvini entrando nelle acque italiane ed è entrata nei trend social per il gesto coraggioso: applausi e accuse, l’ecologista è una delle figure centrali dell’ennesimo caos migranti. Cresciuta in una famiglia borghese, la Rackete ha affermato in passato di essere vegana ed ha frequentato studi naturalistici universitari nel Regno Unito. Anni fa ha preso parte alla ricerca marina su navi oceanografiche nel Polo Nord per conto dell’Istituto Wegener, prima di diventare una paladina dei diritti dei migranti. Come spiega Quotidiano, Carola Rackete ha iniziato ad interessarsi dei diritti umanitari dopo un’esperienza con Greenpeace, organizzazione non governativa ambientalista e pacifista fondata a Vancouver nel 1971. Dopo i messaggi social delle scorse ore, la tedesca ha deciso di infrangere la direttiva del Viminale e, al timone della nave battente bandiera olandese Sea Watch 3, ha varcato le acque italiane.


CHI E’ CAROLA RACKETE?

«Il Ministro dell’Interno italiano ha emanato un nuovo decreto legge che ci impedisce di entrare nelle acque territoriali, in contrasto con la legge del mare. In questo modo non abbiamo alcuna opzione di sbarco per le 43 persone ancora a bordo, che sono sempre più preoccupate del loro futuro e della possibilità di sbarcare», ha detto la capitana della Sea Watch 3 in un video diffuso sui social network, annunciando di voler provare a entrare nel porto di Lampedusa: «So cosa rischio, ma le persone a bordo sono allo stremo». Dopo Luca Casarini, ecco un altro simbolo della difesa dei diritti dei migranti, con Carola Rackete che è acclamata a gran voce sui social: «Quando un essere umano è all’altezza del ruolo che ricopre.. siamo con lei capitana» le parole di Anna Foglietta, mentre Pietro Bartolo ha twittato che «Il mio cuore è a Lampedusa, su quel molo da cui ho soccorso centinaia di migliaia di persone negli ultimi 30 anni. Purtroppo Lampedusa e Bruxelles sono lontane e arriverò sulla mia isola soltanto domani, ma sono lì col cuore, al fianco di quella splendida capitana di nome Carola».



Sea Watch, la capitana Rackete rischia fino a 27 anni di carcere
Gianni Carotenuto - Gio, 27/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 17468.html

Rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza a nave da guerra e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: sono i reati di cui potrebbe essere accusata la capitana della Sea Watch 3: rischia fino a 27 anni di reclusione

Una multa salata, tra i 10 e i 50 mila euro, e la confisca del mezzo.

È quanto rischia la Sea Watch 3 ai sensi delle nuove norme previste dal decreto sicurezza-bis approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 11 giugno e già operativo, in attesa di essere convertito in legge dalle Camere. Un rischio che la "capitana" della nave ong, Carola Rackete, ha deciso di accollarsi sfidando le autorità italiane e le resistenze dell'altro "capitano" Matteo Salvini. Ma a dover preoccupare la 31enne tedesca non solo soltanto le quasi certe conseguenze economiche del suo gesto, quanto quelle penali, dato che Rackete potrebbe avere commesso alcuni reati.

Tre, per la precisione. Come scrive Repubblica, la comandante della Sea Watch 3 rischia di essere incriminata per rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Andiamo con ordine. Partiamo dalla prima ipotesi di reato, "rifiuto di obbedienza a nave da guerra", disciplinata dall'articolo 1099 del Codice di Navigazione. Che recita: "Il comandante della nave, che nei casi previsti nell'articolo 200 non obbedisce all'ordine di una nave da guerra nazionale, è punito con la reclusione fino a due anni".

Insomma, Rackete se la caverebbe con poco. Se non fosse che la sua decisione di forzare il blocco navale costituisce violazione anche dell'art. 1100 del Codice di Navigazione, "resistenza o violenza contro nave da guerra". Ecco cosa prevede questa disposizione: "Il comandante o l'ufficiale della nave, che commette atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, è punito con la reclusione da tre a dieci anni. La pena per coloro che sono concorsi nel reato è ridotta da un terzo alla metà". Infine, non si può proprio scartare una terza ipotesi di reato, il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, punito nei casi più gravi con la reclusione tra i cinque e i quindici anni.

Insomma, nella peggiore delle ipotesi la "capitana" potrebbe essere condannata a 27 anni di carcere. Ma si tratta solo di un'ipotesi...



Perché la capitana della Sea Watch 3 non può essere arrestata per l’ingresso in Italia (come vuole Salvini)
27 giugno 2019 17:32
di Annalisa Girard

https://www.fanpage.it/politica/perche- ... be-salvini

La Sea Watch rimane in una situazione di impasse mentre continua il braccio di ferro che deciderà il futuro delle 42 persone ancora a bordo, in un'Odissea che dura da ormai più di due settimane. Da una parte il ministro dell'Interno Matteo Salvini continua ad augurarsi che la nave della Ong tedesca venga sequestrata e il suo equipaggio arrestato per aver violato il divieto di entrare in acque territoriali italiane. Dall'altra, i legali di Sea Watch, Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, hanno presentato un esposto alla procura di Agrigento affinché venga verificata "la sussistenza di eventuali condotte di rilevanza penale, poste in essere dalle autorità marittime e portuali preposte all'attività di soccorso" e in modo da "porre fine alla situazione di gravissimo disagio a cui sono attualmente esposte le persone a bordo della nave". In mezzo, un'Europa titubante che richiama gli Stati membri a mostrare solidarietà. Una soluzione per ridistribuire fra i Paesi Ue i migranti a bordo, ha dichiarato il commissario Dimitris Avramopoulos, sarà possibile solo dopo lo sbarco. Ma quando scenderanno finalmente a terra i migranti? Cosa succederà poi alla Sea Watch?

Luca Masera, professore associato in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Brescia e parte del consiglio direttivo dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), contattato da Fanpage.it, ha fatto il punto della situazione sullo stallo attuale, ipotizzando una serie di scenari futuri. "Da un punto di vista di previsioni, la cosa più probabile che potrebbe succedere ora è che si verifichi quanto già accaduto in passato. Ossia, i Paesi europei potrebbero assumersi la responsabilità dell’accoglienza dei migranti al momento sulla nave", ha affermato, sottolineando una prospettiva che già era stata delineata nei giorni scorsi quando alcune città tedesche si erano dette pronte a riceve le 42 persone ancora bloccate a bordo. "Da un punto di vista giuridico però c’è anche un’ altra possibilità, che è quella dell’intervento della procura di Agrigento", ha poi specificato l'avvocato. Masera ha spiegato che quello della procura potrebbe essere un intervento in due diverse direzioni. Da un lato, potrebbe accadere quanto sta di fatto incalzando lo stesso ministro Salvini, cioè un'azione della magistratura contro la Ong che risulti poi in un sequestro della nave: "Che potrebbe essere fatto sulla base dell’Articolo 12, quello sul favoreggiamento dell’ingresso irregolare, seguendo quindi lo stesso schema già compiuto in passato", spiega l'avvocato in un'allusione a quanto accaduto lo scorso 19 maggio, giorno in cui la Sea Watch era stata posta sotto sequestro dopo essere entrata in acque italiane con 47 migranti a bordo nonostante un secco "no"del Viminale. Anche in questo caso, la procura potrebbe sequestrare la nave ritenendola parte colpevole del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e quindi concedere in seguito lo sbarco dei migranti.


Arresti e manette, perché Salvini sbaglia

Ricordando però che lo scorso maggio la Sea Watch era stata dissequestrata poco tempo dopo, Masera segnala che, a quanto afferma anche in queste ore la stampa, non sembrerebbe intenzione del procuratore procedere in questa maniera. "Ormai siamo quasi di fronte a un delirio di Salvini, quando parla di far scendere la capitana in manette e arrestarla dal momento che non ha rispettato le sue indicazioni": infatti, sottolinea l'avvocato "in uno Stato democratico come il nostro l'ordine di un ministro non è il valore supremo, per cui se non viene rispettato scatta subito un arresto". Ci sono altre questioni da tenere in conto, un quadro giuridico di riferimento che non può essere oscurato dalla propaganda politica del momento. "In primo luogo", continua Masera, "se l'ordine non è legittimo, come potrebbe facilmente accadere in questo caso in quanto viola il diritto internazionale, la trasgressione non comporta alcuna responsabilità. Inoltre, anche fosse ritenuto legittimo, la violazione di un ordine dell’autorità configura un reato molto lieve, per cui non è in alcun modo possibile arrestare una persona".

L'avvocato insiste su questo punto, chiamando alla lucidità in un clima in cui "sembra che la violazione del diritto di ingresso rappresenti un reato gravissimo. In realtà configura un reato che è una contravvenzione, punita con l’ammenda o con una pena detentiva molto esigua", afferma facendo riferimento all'Articolo 650 del Codice penale. "Il divieto di ingresso imposto da Salvini è un atto amministrativo che se illegittimo perché in contrasto con il diritto internazionale non comporta alcuna colpevolezza", ribadisce. Analizzando poi un altro scenario possibile, Masera spiega che il procuratore potrebbe far scendere i migranti dalla nave non in quanto intende procedere con un sequestro dell'imbarcazione, ma perché ritiene che l‘autorità stia compiendo un sequestro di persona. Questo era quanto accaduto lo scorso anno nel caso della nave Diciotti. "Una volta entrata nel porto e trovandosi in acque territoriali italiane, la Sea Watch si trova in una situazione diversa rispetto a quando ancora era bloccata in acque internazionali", dove non poteva chiaramente sussistere l'ipotesi di un sequestro di persona da parte dell'autorità.

Ovviamente in questo caso si può immaginare che i destinatari della sanzione, quindi la capitana della nave e l’armatore, faranno ricorso. A quel punto davanti al giudice amministrativo si valuterà se quell’ordine era legittimo. Chiaramente anche in questo caso la sanzione ha come presupposto che l’ordine violato fosse legittimo. La novità più significativa del decreto Salvini è invece la confisca della nave, però in questo caso non può essere applicata perché lo stesso decreto la prevede solo in caso di reiterazione". Il sequestro dello scorso 19 maggio da parte della procura non può essere in questo senso considerato, in quanto sono da considerarsi solo i fatti successivi all'entrata in vigore del testo. Dal momento che il Decreto sicurezza bis è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 giugno ciò non sussiste.



Sea Watch, Carola Rackete fregata. Clamoroso ribaltone: situazione "sbloccata"? No: "trappolone-Salvini"
27 Giugno 2019

https://tv.liberoquotidiano.it/video/it ... lvini.html

Nel primo pomeriggio di giovedì gli agenti della Guardia di Finanza salgono sulla Sea Watch 3 e con fermezza ordinano alla capitana tedesca Carola Rackete di spegnere i motori: "I nostri superiori chiedono di pazientare - spiega un militare - perché la situazione si sta sbloccando". La nave battente bandiera olandese è a un miglio da porto di Lampedusa e la capitana, in sfregio alle leggi italiane, è intenzionata ad avanzare per far sbarcare i 42 migranti a bordo. La vittoria sembra vicina, tanto che la stessa Ong pubblica il video su Twitter e l'annuncio è pieno di speranza.

Dopo qualche ora, il brusco stop. È il parlamentare Pd Graziano Delrio, salito sulla nave via gommone insieme ai colleghi dem Matteo Orfini e Davide Faraone, a spiegarlo: "La soluzione sembrava vicina ma c'è ancora incertezza". Tanto è vero che effettivamente l'imbarcazione è ancora ferma nello stesso punto. E Matteo Salvini, da Milano dove ha partecipato all'evento organizzato da Libero con i direttori Vittorio Feltri e Pietro Senaldi, taglia corto: "Il problema si chiude se si multa la Ong, si confisca la nave e l'equipaggio viene arrestato". Praticamente, azzerando Sea Watc. Viene dunque il dubbio che il blit "rassicurante" dei finanzieri non sia stato che un modo scaltro per fermare l'avanzata dell'imbarcazione verso le sponde italiane.



A bordo della Sea Watch poche ore fa per l'ennesima volta è salita la Guardia di Finanza.
Lorena Bastoni

https://www.facebook.com/lbast1/posts/10215100464809928


Su disposizione della Procura di Agrigento, le Fiamme Gialle hanno perquisito la nave ed hanno poi notificato al comandante Rackete Carola l'iscrizione nel Registro degli Indagati: è imputata di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di violazione dell'art. 1099 del Codice della Navigazione, per aver violato l'ordine di una nave da guerra!

Il comandante della Sea Watch, ovvero la Rackete, sarà interrogata dal Procuratore di Agrigento Vella domani, a Lampedusa.
Il Procuratore valuterà anche in merito al sequestro della Nave.

Se ci fosse la possibilità di ascoltare le registrazioni delle conversazioni tra la Rackete e la Guardia di Finanza, vi rendereste subito conto di che tipo di soggetto sia questa Rackete.
Definirla un'arrogante anarco-eversiva sarebbe un complimento !
Era a ridosso delle nostre acque, parlava con un militare della GdF eppure il suo tono era arrogante e l'atteggiamento impositivo: io entro nelle vostre acque ed entro in porto, stop.
Questa tizia spregiudicata e completamente priva di scrupoli, con l'equipaggio della Sea Watch ha tenuto volontariamente in ostaggio 42 persone per 14 giorni solo per i suoi vili interessi personali ed ha provocato, sfidato e cercato di imporre con ogni mezzo il suo volere allo Stato Italiano ed ai suoi cittadini.
Poi, non contenta, entrando d'imperio nelle nostre acque territoriali senza averne l'autorizzazione, non solo ha violato i nostri confini ma ha anche violato la Sovranità dello Stato italiano.
Siamo sicuri che i reati compiuti da questa dittatorella criminale siano solo quei due che al momento le sono stati notificati ?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Berto
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:49 am

Demenziali sostenitori di questa criminale


I PALADINI DELLA GIUSTIZIA
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Tra i demagoghi di provincia, Leoluca Orlando è in pole position da anni. Re della retorica più melensa, delle banalità più insulse, patetico menestrello di un multiculturalismo da operetta, ora si fa promotore della cittadinanza onoraria all'equipaggio della Sea Watch.

«Per rendere omaggio a cittadini e cittadine che negli ultimi mesi sono protagonisti di una operazione di umanità e professionalità; un atto di amore e coraggio che giorno dopo giorno ha salvato e salva vite umane, ridato speranze e costruito un ponte di solidarietà nel mare Mediterraneo, anche contro logiche, politiche e leggi che poco hanno di umano e civile».

La logica del cuore, la nobiltà d'animo contro la durezza di leggi disumane come quelle volte a impedire l'immigrazione indiscriminata. Perchè la verà nobiltà d'animo consiste nell'accoglienza sempre e comunque, anche di chi domani non vorrà integrarsi e costruirà società parallele come in Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda, Svezia o, non trovando qui il Bengodi finirà sfruttato dalla criminalità organizzata come le donne nigeriane, oppure ne prenderà parte con solerzia.

Ma oggi la nuova figura iconica della sinistra a corto di proletari e rivoluzionari è quella del migrante. E' il migrante infatti che riassume l'umiliato e l'offeso, il diseredato, l'uomo e la donna da riscattare e da redimere. E a sinistra sono tutti potenziali redentori, laici, si intende.

Leoluca Orlando appartiene alla luminosa genia dei Saviano, dei Lerner, dei Gino Strada, degli Ovadia. Loro stanno con l'Umanità oppressa, con quelle che identificano come vittime. Tutto il resto è secondario una volta che sono state individuate perchè a quel punto si sa esattamente chi sono le canaglie e gli oppressori. E il gioco è bell'e fatto.



Niram Ferretti La nuova Antigone è oggi, per...
LA LEGGE SUPERIORE
Niram Ferretti

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

La nuova Antigone è oggi, per la sinistra, Carola Rackete, capitano della Sea Watch, che infrange il blocco imposto dal Ministro degli Interni al suo ingresso in porto con una nave carica di migranti.

I migranti meritano sicuramente pietà umana, vengono da un contesto drammatico, come molti altri, ma il punto non è questo, perché se l'Italia, o qualsiasi altro paese dovesse farsi carico di tutti i disperati della terra sarebbe la sua fine. Il punto è l'oscena strumentalizzazione di questo episodio, in cui un capitano di una nave staniera infrange le leggi di uno Stato sovrano in nome di una emergenza umanitaria.

Se si lasciasse passare questo principio, che l'emergenza umanitaria riferibile a tanti poveri disgraziati (mi riferisco a quelli veri non a quelli presunti) avesse la precedenza sulle leggi degli Stati, andremmo incontro alla fine dello stato di diritto, al principio della legalità.

Non si potrebbero più porre limiti o confini a chi vuole entrare, basterebbe invocare l'emergenza umanitaria e i diritti umani e si romperebbero tutti gli argini.

Spavalda la Rackete dichiara a proposito di Matteo Salvini:

"Non ho tempo. Ho 40 persone, più 20 di equipaggio, quindi 60 persone di cui occuparmi. Mi tengono occupata giorno e notte. Salvini si metta in fila".

No, è lei che deve mettersi in fila dietro la legge italiana, non Salvini. È lei che deve prendere atto che vigono norme che possono anche non piacerle ma che sono vigenti e operative.

Tutta questa operazione ha una regia precisa, tempi precisi, finalità precise.

Un enorme apparato mediatico-economico sostiene tutto ciò. Il Gruppo editoriale di Carlo De Benedetti è, in Italia, il principale artefice della filosofia "umanista" di George Soros e della sua Open Society Foundations, il cui programma è dichiarato ai quattro venti.

“Nel 2015 il finanziere miliardario George Soros ha speso considerevoli somme di denaro per finanziare gruppi di pressione e istituzioni promuoventi i confine aperti e il libero movimento dei migranti dentro e intorno all’Europa. Insieme a un sito internet chiamato Welcome2EU, la sua Open Society Foundations ha pubblicato milioni di volantini allo scopo di informare i migranti su cosa fare. I volantini li informavano su come arrivare in Europa, quali fossero i loro diritti una volta lì e cosa potessero fare e non fare le autorità. I gruppi sostenevano apertamente la ‘resistenza contro il regime europeo dei confini’”, ha scritto Douglas Murray.

Recentemente, uno dei menestrelli di Repubblica, Gad Lerner, nella sua funzione abituale di ebreo di corte, ha difeso il faccendiere sul giornale dove scrive.

La filosofia di Soros e dei suoi sodali la trovate nelle parole del defunto grand commis della UE, Peter Sutherland, “Chiederò ai governi di cooperare, di riconoscere che la sovranità è una illusione, che la sovranità è una illusione totale che deve essere messa alle nostre spalle. Il tempo del nascondersi dietro i confini e i cancelli se ne è andato da molto tempo”.

Nella stessa intervista in cui faceva questa dichiarazione, Sutherland aggiungeva emblematicamente a conclusione del suo pensiero, “Dobbiamo lavorare insieme e cooperare insieme per rendere il mondo migliore. E ciò significa affrontare alcune delle vecchie parole d’ordine e delle vecchie memorie storiche e immagini dei nostri paesi e riconoscere che siamo parte dell’umanità“.
L'Umanità non conosce confini, identità specifiche, matrici culturali, memorie storiche. Conosce solo leggi superiori, astratte, universali.
L'Umanità è il fucile puntato contro chi osa dissentire, è il ricatto della Legge Superiore a quella degli Stati e di chi difende la loro specificità, i loro confini.




Se al Gay Pride di Milano sfila il carro pro migranti in difesa della Sea Watch
Pina Francone - Ven, 28/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18237.html

Il corteo del Milano Pride sarà aperto da un carro dedicato ai migranti e alla nave della Ong. La denuncia di Silvia Sardone

Al Milano Pride di domani, sabato 29 giugno, sfilerà anche un carro dei migranti, in difesa (anche) della Sea Watch 3 e della sua Capitana Carola Rackete.

Un nastro azzurro e, appunto, un carro ad hoc: Con questi simboli la comunità Lgbt si snoderà in corteo per le vie del centro città, schierandosi al fianco dei profughi, delle Ong e della 31enne attivista tedesca, al timone della nave tedesca battente bandiera olandese che ha forzato il blocco della capitaneria, e infranto la legge italiana, puntando verso il porto di Lampedusa, per portare a terra i 40 migranti a bordo.

Insomma, ecco che arriva la solidarietà del mondo Lgbt alle istanze dell'accoglienza sempre e comunque.

Non ci sta Silvia Sardone, che attacca: "La sfilata del Milano Pride di domani sarà aperta da un carro dedicato appositamente ai migranti, mentre la piattaforma Insieme senza muri ha invitato i partecipanti a indossare un nastro azzurro per esprimere solidarietà al capitano della Sea Watch 3. A questo punto vorrei capire cosa c’entrino i migranti e una nave che ha palesemente violato le leggi italiane coi diritti della comunità gay. Non ha nessun senso mischiare le due cose perché non sono collegate in alcun modo: ancora una volta la sinistra non ha perso occasione per dimostrarsi anti-italiana tirando in ballo ancora come sempre gli immigrati. Proprio non ce la fanno: gli extracomunitari sono la loro ossessione".

Il consigliere comunale ed europarlamentare della Lega aggiunge: "A Milano, secondo i dati che ho ricevuto in risposta a diverse mie interrogazioni, le politiche di Welfare finiscono sempre per premiare gli immigrati, quindi non capisco perché continuare a manifestare per loro. I sussidi per il sostegno al reddito per i nuclei familiari con minori (misura 1) finiscono per il 76% a famiglie straniere; l’80% delle bebè card è finito a mamme straniere (72% extracomunitari); agli stranieri viene elargito anche il 50% delle borse lavoro; il 72% dell’esenzione mensa per l’anno scolastico 2017-2018 è stato riconosciuto a famiglie straniere. Tutto questo a fronte del fatto che gli stranieri a Milano sono il 19% della popolazione. Dopo la parata del Pd a Lampedusa siamo costretti ad assistere alla celebrazione della Sea Watch anche a Milano: ricordo alla sinistra che si tratta di una nave fuorilegge che sta sfruttando decine di migranti per condurre una battaglia politica contro lo Stato italiano. Ma per loro esistono solo i diritti Lgbt e gli immigrati...".


Bastoni tra le ruote" a Salvini. Retroscena Sea Watch: così i magistrati hanno fatto muro
28 Giugno 2019

https://tv.liberoquotidiano.it/video/it ... E.facebook

Il "bastone tra le ruote" di Matteo Salvini sul caso Sea Watch lo avrebbe messo (di nuovo) la magistratura. Secondo il Corriere della Sera, in un retroscena di Fiorenza Sarzanini, il ministro degli Interni "avrebbe voluto far scattare subito il sequestro della nave" della ong tedesca che due settimane fa ha soccorso 42 migranti nelle acque al largo della Libia, dirigendosi poi verso l'Italia e ferma da giovedì a un miglio dal porto di Lampedusa.

"Quando si è capito che la magistratura non avrebbe disposto alcun provvedimento - spiega al Sarzanini -, si è deciso di approfondire la possibilità di arrivare al fermo amministrativo, una misura che potrebbe essere firmata anche oggi". In violazione del decreto sicurezza, sicuramente la ong dovrà pagare una multa fino a 50mila euro per non aver rispettato l'intimazione a rimanere nelle acque territoriali a seguito del rifiuto dell'Italia di concedere il Pos (il permesso a entrare nel porto sicuro), mentre per la confisca della nave serve "la reiterazione commessa con l'utilizzo della medesima nave". Dal Viminale puntano sul fatto che la capitana Carola Rackete abbia acceso i motori e si sia ulteriormente avvicinata nonostante l'alt della Finanza, forzando così di nuovo il blocco. "Proprio su questo potrebbe essere consegnata al prefetto di Agrigento anche una relazione di servizio della Guardia di Finanza".



Fiat iustitia
Niram Ferretti
2019/06/28

http://caratteriliberi.eu/2019/06/28/ag ... 8gYoeNreEU

È tempo di figure eroiche per la sinistra pro-immigrazionista, di cui il quotidiano romano La Repubblica e uno degli house organs di maggiore spicco. Il quotidiano può vantare, infatti, tra gli alfieri della causa, il guru Roberto Saviano, grande santone laico e custode di verità inappellabili, e Gad Lerner, stagionato ex lottatore continuo da salotto per il quale i migranti sono il sale della terra. Ed è infatti a Lerner che dobbiamo l’elogio della disobbediente o pasionaria capitana della Sea Watch, la tedesca Carola Rackete, che ha forzato il blocco imposto dal Ministro dell’Interno, il torvo Matteo Salvini.

Carola, l’indomita Carola, succede a Domenico Lucano, il sensale di Riace che organizzava matrimoni di convenienza tra cittadini riacesi e donne extracomunitarie per favorire l’illecita permanenza di quest’ultime sul territorio, oppure a Rosa Maria Dell’Aria, la soave maestra di Palermo sospesa per avere supervisionato senza alcun sussulto l’accostamento fatto dai suoi studenti tra le leggi razziali del 1938 e il decreto sicurezza voluto dal Ministro dell’Interno.

Dimenticati questi prodi, ora è il turno della capitana Rackete, novella Antigone che si pone contro la inumana legge della polis voluta dal Capitano crudele, in modo che i 42 migranti a bordo della nave da lei condotta vengano sbarcati.

Il cuore, soprattutto, contro la legge. Anima e core. Lasciamoli sbarcare tutti, ci sono infatti leggi superiori ai decreti governativi, a una ben precisa volontà politica di ridurre l’immigrazione clandestina, e sono i decreti che Gad Lerner, Roberto Saviano e Gino Strada conoscono assai bene. Sono incisi nei loro cuori di combattenti per la Giustizia.

Sono costoro i difensori dell’Umanità, contro le fascistissime proibizioni, la politica spietata dei truci. L’Umanità, di cui Carola Rackete è un alto e luminoso esempio, non conosce altro che se stessa contro ogni freddo calcolo, ogni altra razionale considerazione. Chi tutela l’Umanità, di cui i migranti oggi sono il suggello è filantropo, amante dell’uomo, come George Soros, anche lui difeso recentemente da Gad Lerner. Soros il faccendiere demiurgo dal nome palindromico per il quale il futuro prevede un mondo senza confini in cui predominerà un meticciato armonioso e rigoglioso e al cui scopo ha devoluto la parte più consistente della sua stratosferica fortuna, alla Open Society Foundations, la galassia di ong che promuovono i suoi ideali post-nazionali, post-identitari.

Anche Soros è un eroe. E Lerner, Saviano e altri non possono non sottoscrivere l’idea di una società appunto aperta, dove, per apertura si intende proprio che non può sussistere alcun confine, alcuna chiusura al trionfo dell’indistinto chiamato Umanità.

Non era ciò a cui pensava Karl Popper. Proprio no. Poco importa se c’è chi ha del futuro un’idea diversa, come milioni e milioni di musulmani, i quali pensano che una società veramente perfetta debba essere rigorosamente sottomessa alla sharia. E’ un dettaglio, come sono dettagli il fatto che una percentuale consistente degli immigrati clandestini finisce per delinquere non trovando qui alcun Bengodi. Tutto questo è fastidioso raschiare sulla superficie levigata di chi promuove il Bene, sempre il Bene, ad ogni costo.

Il coro delle anime belle è refrattario a ogni distinguo, a ogni rilievo, intento a comporre senza sosta una sola strofa: Fiat iustitia et pereat mundus.


I tedeschi difendono Carola e insultano i "plebei" italiani
Andrea Indini - Ven, 28/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 18331.html

Il quotidiano Bild si schiera con la capitana della Sea Watch, attacca Salvini e definisce gli italiani "plebaglia"

Ora scende in campo pure la stampa tedesca. Nel braccio di ferro tra la Sea Watch e Matteo Salvini non poteva, infatti, mancare l'entrata a gamba tesa della solita Bild.

A questo giro, per attaccare il nostro governo, è finita per insultare tutti gli italiani. Non che sia la prima volta. Ma le parole che ha scelto per trattare l'argomento sono violentissime. Ci ha difiniti "Pöbel". Che significa, grosso modo, plebe, pleabaglia, marmaglia. E non si è limitata a questo. Nell'articolo firmato da Albert Link e Nicholas Scharlak ha anche difeso a spada tratta l'ong, che da anni ci scarica immigrati clandestini sulle nostre coste, e la capitana Carola Rackete che ha forzato il blocco del Viminale entrando illegalmente nelle acque territoriali italiane e facendo carta straccia delle nostre leggi.

La Sea Watch è un'organizzazione non governativa tedesca con sede a Berlino e ad Amburgo. La stessa comandante è tedesca. Eppure la cancelliera Angela Merkel si è guardata bene dall'intervenire in questo durissimo attacco al nostro Paese. Solo il ministro dell'Interno Horst Seehofer è intervenuto. Ma lo ha fatto per mettere a tacere quei sindaci progressisti che si erano offerti di ospitare i 43 immigrati clandestini caricati a bordo della nave guidata dalla Rackete. Non una parola è stata spesa per condannare la forzatura del blocco né un solo minuto è stato speso, a livello europeo, per cercare di risolvere la situazione. E, mentre lo stallo continua, ci troviamo pure a doverci sorbire le invettive della Bild. Nell'articolo Pöbel-Attacke gegen deutsche Kapitänin (L'attacco della plebaglia alla capitana tedesca) il quotidiano se la prende, in primis, con Salvini accusandolo di stare tanto sui social e di lavorare poco e lo accusa di attaccare i migranti per ottenere il consenso degli italiani.

Di per sé l'articolo della Bild è un riassunto dell'estenuante braccio di ferro a cui la Rackete sta obbligando il governo italiano. Ovviamente, non si tratta di un resoconto oggettivo. Basti pensare che le fonti a cui attinge il quotidiano tedesco sono Repubblica e Roberto Saviano. Dei reati commessi dal capitano della Sea Watch 3 non c'è la benché minima ombra. Anzi, arriva addirittura a incensarla per il suo impegno in mare. E nel farlo ricorda i motivi che l'hanno spinta a farlo: "Sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto, ho sentito l'obbligo morale di aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità". Per i due giornalisti tedeschi, che non hanno mancato di criticare Salvini per "la linea dura contro i rifugiati" e "la chiusura dei porti alle navi di soccorso", le sue ragioni (come anche quelle della stessa ong) vanno prese sul serio e difese.

Dal canto suo Salvini ha risposto a questo attacco verbale con una emoticon su Twitter. E ha invitato i tedeschi a riprendersi le loro Ong e a lasciar in pace l'Italia e gli italiani. Resta nero su bianco quel "Pöbel" nel titolo. Un termine a dir poco dispregiativo che dovrebbe indignare anche quei progressisti italiani che in questi giorni si sono schierati al fianco della capitana tedesca. Da Berlino ci vedono come della "plebablia", ma sono loro le vere canaglie che ancora una volta ci stanno scaricando addosso un'emergenza tutta europea e lo stanno facendo infrangendo un'infinità di leggi (italiane e internazionali).



Gino Strada difende Sea Watch: "Resistono ai criminali politici"
Sergio Rame - Ven, 28/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 18346.html

Anche Gino Strada difende la capitana e torna ad attaccare Salvini: "Bisogna far piazza pulita di questo coacervo di fascisti e coglioni"

Alla festa per i 25 anni di Emergency vanno in scena ancora una volta gli insulti. È, infatti, bastato mettere un microfono davanti a Gino Strada per farlo iniziare ad attaccare a testa bassa Matteo Salvini.

"La soluzione è fare piazza pulita di questo coacervo di fascisti e coglioni", tuona il fondatore dell'associazione umanitaria (guarda il video) prendendo apertamente le difese di Carola Rackete, il capitano della Sea Watch 3 che infrangendo il blocco del Viminale ha portato la nave carica di immigrati clandestini davanti al porto di Lampedusa.

Per festeggiare i suoi 25 anni di impegno Emergency torna nella città dove è nata, Milano, in una tre giorni all'insegna dell'hashtag "di guerra e di pace. "Da 25 anni Emergency mette in pratica un'idea molto semplice: cura chiunque ne abbia bisogno - spiega Strada - nulla di eroico, è il nostro dovere, la nostra resistenza: mettere in pratica, ogni giorno, in tutti i nostri progetti, i diritti umani. È questo il nostro contributo, che ci ha portato a curare oltre 10 milioni di persone. E sarà anche una goccia nell'oceano, però è una bella goccia". Il volto umanitario dell'associazione nasconde, tuttavia, quello più politico. E basta stare ad ascoltare il fondatore per capirlo.

Il focus è ovviamente l'emergenze immigrazione e la lotta che Salvini ha messo in campo contro le ong che operano nel Mediterraneo. "Non è stato lui a cominciare, ma il suo predecessore Marco Minniti", attacca condannando sia il respingimento dei migranti ("È un atto disumano") sia "la politica di criminalizzare le ong". Ovviamente, nella vulgata di Strada non c'è spazio per la verità. E così non parla degli interessi (anche economici) legati al business dell'immigrazione né ai pericolosi contatti con i trafficanti di esseri umani. Né, tantomeno, ammette che da quando i porti italiani sono stati chiusi sono sì dimunuiti gli sbarchi, ma sono soprattutto diminuiti i morti in mare.

Nel suo intervento Strada trova ovviamente l'occasione per dare il proprio sostegno alla Rackete (guarda il video). "Il capitano e tutto l'equipaggio della Sea Watch hanno tutta la mia completa solidarietà", spiega. Anche sul caso della nave dell'ong tedesca, non gli interessa che per arrivare fino a Lampedusa il comandante ha infranto svariate leggi. Anzi, dice pure che "stanno resistendo contro dei criminali politici" che andrebbero addirittura "perseguiti per legge".


NOTA AGGIUNTIVA SU STRADA GINO
Niram Ferretti
30 giugno 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Lo stalinista Gino Strada, chirurgo miliardario con una predilezione spiccata nell'amorevole difesa di criminali dediti al genocidio, come Omar Bashir in Darfur, ci dice che bisogna fare "piazza pulita" di gente come Salvini e dei suoi compagni "fascisti".

Ha ragione da vendere Strada, è un metodo efficace e risolutivo. Lenin lo inaugurò in Russia quando prese il potere. Si trattava del terrore catartico, in virtù del quale i "parassiti" borghesi sarebbero stati tolti di mezzo. Stalin, che gli succedette, portò il metodo alle sue estreme conseguenze.

Per lo stalinista Strada diventato miliardario in virtù del grande flusso di "picciuli" versati a Emergency, una parte della cui provenienza è ignota (chi sono le "autorità pubbliche estere" che inviano una cospicua parte dei fondi?), l'Italia, ma non solo, dovrebbe accogliere incondizionatamente i migranti. Non importa chi essi siano, da dove vengano, quanti siano, l'importante è accoglierli in quanto bisognosi. Se non lo si fa si è fascisti.

Il fatto che, una volta accolti una parte di loro non si voglia integrare, o non riesca a trovare lavoro, o non voglia trovare lavoro, o sia sfruttata, tutto questo è irrilevante. Per l'amico di Omar Bashar che, nel 2009, indignato dal fatto che la Corte Internazionale dell'Aia avesse spiccato un mandato di cattura nei confronti di Bashar ma non di Ehud Olmert per i civili morti a Gaza, l'Occidente è il male e il bene può solo venire da un terzomondo mitizzato, fatto di poveri umiliati, innocenti e buoni.

Edward Luttwak qualche anno fa, di lui ebbe a dire,

“In Italia ci sono persone che sono in estrema povertà, in estremo disagio e in estremo pericolo, ma Strada non è mai andato da loro. E’ andato in Afghanistan. Se tu vai a Palmi o a Canicattì o a Voghera, la stampa non ti segue, devi andare in Afghanistan perché in Calabria non è chic".

No, non lo è, e soprattutto no è terzomondo, non è il luogo dell'innocenza profanato dall'imperialismo e dal colonialismo bianco. Dai "fascisti", soprattutto quelli che non vogliono che l'Europa diventi una colonia africana o islamica.



Strada insulta ancora: "Salvini e i suoi non hanno abbastanza neuroni"
Giorgia Baroncini - Mar, 02/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... h8vLE0PKAg

Il fondatore di Emergency torna ad attaccare il vicepremier leghista: "Non hanno una strategia. In tanti hanno perso la ragione"

"Non credo che Salvini e i suoi abbiano una strategia: tra tutta quella compagine se si vuol mettere insieme un ragionamento bisogna fare una strage di cervelli.

Non hanno gli strumenti, non hanno abbastanza neuroni". Così Gino Strada si è scagliato contro il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante la presentazione della Smemoranda 2020 a Milano.

"Per 25 anni la politica ci ha accusati di fare politica", ha detto commentando gli attacchi della destra alle Ong, a cui il diario quest'anno dedica un'apposita sezione. Riferimenti alla vicenda della Sea Watch che fanno tornare in mente l'attacco di pochi giorni fa da parte dello stesso Strada a Salvini.

"Sea Watch ha tutta la mia solidarietà perché ha fatto ciò che è giusto - ha ribadito -. Sappiamo già che dall'indagine non uscirà niente e sarebbe meglio che questi 'indagatori' indaghino sui soldi della Lega, sulla corruzione e sulla mafia. I fascisti vorrebbero che le cose andassero diversamente, ma poi le accuse anche in tribunale si smontano".

"Mi preoccupa che questa mentalità volgare, banale, ignorante, egoista, non venga contrastata sufficientemente sul piano culturale", ha continuato nel corso dell'incontro a Casa Emergency. "Bisogna smettere di dire che gli italiani sono i 60 milioni di bambini di Salvini: se si continua a parlare di Salvini, Salvini, Salvini, alla fine la gente penserà che in Italia c'è solo lui".

"Da medico non riesco a pensare a una mutazione genetica che da un anno e mezzo coinvolge milioni di persone. Non bisogna chiedersi come la Lega abbia fatto a prendere tutti quei voti, ma come è successo che in tanti hanno perso la ragione", ha aggiunto dal palco dove anche Roberto Saviano ha attaccato poco dopo il vicempremier leghista.





Don Biancalani contro Salvini: "Spero che questo governo cada al più presto"
Costanza Tosi - Gio, 27/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 17734.html

Il taglio dei fondi per l'accoglienza contenuto nel decreto sicurezza bis risveglia la rabbia del prete anti-salvini: "senza soldi le cooperative non potranno più accogliere"
Senza soldi non si accoglie, parola di prete. Parola di don Biancalani, il parrocco della chiesa di Santa Maria Maggiore di Pistoia.
Lui è stato uno dei primi preti anti Salvini e di questo ne va fiero. Altro che amore fraterno, per don Biancalani Matteo Salvini è il male. “È disumano, l’accoglienza è un dovere, lo dice il Vangelo di Nostro Signore che proprio Salvini fa vedere senza vergogna.” Lo stesso Vangelo che parla di amore “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Peccato che il don non ami molto Salvini tanto da augurargli di rimanere in mare aperto con un gommone pronto ad affondare.
Ma la missione di Don Biancalani è quella di difendere l’accoglienza: “I soldi sono troppo pochi, non si può fare nulla. I ragazzi non possono fare neanche dei percorsi di integrazione. È dura andare avanti così", afferma il prete. Ma i preti non sono nuovi a questo tipo di esclamazioni, a darne conferma è anche un famoso detto: “Senza soldi non si cantano messe.” Insomma, chi è riuscito a vivere grazie all’accoglienza non ci sta più alla chiusura del rubinetto voluto dal ministro Salvini.
Ma i motivi per attaccare il capo del Viminale sono tanti. E non solo i porti chiusi. Tutto è iniziato quando due anni fa, la prefettura di Pistoia, fece chiudere il centro di accoglienza di don Biancalani. Il motivo? Troppi problemi alla struttura, mancava la sicurezza. Secondo i vigili del fuoco, che fecero una lunga e attenta ispezione, la struttura non era idonea ad ospitare gli immigrati e a rischio incendio. E da quel giorno don Biancalani afferma di essere “perseguitato”. Per un normale controllo ministeriale.
Ma il prete va contro le leggi pur di “ospitare chi ha bisogno di aiuto”. Negli stessi spazi ritenuti “non idonei” dalla Prefettura don Biancalani continua ad ospitare. Decine i migranti ospiti nella struttura “abusiva”. Lì non ci potrebbero stare, ma ci stanno. Eccome. Bivaccano tutto il giorno. L’unico svago è il biliardino, per il resto bastano i cellulari e la connessione ad internet. Molti non hanno un lavoro e i documenti in regola ma il prete li protegge, anche andando contro la legge. Dopotutto “l’integrazione è un processo lungo e costoso” sostiene don Biancalani che trova il decreto sicurezza bis, da poco approvato dal Consiglio dei Ministri, “un’assurdità”. E aggiunge “Il taglio dei fondi destinati alle strutture che accolgono metterà a dura prova le cooperative. Senza soldi non potranno più accogliere.” Ma non lo facevano solo per “amore del prossimo”?
Lo stesso amore che spinse il prete dell’accoglienza a portare i migranti del suo centro a fare il bagno in piscina. La foto degli immigrati sorridenti e sfottenti fece il giro del web indignando. “Ecco come vengono spesi i soldi dell’accoglienza” dicevano in molti. Ma il prete, visto le alte temperature fuori stagione, è pronto al bis: “Penso di portarli nuovamente.” Sì, ma con quali soldi? “Vedremo...” Sicuramente questa volta non saranno quelli dello Stato. Troppo pochi da poter sperperare così, ci sarebbe altro a cui pensare, magari a mettere a norma la struttura fuorilegge.



VIENI AVANTI...
Niram Ferretti
29 giugno 2019

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063

Nella faccenda della Sea Watch non poteva mancare Lui, il cabarettista partenopeo noto per i plagi, Roberto Saviano.
Ascoltiamolo.
"Grazie Carola - scrive sui social - per aver messo il tuo corpo in questa battaglia di civiltà". "Carola, hai obbedito alla legge degli Uomini gli stessi Uomini che più di 70 anni fa seppero scacciare nel buco nero della storia quelli che oggi rialzano la testa".
Claro no?
Lui, il guru di La Repubblica e "Carola" (notare il confidenziale) appartengono all'Umanità, come i 42 migranti della Sea Watch. Salvini non è umano, ed è un erede di Salò.
D'altronde poco tempo fa l'Espresso del gruppo De Benedetti, pubblicava una foto di un migrante e di Salvini con il titolo preso da Vittorini, "Uomini e no", dove il sostantivo si trovava sotto la faccia del migrante e l'avverbio di negazione sotto la faccia di Salvini.
Presto, speriamo presto, di vederlo questo cabotin di provincia dall'orrenda prosa che trasuda retorica e demagogia, davati al tribunale dove dovrà rispondere di diffamazione nei confronti del Ministro dell'Interno, da lui accusato, in uno dei suoi guizzanti momenti di onnipotenza, "Ministro della malavita".
Per plagio è già stato condannato.



Amnesty, Noury: "Carola ha fatto benissimo, siamo con lei"
https://www.youtube.com/watch?v=Z5Ph8GW ... ture=share

Accoglienza e ospitalità imposta o forzata è un crimine contro l'umanità
viewtopic.php?f=196&t=2420
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:50 am

La violazione dei nostri diritti umani naturali e universali, civili e politici, delle leggi italiane e della volontà sovrana della maggioranza dei cittadini italiani.



Sea Watch a Lampedusa: ma il 61% degli italiani non vuole che attracchi
Pina Francone - Gio, 27/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 17463.html

Secondo una rilevazione di Emg Acqua, la maggioranza dei cittadini è contrario alla Sea Watch in arrivo al porto dell'Isola della Sicilia

Carola Rackete ha mostrato i muscoli e indicato la rotta: "Informo che devo entrare in acque territoriali italiani e che devo fare sbarcare le 42 persone che ho a bordo".

E così la capitana tedesca della Sea Watch 3 ha puntato la prua della nave verso il porto di Lampedusa, forzando il blocco della Capitaneria navale nostrana. E scatenando l'ennesima guerra tra Italia, Ong ed Europa, quest'ultima sempre più inerme di fronte a tali querelle.

Bene, se la nave della Ong tedesca battente bandiera olandese vuole arrivare al porto sicuro di Lampedusa, il 61% degli italiani non vuole che attracchi. Già, perché un sondaggio realizzato da Emg Acqua e presentato durante la trasmissione Agorà, su Rai Tre, racconta che la maggioranza dei cittadini interpellati è contraria alla presa di posizione della Ong.

La pensa in questo modo il 93% degli elettori della Lega di Matteo Salvini e il 49% degli elettori del Movimento 5 Stelle. "Solo" per il 33% degli intervistati invece la nave dovrebbe entrare in un porto italiano.

In queste ore, la Guardia di Finanza è salita a bordo dell’imbarcazione per controllare i documenti della nave e i passaporti di tutto l'equipaggio.



La Corte dei Diritti Umani affonda la Sea Watch e le altre Ong
15:51 26.06.2019

https://it.sputniknews.com/opinioni/201 ... -altre-ong

La decisione dei giudici dei Strasburgo fa piazza pulita delle pretese dei fondamentalisti dell’accoglienza cancellando il pretesto del “porto sicuro” e avvallando la politica dei “porti chiusi” introdotta da Matteo Salvini.

Altro che violazione dei diritti umani. Altro che diritto al “porto sicuro”. L’Italia non può esser accusata di nulla e può continuar a tenere alla larga la Sea Watch e le altre navi delle Ong che con il pretesto della ricerca di un “porto sicuro” pretendono d’approdare solo e soltanto a casa nostra.

A dirlo non è Matteo Salvini, ma una Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo difficilmente sospettabile di parzialità nei confronti dell’Italia. Si tratta, infatti, della stessa Corte che nel 2012 ci condannò per i “respingimenti” dei migranti verso la Libia di Gheddafi. La stessa che lo scorso 13 giugno ci ha sanzionato per aver condannato all’ergastolo a vita un conclamato mafioso.

In effetti una sentenza sfavorevole all’Italia sul cosiddetto appello dei migranti che da bordo della Sea Watch richiedevano "misure urgenti” per “impedire serie e irrimediabili violazioni dei diritti umani" sarebbe stato macroscopico. Costringere l’Italia a far approdare quella nave sarebbe significato legalizzare il “modus operandi” delle Ong che, in barba alle leggi internazionali, si arrogano il diritto di far arrivare in Europa persone prive di qualsiasi diritto all’accoglienza. Non a caso la decisione della Corte, riassunta in un comunicato stampa di una cartella e mezza, specifica come le 34 persone raccolte in mare dalla Sea Watch provengono da Niger, Camerun, Guinea, Mali, Costa d’Avorio, Ghana, Burkina Faso e Guinea Conakri.

Il dettagliato elenco delle nazionalità non è casuale. Inserirlo serve a dimostrare come nessuno degli appellanti provenga da paesi dove sono in corso quelle guerre o quelle carestie che - in base ai criteri della Convenzione di Ginevra - giustificano il riconoscimento del diritto all’asilo. Dunque gli “ospiti” della Sea Watch sono migranti irregolari a cui non è concesso mettere piede sul continente.

Già da questo punto di vista decisione dei giudici di Strasburgo rappresenta un boomerang per la Sea Watch e per tutte le altre navi delle Ong. Ma il contraccolpo più grosso in termini di precedenti giuridici riguarda la capziosa argomentazione sul cosiddetto “porto sicuro” addotto da Sea Watch e “compagni” per rivendicare il diritto a sbarcare sempre e soltanto in Italia.

Guardare per credere: il canale Youtube di Sputnik Italia

Sulla base di quell’argomentazione Sea Watch, come tante altre navi delle Ong, si è rifiutata sia di sbarcare i suoi ospiti in un porto libico, sia di far rotta verso le tranquille coste della Tunisia assai più vicine alla zona in cui ha raccolto in mare i suoi 34 ospiti. In compenso ha trascorso ben dodici giorni di fronte alle acque territoriali di Lampedusa. Da quella sosta prolungata emergono due considerazioni che possono aver influenzato la decisione favorevole all’Italia della Corte per i Diritti Umani.

La prima, importantissima in termini di precedenti, è che a bordo della Sea Watch non c’è alcuna emergenza e quindi non sussiste l’urgenza di offrire un “porto sicuro”. In una corretta interpretazione del diritto della navigazione l’obbligatorietà e l’urgenza di offrire un porto sicuro ad una nave con a bordo dei naufraghi si basa infatti sulla necessità di toccare terra per mettersi al riparo da condizioni di pericolo come il mare in tempesta o avarie capaci di far affondare il natante e mettere a rischio la vita dei suoi occupanti. Questa non è certo la condizione di una Sea Watch che da 13 giorni attende all’ancora al limite delle acque territoriali di Lampedusa.

Ma quell’indugiare davanti alle coste italiane fa soprattutto capire quanto fantasioso sia il timore di una “violazione dei diritti umani” da parte dell’Italia su cui si basa l’appello dei migranti. Nessuno, sano di mente, attenderebbe per dodici giorni di entrare in una paese dove teme vengano violati i suoi diritti. Soprattutto avendo la possibilità di far verso rotta luoghi considerati meno ostili. Ma questa possibilità non è mai stata neppure presa in considerazione dalla Sea Watch che si è guardata bene dallo sfruttare quei dodici giorni per cercare l’approdo in un porto spagnolo o francese. E tanto meno ha bussato alle porte di quell’Olanda di cui batte bandiera e dove in dodici giorni di navigazione sarebbe potuta comodamente arrivare.

In prospettiva dunque la decisione della Corte di Strasburgo fornisce all’Italia un indispensabile presupposto giuridico per difendere la chiusura dei porti e tenere alla larga le navi delle Ong che con il pretesto del “porto sicuro” assediano per giorni o settimane gli approdi italiani.



La Sea Watch non sfida Salvini: l'attacco è contro tutta l'Italia
Lorenzo Vita - Gio, 27/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 17618.html

Gli intellettuali e i benpensanti sostengono Sea Watch per colpire Salvini: ma attenzione, la sfida è contro un ministro che rappresenta l'Italia e le sue leggi

No, Sea Watch 3 non ha ingaggiato un duello con Matteo Salvini, ma con tutta l'Italia.

Troppo spesso in questi giorni si parla della "battaglia" sul blocco della nave della ong come di un confronto rusticano fra il leader della Lega e l'organizzazione tedesca che si occupa di migranti. Ma la questione va posta su un altro piano: non è Salvini ad essere l'obiettivo dell'organizzazione, ma un ministro del governo italiano e le leggi approvato da un governo scelto da un parlamento eletto dalla maggioranza del popolo italiano. E che ha trovato conferma nelle ultime elezioni europee (pur rovesciandone le forze).

La questione dovrebbe sembrare scontata. Ma a quanto pare non lo è affatto visto che gli intellettuali della sinistra liberal e i fautori dell'immigrazione sempre e comunque hanno immediatamente cavalcato la sfida di Sea Watch come di un attacco rivolto al ministro dell'Interno. Dimenticandosi però che sì, Salvini è leader della Lega, ma è anche rappresentante delle nostre autorità. E nel momento in cui si tifa per una nave straniera che infrange le regole imposte dal nostro esecutivo, di fatto si sta gettando alle ortiche lo stato di diritto e i principi della convivenza civile di uno Stato. Sia chiaro, non si può parlare di intelligenza con lo straniero, ma fare gli ultrà della Sea Watch per colpire la leadership di Salvini è un gioco pericoloso, che trasforma la ong tedesca in un'arma per colpire le autorità dello Stato.

Nessuno può mettere in dubbio la libertà di critica nei confronti dei decreti voluti da questo governo. Né si sta chiedendo di sostenere la linea voluta dal Carroccio e dal Movimento 5 Stelle, che di questo governo sono le due anime principali. Quello che si sta cercando di dire è che bisogna fare attenzione a scindere le due cose. Un conto è la critica politica verso il capo di un partito. Altro conto è trasformare la sfida di Sea Watch nei confronti delle nostre leggi come un'arma per attaccare un leader di partito che adesso è anche a capo del Viminale. Perché il rischio (neanche troppo velato) è che sostenere la nave ong diventi un modo per sostenere chi infrange la legge. Con tutte le conseguenze del caso. Perché il confine fra sostenere una linea politica e sostenere un reato è molto labile. E Sea Watch in questo caso non sta sfidando un partito, ma la nostra sicurezza e le nostre leggi, mettendo a repentaglio anche la catena di comando delle nostre forze dell'ordine e dei nostri militari impegnati a difendere le nostre acque.



Travaglio: "Il Governo ha diritto di difendere i confini. Sea Watch ha usato i migranti come ostaggi, mentito e provocato"
2019/06/28

https://www.leggilo.org/2019/06/28/marc ... illegalita

Marco Travaglio, in un editoriale e ospite da Lilli Gruber, ha commentato la vicenda della Sea Watch scagliandosi contro il gesto della capitana Carola Rackete, accusandola di disobbedienza civile.

C’è chi la difende e chi no. Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3, ha gli occhi puntati addosso e se in molti sono a sostenerla, dandole dell’eroina che rischia gravi conseguenze pur di salvare la vita di 40 persone, altri puntano sull’illegalità del suo gesto. Il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, nel suo editoriale in prima pagina, è intervenuto sulla vicenda della Sea Watch, criticando le scelte della Ong che, nonostante un divieto di ingresso in acque italiane, ha deciso ugualmente di entrare sfidando i limiti posti dal Governo.

“Nessuno ci venga a dire che da una parte ci sono gli italiani cattivi e xenofobi, e dall’altra l’eroica capitana. O che un Governo non ha il diritto-dovere di difendere i propri confini da chi vorrebbe decidere sulle sue politiche migratorie dalla tolda di una nave con bandierina olandese“, scrive Travaglio. “Il natante, guidato dalla capitana tedesca Carola Rackete ha violato una serie innumerevole di norme italiane e internazionali, il che non le verrebbe consentito da alcuno Stato di diritto del mondo libero. Nel 2017 non ha firmato il Codice di autoregolamentazione del ministro dell’Interno PD Marco Minniti, regolarmente siglato da altre ong, per farla finita col Far West nel Mediterraneo. S’è addentrata nella zona di ricerca e soccorso libica, competenza della Guardia costiera di Tripoli”.

La Rackete, sostiene il giornalista, avrebbe dovuto far rotta sul porto sicuro più vicino: cioè in Tunisia o a Malta. Invece ha deciso di proseguire fino a Lampedusa, per creare l’ennesimo incidente in polemica con le politiche migratorie del Governo italiano, secondo il copione collaudato da altre navi della stessa Ong. La capitana ha calpestato due sentenze, una di un Tribunale italiano e uno dato dalla Guardia Costiera di finanza che le ha intimato di fermarsi. “E s’è affacciata su Lampedusa sventolando una causa di forza maggiore già esclusa da Strasburgo: la salute dei migranti dopo 14 giorni di navigazione, che sarebbero stati molti meno se fosse andata dove doveva: Tunisia o Malta”, prosegue Travaglio.

Idea ribadita anche da Lilli Gruber, ospite ad Otto e mezzo: “Non esiste al mondo un paese che consente a un’organizzazione privata di comportarsi come si sta comportando la Capitana Carola. Un atto di disobbedienza civile. Sappiamo benissimo che non lo fanno per soldi, lo fanno per creare un incidente, il terzo che crea questa Ong che non condivide le politiche migratorie in Italia”, ha detto Travaglio che sembra poi spezzare una lancia a favore di Matteo Salvini: “Ci sono due propagande opposte sulla pelle di 40 disperati usati come scudi umani, ostaggi di una guerra politica che non c’entra niente con la soluzione al problema immigrazione. Andare a recuperare i migranti per portarli in Italia non è la soluzione”, ha concluso.



Alberto Pento
Travaglio, si tratta di disobbedienza incivile non civile poiché questa criminale viola in nostri diritti umani naturali e universali, civili e politici.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:51 am

Sea Watch, la nave attracca a Lampedusa: applausi e urla. Indagata Carola Rackete
Venerdì 28 Giugno 2019
Sea Watch, indagata Carola Rackete. Salvini attacca l'Olanda: «Disgustosi»

https://www.ilmessaggero.it/italia/sea_ ... 86003.html

È il giorno della Sea Watch. Ma anche la notte, con l'ingresso nel porto di Lampedusa, intorno all'1.40 della nave, e il successivo attracco, tra applausi e urla. Per i 40 migranti, da più di due settimane a bordo della Sea Watch, quindi, l'odissea è vicina alla conclusione: dopo l'ennesima giornata di trattative tra Roma e Bruxelles, uno spiraglio si è aperto con la disponibilità di cinque Paesi ad accogliere i migranti. Ed ora si aprono altre partite, perché la capitana Carola Rackete è stata iscritta nel registro degli indagati e sarà sentita dai magistrati: dopo avere violato i divieti e avere portato la nave in porto la comandante è stata fermata. I militari sono saliti a bordo e l'hanno prelevata. Rackete è poi stata fatta salire su un'auto della Guardia di Finanza ed è stata portata verso la caserma.

L'ATTRACCO. Intorno all'1.40, la nave, ferma da tre giorni al largo di Lampedusa, è entrata nel porto dell'isola, come annunciato sull'account Twitter di Sea Watch. Il comandante ha deciso di procedere nonostante la mancanza di autorizzazioni da parte delle autorità. La nave è rimasta per qualche minuto all'esterno del porto, bloccata da una motovedetta della Gdf, e ora sta facendo manovra per avvicinarsi alla banchina. «Basta, dopo 16 giorni entriamo in porto», ha scritto la ong su Twitter.

Ed è subito scontro tra opposte fazioni sul molo di Lampedusa dopo che la Sea Watch ha violato il divieto d'ingresso e ha attraccato: da una parte i sostenitori della ong che hanno applaudito la scelta della comandante, dall'altra un gruppo di lampedusani tra cui l'ex vicesindaco Angela Maraventano, che ha urlato e inveito contro i volontari dell'organizzazione. «È una vergogna - ha urlato Maraventano rivolta verso la nave -. Qui non si può venire a fare quello che si vuole, non venite nelle nostra isola se no succede il finimondo». E poi, «fate scendere i profughi - ha aggiunto rivolgendosi alle forze dell'ordine - e arrestateli tutti». All'ex vicesindaco ha risposto l'ex sindaco Giusi Nicolini: «Che vuoi tu, chi sei tu per decidere chi deve venire e chi no». Prima di attraccare, una motovedetta della Guardia di Finanza ha tentato più volte di impedire l'ormeggio fino a quando si è dovuta sfilare per non rimanere incastrata fra la Sea Watch e la banchina

Nei confronti dei migranti, una volta scesi a Lampedusa, scatteranno le sanzioni amministrative previste dal decreto sicurezza. I segnali che si fossero fatti dei progressi sono arrivati già in mattinata, quando il premier Giuseppe Conte, che a margine del G20 a Osaka ha avuto un lungo colloquio con il collega olandese Mark Rutte, ha annunciato che «tre o quattro paesi sono disponibili alla redistribuzione dei migranti della Sea Watch». In realtà i paesi sono cinque: Francia, Germania, Lussemburgo, Finlandia e Portogallo. Non c'è dunque l'Olanda, contro cui si scaglia nuovamente Matteo Salvini. «Il suo comportamento - dice - è disgustoso, se ne strafregano di una nave battente la loro bandiera. Ho scritto al ministro degli interni e non ho neanche ricevuto una risposta».

Il passo avanti non ha però ancora definitivamente sbloccato la situazione. Salvini non si fida e perciò ribadisce che «prima di sbloccare la situazione si attendono precise garanzie su numeri, tempi e modi». Ma non solo. Ci sono anche tutta una serie di questioni tecniche da risolvere. Una su tutte, la volontà dell'Italia di identificare i migranti appena scesi dalla nave senza però inserire i dati nel sistema Shenghen. Risolto il problema dei migranti, resta quello della Sea Watch. Salvini ha già detto più volte che la capitana deve essere arrestata e la nave sequestrata. Ma mentre per i provvedimenti nei confronti di Carola sarà la magistratura a decidere, per il sequestro della nave il prefetto di Agrigento si muoverà nelle prossime ore. Appena scesi i migranti farà scattare la sanzione (20mila euro se la Ong pagherà subito, fino a 50mila se impugnerà il provvedimento) e molto probabilmente disporrà il sequestro: al Viminale ritengono infatti il tentativo del comandante di entrare giovedì in porto come una «reiterazione» dei divieti previsti dal decreto sicurezza bis.

E non si esclude la possibilità che vengano presi direttamente provvedimenti nei confronti della comandante. Oggi intanto si è mossa anche la magistratura, che finora ha tenuto volutamente un profilo defilato sulla vicenda per evitare di interferire con la trattativa politica. Ma il tempo sta per scadere. Nel pomeriggio la Guardia di Finanza è salita a bordo della nave per acquisire documenti, materiale foto e video e ispezionare tutti i locali. In mattinata il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e l'aggiunto Salvatore Vella hanno iscritto nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e rifiuto di obbedienza a nave da guerra la comandante Carola Rackete. Che però non sembra preoccuparsi. «Affronterò tutto con il supporto dei legali di Sea Watch, ora voglio solo che le persone scendano a terra» dice rispondendo in maniera dura all'ennesimo attacco del ministro. «Non ho tempo per i suoi commenti. Ho 60 persone di cui occuparmi, Salvini si metta in fila». Carola sarà interrogata nelle prossime ore e solo dopo i magistrati decideranno se disporre o meno il sequestro probatorio. «Stiamo valutando - conferma Vella - Noi facciamo il nostro lavoro e non ci sostituiamo a nessuno». L'ennesimo messaggio alla politica affinché trovi la soluzione e, finalmente, faccia sbarcare le vere vittime di tutta questa vicenda, i 40 migranti.



Alberto Pento
Questi clandestini (migranti) non sono vittime, sono criminali e non hanno alcun diritto di invaderci, di essere accolti, ospitati e mantenuti nostre spese e godere dei nostri beni civili.





La Sea Watch attracca al porto di Lampedusa. La capitana arrestata dai finanzieri. I migranti sbarcati all'alba
Carola Rackete ha invocato "lo stato di necessità" ma viene portata via dai finanzieri con l'accusa di resistenza o violenza contro nave da guerra. Motovedetta della Finanza prova a fermarla per due volte rischiando di essere schiacciata contro la banchina. Applausi sul molo delle tante persone che hanno solidarizzato con i migranti
FABIO TONACCI
29 giugno 2019

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/ ... -229893050

LAMPEDUSA - Intorno all'1,50 la Sea Watch dopo 17 giorni in mare è attraccata al molo commerciale di Lampedusa. Ancora una volta è stata una mossa a sorpresa della capitana tedesca Carola Rackete a sbloccare la situazione. E' entrata nel porto senza autorizzazione preventiva, invocando lo stato di necessità. L'aveva detto, lo ha fatto. Dopo un'ora i finanzieri sono saliti a bordo ed hanno arrestato la capitana, portandola via con l'accusa di "resistenza o violenza contro nave da guerra", un reato che prevede una pena da tre a dieci anni. I finanzieri contestano anche il tentato naufragio a proposito della manovra di attracco, ma saranno i magistrati a decidere. Secondo il deputato del Pd Gennaro Migliore, che è entrato nella caserma della Finanza, la capitana si trova nella stanza del comandante visto che la caserma non ha una cella di sicurezza. "Domani potrebbe essere trasferita in un carcere in Sicilia". All'alba è arrivata l'autorizzazione e i 40 migranti sono scesi finalmente a terra e sono stati portati nel Centro di contrada Imbriacola.
Una motovedetta della Guardia di Finanza aveva provato ad ostacolare l'ingresso della Sea Watch nel porto, ma il tentativo è durato poco. Mentre la capitana manovrava la nave entrata di poppa la motovedetta si è spostata lungo la banchina e andava avanti e indietro cercando di impedire l'attracco. La nave, però, ha proseguito nella manovra di accostamento rischiando di schiacciare l'imbarcazione dei finanzieri.

"La comandante Carola non aveva altra scelta - dice Giorgia Linardi, portavoce di Sae Watch Italia - da 36 ore aveva dichiarato lo stato di necessità che le autorità italiane avevano ignorato". "E' stata una decisione disperata - dicono i legali della Ong tedesca Leonardo Marino e Alessandro Gamberini - per una situazione che era diventata disperata".

Quando la capitana ha concluso la manovra si è affacciata sul ponte di comando ed è stata accolta da un lungo applauso di circa un centinaio di persone arrivate sul molo. Tra loro attivisti di Sea Watch, Pietro Bartolo medico dell'isola ed europarlamentare del Pd, don Carmelo parroco di Lampedusa, e le persone che avevano solidarizzato in questi giorni con la Sea Watch dormendo sul sagrato della chiesa. A bordo della nave c'erano anche 5 parlamentari italiani: Riccardo Magi di +Europa, Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Davide Faraone, Matteo Orfini e Graziano Delrio del Pd. Il capogruppo del Pd Delrio ha commentato: "Già ieri sera la capitana voleva entrare, ma le abbiamo chiesto di aspettare che il governo trovasse Paesi disponibili ad accogliere i migranti. Ora quegli accordi ci sono, ma nessuno ha dato l'autorizzazione allo sbarco. La situazione era diventata troppo critica, quindi la capitana Carola ha preso questa decisione".
A catalizzare l'attenzione, però, è stata la ex senatrice della Lega Angela Maraventano che è arrivata sul molo con un gruppo di sostenitori leghisti e ha urlato contro l'equipaggio della Sea Watch: "Vergognatevi. Siete i complici degli scafisti. Questa è la mia isola e voi la state invadendo. Fate scendere i migranti ma la capitana deve essere arrestata immediatamente. L'Italia questa sera è stata violentata".



Pure il Pd "sperona" la Gdf: "Per necessità si può violare la legge"
Chiara Sarra - Sab, 29/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... zEsAzSJn8Y

I parlamentari sulla Sea Watch "benedicono" la manovra pirata. Delrio: "In alcuni casi si possono non rispettare le leggi"

Per "necessità" si può violare la legge? Per il Partito democratico sì.

La tesi è di Graziano Delrio che è pronto a tutto pur di difendere la capitana della Sea Watch 3 che stanotte, con una manovra pirata, non ha esitato a "schiacciare" la motovedetta della Guardia di Finanza pur di attraccare nel porto di Lampedusa e far sbarcare i 40 migranti che aveva a bordo.

"L'autorità giudiziaria farà il suo corso e stabiliranno i giudici se la capitana ha davvero commesso un reato", dice Delrio a Rainews24, "Come sapete in caso di stato di necessità si possono anche violare le leggi. Il capitano è responsabile dell'incolumità di tutte le persone che sono a bordo, va rispettata la sua scelta, come il percorso che farà la giustizia".

Del resto anche l'ex ministro del governo Renzi era sul ponte della Sea Watch 3 quando Carola Rackete ha deciso di forzare - di nuovo - il blocco. Con lui c'erano anche altri parlamentari di sinistra (Matteo Orfini, Davide Faraone, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi) che in qualche modo hanno "benedetto" quella mossa spericolata con cui la capitana ha messo in pericolo la vita dei finanzieri a guardia del porto.

Ad applaudire lei - e i parlamentari sulla nave - c'erano sul molo anche il parroco don Carmelo La Magra, l'ex sindaco dem Giusi Nicolini, il medico (ed europarlamentare Pd) Pietro Bartolo e il segretario locale del partito, Peppino Palmeri. "Ha vinto l'umanità", ha detto quest'ultimo, "Io la penso cosi, dobbiamo essere uniti in una fratellanza universale. Basta divisioni fra di noi. Non c'è cosa peggiore quando un essere umano si sente rifiutato. È una sofferenza terribile".

La sinistra fa ancora quadrato attorno alla 31enne tedesca, accusando il governo di aver strumentalizzato il suo arresto con le manette scattate "a favore di telecamera". E punta il dito contro il governo: "A mettere a rischio la sicurezza di migranti, forze dell'ordine ed equipaggio è stata la scelta di Matteo Salvini di lasciare 16 giorni in mezzo al mare una barca che aveva bisogno di un porto sicuro", accusa Matteo Orfini, "Un ministro sequestratore che non va a processo solo perché si fa salvare dal Parlamento".



Salvini: "Da ong è atto di guerra, abbiamo rischiato il morto"
Chiara Sarra - Sab, 29/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18466.html

Matteo Salvini esulta per l'arresto di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch: "La nave fuorilegge ha finito di andare in giro per il Mediterraneo". E sui parlamentari Pd: "Fossi in loro mi vergognerei"

"Giustizia è fatta". Matteo Salvini esulta per l'arresto di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 in manette a Lampedusa dopo la manovra spericolata con la quale ha forzato il blocco e ha attraccato al porto di Lampedusa.

"Abbiamo chiesto l'arresto di una fuorilegge che questa notte ha anche messo in pericolo la vita delle forze dell'ordine italiane, la multa per questa ong straniera, il sequestro della nave che ha finito di andare in giro per il Mediterraneo a infrangere le leggi e la distribuzione di tutti gli immigrati in altri Paesi europei. Quindi mi sembra che giustizia sia fatta", ha detto il ministro dell'Interno al Gr1.

Poi, in una diretta Facebook, ha accusato direttamente l'ong di aver compiuto "un atto criminale, un atto di guerra" contro "uomini in divisa". E ha aggiunto che "fortunatamente nessuno si è fatto male ma si è rischiato il morto" e "un disastro".

Questa mattina il vicepremier aveva ringraziato 5 Paesi europei che hanno accettato di accogliere i 40 migranti a bordo della nave, ma ha di nuovo attaccato i Paesi bassi: "Brilla per la sua assenza e il suo vergognoso menefreghismo il governo olandese che, ripeto, ha dato una bandiera a una nave fuorilegge fregandosene poi di quello che questa nave è andata a fare in giro per il Mediterraneo", ha tuonato.

Salvini ha puntato il dito anche contro i cinque parlamentari italiani - Matteo Orfini, Graziano Delrio, Davide Faraone (Pd), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) e Riccardo Magi (Radicali) - che hanno passato due giorni sulla Sea Watch e che questa notte erano sul ponte mentre la Rackete "schiacciava" la motovedetta della Guardia di Finanza pur di far sbarcare i naufraghi. "Io fossi in loro e nei loro elettori mi vergognerei", ha detto il vicepremier.

Più pacato Giuseppe Conte, a Osaka per il G20: "Non voglio sostituirmi alla magistratura", ha detto il premier italiano, "Non spetta a me formulare giudizi. A me spetta il compito di far applicare le leggi e richiamarne tutti quanti al rispetto".



Manovra pirata di Sea Watch: "schiacciata" una motovedetta
Angelo Scarano - Sab, 29/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 18458.html

La "capitana" ha forzato il blocco attraccando nel porto di Lampedusa. Accusata di "tentato naufragio" rischia 11 anni

Una manovra spericolata da vera pirateria. La comandante della Sea Watch, Carola Rackete, quando questa notte ha forzato il blocco per attraccare nel porto di Lampedusa, ha usato le maniere forti.

Così forti da "schiacciare" una motovedetta della Guardia di Finanza tra il molo e la nave Sea Watch. Insomma quello che è accaduto questa notte è del tutto fuorilegge. Per fortuna la manovra della capitana non ha avuto conseguenze sugli uomini delle fiamme gialle a bordo della motovedetta. Ma di certo questa mossa avrà conseguenze pesantissime sul percorso giudiziario che la stessa Carola Rackete dovrà affrontare. Il ministro degli Interni, Matteo Salvini, non ha esitato a definirla "criminale". Tra i reati contestati alla capitana ci sono quelli di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, resistenza alle navi da guerra e anche tentato naufragio. Proprio questo reato è quello che potrebbe inguaiare di più la Rackete: la pena prevista va dai 5 ai 12 anni.

Quando la nave ha forzato il blocco di fatto una motovedetta della Gdf è rimasta a presidiare il molo facendo la spola tra le due estremità del punto di attracco proprio per evitare l'ingresso in porto della Sea Watch. La Rackete ha del tutto ignorato questo movimento e ha puntato il molo. La motovedetta in questo modo è rimasta schiacciata vicino alla banchina. Da fonti della Gdf emerge tutta la preoccupazione per quei momenti di terrore vissuti a bordo della motovedetta. "Addosso a noi è arrivato un bestione da 600 tonellate. Abbiamo rischiato di morire. Da parte della Sea Watch una manovra criminale, noi siamo stati schiacciati sulla banchina", fanno sapere le fiamme gialle all'Adnkronos.

E così adesso si apre un nuovo capitolo. La capitana è stata arrestata e dovrà affrontare tutte le conseguenze del suo gesto. "Non avevamo scelta: al comandante, iscritto nel registro degli indagati, non è stata data nessuna soluzione di fronte a uno stato di necessità dichiarato trentasei ore fa e quindi era sua responsabilità portare queste persone in salvo", ha affermato Giorgia Linardi, la portavoce di Sea Watch. Pronta la risposta del titolare del Viminale: "Comandante fuorilegge arrestata. Nave pirata sequestrata. Maxi multa alla ONG straniera. Immigrati tutti distribuiti in altri Paesi europei. Missione compiuta. P.S. Vergogna per il silenzio del governo olandese. Tristezza per i parlamentari italiani a bordo di una nave che non ha rispettato le leggi italiane, attaccando addirittura una motovedetta delle nostre Forze dell’Ordine. Giustizia è fatta". Infine, dopo l'arresto, la Rackete si è scusata con i finanzieri: "Vi chiedo scusa, ma non era assolutamente nelle mie intenzioni venirvi addosso. La mia intenzione era quella di completare la mia missione, non certo di speronarvi".
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:52 am

L'invasione dei clandestini, con la violenza e la frode amministrativa, ideologica, politica e violando/abusando le convenzioni internazionali equivale allo stupro.
Non vi alcuna diversità tra la violazione del domicilio, della proprietà privata, del territorio di uno stato che appartiene ai suoi cittadini e la violazione della dignità, della libertà, della volontà e dell'integrità fisica di una persona.
Chi scambia la difesa della propria casa e dei propri beni privati, del proprio territorio pubblico, della propria libertà e sovranità politica come cittadino, per "disumano egoismo" e per inciviltà non può essere altro che un demente invasato e irresponsabile
.



L'udienza. Papa Francesco: «Chi ha l'egoismo nel cuore non è un cristiano»
mercoledì 26 giugno 2019

https://www.avvenire.it/papa/pagine/udi ... 26-06-2019

La Chiesa è “fraternità” che “sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi”. Fare delle nostre comunità “luoghi in cui accogliere”.

Non c'è posto per l'egoismo nell'anima di un cristiano: se il tuo cuore è egoista, non sei cristiano, sei un mondano che soltanto cerca il suo favore, il suo profitto".
Lo ha detto papa Francesco nell'udienza generale, nella quale ha proseguito il suo ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli. "Diversamente dalla società umana, dove si tende a fare i propri interessi a prescindere o persino a scapito degli altri - ha spiegato il Pontefice -, la comunità dei credenti bandisce l'individualismo per favorire la condivisione e la solidarietà".
"Luca ci dice che i credenti stanno insieme - ha quindi proseguito -. La prossimità e l'unità sono lo stile dei redenti: vicini, preoccupati l'uno per l'altro, non per sparlare dell'altro, no, per aiutarsi e per avvicinarsi".

"Condividere, immedesimarsi con gli altri e a dare secondo il bisogno di ciascuno", gli imperativi dei discepoli di Cristo: "Un modo questo di ascoltare il grido del povero, cosa che piace molto a Dio, e di restituirgli quello che gli corrisponde", ha raccomandato il Papa, secondo il quale "la Chiesa è la comunità capace di condividere con gli altri non solo la Parola di Dio, ma anche il pane. Per questo essa diventa matrice di un’umanità nuova capace di trasfigurare il mondo, di immettere nella società il fermento della giustizia, della solidarietà e della compassione". "Preoccuparsi dell’altro", l’invito a braccio: "visitare gli ammalati, coloro che sono nel bisogno e hanno bisogno di consolazione".

"Proprio perché sceglie la via della comunione e dell’attenzione ai bisognosi, questa fraternità che è la Chiesa può vivere una vita autentica".

Nel libro degli Atti degli Apostoli si legge che i credenti "ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo". Il racconto degli Atti, per Francesco, "ci ricorda che il Signore garantisce la crescita della comunità: il perseverare dei credenti nell'alleanza genuina con Dio e con i fratelli diventa forza attrattiva che affascina e conquista molti, principio grazie al quale vive la comunità credente di ogni tempo". "Preghiamo lo Spirito Santo – l’auspicio finale – perché faccia delle nostre comunità luoghi in cui accogliere e praticare la vita nuova, le opere di solidarietà e di comunione, luoghi in cui le liturgie siano incontro con Dio, che diviene comunione con i fratelli e le sorelle, luoghi che siano porte aperte sulla Gerusalemme celeste”.

IL SALUTO DEL PAPA AI PELLEGRINI MESSICANI «ACCOGLIENTI CON I MIGRANTI»

Un saluto particolare ai pellegrini messicani, perché "tanto accoglienti con i migranti". Così papa Francesco nei saluti ai fedeli in lingua spagnola, si rivolge a braccio fedeli provenienti dall'arcidiocesi di Tlalnepantla, guidati da monsignor Josè Antonio Fernandez Hurtado, alla delegazione dello Stato di Tlaxcala, di Saltillo, Città del messico e alla parrocchia San Antonio de Padue di Guadalajara.
Il saluto del Pontefice arriva proprio quando dal Messico, si documenta l'ennesima dolorosa tragedia dei migranti: un padre (cittadino salvadoregno) e sua figlia di 23 mesi morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine con gli Stati Uniti, evitando il muro che si sta costruendo su volere del presidente Trump. La foto dei due corpi, riversi a faccia in giù nell'acqua, sta indignando l'America.


Alberto Pento
Intanto Bergoglio se vuoi essere un buon uomo incomincia a restituirmi l'8xmille che mi estorci ogni anno contro la mia volontà attraverso la coercizione statale.
I clandestini, chiunque siano, sono invasori criminali che danneggiano il prossimo.
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Re: Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.

Messaggioda Berto » sab giu 29, 2019 7:17 pm

4 considerazioni sul caso Sea Watch
Liberali
About Carlo Nordio
Carlo Nordio, “Il Messaggero” 28 giugno 2019

http://www.iliberali.org/editoriali/4-c ... -sea-watch

Tra sovranità e giustizia, Carlo Nordio elenca gli aspetti più controversi della vicenda con protagonista la nave Ong.

Il problema giuridico della nave Sea Watch, ormeggiata davanti alle nostre coste, è stato risolto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: l’Italia deve prestare assistenza ai migranti, ma non ha il dovere di accogliere né loro né la nave. Con questo viatico giurisprudenziale la questione potrebbe dirsi risolta, ma ovviamente non lo è. Anzi, per un insieme di attivismo e di inerzia dei protagonisti rischia di prendere un indirizzo fuorviante, e magari di finire con un compromesso che salvi la faccia un po’ a tutti e lasci tutto come prima. Vediamone le ragioni.

1. Il ministro dell’Interno ha dalla sua parte la legge del mare e quella nazionale: leggi che l’ardita capitana teutonica ha clamorosamente violato, forzando il blocco imposto dalle nostre autorità. Nondimeno Salvini è caduto nella trappola di scendere a polemiche vociferanti, quando avrebbe dovuto, secondo noi, vestire i severi panni istituzionali per denunciare alla riluttante Europa un’insostenibile situazione di provocazione programmata.

Perché la “Sea Watch”, nave tedesca battente bandiera olandese, ha ostentatamente puntato sulle nostre coste quando la normativa internazionale le imponeva di accedere ad altri porti più vicini e altrettanto sicuri.

Non solo. L’autonomia di carburante e viveri le consentiva numerose opzioni diverse, non ultima quella di ritornare coronata di umanità nella madrepatria, che peraltro, unitamente allo Stato di bandiera, se ne disinteressa completamente. Infatti oggi l’Olanda con un intollerabile schiaffo ha detto di non avere nessun dovere di accogliere i migranti. Davanti a una sfida così plateale, che suona come uno scippo di sovranità, vorremmo una reazione del governo chiara e definitiva.

2. Il governo, appunto. Questo pasticcio, ripetiamo, investe l’onore e la credibilità nazionale, visto che si tratta di una flagrante violazione della nostra sovranità. Ebbene, non si vede perché debba ancora esser gestito dal ministro dell’Interno, quando sarebbe più congrua, ed efficace, un’azione collegiale.

Azione collegiale che invece è stata attuata e rivendicata nel precedente caso della Diciotti, dove peraltro la nave era italiana, e quindi si trattava di vicenda, per così dire, in famiglia, e quindi assai meno grave di questa. Circostanza significativamente riconosciuta dallo stesso Tribunale dei ministri, che pochi giorni fa ha “prosciolto” Conte, Salvini, Di Maio e Toninelli dall’ennesima accusa di sequestro di persona a danni di migranti trasportati dalla Sea Watch lo scorso gennaio, argomentando che si trattava, appunto, di nave straniera entrata illegalmente nel mare italiano. Ora questa collegialità pare affievolita, anche se le recentissime parole di Conte, secondo cui si è trattato «di un fatto di inaudita gravità», sembrano rinforzarla. Vedremo.

3. L’indebolimento della coesione governativa è emerso nei giorni scorsi dai rimproveri di Di Maio a Salvini sulla lentezza dei rimpatri. È vero che il ministro dell’Interno aveva incautamente proclamato una rapida e progressiva espulsione degli irregolari, cosa che, dal punto di vista pratico, è quasi impossibile da fare. Ma è anche vero che questi rimpatri non solo sono centellinati, ma vengono quotidianamente compensati dallo stillicidio di sbarchi che continuano con mezzi più piccoli e meno identificabili. Certo, il flusso è grandemente diminuito: ma il fatto che i trafficanti abbiano rapidamente trovato altri sistemi per aggirare il divieto di entrata rende Salvini più vulnerabile anche verso i suoi alleati.

4. La magistratura. Che le violazioni di legge debbano essere accertate e punite dai giudici è cosa tanto ovvia che non varrebbe nemmeno la pena di parlarne. Ma in un sistema sfasciato come il nostro, dove ogni Procura agisce in piena autonomia e dove – dopo gli ultimi scandali del Csm – si è insinuato il sospetto di anomale contiguità tra toghe e politica, è lecito concludere che una questione importante e complessa come la gestione dell’immigrazione non può essere lasciata all’iniziativa dei singoli procuratori.

Ma anche qui il problema non sarà risolto finché governo e parlamento non si esprimeranno, in modo chiaro e definitivo, sulle competenze, sui limiti e soprattutto sulle responsabilità di chi si assume l’onere di gestire il fenomeno. Solo così potremo presentarci davanti alla riluttante e indifferente Europa, sostenendo vigorosamente le nostre ragioni.
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