Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

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Messaggioda Berto » sab mag 18, 2019 8:29 pm

Immigrati, ecco le carte: una toga allertava Lucano
Luca Fazzo - Lun, 29/04/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 85813.html

Scandalo accoglienza, un giudice dava suggerimenti all'ex sindaco di Riace eroe della sinistra: "Non parlare al telefono"

M immo Lucano ha avuto molti amici al suo fianco, da quando è stato investito dall'indagine che l'ha portato prima agli arresti domiciliari e poi al divieto di risedere a Riace, nel Comune che ha trasformato in un simbolo planetario dell'accoglienza.

Ma uno di questi amici è stato più amico di altri, fornendogli sottobanco preziosi consigli su come togliersi dai guai. Erano consigli assai autorevoli, perché questo amico è un magistrato in servizio alla Corte d'appello di Catanzaro, ripetutamente intercettato dalla Guardia di finanza mentre parla con l'ex sindaco o gli manda messaggi e mail. Il tema è sempre quello: l'indagine in corso da parte della Procura di Locri, quella terminata l'11 aprile scorso con il rinvio a giudizio di Lucano e di altre ventisei persone per associazione a delinquere, truffa, corruzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il giudice dà i suoi consigli, insulta gli avversari di Lucano, e soprattutto dà all'amico un avvertimento prezioso: «Non parlare al telefono». In pratica, lo avvisa che può essere intercettato.

Il giudice si chiama Emilio Sirianni, e ha rischiato di pagare caro l'aiuto a Lucano. La Procura di Locri, dopo essersi imbattuta nelle sue intercettazioni, ha deciso di aprire un'inchiesta. Prima un fascicolo esplorativo, poi, di fronte alla mole di elementi che emergevano, iscrivendo Sirianni nel registro degli indagati per favoreggiamento. Al termine delle indagini preliminari, la Procura ha chiesto di archiviare l'indagine. Ma nel medesimo provvedimento gli inquirenti hanno parole pesanti per il collega: «Il contegno mantenuto - scrivono - è stato poco consono a una persona appartenente all'ordinamento giudiziario, la quale peraltro era consapevole di parlare con persona indagata»; e ricordano che «in svariate occasioni il dottor Sirianni ha allertato il Lucano a parlare di persona con lui evitando comunicazioni telefoniche».

«Permanente consiliori»: così il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D'Alessio, etichetta Sirianni nell'atto conclusivo dell'inchiesta. «Nel corso dell'indagine - scrive il procuratore - sono emersi costanti rapporti tra il principale indagato, Lucano Domenico, e Sirianni Emilio, magistrato in servizio presso la Corte d'appello di Catanzaro». Dopo la prima informativa della Gdf sui rapporti tra i due, sono stati «delegati approfondimenti finalizzati a verificare se nel materiale in sequestro, in particolare negli strumenti informatici in uso al Lucano, vi fossero tracce ulteriori degli stretti rapporti con Sirianni». Era lo stesso magistrato, d'altronde, a sollecitare Lucano a cancellare le mail che si scambiava con lui.

È Sirianni a indicare a Lucano come rispondere alla Prefettura di Reggio, che ha sollevato una serie di dubbi sulla gestione dei progetti di accoglienza. Il sindaco manda al giudice le carte che riceve, lui gli spiega come difendersi, prepara per lui le risposte da inviare al Prefetto, si occupa persino delle sue conferenze stampa «organizzando in favore dello stesso una base di consenso popolare per sostenere la sua azione nell'ambito dell'accoglienza.

Nelle carte della Procura di Locri, il giudice Sirianni appare come una figura a metà tra il consulente di immagine e l'avvocato difensore. La stessa Procura appare assai dubbiosa che queste funzioni siano compatibili con quella di magistrato, ma non ritiene di essere davanti a un reato. «Dagli atti di indagine è emerso come anche nei casi in cui il Sirianni ha redatto controdeduzioni o note difensive in favore di Lucano, egli in alcun modo ha indicato o suggerito modalità che potessero ritenersi estranee alla versione difensiva o atte a inquinare lo scenario probatorio». Quanto agli epiteti «sicuramente sconvenienti» rivolti a personaggi pubblici, come il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri o l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti, il giudice li ha rivolti in privato: quindi non c'è diffamazione. Di Gratteri, in particolare, il giudice Sirianni e Lucano si occupano nell'ottobre dello scorso anno, quando il procuratore di Catanzaro va in televisione e osa invitare a «leggere bene» le carte delle accuse all'ex sindaco: basta questo a scatenare i due. «Esemplificativo del ruolo di "consiliori" assunto da Sirianni l'episodio in cui questi suggerisce a Lucano il tenore delle dichiarazioni da rendere alla stampa in occasione del commento esternato dal procuratore capo di Catanzaro in merito alla vicenda Riace. Sirianni dopo aver suggerito le risposte da dare alla stampa, raccomanda a Lucano di non far leggere a nessuno il contenuto della mail e di cancellarla».

I guai di Lucano, com'è noto, non sono finiti: è stata chiusa un'altra indagine per falso e truffa, altre sono in corso. Continuerà ad avere al suo fianco, come «consiliori», un giudice? E il Csm non ha nulla da dire in proposito?
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Messaggioda Berto » sab mag 18, 2019 8:29 pm

"Quale effetto fa oggi l'immigrazione sull'Italia". Il presidente Istat gela la sinistra: fine della storia
17 Maggio 2019

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... k.facebook

L'immigrazione in questa fase storica, sociale ed economica dell'Italia può essere destabilizzante. A sostenerlo non è Matteo Salvini, il fautore della linea "porti chiusi", ma Carlo Blangiardo, stimato professore di Demografia all'Università Milano-Bicocca e soprattutto dallo scorso 4 febbraio presidente dell'Istat. A chi già nei mesi scorsi lo accusava di razzismo per le sue posizioni "sovraniste" e politicamente meno corrette del solito, lo stesso Blangiardo aveva sottolineato con sdegno di essere nonno di due nipotine di colore. Accusa, dunque, demolita dalla realtà dei fatti.

"Di per sé - ha spiegato a Repubblica lo studioso - l'immigrazione è un fenomeno naturale nelle società aperte. Occorre tenere conto di quali numeri si stia parlando in termini di flussi e di contesto. Quando c'è ricchezza, benessere e posti di lavoro in abbondanza, l'immigrazione è un importante contributo alla società. Quando invece le cose non vanno bene, la presenza di flussi consistenti può diventare un fattore destabilizzante". "Emergenza sicurezza? Sentirsi sicuri è un bisogno irrinunciabile e lo sarà sempre di più in una società, come la nostra, che invecchia progressivamente - continua Blangiardo -. Non mi sorprende considerarlo un bisogno importante cui dare risposta da parte della politica. Quanto al fatto se la sicurezza sia, o meno, un problema reale, guardando le statistiche possiamo affermare che forse è meno drammatico rispetto al passato - ha aggiunto - Ma non dimentichiamo che c'è chi, e non sono pochi, continua a subire l'oltraggio della criminalità nelle sue molteplici espressioni. Il bene della sicurezza è ancora a rischio e va presidiato da chi ha i mezzi e il compito istituzionale di farlo".
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Messaggioda Berto » dom giu 09, 2019 8:52 pm

Le minacce di Trump di imporre al Messico i dazi, per contenere la crisi alla Frontiera, incominciano a funzionare!
2019/06/07

https://osservatorerepubblicano.com/201 ... rGJkwmWKo8

Oggi 7 giugno, sul Washington Examiner sono usciti 2 articoli interessanti sugli effetti delle minacce di Trump, di imporre dazi commerciali al Messico, per il lassismo in campo migratorio di quest’ultimo.

Il Messico infatti, intende inviare 6.000 truppe della Guardia Nazionale al suo confine meridionale per blindare la frontiera con il Guatemala, in risposta alla minaccia dell’imposizione dei dazi USA sulle sue merci e nell’ambito dei colloqui in corso a Washington tra le due nazioni.
Militari messicani

I dazi voluti dal Presidente Trump sono stati decisi, a causa delle centinaia di migliaia di immigrati che hanno e che stanno tuttora attraversando indisturbati il Messico, diretti verso gli Stati Uniti d’America.

Nonostante l’intento del Messico di procedere a rafforzare la sicurezza delle frontiere, la Casa Bianca ha ancora in programma di applicare, a partire dal 10 giugno, una tariffa del 5% su circa $ 350 miliardi di beni merci provenienti dal Messico. Le tariffe aumenteranno del 5% ogni mese fino al raggiungimento dell’aliquota del 25% a ottobre 2019.

“La nostra posizione non è cambiata, i dazi andranno avanti ed entreranno in vigore lunedì“, ha detto la Segretaria dell’Ufficio Stampa della Casa Bianca, Sarah Sanders.

Press Secretary Sarah Sanders

Marc Short, il capo dello staff del Vicepresidente Mike Pence ha dichiarato, venerdì 7 giugno, quanto segue:

“C’è un procedimento legale che sta procedendo con un piano per implementare i dazi con il Messico lunedì, ma penso che esista la possibilità – se i negoziati andranno bene – che il presidente possa bloccarlo ad un certo punto nel fine settimana “

Funzionari messicani, mercoledì 5 giugno, si sono recati a Washington, DC, per negoziare con la Casa Bianca.

Terminati i colloqui, Trump ha affermato che, sebbene il Messico soddisfi alcune richieste degli Stati Uniti, sono necessari ulteriori progressi per evitare le tariffe.

Il Presidente Trump

“I progressi sono stati fatti, ma non abbastanza: gli arresti effettuati sul confine a maggio sono arrivati a 133.000 perché il Messico e i democratici al Congresso si rifiutano di procedere sulla riforma dell’immigrazione“, ha twittato Trump giovedì 6 giugno.

Venendo ai colloqui, per scongiurare i dazi sulle proprie merci, il Messico avrebbe promesso di onorare le norme internazionali e fare la sua parte per affrontare la crisi dei migranti proveniente dall’America centrale e meridionale.

Indiscrezioni del Washington Post riferiscono che, se Trump annullasse i dazi, il Messico adotterà l’accordo “Safe Third Country” con gli Stati Uniti. “Safe Third Country” prevede che i richiedenti asilo debbano richiedere asilo nella prima nazione sicura dove giungono. In pratica, significherebbe che il Messico dovrebbe occuparsi degli immigrati in arrivo dal Guatemala, dall’Honduras e dal Salvador. Il Messico non scaricherebbe più il peso di queste ondate migratorie sugli USA e quelli che si vedranno rifiutato l’asilo in Messico non potranno beneficiare dell’asilo negli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti hanno già un accordo simile con il Canada.

Il Messico deve comportarsi come una nazione e non come una strada di accesso per gli USA dove tutti possono attraversarla indisturbati.

Carovana di migranti diretti verso gli USA

L’invio di truppe alla frontiera con il Guatemala, i colloqui in corso, rappresentano un atto di buona fede e uno sforzo per cercare di trovare la soluzione e potrebbe garantire un posticipo dell’inizio dei dazi di qualche giorno, per trattare. Se avvenisse un accordo, questo rappresenterebbe una grande vittoria per il Presidente.

Aggiornamento:

Il Presidente Donald Trump, poche ore fa, ha twittato che è stato raggiunto un accordo tra gli Stati Uniti e il Messico e di conseguenza i dazi commerciali previsti per lunedì 10 giugno sono state sospesi a tempo indeterminato.

“Sono lieto di informarvi che gli Stati Uniti hanno firmato un accordo col Messico. I dazi che dovevano essere applicati dagli Usa lunedì, sono quindi sospesi a tempo indeterminato. Il Messico, in cambio, ha concordato di adottare misure forti per arginare la marea della migranti attraverso il Messico e verso il nostro confine meridionale. Questo sarà fatto per ridurre grandemente, o eliminare, l’immigrazione illegale proveniente dal Messico e verso gli Stati Uniti. I dettagli dell’accordo saranno rilasciati a breve dal Dipartimento di Stato. Grazie! “

Sulla base di una prima dichiarazione del Dipartimento di Stato, il Messico promette di schierare la sua Guardia Nazionale in tutto il Messico, in particolare alla frontiera, di aumentare le azioni per smantellare le operazioni dei trafficanti di esseri umani e compiere ulteriori passi per coordinarsi con il governo americano per condividere informazioni per “proteggere meglio e rendere più sicuri i nostri comuni confini“.



Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 09/06/2019, a pag.13 con il titolo "Trump piega il Messico, stop ai dazi, ma militari al confine" il commento di Federico Rampini
Informazione Corretta

http://www.informazionecorretta.com/mai ... XktPvjAhek

Trump non ha mai ragione, Rampini non fa eccezione. Mai che gli venga in mente di ricordare che è proprio dal confine con il Messico che entra negli Stato Uniti il 90% della droga. Fermare quel mercato non è un fattore secondario rispetto all'entrata dei migranti clandestini. La previsione dei militari che all'ordine di Trump avrebbero sparato contro i 'pacifici invasori' - così annunciavano i media- si è ancora una volta rivelata una bufala. Se c'è un capo di stato a cui non piace la guerra - anche quando si rendesse necessaria- è proprio Trump. Meglio ignorarlo, vero Rampini?

Dopo tre anni di prese in giro di Trump per i suoi capelli, neanche una riga per la 'permanente' di Rampini?

«I dazi contro il Messico che dovevano entrare in vigore da questo lunedì sono sospesi a tempo indeterminato. In cambio il Messico accetta di prendere misure forti per fermare la marea di migranti verso il nostro confine meridionale». Il tweet di Donald Trump annuncia che la guerra commerciale col vicino del Sud è rientrata. È anche un proclama di vittoria, che viene confermato dalle autorità messicane. Non scatta quell'escalation di dazi che dovevano cominciare dal 5% e arrivare fino al 25%, per "punire" il mancato controllo dei flussi migratori. In cambio il presidente di sinistra Andres Manuel López Obrador (abbreviato in Amlo) fa concessioni sostanziali. Aralo mobilita la sua Guardia Nazionale al confine col Guatemala per bloccare gli ingressi di chi vuole raggiungere gli Stati Uniti. Inoltre accetta di rafforzare un piano chiamato Migrant Protection Protocol: questo consente agli Stati Uniti di ri-trasferire sul territorio messicano una parte dei richiedenti asilo che ne provengono; può significare che decine di migliaia di migranti verranno "parcheggiati" in Messico anziché rimanere nei centri di detenzione Usa.
Trump canta vittoria perché la sua minaccia sembra avere funzionato, anche se i metodi usati gli hanno attirato critiche negli Stati Uniti. Molte aziende americane erano in allarme, poiché parte delle loro produzioni sono delocalizzate a Sud del Rio Grande-Rio Bravo, da quando il Messico è entrato a far parte del mercato unico nordamericano (col Trattato Nafta firmato 25 anni fa da Bill Clinton). L'allarme per il rischio di una guerra commerciale aveva provocato anche una fronda in seno al partito repubblicano, dove diversi parlamentari si opponevano alla ratifica dei dazi annunciati da Trump. Non ce n'è stato bisogno. Tuttavia la minaccia è soltanto sospesa. Il presidente americano infatti ha precisato che i dazi potrebbero scattare in futuro, qualora il Messico non mantenga le promesse. L'accordo annunciato fra Trump e Aralo arriva al termine di quella che la Casa Bianca ha definito una «emergenza al confine». Anche se il flusso di richiedenti asilo e migranti economici fu molto più elevato durante gli otto anni di George W. Bush, è vero che negli ultimi due mesi c'è stata un'impennata nei numeri di attraversamenti al confine (circa centomila al mese). La stragrande maggioranza non sono messicani bensì provengono da Guatemala, Honduras, El Salvador. Il Messico dunque si ritrova in una posizione paragonabile a quella della Turchia in Europa. Ciò che Trump chiede al suo omologo è simile a quanto l'Unione europea ha concordato con Erdogan: bloccare il transito. Se tra Ue e Turchia è stato concordato un pagamento, l'accordo Usa-Messico viene dopo una minaccia di sanzio *** ni. Funzionerà? Non mancano gli scettici, i quali ricordano che in passato la mobilitazione della Guardia Nazionale messicana ebbe effetti limitati sui flussi migratori (anche per la diffusa corruzione). Un altro dubbio riguarda le condizioni dei Paesi di partenza. Ai tempi di Bush la maggioranza dei migranti erano messicani; quell'esodo si è quasi estinto grazie al miglioramento della situazione economica in Messico. In Guatemala, Honduras, El Salvador, non ci sono segnali di uno sviluppo economico analogo a quello messicano. Trump rischia di peggiorare la situazione visto che di recente ha tagliato gli aiuti a quei Paesi. L'accordo con Amlo può servire comunque a Trump per cantare vittoria, almeno momentaneamente. Distoglie l'attenzione dal fatto che si è arenata l'altra misura su cui il presidente Usa aveva giocato la sua immagine: la costruzione (o meglio il prolungamento) del Muro al confine Sud. Su quel fronte è quasi tutto fermo. La Camera dei deputati, controllata da una maggioranza democratica, ha negato alla Casa Bianca i fondi per il Muro. Trump ha aggirato l'ostacolo dichiarando uno stato di emergenza al confine in modo da poter attingere da altre partite del bilancio federale. Ma anche quella manovra è stata bloccata, per adesso, da una serie di ricorsi presso la magistratura (è probabile che la questione arrivi alla Corte suprema).
Nell'immediato il cessato allarme sui dazi sgombra il campo da una preoccupazione economica seria. Il Messico rischiava di essere tassato su 350 miliardi di dollari annui di esportazioni, con conseguenze pesanti sia sulla sua economia sia sulle tante imprese nordamericane (nonché europee, giapponesi, coreane, cinesi) che assemblano prodotti nelle maquiladoras vicine al confine, per poi venderli sul mercato Usa. La prospettiva di un nuovo fronte protezionista — in aggiunta al braccio di ferro con la Cina — si aggiungeva ad altri segnali preoccupanti: venerdì è uscito un dato deludente sulla creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti.
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Re: Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un dir

Messaggioda Berto » lun giu 17, 2019 3:02 pm

La congiura rossa sul dl Salvini. La legge finisce alla Consulta
Giovanna Stella - Lun, 17/06/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... -MurEAkC3g

Ora alcune Regioni mettono nel mirino il decreto Sicurezza: "Violazioni della Costituzione nella gestione dei migranti"

A pochi giorni dall'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto Sicurezza bis, arrivano al vaglio della Corte Costituzionale i ricorsi presentati dalle Regioni rosse.

Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? Le misure su immigrazione e sicurezza urbana contenute nel primo decreto di Matteo Salvini, entrato in vigore lo scorso ottobre e convertito in legge a dicembre, non vanno a genio ad alcune regioni italiane che hanno deciso di opporsi. Mentre il ministro dell'Interno va avanti e si può appellare al dl Sicurezza bis, c'è qualcuno che torna indietro e si ferma sempre al solito punto.

Mercoledì prossimo, quindi, la Consulta, in udienza pubblica, avvierà l'esame dei ricorsi presentati dalle regioni Sardegna, Umbria, Emilia-Romagna, Basilicata, Marche, Toscana, Calabria e Piemonte. Le Regioni rosse dicono di aver rilevato violazioni della Costituzione nelle norme che hanno modificato i meccanismi dei permessi di soggiorno, dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dell'iscrizione anagrafica. Parlano addirittura di introduzione del daspo urbano.

Nello specifico, quindi, le Regioni che protestano sollevano dubbi di costituzionalità dell'articolo 1 del dl Sicurezza, che modifica alcune norme del testo unico sull’immigrazione del 1998, sostituendo l'istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari con una pluralità di fattispecie tipizzate. Per i "ribelli" le previsioni specifiche di permesso di soggiorno per "casi speciali" sarebbero insufficienti ad assicurare la copertura dell'intera area di accoglienza dovuta in base agli obblighi costituzionali, sovranazionali e internazionali di tutela. Per farla breve: Sardegna, Umbria, Emilia-Romagna, Basilicata, Marche, Toscana, Calabria e Piemonte non accettano i tagli all'accoglienza, non accettano i porti chiusi.

Ma non solo. La protesta si sfoga anche sull'articolo 12 del decreto, che riguarda invece l’accoglienza dei richiedenti asilo. Le Regioni, infatti, sostengono che tale norma, nel riformare lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), esclude da tale sistema, gestito dagli enti locali, i richiedenti asilo, destinandoli ai centri di accoglienza a gestione governativa. In questo modo, quindi, dicono che le loro facoltà in quanto Regioni verrebbero compromesse.

E poi arriviamo alla contestazione dell'articolo 13, (comma 1), sull’iscrizione anagrafica. Le Regioni denunciano la previsione secondo la quale il permesso di soggiorno per la richiesta di asilo viene ritenuto "documento di riconoscimento", ma non "titolo" per l’iscrizione anagrafica. E questo - a detta loro - sarebbe una preclusione dell'accesso ai servizi erogati da Regioni ed enti locali per i quali la residenza costituisce un presupposto per l’accesso.

L'ultimo articolo è il 21, contenuto nella seconda parte del decreto legge, dedicato alla sicurezza pubblica. Qui a combattere sono l'Emilia-Romagna, la Toscana, la Calabria e il Piemonte. Qui si parla di "Daspo urbano" e i ricorsi sostengono che tale misura sarebbe sproporzionata e potrebbe incidere sul diritto alla salute.

E ora la palla passa alla Consulta.
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Messaggioda Berto » lun giu 24, 2019 3:31 am

"Campi di detenzione per immigrati clandestini". Il pugno d'acciaio del generale: "Arresto subito"
22 Giugno 2019
Francesco Bozzetti

https://www.liberoquotidiano.it/news/it ... xistqfP1tA

Dopo l'ennesimo sbarco-beffa di ieri a Lampedusa di 45 migranti clandestini, arrivati su un barchino in vetroresina e tranquillamente accolti sull' isola, a differenza dei 43 a bordo della Sea Watch invece in alto mare da otto giorni, anche i generali perdono la pazienza.

«Se non prevediamo la misura dell' arresto immediato di ogni clandestino che arriva illegalmente in Italia, non stroncheremo mai il fenomeno». A dirlo è un famoso alto ufficiale dell' Esercito italiano, il generale di Corpo d' Armata Vincenzo Santo, già capo di Stato Maggiore delle forze Nato in Afghanistan e profondo conoscitore delle dinamiche che muovono i fronti migratori illegali in Asia e nel nord Africa.

COME SI FA ALL'ESTERO
La proposta choc del comandante Santo non è una misura illiberale. L' ingresso clandestino sul territorio nazionale è considerato reato federale negli Stati Uniti d' America ed è prevista la detenzione in attesa dell' accertamento dello status di rifugiato o del provvedimento di espulsione. Altrettanto viene fatto nella civilissima e democratica Australia dove i migranti illegali vengono addirittura deportati in isole extraterritoriali e lì detenuti senza limiti temporali. In ambito europeo, la Danimarca, che ha di recente confermato il centrosinistra alla guida del governo, ha in progetto la deportazione dei migranti illegali in un' isola nel Mare del nord.

Per l' ex capo di Stato Maggiore dell' Esercito, che più volte ha affrontato anche in sede di proposta parlamentare i problemi dell' immigrazione illegale, l' eventuale adozione del fermo coatto dei clandestini anche in Italia, fino alla definizione del loro status giuridico, costituirebbe un formidabile deterrente per bloccare lo stillicidio di sbarchi che contraddistingue quasi esclusivamente le nostre coste e, in misura meno significative, quelle greche.

«Naturalmente - spiega il generale Santo - insieme ad una strategia coordinata che includa il blocco navale per quanto riguarda le navi delle Ong, le incursioni di militari di reparti speciali super addestrati per individuare e annientare i covi degli scafisti distruggendo le loro basi e smantellando il naviglio usato dai trafficanti per trasbordare i migranti».

A dispetto della pur efficace azione del ministro dell' Interno Matteo Salvini che ha ridotto dell' 80% il numero degli arrivi, passando dai 70.930 sbarchi del 2017 ai 16.140 del 2018, si registra ancora un elevatissimo numero di sbarchi-fantasma, di migranti che arrivano sulle nostre coste con veloci gommoni fuoribordo, o con barchini che trasportano 10-15 persone per volta trainati da navi-madre dei trafficanti che poi riescono a far perdere le proprie tracce come gli stessi clandestini.

COOPERAZIONE
«Finora - dice il generale Santo - abbiamo rincorso i singoli episodi in tema di immigrazione illegale, ma non abbiamo mai svolto azioni coordinate precise che garantiscano il respingimento dei migranti non in possesso dello status di rifugiato politico o in fuga dalla guerra, in porti sicuri come l' Egitto, la Tunisia o l' Algeria». Paesi che adeguatamente «finanziati» sarebbero sicuramente disponibili, osserva, ad accogliere sul proprio territorio chi non ha titolo ad alcuna protezione internazionale e quindi deve essere forzatamente rimpatriato».

La misura dell' arresto dei migranti clandestini proposta dal generale Vincenzo Santo potrebbe dunque davvero costituire un argine al fenomeno e impedire che chiunque arrivi, anche se irregolare e in attesa dell' accertamento del suo status, possa girare tranquillamente per città e paesi senza alcun controllo preventivo sanitario e di polizia. Libero dunque anche di sconfinare in altri Paesi europei come la Germania, da dove poi ci verrebbe puntualmente rimandato in aereo.
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Messaggioda Berto » gio giu 27, 2019 12:49 am

Salvini: migranti, un muro in Friuli al confine se continua la rotta balcanica «Pronti a non identificare chi arriva
Mercoledì 26 Giugno 2019

https://www.ilgazzettino.it/index.php?p ... rby=rating

«Si è riaperta la rotta balcanica, a luglio partiranno i pattugliamenti misti con gli sloveni, ma se il flusso di migranti non dovesse arrestarsi, a mali estremi estremi rimedi: non escludiamo la costruzione di barriere fisiche alla frontiera come fatto da altri Paesi europei ». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. MONITO ALLA UE. Il ministro non si è fermato qui e, nella conferenza stampa al Viminale, rivolgendosi all'Unione europea ha osservato: «Se l'Europa continuerà a mostrare il suo disinteresse noi possiamo considerare di non inserire più in banca dati europea i dati anagrafici degli immigrati che arrivano in Italia in modo tale che ognuno sia libero di circolare e di andare dove vuole».
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Messaggioda Berto » mar lug 09, 2019 3:56 am

La "Carola italiana" condannata in Francia tra l'indifferenza dei buonisti
Chiara Sarra - Mar, 02/07/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 20332.html

Nel 2013 Francesca Peirotti fu condannata a 6 mesi di carcere in Francia per aver aiutato 8 migranti a passare il confine. Ma di lei non parla più nessuno

C'è una "Carola italiana". Si chiama Francesca Peirotti e anche lei è finita nella bufera per aver aiutato i migranti a entrare clandestinamente in un Paese.

Non con una nave come la capitana Rackete, ma attraverso le Alpi, al confine tra Ventimiglia e Mentone. A differenza della tedesca - rilasciata proprio oggi dal gip, però, la 31enne di Cuneo è stata arrestata, processata e condannata per favoreggiamento dell'immigrazione dalla stessa Francia che ora ci fa la predica per il caso Sea Watch.

La vicenda risale al novembre 2016, quando la Peirotti (già allora residente a Marsiglia) trasportò 8 persone - tutti richiedenti asilo arrivati in Italia e rimasti bloccati a Ventimilglia - nascoste su un furgone con il logo della Croce Rossa oltre il confine francese. La vettura venne però bloccata sulla A8 all'altezza di Mentone dalla gendarmeria e per Francesca iniziò la trafila giudiziaria. Nel 2017 la condanna di primo grado: una multa da mille euro. Ma in Appello la pena pecuniaria venne trasformata in 6 mesi di carcere, sospesi con la condizionale, e l'interdizione dal suolo francese per 5 anni. Ora la 31enne è in attesa della Cassazione.

Ma se per la Rackete si è sollevato un polverone internazionale, con Francia e Germania pronte ad andare allo scontro col governo italiano e sit in persino in Austria durante la visita di Sergio Mattarella, per la Peirotti nessuno striscione. "In realtà si tratta di due vicende molto diverse sebbene entrambe legate al fenomeno dell'immigrazione: la Sea Watch fa salvataggi in mare, io aiutavo delle persone ad andare dove volevano, senza un'organizzazione alle spalle", dice lei stessa all'Adnkronos. Eppure quel silenzio fa rumore. E fa emergere quella doppia morale di cui Parigi ha già più volte dato prova.


Il male peggiore è da sempre quello travestito da bene.
viewtopic.php?f=196&t=2876
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3355495727

Ecco un caso esemplare di cattiveria, disumanità, irresponsabilità, criminalità e inciviltà travestito da bontà, umanità, responsabilità, buon senso, giustizia e civiltà.
Carola Rackete
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Messaggioda Berto » sab set 07, 2019 10:03 pm

Il cacciatore di navi fantasma: "C'è chi nasconde i migranti"
Fausto Biloslavo - Dom, 01/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 7wxCXoeSKc

Il fondatore dell'associazione "Mare Amico": "Case sicure e appoggi, quando arrivano qui sanno già dove andare"

Il barcone in legno incagliato sulla sabbia della splendida spiaggia di Pietre cadute, a pochi chilometri da Agrigento, è ancora in buone condizioni.

Per raggiungerlo bisogna scarpinare a lungo sulla battigia. A bordo, oltre le taniche vuote di carburante consumato per arrivare dalla Tunisia, ci sono coperte ed i vestiti indossati dai clandestini durante la traversata. Mutandoni rossi, magliette e un paio di calzoni accartocciati dalla salsedine. Una volta sbarcati nelle zone più isolate dell'agrigentino si cambiano con abiti asciutti e puliti e spariscono nel nulla (guarda il video).

«I migranti che salpano dalla Libia sui gommoni usano il telefono satellitare per farsi trovare e soccorrere. Quelli che partano da Tunisia o Algeria con barche in legno, che poi abbandonano sulle spiagge, non vogliono venire individuati. Arrivano e spariscono come fantasmi», spiega Claudio Lombardo. Medico e fondatore dell'associazione «Mare amico» di Agrigento che difende l'ambiente da 25 anni. E adesso da la caccia agli «sbarchi fantasma», che costellano di relitti le incontaminate spiagge siciliane. Il boom si era registrato nel 2017 con circa 3mila arrivi, ma appena il 15 per cento intercettato. Da gennaio Mare amico ha registrato 22 sbarchi fantasma solo nell'agrigentino con una media di una trentina di clandestini per ogni approdo. Quello più clamoroso è del 7 agosto quando a Punta Bianca sono sbarcate una cinquantina di persone sulla spiaggia, in pieno giorno, filmate dai telefonini dei turisti.

«In questa zona arrivano soprattutto uomini con barche di legno, utilizzate per tutta la traversata oppure natanti più piccoli messi in mare dalle navi madre. In provincia di Trapani utilizzano in gran parte gommoni o motoscafi veloci, che trasportano anche sigarette di contrabbando», spiega ancora Lombardo. Il «cacciatore» di fantasmi ci porta su una spiaggia assolata dove alcune famiglie si riparano sotto gli ombrelloni a due passi da un relitto in legno di un barchino. «Con questa bagnarola non potevano arrivare direttamente dalla Tunisia - fa notare Lombardo -. È palese che sono stati trasportati da una nave fino al limite delle acque territoriali».

L'ultimo sbarco nell'area, di 19 tunisini, è avvenuto il 24 agosto sulla spiaggia di Sciacca, ma gli algerini puntano sulla Sardegna e gli iracheni, pachistani o bengalesi alla Puglia partendo dalle isole greche o dalla Turchia. Nella notte del 29 agosto una barca a vela ha trasportato 62 pachistani sbarcati sull'isola di Sant'Andrea, al largo di Gallipoli, in Salento. «La novità, che va di moda quest'anno, è lo sbarco senza barca - spiega Lombardo -. Spesso troviamo i vestiti bagnati della traversata sulla spiaggia o nell'entroterra ma non c'è alcun relitto abbandonato». I clandestini si tuffano in acqua vicino alla spiaggia oppure vengono fatti approdare da gommoni veloci, che poi ritornano alla nave madre. Nella provincia di Agrigento, dove arrivano soprattutto tunisini, le spiagge più isolate sono le preferite per gli sbarchi come Torre Salsa, riserva naturale del Wwf, Pietre cadute e Giallonardo (guarda la gallery).

Da gennaio il Viminale ha registrato 4.953 arrivi di migranti in Italia, il 75 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. I tunisini, che in gran parte arrivano con gli sbarchi fantasma sono 1322 e gli algerini, che usano la stesa tecnica, 472. Per la traversata, se la barca è veloce, bastano 4 ore. Il costo varia da 1.500 a 3mila euro se hai fretta e magari sei ricercato. In luglio, il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha ripetuto, in due audizioni al Parlamento, che si tratta di «una immigrazione pericolosa» perché sbarcano come fantasmi anche malviventi e terroristi.

Una volta scesi a terra sanno perfettamente dove andare e raggiungono a piedi la prima strada asfaltata. Poi puntano ad una stazione degli autobus o dei treni per andare solitamente verso Palermo. «Automobilisti di passaggio li hanno incrociati e filmati - conferma ancora Lombardo davanti ad un caffè a Porto Empedocle -. Devono avere case sicure dove fermarsi grazie ad una filiera ben collaudata probabilmente in accordo con la criminalità organizzata».
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Re: Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un dir

Messaggioda Berto » sab set 07, 2019 10:04 pm

Usa, "crollano" gli arrivi di clandestini: "Meno 56% rispetto a un anno fa". Trump esulta
Gerry Freda - Sab, 07/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/usa ... ljEWemyWbs

I democratici hanno subito smorzato l’entusiasmo di Trump attribuendo il crollo degli arrivi di clandestini non al tycoon, ma al “gran caldo estivo”

Gli ultimi dati pubblicati negli Usa riguardo alla situazione migratoria sembrano riconoscere il “successo” della linea dura promossa dall’amministrazione Trump, segnalando un “calo record” degli arrivi di clandestini in territorio federale.

Uno studio appena effettuato dall’agenzia U.S. Customs and Border Protection (Cbp), preposta alla difesa dei confini nazionali, attesta infatti che il numero di migranti provenienti dal territorio messicano sarebbe calato del “56%” rispetto a quello accertato nel maggio dello scorso anno. Tale percentuale, a detta dei ricercatori dell’ente federale, non sarebbe stata “mai registrata prima”, a dimostrazione che la politica di tolleranza zero sviluppata dal tycoon contro gli stranieri irregolari starebbe finalmente iniziando a “dispiegare pienamente i propri effetti”.

La linea intransigente promossa da The Donald avrebbe appunto cominciato a produrre risultati significativi in coincidenza con l’invio, all’inizio del 2019, di una “task-force anti-clandestini”, costituita da agenti neoassunti della stessa Cbp e da personale della Guardia Nazionale, lungo la frontiera tra Usa e Messico. Grazie alla sinergia tra le due forze di sicurezza, voluta fortemente dall’inquilino della Casa Bianca, i pattugliamenti del confine meridionale statunitense sarebbero divenuti “di estremo rigore”.

Un altro elemento alla base del crollo dei flussi di irregolari avvenuto negli ultimi mesi sarebbe l’introduzione, da parte del governo messicano, di maggiori controlli nei riguardi delle carovane di migranti che avevano finora attraversato indisturbate il territorio del Paese ispanico puntando a quello degli Usa. Dai primi mesi di quest’anno, ricorda la nota esplicativa che accompagna i dati diffusi di recente dalla Cbp, Trump aveva più volte minacciato l’“inerte” nazione confinante di colpirla con “sanzioni commerciali”, qualora avesse continuato a non contrastare i flussi di stranieri irregolari diretti verso la frontiera meridionale statunitense. In particolare, il tycoon aveva promesso di applicare dazi del 5% sulle merci messicane importate nel mercato nordamericano.

I toni aggressivi impiegati dall’esponente repubblicano verso le istituzioni di Città del Messico avrebbero alla fine costretto queste ultime, afferma l’attuale responsabile della Cbp Mark Morgan, a operare un “deciso cambio di passo”, disponendo controlli a tappeto verso ogni residente sospettato di volersi introdurre clandestinamente negli Stati Uniti.

La pubblicazione dei dati inerenti al “calo record” degli arrivi illegali è stata accolta con entusiasmo da The Donalnd, che, ai microfoni delle emittenti nazionali, ha dichiarato: “Stiamo vincendo una guerra che tanti presentavano come impossibile da combattere. Nessuno credeva che avremmo ottenuto questi risultati. Colgo l’occasione per ringraziare il Messico, tutto il suo governo e il suo fantastico presidente, per averci aiutati a rendere impenetrabile la frontiera meridionale americana”.

La soddisfazione dell’inquilino della Casa Bianca per il forte calo degli arrivi di stranieri in territorio federale ha però subito provocato il disappunto dell’opposizione democratica, che, per bocca del deputato Bennie Thompson, a capo della Commissione sulla Sicurezza nazionale della Camera dei rappresentanti, ha attribuito la contrazione dei flussi migratori non alle politiche del tycoon, ma al “grande caldo che si registra in estate lungo il confine tra Stati Uniti e Messico”.
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Migrare e invadere la casa, il paese altrui non è un diritto

Messaggioda Berto » dom set 08, 2019 12:55 pm

Fedriga lancia l'allarme: "15mila immigrati in arrivo dai Balcani"
Gianni Carotenuto - Sab, 07/09/2019

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 49636.html

Il governatore friulano, Massimiliano Fedriga, preoccupato per il possibile smantellamento dei decreti sicurezza: "Nei Balcani ci sono 15 mila migranti che vogliono venire in Europa: rischiamo di trovarceli tutti in casa nostra"

"In Bosnia e lungo la rotta balcanica ci sono tra i 10 e i 15 mila migranti irregolari che vogliono venire in Europa" e se saranno smantellati i decreti sicurezza "ce li troviamo tutti a casa nostra".

È l'allarme che il governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha lanciato in un'intervista a La Stampa.

L'esponente leghista - che di recente ha proposto la costruzione di un muro di 243 chilometri lungo il confine con la Slovenia per arginare l'afflusso di persone provenienti dai Balcani - ha fatto filtrare un'evidente preoccupazione per il ribaltone in Parlamento che rischia di compromettere il lavoro svolto negli ultimi mesi, insieme all'ex ministro degli Interni Matteo Salvini, per contenere l'immigrazione di massa proveniente dall'Est Europa.

Il Pd ha già annunciato che cancellerà i decreti sicurezza, mentre a poche ore dall'insediamento, come primo provvedimento, il governo ha impugnato la legge regionale friulana sull'immigrazione.

Ma Fedriga non molla: "Se pensano che cederò facilmente hanno sbagliato persona. Sono stato eletto con il 47% per tutelare la mia gente e la mia terra dall'immigrazione selvaggia. I soldi del Fvg devono servire ai disoccupati della Regione e non all'Afghanistan e al Pakistan. In un anno e pochi mesi abbiamo ridotto gli ingressi da 5 mila a 2.700". Quindi Fedriga ha commentato così l'impugnazione della sua legge sull'immigrazione: "Il governo ha esordito con un feroce attacco politico utilizzando le istituzioni".

Tuttavia, il governatore si è detto tranquillo, avendo presentato ricorso alla Corte Costituzionale. "Ci darà ragione", l'augurio dell'esponente leghista, che ha escluso di voler incontrare il ministro per gli Affari regionali, Boccia: "Non vado a Roma per elemosinare". Anche perché, ha ironizzato alla fine Fedriga, "a Roma ci sono gli amici di Soros".
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