Ecco un condensato della storia addomesticata raccontata dai venetisti-venezianistiBreve analisi: 12 MAGGIO 1797 "EL TREMENDO ZORNO"Associazione Cultura e Solidarietà di ispirazione Marciana 2 aprile 2014
https://www.facebook.com/permalink.php? ... 8237209297Uno degli aspetti meno conosciuti e sicuramente meno studiati è l'ultimo periodo della Veneta Serenissima Repubblica.
La vulgata tradizionale indotta da sedicenti storici per giustificare l'invasione napoleonica nelle terre venete, descrive il Governo Veneto come una casta oligarchica, decrepita e sprofondata nei vizi, incapace di rinnovarsi e insensibile alle esigenze materiali e di libertà del proprio popolo; un'economia allo sfacelo, un'Armata formata da riottosi e ubriaconi. Si potrebbe continuare in questa tristissima, prezzolata, falsa e servile analisi.
Siamo ormai alle soglie del diciannovesimo secolo. In tutta Europa sono in corso grandi mutamenti in campo politico, sociale, umanistico, industriale, scientifico e militare. Anche nel Governo della Serenissima, con le sue più che millenarie istituzioni, si inizia a discutere di cambiamenti, anche se non esistono condizioni sociali e politiche atte ad accelerare questi percorsi.
Vi era un federalismo di fatto con il rispetto assoluto degli "Statuta". La pubblica amministrazione era composta da persone accorte, competenti e animate da un profondo senso civico e del dovere. Erano duramente puniti i rari casi di malversazione e appropriazione indebita di pubblico denaro.
Il popolo non era afflitto da fame e miseria come in gran parte d'Europa. Non vi erano tensioni e contrapposizioni sociali e manifeste ingiustizie. La condizione femminile era nettamente migliore che nel resto del Continente.
All'università di Padova potevano addottorarsi eretici, scismatici, ebrei, etc. senza problemi di sorta e vi era piena libertà di pensiero.
La giustizia penale e civile funzionava rapida ed efficiente e dava le più ampie garanzie di imparzialità e difesa dell'imputato.
L'economia in crescita, apertura di nuove rotte commerciali nel nord Europa e paesi baltici e oltre 200 navi commerciali di grande stazza. Un'agricoltura in pieno sviluppo. Dall'ultimo censimento del 1790 risultano migliaia di ettari di bosco d'alto fusto di proprietà delle comunità e dello stato, centinaia di migliaia di capi di bestiame di ogni tipo, un ingente numero di mulini, magli, opifici piccoli e grandi dove operavano migliaia di lavoratori.
I senza lavoro et mendicanti erano l' 1,6% della popolazione totale.
Anche la gloriosa Armata Veneta dalla seconda metà del diciottesimo secolo attua profondi cambiamenti e aggiornamenti. Uno degli aspetti più qualificanti di questo periodo è la costituzione negli anni '60 delle prestigiose scuole militari moderne, in particolare il Veneto Militar Collegio di Patria di Verona, antesignano di tutte le scuole militari della penisola italiana e tra le primissime in Europa. Successivamente è stata costituita anche quella di Zara. E' bene ricordare che i soldati erano equipaggiati con divise e scarpe di ottima qualità e ricevevano regolarmente il soldo e razioni sufficienti di cibo, cosa rara per l'epoca.
La neutralità e i patti internazionali garantivano le frontiere e le assicurazioni degli ambasciatori francesi erano tranquillizzanti. Non va dimenticato che dal termine della guerra di Cambrai (1508-1517), per ben 279 anni, nessuna forza ostile mise piede nel territorio di terraferma e, dalla sua fondazione, Venezia fu occupata solo nel 1797 da forze aliene. Quali paesi d'Europa possono vantare un simile primato?
Considerati i presupposti, perché abbiamo perso l'indipendenza?
1. La Repubblica di San Marco era invisa da potenze internazionali, sempre in attesa del momento propizio per porre fine a questo straordinario esempio di istituzione statuale, in particolare la Francia monarchica e successivamente quella rivoluzionaria, l'Impero Asburgico, l'Inghilterra, la Russia, il Papato.
2. L'ultimo governo veneto, indebolito al suo interno da infiltrati giacobini, impaurito dagli eventi e dalle minacce degli inviati napoleonici e privo del numero legale, non è stato in grado o non ha voluto percepire il gravissimo pericolo, influenzando negativamente il Doge Ludovico Manin. Capo della Chiesa di San Marco e Vicario in terra del Santo Evangelista, Supremo Magistrato, Comandante in Capo delle Armate, uomo di grande cultura, il Doge, mal consigliato, convinto di risparmiare lutti e sofferenze, tenuto all'oscuro dei tragici eventi incalzanti, non seppe essere all'altezza del momento storico e del suo alto ufficio e prendere le giuste decisioni per la difesa e la sopravvivenza della Repubblica come fecero tutti i suoi predecessori nei momenti più drammatici.
3. Non abbiamo perso il diritto alla nostra indipendenza in quanto la libertà e l'esistenza di un popolo non vanno in prescrizione. Francia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Olanda, Irlanda, Polonia, Paesi Baltici, Ucraina e altri sono ritornati indipendenti dopo brevi, lunghi o lunghissimi periodi di occupazione.
Nulla è irreversibile. La parte più nobile di un popolo per riaffermare il proprio diritto all'esistenza deve essere consapevole della propria storia e accettare con spirito patriottico e con l'esempio gli inevitabili grandi sacrifici, dimostrando alla propria gente e alla comunità internazionale la sua ferma volontà di rinascere e difendere la propria terra e i valori che la rappresentano.
W SAN MARCO
W LA VENETA SERENISSIMA REPUBBLICA