Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:05 pm

Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!
All'Africa non dobbiamo nulla, non abbiamo alcun obbligo, alcun dovere, alcun debito da pagare, si debbono arrangiare.

viewtopic.php?f=175&t=2851
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:07 pm

All'Africa e agli africani non dobbiamo nulla, ma proprio nulla, niente di niente, tanto meno agli asiatici e ai nazisti maomettani d'Asia e d'Africa.
Ci dispiace per i cristiani ma non possiamo accogliere tutti perché non vi è spazio, non vi sono risorse e non c'è lavoro, in Italia vi sono già milioni di poveri, di disoccupati e di giovani costretti a migrare; e un debito pubblico tra i più alti del mondo occidentale che soffoca lo sviluppo e alimenta i parassiti e la corruzione. Gli africani si arrangino e restino in Africa a risolvere i loro problemi.
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2494


Amare e aiutare chi ti fa del male non è un bene ma un male
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 141&t=2542
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 7401811401


Non portarti e non portarci la morte in casa, grazie, non farti e non farci del male!
Non abbiamo nessuna colpa, nessuna responsabilità, nessun obbligo, nessun dovere di farlo e per farlo.

http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 194&t=2624
Se tu ti credi salvatore del Mondo e vuoi morire martire, arrangiati, fallo da solo e muori da solo


Non deprediamo e non uccidiamo la nostra gente con l'irresponsabile accoglienza indiscriminata e scriteriata a spese delle scarse risorse pubbliche, dei nostri figli e nipoti e dei nostri compaesani e concittadini
http://www.filarveneto.eu/forum/viewtop ... 196&t=2605
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:08 pm

Basta clandestini,
basta favorire l'immigrazione illegale,
basta abusi del soccorso in mare,
basta importare nazisti maomettani,
basta criminalità africana,
basta profughi finti o veri,
basta importare parassiti economici,
basta con il criminine vergognoso di sprecare le scarse risorse dei cittadini italiani per soccorrere, accogliere, ospitare, mantenere tutta questa gente a cui non dobbiamo nulla e che non possiamo né dobbiamo aiutare nemmeno a casa loro, oltretutto molti di costoro poi ci derubano, ci rapinano, ci struprano, ci uccidono, basta!
In Italia ci sono milioni di poveri, milioni di disoccupati; milioni di famiglie che non ce la fanno e milioni di giovani che non possono farsi una casa, una famiglia, dei figli; imprese che chiudono e che falliscono e imprenditori che si suicidono per le troppe tasse e perché lo stato non paga i suoi debiti;
basta con questa demenza criminale, basta con questa disumanità verso la nostra gente e i nostri concittadini!
Chi vuole soccorrere, accogliere, ospitare e mantenere lo faccia legalmente, a sue esclusive spese e con la sua totale responsabilità civile e penale, magari adottanto nella sua famiglia, ma non con le scarse risorse pubbliche.


Luigi Yitzhak Diamanti

Ho un profondo rispetto per gli Amici cattolici ma non condivido gli estremisti di Pax Cristi.
Il movimento Pax Cristi vuole organizzare una manifestazione per la Diciotti, proclamandosi come ha sempre sostenuto movimento per la pace. Si, rispondo, ma a senso unico dimostrando di avere una vocazione pacifinta e antisionista.
Dunque cerchiamo di capire chi sono:Pax Christi il 20 giugno 2018 scriveva
"Insieme ad altre voci che in queste ore si sono levate vogliamo anche noi esprimere la nostra indignazione perché in pochi giorni alcuni Ministri di questo governo hanno provocato un’alluvione di paure, risentimenti, odii e violenze.
La chiusura dei porti come scelta ipocrita di fronte al dramma di tante persone;
il linguaggio violento e mistificatorio (è finita la pacchia…) che alimenta un clima di crescente intolleranza e suscita comportamenti violenti, xenofobi, razzisti e omofobi."
E la stessa scrive su Israele
" Ferita aperta e purulenta sono tutte le Ingiustizie provocate dagli insediamenti e dalla legalizzazione di costruzioni israeliane, dalle violazioni alla libertà di movimento, dal muro e dalle restrizioni alle attività economiche, dagli ostacoli ai ricongiungimenti tra le famiglie.
La Terra Santa soffre di un’ingiustizia che ha un nome preciso e insostituibile: l’occupazione israeliana.
Questa è Pax Cristi, movimento che non è per la pace.


Gino Quarelo
I cristiani che depredano le scarse risorse dei loro concittadini (poveri, disoccupati, senza casa, senza figli, senza cure, trascurati e abbandonati senza speranza e che tralasciano di pagare il debito pubblico) per darle ad altri non sono per nulla dei buoni cittadini e dei buoni cristiani, anzi sono degli ipocriti e dei veri criminali.
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:09 pm

Pensa prima alla tua gente e al tuo paese che ne hanno bisogno, invece che agli africani e all'Africa
viewtopic.php?f=205&t=2681
https://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 3718848248

Non vi è nulla di più umano e onorevole, ideale e spirituale nel pensare prima a costoro che alla tua gente.
Pensa prima ai tuoi concittadini, alla tua gente e al tuo paese, invece di pensare agli africani e all'Africa; anche se nel corso della tua vita te li hanno fatti disprezzare e odiare in qualche modo o per qualche ragione.
Quando si arriva a disprezzare e a odiare la propria gente e il proprio paese, anteponendovi gli altri è i brutto segno di una tragica malattia della propria umanità, della propria gente e del proprio paese.
Non vi è nulla di cristiano nel disprezzare e nell'odiare la propria gente e il proprio paese e nel preferirvi altri a loro che sono il tuo vero e primo prossimo.
Poi pensa a quanti ultimi vi sono tra la tua gente: quanti poveri e bisognosi, ammalati e oppressi, disoccupati e senza casa, soli senza affetto e senza cure, sofferenti e senza speranza.
Non vi può essere fraternità universale se prima non si ama e non si consolida la propria famiglia, la propia gente, la propria comunità e paese.
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:10 pm

Difendere l'Italia è reato
Marcello Veneziani
MV, Il Tempo 25 agosto 2018

http://www.marcelloveneziani.com/artico ... ia-e-reato

Povera Italia, schiacciata nella morsa tra l’Europa e i migranti. E al suo interno un cavallo di Troia che apre le porte e i porti per consentire l’invasione. Accompagnato da una martellante campagna a senso unico, su tutte le ruote. È scesa in campo pure l’artiglieria pesante dei magistrati e dei loro fiancheggiatori con una campagna intimidatoria in cui minacciano di perseguire chi si oppone agli sbarchi configurando reati come il sequestro di persona e perfino di omicidio volontario nel caso qualcuno perda la vita prima di sbarcare in Italia (come scrive ad esempio il magistrato pd Gianrico Carofiglio). Come se i 150 migranti fermi a Catania siano stati rapiti o portati con l’inganno dal governo italiano e poi privati della loro libertà e costretti a stare sulla nave… L’accusato numero uno, naturalmente, è Matteo Salvini che ha un mezzo sostegno di Di Maio per ragioni di contratto e di opportunità politica ma poi ha tutti gli altri contro. Sono dalla sua parte gli italiani, in maggioranza, ma non contano nulla.

La Costituzione è usata come un’arma, un corpo contundente per colpire l’avversario. Viene agitata come il libretto rosso di Mao. Sarebbe facile obiettare che la Costituzione sancisce la difesa dei confini nazionali e la tutela dei cittadini italiani, e non prevede che si possa entrare nel nostro paese clandestinamente, ovvero senza i requisiti legali per entrarvi. Ma la legalità, per certi giudici come per tanti giustizialisti, va a farsi fottere quando si tratta di migranti e di nemici politici. La Costituzione si occupa dell’Italia, del popolo italiano e dei suoi ordinamenti, e non del mondo intero. Gli altri paesi chiudono le frontiere mentre se lo facciamo noi diventiamo nemici dell’umanità. Ma noi non possiamo caricarci sulle spalle il mondo, se lo facciamo sfasciamo l’Italia, non salviamo l’umanità.

Vedi personaggi come la Bonino, che hanno procurato migliaia di aborti, che chiedono di denunciare Salvini alla corte dei diritti umani. Vedi fior di canaglie, mafiosi, cocainomani inveire insieme a preti, magistrati, sinistresi e sindacalisti, in questa campagna terroristica per far sbarcare i migranti in Italia senza attendere che l’Europa decida di smistarli in più paesi. La tv manda in onda solo la voce di questi ultimi. Dall’altra parte, il popolo italiano vede in tv queste ondate di migranti, li vede pregare compatti sulla nave nel segno dell’Islam, mentre vengono a chiedere salvezza al bastardo, cristiano e cinico Occidente. Sente dai medici e dai magistrati che hanno la scabbia, sono portatori di malattie a rischio di contagio. E sanno che quella promiscuità, quel fetore denunciato dai visitatori, quella miseria, si ripeterà poi nelle baraccopoli che si creeranno nelle nostre periferie.

Perché l’alternativa è: o ce li carichiamo noi, li ospitiamo, li vestiamo e li paghiamo, oppure quello squallore da cui provengono lo importeranno a ridosso delle nostre città. Ma tutto questo non si può dire perché l’angoscia, la paura, l’insicurezza ma anche la rabbia e il senso d’ingiustizia che tutto questo produce, viene passato per le armi, è considerato come razzismo e xenofobia e insultato, martellato, punito. Guai anche solo a porsi la domanda se l’obbligo dei vaccini dipenda anche dall’arrivo di portatori di queste malattie che erano state debellate da tempo in Italia. Cosa ci resta da fare? Il blocco navale sarebbe la soluzione migliore, che va alle radici ed evita gli imbarchi, il traffico di umani e la speculazione di tanti sulla loro pelle; ma non può imporlo il ministro dell’interno. Dovrebbe essere concertato a livello europeo, promosso dal Capo dello Stato, dal Ministero della Difesa, dai vertici delle Forze Armate, magari col via libero della Nato. Dunque è praticamente impossibile.

La sensazione è d’impotenza e di assoluto sconforto. Eppure sappiamo che stanno liquidando la nostra civiltà, il nostro Paese, la nostra vita, in questo delirio di autodistruzione travestito da pulsione umanitaria.

Proviamo a salire più in alto e a dare una spiegazione meno contingente a quel che sta succedendo. Sta avvenendo una rivoluzione dalle implicazioni catastrofiche. Stanno imponendo l’idea che non esistono più confini tra stati, popoli, sessi, civiltà, legalità, diritti, desideri. Chiunque è libero di fare, disfare, andare a vivere dove vuole, nulla può impedirlo. E chiunque invochi il senso del limite, della misura, della frontiera, della responsabilità va considerato un delinquente e se cerca di far valere le leggi e le misure, va processato per crimini contro l’umanità.

Stiamo in un momento in cui o avviene un ravvedimento, un ritorno alla realtà, o quantomeno un confronto civile tra posizioni diverse che non si demonizzano a vicenda ma cercano una soluzione. Oppure si va verso abissi di guerra civile, scontri immani, e la frattura tra potentati e popoli diventerà un baratro. Oggi la difesa dell’Italia e degli italiani è considerata un reato in territorio italiano..
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:38 pm

[L'analisi] Vi spiego perché Salvini dal suo punto di vista ha ragione e perché la sinistra ha perso tutto
Luigi Carletti, editorialista

https://notizie.tiscali.it/politica/art ... i-migranti

A quella parte del Paese che non è né ignorante né inconsapevole, è mai possibile che la sinistra debba continuare a parlare per frasi fatte o, peggio ancora, con lo stucchevole linguaggio terzomondista dove ogni tre parole si mettono “pace” e “solidarietà” e “accoglienza”, ma poi si negano i problemi – veri, oggettivi, reali – che l’immigrazione e la globalizzazione producono? Dalla spiaggia di Capalbio o dalla beauty-farm di Cortina si possono scrivere articoli bellissimi sull’integrazione teorica, ma poi c’è una “integrazione di fatto” che la gente comune vive sulla pelle e che bisogna toccare con mano anziché descriverla attraverso le lenti rosa del “mondo come vorrei che fosse”

Per capire la gravità di quanto sta avvenendo in Sicilia, con i 150 migranti bloccati sulla Diciotti come fosse una nave nemica all’ormeggio in un porto italiano, purtroppo non basta ascoltare le intemperanze di certi leghisti (del tipo il deputato che minaccia i magistrati) o, viceversa, registrare le parole giuste nella forma e inutili nella sostanza dei vari Martina, Gentiloni, Boldrini. In definitiva, hanno tutti ragione.

La coerenza di Salvini

Proprio così. Dal loro rispettivo punto di vista, hanno tutti ragione. A cominciare da Salvini quando dice che se oggi fa sbarcare quei 150 dalla Diciotti, poi arriverà una Ventotti, una Trentotti e così via. Dal suo punto di vista – e rispetto agli impegni che Salvini ha preso con i suoi elettori e con gli alleati – il ministro dell’Interno è perfettamente coerente. Al di là delle belle e accorate parole che si sentono da quelli che i leghisti chiamano “i benpensanti”, la verità è che una parte rilevante del Paese vorrebbe chiudere ogni ingresso e lasciare fuori quelli che chiedono di entrare. Questa è la realtà, e prima ne prendiamo atto meglio sarà per tutti, credo.
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:39 pm

Libia, immigrato sputtana la Sinistra italiana: "È vero, il racket ci rapisce e ci vende in Italia"
25 Agosto 2018

http://www.ilpopulista.it/news/25-Agost ... w.facebook

Sono anni che la lega lo denuncia
"Siamo stati tutti rapiti da gruppi criminali e rinchiusi. Ci vendevano ai trafficanti, ci torturavano, inviando i video per estorcere denaro. Chiedevano da 1.000 a 6.000 dollari"

Un gruppo di migranti ha recentemente organizzato una protesta in Libia, denunciando l'abbandono da parte delle Nazioni Unite. Sono cittadini etiopi ed eritrei, scesi in piazza nel villaggio di Qasr Ben Ghashir. Uno dei manifestanti ha dichiarato alla tv francese: "Quelli dell'Onu sono venuti a trovarci quando siamo arrivati nel centro di detenzione, a maggio. Hanno scritto i nostri nomi e hanno detto che presto ci avrebbero evacuati dalla Libia. Ma da allora non abbiamo più saputo niente di loro. Abbiamo forzato le porte del centro di detenzione e abbiamo marciato verso Tripoli. Le forze di sicurezza hanno disperso il nostro gruppo sparando colpi di avvertimento. Quindi, abbiamo iniziato a trattare con le autorità, che ci hanno promesso un aiuto per lasciare il paese".

"Siamo arrivati tutti in Libia nel 2015, nella speranza di raggiungere l'Europa attraversando il Mediterraneo", racconta l'eritreo. "Qui siamo stati tutti rapiti da gruppi criminali e rinchiusi in un hangar nella città di Beni Oualid. I rapitori ci vendevano ai trafficanti e si filmavano mentre ci torturavano, inviando i video ai nostri amici e parenti per estorcere loro denaro. Chiedevano cifre tra 1.000 e 6.000 dollari. Il peggio è che, anche dopo aver ricevuto il riscatto, i rapitori si sono rifiutati di rilasciarci. Alla fine, siamo stati liberati dalle forze di sicurezza libiche a maggio".

"Chiunque qui può rapirti, torturarti o addirittura ucciderti", ha concluso il ragazzo. Dando così ragione ai cosiddetti populisti che da anni denunciano l'esistenza di un vero e proprio racket malavitoso che ci spedisce i clandestini unicamente per lucrare su quello che a tutti gli effetti è un traffico di carne umana, una nuova tratta degli schiavi. Che il buonismo ottuso e lagnoso della Sinistra non fa che incentivare, con l'accoglienza a braccia aperte, che gonfia unicamente le tasche di chi lucra su queste migrazioni forzate, al di là e al di qua del Mediterraneo.
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:40 pm

Così i salesiani contrastano la migrazione illegale dall’Africa
2018/09/27

https://www.lastampa.it/2018/09/27/vati ... agina.html

«Siamo consapevoli che il nostro progetto sia una goccia nell’oceano ma se non ci fosse – come diceva madre Teresa di Calcutta – l’oceano avrebbe una goccia un meno. Noi non vogliamo far mancare la nostra goccia». Così dice a Vatican Insider Giampietro Pettenon, 53 anni, salesiano, presidente di Missioni don Bosco, la onlus torinese che sostiene i missionari salesiani nel mondo. La “goccia”, il progetto cui fa riferimento, è denominato Stop Tratta: si propone di informare capillarmente chi intende emigrare dall’Africa sub-sahariana per ragioni economiche dei gravi rischi che il viaggio comporta e offrire opportunità di lavoro a chi decide di restare in patria: «Il progetto è cominciato nell’autunno del 2015», racconta Pettenon: «Nel giugno di quell’anno Papa Francesco venne in visita a Torino e, incontrando la famiglia religiosa salesiana, parlò della “vocazione alla concretezza” dei figli e delle figlie di don Bosco. Inoltre, durante quella visita, manifestò le sue preoccupazioni per la sorte di migliaia di giovani che cercavano di raggiungere l’Europa rischiando la vita. Ci sentimmo interpellati da quelle parole e capimmo di dover agire per offrire alle giovani generazioni africane un’alternativa concreta e credibile all’emigrazione illegale. Così demmo vita a Stop Tratta chiedendo ai missionari salesiani presenti in Africa la disponibilità a portare avanti il progetto nelle loro zone di residenza: noi, in collaborazione con il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) li avremmo supportati economicamente fornendo anche consulenza e attrezzature».

La fase dell’informazione

Il progetto, che ha durata quinquennale, coinvolge 14 opere salesiane in sei Paesi – Etiopia, Ghana, Senegal Mali, Nigeria, Liberia – e prevede tre fasi. La prima, quasi sostanzialmente conclusa, è quella informativa: migliaia di giovani e di genitori – attraverso incontri nelle parrocchie, depliant, brevi video, programmi radiofonici promossi dai missionari – sono stati informati dei molti rischi cui i ragazzi sono esposti durante il viaggio verso l’Europa e le difficoltà che incontrano una volta giunti alla meta. «Nonostante i molti mezzi di informazione presenti anche in Africa, le persone spesso ignorano la pericolosità di questi viaggi», sottolinea Pettenon. «I ragazzi, appena giungono in Europa, telefonano alle famiglie senza raccontare i soprusi e le brutali violenze subite; ne provano vergogna. Nei villaggi si sa solo che ce l’hanno fatta: così molti decidono di seguirli. Inoltre in questi Paesi operano spregiudicate agenzie che offrono ai ragazzi viaggi “all inclusive”, presentandoli come viaggi sicuri e comodi. I prezzi sono piuttosto elevati e le famiglie si indebitano anche pesantemente pur di assicurare ai figli un futuro dignitoso. Noi spieghiamo ai genitori che queste proposte sono una truffa: quando lo scoprono iniziano a dissuadere i figli dal partire».

Le queen mothers del Ghana

In questa opera di informazione i missionari salesiani hanno potuto contare sull’appoggio dei governi e delle autorità locali: «In Ghana si è rivelato prezioso anche l’aiuto delle queen mothers, le figure più autorevoli dei villaggi, cui tutti fanno riferimento: queste donne hanno dato la loro benedizione al progetto sollecitando le famiglie a prestare ascolto ai missionari».

La formazione

Attualmente è in corso la seconda fase del progetto, quella formativa: prevede l’offerta di corsi professionali di breve durata (da uno a nove mesi): i missionari salesiani hanno individuato le figure professionali maggiormente richieste nel loro territorio in modo da avviare i corsi più adatti: dall’agricoltura all’allevamento, dall’idraulica alla meccanica, dalla sartoria all’informatica. «Tenuti da insegnanti ed educatori – prosegue Pettenon – i corsi sono circa mille e stimiamo possano coinvolgere complessivamente 18mila giovani e madri: in molti Paesi africani sono infatti le donne il vero punto di riferimento della famiglia, sono loro che, lavorando duramente, mantengono i figli. Ad esempio, in Etiopia un gruppo di signore ha seguito un corso di allevamento dei maiali che ora sono diventati “le banche delle famiglie”: una volta macellati e venduti, questi animali assicurano all’intero nucleo familiare il denaro necessario a vivere decorosamente».

Il lavoro, finalmente

Conclusa la formazione – ed è la terza fase del progetto – i giovani e le donne si possono rivolgere ad alcune banche locali per ottenere il finanziamento necessario ad acquistare gli strumenti necessari ad avviare una piccola attività. In passato, dice Pettenon, i missionari salesiani avevano già promosso il microcredito, senza molto successo poiché spesso le persone – contando sulla benevolenza dei sacerdoti – non restituivano il prestito ricevuto impedendo quindi di assicurare questo sostegno economico ad altre famiglie. Così, nell’ambito del progetto Stop Tratta, si è voluto coinvolgere il sistema creditizio locale: sono le banche che, ricevuti dai salesiani i finanziamenti, provvedono a erogarli. «Sino ad oggi, grazie alla generosità dei nostri benefattori, molti giovani e donne hanno iniziato piccole attività: ci sono ragazzi che si dedicano alla raccolta e al commercio dei fichi d’India, altri che hanno costruito serre per la coltivazione di ortaggi, ci sono madri che hanno imparato a cucinare piccoli dolcetti che poi vendono nei mercati e ragazzi che lavorano come idraulici ed elettricisti nelle grandi città. In Ghana quattro giovani sono diventati mentor farmers: non solo hanno avviato una attività agricola ma offrono stages agli studenti dei nostri corsi professionali».

I migranti di ritorno

Nel progetto Stop Tratta sono coinvolti anche migranti che tornano nella loro patria: «Tre giovani senegalesi, emigrati illegalmente in Italia alcuni anni fa, hanno seguito un corso professionale presso il centro d’accoglienza siciliano gestito dall’associazione salesiana Don Bosco 2000: sono diventati mediatori culturali e hanno iniziato a lavorare con noi salesiani», conclude Pettenon. «A loro abbiamo proposto di fare ritorno in Senegal e affiancare i missionari nella gestione dei corsi professionali, in qualità di educatori. Hanno accettato».
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:40 pm

L'Africa tra Stati Uniti, Ue e Cina
Guido Dell'Omo
16 dicembre 2018

http://www.occhidellaguerra.it/quel-gra ... ne-europea

Nel suo discorso pronunciato all’Heritage Foundation il consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, John Bolton, ha presentato i dettagli del nuovo approccio che Washington adotterà ogni volta che si tornerà a parlare di continente africano.

Bolton ha parlato di una “nuova strategia per l’Africa” per controbilanciare l’influenza cinese e per concentrare in maniera più intelligente e utile gli investimenti in un continente in cui, solo nel 2017, solo gli aiuti americani hanno toccato gli 8,7miliardi di dollari, mentre gli investimenti hanno raggiunto l’importante cifra di 50 miliardi di dollari. Flussi di denaro che secondo il consigliere per la sicurezza nazionale Usa non sono serviti ai Paesi africani per praticare quella svolta in cui tutti speravano. Sintomo di impotenza che si scontra con la preoccupazione causata dai dati, ricordati da StartMag, riguardo i finanziamenti cinesi in Africa: secondo la Ong AidData, infatti, tra il 2000 e il 2014 i finanziamenti di Pechino nel continente nero hanno sfiorato i 121,6 miliardi di dollari.

Bolton ha annunciato che gli Stati Uniti non “getteranno” più i soldi dei loro contribuenti per finanziare Paesi che non condividono ideali e principi americani, ma che piuttosto verrà seguito un principio simile a quello adottato durante il Marshall Plan. Questo significa che gli investimenti americani saranno concentrati unicamente nei paesi che dimostrano di abbracciare, o quantomeno inseguire, gli standard occidentali. Da qui lo spunto per annunciare la possibile fine del supporto Usa al Sud Sudan.

Gli americani sono preoccupati del modello di business che Pechino sta tentando di esportare molto al di là dei suoi confini. Come già successo col porto di Hambantota in Sri Lanka , la Cina tende a favorire ingenti prestiti che però – a differenza, per esempio, della Banca Mondiale che solitamente richiede il loro pagamento entro decenni – devono essere saldati in pochissimi anni. Non avendo liquidità molti paesi tendono quindi a cedere infrastrutture o aziende strategiche per ripagare i prestiti cinesi. Esempio pratico portato da Bolton è lo Zambia che, detenendo attualmente un debito con la Cina che oscilla tra i 6 e i 10 miliardi di dollari, rischia di dover cedere a Pechino le sue compagnie energetiche.

Grande attenzione sul Corno d’Africa. Qui i cinesi nel 2017 hanno installato una loro base militare a Djibouti situata a poche miglia dalla base statunitense di Camp Lemonnier. Proprio in quest’area, secondo Bolton, sono capitati troppi episodi poco piacevoli. Un esempio pratico sono le decine di casi di piloti americani che hanno subito gravi danni agli occhi a causa dei laser cinesi che disturbavano i caccia Usa durante le manovre di atterraggio.

In breve, le pratiche predatorie perseguite dalla Cina ma anche dalla Russia ostacolano la crescita economica in Africa, minacciano l’indipendenza finanziaria dei paesi africani e inibiscono le opportunità per investimenti americani nella regione. Per questo Bolton ha annunciato l’iniziativa “Prosper Africa” che, come suggerisce il nome, si impegnerà a far prosperare quello che alcuni considerano il “continente del futuro”, certo sempre con un occhio di riguardo per gli interessi americani. “Il nostro desiderio è vedere un’Africa che fiorisca senza dover abbandonare la sua indipendenza”, ha sottolineato il consigliere John Bolton.

Anche in Africa, come già successo con il dossier Iran e Jcpoa, Stati Uniti e Unione europea sembrano muoversi con relativa indipendenza, non più a braccetto come di consueto. Infatti anche l’Ue, come vi abbiamo raccontato su questa testata , ha lanciato il suo Piano Marshall per l’Africa, tanto che già si parla di un prestito europeo pari a 45 miliardi di dollari da spalmare in sette anni e che dovrebbe partire dal 2021.

Il Continente nero si trova al centro di una partita importante e che si giocherà a più riprese. Pechino si sta facendo strada in Africa a un ritmo che preoccupa sia Washington che Bruxelles, soprattutto se si tiene in considerazione il progetto della Nuova via della seta. Così Stati Uniti e Ue, anche se con progetti indipendenti, cercano di rispondere alle ambizioni cinesi lanciando i loro rispettivi progetti di rilancio del Continente africano. E l’Italia? Roma dovrà riuscire a sfruttare i possibili margini di manovra che si apriranno durante lo scontro tra le potenze europee e la Cina cercando allo stesso tempo di non essere schiacciata durante quello che sarà sicuramente uno scontro tumultuoso tra i big internazionali. L’Italia potrebbe davvero proporsi come interlocutore privilegiato con i paesi in via di sviluppo, vicini geograficamente al Paese e nei quali c’è la possibilità di ampliare lo spazio internazionale di manovra per Roma. Il Bel Paese dovrebbe però riuscire a evitare di esacerbare lo scontro tra Bruxelles, Washington e Pechino, cercando allo stesso tempo di dimostrare la sua capacità di rappresentare una piattaforma di distensione ed equilibrio che possa rivelarsi un valore aggiunto per la maggior parte degli attori internazionali coinvolti.
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Re: Africa, aiutiamoli a casa loro, no grazie!

Messaggioda Berto » sab apr 20, 2019 8:41 pm

Caro Cacciari, lei si vergogna di essere italiano? Noi ne siamo fieri
Il commento di Silvana De Mari

https://www.facebook.com/quotidianolave ... 7318157092
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