ALLARME IN EUROPA: MANCA CO2
18 marzo 2019
Alex Swan
https://www.facebook.com/alessandro.pri ... 1026597068
Alessandro Prignacchi
Detta così parrebbe una provocazione ma è quanto realmente successo.
L'estate scorsa,oltre Manica si è arrivati ad una vera e propria emergenza CO2: fabbriche ferme, carni e prodotti da forno spariti dagli scaffali dei supermercati e, soprattutto, scarsità di birra. Le difficoltà di rifornimento dei pub hanno conquistato i dibattiti parlamentari e le prime pagine dei giornali.
La carenza di anidride carbonica è un problema serio, che ha colpito anche altre aree del Nord Europa, dal Benelux alla Scandinavia (a Oslo, in Norvegia, ha portato addirittura a razionare l’acqua corrente). Dall’altra parte del mondo, il Messico sta sperimentando difficoltà simili.
L’anidride carbonica è tutt’altro che dannosa. Al contrario è indispensabile alla vita (basti ricordare che è alla base della fotosintesi clorofilliana) e anche in ambito industriale ha una lunga serie di applicazioni, nella filiera alimentare e non solo.
Inodore, insapore e atossica, la CO2 è contenuta in tantissimi prodotti che finiscono sulle nostre tavole: non solo birre, ma tutte le bibite gassate e pure l’acqua frizzante. Non basta. Serve anche per le confezioni in atmosfera modificata, che allungano la “vita di scaffale” di alimenti come i salumi in busta, le insalate prelavate o le merendine. È impiegata per preparare i surgelati e per il ghiaccio secco. Infine è molto usata nei macelli, perché considerata il modo meno crudele per abbattere gli animali.
Carenze di CO2 non sono una novità assoluta, ma quella accusata dai britannici – che solo ora iniziano a intravvedere la luce in fondo al tunnel – è senza dubbio la più grave da decenni.
In Italia, di CO2 ne produciamo a sufficienza da soddisfare abbondantemente il nostro fabbisogno, «La si estrae da giacimenti sotterranei, che da noi sono numerosi, tant’è vero che abbiamo molte acque minerali naturalmente gassate.
La CO2 non è un gas serra, tutt'altro, non contribuisce minimamente al riscaldamento del pianeta, anzi è elemento chimico essenziale per il mondo vegetale.
I valori di CO2 nella atmosfera non sono mai stati così bassi negli ultimi 200milioni di anni.
La lotta alla CO2 non ha nullo di scientifico ma è puramente ideologica, confondere le menti in cambio di denaro per finte battaglie ambientaliste che non produranno alcun beneficio al clima del pianeta, semplicemente perchè la temperatura del clima del pianeta non dipende dalla nostra volontà ma da fattori ben più impattanti quali eruzioni vulcaniche e tempeste solari.
La CO2 emessa dall’uomo (ammesso e non concesso costituisca un problema) è solo una piccolissima percentuale delle emissioni complessive di anidride carbonica
Gli oceani contengono 37400 miliardi di tonnellate (Gt) di Carbonio in sospensione, la biomassa terrestre ne contiene 2000-3000 Gt. L’atmosfera solamente 720 Gt e gli uomini contribuiscono solo per 6Gt. Gli oceani, il suolo, e l’atmosfera scambiano CO2 in continuazione, quindi il carico umano aggiunto è incredibilmente piccolo.
Una lieve modificazione naturale dello scambio tra oceani ed atmosfera produrrebbe una crescita della CO2 molto più grande di quella che noi saremmo in grado di provocare.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è null'altro che una bieca manipolazione mediatica ad uso e consumo dei governi che necessitano di consenso per deliberare nuove tasse ed evitare ribellioni.
Le manifestazioni di questi giorni sono la prova che i potenti della terra sfruttano le paure delle masse per tenerle in pugno, accusando al contempo chi la pensa diversamente d'essere un negazionista sui cambiamenti climatici.
La sinistra odia l'occidente, ed ogni scusa è buona perchè venga attaccato il nostro stile di vita.
Prima con l'immigrazione incontrollata di culture oscurantiste, poi con la messa in discussione della famiglia, la propaganda gender fluid e il veganesimo, infine con la scusa dei cambiamenti climatici, i nazisti rossi lavorano h/24 per distruggere la nostra civiltà.
Non lasciamo che quanto di buono è stato fatto per il benessere degli individui, dal rinascimento ad oggi venga dissipato a favore di teorie suicide, non permettiamo a questi infami di tradire la scienza a favore del dogma ideologico.
Gas serra
https://it.wikipedia.org/wiki/Gas_serra
Sono chiamati gas serra quei gas presenti nell'atmosfera, che sono trasparenti alla radiazione solare in entrata sulla Terra, ma riescono a trattenere, in maniera consistente, la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre, dall'atmosfera e dalle nuvole. Tali proprietà sono note da un'analisi spettroscopica in laboratorio. I gas serra possono essere di origine sia naturale che antropica, e assorbono ed emettono a specifiche lunghezze d'onda nello spettro della radiazione infrarossa. Questa loro proprietà causa il fenomeno noto come effetto serra.
Vapore acqueo (H2O),
anidride carbonica (CO2),
protossido di azoto (N2O),
metano (CH4)
ed
esafluoruro di zolfo (SF6)
sono i gas serra principali nell'atmosfera terrestre. Oltre a questi gas di origine sia naturale che antropica, esiste un'ampia gamma di gas serra rilasciati in atmosfera di origine esclusivamente antropica,
come gli alocarburi, tra i quali i più conosciuti sono i clorofluorocarburi (CFC), e molte altre molecole contenenti cloro e fluoro le cui emissioni sono regolamentate dal Protocollo di Montréal.
Franco Prodi: "Giusta la protesta dei ragazzi, ma i cambiamenti del clima sono ancora tutti da decifrare"
(di C. Paudice)
2019/03/15
https://www.huffingtonpost.it/2019/03/1 ... 8F3kgc4Gmw
C'è l'urgenza di contrastare il deterioramento ambientale, ma c'è anche quella di approfondire la conoscenza del sistema clima, oggi così incompleta da non poterci permettere - come spesso si fa erroneamente - di far risalire a singole e determinate cause il riscaldamento globale. In un'intervista ad HuffPost Franco Prodi, climatologo di fama internazionale ed ex direttore dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr, parla della manifestazione degli studenti che hanno protestato in più di cento città nel mondo contro l'inerzia della politica rispetto al riscaldamento globale. E dice: "C'è troppa gente che parla senza sapere le equazioni di trasferimento radiativo in atmosfera. Siamo in una corriera in corsa con i finestrini offuscati. Ma attribuire sicuramente il riscaldamento globale alle emissioni della sola Co2 è scientificamente quantomeno avventato".
Professor Prodi, oggi una marea di giovani ha invaso le strade di molte città del mondo per manifestare contro l'inerzia dei governi rispetto al cambiamento climatico. Lei che opinione si è fatto di questa protesta?
Saluto con piacere il fatto che le generazioni si rendano conto della gravità del problema. Ma da qui a pensare che possano avere una opinione scientificamente fondata della situazione ce ne passa. Andrebbe chiarito nell'ambiente scolastico che le parole ambiente, clima e meteorologia vanno ben individuate nel loro ambito. La mia convinzione è che la conoscenza scientifica del sistema clima è ancora molto incompleta, e non è in condizione di consentirci di fare quelle previsioni che oggi ci vengono proposte come tali ma che in realtà sono solo degli scenari. Quando diciamo che alla fine del secolo la temperatura globale del pianeta a due metri dal suolo sarà aumentata tra 1,5 e 7 o 8 gradi vuol dire che non sappiamo cosa succederà. Ci sono diversi modelli, sempre più affinati ma sempre incompleti, e che ci danno risposte diverse.
Quindi le nostre conoscenze non ci permettono di fare quelle previsioni che oggi diamo per assodate.
Non sono negazionista né catastrofista, perché uno scienziato non deve essere classificato con i parametri del tifo sportivo. C'è una necessità di accelerare la conoscenza scientifica su altri ambiti che non siano quelli dell'Ipcc (gruppo di esperti che parla all'Onu e ai Governi) e delle sue modalità.
Quindi che fare?
Curiamo l'ambiente. Il deterioramento ambientale, quello sì è quantificabile, attraverso i metalli pesanti negli oceani, la qualità dell'aria, il brown cloud dell'Asia ad esempio. Serve una ripartenza degli accordi internazionali per limitare l'inquinamento, tenere sotto controllo i combustibili fossili. Bisogna ripensare collettivamente i modi di produzione, per salvaguardare la qualità dell'ambiente.
Anche per questo sono scesi in piazza gli studenti.
Ai ragazzi direi che è giusta e condividiamo l'urgenza perché c'è un modo di fare dei politici a breve scadenza, un approccio che guarda solo alle prossime elezioni.
Però...
Però serve anche un invito a capire veramente qual è la natura del problema. E siccome parliamo di studenti, dalla scuola e e poi dall'università e dalla ricerca deve iniziare la comprensione della sfida autentica di questo secolo: una conoscenza del clima che ci consenta una previsione e soprattutto una quantificazione dell'effetto antropico, che c'è senz'altro ma deve anche essere inquadrato nell'evoluzione naturale del clima. Il clima non può non cambiare, perché è determinato da una stella, il Sole, una lampada non costante con la sua variabilità: e da un pianeta, la Terra, che ha una distanza che varia, ed è circondato da un involucro molto complicato.
Tra i punti del manifesto dei ragazzi c'è lo sforzo a contenere l'aumento medio della temperatura entro 1,5 gradi.
La frase "contenere l'aumento della temperatura" implica che l'umanità lo possa fare. Immagini tra 50 anni: se l'aumento della temperatura sarà contenuto entro un grado e mezzo allora si dirà che le nostre azioni avranno avuto effetto. Ma questa frase non sarebbe corretta. Perché oggi non possiamo quantificare l'effetto delle nostre azioni. Abbiamo di fronte scenari tra i più vari, proposti da modelli numerici complicatissimi che richiedono il lavoro di centinaia di ricercatori nelle diverse equipe tra Giappone, Stati Uniti, Regno Unito e via dicendo.
Su cosa concentrarsi quindi?
Noi abbiamo un deterioramento ambientale di cui conosciamo le cause, e lo possiamo quantificare. E gli accordi mondiali su questo si possono fare. Quanto al clima, ci sono convinzioni diffuse e accettate da tutti, senza una analisi ben dettagliata. Bisognerebbe fare più attenzione a questa parte della ricerca che non è quella dialogante con le Nazione Unite. C'è troppa gente che parla senza sapere le equazioni di trasferimento radiativo in atmosfera. Ci sono aspetti di fisica molto complessi: capisco il principio di precauzione ma non è un principio scientifico. La nostra situazione è che siamo in una corriera in corsa con i finestrini offuscati. Ma attribuire sicuramente il riscaldamento globale alle emissioni della sola Co2 è scientificamente quantomeno avventato.