Comunisti, internazicomunisti e dintorniviewtopic.php?f=176&t=1711Tensione alle stelle in Venezuela per l'elezione dell'Assemblea costituente, le opposizioni scioperano contro MaduroAssunta De Rosa
26 luglio 2017
https://www.lospecialegiornale.it/tensi ... tro-maduroIl Venezuela sta vivendo ore decisive per il futuro per il Paese e le opposizioni sono pronte a contrastare in ogni modo la dittatura del presidente Nicolas Maduro. Il 30 luglio è stata indetta dal Governo l’elezione di un’Assemblea costituente che prevede di apportare delle modifiche alla Costituzione venezuelana. Le opposizioni invitano a gran voce il popolo a boicottare il voto previsto per domenica prossima. Da mercoledì a venerdì si terranno scioperi e manifestazioni contro il governo di Maduro.
La tensione è alle stelle in Venezuela e le prossime ore saranno determinanti per stabilire il futuro del Paese. Nelle giornate di mercoledì 26 e di giovedì 27 luglio è previsto uno sciopero generale della durata di 48 ore indetto dall’opposizione al Governo di Maduro. Per venerdì 28 luglio, due giorni prima del voto per l’Assemblea costituente, è stata annunciata invece una marcia a Caracas. L’obiettivo è quello di convincere gli elettori a boicottare il voto di domenica e dunque l’intenzione di Maduro di mettere mano alla Costituzione del Venezuela dando più poteri alla presidenza. Il Presidente, con il benestare del Partito Socialista Unito del Venezuela di cui fa parte, vuole che la nuova Assemblea costituente abbia la facoltà di modificare la Costituzione del Paese così da poter effettuare anche lo scioglimento di alcune istituzioni. Questo comporterebbe di fatto una situazione dittatoriale alla quale si oppongono non solo i venezuelani, ma tra gli altri anche gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Colombia. Questi Paesi hanno chiesto al governo del Venezuela di cancellare il voto indetto per il prossimo 30 luglio, ma l’appello è stato respinto dal presidente Maduro.
La situazione è andata peggiorando sempre di più negli ultimi quattro mesi, periodo in cui le proteste contro Nicolas Maduro si sono intensificate. Ad oggi le vittime degli scontri con gli agenti di polizia in tutto il Venezuela sono circa 100, i feriti 1500 mentre a finire in manette sono state più di 500 persone. Nei giorni scorsi hanno avuto luogo ulteriori proteste finite nel sangue. Giovedì 20 luglio 2017, nel corso dello sciopero generale organizzato dalle opposizioni, sono avvenuti duri scontri tra la polizia e i manifestanti con un bilancio di circa 300 feriti e almeno tre morti, anche se ufficialmente ne sono stati accertati solo due dalle autorità senza che venissero specificate le cause dei decessi. La protesta è stata portata avanti principalmente presso la capitale Caracas, ma ha coinvolto anche altre città. Sono discordanti le opinioni sulla partecipazione della popolazione allo sciopero generale di qualche giorno fa. L’opposizione afferma una massiccia adesione vicina addirittura all’85%, mentre Maduro ha sostenuto che lo sciopero non sia stato altro che un fallimento. Il Presidente ha promesso l’arresto dei leader dello sciopero definendoli “fascio terroristi”. La protesta del 20 luglio è arrivata a seguito del referendum simbolico organizzato per contrastare le elezioni dell’Assemblea costituente, con il voto contrario del 98% dei partecipanti. Lo scopo era quello di consentire ai cittadini venezuelani di poter partecipare ad elezioni democratiche.
E’ da tempo che i venezuelani lamentano l’assenza di democrazia provocata dal Governo, e Maduro è sotto accusa per non aver risolto i problemi economici che affliggono il Venezuela. I cittadini lamentano la difficoltà di reperire generi di prima necessità. Questo ha portato a mobilitazioni anche attraverso i social network, con la condivisione di video e foto che mostrano le cruente immagini delle proteste in atto e che spiegano le motivazioni dell’opposizione. La polizia, dalla parte del governo di Maduro, reagisce duramente alle proteste reprimendole nel sangue. Qualche giorno fa è stato colpito al volto da una pallottola di gomma il violinista Wuilly Arteaga, simbolo delle proteste contro il governo già vittima della Guardia Nazionale Bolivariana poco tempo prima, quando il suo strumento musicale era stato distrutto. Il musicista è noto per aver mostrato il suo dissenso suonando il violino nel corso di scioperi e proteste. Nonostante le ferite ricevute Arteaga non si arrende e dall’ospedale ha già fatto sapere che continuerà a suonare in nome della democrazia, abbracciando il pensiero di tutti quei cittadini che non si arrendono ai metodi dittatoriali del Governo Maduro.
https://it.wikipedia.org/wiki/VenezuelaSotto il governo di Maduro sono emersi gravi problemi economici, derivanti dalle politiche economiche di Chavez continuate da Maduro, che hanno portato a razionamenti e scarsità anche di generi di prima necessità. La situazione economica, unita ad accuse di corruzione e cattiva gestione del governo del paese, ha portato a forti proteste popolari nella seconda metà del 2013. Le proteste, che hanno causato diverse vittime, proseguono tuttora. Il 29 marzo 2017 Il Tribunale Supremo di Giustizia condanna il Parlamento per aver voluto convalidare l'elezione di alcuni deputati accusati di brogli elettorali e avoca a sè il potere legislativo, fatto interpretato dai media occidentali come una vera e propria deriva autoritaria del Paese, ispirata da Maduro. Si rivela fondamentale il sostegno nei confronti del regime di Maikel José Moreno Pérez, neoeletto presidente del Tribunale Supremo di Giustizia con alle spalle precedenti penali.. In seguito Maduro invita il tribunale a rivedere il suo verdetto.
https://it.wikipedia.org/wiki/Hugo_Ch%C3%A1vez Chávez promosse la sua visione di socialismo democratico, integrazione dell'America Latina e anti-imperialismo. Fu inoltre un acceso critico della globalizzazione neoliberista e della politica estera statunitense. La sua particolare filosofia politica è stata denominata chavismo, e fondeva socialismo, marxismo, terzomondismo e nazionalismo di sinistra, che insieme al bolivarismo e al cosiddetto socialismo del XXI secolo hanno costituito l'asse portante dell'ideologia di Chávez e del suo partito.
Nicolás Maduro Moros (Caracas, 23 novembre 1962) è un politico e sindacalista venezuelano.
https://it.wikipedia.org/wiki/Nicol%C3%A1s_Maduro È Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela dal 14 aprile 2013, dopo aver ricoperto il medesimo incarico dal 5 marzo 2013 al 14 aprile 2013 ad interim. È stato Ministro degli esteri dal 2006 al gennaio 2013 e vicepresidente del Venezuela dall'ottobre 2012 al 5 marzo 2013.
Nicolás Maduro nasce nel 1962 a Caracas, da madre colombiana e padre venezuelano di origini ebraiche sefardite. Ex militante della Lega Socialista, lavora come autista per la Metropolitana di Caracas, dove fa carriera sindacale e come sindacalista è membro del consiglio di amministrazione dell'azienda pubblica di trasporti di Caracas. Tra i fondatori del Sitrameca (Sindacato Metro de Caracas), si avvicina negli anni novanta alla figura carismatica di Hugo Chávez, in procinto di candidarsi alla guida del Venezuela. Maduro è di religione cattolica. Nel 2012 è stata riportata la notizia che sarebbe anche un seguace del guru indiano Sathya Sai Baba.
"Comunismo in costituzione". Maduro annienta il VenezuelaPaolo Manzo - Mer, 03/05/2017
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 92288.htmlIl Venezuela ha imboccato una via senza ritorno. Il delfino di Chávez, Nicolás Maduro ha convocato per decreto un'Assemblea Costituente del popolo.
«Non una Costituente dei partiti - ha urlato dal palco del 1° maggio - ma femminista, giovanile, studentesca, indigena ma anzitutto operaia e che appartenga alle Comuni». Spiazzati gran parte dei media stranieri che, francesi a parte, ancora ieri si chiedevano cosa fossero le fantomatiche Comuni maduriste. Per l'opposizione il messaggio è stato chiarissimo, nonostante Maduro si sia ostinato a ripetere che suo unico obiettivo è «regalare la pace al Paese». Per Julio Borges, presidente del Parlamento, si tratta di «una costituente truffa inventata solo per sfuggire all'inesorabile verdetto delle elezioni» mentre Henrique Capriles, l'ultimo leader oppositore significativo ancora a piede libero, ha detto che preferisce «il carcere che accettare il comunismo per costituzione».
Secondo quanto rivelato da Maduro la Costituente sarà composta da 500 personalità, non elette però col voto popolare - in tal caso i chavisti non otterrebbero neanche un delegato - bensì da sedicenti «consigli comunali del popolo». Obiettivo del regime è fare una nuova costituzione «alla cubana» per chiudere l'Assemblea Nazionale così si chiama l'attuale Parlamento conquistato dall'opposizione nell'ultimo voto del 2015 - sostituendola con un'Assemblea «comunale» addomesticata.
Sia chiaro, tecnicamente Maduro può indire una Costituente appellandosi all'articolo 347 dell'attuale Magna Carta, ciò che non può fare è sottrarsi al suffragio universale ma la volontà espressa il 1° maggio - attribuendo «tutto il potere» di riforma alle Comuni - sembra essere quella dello scontro finale. Quando avverrà, il presidente più odiato della storia venezuelana sarà riuscito a inserire il comunismo in Costituzione, obiettivo fallito persino da Hugo Chávez, il cui «Plan de la Patria» fu sconfitto nel 2007 in un referendum che fu il primo indizio del chavismo in calo.
L'annuncio di Maduro è arrivato dopo un mese di tensione alle stelle in tutto il Venezuela, con manifestazioni dell'opposizione ogni giorno e finite in bagni di sangue. A oggi il bilancio è tragico: oltre 30 i morti, più di 600 i feriti e almeno 1.500 arresti immotivati, tra cui molti giornalisti. Nonostante la repressione, in seguito all'annuncio di Maduro la parola d'ordine per gli oppositori è bloccare il Paese sino a quando non verranno indette elezioni presidenziali, altro che Costituente delle Comuni.
Intanto gli stati latinoamericani seguono con timore gli eventi. Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Perù, Paraguay, Uruguay e Brasile hanno già stilato un documento in cui pongono condizioni chiare in vista di un dialogo politico con Caracas, sottoscrivendo un appello nel quale si associano al Papa sulla necessità di ricercare presto «soluzioni negoziate» per evitare che la crisi degeneri ulteriormente. «Siamo d'accordo col Santo Padre, occorre fare di tutto per il Venezuela - hanno dichiarato - ma con le necessarie garanzie». Basterà a frenare Maduro?
???
La crisi venezuelana: non ce la raccontano giusta.2 agosto 2017 - Patrick Boylan
http://www.peacelink.it/mediawatch/a/44614.htmlComunicato stampa della Rete NoWar - Roma
Secondo la Rete NoWar, i mass media ed i governi dei paesi della Nato, Italia compresa, ci raccontano la crisi venezuelana in maniera unilaterale, per farci sostenere l'opposizione terrorista di destra: dobbiamo dissociarci da questa operazione.
VENEZUELA-PROTEST-CLASHES A riot policeman is set on fire by a molotov cocktail thrown by a small group of anti-government protesters during clashes in San Cristobal, Venezuela on August 25, 2014. Detail of a photo by George Castellanos.
Segue il comunicato stampa della Rete NoWar - Roma sugli eventi in Venezuela e come vengono presentati dai governi e dai mass media dei paesi della Nato, Italia compresa, in maniera del tutto di parte.
Se non si tratta di fake news, si tratta sicuramente di un tentativo di manipolazione dell'opinione pubblica, come era avvenuta prima dell'invasione dell'Afghanistan, dell'Iraq, della Libia, della Siria. Dobbiamo aspettarci dunque anche in Venezuela il ripetersi del solito copione: crisi gonfiata o addirittura istigata e poi invasione "umanitaria" per risolverla?
Prima appare il comunicato breve in lingua italiana, in seguito quello più esteso in lingua inglese.
- Comunicato breve -
Rete NoWar sul Venezuela:
«I PAESI GUERRAFONDAI DELLA NATO – COMPRESA L’ITALIA – CONTINUANO A
SOSTENERE IL TERRORISMO DELL’OPPOSIZIONE DI DESTRA. CI DISSOCIAMO»
In Italia il governo, i parlamentari, i media, accodandosi agli Stati uniti e sulla base di fonti del tutto di parte, hanno prese di posizione inaccettabili rispetto al Venezuela. Il segretario Pd Matteo Renzi - ed è solo un esempio fra tanti altri - accusa Maduro di «distruggere libertà e benessere di un popolo che muore di violenza e di fame». Una volta di più, con la loro ingerenza, i politici e i media occidentali rischiano di rendersi corresponsabili della rovina di un paese.
Gentiloni, Renzi, Trump & C.: per voi il popolo venezuelano è rappresentato dall’oligarchia di destra e dagli incendiari di esseri umani? Da oltre 100 giorni, gruppi dell’oligarchia bruciano vive persone, uccidono, distruggono beni comuni, mettono a ferro e fuoco i quartieri, usano armi, provocano scontri con la polizia, rifiutano il dialogo.
La situazione del Venezuela non è facile, a causa di una guerra economica evidente oltre che del retaggio di cento anni di estrattivismo. Ma come potete dire che l’opposizione – dei ricchi – vuole pace e pane?
Come potete considerare “oppositori perseguitati” due golpisti di lunga data come Ledesma e Lopez, che non hanno mai condannato i crimini contro l’umanità compiuti dagli squadroni dell’opposizione nei mesi scorsi?
Come potete parlare di “dittatura” in un paese dove si vota continuamente? Il 30 luglio, i venezuelani si sono recati in massa a eleggere un’Assemblea costituente, dopo oltre cento giorni di violenze istigate e perpetrate dall’oligarchia. Ma l’Italia ha già detto che non riconoscerà la Costituente.
Rete No War si dissocia dal governo e dai politici italiani. Come piccolo gruppo attivo contro gli inferni provocati dai paesi dell’Asse della guerra Nato-Golfo, abbiamo un debito di riconoscenza con il Venezuela e gli altri paesi del gruppo Alba (Cuba, Bolivia, Nicaragua, Ecuador): un vero Asse della pace, attivo in tutte le sedi contro le guerre di aggressione e le destabilizzazioni messe in atto dall’Asse della guerra Nato-Golfo.