Denunciare i clandestini è un sacro dovere di ogni cittadinohttps://www.facebook.com/alberto.pento/ ... 9937501598 Denunciare un clandestino è un dovere di ogni buon cittadino, come denunciare i corrotti, i ladri, i farabutti, i truffatori, i mafiosi, i diffusori di malattie contagiose, i ciarlatani, gli assassini, i nazisti di ogni tipo e gli antisemiti.
Anche i medici in quanto cittadini hanno questo dovere, nell'interesse del bene comune, del paese, della comunità dei cittadini; specialmente i medici pubblici o ospedalieri.
Se non lo facessero verrebbero meno a un loro primario dovere di cittadini. Il loro essere medico non fa venir meno il loro essere cittadini.
Se un medico nel suo privato potrebbe anche scegliere di non denunciare un clandestino, un assassino, un ricercato;
non lo può fare un medico del servizio pubblico all'interno dell'ufficio-ambulatorio o all'interno di una struttura ospedaliera pubblica, usando il tempo, il luogo, gli strumenti, le medicine, le risorse pubbliche dell'ospedale che ha a disposizione in quanto medico pubblico; in tal caso ha il dovere di denunciare.
Un medico non è diverso o altro o superiore a qualsiasi altro cittadino, ha gli stessi doveri.
Non denunciare un clandestino è come non denunciare un assassino è una violazione della legge e costituisce un pericolo per l'intera comunità, per il paese e per la sua sicurezza.
Anche usare/abusare delle risorse pubbliche per curare un clandestino senza denunciarlo è un crimine, come è un crimine usare risorse pubbliche per curare gratuitamente dei non cittadini facendoli arrivare appositamente, sempreché non sia una decisione politica presa dalla comunità dei cittadini che detiene la proprietà dei beni pubblici tra cui le aziende sanitarie, i farmaci e gli ospedali.
L'amministrazione di un ospedale pubblico o il primario di un reparto ospedaliero non possono decidere di curare a spese dei cittadini usando il bene pubblico dell'ospedale per curare chi non ha alcun diritto; non possono disporre del bene pubblico come se fosse una loro proprietà.
Se un medico pubblico non vuole denunciare il clandestino e fa l'obiettore di coscienza, si deve dimettere o quanto meno deve informare la direzione sanitaria che per suo conto farà il suo dovere e procederà alla denuncia.
Denuncia un clandestino: scoppia la bufera sul medicoClaudio Cartaldo - Mer, 03/10/2018
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 83685.html Trento, il dottore chiama l'Arma. Critiche dal Gruppo immigrazione e salute: "La legge lo vieta". Ma Salvini lo difende
Al pronto soccorso si è presentato un uomo, immigrato, senza diritto a permanere nel territorio italiano.
Un clandestino, in parole povere. E così il medico di un ospedale di Trento ha alzato la cornetta del telefono e ha chiamato i carabinieri. I quali si sono presentati a nosocomio e hanno prelevato il paziente, portandolo in caserma per i controlli di rito del caso.
È scoppiata la bufera su un medico di Trento e la vicenda, che risale a luglio ma è emersa solo in questi giorni, è stata portata all’attenzione dell’Ordine dei medici e dell’Azienda sanitaria locale. “Al paziente – scrive il Corriere - non è stato consentito di completare gli accertamenti e non ha ricevuto nessuna indicazione terapeutica".
Il medico si è difeso, riporta il Corriere del Trentino, affermando di non conoscere la direttiva firmata nel novembre del 2009 da Mario Morcone, allora capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. Secondo quella circolare, infatti, "il divieto di segnalare alle autorità lo straniero irregolarmente presente nel territorio dello Stato che chiede accesso alle prestazioni sanitarie".
Il Gruppo immigrazione e salute del Trentino parla subito di un "diffuso clima anti-stranieri" che rischia di "sdoganare atteggiamenti pericolosi, magari persino determinati da una presunzione di rispetto e promozione della legalità". Il ragionamento di Elisabetta Cescatti e Bruna Zeni è che un clandestino, per evitare di essere segnalato ai carabinieri, potrebbe evitare di farsi curare. Magari rischiando di diffondere malattie in tutto il territorio.
Con l'occasione, mettono nel mirino pure il decreto Salvini: "Il provvedimento ridimensiona drasticamente la protezione umanitaria, limitandola a pochi casi specifici tra cui le cure mediche che però saranno a pagamento - affermano Cescatti e Zeni al Corriere - L' effetto complessivo sarà quello di spostare numerosi migranti dagli attuali percorsi di accoglienza alla clandestinità. Lo stesso smantellamento dello Sprar, un sistema diffuso di accoglienza che ha registrato un esito positivo, è un segnale preoccupante che solleva molti interrogativi sul futuro di queste persone". In realtà, come spiegato dal Giornale in questo articolo, l’aumento dei “clandestini” permetterà al governo di espellere più immigrati che, fino a ieri, godevano di permessi di soggiorno umanitari concessi con enorme facilità.
Certo, il medico trentino sembra aver violato la circolare del ministero. Ma sulla sua condotta si è subito aperto un dibattito. In fondo la legge potrebbe anche cambiare. Anche perché, in difesa del medico di Trento si è già schierato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Abbiamo il dovere di garantire cure mediche a tutti – dice il leghista - ma non possiamo dimenticare l’esigenza di contrastare l’immigrazione clandestina. Solidarietà al medico di Trento che ha segnalato un marocchino irregolare”.
Incoraggiare i medici a denunciare i clandestini? Ne va della salute di tuttiGiuseppe Remuzzi
http://www.marionegri.it/Incoraggiare+i ... icati.html “Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non gli dovrete far torto, ma lo tratterete come colui che è nato fra voi” (Levitico 19:33-34). Fin qui la Bibbia (e il buon senso). Poi è venuto il giuramento di Ippocrate “In qualsiasi casa andrò – c’è scritto - io vi entrerò per il sollievo dei malati, liberi e schiavi”. Adesso il giuramento l’hanno cambiato, oggi il medico si impegna a curare i pazienti “con eguale scrupolo e impegno prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità”. E c’è la convenzione di Ginevra “medici e infermieri si occuperanno di feriti e ammalati indipendentemente che siano dalla loro parte o che siano nemici”.
E in Italia c’è un Decreto Legge il 286 del 1998 (comma 5, articolo 35): “l’accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme di soggiorno non può comportare nessun tipo di segnalazione all’autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”. E’ parte degli stessi principi.
Salvo che ieri il Senato ha approvato l’emendamento della Lega fatto per cancellare questo comma. Si vorrebbe che il medico segnalasse se un certo ammalato è clandestino, così che possa essere espulso. E’ un errore. Per diverse ragioni. Nel nostro paese un immigrato se si ammala sa che verrà curato, senza che nessuno gli chieda se ha il passaporto in regola. Ma con l’emendamento della Lega quelli che non sono in regola al pronto soccorso non ci andranno più. Li si curerà in qualche modo o non li si curerà affatto. E così rischiano gli altri. AIDS, TBC e meningite oggi si curano bene, ma bisogna saperlo fare e farlo per tempo. Se no ciascun ammalato è fonte di contagio per tanti. Incoraggiare i medici a denunciare i clandestini è contro l’interesse dei cittadini. E viola la Costituzione che invece garantisce a chi vive e lavora nel nostro Paese il diritto alla salute. Farlo per i medici sarebbe come tradire lo spirito del loro lavoro. La maggior parte di noi ha scelto di essere medico per curare, chiunque. Ed è così da sempre. Ferdinando Palasciano è ufficiale medico dell’esercito borbonico. Durante i moti di Messina del 1848 il suo generale gli da l’ordine di non curare i ribelli siciliani ma il giovane chirurgo non se ne cura. Presta soccorso a tutti i feriti che gli capita di incontrare. Avrebbero voluto fucilarlo, ma capita che Palasciano sia amico del re Ferdinando che ne ammira il coraggio e la rettitudine. Per intercessione del re la condanna a morte viene tramutata in un anno di carcere a Reggio Calabria. Anche lì Palasciano continua a curare quelli che stanno dall’altra parte, che per lui sonoammalati e basta.
C’è un modo solo di essere medico, essere solidali con chi è ammalato senza guardare alla religione o a come la pensa o a cosa ha fatto l’ammalato che hai davanti. E nemmeno di che paese sia. Bene che lo facesse con Renzo l’oste dei Promessi Sposi (“nome e cognome e di che nazione sarà, a che negozio viene, se ha seco armi, quanto tempo ha di fermarsi in questa città”). E che lo faccia la polizia. Ma chi fa il dottore no. Noi facciamo un altro lavoro.
Ravenna - I medici: «Chiederci di denunciare i “clandestini” è pericoloso per tutti»https://www.meltingpot.org/Ravenna-I-me ... 72MD_ZoSjI La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». Così recita l’articolo 32 della Costituzione italiana ed appellandosi a ciò l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Ravenna risponde alla norma inserita nel cosiddetto “Pacchetto sicurezza” approvato dal Senato la scorsa settimana che elimina il divieto di denuncia degli stranieri irregolari da parte dei medici che li hanno in cura.
«L’Ordine dei medici «esprime viva preoccupazione e forte contrarietà e auspica fermamente una modifica da parte della Camera». Il comunicato stampa inviato con la firma del presidente dell’Ordine, Stefano Falcinelli, e condiviso dal Collegio infermieri professionali, Assistenti sanitari e Vigilatrici d’infanzia (Ipasvi) di Ravenna, prosegue ritenendo «il provvedimento contrario a quanto contenuto nella nostra Costituzione, ai principi solidaristici e universalistici del SSN e all’etica e alla deontologia medica che richiamano i medici a tutelare prima di tutto la salute del paziente». Falcinelli sottolinea che non è compito dei medici risolvere il problema dei clandestini in Italia e invita i colleghi a continuare come sempre a curare la persona malata senza chiederle né la residenza, né la religione, né la cittadinanza.
«In secondo luogo – scrive ancora Falcinelli – ci si domanda anche quali potrebbero essere le eventuali ripercussioni sulla salute della collettività. Infatti è chiaro che se una malattia infettiva non viene curata cresce il rischio che si diffonda. Giova ricordare che anche nella nostra città è presente dal 2002 una struttura voluta dalla Azienda sanitaria locale e dalla Croce Rossa che da allora assiste, gratuitamente e con la garanzia dell’anonimato, gli immigrati clandestini svolgendo un importante servizio per queste persone e naturalmente anche per la nostra comunità, prevenendo la diffusione di eventuali malattie infettive». A condividere le preoccupazioni di Falcinelli c’è anche il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, che considera il voto al Senato «una scelta disumana. Una norma cattiva e razzista». Anche la Giunta della Regione Emilia-Romagna, riunitasi lunedì, ha espresso un giudizio fortemente negativo «perché si tratta di norme sbagliate e di difficile applicazione pratica, soprattutto per il fatto che l’obbligo di segnalazione produrrebbe un’inevitabile effetto deterrente all’accesso alle prestazioni sanitarie da parte di stranieri irregolari, con conseguenze sull’intera popolazione. C’è il rischio – si legge in una nota – che il mancato accesso alle strutture sanitarie da parte di stranieri irregolari determini l’impossibilità di controllare fenomeni legati a malattie trasmissibili, quali ad esempio la Tbc o altre per cui esistono programmi di vaccinazione, rischiando di rappresentare così un pericolo per la salute dei singoli e dell’intera comunità». La Giunta ha dato mandato all’assessore alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni affinché continui gli approfondimenti tecnico-giuridici in modo da predisporre strumenti più efficaci a tutela della salute, evitando al contempo agli operatori sanitari atti contrari alla loro deontologia professionale.
Trento. Medico denuncia clandestino al pronto soccorso. Salvini: “Esempio da seguire”. Anelli (Fnomceo): “Dovere del medico è curare, non denunciare”http://www.quotidianosanita.it/regioni- ... o_id=66313 La vicenda, risalente allo scorso luglio, è emersa solo in questi giorni. L'uomo, un marocchino con i documenti non in regola, è stato prelevato dai Carabinieri prima ancora di poter terminare la visita e ricevere una terapia. A difesa del camice bianco si è schierato il ministro dell'Interno: "Abbiamo il dovere di garantire cure mediche a tutti – dice il leghista - ma non possiamo dimenticare l’esigenza di contrastare l’immigrazione clandestina". Mentre il presidente della Fnomceo ha stigmatizzato il comportamenteo del medico.
04 OTT - Lo scorso luglio, al pronto soccorso di un ospedale periferico di Trento si presenta un uomo di origine marocchina. Il medico che avrebbe dovuto assisterlo, vedendo che il paziente non ha i documenti in regola, decide di allertare i Carabinieri che si presentano così al nosocomio e portano via l'uomo senza che questo possa neanche terminare la visita, né ricevere una terapia.
La vicenda, emersa solo in questi giorni, è stata portata all’attenzione dell’Ordine dei medici e dell’Azienda sanitaria locale. Nonostante il comportamento del medico, in violazione della direttiva firmata nel novembre del 2009 da Mario Morcone, allora capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, con la quale veniva ribadito "il divieto di segnalare alle autorità lo straniero irregolarmente presente nel territorio dello Stato che chiede accesso alle prestazioni sanitarie".
Ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini si è invece schierato a difesa del camice bianco: "Abbiamo il dovere di garantire cure mediche a tutti – dice Savini - ma non possiamo dimenticare l’esigenza di contrastare l’immigrazione clandestina. Solidarietà al medico di Trento che ha segnalato un marocchino irregolare”.
Di tutt'altro avviso il presidente della Fnomceo Filippo Anelli che oggi ha preso posizione con una lunga nota stampa. “Bene ha fatto l’Ordine di competenza ad avviare l’attività disciplinare nei confronti del medico che, in Trentino, è finito sui giornali per aver forse segnalato un immigrato irregolare. Questo, in primo luogo, per dargli modo di fornire la sua ricostruzione dei fatti, che sembrerebbero diversi da quanto riportato. E, ciò che è ancor più importante, per tutelare un principio: i medici devono rispettare, oltre alle Leggi, le Regole del Codice Deontologico, e secondo tali Regole deve essere valutato il loro comportamento”, scrive Anelli, sottolieando per l'appunto che “le notizie sull'episodio sono in fase di accertamento e che sembrerebbero, oltretutto, diverse (il medico avrebbe infatti preso in carico il paziente, consigliandoli poi di rivolgersi ai carabinieri), ma che hanno innescato subito un ‘processo di piazza’ con schieramenti a favore o contro il presunto comportamento”.
“Quando si parla di salute, non abbiamo bisogno di ‘tifosi’ – continua Anelli -: abbiamo già riferimenti chiari e precisi, che sono i principi del Codice Deontologico e le evidenze della Scienza”.
“E il nostro Codice, in questi casi, parla chiaro – spiega Anelli -: ‘Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona, senza discriminazione alcuna, quali che siano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera’. Nessun distinguo, dunque: sempre, ma ancor più quando si parla di salute, tutti gli uomini sono uguali, senza differenze di colore, provenienza, credo religioso, condizioni economiche e sociali. Anzi, se parliamo di soggetti fragili, il dovere di curare e di tutelare la loro salute è amplificato, elevato all’ennesima potenza”.
“Da un punto di vista professionale, inoltre, un medico non può non tener conto che la paura di una denuncia costituisce senz’altro un deterrente alle cure e che questo può essere pericoloso per il singolo e, specie nel caso di malattie trasmissibili, per la collettività – prosegue ancora -. È questa, tra l’altro, la ratio legis che sottende ad alcuni provvedimenti che esplicitamente vietano ai medici di denunciare i clandestini, fatti salvi i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con i cittadini italiani”.
“Gli Ordini – conclude - sono gli enti sussidiari a cui lo Stato affida il compito di tutelare la salute pubblica, attraverso la garanzia della correttezza dell’esercizio professionale, che a sua volta si esplicita mediante il rispetto delle Regole del Codice Deontologico. Siamo convinti che tali Regole siano la lente corretta attraverso la quale vada osservato il comportamento dei medici, e ci auguriamo che tutti dismettano invece gli occhiali deformanti della partigianeria”.
Cure, esami e protesi: sanità gratis agli irregolari (e anonimato garantito)Alberto Giannoni - Sab, 13/10/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 87610.html Un tesserino assicura l'assistenza agli stranieri. La prefettura: niente segnalazione alle autorità
Tutto subito, velocemente e gratis. L'Italia riconosce agli «stranieri irregolarmente presenti» sul territorio nazionale una corsia preferenziale, riservata ed esclusiva, in cui sono garantite cure e prestazioni che gli italiani possono solo sognare.
Non è la narrazione di un esagitato xenofobo ma il quadro che emerge dalla testimonianza diretta di un medico, oltre che dai riferimenti che lo stesso Stato italiano fornisce.
Basta un tesserino (Stp) e si ha la strada spianata nell'accesso alle prestazioni di una delle migliori sanità del mondo, soprattutto con un medico «di manica larga» o l'ausilio di associazioni di volontariato più o meno ideologicamente impegnate. E non si tratta solo di interventi urgenti o salvavita, come sarebbe comprensibile, e in linea con giuramenti e deontologia. Si va molto oltre «le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali», chiarisce il medico che decide di parlarne. Ne ha avuto diretta esperienza. E spiega di cosa sta parlando: «Per esempio una visita dal diabetologo per la glicemia, o le lastre al torace, o le cure dentarie».
«Protesi, occhiali e ogni ausilio medico gratis - aggiunge Riccardo De Corato, esponente di Fratelli d'Italia, già senatore, oggi assessore regionale in Lombardia - per non parlare della completa esenzione per l'acquisto di medicine». Il tesserino si chiama Stp (Straniero temporaneamente presente) e può essere chiesto «presso qualsiasi Asl». Di queste opportunità dà conto la prefettura di Roma: il tesserino è valido 6 mesi - informa sul suo sito - ma «rinnovabile». Si rivolge allo straniero irregolare: «Puoi anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l'indicazione del tuo nome e cognome». Infine avverte: «L'accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche autorità. Tieni comunque presente che in alcuni casi (motivi di ordine pubblico o per altri gravi motivi) la pubblica autorità potrà ottenere il referto, come avviene anche con i cittadini italiani».
Veloci e potenzialmente universali le prestazioni: «Attraverso il Pronto soccorso è possibile accedere a ogni cura - spiega il medico -. L'emergenza urgenza acuta viene garantita a tutti, però qui si parla di prestazioni banali, rese a persone esplicitamente irregolari, mentre gli italiani se le pagano, o rinunciano dovendo scegliere se curare l'una o l'altra fra più patologie». «Queste persone hanno tutto - prosegue - e molti lo esigono, con arroganza, e in genere i medici concedono tutto, per non essere accusati di razzismo. Appuntamenti, attese brevi, ricette bianche, hanno capito tutto e sono imbeccati dalle associazioni di volontariato».
Il medico è «meravigliato», De Corato è indignato: «Mentre a Roma stanno decidendo quali tagli apportare alle Regioni - attacca - continua ad andare in onda l'elargizione di denaro pubblico». «La chiave di scasso si chiama Stp. È mai possibile che questo tesserino sanitario possa essere rinnovato sine die ed è lecito consigliare dal sito della Prefettura che il tesserino possa essere rilasciato senza l'indicazione del nome e cognome?». «Con le parole cure essenziali, continuità delle cure, ciclo riabilitativo completo oggi si passa tutto». «Il governo - conclude De Corato - prima di prendere la forbice e tagliare sulla sanità riveda il capitolo assistenza ai clandestini dettando regole più ferree alle Regioni. I cittadini italiani non possono pagare con le proprie tasche l'accoglienza forzata, e la Prefettura non può certo suggerire l'anonimato».