Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » sab mag 19, 2018 10:39 pm

I rumori dei lavori “disturbano” il Ramadan: islamici tirano fuori un coltello e litigano con 2 operai italiani. Salvati da un ucraino
2018/05/19

http://www.tg-news24.com/2018/05/19/i-r ... craino/amp

MILANO – Gli estremisti islamici sono i padroni di Milano grazie ai criminali del PD complici dei terroristi e della criminalità straniera. Due giovani operai italiani accoltellati da due islamici nordafricani a Cologno Monzese. Il motivo? I rumori generati dai lavori di ristrutturazione di un appartamento disturbavano il Ramadan. Grazie all’eroico intervento di un ragazzo ucraino i due italiani riescono a salvarsi.

Il rumore generato da delle opere di ristrutturazione: sarebbe bastato questo a scatenare la rabbia di due ragazzi di origine marocchina che, intenti a celebrare il Ramadan, hanno reagito con violenza aggredendo due giovani operai italiani che stavano svolgendo i lavori in uno stabile colognese.
Provvidenziale è stato l’intervento di un giovane ucraino, che ha aiutato gli operai a uscire dalla brutta situazione quasi indenni.

LA VICENDA

È accaduto presso uno stabile di via Venezia 3 a Cologno, nella giornata di giovedì 17, e per poco non si è sfiorata la tragedia: i due aggressori si sono scagliati contro i ragazzi armati di una sedia e di un coltello. Uno dei due ha riportato lievi ferite al naso e al braccio, mentre l’altro ha schivato per un pelo una coltellata al torace, che gli ha tranciato la maglietta.
Sul posto sono intervenuti Carabinieri e ambulanza, ma il possessore del coltello è scappato prima di poter esser fermato dalle Forze dell’Ordine.

UN CORAGGIOSO AIUTO

Una nota positiva, in questa vicenda tutt’altro che piacevole, c’è, ed è l’intervento di un ragazzo di origine ucraina che si è coraggiosamente intromesso per aiutare le due vittime dell’aggressione. Purtroppo, del ragazzo non si conosce nulla se non l’aspetto: nel documentare le ferite riportate dai ragazzi, gli è infatti stata scattata una foto. L’appello di Sara – la cugina di una delle vittime – è quello di aiutarli a ritrovarlo, così da poterlo ringraziare: “Il mio ringraziamento va a questo generoso e impavido ragazzo, di cui non conosciamo il nome perché nell’agitazione ci siamo dimenticati di chiederglielo“.
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 5:02 pm

Un branco di "giovani" decidono di bloccare la strada, di aprire lo sportello e di colpire una coppia non mussulmana colpevole di aver mangiato durante la giornata in periodo di Ramadan.

https://www.facebook.com/24365682234409 ... 2799989812
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mer mag 23, 2018 5:03 pm

"State a casa durante il Ramadan", bufera sulla ministra danese
La conservatrice Inger Stoejberg ha proposto un sistema di esenzione dal lavoro dei musulmani se effettuano il loro rituale mese di digiuno. Il "no" della comunità
ANDREA TARQUINI
23 maggio 2018

http://www.repubblica.it/esteri/2018/05 ... 12-S1.6-T1

È opportuno esentare dal lavoro i musulmani viventi in Danimarca, perché durante il mese di digiuno prescritto dalla fede islamica possono sentirsi indeboliti e avere riflessi meno pronti. Ecco la proposta della ministra danese per l´Immigrazione, la conservatrice Inger Stolberg, nota per le sue posizioni dure verso i migranti. La signora Stoejberg ha chiaramente proposto un sistema di esenzione dal lavoro dei musulmani se effettuano il loro rituale mese di digiuno. Ma le reazioni della comunità musulmana danese, e della società civile, sono state immediate. E negative.

Lavorare durante il digiuno prescritto dal Ramadan non è pericoloso, nemmeno per chi svolge mansioni delicate come guidare autbous o altri mezzi pubblici o lavorare negli ospedali (entrambi i settori in cui il numero di occupati musulmani è alto), ha replicato l´Unione dei musulmani danesi. La quale ha tenuto a dire grazie alla ministra Stoejberg per la sua preoccupazione, osservando però che “i musulmani adulti sono perfettamente in grado di prendersi cura di se stessi e della società, anche durante il digiuno”.

Il “no, grazie” è venuto in corsa anche da aziende di trasporti danesi come la nota compagnia di autobus a lungo raggio Arriva. “Non abbiamo mai subito incidenti a causa del digiuno del Ramadan, quindi per noi il problema non sussiste”, hanno detto i suoi portavoce.Secondo Jan Villadsen, il leader del 3F, il sindacato dei trasportatori, “la ministra sta creando un problema che non esiste”. Persino un compagno di partito (i conservatori sono al governo a Copenhagen dal 2015) della ministra, Jacob Jensen, l'ha invitata a “occuparsi di problemi reali”.
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mar giu 12, 2018 7:38 pm

Lo studente fa il ramadan, i compagni italiani posticipano la cena di classe. «Così puoi mangiare con noi»
12 giugno 2018

https://www.ilgazzettino.it/italia/prim ... 92738.html

Cos'è l'integrazione? Il caso di Reda Herradi, un 17enne nato in Italia da genitori marocchini, può ben spiegare quale sia il lato più bello di quando giovani di origine italiana e altri di origine straniera, cattolici e musulmani o di altre religioni passano le loro giornate a contatto tra loro.

Reda, musulmano, rispetta il ramadan, che prevede un digiuno assoluto dall'alba al tramonto, in questo caso fino alle 22: per questo i suoi compagni di scuola, al liceo scientifico Albert Einstein di Torino, che stavano organizzando la loro cena di classe, hanno scelto di posticiparne l'inizio proprio alle 22 per consentirgli di esserci. «Mi hanno chiesto a che ora fosse il tramonto e hanno prenotato mezz'ora più tardi. Così ho potuto andare anche io», ha raccontato. «Non avevo chiesto nulla e non lo avrei mai immaginato, ma mi ha fatto davvero piacere quest'attenzione».

«Non capiamo questo stupore - si scherniscono gli studenti -. Siamo una classe e volevamo esserci tutti, abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze di ciascuno». La storia è stata raccontata su Facebook dalla madre di uno degli studenti. «I nostri ragazzi ci hanno chiesto di poter tornare più tardi del previsto, così da poter cenare anche con Reda», spiega una mamma, Luisa Mondo. «Quello che colpisce è la naturalezza - continua - In una scuola di Barriera di Milano, un quartiere eterogeneo e multietnico, un gruppo di adolescenti ci ha insegnato cos'è la vera integrazione».
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » dom giu 17, 2018 7:16 pm

Gli islamici pregano nella sede del Pd
Claudio Cartaldo
Sab, 16/06/2018

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 41679.html

A Lodi la festa di fine Ramadan nella sede dei dem. La comunità islamica: "Contenti che il Pd ci abbia concesso lo spazio". La Lega: "Per la serie mischiamo religione e politica, come in Iran o in Pakistan"

La festa di fine Ramadan nella sede del Pd. Siamo a Lodi, dove ieri un migliaio di islamici si sono riuniti per passare insieme la giornata che chiude il mese di "digiuno per Allah".

Qui hanno creato "due spazi di preghiera, uno per le donne e uno per gli uomini" nell'area del Capanno di Lodi, sotto le protettive bandiere del Partito democratico.

"Siamo molto contenti che il Pd ci abbia concesso questo spazio - ha detto al Cittadino Abdelrahman El Said, dell'associazione culturale Al-Rahma - Ogni anno riuniamo moltissimi fedeli qui a Lodi per l'Id-al-Fitr, tanti vengono dalla provincia ma alcuni arrivano addirittura da altre regioni, per riunirsi con i loro parenti e amici".

In passato, riporta il quotidiano locale, la festa di fine ramadan era stata organizzata in alcuni campi da gioco coperti delle Faustina. Quest'anno, invece, dopo un anno di "problemi burocratici", il tutto si è spostato nella sede del Pd. Per la gioia del segretario dem locale.

Dura invece la critica della Lega. "In diversi Stati islamici, penso all'Iran che si definisce Repubblica Islamica, ma anche al Pakistan, all'Arabia ecc, ma anche alla stessa Turchia del sultano Erdogan, la religione coincide con la legge e ovviamente con la politica e infatti vediamo che le donne hanno zero diritti, che le minoranze religiose hanno zero diritti, che si rischia la lapidazione per reati che in Europa venivano puniti nel Medio Evo come la blasfemia e l'apostasia", dice l'on. Paolo Grimoldi, deputato della Lega e Segretario della Lega Lombarda. "Da noi il defunto PD, partito in totale caduta libera, che ormai gli italiani non votano più nemmeno sotto tortura, decide a Lodi di prestare una sua sede per la preghiera di fine Ramadan alla comunità islamica. Per la serie mischiamo religione e politica, esattamente come avviene in Iran o in Pakistan. È questo il modello di Italia a cui guarda il PD?".

Dalle parti dem, però, rivendicano la scelta fatta. "Questa concessione - ha detto Andrea Ferrari, segretario del Pd lodigiano, al Cittadino - per noi rappresenta un normale atteggiamento di apertura dell'area rispetto a una richiesta che c'è stata. È più facile dire no che pensare ad una soluzione".
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » dom giu 17, 2018 7:18 pm

Migliaia al Parco Dora per la preghiera di fine Ramadan
claudia luise
2018/06/14

http://www.lastampa.it/2018/06/14/crona ... agina.html

Si tiene stamane, venerdì 15 giugno, dalle 8,30 alla tettoia del Parco Dora, la festa di fine Ramadan (Id al Fitr). La certezza che sarebbe stata stamane e non domani si è avuta solo nel tardo pomeriggio di ieri, dopo l’avvistamento della nuova luna in Arabia Saudita. Come sempre sono attese migliaia di persone alla preghiera comunitaria organizzata dalla maggioranza delle moschee (quella di via Sesia organizza una sua festa al parco Aurelio Peccei in via Cigna121). Alla conclusione del mese della penitenza, della solidarietà con i poveri, i musulmani torinesi si ritrovano ogni anno per una immensa, ordinata manifestazione che rivela l’attaccamento alle tradizioni, con tantissime famiglie che arrivano a piedi e con ogni mezzo ad ascoltare le riflessioni dell’imam. Nel giugno 2017 al Parco Dora erano intervenuti la sindaca Chiara Appendino e l’arcivescovo Cesare Nosiglia.
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » sab mag 18, 2019 10:57 am

Fuori Ramadan e imam dalle chiese: è propaganda islamica
Andrea Zambrano
18 maggio 2019

http://www.lanuovabq.it/it/fuori-ramada ... a-islamica

"Gli imam in chiesa fanno propaganda"; "Che errore gli auguri cattolici per il Ramadan". L'islamologo Samir Khalil Samir demolisce la "moda" cattomana delle diocesi: “Si cede al linguaggio musulmano perché non si sa più che cosa dire. Così gli islamici pretenderanno un primato”. La dichiarazione di Abu Dhabi? “Va letta in un contesto politico, non religioso; L'infinito è connaturato all'uomo, ma non posso dire che Dio abbia voluto le religioni. E' sbagliato far diventare quel documento la scusa di un dialogo falsato, che deve restare sul piano culturale".


“Gli imam invitati in chiesa? Fanno propaganda”, “Gli auguri cattolici per il Ramadan? Si ignora che cosa sia e si sottovaluta il rafforzamento delle convinzioni dei musulmani”. Sono decise e senza appello le parole dell’islamologo Samir Khalil Samir che in questa intervista alla Nuova BQ smonta qualsiasi velleità circa la nuova moda che ha preso piede in molte diocesi di auguri per il Ramadan.

In questo mese di maggio – come la Nuova BQ ha documentato – stanno diventando virali gli auguri cattolici, da parte di diocesi e di vescovi, agli islamici per il Ramadan. Auguri nel segno di una comune fratellanza che nulla esprimono se non un generico senso di buonismo diffuso. Ma contemporaneamente ci si spinge ulteriormente, addirittura invitando gli imam nelle chiese per incontri dal vago sapore sincretistico e nel segno del dialogo interreligioso. Che si tratti di una trappola dei tempi moderni, tempi in cui molti uomini di chiesa, non si rendono conto della posta in gioco di chi concede un terreno fertile per un’islamizzazione strisciante? Il sospetto si fa timore concreto soprattutto dopo aver sentito che cosa dice chi l’Islam lo conosce bene.

Padre Samir, che cosa significa fare gli auguri per un buon Ramadan?
Nulla. Nulla nel senso che ha un valore più o meno pari a quello degli auguri per un compleanno. Vanno fatti con discrezione, ma certo non con l’enfasi e il trasporto cui si sta assistendo. Men che meno dedicare un mese intero di attenzioni al Ramadan, come se fosse diventata la principale occupazione per i cattolici.

Ma che cosa ci si dovrebbe augurare, in sostanza?
È questo punto.

Appelli generici per la pace?
Va bene, ma è il senso che manca.

Il senso di che cosa?
Di che cosa sia il Ramadan soprattutto in relazione alla nostra Quaresima.

Si tende a paragonarle…
Errore. Errore grave.

Perché?
Perché c’è una differenza abissale. Il Ramadan è una tradizione – probabilmente mutuata dalla nostra Quaresima – ma in realtà è il mese più festivo dell’anno.

Ma come? E il digiuno?
Non si tratta di un digiuno che presupponga la penitenza. È un digiuno che apre al Al-Iftar, la rottura del digiuno serale, dove si mangia e si fa festa. Per certi versi possiamo dire che il Ramadan è una festa.

Quindi il contrario della nostra quaresima?
Dove, tra l’altro, vige la penitenza, il sacrificio, la rinuncia. Alla sera vanno nei ristoranti a mangiare, non c’è il concetto di digiuno per penitenza.

Che noi cattolici abbiamo perso…
La nostra quaresima è strettamente connessa ai poveri e ai bisogni dei poveri. Nel Ramadan tutto questo non c’è.

Che cosa c’è allora?
C’è il senso di un periodo estremamente rallentato. Al Cairo si usa spesso dire nelle attività: “Passa dopo il Ramadan”. Noi invece diamo al nostro mese di penitenza anche uno sguardo spirituale, una dimensione trascendente. Tutto questo è assente nel Ramadan islamico.

Quindi che senso ha fare gli auguri?
Poco più una gentilezza, ma ripeto: è lo scopo del Ramadan e la sua differenza con la sensibilità cattolica a non essere del tutto chiara per molti cattolici.

Eppure, ci sono parrocchie che mettono a disposizione degli spazi…
È assurdo che anche noi partecipiamo per festeggiare il Ramadan prestando ad esempio gli spazi per fare le cene. Tra l’altro che non vengono neanche richieste. Ma per che cosa? Che senso ha? Non dobbiamo aiutare a fare queste cose. È ridicolo.

Abbiamo notato che si è diffusa la moda anche di imitare il linguaggio arabo oppure di utilizzare espressioni proprie dell’islam come ad esempio definire Dio clemente e misericordioso…
Un’altra assurdità. Si cede al linguaggio e alla cultura musulmana perché non si sa più dire qualcosa d’altro. Questo non corrisponde alla buona relazione. Tutto ciò porta all’assimilazione o alla confusione delle personalità spirituali in un concetto errato di dialogo e di relazione.

A quale approdo può portare?
Il rischio è che il musulmano interpreterà la nostra buona disposizione non come un gesto fraterno, ma come una cessione che lo legittimerà nel pretendere una posizione di riguardo dominante ingiustificata. Diranno: “Ecco, la nostra religione è più forte”. Così cercheranno ancora più visibilità.

Noi offriamo vicinanza fraterna e loro interpretano dominio? È così?
È la conseguenza di confondere una religione con un’altra solo perché ci sono delle apparenti somiglianze.

C’è anche chi si spinge a invitare gli imam in chiesa.
Questo non è corretto.

Perché?
Perché è chiaramente l’occasione per loro per fare propaganda.

Eppure, gli imam vengono invitati con tutti gli onori e sempre all’insegna del dialogo.
Il predicatore come ospite può dire ciò che vuole, nessuno gli si oppone né lo discute in questo modo dirà sempre le cose più belle. Intanto però sta facendo propaganda per l’Islam.

E che cosa pensa del fatto che questi incontri vengano fatti nelle chiese?
È sbagliatissimo perché loro vengono in chiesa proprio con l’idea di fare propaganda. La chiesa non è un luogo per conferenze degli imam, ma il luogo della preghiera cristiana. Punto e basta.

Che cosa pensa del fatto che ci si giustifica utilizzando il documento sulla fratellanza firmato da Papa Francesco ad Abu Dhabi?
Un altro errore, perché quel documento è stato un documento politico, non religioso. Ha avuto lo scopo di inserirsi in un contesto di persecuzioni e di fanatismo. Il Papa e Al -Azar hanno rifiutato il fanatismo in nome di Dio, ma questo è un documento politico, non corrisponde ad un atteggiamento religioso, non va a toccare l’essenza delle fedi. Il tema svolto è solo quello politico del vivere in pace.

Ma oggi viene utilizzata come giustificazione di questi incontri CattoMani…
Si utilizza quel documento in maniera impropria per dire che ormai siamo un unico popolo con una unica fede. No, no e no.

Anche la frase sul fatto che Dio abbia voluto tutte le religioni?
Il senso religioso, il senso dell’infinito sono sentimenti connaturati all’uomo, ma non posso dire che Dio abbia voluto le religioni. Non credo che Dio abbia voluto l’Islam o non so quale religione nasca ogni settimana. Solo il Cristianesimo - e il giudaismo come prima tappa, poi sostituita da Cristo - è ispirato dal Signore. Maometto non ha mai fatto miracoli per aiutare qualcuno, ha fatto delle guerre, fatti terribili che è impossibile mettere sotto il titolo di religione. Se questa religione non rispetta gli altri e si permette di attaccare allora non è la vera religione. Sarebbe lo stesso se io nel nome di Cristo muovessi guerra contro i musulmani. Bè, questo non è volontà di Dio.

Qual è il problema che non si accetta?
Che ci sono due piani che vanno ben distinti. Uno è politico-culturale e va percorso con saggezza per cercare la pace e poi c’è quello religioso e questo piano non va mai confuso nè sostituito all'altro.
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » sab set 07, 2019 8:57 pm

Meglio il ramadan della Madonna È la sottomissione "dolce" all'islam
Riccardo Cascioli - Dom, 12/05/2019

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... SVJIRyk_RQ

Altro che mese mariano, le parrocchie ricordano il digiuno islamico con iniziative e scambi

Chiamatelo pure «effetto Abu Dhabi», sta di fatto che l'inizio del Ramadan lo scorso 5 maggio ha visto diocesi, parrocchie, ordini religiosi cattolici scatenarsi in una gara di amicizia e solidarietà con i musulmani.

Tutti pazzi per l'islam. In nome di quella fraternità umana evocata da papa Francesco in tanti discorsi e documenti e, appunto, della «Dichiarazione di Abu Dhabi», che papa Francesco ha firmato lo scorso 4 febbraio insieme al Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.

Una pietra miliare nel dialogo fra cristianesimo e islam che, come spesso accade per i gesti e le parole di papa Francesco, ha dato la stura a una serie di iniziative che vanno ben oltre lo scritto e le intenzioni del documento, come fu per l'omosessualità con la frase «Chi sono io per giudicare?», così accade ora per l'islam.

L'iniziativa più gettonata è il messaggio di auguri per il Ramadan, il mese in cui Maometto avrebbe ricevuto la rivelazione del Corano. Il saluto in lingua lo hanno fatto anche l'Ordine dei Frati Minori che si è spinto a sostenere che musulmani e cristiani subiscono le stesse «persecuzioni, guerre e ingiustizie». Chissà se san Francesco approverebbe.

La diocesi di Sassari fa un passo ulteriore: oltre al saluto in arabo introduce anche il calendario islamico, gli auguri sono per il Ramadan del 1440 (si contano gli anni dall'esodo di Maometto dalla Mecca a Medina).

L'altro grande momento di fraternità catto-musulmana riguarda il pasto che interrompe il digiuno, il quotidiano iftar che scatta al tramonto. La diocesi di Torino sponsorizza l'iniziativa del Gruppo Abele e di alcune parrocchie che insieme al Coreis (Comunità religiose islamiche) organizza due incontri di dialogo interreligioso intorno a una tavola comune proprio in occasione dell'iftar. Il parroco di Novellara, diocesi di Reggio Emilia, addirittura vuole strafare offrendo i locali della parrocchia a tutti i musulmani proprio per celebrare ogni sera l'iftar.

Non resta certo indietro la diocesi di Milano che, con il suo Forum delle religioni, «invita a vivere insieme l'iftar» il prossimo 18 maggio. La Caritas di Catania invece è preoccupata che gli islamici non abbiano abbastanza da mangiare al tramonto, così ha organizzato per l'inizio del Ramadan una raccolta speciale di beni alimentari che ha poi donato alla locale moschea della Misericordia.

E se questo accade durante il mese del digiuno, possiamo immaginarci cosa accadrà dopo il 4 giugno, con la fine del Ramadan e la festa di Id al-fitr. Per non sbagliare, la diocesi di Mileto, in Calabria, ha già prenotato per una grande cena fraterna tra cattolici e musulmani.

Ma non basta: in questo tempo imam e predicatori vari sono invitati a spiegare l'islam ai cattolici. È ancora la diocesi di Torino protagonista: lunedì 13 maggio, giorno in cui la Chiesa ricorda la prima apparizione della Madonna a Fatima, nella Basilica della Consolata il vice-presidente del Coreis, Yusuf Abd Al-Hakim Carrara, spiegherà perché «I musulmani onorano Maria madre di Gesù». Certamente non come madre di Dio, né come Immacolata Concezione.

In ogni caso è difficile non notare che per la Chiesa in Italia quest'anno maggio sembra essere più il mese del Ramadan che il mese dedicato alla Madonna- Qualcuno la chiama «sottomissione dolce», riferendosi al romanzo dello scrittore francese Michel Houellebecq, ma in queste modalità di avvicinamento all'islam avanza il relativismo religioso; proprio ciò che l'allora cardinale Joseph Ratzinger voleva contrastare quando nel 2000 firmò la Dichiarazione dottrinale Dominus Iesus, «circa l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa». Soltanto in Cristo e nella Sua Chiesa c'è la piena verità e la salvezza per gli uomini, il che «esclude radicalmente quella mentalità indifferentista improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che una religione vale l'altra». Parole che tanti cattolici anche vescovi - non vogliono più sentire, ma che per la Chiesa restano sempre vere.
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Re: Ramadam un falso e ridicolo digiuno

Messaggioda Berto » mer apr 28, 2021 8:05 am

Interessantissimo articolo di una musulmana che racconta il modo di essere dei tunisini.

https://www.facebook.com/groups/4515929 ... 6109816455

"Il 90% dei tunisini finge di fare il ramadan e il 75% di essi vorrebbe almeno rompere il digiuno con una birra ». Questo non è vero… inverosimilmente. In realtà, queste cifre sono state pubblicate da un giornale in rete satirico « Lerpesse», ma riflettono da sole una verità sul ramadan tra noi. È in effetti durante il ramadan che l’ipocrisia dei tunisini raggiunge il suo parossismo. In questa Tunisia, in parte falsamente religiosa, il tradizionalismo si erige a legge e si impone alla maggioranza.
È durante il mese del ramadan che il prezzo delle derrate alimentari subisce una fiammata, che la penuria è sempre più contrastata e lo spreco diviene parola d’ordine. È durante questo mese della privazione che i consumi dei prodotti alimentari dei tunisini subiscono un rialzo dell’80%. È durante il mese della condivisione che un terzo dei piatti cucinati finisce nella pattumiera. Il 100 % in più di consumo di uova e di pasta, il 50% in più di carni e il 70% in più di prodotti caseari (secondo le cifre dei più noti istituti di statistica nazionali). All’incirca un terzo del reddito destinato ai consumi domestici è indirizzato all’acquisto di prodotti alimentari durante il mese di ramadan. Un dato stupefacente quando si sa che i digiunatori non fanno che due pasti al giorno!"




Il ramadan ipocrita dei tunisini
Synda Tajine
Giugno 2016

https://www.glistatigenerali.com/religi ... -tunisini/


« Il 90% dei tunisini finge di fare il ramadan e il 75% di essi vorrebbe almeno rompere il digiuno con una birra ». Questo non è vero… inverosimilmente. In realtà, queste cifre sono state pubblicate da un giornale in rete satirico « Lerpesse», ma riflettono da sole una verità sul ramadan tra noi. È in effetti durante il ramadan che l’ipocrisia dei tunisini raggiunge il suo parossismo. In questa Tunisia, in parte falsamente religiosa, il tradizionalismo si erige a legge e si impone alla maggioranza.

È durante il mese del ramadan che il prezzo delle derrate alimentari subisce una fiammata, che la penuria è sempre più contrastata e lo spreco diviene parola d’ordine. È durante questo mese della privazione che i consumi dei prodotti alimentari dei tunisini subiscono un rialzo dell’80%. È durante il mese della condivisione che un terzo dei piatti cucinati finisce nella pattumiera. Il 100 % in più di consumo di uova e di pasta, il 50% in più di carni e il 70% in più di prodotti caseari (secondo le cifre dei più noti istituti di statistica nazionali). All’incirca un terzo del reddito destinato ai consumi domestici è indirizzato all’acquisto di prodotti alimentari durante il mese di ramadan. Un dato stupefacente quando si sa che i digiunatori non fanno che due pasti al giorno! Ma a che serve parlare di ragione allorché «ventre affamato non ha orecchie ».

Durante questo mese santo, l’indigestione rima con mediocrità audiovisiva. Le trasmissioni abbrutenti abbondano e i messaggi moralizzatori e religiosi traboccano ma sono inframezzati da pagine di pubblicità di yogurt e pasta. Un mese di falsa pietà dove, per manifestare il picco di una religiosità ostentata, si aumenta il volume degli altoparlanti delle moschee così come crescono le file delle autovetture parcheggiate sui marciapiedi. È d’obbligo constatare che il civismo e la pietà religiosa, di cui si ha fretta di sbarazzarsi, non si sposano per nulla.

È anche durante questo periodo che i moralizzatori trionfano. È in questo cafarnao di tradizioni e di valori obsoleti che per la società è più tollerabile essere un abile spacciatore di oscenità, di mutarsi in pirata della strada o di saltare la fila piuttosto che bere un bicchiere d’acqua in pubblico.

Il famoso « hachichet romdhan » (il « nervoso » del ramadan, dovuto al digiuno NdT) è l’apriti sesamo di quelli che danno libero sfogo alle pulsioni violente e alla loro inciviltà. Infatti, si usa volentieri da noi questa espressione che non vuol dire che i tunisini sono dei grandi consumatori di hashish, ma che serve a giustificare ogni eccesso legato al mese santo.

La fede effimera di coloro che attendono il tramonto per abboffarsi diventa improvvisamente esacerbata alla vista di coloro che osano, a loro grande disdoro, far mostra di non digiunare. Si crocifiggono i «fattaras» (i non-digiunatori dissidenti NdT) e li si obbliga a nascondersi. Ma questi ultimi nelle loro perlustrazioni da resistenti, fanno a gara nello scovare i locali aperti e creano delle app per recensire esercizi dove i non-digiunatori possono bere e mangiare. Ma la parola d’ordine tuttavia è discrezione! Perché se nessuna legge in Tunisia obbliga i tunisini a osservare il digiuno, le regole sociali, ben più stringenti, hanno deciso altrimenti. Una semplice circolare risalente a oltre trent’anni fa e l’incertezza giuridica e legislativa fanno sì che i caffè, i ristoranti e altri esercizi diventino sempre più rari nel servire vivande e bevande in questo mese santo.

Per quel che concerne la vendita dell’alcol, delle direttive del ministero dell’Interno proibiscono di servirne ai tunisini durante il ramadan. Solo gli stranieri nei luoghi turistici potranno bere un bicchiere di vino o una birra durante il ramadan. La verifica si fa con la semplice esibizione di una carta d’identità facendo attenzione a escludere tutti quelli che avranno la sfortuna di possedere un nome dalla connotazione musulmana.

Delitto secondo le apparenze avete detto ? Al diavolo il politicamente corretto! Al ramadan è la regola, e al ramadan tutto è permesso in virtù di questa pietà effimera e ipocrita. Questa nostra bella ipocrisia…

Ciò detto, buon ramadan a tutti !

Synda Tajine
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