Sulla credenza religiosa e idolatra dell'inferno - La polemica sull'inferno sì e noL'inferno è una credenza non solo cristiana ma anche pagana e di molte altre religionihttps://it.wikipedia.org/wiki/InfernoInferno è il termine con il quale si è soliti indicare il luogo di punizione e di disperazione che, secondo molte religioni, attende, dopo la morte, le anime degli uomini che hanno scelto in vita di compiere il male.
Il termine "inferno" deriva dal latino infernu(m) quindi da inferus (infer) nel significato di "sotterraneo", quindi correlato al sanscrito adhara, gotico under, avestico aẟara, quindi dall'indeuropeo *ndhero col significato di "sotto" (da cui l'inglese under, il tedesco unter, l'italiano inferiore o anche infra). La presenza della f, presente solo nel latino e nei termini da questo direttamente derivati, è per influenza dialettale osca dalla quale i Romani ereditavano la credenza che l'entrata nell'"inferus" (qui inteso come il mondo di "sotto", dove "sono" i morti) si collocasse nei pressi di Cuma.
Il termine "inferno" viene tuttavia comunemente relazionato alla nozione propria di alcune religioni, come le religioni abramitiche, ovvero al luogo di "punizione" e di "disperazione". Diversamente, il termine "inferi" indica comunemente quel luogo, come l'Ade greco, ove si collocano le ombre dei morti.
Ade (in greco antico: ᾍδης, Háidēs) o Hades è un personaggio della mitologia greca, figlio di Crono e Rea.https://it.wikipedia.org/wiki/Ade Dio degli Inferi, delle ombre e dei morti, ha come corrispettivo nella Mitologia egizia il Dio Osiride. È conosciuto anche come Axiokersos poiché coniuge di Persefone, soprannominata infatti "axiokersa", e Katakthonios ossia "Signore degli Inferi".
Ade (gr. ῞Αδης)http://www.treccani.it/enciclopedia/adeTra gli antichi Greci, nome del dio regnante sulle regioni dell’oltretomba. L’etimologia del nome è controversa: già in antico lo si derivava da un ἀ- privativo e dalla radice ἰδ- «vedere»: A. sarebbe dunque l’«oscuro». Per estensione si chiama A. il regno dei morti nella concezione pagana.
Vaticano, Papa Francesco: "L'Inferno non esiste". Antonio Socci: "Tesi eretica, non può restare a San Pietro"29 Marzo 2018
http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... ietro.html "Ora è ufficiale: Papa Bergoglio sostiene tesi eretiche. Si pone una domanda drammatica: come può restare in quel posto?". È esterrefatto, Antonio Socci dopo il colloquio di Papa Francesco con il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari.
"Più volte - scrive Socci su Facebook - Eugenio Scalfari aveva riferito che secondo Bergoglio l'Inferno non esiste. Più volte avevamo chiesto che Bergoglio smentisse quelle gravissime parole. Non lo ha mai fatto e oggi, in una nuova intervista con Scalfari, è lui stesso che esplicitamente lo afferma: Non vengono punite... Non esiste un Inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici. Così dicendo nega addirittura due dogmi: quello dell'esistenza dell'Inferno e quello dell'immortalità dell'anima".
"Ci sono molti passi del Vangelo - sottolinea Socci - in cui Gesù in persona, chiaramente, descrive l'Inferno e ci rivela quale sarà la sorte dei dannati, descrivendone anche le pene, in quell'Inferno dove sarà pianto e stridor di denti. È scandaloso che oggi Bergoglio, da papa, contraddica così clamorosamente e pubblicamente il Figlio di Dio e il Vangelo e che sfidi la Chiesa sostituendosi a Gesù Cristo. Adesso cosa diranno tutti i suoi zelanti laudatori che sempre ci hanno accusato di criticarlo senza motivo? Vescovi e cardinali potranno ancora tacere? Come può restare nel ministero petrino uno che insegna pubblicamente tali eresie? Non dovrebbero esigere ALMENO un'immediata marcia indietro? Bergoglio dà pubblicamente scandalo al popolo di Dio, in particolare alle anime dei semplici, oltretutto nella settimana santa: è gravissimo".
Vaticano, Papa Francesco e l'inferno. Il drammatico sospetto di Antonio Socci: "Non è una smentita"30 Marzo 2018
di Antonio Socci
http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... fari-.html Ieri un altro pastrocchio in Vaticano. Come il caso Viganò, ma ancora più grave. Repubblica è uscita lanciando l' ennesimo colloquio di Eugenio Scalfari con papa Bergoglio e il contenuto è esplosivo. Scalfari infatti ha interrogato Bergoglio sulla sorte delle anime morte nel peccato: «(quelle anime) vengono punite?».
La risposta virgolettata di Bergoglio riportata da Scalfari è la seguente: «Non vengono punite... (le anime) che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici».
Sono parole dirompenti che confliggono frontalmente con quanto Gesù stesso ha direttamente rivelato, nel Vangelo, mettendo in guardia i peccatori e invitandoli a convertirsi per non finire nella «geenna» del «fuoco inestinguibile». Le sue sono parole terribili: «Il Figlio dell' uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno \ tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente» (Mt 13,41-42).
Parole dirompenti - E ancora: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!» (Mt 25,41).
Aggiunge: «Là sarà pianto e stridore di denti» (Mt 22,13). Gesù accoratamente implora gli uomini di non finire fra i dannati «nella Geena dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc 9, 47-48).
Da questa rivelazione la Chiesa ha tratto la sua dottrina sull' esistenza dell' inferno e l' eternità delle sue pene per chi muore in peccato mortale.
La dichiarazione di Bergoglio spazzerebbe via d' un colpo i dogmi sull' immortalità dell' anima e sull' Inferno. Come se la Chiesa ci avesse ingannato per duemila anni e Cristo stesso ci avesse mentito inculcandoci la paura dell' Inferno.
È un fatto mai visto nella storia cristiana perché il successore di Pietro ha il compito esattamente opposto, quello di confermare nella fede i fratelli. Affermare tesi eretiche di questo tipo - per la dottrina cattolica - porta alla cessazione dell' ufficio di Romano Pontefice.
Perciò la cosa ieri ha fatto subito clamore. Ma il terremoto in Vaticano è scoppiato quando l' autorevole Times di Londra, a fine mattinata, l' ha rilanciata con questo titolo dirompente: «Papa Francesco abolisce l' inferno, dicendo che le anime di peccatori impenitenti semplicemente spariranno».
La cosa stava facendosi devastante così dopo le ore 15 è arrivato un comunicato della Sala Stampa vaticana che recita testualmente: «Il Santo Padre Francesco ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall' autore nell' articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre».
Smentisce la forma, ma non la sostanza. Infatti non dice che le parole sull' abolizione dell' inferno sono «frutto della fantasia» di Scalfari, ma «della sua ricostruzione», come accade normalmente nelle interviste. Poi si dice che non si tratta delle «testuali parole» e di una «fedele trascrizione».
Ma il concetto perché non viene categoricamente smentito? Perché la sala stampa non afferma che quelle sono tesi eretiche totalmente respinte da papa Bergoglio? Perché non dichiara che egli ha detto l' esatto opposto e crede nell' inferno e nella pena eterna? C' è un gioco delle parti che va avanti da tempo. Periodicamente Scalfari esce riportando colloqui con Bergoglio dove a quest' ultimo vengono attribuite delle enormità (tipo: «Non esiste un Dio cattolico»).
Già padre Lombardi all' uscita dei primi due precisava che non erano interviste e che «le singole espressioni riferite, nella formulazione riportata, non possono essere attribuite con sicurezza al papa». Ma dopo un po' il papa ha addirittura ripubblicato quei due testi in un libro a sua nome. Quindi riconoscendone l' autenticità.
Solito copione - Anche questa tesi dell' abolizione dell' inferno non è affatto nuova. Scalfari gliel' aveva già attribuita tre volte e mai la Santa Sede lo ha smentito.
Prima in un editoriale del 21 settembre 2014. Poi il 15 marzo 2015: «La risposta di Francesco è netta e chiara: non c' è punizione, ma l' annullamento di quell' anima».
Infine il 9 ottobre 2017, sempre rifacendosi alle loro conversazioni: «Papa Francesco - lo ripeto - ha abolito i luoghi di eterna residenza nell' Aldilà delle anime. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio. Questa è la tesi di Francesco».
Ieri è stato fatto un altro passo riportando un diretto virgolettato di Bergoglio e per la reazione suscitata è seguita la (mezza) marcia indietro.
Ma poco convincente. Il copione si ripete da tempo. Bergoglio usa Scalfari per lanciare il sasso nello stagno e poi, in base alle reazioni, si ripara dietro precisazioni opache. Intanto però il messaggio arriva al grande pubblico e la confusione e lo smarrimento nella Chiesa crescono.
Scalfari e il Papa, una farsa che deve finireRiccardo Cascioli
http://lanuovabq.it/it/scalfari-e-il-pa ... eve-finire Il Papa che nega l'esistenza dell'Inferno. Una enormità che per ore e ore è rimbalzata sui giornali di tutto il mondo, prima che la Santa Sede smentisse il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Eppure nel comunicato della Sala Stampa troppe cose non tornano....
Eugenio Scalfari
Ma cosa deve pensare un povero cattolico che la mattina del Giovedì santo si collega a Internet e viene a sapere che il Papa ha raccontato a un vecchio giornalista suo amico che l’inferno non esiste e le anime che non si pentono semplicemente scompaiono? Un Papa che nega due verità di fede: l’Inferno e l’immortalità dell’anima. Non può essere, non è mai accaduto nella storia della Chiesa. E poi proprio all’inizio del Triduo pasquale, dove riviviamo il sacrificio di Cristo, che è venuto a salvarci dal peccato. Un tempismo diabolico. Se non c’è l’inferno non c’è neanche la salvezza. Poco importa se non si tratta di un testo magisteriale ma dell’ormai solito articolo del fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, che trascrive a senso un colloquio avuto a Santa Marta con papa Francesco. L’affermazione è di una enormità inaudita e dalle conseguenze devastanti.
Non è possibile, non è possibile che il Papa pensi questo; e ancor meno che lo dica così a cuor leggero in una conversazione con un giornalista che si sa avere l’abitudine di trascrivere i colloqui con il Papa, e che la Santa Sede già due volte ha smentito (pur sempre lasciando molti dubbi). Eppure dal Vaticano silenzio. Silenzio malgrado dal primo mattino diversi giornalisti abbiano chiesto immediatamente lumi ai responsabili della Sala Stampa.
Passano le ore, la notizia fa il giro del mondo: «Il Papa nega l’esistenza dell’Inferno». Equivale a dire che la Chiesa per Duemila anni ha scherzato, ha preso in giro un bel po’ di gente. Non solo sull’esistenza dell’Inferno. Dice il catechismo della Chiesa cattolica al no. 1035:«La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua eternità. Le anime di coloro che muoiono in stato di peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono le pene dell'inferno, “il fuoco eterno”. La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira».
Se si può negare questa verità o metterla in discussione, perché non si potrebbe fare lo stesso con tutte le altre verità di fede? Perché credere alla santissima Trinità, o a Dio creatore, o all’Incarnazione? Le ricadute di una tale affermazione sono esplosive, significa negare la stessa funzione della Chiesa. Non è possibile che il Papa possa dire una enormità del genere. Eppure, continuano a passare le ore e dal Vaticano nulla, malgrado il pressing asfissiante dei giornalisti.
Finalmente, poco dopo le 15 la Sala Stampa si degna di diffondere un comunicato che smentisce le parole di Scalfari:
«Il Santo Padre Francesco ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall’autore nell’articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre».
Si tira un sospiro di sollievo. In effetti non poteva essere possibile che il Papa affermasse con tanta leggerezza una enormità del genere. Eppure… Eppure qualcosa non torna. Nove ore per smentire una clamorosa eresia attribuita al Papa: da non credere, una cosa che meriterebbe le dimissioni in blocco di tutti i responsabili della comunicazione vaticana.
E poi il contenuto della smentita, assolutamente inadeguata alla gravità della materia. Non si afferma che Scalfari si è inventato tutto, come qualcuno si è precipitato a scrivere. Le affermazioni sono molto più prudenti per non dire ambigue:
1. Si dice che l’incontro tra il Papa e Scalfari c’è stato ma non era concepito come intervista. Già, ma a parte la prima volta, tutti gli incontri di Scalfari con Francesco erano colloqui privati che poi puntualmente sono finiti sulle pagine di Repubblica. Si poteva dare dunque per scontato che anche stavolta sarebbe andata così;
2. Quanto scritto su Repubblica, secondo la Sala Stampa, non è inventato ma è una «ricostruzione», semplicemente «non sono le parole testuali del Papa». Se l’italiano non è un’opinione vuol dire comunque che dell’argomento si è parlato e qualcosa del genere è stato detto, tanto che si precisa che le parole non sono state trascritte fedelmente.
Bisogna ricordare che nelle occasioni precedenti in cui la Sala Stampa era dovuta intervenire per smentire gli articoli di Scalfari, l’allora portavoce padre Lombardi aveva precisato che la trascrizione non era fedele, però riportava «il senso e lo spirito del colloquio».
Non solo, non è neanche la prima volta che Scalfari attribuisce al Papa questo pensiero sull’inferno. Scriveva infatti lo scorso 9 ottobre: «Papa Francesco - lo ripeto - ha abolito i luoghi di eterna residenza nell'Aldilà delle anime. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio».
Allora non fu smentito, forse perché l’articolo non si presentava come una intervista diretta al Pontefice o perché era inserito all’interno della recensione di un libro di mons. Paglia. Resta il fatto che Scalfari, nelle sue «ricostruzioni» già da tempo insiste nel dire che con lui il Papa nega l’esistenza dell’Inferno.
Tali enormità vanno smentite con ben altra convinzione e determinazione, con la coscienza della gravità del fatto, e magari cogliendo l’occasione per ribadire la dottrina della Chiesa in materia (noi lo facciamo oggi, clicca qui). Ma soprattutto, visto che dell’argomento si è trattato, spiegare che cosa ha veramente detto il Papa a Scalfari, spazzando via così ogni ambiguità e confusione sull’argomento.
Infine, a questo punto, visto che è recidivo, si potrebbero anche valutare azioni legali nei confronti di Scalfari se è vero che approfitta di un’amicizia e, forse, di una debolezza del Papa, per gettare scompiglio nella Chiesa. E certamente anche l’Ordine dei Giornalisti avrebbe l’obbligo di intervenire come farebbe, per molto meno, nei confronti di altri colleghi.
Chiunque, potendolo evitare, permetta che questa farsa vada avanti ne è complice.
Vittorio Feltri: "Papa Francesco e l'inferno che non esiste, perché ha ragione Scalfari"30 Marzo 2018
http://www.liberoquotidiano.it/news/ita ... mani-.html Anche io come quasi tutti gli italiani sono cresciuto in parrocchia e all' oratorio. La mia formazione è stata di tipo cristiano e non ho di che lamentarmi. Anzi. I preti mi hanno aiutato e sono loro grato. Capisco Eugenio Scalfari che, avendo superato i 90 anni, abbia voglia di conversare con il Papa, capo della Chiesa e quindi autorizzato a discettare dell' aldilà e dell' aldiquà. Alla fine dell' esistenza qualche dubbio e qualche speranza vengono a tutti.
In fondo l' ideatore e il realizzatore del quotidiano La Repubblica mi fa tenerezza, ispira simpatia quando, stanco di discutere di Renzi, Berlusconi e Di Maio, si rivolge direttamente al Pontefice per sfogare i suoi cattivi umori. Il quale Pontefice, poi, attraverso l' ufficio stampa del Vaticano, smentisce di aver detto al Fondatore che l' inferno non esiste.
Non so se Scalfari abbia interpretato male il pensiero di Francesco o se questi si sia pentito di aver dichiarato che la massima pena prevista per i peccatori incalliti non sia quella di bruciarsi i glutei tra le fiamme appiccate dal Diavolo. Tuttavia, istintivamente, do ragione a Eugenio, il quale gli attribuisce di aver sostenuto che i tormenti eterni sono fantasiosi. L' ex direttore sarà pure un tipo stravagante, ma non si può negare sia intelligente e creda poco al rogo per le anime dannate, supponendo che neanche Bergoglio si beva certe bischerate. D' altronde ci viene da ridere se i musulmani sono convinti, morendo, di andare in Paradiso dove sono attesi da una settantina di vergini pronte a soddisfare i loro desideri. Pertanto non possiamo rimanere seri dinanzi alla prospettiva, una volta tirate le cuoia, che alcuni di noi - i più cattivi - siano destinati ad essere abbrustoliti sulla brace del demonio. Non desidero sfottere chi ha fede in Dio, ciascuno ha il diritto di confidare in una improbabile vita eterna, ma che i prelati insistano nel raccontarci una frottola assurda quale l' inferno come mèta dei reprobi, è inaccettabile.
Ci scambiano per fessi islamici? Andiamo, ragazzi, non esageriamo con le ipotesi catastrofistiche.
Signori cristiani, per favore, noi vi rispettiamo, però evitate di prenderci per il culo minacciandoci di essere arrostiti sulla graticola. Che razza di Padreterno sarebbe uno che per vendetta ti infligge un castigo crudele di questa fatta: brucia, coglione. La si pianti di propalare simili castronerie. Piuttosto si legga il Nuovo testamento nel quale non si accenna neppure all' inferno, bensì si cita la Geenna che era una discarica, in pratica. Mi risulta che la Bibbia si limiti a dire che i buoni resusciteranno e che i malvagi rimarranno stecchiti. Tutto il resto è invenzione dei bigotti che non hanno mai letto un testo sacro. Bravo Scalfari.
I difensori dell'inferno. Le inutili polemiche sulla frase del Papa riportata da ScalfariSalvatore Izzo30 marzo 2018
https://www.agi.it/blog-italia/il-papa- ... 2018-03-30 Le anime dei corrotti, ovvero dei peccatori che scelgono consapevolmente di non pentirsi nemmeno al momento della morte, “non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici”.
Queste parole attribuite da Eugenio Scalfari a Papa Francesco hanno scatenato un putiferio, nonostante non siano affatto eterodosse e tanto meno eretiche (il che in effetti sarebbe impossibile in quanto proprio il Papa rappresenta la misura dell'ortodossia).
Quello sull’Inferno è un dibattito teologico aperto nel quale probabilmente Papa Francesco ritiene sia saggio non schierarsi, e questa volontà di evitare polemiche dannose all'unità della Chiesa spiega la decisione di precisare, come ha fatto la Sala Stampa della Santa Sede, che anche se la conversazione tra Papa Francesco e Eugenio Scalfari c’è stata, in realtà si trattava di “un incontro privato in occasione della Pasqua”. Il Pontefice cioè non intendeva “rilasciargli alcuna intervista”. “Quanto riferito dall’autore nell’articolo – dunque – è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. E nessun virgolettato dell’articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre”.
Ma nonostante non siano virgolettati, le parole riportate da Scalfari non dovrebbero destare scalpore: sono infatti del tutto compatibili con la tradizionale dottrina cattolica, come enunciata nel Catechismo promulgato da Giovanni Paolo II e redatto sotto la direzione dell'allora cardinale Joseph Ratzinger.
Il Catechismo della Chiesa non parla di un luogo fisico ma di una condizione
"La pena principale dell'inferno consiste nella separazione eterna da Dio, nel quale soltanto l'uomo può avere la vita e la felicità per le quali è stato creato e alle quali aspira", spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 1035. E il capitolo successivo chiarisce: "Le affermazioni della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della Chiesa riguardanti l'inferno sono un appello alla responsabilità con la quale l'uomo deve usare la propria libertà in vista del proprio destino eterno. Costituiscono nello stesso tempo un pressante appello alla conversione: 'Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!'. Secondo il Catechismo, che parla solo in senso figurato di "discesa agli inferi", resta chiaro che "Dio non predestina nessuno ad andare all'inferno; questo è la conseguenza di una avversione volontaria a Dio (un peccato mortale), in cui si persiste sino alla fine. Nella liturgia eucaristica e nelle preghiere quotidiane dei fedeli, la Chiesa implora la misericordia di Dio, il quale non vuole 'che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi'.
E proprio a queste parole della Seconda Lettera di San Pietro si riferiva il grande teologo tedesco Hans Urs von Balthasar, designato cardinale da Papa Wojtyla e purtroppo deceduto prima di ricevere porpora e berretta, che immaginava l'inferno fosse vuoto.
La tesi di von Balthasar afferma che sperare la salvezza eterna di tutti gli uomini non è contrario alla fede. Essa si avvale dell'autorità di alcuni Padri della Chiesa, tra i quali Origene e Gregorio Nisseno, ed è condivisa da non pochi teologi contemporanei, tra i quali Guardini e Daniélou, de Lubac, Ratzinger e Kasper, e da scrittori cattolici come Claudel, Marcel e Bloy. Ai suoi critici von Balthasar replicava: "La soluzione da me proposta, secondo la quale Dio non condanna alcuno, ma è l'uomo, che si rifiuta in maniera definitiva all'amore, a condannare se stesso, non fu affatto presa in considerazione. Avevo anche rilevato che la Sacra Scrittura, accanto a tante minacce, contiene pure molte parole di speranza per tutti e che, se noi trasformiamo le prime in fatti oggettivi, le seconde perdono ogni senso e ogni forza: ma neppure di questo si è tenuto conto nella polemica. Invece sono state ripetutamente travisate le mie parole nel senso che, chi spera la salvezza per tutti i suoi fratelli e tutte le sue sorelle, 'spera l'inferno vuoto' (che razza di espressione!). Oppure nel senso che chi manifesta una simile speranza, insegna la 'redenzione di tutti' condannata dalla Chiesa, cosa che io ho espressamente respinto: noi stiamo pienamente sotto il giudizio e non abbiamo alcun diritto e alcuna possibilità di conoscere in anticipo la sentenza del giudice. Com'è possibile identificare speranza e conoscenza? Spero che il mio amico guarirà dalla sua grave malattia - ma per questo forse lo so?".
L'inferno vuoto del dopo Concilio e quello di Dante Alighieri
In realtà tanto le parole di Balthasar che quelle attribuite da Scalfari al Papa felicemente regnante sono perfettamente compatibili con la Dottrina della Chiesa. Benedetto XVI andò ben oltre, quando nel suo Pontificato abolì - si fa per dire - il Limbo affermando giustamente che i neonati morti prima del Battesimo hanno accesso al Paradiso grazie alla Redenzione di Gesù che mai avrebbe voluto escluderli. La diatriba su come tradurre la parola "multos" con la quale il Vangelo indica i destinatari della Salvezza gudagnataci dal Sacrificio di Cristo non inficia infatti la possibilità che tutti possano essere perdonati, evocata tra l'altro da Papa Francesco proprio nella messa in. Coena Domini celebrata al carcere di Regina Coeli: "questo è Gesù: non ci abbandona mai; non si stanca mai di perdonarci. Ci ama tanto".
Oltre che una grande opera letteraria, la Commedia di Dante Alighieri ha rappresentato per secoli anche una (impropria) fonte della Rivelazione, come fosse una semi-Bibbia, per questo venne chiamata "Divina Commedia". Da qui l'equivoco dell'Inferno come luogo fisico, legato a una visione molto materialistica della vita oltre la morte. "Ma - come ha scritto padre Giandomenico Mucci sulla Civiltà Cattolica - la Commedia è Dante". E tra l'altro "un'altra cosa ancora sono i commenti dei dantisti". Su questi si appoggiano i difensori dell'Inferno insorti oggi contro Francesco e la lettura che del Papa ha offerto Scalfari. Essi mostrano un interesse morboso per l'Inferno, forse anche a causa di paure inconsce e sensi di colpa non del tutto sopiti. E difendono l'Inferno (peraltro banalizzato dal linguaggio corrente) come se "il retro della medaglia", sia necessario a tenere in piedi la fede nella Rivelazione, ovvero, ragionano, "che gusto ci sarebbe a salvarsi se poi si salvano tutti?". Meglio - dicono loro - che ci sia qualcuno che in terra manca il fine ultimo. Una speranza nel potere del Male che davvero si oppone alla visione cristiana.
"Il Magistero della Chiesa sull'inferno - riassume invece lo stesso padre Mucci - insegna tre cose. La prima: esiste dopo la morte terrena uno stato, non un luogo, che spetta a chi è morto nel peccato grave e ha perduto la grazia santificante con un atto personale. E la cosiddetta retribuzione dell'empio. La seconda: questo stato comporta la privazione dolorosa della visione di Dio (pena dal danno). La terza: in questo stato c'è un elemento che, con espressione neo testamentaria, è descritto come 'fuoco' (pena del senso). Le due pene, e quindi anche l'inferno, sono eterne". Nulla di tutto questo ha negato o messo in discussione il Papa nemmeno nella lettura che di lui ha offerto Eugenio Scalfari. Semplicemente: perchè sia possibile dannarsi non serve che ci sia un "luogo" per i dannati.
Inferno, Averno, Ade, Charun, Caronteviewtopic.php?f=44&t=2755