Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar ago 08, 2017 6:36 am

“L’omosessualità non è normale. Tollerarla è il declino dell’Occidente”.
Parole di una straordinaria e coraggiosa pensatrice lesbica atea.
Gianpaolo Rossi
30 gennaio 2017

https://www.osservatoriogender.it/lomos ... ea-lesbica

Camille Paglia è una delle più originali pensatrici del nostro tempo. Americana di origini italiane, rappresenta una delle intelligenze più libere, contraddittorie e dissacranti della cultura contemporanea.


FEMMINISTA

È femminista ma disprezza il femminismo contemporaneo che definisce “malato, indiscriminato e nevrotico” e lo rincorre con spietata ironia: “lasciare il sesso alle femministe è come andare in vacanza lasciando il tuo cane ad un impagliatore”.

Ammira le donne emancipate degli anni ’20 e ’30 del ‘900 “perché non attaccavano gli uomini, non li insultavano, non li ritenevano la fonte di tutti i loro problemi, mentre al giorno d’oggi le femministe incolpano gli uomini di tutto”.


DI SINISTRA

Camille Paglia è di sinistra ma riconosce che “i Democratici che pretendono di parlare ai poveri e ai diseredati, sono sempre più il partito di un’élite fatta d’intellettuali e accademici”.
Lei, icona di una cultura radical-chic che affonda nel ’68, spiega l’inutilità degli intellettuali che “con tutte le loro fantasie di sinistra, hanno poca conoscenza diretta della vita americana”.


ATEA

Camille Paglia è atea ma guai a chi le tocca il ruolo storico della religione e sopratutto del cristianesimo: “ho un rispetto enorme per la religione, che considero una fonte di valore psicologico, etico e culturale infinitamente più ricca dello sciocco e mortifero post-strutturalismo, che è diventato una religione secolarizzata”.


LESBICA

Camille Paglia è lesbica ed in molte interviste ricorda la sua attitudine giovanile transessuale, eppure ammette che “i codici morali sono la civiltà. Senza di essi saremmo sopraffatti dalla caotica barbarie del sesso, dalla tirannia della natura”.

Detesta la stupidità delle mobilitazioni gay e l’intolleranza degli omosessuali e quando le si domanda:

“Perché in questi anni non c’è stato nessun leader gay lontanamente vicino alla statura di Martin Luther King?”

Lei risponde:

“Perché l’attivismo nero si è ispirato alla profonde tradizioni spirituali della chiesa a cui la retorica politica gay è stata ostile in maniera infantile. Stridulo, egoista e dottrinario, l’attivismo gay è completamente privo di prospettiva filosofica”.

Lei, che rivendica di essere stata la prima studentessa lesbica a fare outing all’università di Yale, riconosce che “l’omosessualità non è normale; al contrario si tratta di una sfida alla norma”.
E sulle nuove frontiere della procreazione assistita, si dice “preoccupata dalla mescolanza perniciosa tra attivismo gay e scienza che produce più propaganda che verità”.

Riconosce che la sua omosessualità e le sue tendenze transgender sono una “forma di disfunzione di genere” perché in natura “ci sono solo due sessi determinati biologicamente”; e i casi di effettiva androginia sono rarissimi, “il resto è frutto di propaganda”.

Verso quei genitori che, grazie a medici compiacenti, cambiano il sesso dei figli a fronte di comportamenti apparentemente transessuali, Camille Paglia non ammette giustificazioni: “È una forma di abuso di minori”.

Sia chiaro: per Camille Paglia, in ballo non c’è il diritto di ogni uomo o donna adulti di vivere la propria sessualità con libertà e amore; né il dovere di uno Stato di riconoscere fondamentali diritti di ogni individuo a raggiungere la propria realizzazione di sé, anche in campo affettivo o sessuale; in ballo c’è il patto mefistofelico che l’Occidente sta facendo con la Tecnica per disarticolare l’ordine naturale: “La natura esiste, piaccia o no; e nella natura, la procreazione è una sola, regola implacabile”.


TRANSGENDER E DECLINO DELL’OCCIDENTE

Qualche mese fa, davanti alle telecamere di Roda Viva, il famoso format televisivo brasiliano di Tv Cultura, è stata ancora più chiara: “l’aumento dell’omosessualità e del transessualismo sono un segnale del declino di una civiltà”.

Non c’è alcun giudizio morale in questa affermazione (e come potrebbe esserci?) ma un’analisi storica sull’Occidente che interpreta i segni del tempo; “a differenza delle persone che lodano il liberalismo umanitario che permette e incoraggia tutte queste possibilità transgender, io sono preoccupata di come la cultura occidentale viene definita nel mondo, perché questo fenomeno in realtà incoraggia gli irrazionali e, direi, psicotici oppositori dell’Occidente come i jihadisti dell’Isis”.

“Nulla definisce meglio la decadenza dell’Occidente che la nostra tolleranza dell’omosessualità aperta e del transessualismo”.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar ago 15, 2017 3:17 am

“Spesso è il bambino (ragazzo) che seduce il prete”
31/08/2012
Le affermazioni di un importante frate americano alzano la bufera
di Tommaso Caldarelli

http://laici.forumcommunity.net/?t=5231 ... A.facebook

Ennesima affermazione al limite dell’incredibile da parte di un prelato sulla questione degli abusi nel clero, ennesima bufera, ennesima rapida smentita: e, come al solito, rimane il sospetto che le affermazioni fossero tutt’altro che erronee. Questa volta a finire nella bufera è una delle più significative figure del cattolicesimo americano, ovvero padre Benedict Groeschel, dei frati francescani del Rinnovamento, ordine monastico da lui fondato.

ADESCAMENTO - Da molti anni il religioso è a contatto con persone che si sono rese colpevoli di violenza sessuale. Intervistato dal National Catholic Register, a un certo punto, dice l’Huffington Post, il colloquio ha preso una piega “inaspettata”. “La gente”, ha detto frate Groeschel, “ha in mente quest’immagine di una persona che aveva cattive intenzioni – uno psicopatico. Ma non è così. Prendiamo il caso di un uomo con un serio esaurimento nervoso, e un giovane gli si avvicina. In un sacco di casi è il giovane – 14, 16, 18 anni – a sedurre il sacerdote”. Il religioso ha dunque sostenuto che i sacerdoti, uomini deboli e con la mente straziata, siano facili prede di adolescenti in cerca di sesso. Curiosa tesi.

“NON SONO RESPONSABILI” - Non è finita: “Groeschel ha sostenuto di credere che la maggior parte di queste relazioni sono di natura eterosessuale, e che storicamente le relazioni fra uomo e ragazzo non sono state qualificate come crimini. Se andiamo indietro di 10-15 anni, davvero raramente eventi del genere sono stati qualificati come crimini. Nessuno la pensava così, e sono portato a credere che, la prima volta, questi preti non dovrebbero andare in galera perché non avevano intenzione di commettere crimini”. Quest’intervista è stata pubblicata dal National Catholic Register senza alcun commento a margine, il che ha portato a credere che la redazione dell’importante magazine cattolico – già di proprietà dei Legionari di Cristo, organizzazione cattolica finita vittima dello scandalo pedofilia nel clero, addirittura ai suoi massimi vertici (il fondatore, Marcial Maciel Degollado, rimane a tutt’oggi il più alto prelato ad essere stato coinvolto nello scandalo pedofilia – non avesse nulla da dire al riguardo. Non è così, l’NCR ha chiesto scusa sul suo sito ufficiale, ha rimosso l’intervista, e sia l’ordine che il frate hanno precisato di non aver avuto intenzione di sostenere che “un sacerdote che abusa della sua vittima non sia responsabile”.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mer ago 16, 2017 2:03 pm

Pedofilia, Papa Francesco chiede scusa alle vittime di abusi sessuali: "Un’assoluta mostruosità"
di F. Q. | 16 agosto 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08 ... ta/3796305

“Si tratta di un’assoluta mostruosità, un peccato terribile, che contraddice tutto quello che la Chiesa insegna”. Papa Francesco chiede scusa alle vittime di abusi sessuali. E lo fa nero su bianco nella prefazione del libro di Daniel Pittet – oggi sulla Bild in esclusiva. si è rivolto alle giovani vittime di abusi sessuali subiti da religiosi.

Il pontefice chiede perdono a tutti: “Alcune vittime si sono alla fine addirittura tolte la vita. Questi morti pesano sul mio cuore come sulla mia coscienza e sull’intera chiesa. Alle loro famiglie vorrei esprimere il mio amore, il mio dolore e chiedere in tutta umiltà il loro perdono“.

Daniel Pittet, 57enne svizzero è autore del libro “La perdono padre“, ed è stato lui stesso vittima di un frate cappuccino dai 9 ai 13 anni. Il Pontefice, nella prefazione al volume di Pittet, chiede perdono: “Come può un prete, al servizio di Cristo e della sua Chiesa, arrivare a causare tanto male? Come può aver consacrato la sua vita per condurre i bambini a Dio, e finire invece per divorarli in quello che ho chiamato un ‘sacrificio diabolico’, che distrugge sia la vittima sia la vita della Chiesa?”.



"Il vescovo chiedeva sesso a chi aveva bisogno di soldi. E diceva: 'Fammi gustare la natura di Dio'"
di Ferruccio Sansa | 19 ottobre 2016

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10 ... io/3108852

“Fammi gustare la natura di Dio”. È scritto così nella testimonianza di don Filippo Bardini agli atti della Procura di Savona sullo scandalo sessuale che coinvolge le curie di Savona e Albenga. Questa frase, secondo l’allora direttore della Caritas di Albenga, sarebbe stata pronunciata da un vescovo nel momento in cui incontrava i suoi amanti. Povera gente che sarebbe andata dal prelato per chiedere un aiuto economico e che, sostiene il sacerdote, veniva convinta a fornire prestazioni sessuali dal vescovo che poi gli avrebbe pagato tra 600 e 700 euro per gli incontri.

È il 15 gennaio 2015 quando il pm savonese Giovanni Battista Ferro ascolta come testimone don Bardini, all’epoca direttore della Caritas di Albenga. Oggi il contenuto di quelle carte è pubblico con gli atti dell’inchiesta sul sacerdote Nello Giraudo (che patteggiò un anno, mentre tante altre accuse sono finite in prescrizione). Francesco Zanardi, attivista anti-pedofilia della Rete l’Abuso, commenta: “Le parole di don Bardini sono fondamentali, perché sono il primo atto d’accusa proveniente da un sacerdote – poi sostituito alla guida della Caritas – nei confronti delle diocesi di Albenga e Savona”. Quelle diocesi al centro di scandali di pedofilia e non solo.

Don Bardini è un sacerdote scomodo, da sempre critico con chi guida la sua diocesi. E anche davanti al pm decide di non tacere. Anzi: “Devo riferirle che il vescovo Mario Oliveri – racconta – paga sistematicamente per avere prestazioni sessuali nel suo studio. Che io sappia si tratta di maggiorenni, i quali in cambio della prestazione sessuale ottengono soldi. Sono soggetti che vanno per un aiuto, e poi subiscono le pesanti richieste del vescovo”. Un atto d’accusa nei confronti del vescovo Oliveri che all’epoca guidava Albenga e che poi è stato sostituito per volere di Papa Francesco. Sulle affermazioni di Bardini è stato aperto un fascicolo senza indagati. Oliveri non è stato indagato: i fatti sarebbero comunque prescritti e non è detto che siano da considerare reati.

Il verbale entra nei dettagli (alcuni di una crudezza che non è possibile riportare), ma utili secondo Bardini per descrivere l’ambiente delle diocesi oggetto dell’inchiesta: i soggetti che hanno rapporti con il vescovo, sostiene il sacerdote, “si rivolgono a lui inizialmente per chiedere un aiuto economico o lavorativo e poi vengono” convinti “a subire l’atto sessuale in discussione… l’allora convivente di una di queste persone mi ha parlato di corrispettivi in contanti anche di 600-700 euro per un rapporto sessuale. Non so di che soldi disponga il vescovo Oliveri e dove attinga per pagare le prestazioni sessuali”. Fino a quel passaggio: “Negli ultimi due mesi si sono rivolte a me cinque o sei persone per raccontarmi sempre questa storia, ragion per cui mi son risolto a contattare la magistratura… tutti dicono le stesse cose, con singolari coincidenze tra i dichiaranti, per esempio circa la geografia dei luoghi e il frasario del vescovo (“fammi gustare la natura di dio”). Sono portato ad escludere pertanto un disegno calunnioso o anche solo diffamatorio in capo alle persone che ho sentito”.

Ripetiamo: Oliveri non è stato indagato. Per Zanardi “si tratta comunque di una testimonianza di pubblico interesse. I cittadini, soprattutto i fedeli, hanno interesse a conoscere questo racconto dopo gli scandali che hanno toccato le curie del Ponente ligure. E perfino la Chiesa dovrebbe essere interessata vista la battaglia di Papa Francesco contro gli scandali sessuali”.
Ma Bardini parla anche di Domenico Calcagno, all’epoca dei fatti vescovo di Savona e oggi potentissimo cardinale in Vaticano. È presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica: “Posso dichiarare che il fatto che don Giraudo avesse rapporti sessuali con minori era di dominio pubblico e i vertici della chiesa locale tacquero; sia l’allora vescovo Dante Lafranconi che Calcagno, che si avvaleva di Giraudo come cuoco, erano a conoscenza del fatto che abusava dei minori affidatigli”.

E tra le carte ecco una lettera che Calcagno scrisse nel 2003 all’allora cardinale Joseph Ratzinger: “Presento con animo colmo di sofferenza il caso di don Nello Giraudo… per quanto possibile intendo evitare che abbia comunque responsabilità che lo mettano a contatto di bambini e adolescenti”. Calcagno insomma scrisse in Vaticano. Ma nell’estate 2005 Giraudo, durante un campo scout a Vara, molestò un ragazzo e fu per questo condannato.

I vertici ecclesiastici sapevano? Un’accusa che non abbandona i vescovi di Albenga e Savona. Calcagno ha sempre negato. Non è stato indagato. E Benedetto XVI lo ha promosso in Vaticano. Nel maggio scorso eccolo indagato in un’inchiesta per malversazioni amministrative relativa al periodo in cui era stato vescovo di Savona. “Ho fiducia nella magistratura, chiarirò tutto”, aveva detto. Poi le polemiche per la collezione di armi, la grande passione di Calcagno.

Don Filippo Bardini, il sacerdote scomodo autore della testimonianza, non è più ai vertici della Caritas di Albenga. E qui un altro scandalo, ma avvenuto quando già in Riviera era arrivato Guglielmo Borghetti, vescovo mandato da Bergoglio per rivoluzionare la Curia: alla Caritas, infatti, dopo Bardini era stato nominato don Francesco Zappella. Ma nel settembre 2015 ecco che viene toccato da un’inchiesta per reati sessuali. Borghetti sembrò difenderlo: “Per quanto lo conosco io don Francesco è una persona buona e generosa”, disse. L’inchiesta si risolse con un’archiviazione (tra l’altro i fatti sarebbero stati prescritti), ma emerse – come riportarono Il Secolo XIX e il Corriere della Sera – che lo stesso sacerdote anni prima era già stato condannato per atti di libidine su minorenni.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » gio set 21, 2017 9:28 pm

Pedofilia, Papa Francesco: "La Chiesa è arrivata tardi. Mai la grazia ai colpevoli"
di F. Q. | 21 settembre 2017

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... ti/3869398

“Siamo arrivati in ritardo“. Il mea culpa di Papa Francesco sui casi di pedofilia che negli anni hanno travolto la Chiesa parte da questo concetto. “L’antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze“, ha ammesso il Pontefice nel suo discorso davanti alla Commissione per la tutela dei minori, da lui istituita nel 2014 proprio per far fronte agli scandali sessuali che hanno coinvolto preti e vescovi in tutto il mondo. “Chi viene condannato per abusi sessuali sui minori può rivolgersi al Papa per avere la grazia“, ma “io mai ho firmato una di queste e mai la firmerò“, ha annunciato Papa Francesco.

Bergoglio ha parlato a braccio davanti ai membri della commissione. “Lo scandalo dell’abuso sessuale è veramente una rovina terribile per tutta l’umanità, che colpisce tanti bambini, giovani e adulti vulnerabili in tutti i paesi e in tutte le società”, sono le parole con cui ha aperto il suo discorso. “Per la Chiesa è stata un’esperienza molto dolorosa – ha aggiunto – sentiamo vergogna per gli abusi commessi da ministri consacrati, che dovrebbero essere i più degni di fiducia”. Francesco ha poi espresso “profondo dolore” alla commissione: “L’abuso sessuale è un peccato orribile, completamente opposto e in contraddizione con quanto Cristo e la Chiesa ci insegnano”.

Sul problema della pedofilia, ha sostenuto il Pontefice, “la coscienza della Chiesa è arrivata un po’ tardi: quando la coscienza arriva tardi, i mezzi per risolvere il problema arrivano tardi”. Poi ha insistito: “Non è stato facile cominciare questo lavoro, avete dovuto nuotare controcorrente – ha detto ai membri della commissione – sono consapevole di questa difficoltà ma è la realtà e lo dico così: siamo arrivati in ritardo”. “L’antica pratica di spostare la gente, di non fare fronte al problema, ha addormentato un po’ le coscienze”, ha affermato. Papa Francesco ha voluto infine sottolineare la sua intransigenza nei confronti dei pedofili nella Chiesa. “Spero sia chiaro – ha detto – io mai ho firmato la grazia per abusi sessuali sui minori e mai la firmerò”.

Anche solo guardando agli ultimi mesi, la Chiesa non è stata immune a nuovi casi di pedofilia. Il più eclatante riguarda George Pell, il porporato australiano incriminato per presunti abusi sessuali commessi in Australia. Il cardinale era un uomo chiave del pontificato riformatore di Bergoglio, che subito dopo l’elezione lo ha inserito nel Consiglio di cardinali per riformare la Curia romana e poi gli ha affidato la guida della Segreteria per l’economia. Per la prima volta nella storia uno scandalo di abusi sui minori ha travolto una personalità così alta all’interno della Chiesa cattolica. Una vicenda ancora più grave di quella avvenuta nell’arcidiocesi di Boston nel 2002, quando il cardinale arcivescovo Bernard Francis Law fu accusato di aver coperto migliaia di casi di pedofilia commessi dai suoi preti.

È stato un duro colpo anche per Papa Francesco, che di conseguenza ha voluto ribadire la linea dura solo qualche giorno dopo, a inizio luglio, allontanando il cardinale Gerhard Ludwig Müller dai vertici della Congregazione per la dottrina della fede, il dicastero vaticano a cui spettano le condanne dei preti che commettono abusi sessuali sui minori. A puntare il dito contro Müller era stata Marie Collins, la vittima di abusi da parte del clero che Francesco aveva nominato nella Commissione per la tutela dei minori. Dopo che anche l’altra vittima, Peter Saunders, aveva lasciato l’organismo vaticano istituito da Bergoglio per combattere la pedofilia, la Collins non era rimasta in silenzio nel momento in cui aveva deciso di dimettersi: “Da quando la commissione ha iniziato i suoi lavori a marzo del 2014 – aveva spiegato la donna irlandese – sono stata impressionata dall’impegno dei miei colleghi e dal genuino desiderio di Papa Francesco di avere assistenza nell’affrontare il tema degli abusi sessuali del clero”. “Tuttavia – proseguiva la Collins – vi sono stati costanti ostacoli. La mancanza di cooperazione, in particolare da parte del dicastero più direttamente coinvolto nell’affrontare i casi di abuso è stata vergognosa”, aveva affermato la Collins riferendosi esplicitamente alla Congregazione guidata da Müller.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » ven nov 10, 2017 7:32 am

«IO, CRESCIUTA CON UN PADRE TRANSESSUALE, VI CHIEDO DI NON APPROVARE LE NOZZE GAY»
di Benedetta Frigerio

https://www.sapereeundovere.com/io-cres ... -nozze-gay

Denise Shick ha raccontato la sua storia terribile alla Corte Suprema americana: «Mio padre fu infelice fino alla morte, anche vestito da donna, e con lui tutti noi»

Denise Shick (foto a fianco) è cresciuta negli Stati Uniti con un padre “transgender” e il 24 marzo ha raccontato alla Corte Suprema americana «l’ossessione di mio padre transessuale» e la «sua infelicità anche quando ha ottenuto ciò che pensava di desiderare». Shick è stata chiamata a raccontare la sua storia ai giudici federali e si è opposta alla legalizzazione dei matrimoni tra persone omosessuali.

«MIO PADRE NON ERA FELICE».
Shick ha ricordato quando all’età di 9 anni si sentì dire da suo padre che voleva diventare una donna e di quanto «i desideri sessuali di mio padre e i suoi comportamenti fossero più che disorientanti». L’uomo, che cominciò a vestirsi e comportarsi da femmina, sua figlia lo ricorda come «un miserabile che voleva che tutti intorno a lui condividessero la sua miseria. Non ricordo un giorno in cui mi sembrò felice o che sorridesse. Risa e gioia semplicemente non facevano parte della sua vita». Come tante persone transessuali, suo padre aveva molti problemi, tra cui l’alcolismo, per cui quando era ubriaco «veniva con la sua cintura nera e spessa» e «dopo le frustrate non sapevo bene che cosa mi facesse più male, se i lividi sulla mia schiena o vederlo e sentire le sue risate maniacali dopo che aveva picchiato i suoi figli». Fu solo più tardi che «gli abusi diventarono psicologici», quando «mio padre mi disse che voleva diventare una donna». Ai giudici Shick ha ricordato la sensazione «di rigetto e di abbandono» e il desiderio «naturale» di un padre e di «un rapporto tra un vero padre e una vera madre». Ma lui sembrava non comprendere questi desideri. Ma ci fu anche un’altra cosa «che mi confuse ancora di più». Il padre le disse che ogni volta che lo avesse visto con le gambe accavallate, «saprai che in quel momento mi sto sentendo una donna». Pensiero che riaffiorava alla mente di Shick tutte le volte che vedeva un uomo in quella posizione, perché «parole come quelle non abbandonano la memoria di un bambino e hanno un impatto sulla sua vita».

ABUSI E VIOLENZE.
Quando Shick divenne adolescente il padre, invidioso del suo corpo, cominciò a palpeggiarla e più il tempo passava «più l’ossessione di mio padre nel comprare vestiti femminili cresceva» e «lentamente cominciai a capire che stava distruggendo il mio desiderio di essere una donna». Il desiderio «ossessivo compulsivo» lo portò a rubarle i vestiti, dopo aver speso tutti i risparmi di famiglia in trucchi e abiti. Così, «nonostante la mia volontà iniziale di spezzare il ciclo di abusi, la depravazione ebbe i suoi effetti. Da adolescente cominciai a bere» e «scoprendo un profondo desiderio di amore maschile e di attenzioni che non avevo ricevuto da mio padre, cominciai a flirtare con quelli da cui volevo attenzioni e alla fine delle scuole medie avevo 13 fidanzatini». Alla fine, fra alcol e uomini, «raggiunsi un punto in cui contemplai il suicidio». A salvare la ragazza fu la frequentazione della casa di un amico, che poi diventerà suo marito e da cui imparò cosa fosse una famiglia e chi fosse un padre.

«NON VOGLIO DUE MAMME».
Il peggio sembrava superato, eppure, persino il giorno delle nozze, mentre Shick stava per raggiungere l’altare, «mio padre mi disse che voleva essere al mio posto (…), per sopravvivere feci finta di non sentire (…). Mi rubò il mio “giorno speciale” accentrando tutto su di lui e sul suo desiderio egoista». Eppure, dopo tutta questa vicenda, Shick è stata spesso «accusata di essere insensibile e irrispettosa dei desideri di mio padre», perché «non volevo due mamme. Ho sempre voluto una mamma e un papà. Un papà che mi insegnasse a ballare. Un papà che mi spiegasse che cosa cercare nel mio futuro marito». Ma «la mia brama per un padre non era egoista, era semplicemente il bisogno di ogni bambino». Quando la donna ebbe figli decise quindi di allontanarsi dal padre per la loro sicurezza, mentre lui «lasciò mia madre per soddisfare pienamente il “suo sogno di vita” come donna e avere relazioni con altri uomini», finché «trent’anni più tardi mia madre mi disse che mio padre stava morendo». Shick ha quindi spiegato ai giudici che per i sei mesi successivi, prima del decesso, «ebbi modo di parlare con lui e come adulta di provare a comprendere la sua pena attraverso gli occhi della compassione e dell’amore», perché «nonostante tutto restava mio padre» e «io lo amo». Ma «l’ironia è che alla fine, quando ebbe ciò che pensava di aver sempre desiderato, non raggiunse comunque la felicità e la soddisfazione. Rimase triste fino all’ultimo momento della sua vita. Lo dico con le parole di mio padre: “Ho cambiato la mia casa molte volte, cambiamenti, cambiamenti, cambiamenti, cambiamenti. Eppure, mi manca qualcosa, quel qualcosa è la completezza”»

«NON SI PUÒ FARE L’IMPOSSIBILE».
In questi mesi altri adulti cresciuti con coppie dello stesso sesso o genitori con uno stile di vita omosessuale hanno testimoniato di fronte alla Corte Suprema. «Noi non pretendiamo di dire che tutti i genitori omosessuali o i genitori transessuali agiranno in modo abusivo», conclude Shick. Però, anche se le coppie «dello stesso sesso hanno intenzioni buone e buoni curriculum, non sono in grado di fare l’impossibile: come può un uomo fare da modello femminile a una bambina?». Infatti, per quanto Denise amasse suo padre, «il suo tentativo di entrare in una “Identità femminile” fantastica è stato disastroso e incredibilmente distruttivo». Perché «un uomo non è un donna, anche se pensa di esserlo. E se questa Corte cercherà di cancellare il sesso, questo progetto inutile nel lungo periodo non avrà migliori risultati di quelli che ha qualsiasi tentativo di far finta che la natura non esista. La realtà ha dei limiti che la fantasia e l’irresponsabilità semplicemente non possono superare. Pertanto i cittadini di ogni Stato hanno il diritto, e anche una responsabilità, di proteggere la salute pubblica, il benessere generale e il bene dei bambini non estendendo il matrimonio al di là della sua definizione tradizionale, naturale e sana».
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab dic 02, 2017 8:21 pm

Abusi sessuali continui su bambini con meno di 14 anni: prete arrestato Padre Pio Guidolin
di Alberto Beltrame

https://www.ilgazzettino.it/nordest/tre ... 02287.html

VILLORBA - Violenze sessuali su ragazzini problematici e provati da sofferenze personali, proposti come “atti purificatori” per lenire le sofferenze interiori. Abusi nei confronti di bambini di età inferiore ai 14 anni, spacciati per gesti di valenza spirituale. Come cospargerli di olio santo, preso direttamente dai locali della chiesa, e poi costringerli a subire atti sessuali . Sono accuse pesantissime quelle mosse nei confronti di padre Pio Guidolin, 55enne sacerdote villorbese trasferitosi circa 15 anni fa in Sicilia, a Ragalna, provincia di Catania, nella chiesa Madre Santa Maria del Carmelo. Il sacerdote, originario di Catena di Villorba, è stato arrestato dai carabinieri di Catania su mandato della Procura distrettuale che ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È accusato di violenza sessuale aggravata su minori.


Castità e pedofilia
viewtopic.php?f=141&t=2713
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » mar dic 05, 2017 9:01 pm

"L'omosessualità è una malattia". Non è diffamazione, cade l'accusa contro la dottoressa antigay
Era stata denunciata dal Torino Pride. La Procura chiede l'archiviazione: la professionista non è imputabile
di OTTAVIA GIUSTETTI
02 dicembre 2017

http://torino.repubblica.it/cronaca/201 ... -182818663

Dichiara in pubblico che l'omosessualità è una malattia. Non è una condizione normale: "Io ho tre specialità: psicoterapia, medicina e chirurgia: sono 40 anni che curo le persone omosessuali". Silvana De Mari, il medico e scrittore fantasy torinese di 64 anni, era stata denunciata dal Torino Pride con l'accusa di diffamazione. Anche il Comune di Torino si era aggregato all'esposto. Ma la procura, dopo mesi di indagini, ha chiesto l'archiviazione delle accuse nei suoi confronti sostenendo che il reato di discriminazione non è contestabile perché a De Mari si rivolgeva a una pluralità indiscriminata di persone. Non è individuabile, insomma, il soggetto destinatario delle offese. Ieri mattina si è tenuta l'udienza preliminare davanti al giudice Paola Boemio, dopo che gli avvocati del Torino Pride si sono opposti all'archiviazione. Il gup deciderà nei prossimi giorni.

Silvana De Mari, assistita dall'avvocato Mauro Ronco, è medico ma sulla scia delle sue dichiarazioni pubbliche anche l'Ordine ha avviato un'istruttoria per valutare l'eventuale radiazione. Le sue tesi sull'anormalità degli omosessuali rimbalzavano già da tempo sul web ma hanno avuto grande diffusione quando è stata intervistata alla trasmissione radiofonica "la zanzara". In quel caso la dottoressa e scrittrice ha spiegato anche a Radio24: "I gay vivono una condizione tragica".

A quel punto sono partiti gli esposti. Ma il pm che coordina l'inchiesta, Enrico Arnaldi Di Balme, non ha trovato una chiave giuridica per portare il medico
a processo, né sulla diffamazione né sull'aggravante della discriminazione secondo la legge Mancino che però non individua tra i diversi tipi di discriminazione quella secondo l'orientamento sessuale e l'identità di genere. Di diversa idea l'avvocato del Torino Pride, Nicolò Ferraris: "Le offese pronunciate pubblicamente dalla De Marui sono rivolte ai movimenti non solo alle persone Lgbt in generale, e non sono opinioni ma offese".




Sono appena stata rinviata a giudizio
Silvana De Mari
2018/03/21

https://www.silvanademaricommunity.it/2 ... a-giudizio

Sono appena stata rinviata a giudizio per diffamazione dal circolo Mario Mieli di Roma, circolo accreditato dall’Unar finanziato con denaro pubblico per svolgere azioni pedagogiche e di prevenzione sanitaria.

Per evitare altre imputazioni mi limito a fare copia e incolla con affermazioni di Mario Mieli, e copia e incolla con affermazioni linkate al sito del circolo Mario Mieli. Che i cittadini italiani giudichino da soli.

Dal libro Elementi di critica omosessuale , scaricabile in pdf sul sito del circolo Mario Mieli, libro di cui sul sito si raccomanda la lettura. Ne riporto dei brani e potete anche trovare il link per scaricarlo e leggerlo tutto, così da giudicarlo. Se volete acquistarlo è edito da Feltrinelli.

Elementi di critica omosessuale

“Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica” (Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Milano, Einaudi, 1977 ora pag. 55 pdf

“La società repressiva e la morale dominante considerano «normale» soltanto l’eterosessualità — e, in particolare, la genitalità eterosessuale. La società agisce repressivamente sui bambini, tramite l’ educastrazione, allo scopo di costringerli a rimuovere le tendenze sessuali congenite che essa giudica «perverse» (e, in realtà, si può dire che ancor oggi vengano considerati «perversi» più o meno tutti gli impulsi sessuali infantili, compresi quelli eterosessuali, dal momento che ai bambini non viene riconosciuto il diritto di godere eroticamente). L’educastrazione ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e «perverso», in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma”. (Elementi di critica omosessuale pag 13 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf )

“Per dirla con Jung, il padre diventa per il figlio il modello della Persona: «la Persona è un complicato sistema di relazioni fra la coscienza individuale e la società, una specie di maschera che serve da un lato a fare una determinata impressione sugli altri, dall’altro, a nascondere la vera natura dell’individuo». Tramite l’identificazione col padre, la società costringe il bambino a costruirsi una personalità artificiale, consona alla Norma vigente nel mondo «esterno» e che, nel contempo, si ponga come difesa contro i pericoli del mondo «esterno», i trabocchetti del palcoscenico delle Persone”. (Elementi di critica omosessuale pag 20 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf .

“il padre si (rap)presenta come Persona decisamente eterosessuale e rifiuta contatti erotici aperti con il figlio (il quale invece desidera «indifferenziatamente» e quindi desidera anche il padre), così come gli altri maschi adulti, in forza del tabù antipederasta, rifiutano rapporti sessuali con il bambino. In modo analogo, la madre e le donne adulte rifuggono dai rapporti sessuali con la bambina (anche se, in genere, esiste una maggiore intimità erotica tra madre e figlie/i che non tra padre e figli/ie). Inoltre, gli stessi rapporti sessuali e in particolare omosessuali tra bambini vengono repressi”. (Elementi di critica omosessuale pag 21 pdf http://www.mariomieli.net/wpcontent/upl ... ssuale.pdf ).

“Tra noi omosessuali, la propensione a formare coppie chiuse è molto meno forte che non tra gli etero: e i pregi della gaia promiscuità sono parecchi, anzitutto poiché essa apre il singolo alla molteplicità e alla varietà dei rapporti, e quindi positivamente gratifica la tendenza di ognuno al polimorfismo e alla «perversione», facilitando, di conseguenza, il buon andamento di ogni rapporto tra due persone (perché né l’uno né l’altro si avvinghia disperatamente al partner, pretendendo la sua rinuncia a rapporti totalizzanti contemporanei con altre/i). La lotta omosessuale rivoluzionaria propone il riconoscersi erotico e affettivo di ogni essere umano nella comunità e nel mondo: ognuno di noi è prisma, è sfera, è mobile, e, al di sotto e al di là delle contraddizioni attuali che ci oppongono e ci negano, ciascuno potenzialmente combacia con ogni altro, in una «geometria» reale-fantasiosa e intersoggettivamente libera, come un caleidoscopio mirabile cui si aggiungono, via via, nuove preziosissime pietre: i bambini e i nuovi venuti d’ogni sorta, i cadaveri, gli animali, le piante, le cose, i fiori, gli stronzi…” (Elementi di critica omosessuale pag 112 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf ).

“Ma la morale sessuale coercitiva reprime il piacere scatologico infantile e piega i bambini al modello prestabilito dalla società la cui struttura economica è sublimazione angosciata e coatta dell’Eros in generale e della coprofilia in particolare. L’educastrazione provoca in noi il disgusto per ciò che in tenera età suscitava grande piacere e interesse: il gusto del Lumpf si trasforma in complesso di Lumpf e la tendenza coprofila volge verso oggetti sostitutivi nella sfera del gioco e della sublimazione”. (Elementi di critica omosessuale pag 140 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf ).

“D’altro canto, se la lotta per la liberazione dell’omosessualità si oppone decisamente alla Norma eterosessuale, uno dei suoi obiettivi è la realizzazione di nuovi rapporti gay tra donne e uomini, rapporti totalmente alternativi rispetto alla coppia tradizionale, rapporti atti, fra l’altro, a un nuovo modo di generare gaio e di vivere pederasticamente con i bambini”. (Elementi di critica omosessuale pag 201 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/up ... ssuale.pdf ).

Sul sito del Circolo Maro Mieli si trova questo link:

http://www.puta.it/blog/wp-content/uplo ... _norma.pdf

Nella pagina Mario Mieli chi era costei che è il biglietto da visita dell’associazione, è riportato il link a un articolo di Francesco Paolo Del Re, intitolato “Mario Mieli, dinamite frocia contro la Norma”, in cui troviamo le seguenti parole:

“Altra grande rottura di senso è il riconoscimento della sessualità indistinta, gioiosa e vitale del bambino. Il bambino è, secondo Mieli, l’espressione più pura della transessualità profonda cui ciascun individuo è votato. È l’essere sessuale più libero, fino a quando il suo desiderio non viene irreggimentato dalla Norma eterosessuale, che inibisce le potenzialità infinite dell’Eros. Discorso eversivo e scomodo oggi più che mai, in una società attanagliata dal tabù che investe senza appello il binomio sessualità-infanzia, ossessione quasi patologica che trasforma il timore della pedofilia in una vera e propria caccia alle streghe.

Quello di Mieli è un monito a tenere bene a mente la vitale, originaria e prorompente sessualità infantile, in modo da non imbrigliarla nelle coercizioni della Norma, che genera inevitabilmente repressione, omofobia, violenza, discriminazione. Mieli non dà risposte, ma lascia aperti interrogativi di ordine etico sul ruolo castrante del sistema educativo (rappresentato dalla famiglia in primis) e sulle potenzialità ancora ignote di un Eros che, se lasciato libero di esprimersi, può fondare una società diversa da quella in cui viviamo. Sicuramente più libera.

Mieli potrebbe dunque offrire proficui spunti di riflessione nell’ambito della riflessione sulla genitorialità gay e in generale sulle famiglie alternative a quella tradizionale, all’ordine del giorno oggi: se la famiglia eterosessuale e monosessuale è il sigillo che imprime con forza il marchio della Norma sulla pluralità dei desideri del bambino, allora una famiglia non eterosessuale, ancorché monosessuale, potrebbe educare un figlio senza castrarlo, ci chiediamo, inculcando in lui i valori di una sessualità più vicina al potenziale transessuale originario?

Possono le nuove famiglie contribuire a rompere il circolo vizioso della normatività normalizzante e della normalità normativa? Alla Norma Mieli contrappone l’assunzione e la pratica di tutte le perversioni, che restituiscono agli individui la condizione originaria di transessualità, ovvero la libera e gioiosa espressione della pluralità delle tendenze dell’Eros. Le perversioni sono tappe inevitabili, lungo il cammino dell’Eros e dell’emancipazione per la rottura di ogni tabù. In quest’ottica va letta quella che forse è a tutt’oggi la più indigesta delle provocazioni di Mario Mieli: la trasformazione della rivendicazione del piacere anale in elogio della coprofagia, che è sia provocazione di ordine estetico, declinata in forma di performance teatrale, sia momento privato di esplorazione del desiderio.”

Nello stesso articolo allo stesso link si trova una descrizione della coprofagia di Mario Mieli.

“Il Mieli “alchemico” dell’ultima parte della sua vita narra un’esperienza magico-erotica che lo vede protagonista insieme al suo fidanzato: la celebrazione di un rito di “nozze alchemiche”, con la preparazione e l’assunzione di un pane “fatto in casa”, un dolce nel cui impasto confluivano non solo merda, sangue e sperma, ma anche ogni altra secrezione corporale, dalle lacrime al cerume. Perché? “L’abbiamo mangiato – dice Mieli – e da allora siamo uniti per la pelle. Pochi giorni dopo le “nozze”, in una magica visione abbiamo scoperto l’Unità della vita. Era come se non fossimo due esseri disgiunti, ma Uno; avevamo raggiunto uno stato che definirei di comunione”. Questa comunione vuole essere testimonianza e annuncio dell’avvento di un’armonia che, attraverso la liberazione dell’Eros, costituisce una nuova “età dell’oro” ”.

Che i cittadini italiani leggano e decidano. E dopo che hanno letto decidono che è giusto che il Circolo Mario Mieli amministri denaro pubblico per svolgere funzioni pedagogiche e sanitarie possono essere lieti: in Italia questo succede. Se decidono che è sbagliato, che la loro indignazione diventi azione.

Silvana De Mari.




Pedofilia, Giovanardi (Idea - Popolo e Libertà): "Gravissimo attentato alla libertà di pensiero"
Rinvio a giudizio per Silvana De Mari


https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... liberta-di

"Il rinvio a giudizio a Torino della dott.ssa Silvana De Mari costituisce un gravissimo attacco alla libertà di pensiero garantita dalla nostra Costituzione". Lo dichiara Carlo Giovanardi (Idea - Popolo e Libertà). "La De Mari - prosegue - querelata per diffamazione dal circolo omosessuale Mario Mieli, dovrà rispondere di una opinione esattamente coincidente con quella espressa dai senatori Giovanardi, Gasparri, Malan e Formigoni che, nell’atto di sindacato ispettivo n. 2-00295, pubblicato negli atti della seduta 549 del 5 agosto 2015 del Senato della Repubblica, scrivevano: “A giudizio degli interpellanti, la pedofilia e la pederastia sono dunque parte essenziale del pensiero di Mario Mieli, all’interno di un quadro dove, così come l’omosessualità e gli altri comportamenti, non costituiscono condotte da tollerare o da comprendere, ma un aspetto indispensabile all’emancipazione dell’individuo e della società; se si tolgono questi assunti dall’opera del “filosofo” scomparso non resta quasi nulla”.

"Ricordo - continua Giovanardi - che nel Capitolo 1,8 del libro di Mario Mieli “Elementi di critica omosessuale” l’autore scriveva: “Noi, sì, possiamo amare i bambini, possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo accogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega calando sul suo erotismo la griglia edipica… la pederastia invece’ ‘è una freccia di libidine scagliata verso il feto’”.

"È evidente - conclude - che ormai suona forte l’allarme democratico se chi ha criticato un circolo che ha scelto di intitolarsi questo personaggio si trova addirittura messo sotto processo".



LA GAYSTAPO ?- In Italia non si può criticare un circolo che ha scelto di intitolarsi "Mario Mieli", perché si va sotto processo. Infatti, il rinvio a giudizio a Torino della dottssa Silvana De Mari, querelata per diffamazione dal circolo omosessuale Mario Mieli, costituisce un gravissimo attacco alla primaria delle libertà!
Leggete i contenuti sul sito, please! Per far prima, il Cap. 1,8 del libro di Mario Mieli “Elementi di critica omosessuale”: “Noi, sì, possiamo amare i bambini, possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo accogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega calando sul suo erotismo la griglia edipica… la pederastia invece’ ‘è una freccia di libidine scagliata verso il feto’”. Ricordo a tal proposito nel 2015 l'accorata interpellanza al ministro Giannini dei senatori MALAN, GIOVANARDI, GASPARRI, FORMIGONI: «Che apporto può dare il circolo ai docenti, studenti e famiglie? Quale influenza ha avuto su importanti documenti governativi destinati alle scuole?"
Si trattò di un’ampia e documentata interpellanza al ministro dell’istruzione Giannini e al presidente del consiglio Renzi, in quanto referente del Dipartimento pari opportunità. Ebbene, il circolo in questione è accredidato presso l'UNAR ed è una delle 29 associazioni che ha partecipato al gruppo nazionale di lavoro istituito dall’Unar, appunto, presso il Dipartimento Pari Opportunità per la stesura della “Strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015)”. Lo stesso Unar si occupa ormai quasi esclusivamente di Lgbt - quando invece la legge gli assegnerebbe il compito di contrastare la discriminazione razziale- e lo fa considerando interlocutori privilegiati un gruppo di associazioni Lgbt, al punto da chiederne ufficialmente l’accreditamento presso il Miur come enti di formazione.
I diritti distorti entrano nella Scuola, di fatto monopolio statale, a gamba tesa ignorando libertà di opinione, educativa e famiglie! TUTTI FIGLI DELLO STATO! - ndigiovanni Rete Liberale Scuola Libera



Silvana De Mari: «Vi racconto il mio processo. La mia difesa»
Americo Mascarucci

https://www.notizieprovita.it/senza-cat ... mia-difesa

Un processo alla libertà d’informazione e al diritto di “pensarla diversamente”. In questo si sta sostanzialmente concretizzando il processo per diffamazione contro Silvana De Mari, scrittrice di libri fantasy, blogger e medico chirurgo, querelata dalle associazioni Lgbt per aver espresso giudizi “politicamente scorretti” sull’omosessualità. Il suo processo sta diventando un evento mediatico a tutti gli effetti. Sono diverse le personalità del mondo politico che la stanno sostenendo, da Carlo Giovanardi a Gaetano Quagliariello fino a Eugenia Roccella e molti altri: la difendono psichiatri come Alessandro Meluzzi, diversi esponenti del mondo cattolico come Luigi Amicone e Assuntina Morresi, testate giornalistiche come La Verità di Maurizio Belpietro, associazioni impegnate nella difesa dei temi etici, fra cui Pro Vita e Generazione Famiglia. Una sua condanna infatti rischierebbe di far passare un messaggio molto pericoloso, ossia che non possa esistere alcuna opinione contraria all’ideologia gender, laddove questa per esempio si ostina a voler “imporre” un’origine genetica all’omosessualità, o a negare che da questa condizione si possa uscire.
Dottoressa, come sta andando il processo?

«Abbiamo concluso la parte istruttoria che a mio giudizio è andata molto bene, visto che sono riuscita a spiegare le mie ragioni. Ora ci sarà la parte della discussione prevista il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia».
Quali sono state le ragioni che ha esposto?

«Ho in pratica spiegato i motivi per cui ho fatto determinate dichiarazioni. Ho anche portato del materiale e ho illustrato per l’ennesima volta l’esatto significato del termine pedofilia. Ho ribadito che si tratta di un orientamento sessuale caratterizzato dall’attrazione per i minori, ma che non significa mettere le mani sui bambini. Quindi una persona è da ritenersi un pedofilo nel momento stesso in cui manifesta preferenze sessuali per i minori indipendentemente dal fatto che abusi o meno di loro. Conosco bene cos’è la pedofilia visto che l’ho studiata e su di essa ho sostenuto due esami, mentre questa parola non compare nemmeno una volta sul codice penale. Quando ho detto che l’omosessualità non è congenita e non è genetica, e quindi si può smettere di essere gay, ho soltanto affermato delle verità scientifiche. Quando sostengo che certe malattie sono più alte nella comunità omosessuale che altrove, sto rivelando una verità statisticamente dimostrata, al di là di ogni ragionevole dubbio, che peggiora anno dopo anno».
Quindi in sostanza cosa le viene contestato?

«Il movimento Lgbt vuole imbavagliare la libertà di opinione e lo sta facendo contestando le mie parole che preferisco non ripetere almeno fino a giudizio concluso».
Come si sente? Ottimista?

«Penso ci siano delle speranze, ma la cosa più interessante è che grazie a queste denunce il messaggio che volevo veicolare nell’opinione pubblica sta rimbalzando come speravo. Di questo sono molto soddisfatta. Il mio processo non è soltanto un processo contro la libertà di parola ma anche contro la libertà di scelta. Il decalogo che la comunità Lgbt ha ad esempio imposto all’ordine dei giornalisti, al punto 8 stabilisce che ogni giornalista è chiamato a definire luogo comune qualsiasi riferimento alla necessità che il bambino abbia un papà e una mamma perché la scienza ha dimostrato il contrario. Questo è assolutamente falso. Negli Usa sono state bloccate le ricerche scientifiche sulla modificazione dell’orientamento omosessuale, sono vietate per legge.
È un processo anche contro la libertà di fede. Se qualcuno osasse oggi riportare ad alta voce le affermazioni che Santa Caterina da Siena dichiara di aver ricevuto direttamente da Gesù Cristo, in molte nazioni rischierebbe il carcere».
Tante persone la stanno sostenendo in questa battaglia, cosa si sente di dire loro?

«Che le benedico con tutto il cuore. Benedico tutti coloro che sono venuti a sostenermi in Tribunale, i tanti che stanno pregando per me, quelli che stanno addirittura raccogliendo soldi per supportare la mia causa, le persone che mi scrivono per farmi coraggio. Senza di loro forse non ce l’avrei fatta a sopportare tutto questo».
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » lun feb 19, 2018 10:16 pm

"Mia figlia non è maschio": sospesa la patria potestà
Benedetta Frigerio
19/02/2018

http://lanuovabq.it/it/mia-figlia-non-e ... Y.facebook


Dopo decenni di martellamento ideologico, un tribunale dell'Ohio ha sospeso la potestà genitoriale di una famiglia in disaccordo con chi vuole risolvere i problemi psicologici della figlia, che si pensa un maschio, con i trattamenti ormonali. Ma qual è il vero obiettivo di un potere che asseconda i disagi anziché provare a risolverli?

Sono circa trent’anni che nei programmi, obiettivi e conferenze “educative” degli enti internazionali la famiglia non viene più citata, ma vista anzi come un ostacolo alla libertà di scelta dei figli. Così dopo decenni di martellamento ideologico che parte dalla concezione erronea di libertà ormai assunta per osmosi dalla maggioranza degli occidentali che si illude di essere in grado di autodeterminarsi, una famiglia si è vista sospendere la potestà genitoriale sulla figlia perché in disaccordo con chi voleva risolvere i suoi problemi psicologici con trattamenti ormonali per il cambiamento di sesso.

Già negli anni Settanta si cominciò a parlare di programmi di “educazione tra pari”, per entrare nelle scuole ad insegnare la sessualità ai piccoli, la contraccezione, l’aborto e il sesso libero, fino ad arrivare alle leggi odierne (come quelle canadesi) che riconoscono un presunto "diritto sessuale" e anche "religioso" dei bambini a cui le famiglie devono obbedire se non vogliono essere denunciate. Sappiamo che anche l'UNICEF o l'UNFPA ormai parlano dei "diritti sessuali e riproduttivi" come "diritti dei bambini", così come l'Oms che caldeggia l'educazione sessuale fin dall'asilo.

Una mentalità ormai tanto diffusa da portare un tribunale dell'Ohio a sospendere la potestà genitoriale dei genitori di una diciassettenne che si identifica come un uomo e la cui famiglia è in causa con gli “esperti” del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, convinti che debba essere sottoposta a terapia ormonale. Questi ultimi hanno infatti testimoniato contro il padre che si rifiutava di chiamare la figlia con un nome maschile, identificando la causa dei pensieri suicidi della minorenne con tale rifiuto di confermarla nel suo stato mentale confuso e ferito.

Ma la ragazza era già stata ricoverata a 15 anni a causa di una depressione e di una cosiddetta “disforia di genere”, definita dall’American Psychiatric Association (Apa) come “un conflitto fra il sesso biologico della persona e il genere con cui si identifica”. Com’è possibile allora che un “conflitto”, come lo chiama la stessa Apa, ora venga risolto non tanto cercando la causa che lo genera bensì assecondandolo? Non sarebbe un po’ come dire a chi è convinto di essere un gatto, di poterlo curarlo mettendogli la coda?

Eppure la giovane ora è sotto la custodia legale dei servizi sociali della contea di Hamilton che hanno stabilito che debba vivere temporaneamente a casa dei nonni, i quali hanno deciso di assecondarla nel suo credersi un uomo: “Pensiamo che i nonni siano quelli con una mentalità e una volontà più aperte”, ha perciò dichiarato l’avvocato rappresentante della diciassettenne, Paul Hunt. Pertanto la Corte sta pensando di trasferire a loro la custodia legale. I medici sostengono, infatti, che la ragazzina starebbe meglio da quando ha cominciato la terapia psicologica, ma che occorrerebbe procedere immediatamente ai trattamenti ormonali per ridurre il rischio di suicidio.

Non importa se i genitori hanno dichiarato di amare la figlia, per cui dicono di soffrire, essendo disposti a lasciarla vivere dai nonni, ma domandando che almeno non si proceda con i bombardamenti ormonali. Dato che, ha spiegato Karen Brinkman, avvocato dei genitori, “questa ragazzina non è in grado di prendere ora una decisione che potrebbe alterare tutta la sua vita”. Solo per questo i genitori chiedono che sia riconosciuta la loro potestà genitoriale, “così da prendere le decisioni mediche che ritengono essere le migliori per la loro figlia fino al compimento dei 18 anni”. Ovviamente la famiglia è stata attaccata dall’avvocato dell’ospedale, Donald Clancy, perché secondo lui ciò che li spinge è solo il credo religioso (come se questo fosse per forza irragionevole e sbagliato): “Il padre - ha continuato Clancy - ha dichiarato che ogni cambiamento di sesso va contro ciò in cui crede e che lasciare che la ragazzina avvii la transazione è come strappargli il cuore dal petto”. L’uomo ha poi, ragionevolmente aggiunto, che assecondare la figlia significherebbe alterare la percezione della realtà anche dei suoi fratelli.

Brinkman ha quindi replicato sul fatto che la motivazione dei genitori non combacia solo con la loro fede ma con una ricerca fatta di “contatti con professionisti del settore medico con migliaia di ore di ricerche, con l’osservazione della loro figlia”, convincendoli che “un trattamento ormonale le farebbe più bene che male”. Ma secondo l’accusa la famiglia sarebbe persino colpevole di averla traumatizzata, iscrivendola ad una scuola cattolica dove veniva chiamata con il suo nome di battesimo. Persino i documenti legali le recherebbero “un trauma”. L’avvocato dei nonni spinge quindi per il cambiamento dei documenti.

Insomma, da quando i figli sono diventati dello Stato, prima attraverso campagne martellanti di sessualizzazione fuori da ogni limite, diffuse grazie alla presenza invasiva dei media e dalle scuole, chi osa rispettare la realtà, convinto che un desiderio non corrisponda necessariamente ad essa, viene privato dei suoi diritti fondamentali. I nuovi nemici dello Stato dunque non sono tanto le famiglie in generale, o come un tempo stabiliva il diritto minorile quelle che vanno oggettivamente contro il bene dei ragazzi, ma quelle che non concepiscono la libertà come un assoluto senza vincoli.

Resta però una domanda: perché allora non togliere la patria potestà anche a quei genitori di figlie anoressiche che non le assecondano nella loro convinzione di non dover mangiare perché si sentono grasse, ma che cercano anche tramite una terapia di aiutarle ad accettare la realtà e ad amarsi senza fuggire da se stesse? Forse perché in realtà l’interesse del potere non è tanto quello di assecondare ogni delirio, ma di farlo quando questo serve alla destrutturazione dell’identità più profonda della persona, raggiunta primariamente attraverso la sessualizzazione libera dei bambini (coronamento del potere sugli indifesi cominciato prima con l’aborto e che ora si spinge verso la pedofilia) e l'abolizione della fede cristiana che si oppone alla sovversione della creazione.


Gender una schifosa violazione dei diritti umani
viewtopic.php?f=181&t=1634
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » sab mar 17, 2018 6:25 pm

Giovane omosessuale muore in un incidente stradale: negata la donazione degli organi
di Stefania Manservigi

https://www.ilgazzettino.it/esteri/nuov ... 11093.html

A un ragazzo di 24 anni, in Nuova Zelanda, è stata negata la possibilità di donare gli organi. Motivo? La sua omosessualità.

E’ la storia di Corey Eteveneaux, vittima di un incidente stradale, che per quattro giorni ha combattuto tra la vita e la morte in un letto di ospedale. La madre e il suo compagno sono stati avvisati subito delle sue condizioni critiche di salute e del fatto che, per lui, non ci sarebbe stata nessuna possibilità di sopravvivenza. A quel punto la madre, con l’intenzione di rispettare quella che era la volontà del figlio, ha deciso di dare la sua disponibilità alla donazione delle valvole cardiache e delle cornee del figlio.

L’autorizzazione a procedere, però, è stata negata dai medici dell’ospedale o, per meglio dire, dalla legge.

La legge neozelandese, infatti, vieta agli uomini che abbiano avuto rapporti di natura omosessuale negli ultimi 12 mesi di donare tessuti o sangue. Una legge discriminatoria, che è stata già rivista un paio di volte: inizialmente il periodo di astinenza richiesto era nel 2008 di 10 anni, ridotto a 5 nel 2014 fino ad arrivare ai 12 mesi attuali.

La scelta deriva dalla necessità di tutelare il potenziale ricevente: il dottor Richard Charlewood, direttore sanitario della Banca dei tessuti della Nuova Zelanda, Blood Service, ha spiegato che la legge non vuole discriminare gli omosessuali in quanto tali, ma escludere dalla donazione quelle persone (anche eterosessuali) che hanno avuto attività considerate ad alto rischio.

Charlewood ha inoltre spiegato che l'infezione da HIV è stata riscontrata prevalentemente in due gruppi persone in Nuova Zelanda: nei tossicodipendenti e negli uomini che hanno fatto sesso con altri uomini.

La decisione ha comunque fatto discutere, riaprendo il dibattito nel paese su quella che è di fatto una legge controversa, e spiazzando la madre e il compagno di Corey che non sono riusciti a realizzare le ultime volontà del ragazzo.

«Alla fine mi hanno detto che rifiutavano la donazione perché era omosessuale – ha spiegato a Stuff la madre – Era giovane ed era in forma, tutto ciò non ha senso. Ci sono persone che soffrono e in stato di bisogno e Corey avrebbe potuto aiutarle».

Corey aveva una relazione stabile da due anni con il suo compagno, Daniel Jacobs, ed entrambi si erano sottoposti all’inizio al test dell’HIV, risultando negativi. Risultato che, tuttavia, non è bastato.
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Re: Coki-cokeria, veła, xmoca, gay e altre stranbarie

Messaggioda Berto » lun mar 19, 2018 11:25 am

"È vietato dire mamma". Ecco il nuovo diktat della compagnia aerea
Marco Gombacci - Mar, 13/03/2018

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/vie ... 04791.html

La compagnia aerea australiana Qantas vieta ai propri piloti e assistenti di volo di utilizzare parole come “mamma”, “papà”, “marito” e “moglie” perché considerate sessiste, inappropriate e offensive per la comunità Lgbt

Le frontiere del politicamente corretto questa volta spiccano il volo. La compagnia aerea australiana Qantas vieta ai propri piloti e assistenti di volo di utilizzare parole come “mamma”, “papà”, “marito” e “moglie” perché considerate sessiste, inappropriate e offensive per la comunità Lgbt.

La direzione della compagnia australiana ha distribuito ai suoi dipendenti un documento in cui invita a non utilizzare parole come “marito e moglie” o “mamma e papà” e sostituirle con termini quali “partner” o “genitori” considerati un linguaggio neutrale e non discriminatorio.

“Siamo orgogliosi di avere una lunga tradizione di promozione dell’inclusione sociale tra i nostri dipendenti e clienti. Abbiamo sempre supportato l’uguaglianza tra i generi, i matrimoni tra le coppie dello stesso sesso e i diritti degli indigeni”, racconta Lesley Grant, un dirigente della Qantas. “L’utilizzo ad esempio della parola 'chairman' può sottintendere che i capi siano sempre dei maschi”, continua il dirigente, responsabile del dipartimento “People & Culture”.

Il documento invita anche gli uomini a evitare il fenomeno del cosiddetto “manterruptions” ossia i maschi che interrompono le donne mentre parlano. Non ci è dato sapere se il divieto valga anche al contrario ossia quando sono le donne ad impedire agli uomini di continuare un discorso.

Il primo ministro australiano Tony Abbot ha immediatamente liquidato tale scelta aziendale come una buffonata: “Il politicamente corretto ha superato ogni limite”, ha detto il politico conservatore. “Se la Qantas volesse veramente dare un buon servizio ai propri clienti, potrebbe abolire il suo dipartimento di inclusione sociale e salvare così dei soldi. È folle pensare che si abbia bisogno di una polizia del pensiero aziendale”, ha concluso Abbot.

La ricerca del linguaggio “gender-neutral” si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo. Il leader di questo movimento è il tanto osannato Justin Trudeau che ha addirittura eliminato tutte le parole maschili dall’inno del Canada per evitare qualsiasi discriminazione di genere e poche settimane fa ha redarguito una ragazza per aver utilizzato il termine “mankind” invece del più inclusivo “peoplekind”.

La metropolitana di Londra ha vietato il classico annuncio dagli altoparlanti “Signore e signori” per il più generico “buongiorno a tutti” per rispettare anche gli altri gender, a Malta si è deciso di rilasciare passaporti gender-neutral dove oltre a “maschio” o “femmina” si potrà anche optare per il “gender X”. Anche i media stanno diffondendo la cultura gender neutral; ha fatto scandalo l’emittente britannica BBC che ha perfino utilizzato dei bambini come cavie per dimostrare la teoria gender.

Il Vaticano si è fermamente opposto a questo nuovo fenomeno. Papa Francesco ha dichiarato che la "teoria gender è una colonizzazione ideologica" e che l’utopia del “neutro” rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita.”

La prossima frontiera sarà istituire delle toilette pubbliche obbligatoriamente gender-neutral. La proposta è già stata avanzata in Olanda e Inghilterra ma a riguardo si sono sollevate delle critiche da parte di alcuni gruppi di donne che si sono ribellate all’idea di entrare nel pantano dei bagni pubblici maschili. Come dargli torto?


Gender una schifosa violazione dei diritti umani
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