Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » sab feb 03, 2018 10:43 pm

Il suicidio della cultura occidentale
Adriano Angelini Sut
Conversazione con Giulio Meotti
03/02/2018

http://www.atlanticoquotidiano.it/quoti ... ccidentale

Giulio Meotti è giornalista del Foglio e autore di diversi libri di approfondimento politico e geopolitico. “Il suicidio della cultura Occidentale. Perché l’Islam radicale sta vincendo”, pubblicato da Lindau, è il suo ultimo lavoro.

ADRIANO ANGELINI SUT: Partiamo dal titolo, drammatico se vogliamo. E’ davvero così? Tu dici, l’Occidente è ancora forte militarmente ma si è suicidato culturalmente. Ma questo vuol dire una sua schizofrenia interna. E come se ne esce?

GIULIO MEOTTI: Soltanto ritrovando la fede nella cultura occidentale fondata sull’Illuminismo e l’umanesimo di matrice giudaico-cristiana. Il primo è oggi tradito via da una laicità floscia e schizofrenica, che aggredisce il cristianesimo ma porge il fianco all’Islam. Voltaire si fa valere soltanto contro il cattolicesimo. Il secondo è insidiato a morte da un “politeismo dei valori” post-sessantottino. Non combatti qualcosa con il niente.

AAS: Perché hai dedicato l’apertura del libro al Festival Burning Man che si svolge ogni anno in Nevada?

GM: Perché l’edonismo è la nuova religione contemporanea e il Burning Man lo celebra senza imbarazzo. Lo spiega bene D.F Wallace nel suo capolavoro, “Infinite Jest”. In occidente sta sorgendo una enorme “classe inutile” dedita soltanto a coltivare il piacere fisico ed emotivo. Ci siamo ubriacati di piacere e di diritti che non sappiamo più nemmeno perché difenderli quando finiscono sotto attacco. Ma come faranno i transumanisti a convincere un miliardo e mezzo di musulmani a dedicarsi alla felicità, all’orgasmo e alla pace dei sensi? E’ lo scontro fra l’Occidente transumanista che vuole costruire qui il suo paradiso e una antica religione che persegue la beatitudine nell’aldilà delle 72 vergini, fra l’“Homo Deus” e la soumission, fra la società del piacere eterno e la civiltà della vita eterna, fra l’edonista e il martire. E’ una obsolescenza culturale che ha partorito un essere umano dal ventre molle, che rifugge dalle sue responsabilità storiche. È la Spagna di Zapatero, che dopo le stragi di Atocha si ritira dall’Iraq e si getta nelle braccia di un nichilismo spaventoso.

AAS: Oggi i paesi del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) sembrano gli unici ad aver compreso appieno il pericolo islamista e hanno dato non solo una forte stretta all’immigrazione proveniente dai paesi a rischio radicalizzazione ma al suo interno le destre che si rifanno alla tradizione cattolica sembrano aver riconquistato posizioni (alcune frange, c’è da dire, con posizioni antisemite piuttosto discutibili e pericolose). Per questo, la solita sinistra salottiera, tramite i suoi giornali à la page, li accusa di xenofobia e razzismo. Tu credi che anche l’Italia, uno dei paesi più esposti all’immigrazione, dovrebbe seguire il loro esempio?

GM: Il nucleo di Visegrad si fonda sull’identità, sulla riscoperta delle radici e su una certa sfrontatezza post-comunista allergica al pensiero unico, ieri di Mosca e oggi di Bruxelles. Non vedo questi meccanismi in atto in Italia. Noi siamo un grande bacino di indifferenza. Paradossalmente la battaglia si gioca nei paesi più islamizzati, come la Francia, dove ancora resistono sacche di rivolta intellettuale, nei giornali, nei libri, nella politica, persino fra i cattolici.

AAS: Mi ha colpito, nell’introduzione, l’affermazione dell’ex ministro dell’Istruzione polacca, Ryszard Legutko, che riporto: “L’analfabetismo culturale non ha aperto le menti delle nuove generazioni; al contrario, le ha chiuse a un livello difficile da immaginare anche mezzo secolo fa. La nostra libertà è notevolmente diminuita ma noi, avendo accettato senza riflessione la retorica prevalente, riteniamo che sia cresciuta. L’uomo nuovo non tollera alcun dissenso.” Ecco, io sono molto d’accordo su questo e anche preoccupato. Che mi dici delle nuove generazioni?

GM: I millennials sono i “fiocchi di neve”, una generazione placida e comica che non sa più perché democrazia, stato di diritto, capitalismo e cultura occidentale siano meglio delle alternative. Vogliono “spazi sicuri” che li mettano al riparo dalla concorrenza delle idee. Vivono in una nicchia orrenda di luoghi comuni e di pensiero debole ma che è fortissimo nell’industria culturale.

AAS: Io sono convinto di una cosa. Il nostro stile di vita si difende con l’ordine pubblico e il blocco totale dell’immigrazione e, lì dove serve, qualche bel regime change in stile neocons nei paesi che Trump ha giustamente definito shithole; davanti a noi (e questo è il mio parere) non abbiamo affatto persone ragionevoli e accomodanti, ma eredi dei conquistatori arabi dei secoli scorsi, il cui DNA non è mai cambiato; in una sorta di drammatico stallo evolutivo. Tu pure fai riferimento al fatto che il nostro stile di vita lo difendiamo a chiacchiere. Ci ricordi qualche bell’esempio di chiacchiera?

GM: I concerti al Bataclan di Sting, le candele, gli orsacchiotti, gli slogan come “Je suis Charlie”, le veglie, le marce, i fiori, le dichiarazioni altisonanti come “non cederemo al terrore”. Sono manifestazioni di una cultura del rimorso e della disfatta in cui, di fronte al massacro islamista, non abbiamo niente da contrapporre. Siamo fermi alla caccia alle cellule terroristiche, siamo diventati bravi in questo, ma la guerra si vince ideologicamente. E quella la stiamo perdendo.

AAS: Un’ultima riflessione. Con l’immigrazione islamica in Europa ritorna l’antisemitismo che sembrava sconfitto dopo il Nazismo. Carl Lagerfeld, il noto stilista tedesco, nel novembre scorso ha giustamente affermato che questo tipo di immigrazione è un affronto alle vittime dell’Olocausto, accusando le folli politiche di accoglienza messe in pratica dal governo tedesco di Angela Merkel. Tu racconti molto bene quanto sta avvenendo non solo in Germania, ma soprattutto in Francia. Ti faccio una domanda provocatoria. Davvero queste politiche immigrazioniste sono legate soltanto al nostro ridicolo senso di colpa che ci spinge ad aprire le braccia perfino ai nostri carnefici, oppure alle semplici necessità pratiche di forza lavoro, o c’è dell’altro?

GM: Forza lavoro e pensioni sono soltanto delle scuse. All’origine della crisi migratoria c’è l’incapacità occidentale di “tenere duro”, di non cedere alle sirene di un facile umanitarismo che serve, politicamente, soltanto a produrre consenso a buon mercato. E c’è l’idea di sinistra che vede nell’immigrato il nuovo proletariato. Hanno perso tutto, dal comunismo alla classe operaia. Restano loro soltanto le minoranze, culturali e religiosi. E la vecchia decostruzione della cultura di matrice post-marxista.



Soumission, la Francia di Macron – Italia Israele Today
2 febbraio 2018
Giulio Meotti

http://www.italiaisraeletoday.it/soumis ... -di-macron

Di recente, ad Abu Dhabi, i membri della vittoriosa squadra nazionale israeliana di judo sono stati costretti a salire sul podio senza inno e bandiera. Pochi giorni dopo, il presidente francese Emmanuel Macron è arrivato ad Abu Dhabi, dove ha denunciato coloro che dicono che “l’Islam costruisce distruggendo gli altri monoteismi”. Macron non ha alzato un sopracciglio in merito all’antisemitismo e al razzismo mostrato dalle autorità degli Emirati Arabi. E ha semplicemente elogiato l’Islam in un paese che punisce con la morte quei musulmani che si convertono al Cristianesimo o che professano l’ateismo.

Alla base navale francese di Abu Dhabi, l’8 e il 9 novembre, rivolgendosi ad alcuni uomini d’affari, Macron ha insistito sull’importanza dell’alleanza con gli Emirati Arabi Uniti (EAU) come “partner essenziale con cui condividiamo la stessa visione della regione e ovvi interessi comuni”. Tale effusione sembra più del solito linguaggio della diplomazia. Macron mostra ora una empatia e un impegno strategico per il mondo arabo-islamico. Quest’affermazione è un preludio alla sottomissione?

Lungi dal difendere i valori giudaico-cristiani sui quali è fondata la Francia, l’Occidente e l’Europa stessa – come le libertà individuali, la libertà di espressione, la separazione tra Chiesa e Stato, nonché l’uguaglianza davanti alla legge – il presidente Macron di recente si è lanciato in un panegirico sull’Islam davanti ai dignitari arabi-musulmani.

Il 7 dicembre, Macron si è recato in Qatar; l’anno prossimo, visiterà l’Iran e si tratterebbe del primo viaggio di un capo di Stato francese nella Repubblica islamica dal 1971. A Doha, Macron e il Qatar hanno firmato contratti per circa 12 miliardi di euro. E lì, in un paese che ha promosso apertamente l’antisemitismo nella fiera internazionale del libro di Doha, Macron ha ripetuto di disapprovare la decisione del presidente americano Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele.

Pochi giorni dopo, alle Nazioni Unite, l’ambasciatore del presidente francese ha votato con i regimi arabi e islamici e questo è stato un brutale tradimento dell’unico alleato democratico dell’Europa in Medio Oriente: Israele. In una sola settimana, la Francia ha votato due volte a favore di risoluzioni promosse dai paesi arabi contro la decisione degli Stati Uniti di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, prima al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e poi alla sua Assemblea Generale. Come ha detto il viceministro israeliano per la Diplomazia Michael Oren: “Le Nazioni Unite negano i legami di Israele con Gerusalemme”. Ma i legami di Macron con il mondo arabo islamico sembrano molto forti.

Tornato a Parigi, Macron ha accolto re Abdullah II di Giordania nel palazzo presidenziale e ha elogiato il ruolo di Amman di “guardiano” dei luoghi santi di Gerusalemme. Ma l’obiettivo del sovrano giordano è un altro. Come afferma apertamente, Abdullah II vuole impedire la “giudaizzazione di Gerusalemme” – il che significa combattere la sovranità israeliana sulla città santa.

Durante il suo recente viaggio in Algeria, Macron, il primo capo di Stato nato dopo la guerra di Algeria, ha definito i 132 anni di colonizzazione francese nel paese maghrebino come un “crimine contro l’umanità”.

Il presidente francese non ha avuto parole di orgoglio per ciò che i francesi hanno fatto o si sono lasciati alle spalle in Algeria. In un apparente gesto di riconciliazione, Macron ha detto di essere “pronto” a rimpatriare in Algeria i teschi dei combattenti algerini uccisi dall’esercito francese intorno al 1850, che sono esposti al Musée de l’Homme di Parigi.

È stato questo, dunque, il bilancio dei recenti viaggi frenetici di Macron nel mondo arabo: contratti sontuosi, parole di scuse agli islamisti, pentimento del passato coloniale francese e silenzio sull’antisemitismo e l’Islam radicale.

E intanto, in Francia, le autorità erano troppo impegnate a smantellare il retaggio giudaico-cristiano. Il Consiglio di Stato francese ha ordinato di recente la rimozione di una croce da una statua che raffigura Papa Giovanni Paolo II, in una cittadina della Bretagna, perché la croce avrebbe violato il principio di laicità.

Il Conseil d’État, la più alta corte amministrativa francese, ha stabilito che la croce violava una legge del 1905 che impone la separazione tra Chiesa e Stato. In seguito, lo stesso Consiglio di Stato ha decretato la demolizione del presepe allestito nella sala municipale della cittadina di Béziers.

Poi, l’inviato speciale di Macron, Stéphane Bern – il quale ha il compito di studiare i modi per salvaguardare il patrimonio francese – ha proposto di far pagare l’ingresso nelle cattedrali e nelle chiese francesi, come se fossero musei.

Qualche giorno dopo, però, il presidente francese Macron ha mostrato la disparità di criteri e la vuota retorica di questa “laicità”. Le autorità francesi hanno consentito ai musulmani della comunità locale di Clichy La Garenne, alla periferia di Parigi, di pregare in strada.

Per questo motivo un centinaio di politici e amministratori francesi hanno manifestato le loro proteste contro questa decisione. “Lo spazio pubblico non può essere occupato in maniera irregolare”, ha detto Valérie Pécresse, presidente del consiglio regionale dell’Ile-de-France.

È proprio questa la tragica impasse della pseudo “laicità” francese: consente le espressioni pubbliche della religione islamica in Francia, ma vieta quelle cristiane.

A Parigi, l’Arabia Saudita, un punto focale della politica estera di Macron, è impegnata in questi giorni a promuovere delle “iniziative culturali”.

L’Arabia Saudita è stata coinvolta nella ristrutturazione dell’Institut du Monde Arabe, di Parigi. Jack Lang, direttore dell’istituto, ha scoperto una targa di ringraziamento all’Arabia Saudita per la donazione di cinque di milioni di euro fatta dal regno saudita all’istituto.

Poi, nella cattedrale di Notre-Dame de Paris, il luogo di culto più importante per i cattolici francesi, si è svolto un evento insolito. Sotto le sue immense volte, un gruppetto di uomini con i tradizionali abiti sauditi ha ammirato le sculture lì presenti. La delegazione era guidata da Mohammed al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana Mondiale, nominato circa un anno fa a capo di questa organizzazione, con sede alla Mecca e dedita alla promozione dell’Islam nel mondo.

Come ha osservato il quotidiano La Croix “l’Arabia Saudita è uno dei paesi musulmani più conservatori del mondo. Nessuna religione all’infuori dell’Islam è riconosciuta lì. Il clero, se non islamico, non ha il diritto di esercitare pratiche religiose e la costruzione di luoghi di culto diversi dalle moschee è proibita”.

Quindi, le autorità cristiane francesi stanno aprendo i loro luoghi più sacri agli islamisti – come fanno con tutti. Questi sauditi, però, proibiscono ad altri di praticare la propria fede in Arabia Saudita. Questo è il “suicidio francese”, come avverte Éric Zemmour nel suo libro più famoso, Le suicide français.

Il principe ereditario saudita ha acquistato il mese scorso a un’asta di Christie’s il dipinto di Leonardo da Vinci “Salvator Mundi” per la cifra record di 450 milioni di dollari. Poi, gli Emirati Arabi Uniti hanno twittato che l’opera “sta arrivando al Louvre di Abu Dhabi”, di recente inaugurato da Macron. Cos’altro venderà del proprio patrimonio l’Europa?


Gino Quarelo
G.M. ha scritto:
GIULIO MEOTTI: Soltanto ritrovando la fede nella cultura occidentale fondata sull’Illuminismo e l’umanesimo di matrice giudaico-cristiana. Il primo è oggi tradito via da una laicità floscia e schizofrenica, che aggredisce il cristianesimo ma porge il fianco all’Islam. Voltaire si fa valere soltanto contro il cattolicesimo. Il secondo è insidiato a morte da un “politeismo dei valori” post-sessantottino. Non combatti qualcosa con il niente.


Gino Quarelo

Alcune osservazioni:

La fede nella cultura occidentale per essere valida deve essere ragionevole, credibile, giusta, coerente, logica:

1) siamo sicuri che l'illuminismo europeo sia compatibile con il presunto umanesimo di matrice giudaico-cristiana?
2) siamo sicuri che vi sia compatibilità e che non vi sia invece contrasto e incoerenza tra l'illuminismo (...) e il il presunto umanesimo cristiano rappresentato dalla conflittualità tra le chiese cristiane e dalle posizioni assunte dalla Chiesa Cattolica con il suo Papa Bergoglio e con tutta una certa tradizione cattolica?

3) siamo sicuri che questa matrice giudaico-cristiana sia cosa coerente e buona e non invece incoerente e conflittuale?
4) siamo sicuri che il cristianismo sia veramente umanesimo? E non invece una idolatria deista o teista o idolismo, in cui l'uomo e la sua umanità/divinità naturali, responsabilità e libertà sono invece sacrificate a un idolo celeste umanizzato, sia pure in una forma apparentemente più umana di quella mostruosa di Maometto?
Gesù Cristo pare più un fanatico, un dio incarnato/salvatore/messia/redentore venuto a rapire/sequestrare l'uomo per portarlo altrove, nell'assurdo paradiso eterno cristiano, anziché ad aiutarlo a vivere meglio sulla terra attraverso ...
il suoi rappresentanti sulla terra, i suoi apostoli, i suoi preti consacrati paiono più negare l'umanità sulla terra per affermarne una utopica in cielo, specialmente quelli cattolici e trarre benefici, privilegi e rendite dalla loro intermediazione religiosa.


Per umanesimo si intende quel movimento culturale, ispirato da Francesco Petrarca e in parte da Giovanni Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità e non più nella loro interpretazione allegorica, inserendo quindi anche usanze e credenze dell’antichità nella loro quotidianità tramite i quali poter avviare una "rinascita" della cultura europea dopo i "secoli bui" del Medioevo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Umanesimo_rinascimentale

5) non sono forse gli stessi cristiani o meglio le loro gerarchie religiose, in particolare Papa Bergoglio il capo dei cattolici romani, a mettersi contro l'Europa e l'Occidente ... e a favorire il totalitarismo maomettano, in nome della loro presuntuosa supremazia morale e religiosa del loro Dio (del loro dio o idolo, della loro interpretazione del divino) sull'Uomo naturale e universale e sull'umanesmo naturalmente spirituale (laico o non religioso) che ha già in sé Dio per dote naturale, supremazia da cui le gerarchie religiose traggono il loro potere sociale e politico sull'uomo e le loro rendite finanziarie ed economiche di intermediazione con la loro presunta verità divina?

Io posso avere fede solo nell'uomo, nella sua libertà, responsabilità, coerenza, giustizia, compatibilità con le leggi/il diritto/i valori/i doveri umani universali e naturali e perciò divini.
Altro umanesimo per me non è concepibile.
L'Europa e l'Occidente devono porre sul piatto del confronto/scontro interno ed esterno l' umanità, i suoi valori umani con i suoi doveri/diritti fatti di libertà, responsabilità, uguaglianza nella diversità, uguaglianza nella legalità, vera uguaglianza nella sovranità democratica, fraternità e solidarietà nella responsabilità (subordinando i diritti ai doveri poiché i diritti senza doveri non esistono se non laddove si ha la schiavitù dove gli uni hanno solo diritti e gli altri solo doveri), ... e alle religioni/chiese/organizzazioni-istituzioni religiose devono dire che nessuna di loro ha il monopolio di Dio e che pertanto il loro dio è solo il loro dio o idolo e non il Dio di tutti e universale e che possono essere accettate unicamente se rispettano, condividono e promuovono i valori/doveri/diritti umani universali e la vita e non la morte, la libertà e non la schiavitù; e che la divinità creatrice e vitale non può essere concepita altro che come animatrice, bene e servizio alla Creazione all'Universo a tutte le creature e all'uomo, generalmente fonte di vita e non di morte anche se a volte per i suoi imperscrutabili disegni ci da la morte con le carestie, i terremoti, le alluvioni, i maremoti, le eruzioni vulcaniche, le epidemie, gli accidenti, le malattie, le nascite malriuscite.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom feb 04, 2018 10:26 pm

Fede e ragione - umanesimo e illuminismo

LETTERA ENCICLICA - FIDES ET RATIO
DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO II
AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA
CIRCA I RAPPORTI TRA FEDE E RAGIONE

http://w2.vatican.va/content/john-paul- ... ratio.html
...
Il dramma della separazione tra fede e ragione
45. Con il sorgere delle prime università, la teologia veniva a confrontarsi più direttamente con altre forme della ricerca e del sapere scientifico. Sant'Alberto Magno e san Tommaso, pur mantenendo un legame organico tra la teologia e la filosofia, furono i primi a riconoscere la necessaria autonomia di cui la filosofia e le scienze avevano bisogno, per applicarsi efficacemente ai rispettivi campi di ricerca. A partire dal tardo Medio Evo, tuttavia, la legittima distinzione tra i due saperi si trasformò progressivamente in una nefasta separazione. A seguito di un eccessivo spirito razionalista, presente in alcuni pensatori, si radicalizzarono le posizioni, giungendo di fatto a una filosofia separata e assolutamente autonoma nei confronti dei contenuti della fede. Tra le altre conseguenze di tale separazione vi fu anche quella di una diffidenza sempre più forte nei confronti della stessa ragione. Alcuni iniziarono a professare una sfiducia generale, scettica e agnostica, o per riservare più spazio alla fede o per screditarne ogni possibile riferimento razionale.

46. Le radicalizzazioni più influenti sono note e ben visibili, soprattutto nella storia dell'Occidente. Non è esagerato affermare che buona parte del pensiero filosofico moderno si è sviluppato allontanandosi progressivamente dalla Rivelazione cristiana, fino a raggiungere contrapposizioni esplicite. ...
Nell'ambito della ricerca scientifica si è venuta imponendo una mentalità positivista che non soltanto si è allontanata da ogni riferimento alla visione cristiana del mondo, ma ha anche, e soprattutto, lasciato cadere ogni richiamo alla visione metafisica e morale. La conseguenza di ciò è che certi scienziati, privi di ogni riferimento etico, rischiano di non avere più al centro del loro interesse la persona e la globalità della sua vita. Di più: alcuni di essi, consapevoli delle potenzialità insite nel progresso tecnologico, sembrano cedere, oltre che alla logica del mercato, alla tentazione di un potere demiurgico sulla natura e sullo stesso essere umano.




Illuminismo e chiesa cattolica
di Giannino Piana
dicembre 2012

http://www.nicodemo.net/pdf/Piana-illuminismo.pdf

Il rapporto della Chiesa cattolica con la tradizione illuminista è stato a lungo conflittuale. Le libertà moderne, che la dottrina dei lumi poneva al centro delle proprie rivendicazioni, venivano percepite dall'autorità ecclesiastica come contrastanti con l'assolutezza (e l'unicità) della verità e soprattutto come una diretta minaccia alla possibilità stessa della propria legittimazione, in quanto attentavano al principio di autorità che sta a fondamento della struttura gerarchica della Chiesa.
Di qui l'aperta (e ripetuta) condanna delle tesi illuministe e, più in generale, il rifiuto della ragione a esse soggiacente — la ragione della modernità — che è la base su cui si regge l'intero impianto del pensiero illuminista.
Non mancavano certo anche motivi plausibili di tale condanna e di tale rifiuto. La tendenza talora presente nella
dottrina illuminista ad assolutizzare la ragione finiva, infatti, per sottrarre alla fede qualsiasi possibilità di espres
sione, relegandola nell'ambito delle forme mitiche o superstiziose; mentre, a sua volta, la tentazione della totalizzazione ideologica - nasce in questo contesto la concezione dell'ideologia come weltanschauung —
dava origine a una concezione chiusa della realtà, destinata a fare da supporto al sistema politico ed economico esistente - quello liberalcapitalista - consolidandolo e tendendo a perpetuarlo nel tempo.
A ben vedere, la distanza tra cristianesimo e illuminismo è tuttavia meno rilevante di quanto si pensava
in origine. La ragione illuminista, pur essendo attraversata dai rischi segnalati - rischi denunciati peraltro
con rigore dalla Scuola di Francoforte - è di fatto molto piú complessa e articolata. Pur tendendo ad astrarre
dal particolare per cogliere gli aspetti universali (e dunque formali) della realtà, essa non prescinde (e non può del resto prescindere) dal confronto con la storia; non è, in altre parole, una ragione de-situata o allo stato puro, ma si presenta piuttosto come una ragione che nasce e si sviluppa in un preciso contesto socioculturale, e che è per questo costretta a fare i conti (in parte assorbendole) con una serie di esperienze che hanno segnato profondamente di sé il cammino dell'uomo occidentale, non esclusa ovviamente l'esperienza cristiana.
La stessa difesa della libertà (o delle libertà), osteggiata -come si è detto - dalla chiesa cattolica, non ha origine dal nulla; ha radici culturali che risalgono a conquiste del passato, dovute allo stretto connubio tra la civiltà greco-romana e la tradizione ebraico-cristiana. Si pensi - per fermare l'attenzione soltanto su un aspetto, quello della libertà di coscienza o dell'obiezione alle posizioni ufficiali dell'autorità - da un lato, alla coraggiosa testimonianza di Socrate o a quella di Antigone, che fa appello a un'istanza superiore alla legge scritta; e, dall'altro, al rifiuto opposto da molti cristiani all'obbligo di rendere il culto all'imperatore, andando conseguentemente incontro al martirio.

L'illuminismo è dunque anche il frutto della assimilazione di valori che sono appartenuti in passato a
tradizioni particolari e che si sono gradualmente sedimentati nelle coscienze, divenendo con il trascorrere del tempo patrimonio della cultura occidentale tout court.
Tra questi valori un importante significato riveste il riconoscimento dell'uguaglianza e della pari dignità di ogni persona umana. È merito indubbio dell'illuminismo aver fondato uguaglianza e dignità sulla universalità della ragione, dalla quale Kant fa derivare, come conseguenza, un'etica universale valida per tutti perché da tutti conoscibile, ma da cui vengono soprattutto desunti i diritti umani, che segneranno in modo determinante lo sviluppo successivo della civiltà occidentale (e non solo). Anche in questo caso non può essere tuttavia sottaciuto l'apporto della tradizione cristiana, che non si è limitata a introdurre nella cultura il concetto di
persona, ma ha dato soprattutto fondamento alla sua dignità mediante lo sviluppo di importanti categorie antropologiche, in primo luogo quella di imago Dei. Sussiste dunque un intreccio profondo tra illuminismo e cri
stianesimo, per il quale, se è vero, da una parte, che l'illuminismo ha assorbito e fatte proprie istanze cristiane, divenute, grazie al processo di secolarizzazione, elemento integrante della coscienza laica piú matura e piú sensibile; non è meno vero, dall'altra, che esso ha, a sua volta, contribuito a dare a tale istanze codificazione storica, anticipando in questo, con le sue prese di posizione, la stessa chiesa cattolica, dimostratasi spesso
renitente e persino ostile (per paura di incorrere in situazioni destabilizzanti e incontrollabili) al riconoscimento di alcuni fondamentali diritti umani. È sufficiente ricordare qui - per rimanere nell'ambito dell'illuminismo
italiano - l'abolizione della pena di morte a opera di Cesare Beccaria e (fatto meno noto) l'interessante contributo della scuola napoletana, e in particolare di Antonio Genovesi, all'elaborazione di una dottrina della
economia civile, che costituisce un fattore innovativo di grande interesse, capace di suggerire anche oggi, di fronte alla grave crisi economico-finanziaria che attraversiamo, indicazioni preziose per una sua positiva soluzione.
Ma forse il momento piú significativo di convergenza tra illuminismo e cristianesimo è rappresentato - non sembri un paradosso - dalla rivoluzione francese. Nonostante aspetti decisamente negativi - si pensi al regime del terrore - e l'aperto conflitto nei confronti dell'apparato ecclesiastico che, insieme alla nobiltà, rappresentava il potere reazionario da ribaltare, la rivoluzione francese ha nelle sue opzioni valoriali punti evidenti di contatto con il cristianesimo. Il superamento di una struttura sociale feudale, che fondava la possibilità di esercizio della cittadinanza sulla appartenenza a una casta o sul censo ereditato - struttura che ingenerava una situazione di staticità e di profonda ingiustizia - per fare spazio a una struttura alternativa, al cui centro vi è la borghesia produttiva e dove pertanto a contare sono il lavoro e l'attività professionale, ha segnato un indubbio progresso nella valorizzazione della persona, riconosciuta e rispettata nella sua dignità originaria, e sollecitataa dare il proprio responsabile contributo allo sviluppo di una società a misura dell'uomo e dei suoi veribisogni.
I valori della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità, ai quali la rivoluzione francese ha ispirato la propria azione, riflettono senza dubbio istanze chiaramente presenti nella tradizione cristiana. La stretta coniugazione della libertà, che coincide con il riconoscimento dell'autonomia della persona, perciò con la tutela della sua dignità e dei suoi diritti inalienabili, con l'uguaglianza, che pone l'accento sulla necessità che tale autonomia venga riconosciuta a tutti (e non solo a coloro che hanno il poteredi farla valere), oltre che grande atto di civiltà, è in piena sintonia con l'attuazione del disegno redentivo che cancella ogni differenza tra persona e persona. L'universalismo, che è - come già siè ricordato - uno dei tratti qualificanti della proposta illuminista e che trova qui la sua traduzione sulterreno sociopolitico, ha nel cristianesimo una decisiva conferma nell'opera di riconciliazione dell'umanità con Dio e degli uomini tra loro, con la quale è inaugurata la venuta del regno.
Ma il valore nel quale si rende soprattutto trasparente la convergenza tra illuminismo e cristianesimo è quello della fraternità. Pur essendo rimasto di fatto un valore in ombra, forse piú espressione di un pio desiderio che di una pratica reale, esso sollecita tuttavia l'attenzione su un'istanza -quella della gratuità - la quale va oltre la stretta giustizia in quanto perequazione dei diritti e rende trasparente come la ragione illuminista, lungi dal configurarsi quale ragione radicalmente chiusa e totalizzante, èin grado di aprirsi al nuovo e al diverso; di fare spazio a una interpretazione delle relazioni umane nel segno del riconoscimento del mistero dell'altro (di ogni altro) e del superamento della stessa logica (pur importante) della reciprocità. La consonanza con la tradizione cristiana è qui evidente:l'economia del dono, che ha per il credente la propria sorgente nell'essere stati gratuitamente salvati («gratuitamente avere ricevuto») e innestati grazie a Cristo nel vivo di una fraternità
universale, comporta come risposta un serio impegno a sviluppare tale fraternità nella vita quotidiana («gratuita
mente date»).
Nonostante la riconciliazione con la modernità, che ha caratterizzato la chiesa del Vaticano II - riconciliazione che ha ristabilito i rapporti con le correnti di pensiero in essa presenti (senza rinunciare per questo a segnalarne i limiti) - fanno ancor oggi capolino nell'ambito di consistenti settori del mondo cattolico (e della stessa gerarchia) posizioni integraliste, che considerano l'illuminismo la causa principale della deriva religiosa dell'età moderna, attribuendogli la colpa di avere precluso all'uomo ogni apertura nei confronti della trascendenza e di avere reso, di conseguenza, impossibile il dialogo costruttivo della ragione con la fede.
Questa situazione di conflitto, che ha - come si è visto - radici profonde nel tempo e che, lungi dall'essere risolta, sembra riproporsi oggi con inusitata durezza, è all'origine dell'assenza nel nostro Paese di una solida e diffusa etica civile; assenza che è (forse) il motivo piú rilevante dei gravi fenomeni di corruzione, che non riguardano soltanto la politica, ma coinvolgono piú radicalmente l'intera società italiana. L'attuale vuoto di valori è, infatti, in primo luogo l'effetto del crollo di due grandi etiche eteronome, quella cattolica e quella marxista - l'una fondata sulla religione, l'altra finalizzata all'ideologia che hanno avuto a lungo il sopravvento in Italia. La crisi della religione a causa del processo di secolarizzazione da un lato, e la caduta dei regimi collettivisti dell'Est europeo dopo 1'89 del secolo scorso dall'altro, hanno provocato la flessione di sistemi etici che non avevano in se stessi la propria ragione, ma la mutuavano altrove; nel primo caso dalla fede, di cui l'etica non risultava che un corollario; nel secondo, dall'ideologia al cui servizio l'etica era totalmente votata.Il superamento di questo vuoto può avvenire soltanto mediante il ricupero di una morale autonoma fondata sul confronto delle ragioni (il ricorso a un'unica ragione è oggi impossibile) e sulla convergenza attorno a un denominatore comune largamente condiviso. Il fatto che, in altri Paesi - pecialmente in quelli del Nord Europa - esista una situazione diversa dipende, infatti, sia dall'emancipazione dell'etica dalla religione - la tradizione protestante, per la quale la salvezza viene soltanto dalla fede, riconosce l'importanza di un'etica autonoma e la valorizza come precondizione per l'annuncio - sia dalla maggiore influenza esercitata da correnti di pensiero laiche sulla costruzione di un'etica civile, che è ancor oggi profondamente radicata nelle coscienze. La riattivazione di un dialogo positivo con la tradizione illuminista può dunque oggi rappresentare una delle vie attraverso le quali giungere, anche nel nostro Paese, alla produzione di un'etica pubblica condivisa, che è la base necessaria per la produzione di assetti normativi, che garantiscano lo sviluppo di una convivenza civile ordinata e solidale.



Umanesimo, illuminismo, razionalismo .... da conoscere per capire

http://www.pianurareno.org/?q=node/4055

Recentemente sono stati pronunciati dal Papa e da alcuni cardinali e monsignori (seguiti da dotte e controverse interpretazioni di filosofi e teologi sulla stampa) severi anatemi contro il “nichilismo”, il “bieco illuminismo”, il "relativismo etico", l'”umanesimo ateo” e il razionalismo, accostati indiscriminatamente al nazismo, sfoderando termini di cui temiamo che la maggior parte dei comuni mortali non conosca il significato.
Infatti, soprattutto in Italia, a tutti i bambini e ai ragazzi si insegna il catechismo cattolico, nelle parrocchie e a scuola con l'ora di religione; ma non viene data loro la stessa opportunità di studiare, o almeno di conoscere altre religioni e il significato delle sopra citate definizioni filosofiche e della storia dei relativi movimenti di pensiero. Conoscenza riservata, e quasi sempre in modo superficiale, a chi frequenta le scuole superiori , ma soprattutto solo ai pochi che fanno studi specialistici specifici di filosofia e teologia.
Ascoltando le sopra citate affermazioni di condanna è ovvio che la maggior parte degli italiani, “cattolici” per battesimo, sacramenti e catechismo ricevuti nell'infanzia, anche se adulti tiepidamente fedeli e poco praticanti, saranno indotti a considerare tali idee negativamente, senza nemmeno fare lo sforzo di cercare di sapere in proprio di che si tratti.
Proviamo quindi a fornire “lumi”, o almeno alcuni rudimenti in proposito, per “par condicio”, colmare le lacune cognitive di tanti e dar loro una opportunità di conoscenza, da approfondire con altre letture, ovviamente, per chi ha tempo e voglia.
Cominciamo dal termine più noto e lontano nel tempo, riprendendo la spiegazione che ne dà il Dizionario enciclopedico Zanichelli (Edigeo 1995), e tralasciando la citazione dei concetti più complessi e dei filosofi e scrittori di non comune conoscenza.
“Umanesimo: movimento culturale che dalla metà del secolo XIV alla metà del secolo XV, con la riscoperta o la rilettura o la reinterpretazione dei testi della classicità greca e latina, pose le premesse della civiltà del Rinascimento e ne costituì la base ideologica. In senso lato indica un atteggiamento culturale, riscontrabile in epoche diverse, caratterizzato dalla fedeltà alla lezione del mondo classico....... Questo concetto di humanitas esprime la convinzione che gli uomini sono accomunati , al di là delle differenze etniche, dalla capacità di padroneggiare un linguaggio che sia specchio della razionalità ..... consapevolezza della comune appartenenza alla condizione umana .... privilegio che implica anche una profonda solidarietà ..... L'humanitas ciceroniana concorre a determinare , direttamente ed esplicitamente, l'ideologia di Francesco Petrarca (1304-1374) , primo umanista moderno ....
Da allora, umanesimo è l'esaltazione di quelle attività intellettuali che, opponendosi sia alla subordinazione dell'umano al divino, sia al primato delle scienze “esatte”, indicano nell'uomo il fine irrinunciabile di ogni sapere ....
Più tardi, nel secolo 1400, verrà affermato il principio che “l'uomo è libero artefice e costruttore di se stesso”.

E del Petrarca va ricordato, con breve inciso, che fu figura complessa, di uomo e di letterato, ammiratore e divulgatore della cultura classica latina e grande poeta in lingua allora detta “volgare” (come Dante e Boccaccio); sempre dibattuto tra la ricerca di sincera spiritualità e il fascino dei piaceri terreni; cappellano al servizio di un cardinale Colonna e poi di un arcivescovo Visconti, e padre di due figli avuti da effimere relazioni.

Passiamo all'illuminismo, tanto osteggiato dalle gerarchie ecclesiastiche, oggi come nell'Ottocento, sempre riferendo la definizione del Dizionario Zanichelli.-
“Illuminismo: (o filosofia dei lumi). Orientamento culturale sviluppatosi in Europa nel secolo XVIII (1700, n.d.r.). Muovendo dal pensiero filosofico degli empiristi inglesi .... esso ebbe una vasta diffusione soprattutto in Francia, improntando l'opera e il pensiero di Montesquieu, Voltaire, J. J. Rousseau e dettando i criteri ispiratori della compilazione dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert ; grande influenza esso esercitò anche in Germania (G.E. Lessing ....) e in Italia, in particolare nell'ambiente napoletano (A. Genovesi, F. Galiani, F. M. Pagano) e milanese (P. e A. Verri e C. Beccaria).

Fondato sulla piena fiducia nella capacità della ragione di spiegare il mondo e di risolvere i problemi di natura sociale e politica, promosse una severa analisi critica di ogni forma di autoritarismo, scagliandosi in particolare contro l'assolutismo monarchico, l'aristocrazia feudale e la chiesa, caratterizzandosi in senso progressista.
Favorì inoltre lo sviluppo di nuovi indirizzi in ogni campo del sapere, da quello degli studi storici, in cui cercò di liberare il campo da ogni ipotesi provvidenzialistica di stampo religioso e di combattere la visione della storia come frutto della sola attività di sovrani ed eserciti; alle discipline economiche, da quelle biologiche a quelle più strettamente filosofiche .
Espressione, dal punto di vista sociale, dell'emancipazione culturale della nuova classe borghese, ormai protagonista del mondo economico e commerciale e ansiosa di conquistarsi nuovi spazi anche politici, rappresentò il principale fattore che , dopo i ripetuti fallimenti dei tentativi di riforma dell'”Ancien Regime”, ne determinerà la caduta violenta con la rivoluzione francese”.

Kant (1724-1804) fu espressione tra le più mature dell'illuminismo e al tempo stesso il primo a tentarne il superamento, o comunque a fare passi avanti nella ricerca filosofica con le sue opere “Critica della ragion pura” e “Critica della ragion pratica” e con altre, di non facile lettura ma indicative di un metodo di analisi razionale che non si pone limiti nel cercare di conoscere e spiegare i fenomeni tangibili , ma che arriva a proporre l'imperativo categorico della legge del dovere per il dovere, come guida morale per l'uomo.

Insomma, riassunto in parole povere, l'illuminismo è alla base della cultura moderna (filosofica, economica, politica, letteraria) progredita dalla metà del 1700 in poi; ispirando letterati e patrioti portò alla caduta dei regimi assolutistici in Europa e in Italia (compreso lo Stato della Chiesa), alla formazione in alcuni casi dapprima di monarchie “illuminate” e poi di democrazie liberali; portò all'affermazione di principi come la libertà di pensiero, di parola, di stampa, di religione, e allo sviluppo della scienza.

Che si possa definirlo “bieco” è affermazione personale, libera, ma ampiamente discutibile e confutabile.

E veniamo al nichilismo, sempre basandoci sulla definizione del Dizionario Zanichelli.

“Nichilismo: ( o nihilismo, dal latino nihil = nulla). Atteggiamento di pensiero che caratterizza ogni dottrina filosofica che si propone la negazione radicale di un sistema di valori. Introdotto in filosofia al termine del secolo XVIII all'interno delle polemiche contro il criticismo kantiano e l'idealismo, il termine fu genericamente esteso a indicare le filosofie che tendono a negare la possibilità della conoscenza della realtà e a sostenere l'infondatezza dell'etica tradizionale. Sulla scorta dell'opera di L. S. Turghenev “Padri e figli”(1862), nella quale sono indicati come nichilisti gli studenti piccolo-borghesi, critici verso ogni forma della cultura tradizionale, ma contemporaneamente animati da una profonda fiducia nel sapere scientifico, il nichilismo improntò di sé buona parte della cultura progressista e rivoluzionaria della Russia del secondo ' 800, arrivando anche ad incoraggiare iniziative terroristiche.

F. Nietsche (1844-1900) attribuisce al termine una valenza positiva, indicandolo come strumento fondamentale per lo smascheramento della falsità dei valori della cultura, primo passo sulla via della piena affermazione dell'umanità”.

Teoria non del tutto chiara, discutibile, come tutte le teorie filosofiche (e religiose); nota genericamente per l'impronta fortemente pessimistica, da leggere e interpretare nel contesto culturale e sociale della seconda metà del 1800 e nella vicenda personale di Nietsche; parzialmente e impropriamente utilizzata poi da Hitler nella formulazione dell'ideologia nazista, che si appropriò pure di principi del nazionalismo e del socialismo, mescolandoli con farneticazioni sulla purezza e la supremazia della razza ariana e pangermanica, in un coacervo tutto suo ( “Mein Kampf”, 1928), illiberale, militarista, razzista, antiebraico e dispotico, con i nefasti risultati che sappiamo.

Accostare fin quasi all'identificazione il nichilismo filosofico contemporaneo al nazismo e all'umanesimo ateo come ha fatto il Papa, appare una operazione intellettuale piuttosto azzardata e sostanzialmente offensiva per tutta la cultura non religiosa europea.

Purtroppo, sull'onda di questa ripresa di un revisionismo storico-religioso, si sentono spesso ecclesiastici e loro devoti che citano Hitler e Stalin come modelli prodotti dalla ragione senza fede e senza Dio, traguardo ultimo e quasi obbligato, in un rapporto di causa-effetto, delle idee propagate dal razionalismo e dall'illuminismo. E questa mi sembra proprio una eresia; anzi, un esempio di “vilipendio della ragione e della verità storica".

Hitler e Stalin sono stati proprio il prodotto massimo della negazione della ragione e del valore di ogni singolo uomo, oltre che della negazione di Dio. Nelle loro idee e nelle loro azioni non c'era traccia delle idee dell'illuminismo, né del “Trattato sulla tolleranza “ di Voltaire, né del razionalismo kantiano, che suggerivano ben altri ideali e modelli di uomo morale e di società. Se mai i due succitati dittatori ( i più spietati e recenti della storia , ma non certo i soli, tanti altri ce ne sono stati, e ce ne sono tuttora, in ogni parte del mondo), hanno incarnato l'idea di uomini dotati di una mostruosa volontà di potere personale assoluto, che si sono arrogati il diritto di vita e di morte sugli altri uomini e su interi popoli, quasi prendessero a modello il Dio biblico, o credessero di avere essi soli il potere di Dio. Non per nulla si è coniata per loro l'espressione “culto della personalità”, in quanto hanno usato e imposto il culto di se stessi e della loro ideologia, totalitaria e totalizzante, come una nuova religione. E hanno costruito il loro potere, oltre che con la forza della sopraffazione, anche col consenso raccolto approfittando della credulità dei loro popoli, che hanno riposto in loro una fede senza ragione. Nei regimi da essi dominati era proibita e condannata ogni forma di dubbio, critica, o dissenso nei confronti delle idee e delle scelte dei capi, si esigeva la sottomissione assoluta della ragione e del sentimento, così come pretendeva il Dio biblico e come si pretende, in molti casi anche oggi, dai fedeli di una religione.

In certi loro atteggiamenti non si può non cogliere quasi l'imitazione del Dio biblico che giustificava le stragi e le sconfitte inflitte ai nemici del suo “popolo eletto”, e puniva le disobbedienze anche formali con la morte, e con la ricorrente minaccia ”sia reciso dal suo popolo...”. Forse non è un caso che Hitler si sia appropriato dell'idea biblica di “popolo eletto”, trasferendola dal popolo ebreo al popolo tedesco, per la cui supremazia giustificava qualsiasi crimine, riversando principalmente proprio contro gli ebrei tutto il suo odio, in quanto nemici da annientare per consentire la grandezza e la gloria della Germania .

Si può ricordare anche che Stalin studiò per alcuni anni in un seminario cristiano ortodosso a Tiblisi, dove di illuminismo e di Kant devono avergliene insegnato poco ; e Hitler non finì le scuole medie perchè considerato inadatto allo studio, e, in età adulta , fu affascinato, più che dal razionalismo, dalle mitologie Nibelungiche e dal Parsifal e frequentava una setta esoterica-mistica; scelse come simbolo la svastica, o croce runica, simbolo magico-religioso ripreso da antiche culture indo-europee; nel suo “Mein kampf” si autodefinì “cristiano” e i suoi fedelissimi combattevano e uccidevano all'insegna del motto “Dio è con noi”.

Nazismo e stalinismo sono quindi ideologie quanto mai lontane, anzi opposte ai valori dell'umanesimo e dell'illuminismo.

Sarebbe corretto e onesto lasciar perdere, da parte della Chiesa, certi paragoni e accostamenti infamanti che squalificano ingiustamente sette secoli di cultura umanistica e illuministica, atea o agnostica che sia, senza la quale saremmo ancora sudditi di regimi assolutistici medievali.

Sintesi da un testo di Magda Barbieri - 24 agosto 2009

** Per maggiori informazioni su umanesimo e illuminismo, vedi anche :
http://www.homolaicus.com/storia/modern ... imento.htm
http://www.letteraturaitaliana.org/umanesimo.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Umanesimo
http://web.tiscalinet.it/umanesimo/vhumPico.htm
http://www.parodos.it/sintesi%20c.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Illuminismo
http://cronologia.leonardo.it/storia/a1788a.htm
http://www.illuminismo.exactpages.com
http://www.treccani.it/enciclopedia/illuminismo /
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » dom feb 04, 2018 10:37 pm

Umanesimo ateo, un manifesto italiano

http://www.umanesimoateo.it/umanesimo-a ... alori-tesi

Sostieniamo che la natura è tutto ciò che esiste, e l’essere umano ne è non signore e padrone, ma il massimo responsabile.
In questa breve frase sono racchiuse alcune idee essenziali, naturalmente.
La scelta di un modo di essere

L’umanesimo ateo è una moderna filosofia di vita e relazione. Essa vede negli esseri umani gli unici, veri responsabili del loro mondo e del proprio benessere terreno, consapevolmente perseguito insieme per via razionale ed etica. L’appartenenza alla medesima specie e le sue peculiari capacità danno a ciascun uomo dignità in quanto tale, ed è in virtù di queste che può trovare la più profonda e personale realizzazione di sé, entro le eccezionali opportunità — e al contempo i precisi limiti — di questa vita, questa natura, e la salutare convivenza con i suoi simili, gli altri animali, l’ambiente Terra.

Non una religione — è priva di dèi, dogmi, libri sacri, vicari, intermediari, verità rivelate e riferimenti al soprannaturale — non una ideologia — gli mancano astrattezza, pervasività e fede — ma una ‘worldview’ laica, una concezione del mondo saldamente ancorata alla realtà naturale, e al contempo capace di arricchire la vita e muovere alla speranza e al cambiamento.

Le tesi dell’Umanesimo ateo

Non religione, ma filosofia del vivere che restituisce agli uomini valore e dignità in quanto uomini UmanesimoAteo Condividi il Tweet L’umanesimo ateo è definito da un piccolo numero di princìpi. Non dettami assoluti, ma una rosa di idee fondate su osservazione ed esperienza, che diventano chiavi di lettura, linee-guida, fonte di ispirazione e aspirazioni.
Ci sembrano essere, fra tutti i riferimenti valoriali possibili, l’insieme minimo indispensabile, espressione consapevole di chi siamo e scegliamo di essere, un solido, solare orientamento nelle scelte pratiche.
In breve:

Natura. La natura è tutto ciò che esiste, e tutto ciò che esiste esiste in natura. L’essere umano e quanto gli attiene fanno parte di essa.

Se in questo si esaurisce l’assenza degli dèi, l’ateo/a e l’agnostico/a umanisti sostengono vivamente inoltre:

Ragione. A tutt’oggi il metodo più affidabile per avvicinarsi alla verità delle cose.

Etica. L’insieme dei più alti valori umani, per una convivenza pacifica e un comune progresso in libertà e rispetto reciproco.

Piacere. Realizzare sé stessi e godere con passione della vita.

Responsabilità. Da esseri umani — in quanto dotati di autocoscienza, sensibilità e intelligenza superiori — assumiamo consapevolmente non il dominio ma la responsabilità del mondo in cui viviamo.

Cinque princìpi, in equilibrio fra loro. Nella presenza insieme, e nell’armonia fra essi, nasce l’umanesimo.

E tu? Quali sono i tuoi valori di riferimento? In base a quali idee minime fondamentali ti orienti e giudichi? Come vedi i rapporti umani? E il futuro?

Le tesi per esteso

Si tratta di un movimento di pensiero relativamente nuovo — nella sua forma internazionale contemporanea ha circa un secolo — sebbene ve ne siano segni precursori nell’opera e nel pensiero di filosofi, scienziati, artisti, intellettuali, innovatori sociali e semplici persone di ogni tempo.
Il nome deriva da ‘uomo’ — essere umano e umanità — ed è una conseguenza naturale di una impostazione che lo vede protagonista della propria felicità, fra suoi pari, nel suo mondo. Dell’umanesimo rinascimentale condivide la piena fiducia nell’uomo e la sua individualità razionale, ma rispetto a quel periodo storico non fa dell’età classica greco-latina un soggetto da venerare, non è un erudito movimento di élite, e perde ogni dipendenza dal Cristianesimo. L’Umanesimo dei tempi d’oggi si rivolge a tutti, e definisce una base teorica — una selezione di valori intensamente sentiti — grazie alla quale ciascuno può esprimere sé stesso/a nel modo più gradito e nell’ambito della massima libertà effettivamente possibile. Sono 5 i cardini di questa rigogliosa, vitale, liberatoria filosofia di vita. Lo stretto necessario a sue fondamenta.

Natura e Ragione. L’umanesimo ateo si libera da qualsiasi religione e fede dogmatica, come da ogni idea di ‘soprannaturale’: non solo perché, esistendo, ciò farebbe parte della natura, ma perché non ve ne è prova concreta, sì che per fede l’una o l’altra idea può essere creduta con pari sentimento, le cattive azioni vi trovano facile giustificazione, e le buone non sono un’esclusiva di una qualsiasi fra esse.
La semplice fede dunque non serve ad accertare ciò che è vero né a fare del bene quanto ad avvalorare preconcetti, come quelli per definizione non verificabili su ciò che sarebbe ‘divinamente ispirato’ o ‘trascendente’, ed è per questo che l’umanesimo ne prescinde completamente, preferendovi la natura come tale e la verifica razionale, logica e scientifica dei fatti — un metodo dai risultati osservabili e ripetibili, dunque il più affidabile. Più affidabile rispetto al metodo ‘mistero della fede’, e non solo: da molte parti oggi la necessità di provare correttamente quanto si pensa e si afferma con certezza non è sentita più gran ché. Senza verifica dilagano ad esempio fake-news e pseudo-scienza, fanta-politica e fanatismi etero-fobici, nonché quel ragionar superficiale per fallacie logiche e sentito dire che tuttavia lascia convinti e soddisfatti nel confronto quotidiano con gli altri e con sé stessi.
È per mezzo del corretto uso del metodo razionale che la verità di ipotesi, intuizioni e fatti, di opinioni, aneddoti e sensazioni può essere accertata, o quanto più accuratamente approssimata: da esso scaturiscono le continue, profonde, sorprendenti meraviglie del sapere, la determinazione nella ricerca, l’entusiasmo della scoperta, il piacere del buon argomentare, un vigile scetticismo su quanto ancora ignoto, sospetto o incomprensibile, e tutti i consistenti benefici della conoscenza che diventa tecnologia applicata.Dunque natura, e nella natura ragione.

L'umanesimo abbracciato fino in fondo non può essere che secolare, cioè esplicitamente ateo e agnostico… Condividi il Tweet L’umanesimo nasce in natura, esamina e gioisce della sua vastità, guarda al nostro tempo, inizia e resta con gli uomini: abbracciato fino in fondo allora non può essere che ‘secolare’, cioè esplicitamente ateo e agnostico, e sebbene di esso sia possibile, e apprezzabile, una forma ancora religiosa e una volutamente neutrale, è così che lo intendiamo in questa sede.

Responsabilità. Un terzo aspetto essenziale, accanto a naturalismo e razionalismo, è quello della responsabilità. Nel prendere atto della propria intelligenza e della propria sensibilità — in natura le più ampie, sviluppate e complesse — gli atei umanisti sostengono che l’essere umano possiede non solo la capacità di modificare il proprio ambiente, ma la massima responsabilità nei confronti di quest’ultimo.
Abbracciandola appieno, si assumono il dovere di salvaguardarlo non solo e non tanto per propria convenienza, ma per l’inestimabile valore intrinseco che possiede.
La natura non è proprietà dell’uomo, e non è al suo servizio. L’uomo vi nasce dentro e ne fa parte, e in questo senso non vi è che parità.
È nostra la responsabilità del benessere personale e sociale, la sua qualità non può essere lasciata al caso… Condividi il Tweet

Allo stesso modo, è nostra la responsabilità del benessere personale e sociale, la cui qualità non può essere lasciata al caso, né al ripetersi di modalità relazionali disfunzionali, né a criteri di riferimento palesemente erronei e divisivi. L’unicità delle nostre prerogative non fa che obbligarci a uno sviluppo sostenibile e a una convivenza soddisfacente per tutti.

Etica. Si rende quindi necessaria — non solo in via di principio e convenienza, ma anche perché disposizione connaturata ed esperienza intimamente appagante — l’attenzione per l’etica.
Etica è l’insieme di quei princìpi e regole di comportamento che consideriamo migliori e più giusti perché favoriscono le relazioni umane e con l’ambiente, anziché opporvisi o esservi indifferenti. L’uomo non nasce cat­tivo, non tende al male per natura, né ha biso­gno di coman­da­menti e giu­dici altri da sé… Condividi il Tweet

Riteniamo fondatamente — sulla base dei cospicui successi di cui la nostra storia e l’esperienza quotidiana sono costellate — che la psicologia umana ne sia fonte e modello, lad­dove una ragione capace e un cuore libero pos­sano apertamente fio­rire.
L’essere umano non nasce cat­tivo e non tende al male per natura, né ha biso­gno di coman­da­menti e giu­dici altri da sé e dalla sua coscienza, quando essa si sia for­mata in un ambiente di fiducia e rispetto reci­proco nel quale i biso­gni psico-emotivi siano stati sod­di­sfatti quanto quelli mate­riali.
Vi sono dun­que strade natu­rali — ovvero niente affatto ‘sopran­na­tu­rali’, e sle­gate da mora­li­smi inverificati — per svi­lup­pare e vivere l’etica, e ciò al di là del carico gene­tico (sul quale non pos­siamo inter­ve­nire, e che tut­ta­via non va soprav­va­lu­tato), dall’impronta evolutiva (grazie a cui siamo giunti a quella culturale, più influente negli anni dell’uomo) e degli errori relazionali del nostro pas­sato — ingenui o intenzionali, ma oggi ben evidenti — cruda normalità ancora per molti ma che non sono né un marchio né una condanna, e possiamo smettere di fare.

Alla base della scelta etica umanista c’è consapevolezza, sensibilità, empatia, così come apertura mentale, obiettività, capacità critica: qualità naturali e umane, che possono essere facilitate ed espresse da subito, o risvegliate e accresciute.
Ragione e sentimento. La prima, usata propriamente e fino in fondo. Il secondo, libero da condizionamenti e frenesie; insieme, perché l’una trattenga dalle illusioni, l’altro riscaldi la ricerca. Mente e cuore in armonia. umanesimo. Gli atei umanisti abbracciano l'etica e il senso di responsabilità personale consapevolmente e dal profondo… Condividi il Tweet Gli umanisti abbracciano l’etica e il senso di responsabilità personale consapevolmente e dal profondo di sé, ovvero per desiderio e libera scelta piuttosto che per timore o obbedienza, dei quali — con questi presupposti — non vi è necessità. È nostra opinione, anzi, che l’etica esista soltanto se scelta in quanto tale, per beneficio diretto e disinteressato: non vi è alcuna nobiltà nell’aiutare il prossimo o conformarsi a una legge per paura, comando, tradizione, emulazione o profitto ulteriore, né invero per compiacere e soddisfare terzi. Etico è l’approccio teso a giustizia, convenienza e soddisfazione per la dedicata volontà che tutte la parti coinvolte ne ottengano. Ragione ed empatia ci spingono a prendere atto della sostanziale uguaglianza fra gli uomini, e a desiderare reciprocità in serenità e gratificazione.

L’etica umanista è uguaglianza nei diritti e nella considerazione di fondo, accettando le differenze in tutto il resto. È altruismo, collaborazione, mutuo supporto — tanto quanto amor proprio e rispetto per sé stessi, ugualmente essenziali.
È elezione della nonviolenza e della mediazione non-competitiva nella soluzione dei conflitti, ovunque e ogni qual volta possibile. È pace senza sopraffazione, né indottrinamento, né discriminazione. È libertà e indipendenza — fisica, morale e intellettuale — nel rispetto reciproco.
L’etica umanista è uguaglianza nei diritti di base, accettando le differenze in tutto il resto #UmanesimoAteo Condividi il Tweet È impegno all’equità, alla giustizia, all’onestà; al benessere, interiore e materiale; alla libertà di coscienza, di scelta, di opinione ed espressione; all’unione e all’inclusione; a mezzi, regole e soluzioni efficaci e condivisi; a relazioni paritarie e non abusive fin dall’infanzia, quando si forma senza difese la nostra idea di noi stessi e dell’altro; alla tutela dei diritti animali e della natura tutta, nonché della facoltà del singolo di realizzare sé stesso a suo piacere — entro i soli limiti posti dalla convivenza fra persone col medesimo diritto e sulla stessa terra. Riteniamo che questo meglio corrisponda alle esigenze primarie dell’individuo, meglio le soddisfi, meglio faciliti la convivenza e le relazioni. E che, conseguentemente, la scelta di accordare equamente opportunità e confini meglio dispieghi — non in senso assoluto ma in senso propriamente etico — il nostro potenziale, come persone e come società.

Includiamo qui l’onestà intellettuale. Atei e agnostici umanisti non hanno fini nascosti e in contrasto con gli ideali fin qui descritti, si impegnano a sostenerli con obiettività e chiarezza per la forza che hanno, e a non usare in alcun caso metodi coercitivi — fisici, psicologici o retorici, diretti o impliciti, duri o morbidi — per ottenere consenso sulle proprie idee: il consenso, l’apprezzamento, la scelta non possono passare che per una via coerentemente umanista.

Piacere. Per sua natura, l’umanesimo tiene in alta considerazione il piacere della vita, che non è un passaggio verso altrove, ma tutto il tempo che abbiamo.
Consideriamo legittimo il desiderio della persona di realizzare sé stessa, in sintonia con le particolari aspirazioni personali e secondo i propri tempi. Doveroso è non solo minimizzare gli ostacoli, ma moltiplicare le opportunità affinché accada.
Liberamente esprimere sé stessi, definire il senso e lo scopo della propria vita #UmanesimoAteo Condividi il Tweet Si possa godere della bellezza, le arti, la natura, gli agi e i piaceri — fisici e intellettuali — laddove si trovino; dare spazio all’allegria, il gioco, l’immaginazione, il viaggio, la poesia, la meraviglia; trovare tempo per i propri cari, e per sé stessi; concedersi emozioni, viverle, esplorarle, conoscersi, e crescere interiormente; rafforzare ed espandere le proprie abilità, liberare il talento, nutrire la cultura, ed emanciparsi; serenamente apprezzarsi, per valore individuale e dignità specifica, e onorare sforzi e successi; tener vive passioni e conseguire interessi, indulgere in hobby ed anche nell’ozio ricreativo.
Liberamente esprimere sé stessi, definire il senso e lo scopo della propria vita, per quanto diverso e originale sia, a buon diritto sciolti da altrui preconcetti e resistenze. Sentirsi appieno felici e realizzati, ciascuno secondo la sua singolarità, è un desiderio esistenziale la cui attualizzazione va assecondata e non repressa, nell’ambito di una reciprocità che è garanzia di tutti, e incentivo a una preziosa diversità. I doveri che la vita ci impone o che scegliamo di assumere non sono l’unica cosa che conta, e la possibilità di un sacrificio per ‘gli altri’ va bilanciata con quella — altrettanto importante — di rispetto per sé stessi, restando una decisione personale.

Addendum. Risulta infine essenziale una precisazione: la forza di ciascun principio è senza dubbio imponente, ma è nell’equilibrio dell’insieme che si raggiunge l’eccellenza. Fra essi non c’è ordine o graduatoria, e sebbene vi sia il momento in cui all’uno o all’altro nel suo campo si concede precedenza, nessuno va scordato, omesso o trascurato, affinché si diano fra loro forza, limite e lucidità.
Infatti: che ne sarebbe del vero, senza il giusto e senza il bello? Di responsabilità senza testa e senza cuore? Del pensare agli altri e non anche a noi stessi o dell’avere di più, esclusivamente alcuni? Dell’individualità senza relazione, della volontà senza compassione o verifica? Dell’utile senza il piacevole, di emotività senza misura, di efficienza senza scopo, o di una natura sola e spoglia di tutto questo? Se l’uno esclude l’altro, a che prezzo si persegue?
Presi singolarmente diventano come idoli dalla rischiosa destinazione, e in realtà ci lasciano incompleti. L’insieme, permette di evitare il fanatismo, la speculazione, la superficialità. L’insieme riconosce e celebra la nostra interezza,
la sinergia la arricchisce: la sfera razionale e quella emotiva intersecanti e unite nella definizione della propria identità, nella costruzione dei rapporti umani, nell’intima ricerca di senso e direzione.
Nel renderli un tutt’uno esprimiamo al meglio la nostra umanità.

Conseguentemente, l’umanesimo non può prescindere dal concetto pratico di flessibilità: ogni regola o intento, ogni strumento o metodo, ogni programma o incarico, ogni attività sociale o ulteriore aspirazione andranno scelti, verificati, ridiscussi, completati, migliorati o eliminati ogniqualvolta sia necessario, perché siano questi al nostro servizio, e non viceversa.
Princìpi necessari e sufficienti, indifferibili, ma non assoluti o indiscutibili #UmanesimoAteo Condividi il Tweet Possiamo dire che, se si scoprissero non orientati al bene individuale e comune attraverso il rispetto reciproco, la parità di diritti e la libertà di coscienza e d’azione, ma piuttosto al privilegio di alcuni e non liberamente condivisi, sarebbero inaccettabili, per quanto amore, certezza e fedeltà vi avessimo riposto.

Persino questa classe di princìpi che chiamiamo necessari e sufficienti, che ci sembrano universali e indifferibili, non è assoluta, né immodificabile, né indiscutibile. Essi derivano dall’esperienza e lì devono tornare, verificandone le conseguenze. Nel momento e nella misura in cui si ritengono giusti non potrà che esserci un impegno alla coerenza — a un’azione in aperto e trasparente accordo con essi, il loro spirito, il loro significato, nell’agirli, trasmetterli e difenderli — eppure non vanno considerati validi a priori o stabiliti per sempre, meta-fisici, ma riconfermati giorno dopo giorno finché si dimostreranno tanto aderenti alla realtà quanto funzionali, soddisfacenti e utili per tutti. C’è un motivo per cui nascono, uno scopo per cui li abbiamo scelti, una priorità che li determina: vivere meglio, e farlo insieme.
Ad atei e agnostici, a laici, scettici e liberi pensatori

Ecco dunque identificata ed espressa la nostra ‘mappa del mondo’, il quadro teorico di riferimento.
Siamo qui per incoraggiare una filosofia dell’uomo, terrena eppure elevata e degna — semplice eppure impegnativa — sensata e verificabile, feconda, positiva.
La sua bellezza sta nell’attenersi al naturale e al provabile, nel richiamarsi e integrare i vari aspetti della nostra vita, nel fare priorità del reciproco benessere, nell’essere una scelta libera, intenzionale e consapevole.
Essa si aggiunge all’ateismo e all’agnosticismo, da una parte rivelando la persona dietro al/la non credente — e non è poco in tempi in cui il non credere è ancora visto con generica diffidenza — dall’altra una strada percorribile da molti, capace di interessare e farsi apprezzare per ricchezza e intenti.

La visione ateo-umanista offre quella che riteniamo l’enorme opportunità di contribuire in società con elementi fondativi normalmente celebrati ma attualmente carenti o solo nominati. Teoria, e pratica coerente, per parlare all’animo umano delle sue bellezze, e alla società del suo futuro.

Diciamolo pure: di ciascun argomento si parla già. In molti concordiamo, e su ciascuno ci regoliamo ogni giorno. Sono le nostre tesi. L’idea inedita è vederle insieme, mostrarle insieme, farne un ideale, un metodo, uno scopo.
Incoraggiare una visione del mondo terrena eppure elevata e degna, verificabile, positiva #UmanesimoAteo Condividi il Tweet La formulazione a sistema è una conseguenza logica che speriamo gradita e illuminante anche per gli atei italiani, a cominciare da chi fra noi la pensa proprio così senza avergli ancora dato un nome, magari con la falsa percezione di essere appena un’eccezione, o senza aver preso coscienza — magari da attivisti — della trascinante forza d’ispirazione che possiede quale insieme elegante e base sicura.
In quanto tale, riuscirà meglio nel confronto diretto su temi così fondamentali, esistenziali, con nuova autorevolezza muovendo non solo in direzione di una laicità compiuta, ma di quel bagaglio minimo di valori essenziali che oggi chiamiamo di civiltà, eppure si trascurano; di quel senso di responsabilità che vediamo mancare, con ogni sorta di impietose conseguenze; di opportunità a un benessere sociale non effimero che ci sembrano doverose e fattibili, ma ancora lontane. In altre parole, di un ambìto, autentico cambiamento. Di noi persone, ‘costrette’ a convivere, e perciò a riconoscersi pari.

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L’Umanesimo ateo è una filosofia di vita laica, razionale ed etica. Questo manifesto ne sintetizza in italiano i principi e gli scopi.
Rev. 08/08/2017 — 9.8Mb — 938 dls

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Come liberarci del fallimentare umanesimo ateo? Lo spiega il filosofo Rémi Brague
2016/04/07

http://www.uccronline.it/2016/04/07/com ... emi-brague

Contro il cristianismo e l'umanesimo«In quanto filosofo, ciò che mi interessa non sono le cause, sono le ragioni. Le cause spiegano il passato, le ragioni permettono di agire in vista del futuro». Queste parole di Rémi Brague, potrebbero ben sintetizzare il contenuto del libro Contro il cristianismo e l’umanismo (Cantagalli 2015). Un libro di ragioni, appunto, sul senso dell’essere, dell’esserci, della società e dell’Europa, della storia e della modernità, la ragione del credere nel Dio cristiano e del fallimento etico dell’umanesimo ateo.

Si tratta di una serie di profondi saggi del celebre filosofo francese, professore emerito di Filosofia medievale e araba presso la Sorobona di Parigi e la Ludwig-Maximilian di Monaco, certamente tra i più importanti intellettuali cattolici viventi, formatosi, come spiega lui stesso nel libro, sugli «scritti di Joseph Ratzinger, per me fonte di approfondimento della mia fede, ma anche un modello per l’accademico che sono» (p. 63). Proprio come il teologo Ratzinger, anche Brague si dimostra capace di dare continuamente linfa nuova alle riflessioni sui grandi temi, rivoluzionando il modo di pensarli e di pensare.

La scelta della selezione dei testi di Brague è merito della co-autrice del libro, la giovane filosofa Elisa Grimi, che non conoscevamo e si è rivelata una interessante scoperta. Ricercatrice presso l’Università de Neuchâtel, si occupa di filosofia morale e dirige la rivista Philosophical News, nel suo saggio iniziale ha ben riflettuto sul problema dell’identità dell’Europa, gravata dalla «cultura della facilitazione», cioè il «potere dell’ideologia, che apparentemente facilita i criteri dell’agire liberandolo dal giogo della responsabilità ma che alla lunga stermina dal di dentro […]. Domina lo spirito vagabondo, non quello medioevale capace di dar origine a un ordine, vale a dire mendicante» (p.34). Manca il cuore dell’uomo e questo comporta la perdita del cuore dell’Europa, la sua frammentazione e incapacità di unità, quella che «sfociò come fonte viva dal cristianesimo» (p.35). La soluzione, per la Grimi, è la riaffermazione di un pensiero umile, che comprende di essere «per natura mancante» e per questo «bisognoso di altro» da sé, occorre un uomo che «non è posto al centro della storia, ma che attende nella storia di scoprire di questa il suo centro» (p. 37). La speranza di una giustizia e di un perdono trascendenti, non immanenti.

L’estrema esaltazione dell’uomo, colui “che non deve chiedere mai”, è il cuore del problema anche per Rémi Brague, lo definisce umanismo, cioè un umanesimo ideologizzato. Se quest’ultimo è stato concepito nella Bibbia e nell’antica Grecia per nobilitare l’irriducibile valore dell’essere umano, la sua sacralità, questa concezione è stata tuttavia laicizzata ed esasperata negli ultimi due secoli, portando «l’uomo a concepirsi come essere supremo» (p.312), secondo Auguste Comte, fautore del suo destino. Un umanesimo ateo, indipendente da Dio, che «contiene un germe mortifero, anche nella sua forma più moderata, cioè l’agnosticismo», poiché incapace di rispondere al perché «è bene che un tale essere esista. Su questo l’ateismo non ha nulla da dire», impossibilitato «a pronunciarsi sul valore dell’uomo». L’umanismo fallisce in un cortocircuito: se l’uomo «non ammette alcuna istanza superiore» a sé, allora nemmeno «può parlare a proprio favore, non è un giudice disinteressato, ma una parte in causa. Non si giudica qualcuno sull’immagine che egli ha di sé stesso». Perciò «non sappiamo se è bene che esistano gli uomini» (p.316). Decade dunque anche ogni capacità di giudizio valoriale, di bene e male, sulle azioni umane, situazione assai pericolosa sopratutto oggi, «che l’uomo è in possesso dei mezzi che gli permetterebbero di sopprimersi». E’ la filosofia, la ricerca delle ragioni, dunque, a spingerci a capire che «abbiamo bisogno di un punto di riferimento, di un punto di Archimede esterno all’uomo, che possa spiegarci perché è legittimo che ci siano degli uomini. Un Dio capace di mettersi sul piano di ciò che rende l’uomo uomo, cioè un Dio razionale, un dio lògos. Come cristiano aggiungerei: un Dio il cui lògos si è fatto carne» (p.319). Colui che rende uomo, l’uomo. L’alternativa è lo «spirito vagabondo» del confuso uomo occidentale.

Un passaggio che, con tutta la loro buona volontà, non sono in grado di sostenere i “cristianisti”, cioè gli “atei devoti”, coloro che «difendono il valore del cristianesimo e il suo ruolo positivo nella storia. Non intendo scoraggiarli, mi piacerebbe persino che in Francia fossero più numerosi perché quello che dicono è vero. Soltanto vorrei dire a loro che il cristianesimo non si interessa a se stesso. S’interessa a Cristo» (p.196). La difesa astratta dei valori e della civiltà cristiana, «non funziona se non vi si crede veramente» (p.69). L’umanità non ha bisogno di disquisire sui valori cristiani, di fronte al fallimentare nichilismo imposto dall’umanismo ateo necessita di un «kit di sopravvivenza». Esso, spiega il filosofo francese, «lo troviamo nei dieci comandamenti. Ma anche nei pensatori pagani dell’antichità, in Cina, nelle Indie, a dire il vero un po’ dappertutto. Non esistono regole morali prettamente cristiane. Come vivere lo sanno tutti, o possono saperlo. Ma perché vivere, perché scegliere la vita e, tanto per cominciare, perché dare la vita, sono interrogativi più complessi. E’ a essi che il cristianesimo fornisce una risposta» (p.248).

E questo può meglio capirlo e sperimentarlo solo chi di questa Risposta ha fatto e fa esperienza personale, cioè il cristiano e non il cristianista. Nè, tanto meno, il laico umanista.


Mancuso: “non può esistere un umanesimo ateo”
14-08-2009

https://blog.uaar.it/2009/08/14/mancuso ... esimo-ateo

Questa pagina è stata pubblicata più di otto anni fa: i contenuti potrebbero non essere più accurati. Buona lettura!

Sull’edizione odierna del quotidiano Repubblica è stato pubblicato un articolo del noto teologo Vito Mancuso, dal titolo Le ragioni di Benedetto XVI su ateismo e nichilismo. Mancuso risponde ad Adriano Sofri, che lunedì scorso ha criticato il discorso che Benedetto XVI ha pronunciato domenica scorsa all’Angelus. Mancuso ha lasciato a Benedetto XVI “la responsabilità storiografica dell´equiparazione tra nazismo e nichilismo contemporaneo” (equiparazione che non lo convince), scegliendo invece di affrontare “l´equiparazione tra umanesimo ateo e nichilismo”.
Dopo aver definito ‘nichilismo’ “la negazione di un fondamento razionale ed eterno della natura e della storia, dalla quale consegue la negazione di un punto fermo a cui il singolo debba sottomettere il suo agire e prima ancora il suo pensare”, il teologo arriva a sostenere che “un umanesimo ateo si rivela alla lunga teoreticamente impossibile”. Benché ammetta che vi siano non pochi “atei dal comportamento eticamente cristallino”, a suo dire è possibile “sostenere un primato dell´uomo all´interno della natura solo da una prospettiva spirituale, solo cioè da parte di chi riconosce lo spirito quale dimensione dell´essere non riducibile alla materia, perché è esattamente lo spirito ciò che fa dell´uomo qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri esseri viventi”. Ne consegue che “l´umanesimo o è spirituale o non è”, e rimane dunque “quanto mai vera” la critica di Benedetto XVI all””antropocentrismo moderno”. Quale prova del suo ragionamento Mancuso porta alcuni episodi di cronaca citati sullo stesso numero di Repubblica in cui è apparso l´articolo di Sofri.

È difficile non aggiungere qualche parola di commento alla segnalazione di questo articolo. Passano i secoli, ma qui siamo ancora all’Ottocento, a Fedor Dostoevskij che scriveva che “se Dio non esiste, tutto è permesso”. Vorrei sapere da Mancuso cosa mai hanno a che fare con l’ateismo esempi quali una rissa al bar, un incidente stradale a Caserta, o un quindicenne morto precipitando mentre cercava funghi. E ancor di più mi preme invitare Mancuso a leggersi gli studi Pippa Norris e Ronald Inglehart sulle correlazioni tra alti livelli di religiosità e alti livelli di insicurezza sociale; i lavori di Gregory Paul sulle correlazioni tra alti livelli di religiosità e alti livelli di criminalità, mortalità infantile, maternità adolescenziale, malattie veneree e aborti; le analisi di Phil Zuckerman, da cui emerge come tra i primi venticinque paesi collocati al vertice dell’Indice di sviluppo umano dell’ONU tutti, tranne l’Irlanda, siano caratterizzati da significative percentuali di atei, mentre i venticinque paesi che si collocano all’estremità opposta della classifica si caratterizzano tutti per l’assenza di significative presenze di atei.
Certo, sono il primo a rendermi conto che, rispetto alla cronaca nera di Repubblica, la lettura di studi accademici in lingua inglese è indubbiamente più faticosa. Ma può comunque essere utile: del resto io stesso, fino a questa mattina, non sapevo di essere un uomo che manifesta “con la mia assolutezza etica, un livello dell’essere che non è conforme con la mia negazione di un’assolutezza a livello ontologico”. Qualunque cosa voglia dire, ovviamente: inclusa la possibilità di essere un Homo Sapiens di un livello inadeguato alle elevate aspettative di Mancuso.
Molti cattolici democratici confidano in pensatori critici di questo tipo per rinnovare la Chiesa e renderla adeguata alle sfide proposte dal terzo millennio: è tuttavia lecito presumere che, così facendo, all’inizio del quarto il cattolicesimo sarà già un lontano ricordo del passato (R.C.).



http://www.radioradicale.it/scheda/3930 ... esimo-ateo
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » mar feb 06, 2018 10:34 pm

???

"Le menzogne contro Israele possono trionfare unicamente nell'ottenebramento della ragione, sono parassiti psichici, gargouille, o uccelli e uccellacci, come quelli che volano sulla testa dell'uomo dormiente nella celebre incisione di Francisco Goya"

Niram Ferretti, Il Sabba Intorno a Israele: Fenomenologia di una demonizzazione", Lindau, 2018

https://www.facebook.com/permalink.php? ... 4575318063


Rosario Del Vecchio
Oggi in classe mi hanno fatto a pezzi - quando ho fatto vedere il Video di Padre Al-Bazi torturato in IRAQ dagli Islamici dopo che hanno ammazzato o deportato il 95% della popolazione Cristiana - mi hanno detto che l'Islam non c'entra nulla con l'ISIS e che è una Religione di PACE (come di fatto dice la massima Autorità morale occidentale nonché mio capo e datore di lavoro).
Titolo della lezione scandalo di oggi: "Introduzione alla figura di Edith Stein e attualizzazione della Shoah nelle grandi stragi di Innocenti - in particolare Ebrei e Cristiani - del giorno d'oggi".


Niram Ferretti
Chi l'avrebbe "fatta a pezzi"? Dove insegna?, mi perdoni...

Corrado Balocco
Sono ragazzi arabi mussulmani?

Rosario Del Vecchio
Al Liceo Classico - scientifico nel Milanese : fatto a pezzi solo moralmente intellettulmente e umanamente ... ma ka calunnia già serpeggia per i corridoi - tutto è nato qua do ho raccontato dei due padri di famiglia massacrati in Israele nei giorni scorsi. .. E delle tesi di Oriana fallaci, Bat Ye Or e Giulio Meotti - naturalmente sotto mano avevo pure il tuo ultimo libro nel mio Kindle. .. - oramai non riesco più a far lezione in pace. .. c'è in giro un livore nazista ... (in quella classe ci sono 5 persone Mussulmane ma che non sono presenti fisicamente alle mie lezioni).

Dragor Alphandar
Allora chieda perché tutti i terroristi sono musulmani.

Rosario Del Vecchio
Dicono che NON sono Mussulmani! !

Rosario Del Vecchio
Sono ragazzi italiani cattolici e Laici. .. ma quasi tutti i giovani di oggi sono così. ..

Niram Ferretti
Bene. E' una tesi che sarebbe piaciuta a Lewis Carroll. Bisognerebbe chiedergli come mai se non sono musulmani leggono il Corano? Forse PENSANO di esserlo? Poveretti sono struttralmente analfabeti. E' drammatico.

Rosario Del Vecchio
Il Corano non lo leggono ... ma neppure la Bibbia ... conoscono so la "versione romantica e politicamente corretta" del Bigino del Vangelo.

Luca Gaspare Boffa
Rosario Del Vecchio ma Bergoglio cosa dice?

Rosario Del Vecchio
quello che è scritto su tutti i Media ...

Ferruccio Bovio
Rosario Del Vecchio , eppure Lei insegna in una zona caratterizzata da una forte presenza leghista . Spero che tutto questo ingenuo terzomondismo riguardi , purtroppo per Sua sfortuna , solamente alcune classi del Suo liceo .

Rosario Del Vecchio
Ferruccio Bovio Purtroppo devo deluderti: la Lega qui è "culturalmente" un minoranza delle minoranze (e Fratelli di Italia quasi inesistente culturalmente) - quindi nella Scuola, negli ambienti educativi cattolici, nella Comunicazione, nello stesso mondo Politico istituzionale la Lega conta poco, anche se la gente la vota un po'. Inoltre la Lega viene da decenni di "cultura protestataria e piuttosto fiscalista e campanilistica". Gli stessi esponenti della Lega al massimo protestano sul problema della immigrazione clandestina, ma senza una visione culturale e storica del problema. Se solo la Lega avesse provato una vera contro-cultura e una vera informazione corretta io già mi sarei impegnato politicamente. Ma le cose stanno come stanno. Cultura storica, politica, teologica, filosofica, internazionale: vicino allo zero. Nessun Partito ha una cultura adeguata all'epoca storica. Stiamo passando dalla Paganizzazione libertaria alla Dittatura della Islamizzazione E quelli di Sinistra - a livello educativo sono peggio di quelli di Destra. E i 5 Stelle peggio di tutti a livello culturale. E i Cattolici sono piuttosto di sinistra o comunque politicamente corretti. La mia voce è una voce che "grida nel deserto"! Qui domina il politicamente corretto dentro e fuori la politica, la chiesa e la scuola ... I nostri giovani crescono con la Mentalità che si vede in televisione. Devo dire che i miei più accaniti critici e accusatori sono proprio i "cattolici" al potere oggi: che dovrebbero essere quelli dalla mia parte, o meglio dalla parte della verità storica e umana. Lo scorso anno ho litigato apertamente con tutti i miei colleghi - chierici e laici - di Religione che sostenevano che Allah è lo stesso Dio dei Cristiani e degli Ebrei. siamo alla follia e alla sottomissione spontanea. Secondo loro avrei dovuto dire in classe queste scemenze - queste eresie e queste falsità logiche storiche e teologiche - come fossero verità non solo umane ma anche dogmatiche. E' in atto un'ondata di stupidità epocale!

Miriano Ravazzolo
Rosario, se permetti ti cito...

Rosario Del Vecchio
Miriano Ravazzolo fai pure ...

Rosario Del Vecchio
Per i nostri giovani Cattolici e Laici l'Islam è il bene che avanza e gli Islamici sono i Nuovi Ebrei (come oggi dice Laura Boella ad Avvenire degli Immigrati: li chiama i Nuovi Ebrei). Il NazIslamismo ha capito che deve travestirsi da Ebreo per uccidete gli Ebrei e Sottomettere i Cristiani.

Niram Ferretti
Laura Boella dovrebbe essere portata ad Auschwitz per farle vedere cosa avveniva lì.

Rosario Del Vecchio
Caro amico : ho studiato Filosofia con lei ed è una estimatrice proprio di grandi figure femminili della tradizione ebraica - qui dobbiamo capire tutti che è entrata nella Storia di Europa un Nuovo Vento Ideologico maledetto e calunnioso. .. Gli Ebrei e i veri Cristiani e i veri amanti della Libertà sono i Nemici da abbattere ed eliminare. È un Fenomeno Nuovo: è un nuovo anti-occidentalismo anri-cristianeso anti-semitismo. Il Nazi-Comunismo ha fatto un passo avanti nel Palestinismo Islamismo Immigrazionismo ...

Corrado Balocco
E' sconcio paragonare gli ebrei sotto il nazismo con i barbari invasori di oggi. Ci vedo un vento diabolico di accecamento e perversione.

Rosario Del Vecchio
Corrado Balocco hai detto bene. un vento d i a b o l i c o

Niram Ferretti
Rosario Del Vecchio non è nuovo. È aria fredda e gelida, è marcionismo di ritorno mischiato al solito odio gnostico anticristiano di cui l'Islam è antico contenitore.

Rosario Del Vecchio
Niram Ferretti ... - Tutto è sempre nuovo. Hitler non inventò nulla ... ma inventò tutto ... le cose non si ripetono mai anche se si assomigliano sempre ... questa Gnosi di oggi non è la stessa di ieri ... siamo oltre Voegelin ... - ci sono alcune novità: 1) nel 1991 è caduto il Muro di Berlino e noi non ci abbiamo ancora fatto i conti - 2) Gerusalemme capitale: e noi non ci abbiamo ancora fatto i conti - 3) la Chiesa cattolica sta superando se stessa e ha una nuova Dirigenza e noi non ci abbiamo ancora fatto i conti 4) siamo arrivati alla clonazione umana e alla distruzione del buon senso e di ogni tabù a livello di massa, e non solo di Élite, e non ci abbiamo ancora fatto i conti 5) Dio è l'Essere Vivente e prende nuove e impreviste iniziative, e noi non ci abbiamo ancora fatto i conti - 6) l'Euro è oramai uscito allo scoperto con tutta la Tecno-burocrazia europea alle sue spalle, e noi non ci abbiamo ancora fatto i conti - 7) la Popolazione europea ha oramai superato – con le tombe le culle – negli ultimi anni e i Popoli europei sono un ospizio a cielo aperto, e noi non ci abbiamo ancora fatto i conti. Due domande: 1) siamo in grado di fare, nei prossimi 20 anni, 80 milioni di figli in più di quelli che abbiamo fatto negli ultimi 50 anni? 2) siamo in grado di difendere militarmente e mentalmente l’Europa nella prossima Guerra Civile che si sta preparando in tutto il Nord Europa? Domandona finale: se la Chiesa cede, come di fatto sta accadendo, e se Gerusalemme cede, come vorrebbero tutti i taglia-gole, non sarebbe la fine di tutta la nostra storia e la distruzione di tutte le tombe dei nostri padri? Terapia finale: una nuova Alleanza storica (mai avuta prima) tra veri Cristiani, veri innamorati della libertà (che quindi buttano via tutte le follie morali e antropologiche contro i Dieci Comandamenti e contro la Presenza cristiana nella società) e Popolo di Israele. Solo una Rinascita della vera Religione Cristiana - politicamente e sinceramente alleata con lo Stato di Israele, senza confondere Teologia con amicizia profonda - in tutto l'Occidente - con una Rinascita di decine di milioni di Famiglie numerose nella Libertà economica politica e culturale - potrà salvare l'Europa dalla morte e dalla Schiavitù Islamica prossima ventura. E – allo stesso tempo – potrà salvare Israele dalla matematica morte fisica, se dovesse venir meno ogni presenza Cristiana in tutto l'emisfero tra l'Oceano Atlantico e l'Oceano Indiano. Gli Americani, con non sono molto più sani spiritualmente degli Europei, non credo proprio riusciranno da soli a proteggere il piccolo Stato di Israele. E’ necessaria una nuova Alleanza storica di tutti coloro che amano la Verità creata senza paura e senza confusi sentimentalismi. Una Verità “minima” che afferma nel mondo la Libertà. Voegelin ha pensato la Gnosi prima del Sessantotto. Noi abbiamo visto la brutta fine della Gnosi di “Pace e Amore”. Abbiamo visto che dietro Pace e amore, non solo ci sono Nazismo e Comunismo. C’è la nuova Potenza emergente “in “Europa. L’Islam. Quello di sempre, certo. Ma nuovo per noi europei e cristiani.

Niram Ferretti
Una religione che afferma che Gesù non è mai morto sulla Croce e che fa di lui un modellatore di uccelli di creta che diventano uccelli veri e la cui Parusia consisterà nel rivelare la falsità del cristianesimo, ricalca in questi assunti presupposti gnostici fondamentali. La Grande Menzogna teologica sottoscritta dai cattolici totalmente digiuni di teologia vera, quella dell'Aquinate, per intenderci, vogliono sostenere che Allah sarebbe Hashem e lo stesso Dio venerato dai cristiani e incarnato in Cristo, ma non è così. Allah è una riproposizione gnostica del Dio ineffabbile oltre ogni determinazione, opposto a quello venerato nell'ebraismo e nel cristianesimo, e che Marcione ha tentato di separare per relegare il primo nelle tenebre.

Rosario Del Vecchio scrivi molte cose giuste. Ma quando dico nulla di nuovo intendo che si tratta di un lungo immane processo di capitolazione che procede per tappe e i cui antecedenti Voegelin ha magistralmente individuato già nel Medioevo nei movimenti ereticali. Le forme mutano, come in un caleidoscopio, ma ricombinano pezzi già assemblati precedentemente. Non credo a rinascite se non dopo che si giunga all'estremo. La progressiva distruzione del concetto di Verità in Occidente ha portato come approdo all'eudemonismo edonista, alle chiese trasformate in bar e palestre quando non in moschee. L'Europa giunge estenuata difronte a un Islam che ha saputo mantenersi vigoroso. Dall'Europa non giungerà nulla. Benedetto XVI, l'ultimo grande testimone teologico del Logos ha suonato le campane a morto. Al suo posto è subentrato un liquidatore fallimentare. Se riscossa ci sarà verra dall'Africa, da paesi in cui il cristianesimo trova ancora terreno fertile, qui è terminato un ciclo. Israele ne ha avuti tanti nella sua storia millenaria. Deve mantenersi forte, solo così può ripararsi dalla tempesta.

Rosario Del Vecchio
Niram Ferretti ... siamo d'accordissimo! Per questo ho detto quello che ho detto sui dieci Comandamenti. La cultura Dominante vuole spazzare via memoria, terra, corpo, matrimonio, figli, presenza storica di Dio, giudizio inferno e paradiso. Per fare questo deve eliminare voi. Sono tre secoli che ci provano. Il Nazismo è stato solo il tentativo eccellente. Ne arriveranno altri che bisogna controbattere alla radice. Il problema Islam sta nel Nichilismo anti-cristiano dominante. togli il Cristianesimo e arriva Hitler, l'Islam, Dracula, Frankenstein ... La mia tesi di teologia l'ho fatta sulla Gnosi moderna (in particolare la Filosofia-teologia tedesca, francese, italiana) . E' in atto nella Chiesa un nuovo tipo di Marcionismo (il rifiuto di tutta la tradizione storica e biblica e sacramentale e degli stessi tabù fondamentali) molto più potente di quello antico. Le prime vittime siete voi. E poi saremo noi che crediamo in Lui. Io sono terziario domenicano col nome di Tommaso dedicato all'aquinate come hanno voluto i frati di Santa Maria delle Grazie in Milano. quando sentiremo parlare apertamente della nuova Gnosi politica (che si sta affermando dagli anni sessanta a oggi in USA e Europa) che taglierà alla radice ogni tabù di incesto, pedofilia e sado-masochismo ... forse allora penseremo che è meglio la Gnosi Islamica. almeno lì possiamo sperare che per sbaglio qualcuno riprenda in mano una Bibbia.

Niram Ferretti
Quante cose avevano individuato Del Noce e Emanuele Samek Lodovici. La finezza teologica domenicana...D'altronde Rosario, ogni volta che un'asticella è tolta in nome delle magnifiche sorti e progressive, ne salterà un'altra successivamente. E' inevitabile. Il Logos esige la libertà preordinata a confini che esalitino l'ordine dell'Essere, ma la Voce della Saggezza del Serpente, afferma da sempre che i confini sono solo prigionia e fondati sulla gelosia...

Rosario Del Vecchio
Niram Ferretti ... si. ho visto che sia tu che Giulio Meotti avete questo modo di ragionare ... che nella sostanza condivido. Ma io sono convinto di un aspetto del ragionamento che un po' vi sfugge. e' questo (ma dovrei scriverne più approfonditamente): la distruzione della Verità (come molto giustamente scrivi e dici) non porta direttamente all'edonismo. All'edonismo si arriva in un secondo tempo. Prima dell'edonismo ci sono dei passaggi. Usiamo un linguaggio biblico per capirci al volo: quando si abbandona il Dio vivente (per mancanza di pazienza, umiltà, fiducia, affetto sincero, senso dell'obbedienza, amore filiale) si mette al suo posto sull'altare un Idolo (il Serpente, la Vanagloria, l'amore romantico, la Rivoluzione ... insomma Frankenstein, il proprio fantoccio, la propria fattura: diciamolo scandalosamente: i diritti dell'Uomo senza i diritti di Dio) . solo dopo che l'Idolo muto non ti ha dato quello che desideravi e che era indispensabile alla tua salvezza (quando ti ha deluso, disilluso, mareggiato, schiavizzato, stuprato, torturato, capovolto e trasformato in carnefice di te stesso) solo allora si cade in un processo che alterna edonismo a radicalismo, , sensualismo a tecnicismo, depressione a ipocondria, anoressia a denatalità. Senza un ritorno ai Padri - e al Padre del cielo - moriremo tutti. E il ritorno a Lui è un lungo cammino di conversione religiosa, mentale, fisica, sociale, matrimoniale. dopo i Primi Tre Comandamenti bisogna assolutamente tornare ai padri /(Luigi XVI decapitato il 21 gennaio del 1793 è Profezia di quello che l'Europa ha fatto e di quello che deve fare ora). Bisogna tornate al 4° Comandamento: Onora il padre e la madre (onora! onora) , ma, allo stesso tempo, la moglie deve tornare da Osea (sii fedele a tua moglie e a tuo marito!). Senza questo Ritorno non nasceranno decine di milioni di bambini in Europa. Dio ci sta aspettando lì. sulla fedeltà e sulla penitenza. Se non facciamo quel cammino esistenziale (religioso) a nulla servirà un cammino politico o culturale. O l'europa segue Israele o muore. Gerusalemme capitale e Roma capitale devono trovare una nuova fratellanza umana - senza gnosi e senza confusioni teologiche - se vogliono salvarsi. Credo che l'altissimo desideri questo. E quello che Lui vuole bisogna dirlo a voce alta e a testa alta. ... dopo averlo vissuto nel silenzio e nel dolore.

Niram Ferretti
Rosario, dicorso di alta fattura, biblicamente fondato e per questo ostico e ripugnante a molte orecchie. La diagnosi che fa Giulio Meotti mi trova concorde, ma ti correggo su un punto, non credo in alcun modo che la distruzione della possibilità di una verità morale oggettivamente determinabile porti direttamente all'edonismo come obbiettivo, credo anzi che esso sia un epifenomeno. Israele, lo stato ebraico è un paese giovane per anagrafe e giovane di energia progettuale ma che si porta appresso una religione vecchia di millenni che è sempre stata ancorata a una idea forte di futuro. Il futuro è creazione ebraica, originariamente in senso escatologico e poi, successivamente in senso immanentistico. Roma è vecchia, qui in Europa, senza volere essere troppo sepolcrale o crepuscolare di vigoria ne vedo assai poca e soprattutto nella Chiesa.
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » ven feb 09, 2018 9:30 am

???

"Le menzogne contro Israele possono trionfare unicamente nell'ottenebramento della ragione, sono parassiti psichici, gargouille, o uccelli e uccellacci, come quelli che volano sulla testa dell'uomo dormiente nella celebre incisione di Francisco Goya"

Niram Ferretti, Il Sabba Intorno a Israele: Fenomenologia di una demonizzazione", Lindau, 2018

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Alberto Levy
ho letto questa discussione. Sono solidale con Rosario, ma vedo le cose da un angolo diverso. Sono daccordo con quanto dici sul pericolo mortale dell'Islam sull'Europa e su parte della civilta' occidentale, ma non condivido gli argomenti teologici. Una ventina di anni fa ho cominciato un percorso che mi ha portato all'ateismo totale, coadiuvato dalla conoscenza scientifica e da ragionamenti logici. La religione e' importante dal punto di vista tradizionale e culturale, ma sono un ateista convinto. Sono un ebreo (appartenente al popolo ebraico) italo israeliano sionista ateo. Sono convinto che l'Islam sia il piu' grande problema dell'Umanita' oggi assieme al surriscaldamento terrestre dovuto alle emissioni della civilta' umana.

Rosario Del Vecchio
Dal punto di vista cristiano l'ateismo è una questione "secondaria" se non c'è un rifiuto esplicito della Rivelazione divina. Quello che fa la differenza è: rifiutare Dio e/o non avere pietà dei propri fratelli e di esseri umani in grave difficoltà. Se siamo d'accordo sulla Pietà umana (quella vera) e sull'idea "buona-giusta" di Dio si può andare d'accordo tra credenti e non credenti. Per un non credente intelligente-sensibile l'importante è che dio sia un dio che ama e rispetta gli uomini, i quali a loro volta amano e rispettano Dio. La fede vera e propria è un'altra cosa. E' una Elezione. E' una Grazia. Chi non l'ha mai conosciuta non è in peccato. Chi l'ha rinnegata è in peccato grave. Poi c'è pure l'idea Filosofica di Dio. Quella della tradizione metafisica. Da come parli probabilmente non hai mai fatto una esperienza mistica e invincibile di Dio. L'importante è che cerchi la verità e il bene e che rispetti i tuoi padri. Se casomai Dio ti chiama e lo ascolti ... credi sia di buon senso obbedirgli.

Alberto Levy
ricerco la verita' in tutto e anche il bene, come lo descrivi tu. Ma sono un non credente al 100%, non credo all' esistenza di nessun essere che i credenti chiamano "Dio". Ritengo valida l'affermazione di Hawking (che purtroppo e' un antisemita) : " Dio e' un'invenzione umana la cui probabilita' di esistenza effettiva tende allo zero, alla luce delle piu' recenti conoscenze scientifiche". La scienza sta trovando risposte a quasi tutti i quesiti dell' uomo dall'antichita' ai giorni nostri, e sono solo 2-3 secoli di ricerca. Chissa' cosa verra' scoperto in 2000 anni di ricerche future. Fino alla meta' del secolo 19 esimo non esisteva il metodo scientifico rigoroso che permette di scoprire veramente la verita'.

Rosario Del Vecchio
Alberto Levy ... studio Filosofia (compresa quella della Scienza) da 45 anni. Sono stato ateo tanti e tanti anni a partire dai dodici anni. Devo dire che quel tipo di "discorso scientista" che crede nella Scienza come conoscenza totale e risolutiva delle cose non mi ha mai convinto né da ateo e né da credente. qualunque discorso sulla Scienza e sul valore della Religione e su Dio non è altro che un "discorso filosofico". E' la Filosofia che discute di tutte le questioni importanti. La Scienza in quanto tale è solo una definizione filosofica. Esistono la Matematica la chimica la Fisica la Biologia l'Astrofisica e così via. Qualunque discorso sulle cose e sul loro valore è un discorso filosofico. Per sapere o meno se Dio esista e come conoscerlo e come dimostrarne l'esistenza conta solo la Filosofia o l'esperienza personale e comunitaria. A livello scientifico né si dimostra Dio né lo si può negare. Se dio esiste è "oltre" il potere scientifico umano. E la Filosofia lo può solo indicare molto debolmente ma in modo molto affascinante e luminoso. Ma la Filosofia vera è un cammino lungo, tortuoso, imperfetto, semovibille, in divenire, aperto e pericoloso. Solo pochi sanno veramente filosofare. E quei pochi sono spesso emarginati dagli altri Intellettuali che hanno il potere nei luoghi in cui si lavora di intelligenza. Ci sono tre o quattro strade filosofiche per arrivare a Dio. Per quel poco che l'intelligenza umana può fare. Intelligenza che Dio stesso ci ha dato. la via eccellente - a mio avviso - è coniugare la Via Metafisica che va da Parmenide a San Tommaso e la via interiore che va da Socrate a Sant'Agostino. Questa coniugazione di vie intellettuali - in una forma originale - va costantemente e storicamente aggiornata da menti geniali e coraggiose. Pare che in circolazione non ce ne siano molte.

Alberto Levy
non sono daccordo nel modo piu' assoluto, ma le cose diventano lunghe e bisogna anche dormire per lavorare di mattina ...


Alberto Levy
... Intendo che tra credenti e non credenti conta "la pietà" (considerare sacra la dignità dell'altro, soprattutto se un nostro vicino fratello padre) ... la pietà (dare onore a chi merita onore) è il minimo necessario per intendersi e essere amici (come sta avvenendo qui ora) ... poi, se Dio esiste, sarà Lui stesso a fare il resto: nessuno può dare dio ad un altro né prenderselo per sé ... ma. allo stesso tempo, è impossibile che una persona sincera e in cerca della verità - se un giorno dovesse accadere un incontro, o dovesse intravvedere un Roveto ardente - possa rifiutarlo come icona del Mistero vivente ... siamo tutti mendicanti nel deserto della vita ... se non ci trattiamo da Caino ci ritroveremo un giorno nella bella Oasi ...

Alberto Levy
Siamo daccordo su tutto tranne sull' esistenza di D-o. Io ritengo che ci siano sufficienti indicazioni per eliminare completamente la probabilita' che esista. E di giorno in giorno il numero di queste prove aumenta in modo esponenziale. Chi non e' aggiornato in questioni scientifiche non puo' essere al corrente del numero incredibile di prove che eliminano la possibilita' dell' esistenza di un D-o. A mio parere la scienza rigorosa e' la religione del futuro, anche se deve essere sottostare ad un minimo controllo morale, legale e filosofico.

Niram Ferretti
Alberto Levy io rispetto le posizioni degli atei. Un ateo militante ha il diritto di affermare che Dio non esiste. E' la sua fede. Sì, l'ateismo è una fede. Ma da qui a dire che ci sono prove che dimostrano l'inesistenza di Dio ce ne corre assai. Non esiste alcun possibilità da un punto di vista epistemologico, filosofico, formale, di potere provare l'inesistenza di Dio in modo rigoroso, così come non esiste alcun modo di dimostrare, intendo dimostrare more geometrico, la sua l'esistenza. Lo sapeva già Pascal. Eminente matematico e scienziato e uomo di profonda fede. Emanuel Kant ha già chiuso l'argomento, nel senso delle "prove" nel Settecento. Ci possono solo essere argomentazioni pro o contro. Un principio primo può essere solo argomentato e non dimostrato perchè si trova di necessità al di fuori dell'ordine delle dimostrazioni, a un metalivello. Ogni dimostrazione è invece interna al livello otre il quale si trova il presupposto indimostrabile. Basterebbe in questo senso basarsi sulle implicazioni epistemologiche dei due teoremi di Godel. I risultati di Godel potrebbero sembrare a se stanti, ma in verità così non è giacchè limitano all'interno di una teoria, come quella matematica dove tutto è formale e controllabile, la possibilità che la ragione umana, in questo caso la ragione matematica, possa costruire sistemi auto-coerenti in cui tutte le verità siano dimostrabili. Non è possibile. Un altro risultato che abbiamo appreso da Godel è che non è possibile creare un unico super linguaggio che sia coerente. Per avere tale caratteristica si deve poter fare riferimento a linguaggi più potenti, e questi a loro volta ad altri più potenti e cosi via. Si tratta del regressum ad infinitum che già Aristotele aveva mostrato come conseguenza del non porre di necessità un limite alla concatenazione causale. Per Aristotele la Causa prima è una necessità logica, per Godel questo prius può solo essere postulato ma non dimostrato, nè che esista nè che non esista, e così torniamo di nuovo a Kant. Quindi, mi dispiace, ma l'ateismo è semplicemente una legittima posizione filosofica e ideologica, nonchè metafisica, ma non è supportato da nulla più che da argomentazioni più o meno efficaci e mai definitive.

Rosario Del Vecchio
L'Esistenza di Dio è - a livello intellettuale - un problema epistemologico e filosofico. Ma bisogna ricordare che - se Dio dovesse esistere - il primo problema è la volontà libera del cuore. Heidegger chiede: perché l'essere e non il nulla? Socrate chiede: come posso sapere se quello che credo bene sia bene e quello che credo male sia male? Aristotele chiede: cosa è eterno visto che è impossibile pensare qualcosa di non eterno? San Tommaso chiede: tutto ciò che esiste non è forse già pensato e voluto da qualcosa di eterno? Mosè Maimonide chiede: se tutto passa cosa - Chi - non passa? Mosè vede da lontano un Roveto ardente che non si consuma e chiede: cosa E'? Parmenide chiede: cosa E'? Budda chiede: se tutto è una illusione cosa non è una illusione? Premio Nobel per la Fisica, Antony Hewish, astronomo, ha affermato: “Dall’osservazione scientifica arriva un messaggio molto chiaro. E il messaggio è questo: l’universo è stato prodotto da un essere intelligente”. Einstein: “E’ certo che alla base di ogni lavoro scientifico qualificato troviamo il convincimento, simile al sentimento religioso, della razionalità e intelligibilità del mondo (…). Tale fermo convincimento, legato al sentimento profondo dell’esistenza di una mente superiore che si manifesta nel mondo dell’esperienza, costituisce per me l’idea di Dio”.

Alberto Levy
Rosario, coadiuvato dall'evolversi della conoscenza scientifica, ma non a caso Hawking parla di INVENZIONE umana che ha una probabilita' tendente allo zero di essere vera, alla luce delle PIU' RECENTI scoperte scientifiche. Io ho seguito nel 1988 un corso di 6 mesi di filosofia della scienza dato dal grande filosofo dottore professore emerito Yshaiahu Leibowich, nel quale diceva che l' esistenza della cellula, la sua complessita' e la complessita' delle reazioni biochimiche in essa e' la dimostrazione dell esistenza di un essere superiore che avrebbe creato la vita, perche' le molecole sono talmente complesse da rendere impossibile una loro creazione spontanea. Ma dal 1988 ad oggi la scienza ha fatto talmente tanti progressi, da frantumare in mille pezzi questo suo ragionamento. E' molto lungo elencarli, ma la sua tesi e' stata frantumata quasi del tutto.

Rosario Del Vecchio
Ho capito il tuo ragionamento, sulla questione sono abbastanza informato, è il mio lavoro da 32 anni. Il problema è alla radice del tuo ragionamento: tu dai per scontato che le grandi "domande classiche" siano semplicemente "domande vecchie". tu pensi che la cosiddetta scienza ( esistono solo le scienze precise nel loro oggetto e nel loro metodo) possa spiegare tutto. ma questa - come ha detto Niram Ferretti è un atto di fede (non in qualcuno di Affidabile come nella Bibbia) in qualcosa di inverificabile in assoluto e di impersonale come uno sparo nella notte. Popper, Wittgenstein, per citarne solo 2 tra i più grandi filosofi e scienziati del XX secolo (nettamente più grandi e umili di Hawking), hanno spiegato bene come non confondere risultati scientifici in continuo divenire e ricerca filosofica e fede religiosa. Voler spiegare tutto con un solo metodo - e una sola forma di conoscenza e e una sola di tradizione umana - mi pare piuttosto unilaterale. Almeno lasciamo aperta una porta all'imprevisto e all'impensato.

Niram Ferretti
Alberto, siamo sempre lì. Sono tesi, supposizioni. Siamo solo nell'ambito delle argomentazioni. Evidentemente non hai letto il mio commento precedente. Hawking e Dawkins esprimono punti di vista contraddetti da altri scienziati. La scienza ha fatto tanti progressi ma la scienza non ha assolutamente alcuna giurisdizione in ambito filosofico e teologico. Questi sono ambiti diversi. La scienza non può affermare nè che Dio esista, nè che non esista, così come non può farlo la geologia o l'antropologia. La scienza si occupa delle regolarità empiriche in ambito micro e macro, punto. Chi afferma che l'universo con la sua straordinaria intelaiatura di razionalità che sconcertava Galileo e Einstein, è nato dal caos e che poi questo caos per una serie di processi del tutto casuali ha determinato strutture perfettamente logiche atte a produrre la vita, tanto che perfino l'ateo Francis Crick dovette di fronte alla stupefacente precisione del DNA ricorrere alla teoria della panspermia di origine persino aliena pur di non staccarsi dal suo dogmatismo ateistico, fa della metafisica. Lo scientismo non è la scienza, è una chiesa atea la quale pretenfde che solo la scienza abbia il monopolio della verità. Si tratta di pura ideologia. L'universo è infinitamente più complesso delle nostre teorie. Hawking ha da tempo dovuto rinunciare alla sua ipotesi riassuntiva. Nessun fatto empirico può dimostrare che Dio esista o non esista, e per una ragione assai semplice epistemologicamente, perchè Dio non ricade nell'ambito degli oggetti fisici.

Alberto Levy
Non ho avuto sentore della "rinuncia" di Hawking alla frase da me citata, ma continuo a ribadire che nessuno ha mai visto questo "D-o", a parte gli antichi che dicevano di aver avuto addirittura delle conversazioni con Lui. MA nella torah' c'e' scritto che Mose' prendeva delle droghe prima di parlare con il Sommo, e oggi conosciamo l'effetto allucinante delle droghe sul cervello. Gli scienziati e i filosofi che citate appartengono al passato, non sanno cosa si e' scoperto negli ultimi 20 anni e cosa si continua a scoprire. I fenomeni che gli antichi attribuivano ad un D-o sono fenomeni che oggi trovano una spiegazione normale e plausibile, determinata dalla scienza moderna (in evoluzione). Non contesto chi CREDE, dico solo che abbiamo anche il diritto di NON CREDERE, e che di giorno in giorno riceviamo delle conferme che l'Universo non e' stato creato da un essere superiore, ma da una serie meccanicistica di eventi. E' ovvio che ci sono molte piu' cose che non capiamo e che non conosciamo, rispetto al totale del "creato", ma siamo solo dopo 250 anni di ricerca scientifica moderna. Vedranno i posteri cosa si conoscera' fra 1000-2000 anni di ricerca scientifica rigorosa. D-o non ha mai parlato con nessuno, e quelli che in antichita' credevano di averci addirittura parlato, erano auto suggestionati, a mio parere. Una volta non sapevamo nemmeno come vengono creati gli elementi elencati nella tabella periodica, non sapevamo che il RNA si trova nei meteoriti, che gli aminoacidi pure, e che sono presenti anche nella polvere di stelle ai limiti dell' atmosfera terrestre. Non sapevamo che il DNA si replica in modo spontaneo in provetta, non sapevamo che ci sono organismi che vivono in fondo all'oceano alla profondita' di migliaia di chilometri sotto il mare, che vivono al buio e ottengono l'energia da fonti di acido solforico riscaldato. Non sapevamo che ci sono batteri che vivono con l'arsenico invece del fosforo dell'ATP, ed invece di morire a causa dell'arsenico nella catena respiratoria della cellula, lo usano per creare energia. E via dicendo. Inoltre cito mio padre che diceva che 1 milione di bambini ebrei assassinati ad Aushwitz o da altre parti sono la dimostrazione che D-o non c'e' e non ci aiuta dal cielo nella nostra vita di ebrei.

Niram Ferretti
Alberto, tutto quello hai scritto non sposta di una sola virgola quello che affermo. Il fatto che la scienza abbia fatto grandi progressi è incontestabile, che ne faccia ancora è molto probabile, che arrivi a dimostrare l'inesistenza di Dio è una previsione e oltretutto esula completamente dalle sue competenze, quindi non accadrà. E' come dire che la scienza dovrebbe dimostrare che Rembrandt è un sommo pittore. Non le compete. Dio, non appartiene all'ambito degli enti fisici, è del tutto trascendente. E' come la coscienza. Non sappiamo cosa sia. Il materialismo neurologico non è in grado di dimostrare che essa sia un epifenomeno del cervello. Lo dimostrerà? Ne dubito assai. Tu non mi sembri consapevole che tutto quello che affermi si iscrive in una visione chiaramente filosofica, si basa su assunzioni teoriche che prescindono da ciò che la scienza fa. Presumere che il mondo sia venuto in essere per caso, che la vita nella sua complessità strutturale e razionale sia frutto di processi del tutto casuali, che non esista nulla di soprannaturale, che il senso di tutto si esaurisca nell'immanente, si chiama materialismo. Ma il materialismo ha a che fare con la scienza, con la sua prassi investigativa, tanto quanto la tessitura degli arazzi fiamminghi ha avuto a che fare con la fine della dinastia degli Orange. La scienza indaga la materia, ma non può assolutamente affermare nè non affermare che Dio non esiste. Il DNA per Francis Crick, ateo convinto, era talmente sconcertante nella sua struttura matematica da fargli pensare che non potesse assolutamente essere frutto del caso. Si immagino addiritura che avesse una origine extraterrestre per giustificarlo. Ma vedo che non mi leggi, o non ti soffermi su quanto scrivo. Quindi trovo poco interessante proseguire, perchè tu suoni la tua musica senza minimamente prestare ascolto alla mia. Concludo dicendo che una frase come "nella Torah c'è scritto che Mosè prendeva delle droghe per paralre con Dio", non è una frase seria, e non pretenderai che io possa dedicarmi a simili schiocchezze. "Dio non ha mai parlato con nessuno", cos'è, una affermazione apodittica? Garantisci tu? C'è la firma di un notaio? E' stato dimostrato grazie a un teorema matematico? TU ritieni che non abbia mai parlato con nessuno, ma non lo sai. Non puoi saperlo. Nè tu nè nessun altro.

Niram Ferretti
Postilla conclusiva. Ritengo che affrontare argomenti di questa complessità teoretica su Facebook sia uno spreco di energia. Non basterebbero giornate intere a sviscerarli. Io, da parte mia, concludo qui, lo dico in assoluta serenità. Non ho veramente tempo.

Alberto Levy
Caro Niram, non ho letto tutti i tuoi interventi anche per ragioni di tempo. Dovrei anche lavorare tra un cazzeggio e l' altro. E' vero che la scienza non si occupa dell'esistenza o meno di un D-o, ma se osserviamo come e' nato nella Storia il concetto di D-o, dalla narrativa biblica e da altre narrative, sappiamo che gli antichi ritenevano che alcuni fenomeni fossero opera di questo essere sovranaturale che chiamarono D-o. Ma oggi tali fenomeni sono spiegabilissimi. Non dimostrano affatto una sua esistenza, anche se per gli antichi era l' opposto.

Niram Ferretti
Alberto, non sono i singoli fenomeni empirici che dimostrano l'esistenza di Dio. L'esistenza di Dio è, more geometrico, indimostrabile come è indimostrabile, sempre more geometriico, la sua inesistenza.

Alberto Levy
Ritengo che gli antichi credessero di aver avuto dei messaggi da D-o, ma che erano sotto l'effetto di droghe. Ritengo che i "miracoli" di Cristo fossero delle stregonerie imparate da druidi o esperti vari del suo periodo. Si conoscono tanti altri ebrei che inGalilea facevano altri "miracoli", non solo Cristo-Yeshu, a quei tempi.

Alberto Levy
Ogniuno e' libero di credere o non credere, ma se si osserva come e' nato il concetto di D-o (quella che Hawking chiama "l'invenzione umana"), e quali rafforzamenti abbiano avuto gli uomini nel passato a "dimostrazione" della sua esistenza, constatiamo che tali "dimostrazioni", sono spiegabilissime alla luce delle conoscenze moderne.

Niram Ferretti
RITIENI. Appunto. E' un po' deboluccia come dimostrazione. A QUEI TEMPI avevano conoscenze del mondo di straordinaria profondità simbolica che noi ce le sognamo. Il progresso scientifico, la scienza, è una gran bella cosa, splendida, ma non è tutto. Tutto ciò che dà realmente significato alle nostre esistenze prescinde completamente da ciò che la scienza scopre. Tu ameresti una donna indipendentemente dal fatto di conoscere la caduta dei gravi. Certo, è una buona cosa saperla, ma per te, immagino sia molto più importante quello che provi per la donna che ami. E' un piccolo esempio, tra le migliaia che potrei fare. L'uomo ha dotato di senso la propria vita per migliaia di anni a prescindere dalla scienza e continua a farlo oggi. Uno dei più grandi logici e filosofi del Novecento, Ludwig Wittgenstein, ha scritto, "Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto risposta, i nostri problemi non sono ancora neppur toccati. Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta."

Alberto Levy
Non ho parlato di dimostrazione. Ho detto che le cose che vengono scoperte hanno frantumato le "dimostrazioni" che vennero date nel passato.

Niram Ferretti
Hawking è assai poco originale nella sua affermazione. Il concetto di Dio come prodotto del pensiero umano risale a Epicuro. Il fatto è, che nè Epicuro nè Hawking hanno fatto un passo avanti, e di tempo da uno all'altro ne è passato assai. Epicuro non poteva dimostrare che la sua asserzione fosse vera e neppure Hawking può, perchè la sua è una convinzione, non ha assolutamente nulla di scientifico. Hawking mi piace quando fa fisica non quando fa filosofia. Lì è assai carente.

Alberto Levy
Hai letto il mio ultimo intervento ?

Niram Ferretti
Sì, certo che l'ho letto. Ma non centra con ciò che sto affermando io. Nessuna visione diciamo prescientifica del mondo è mai stata la base della convinzione dell'esistenza di Dio. Nelle scritture ebraiche, Tanak e Torah, non esiste UNA sola affermazione di carattere "prescientifico" che serva come base per la credenza nell'esistenza di Dio. La credenza e la fede in Dio si basa su un fatto che nulla ha a che vedere con una visione prescientifica del mondo: sulla sua rivelazione. Dio si può rivelare indipendentemente dalla nostra conoscenza della composizione dell'idrogeno o dell'atomo.

Alberto Levy
Cioe' tu dici che Mose' ando' sul monte Sinai e D-o non gli parlo' e non gli diede le tavole della legge ?

Niram Ferretti
Dico esattamente il contrario. Dico che Mosè fece una esperienza unica sul Sinai. Fu al cospetto di una realtà che lo trascendeva completamente e che questa realtà si manifestò a lui in modo da potere essere compresa. La scienza cosa c'entra?

Alberto Levy
Il tanah e' molto chiaro : racconta cosa fecero gli uomini e cosa fece D-o. Ora dici che quello che c'e' scritto nel tanah non si occupa di questo ?

Niram Ferretti
Ma dove l'ho detto?

Alberto Levy Hai scritto che nel Tanah non c'e' nessun affermazione che sia la base per la credenza dell' esistenza di D-o.

Niram Ferretti
Tutta la Scrittura ebraica si basa sulla convinzione che Dio è entrato nella storia, ha agito in essa e ha stipulato diverse alleanze con un popolo. La scienza non può assolutamente dimostrare che ciò non sia avvenuto.

Alberto Levy
Tutto il Tanah e' una serie di dialoghi e di ordini dati da D-o agli uomini o agli ebrei

Niram Ferretti
Ho scritto che nel Tanah l'esistenza di Dio non si basa su elementi di carattere prescientifico. Non è perchè si pensava all'epoca che il sole girava intorno alla terra che si credeva in Dio, Non so se mi sono spiegato. Di nuovo. La scienza non c'entra nulla.

Alberto Levy
Io non dico che la scienza dimostra che cio' non sia avvenuto, ma che i fenomeni che gli antichi attribuirono a D-o sono fenomeni che oggi la scienza riesce a spiegare, e che quindi non si possono attribuire a Lui a dimostrazione della sua esistenza

Niram Ferretti
Ma certo. Chi nega il contrario? Ma la scrittura ebraica non è un trattato di fisica precopernicana o pre galileiana o pre newtoniana, o pre einsteniana...

Niram Ferretti
E' un libro che narra la storia di un incontro fondamentale tra un popolo e Dio.

Alberto Levy
quindi sono racconti scritti da uomini che A MIO PARERE credevano di dialogare con D-o, mentre in realta' dialogavano con se stessi credendo di dialogare con un essere superiore.

Niram Ferretti
E' una opinione legittima Alberto, ma si resta nell'ambito di ciò che tu presupponi. Non dimostra nulla. E se fosse invece vero il contrario? Non puoi dimostrare che non sia accaduto. Puoi affermare, "Per me è impossibile crederlo" e io ti rispetto, ma non puoi dirmi, per me è impossibile credere che l'acqua sia composta da due molecole di idrogeno e una di ossigeno.

Alberto Levy
ti sei confuso sulla molecola dell' acqua
Io non dimostro, dico che le dimostrazioni del passato non sono piu' valide,
e che le probabilita' di esistenza effettiva di questo concetto "inventato" dagli uomini, tende allo zero, anche se non e' zero.

Niram Ferretti
Sì, ma quali? Tolomeo aveva torto e Coprenico ragione. E allora? Cosa ci dice di Dio questa scoperta? La fisica meccanica non spiega tutti i fenomeni fisici, dobbiamo integrarla con la fisica quantistica, e allora? Cosa ci dice di Dio?

Niram Ferretti
Ma non è assolutamente vero Alberto. E' persino ridicolo dirlo. Secondo i calcoli di chi? Siamo seri...

Alberto Levy
alla luce delle spiegazioni dell' Universo che scopriamo ogni giorno e che una volta ritenevamo essere l' opera di un essere superiore (prima del monoteismo, di tanti esseri superiori)

Alberto Levy
ci sono voluti 100 anni per confermare l'esistenza delle ONDE GRAVITAZIONALI, teorizzate da Einstein...

Niram Ferretti
Più la fisica avanza nella scoperta delle leggi naturali più scopre la complessità dell'universo. Nulla ci porta a concludere che esso non sia stato creato. Nulla di definitivo. Possiamo solo presupporre che Egli ci sia o non ci sia, e ci sono ottime ragioni, sotto il mero ptrofilo della fisica per pensare che Egli esista.

Niram Ferretti
Ma questa scoperta non centra nulla con l'esistenza o la non esistenza di Dio. NULLA.

Alberto Levy
si ma ogni giorno le "dimostrazioni" del passato non dimostrano piu' nulla, quindi ... in senso lato, la cosa tende a zero

Niram Ferretti l
'Universo ha le SUE leggi Alberto. Dio è completamente OLTRE tali leggi.

Niram Ferretti
Ma assolutamente No. Non tende a NULLA. E' tutto esattamente come prima. Nel Bereshit c'è scritto che Elohim creo il mondo. Punto. Non c'è scritto che non esistevano le onde gravitazionali. Non è un libro scientifico.

Alberto Levy
dico l'ultima cosa e poi torno a lavura' : nessuno ci ha ancora dato la prova che ci sia qualcosa OLTRE tali leggi, quindi e' plausibile che non ci sia NULLA...

Alberto Levy
Era un esempio della lentezza delle scoperte scientifiche : ci sono voluti 100 anni per scoprire un fenomeno che dimostra una teoria

Niram Ferretti
Ma le prove abbondano già nelle leggi date, nella loro straordinaria precisione, nel fine tuning, nello sconcertante fatto che sono razionali e traducibili in un linguaggio rigoroso come quello matematico. Tutto indica una razionalità a monte del processo. La razionalità di una mente che l'uomo scopre investigando l'infinitesimale ma non solo.

Alberto Levy e
d invece no, non provano nulla, perche' stiamo lentamente arrivando alla scoperta meccanicistica del funzionamento di una singola cellula

Alberto Levy
la razionalita' e le leggi della Torah sono state create dagli uomini, questo e' quello che asserisco

Alberto Levy
Anche Leibowich diceva che LA PROVA e' l'esistenza della cellula, ma questa sua affermazione sta lentamente perdendo di validita'

Niram Ferretti
La razionalità è nella materia, Alberto. Nel DNA, nella struttura elicoidale, nella precisione massima delle leggi di gravità, nella struttura dell'atomo, nelle cellule viventi. Non l'ha inventata l'uomo. La scopre.

Niram Ferretti
No, non sta perdendo affatto di validità. L'autoriproiduzione cellulare non dimostra nulla contro l'esistenza di Dio. NULLA.

Alberto Levy
non l' ha inventata l'uomo, ma e' stata creata da sola, nessun essere superiore e' stato li' a crearla, questa e' la MIA opinione

Alberto Levy
Non hai compreso, a mio parere, il ragionamento fatto. Oggi stiamo scoprendo che le molecole complesse si formano da sole attraverso un passaggio vicino e lontano dal sole, gli atomi di carbonio, ossigeno ecc ecc, transitando vicino e lontano dal sole formano gli aminoacidi e l'RNA.

Niram Ferretti l
a TUA opinione. Poi certo, bisognerebbe spiegare come si è inventata da sola, cosa che nessuno riesce a spiegare, come dall'irrazionale nasca il razionale...Ah, sì, il CASO, questo Dio oscuro e imprevedibile che assembla continuamente le particelle fino al punto da creare strutture matematicamente perfette. Una probabilità matematicamente inesistente nell'ambito della statistica.

Alberto Levy
ed e' qui che sbagli ...

Alberto Levy
e' questo quello che diceva Leibowich e che ora non vale piu'...

Niram Ferretti
Ma COSA non vale più?

Alberto Levy
il DNA se ne sta li' bello e da solo in provetta, e sai cosa fa ? si riproduce ... (se si immettono gli atomi che ha bisogno), senza bisogno della proteina che chiamano DNA POLIMERASE

Niram Ferretti
No, non ci siamo. Per riprodursi il DNA deve prevedere condizioni molto precise. Quando in laboratorio l'uomo sarà in grado di creare la vita dal nulla, di fabbricare cellule viventi da materia inerte ti darò ragione.

Alberto Levy
che le stelle scoppiando formano gli atomi del sistema periodico, partendo da quello piu' semplice di idrogeno (non lo sapevano fino a 30 anni fa), che gli aminoacidi si trovano nei meteoriti e non sono stati creati da questo essere superiore, che il RNA si trova nella polvere di stelle nell' atmosfera ecc ecc

Alberto Levy
guarda che ci stiamo arrivando

Alberto Levy
ci vuole ancora del tempo, ma e' gia' chiaro da oggi che stiamo arrivando ad una spiegazione meccanicistica del funzionamento interno delle cellule

Niram Ferretti
Ripeto. Creami in laboratorio un uomo o un gatto partendo dal nulla. Ecco, arriviamoci. Poi ne riparlaimo. Per ora non si è nemmeno lontanamente vicini a qualcosa del genere. Al massimo si può clonare.

Niram Ferretti
Il meccanicismo è una teoria in disuso da almeno cento anni, del tutto incapace di descrivere fenomeni complessi.

Alberto Levy
non potremo riparlarne perche' quando gli uomini lo faranno (ed e' teoreticamente quasi certo che ci riusciranno), noi non ci saremo piu', la scienza ha dei tempi lunghi per queste cose complesse

Niram Ferretti
Stiamo parlando di cose senza alcun fondamento empirico. Sono pure fantasie al momento. Non esiste alcuna prova.

Alberto Levy
ci sono gia' cellule create dall'uomo in vitro ...

Niram Ferretti
Ma partendo da qualcosa di preesistente Alberto...

Alberto Levy
le simulazioni dei computers stanno provando parecchie cose ...

Niram Ferretti
L'uomo non può creare, può solo produrre.

Alberto Levy
produciamo con gli atomi creati dalle supernovae

Niram Ferretti
Ti sei dimenticato la leggenda del Golem. Dovresti meditarla a fondo.

Alberto Levy
devo veramente chiudere, ciao !

Dio crea, l'uomo può solo disperatamente tentare di imitarlo crando simulacri. A presto!

Mordechai Bar Ykutiel
Interessante scambio su un argomento scottante...il più scottante! Non me ne voglia Alberto Levy ma lo vince nettamente Niram Ferretti! Alberto Levy denoto un pò di confusione da parte tua: 1 dici di essere ateo al 100% (vantandone con fierezza l'appartenenza a tale categoria) e poi scrivi D-o...tratteggiato. A me sembra una forma non razionale del tuo "essere ateo" (non cadere nella banalità del dire "lo faccio per rispetto") 2 qual'è la tua misura per dichiararti ateo? Nel senso che è personale oppure più specificamente di ordine planetario? 3 visto che sono citati [in questi scambi dialettali] personaggi famosi tra cui Einstein ti ricordo che lo stesso [Einstein] coniò un pensiero -a mio avviso- determinante per l'eterna disputa tra l'ateismo e la fede profonda in D-o Creatore del Tutto: "D-o non gioca a dadi" che significa esattamente che D-o -come Suprema Entità esiste...eccome se esiste! Tra l'altro lo stesso Einstein diceva di sè che per certi versi aveva inventato una nuova religione: avere il diritto di essere agnostici ma con la consapevolezza di possedere una profonda fede! 4 su Mosè accetti il fatto che "abbia ricevuto le Tavole della Legge" ma non che "le abbia avute da D-o". Non ti sembra un paradosso? Per curiosità: in quale parte della Torah è scritto che "Mosè si drogava...ogni volta che parlava con D-o?" 5 la Storia del popolo ebraico (dagli albori ad oggi) è piena di accadimenti nei quali senza l'intervento di D-o questa stessa storia sarebbe terminata da millenni...non trovi? Se puoi spiegami perchè popoli antichi e forse (all'epoca) più civili ed intelligenti di quello ebraico sono spariti (per sempre) mentre [quello ebraico] è ancora vivo e vegeto più che mai! (i popoli a cui mi riferisco sono i fenici, gli assiri, gli antichi egizi, i babilonesi...posso introdurrevanche i maya, gli aztechi, gli incas)...e per arrivare ai giorni nostri...basta guardare la mappa geografica per credere che D-o esiste...e menomale che esiste e sopratutto ci ama! Perchè non crederai che un gruppo di persone -una manciata di milioni- (per quanto abili e coraggiosi) possono tenere testa [circondati ai quattro lati del perimetro dello Stato (terra!) in cui vivono] da quasi un miliardo di potenziali terroristi e feroci assassini??? Infine e concludo la scienza non proverà mai niente semplicemente perchè è scritto: "attieniti a ciò che ti è permesso conoscere ed abbi fede...poichè ogni cosa è a suo tempo" (il tempo di D-o non è il nostro...e le modalità sono completamente differenti!)

Alberto Levy
sono ateo ma rispetto le religioni in particolare quella del mio popolo, e quindi scrivo D-o, per rispetto verso gli altri e i miei maestri religiosi. Seguo alcuni precetti ebraici, perche' ci tengo alle tradizioni, non perche' ritenga ci sia qualcuno veramente nell'al di la'. Che lei creda che Ferretti abbia "vinto" francamente non me ne puo' interessare di meno. Anzi, la chiaccherata non mi smosso di un millimetro, e ritengo le risposte di Niram irrilevanti sui punti da me esposti.

Mordechai Bar Ykutiel
E infatti cadi nel banale! (dicendo...lo scrivo così "per rispetto") Comunque non hai risposto ad una sola domanda! (Non ti piace il "tu?")

Alberto Levy
si vede che non hai capito molto di quello che ho detto, mo' basta, ho gia' scritto mie opinioni

Mordechai Bar Ykutiel
Ti sbagli...ho capito benissimo! Fidati! Apposta sono intervenuto! Dici " produciamo (chi produce?) con gli atomi creati dalle supernovae" e non sai che noi stessi (gli umani) siamo fatti di detriti stellari?

Alberto Levy
dato che lo so, finisce qui la cosa, il suo tono mi disgusta. non ho intenzione di risponderle piu'.

Mordechai Bar Ykutiel M
ai ritirata fu più giusta!

Alberto Levy
guardi lei e' un provocatore ignorante, e non mi interessa come individuo

Mordechai Bar Ykutiel
E tu hai difficoltà a relazionarti! Non sai rispondere e la "butti in caciara". Arrrrrrivederci.

Gino Quarelo
Alberto Levy mi piacciono alcuni suoi interventi e condivido alcune sue posizioni, non tutte. Io sono veneto, non sono discendente di Abramo e nemmeno di Enea, ho anche radici germaniche; sono stato cresciuto come cristiano cattolico, poi sono divenuto protestante generico, poi ateo, poi agnostico e ora sono "aidolo", un credente naturale come tutte le creature e le cose del Creato o Universo (che essendo state create hanno tutte un legame con il Creatore, con Dio); sono un credente la cui religione è la vita stessa, il semplice vivere umano comune nella sua universalità. Non sono mai stato così bene come da quando mi sono liberato dell'ossesione cristiana e non mi spaventa la morte senza un paradiso. Considero le religioni rivelate e cultuali tutte idolatrie, in quanto la "divinità al centro delle loro teologie e cultualità" non è Dio ma la loro interpretazione di Dio che è diversa per ogni religione e che le mette tutte in conflitto tra loro. Considero gli atei non tanto dei non credenti in assoluto, ma semplicemente dei negatori delle divinità religiose, degli dèi delle religioni e in ciò mi assomigliano. Tra le tre religioni del libro (per me tutte e tre idolatre) quella che mi fa orrore e che considero disumana è quella maomettana, assolutamente da combattere e da bandire (a me non serve avere un idolo per combattere il maomettismo, mi basta l'umanità con i suoi valori e la sua spiritualità naturale), mentre quella ebraica la trovo più simpatica, più umana con una divinità specificatamente ebraica che mi fa sorridere; la religione cristiana invece con il suo Cristo-Dio, i suoi dogmi, sacramenti, assurdità e incoerenze problematiche e che ho sperimentato la tengo a debita distanza.
Non sono gli scienziati che credono in Dio (in quale, in quello delle religioni rivelate o in una loro umana e naturale spiritualità?) a poter dare le risposte sul Creatore dell'universo, ma è più facile averle dalle creature non umane che non parlano e che nel loro umile silenzio ti danno la giusta risposta.

I dieci comandamenti delle tavole di Mosè, non sono tutti e solo ebraici, una buona parte di essi sono patrimonio universale e li trovi come prescrizioni morali/etiche/sociali sia in ambito antico egiziano che in quello antico mesopotamico preabramitico. La pietà, la fraternità, l'amicizia, l'amore filiale, l'amore genitoriale, ... non sono invenzioni o innovazioni ebraiche e cristiane, sono valori umani universali.
Dio (e la spiritualità umana) non è sorto all'attenzione dell'uomo con le rivelazioni, i rivelatori, i profeti, Dio esiste da sempre ed è all'origine di tutte le cose e si trova ovunque in ogni luogo, in ogni tempo e in ogni cosa.
Non è Dio che dà oggi agli ebrei in Israele la forza di esistere, di vivere sotto continui attacchi e di combattere ogni giorno per la vita, ma è la loro umanità specifica (è la loro cultura, civiltà che è fatta anche di tradizioni religiose, di esperienza millenaria, di immani sofferenze, di studio, di ragionevolezza, di intelligenza, di unità e organizzazione, di amore per la vita); che poi a qualcuno piaccia dire che è Dio o la divinità degli ebrei, liberissimo di sostenerlo, ma non cambia nulla poiché la responsabilità e l'impegno sono sempre dell'uomo.

Dio non crea dal nulla ma da se stesso, poiché in Dio il nulla non esiste. Dio è il tutto da sempre, infinito ed eterno, non ha inizio né fine. In Dio tutto esiste in eterno, ma in Dio però e non in un paradiso dove l'uomo si eternizza senza per'altro sapere come: a quale età e per fare cosa: la statua eterna o la riproduzione infinita della stessa vita che ha vissuto sulla terra magari in modo perfetto?
Ma Dio, la sua infinitezza, eternità, pienezza, ... è ben altro dalla presunzione umana di poterlo addomesticare come l'uomo fa con le bestie, definendolo, determinandolo a suo piacimento e costruendoci intorno religioni, culti, fedi, ideologie, teogonie, paradisi.

L'ateo non è nato contro Dio ma contro gli idoli delle religioni, contro le interpretazioni di Dio delle religioni, con cui qualcuno, una parte degli uomini, il potere politico, la casta dominante, lo stato, ... pretendeva e pretende di giustificare il suo potere, il suo arbitrio, la sua violenza, la sua depredazione, la sua oppressione, la sua superiorità sugli altri uomini, sugli altri popoli.

Per me la fede naturale è null'altro che il desiderio, il bisogno, la volontà, la determinazione di vivere, che è il dovere di ogni creatura. La fede nelle religioni è qualcosa d'altro che spesso si discosta da quella naturale e universale per divenire tradizione e memoria etnica (come nel'ebraismo), fanatismo e ossessismo ideologico, comportamentale, maniacale (come nel maomettismo).

La razionalità non è tanto e solo nella materia ma sta nella vita intera, anche nello spirito.

Dio è altro dalle leggi della natura, dell'universo e della fisica, ma non è contro poiché tutte queste leggi sono state fatte da Dio stesso ricavandole da se stesso, dalla sua onnipotenza; certo le leggi che conosciamo oggi possono essere superate un domani approfondendo l'esperienza e la conoscenza del Creato, della Creazione che è perennemente in atto e restano sempre leggi di Dio.
Quello che invece non è legge e opera di Dio sono i miracoli delle religioni che violano le stesse leggi di Dio e trasformano Dio in un idolo, in un monarca arbitrario e capriccioso e le preghiere si trasformano in raccomandazioni.

Dio o spirito universale e naturale è il bene comune di tutte le cose e di tutte le creature, non vi è nulla di più naturale, comune e universale di Dio; invece il Dio delle religioni e delle rivelazioni ha poco o nulla di universale, è prevalentemente un idolo, l'idolo o interpretazione del divino di quella particolare religione.



Emanuele Di Segni
Gino Quarelo.......Non è Dio che dà oggi agli ebrei in Israele la forza di esistere, di vivere sotto continui attacchi e di combattere ogni giorno per la vita, ma è la loro umanità specifica (è la loro cultura, civiltà che è fatta anche di tradizioni religiose, di esperienza millenaria, di immani sofferenze, di studio, di ragionevolezza, di intelligenza, di unità e organizzazione, di amore per la vita)......Quoto!

Mordechai Bar Ykutiel
Gino Quarelo vedo che sei un pò confuso! Prima definisci il tuo stato...poi formula la [tua] opinione...che non è assolutamente (...e necessariamente) quella degli altri!

Gino Quarelo
Mordechai Bar Ykutiel Sì, di fronte a Dio, quello vero bene comune universale di tutte le creature e le cose, sono confuso, ma non lo sono affatto davanti agli idoli delle religioni con la loro presunzione, arroganza e pochezza.

Mordechai Bar Ykutiel
Gino Quarelo la "colpa" non è di D-o se gli uomini la religione la fanno "a loro immagine e somiglianza". Non è "colpa" di D-o se gli imam prima prendono "per buone" i deliri di uno psicopatico come maometto (volutamente minuscolo!) Non è "colpa" di D-o se gli uomini della Chiesa sono mafiosi e corrotti che hanno deviato il Verbo di Gesù. Non è "colpa" di D-o se anche tra le altre varie fedi (nessuna esclusa) ci sono personaggi ambigui che approfittano della stupidità dei popolini. Devo continuare?

Gino Quarelo
La religione ebraica oltre che un "culto spirituale", è una tradizione-culturale complessa che contiene la memoria storica del popolo ebraico e uno dei grandi danni che ha fatto l'eresia cristiana nel mondo è stata quella di aver disprezzato/demonizzato/travisato/cancellato le tradizioni culturali dei vari popoli con le loro memorie storiche, sostituendole in tutto o in parte con quelle del popolo ebraico, privandoli delle loro radici che erano e che sono una necessità e una ricchezza fondamentale dell'umanità da recuperare, riscoprire il più possibile.
Peggio del cristianismo ha fatto solo il maomettismo che ha distrutto e distrugge ogni varietà e ogni diversità umana. I monoteismi con la loro presunzione totalitaria hanno fatto grandi danni all'umanità.
Inoltre l'eresia ebraico cristiana ci ha portato l'odio per gli ebrei.

Mordechai Bar Ykutiel
La religione cristiana di fatto non esiste...non è mai esistita...se non agli inizi! Poi è stato tutto "un rubare" (in bruttissima copia) alla religione ebraica! Gli stessi apostoli hanno copiazzato (nelle loro "previsioni") dai Profeti ebrei. E difatti -come già detto- [la religione cristiana] è la brutta copia...della copia degli apostoli. Ma è un fatto che i fedeli cristiani non riescono nè ad accettare nè tantomeno a vedere! Gesù...che diceva Gesù? Semplicemente ciò che dice la Torah...e fino lì "è andato bene" poi quando ha cominciato ad essere "il primo contestatore religioso della Storia" gli è andata male...molto male! Il giorno che saranno i popoli e non una manciata di profittatori a far seguire la religione come và seguita forse...e dico forse...le cose cambieranno in meglio! D-o è "una Mente" troppo superiore per essere compresa" eppure ci ha agevolato dandoci il libero arbitrìo (ecco il vero significato di "creati ad immagine e somiglianza") Se applichiamo il libero arbitrìo (sul serio) possiamo arrivare ad 1/60° della essenza divina (è ciò che insegnano i Maestri della Torah, del Tanah e del Talmud) In parole povere: D-o ci ha dato piena libertà di scelta di chi vogliamo essere di dove vogliamo andare e di cosa vogliamo fare! I campi di sterminio? È opera dell'uomo! Dov'era D-o? Dov'era l'uomo?!?
Prima l'uomo poi caso mai anche gli idoli e solo quelli che favoriscono la vita e non la morte; Dio invece è un'altra cosa sia dall'uomo che dai suoi idoli.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » sab mar 24, 2018 8:48 am

Sulla BBC in questi giorni va in onda un programma vergognoso dal titolo "Civilizations" in cui gli storici inglesi si domandano se la civiltà britannica non sia fondata sul "saccheggio e la rapina" e su chi siano i veri "barbari". Il senso di colpa ci sta autodistruggendo.

https://www.facebook.com/giulio.meotti/ ... ment_reply

Ne scrivo nel mio nuovo libro, "Il suicidio della cultura occidentale", appena uscito. Ecco un brano:

Oggi la parola «civiltà» è considerata una reliquia imbarazzante e politicamente regressiva. Pochissimi intellettuali occidentali si sono levati a difenderla quando è finita sotto attacco in questi anni (...) Mentre una parte del mondo islamico è impegnato ad allevare una generazione di guerrieri devoti, l’Occidente ha allevato una generazione di guerrieri della giustizia sociale convinti che la propria civiltà meriti di sprofondare nel ridicolo e che passano il tempo ad abbattere le statue di Cristoforo Colombo, bollate come «razziste» e «colonialiste», e a purgare i curricula scolastici di ogni riferimento all’orgoglio occidentale.


Andrea Tafazzi ha scritto:
Bah non esiste la cultura "occidentale","giudaico-cristiana", esiste solo nei circoli neo-con americani che vogliono dare una parvenza di giustificazione culturale a guerre che hanno tutt'altri scopi: esiste la cultura europea, che è grecoromana e postcristiana, ipotattica, e la cultura islamo-giudaica, che è paratattica. La verità è che un islamico è molto più a suo agio a leggere il libro dei re di un francese o di un italiano, perchè è molto più vicino alla sua mentalità, la stessa mentalità semitica del Corano. Il cristianesimo è una rielaborazione della Bibbia alla luce della filosofia greca, non a caso i vangeli furono scritti in greco

Gino Quarelo risponde
Andrea Tafazzi, beh non è proprio esatto quello che ha scritto. Per me esiste una "cultura occidentale" complessa e variamente articolata, che si può definire come "civiltà occidentale", con una sua storia anch'essa variegata e non omogenea, con un suo percorso che va dalla preistoria paleolitica ai giorni nostri, dove si trovano anche gli elementi greco-romani e giudaico-cristiani oltre ad altri come quelli mediterranei, italici, celtici, germanici, slavi e baltici, uralici, ...
Esiste una enorme abissale diversità tra la Bibbia ebraica ed il Corano, tra gli ebrei e i maomettani, tra i profeti biblici e il criminale Maometto, tra Javhè padre spirituale degli ebrei e Allah la mostruosità imperiale disumana dei maomettani. Certamente gli europei non sono ebrei però l'ebraismo dell'eresia cristiana introdottosi nel mondo europeo ha lasciato il segno e la preghiera del Padre Nostro le cui radici si trovano anche nell'antico Egitto e nell'antica Mesopotamia ha dei valori sociali, morali, politici di portata universale che sono compatibili con le varie storie, le culture e le morali dei popoli europei. Io non sono più cristiano sono divenuto aidolo, i miei fratelli sono divenuti agnostici, nostro padre è morto da cristianio e nostra madre ancora vive da cristiana.
Gli ebrei in giro per il mondo lungo migliaia di anni non hanno mai rubato, rapinato, sequestrato, spacciato e ucciso nessuno e gli ebrei in Israele hanno costruito un paese civile e democratico dove possono vivere e prosperare anche i non ebrei, arabi, cristiani, maomettani, drusi, yazidi, bahai, atei e tanti altri diversi come i gay; cosa che non avviene nei paesi maomettani dove sono discriminati, perseguitati, uccisi tutti i diversamente religiosi, pensanti e altro. Gli ebrei hanno usato violenza, come è ben raccontato nella Bibbia per difendersi e per potersi insediare in quella che è divenuta poi la loro patria-terra santa, nella loro protostoria e lo stanno facendo anche oggi, dopo migliaia di anni, per difendersi dalle aggressioni dei maomettani.
Io amo gli ebrei e i cristiani, pur essendo aidolo, perché promuovono generalmente la vita (pur avendo compiuto nel passato orrendi crimini di cui sono consapevoli e che hanno servito loro di lezione per migliorare) e odio i nazisti maomettani perché promuovono da sempre e ovunque la disumanità e la morte.



Gino Quarelo
tutte le "civiltà" imperialiste sono intrise di violenza, di prepotenza, di rapina e saccheggio e di sterminio.
E sono universali, lungo la storia si trovano in tutti i continenti.
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » sab mar 24, 2018 8:48 am

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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » sab mar 24, 2018 8:59 am

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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » sab mar 24, 2018 9:00 am

L'umanità degli uomini, i valori umani, i loro buoni sentimenti, la riconoscenza, il rispetto, la fraternità, l'amore, la pietà, la misericordia sono valori universali e non sono un portato delle religioni, caso mai le religioni possono modioficarli, alterarli, esaltarli, deprimerli e mortificarli, accentuare i cattivi sentimenti con cui sostituire quelli buoni; e appartengono anche agli animali.

https://www.facebook.com/IsraelAkshav/v ... 0278680416

IMMAGINI CHE RIEMPIONO IL CUORE

L’incontro tra un donatore di un rene e una ricevente che è ritornata a vivere. Lui, un ebreo israeliano di sana e robusta costituzione sulla cinquantina di nome Ran, di origini rumene, nato in un kibbutz dove ha imparato il significato della parola “comunità” e “aiutare il prossimo” e lei, Sabrin, è una giovane donna araba, mamma di un bambino di nove anni, che viveva tra dialisi e angosce nel peggioramento delle sue condizioni di salute. Oggi Ran sta bene con i suoi quattro figli e sua moglie inquadrata nelle immagini. Sabrin invece è rinata con la consapevolezza che suo figlio potrà contare su sua madre per ancora tanti anni…



Teologia dei viventi
viewtopic.php?f=24&t=1420

https://www.youtube.com/watch?v=kgf0Co8a0u4
https://www.focus.it/ambiente/animali/l ... li-animali
https://www.youtube.com/watch?v=c2zkJkvhV1c
https://www.informatica-libera.net/cont ... a-fattoria
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Re: Il mito della civiltà greco-romana e giudaico-cristiana

Messaggioda Berto » ven mar 30, 2018 7:33 pm

???

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi 30/03/2018, a pag.2, con il titolo " 'Cinque regni risorgono dal ritiro dell’impero americano'.
Il libro di BHL" il commento di Giulio Meotti.

http://www.informazionecorretta.com/mai ... c.facebook

Roma. “L’occidente è rovinato?”, si chiede Bernard-Henri Lévy sulla copertina dell’Express di questa settimana. L’occasione è il nuovo, atteso libro del “philosophe” più philosophe di tutti, per tutti “BHL”, la cui carriera nella politica francese è stata un crescendo da quando entrò a far parte dei saggi di François Mitterrand, al fianco di Jacques Delors, Michel Rocard e Jacques Attali.
Si intitola L’Empire et les cinq rois il canto del cigno che BHL dedica all’occidente, in uscita il 4 aprile e anticipato dal magazine francese Express. “L’America fu fondata da latinisti che conoscevano a memoria l’Eneide di Virgilio; che avevano la sensazione, questi Padri fondatori, di essere gli eredi di Enea in fuga dalle rovine di Troia e che attraversano i mari per reinventare Troia a Roma” dice BHL sull’America. “La vera crisi dell’America è qui, in questa dimenticanza del patrimonio europeo”. Nel 1977 con “La barbarie dal volto umano” Bernard-Henri Lévy espresse il proprio pessimismo nei confronti del socialismo, veicolo più di barbarie che di liberazione. Adesso con questo nuovo libro parla della crisi occidentale. L’impero del titolo è quello americano, dalle cui rovine stanno risorgendo i cinque regni che consideravamo perduti: Russia, Cina, Iran, Turchia e paesi arabi.

La copertina

A chi gli dice che nessuna primavera araba ha funzionato, specie la Libia in cui BHL ha sponsorizzato la guerra, il filosofo risponde: “Conosco un solo caso nel mondo di un paese che è passato, in un colpo solo, da una notte all’altra, dal nulla alla democrazia: Israele”.
Le democrazie sono sempre state anti interventiste. “Durante il genocidio degli armeni, nel 1915. Durante la guerra civile spagnola, nel 1936. Durante l’Anschluss, nel 1938. Durante la rivolta di Budapest, nel 1956. E ancora quando la Polonia si levò contro i sovietici, nel 1981.
L’eccezione è il coraggio di intervenire”. L’America non sembra aver più interesse e voglia. “Per me è il fenomeno più enigmatico e disastroso del momento. E da questo punto di vista, Barack Obama e Donald Trump sono due facce della stessa medaglia.
Se l’America dovesse voltare definitivamente le spalle alla sua vocazione originaria, ci sarebbe solo l’Europa ad assumere il controllo della fiaccola delle democrazie”. Ma lo farebbe? “Questa incertezza, lo ammetto, mi terrorizza”. Che prezzo si paga a ritirarsi?
“Questo jihadismo che ci colpisce a casa e che è l’ultima perla nera vomitata dall’ostrica del nazismo”. BHL parla della “stanchezza democratica” e del “disfattismo culturale”. “Il vero ‘declino dell’occidente’ è questo: quando, come in Kurdistan, non siamo più in grado di difendere i nostri valori”. L’occidente doveva fermare Erdogan contro i curdi ad Afrin. “Ma avrebbe richiesto l’intrepidezza di Churchill”. Israele è l’unico stato a sostenere l’indipendenza del Kurdistan iracheno. “In Israele c’è un sentimento di affinità elettiva del popolo ebraico con il popolo curdo. Meglio: una comunità di destino. I sopravvissuti dell’Olo - causto che hanno fatto Israele, i loro discendenti, i discendenti dei loro discendenti, non ignorano il tormento di essere un ‘popolo in eccesso’”. Già, Israele. “Lì c’è la grandezza dei princìpi metafisici che hanno fatto l’Europa e, quindi, l’occidente”. Se la prende anche con il relativismo di “una società che ha perso gli ultimi scrupoli che la collegavano ai pilastri trascendentali della verità e che il mio maestro Jean-Toussaint Desanti chiamava le ‘idealità matematiche’. In altre parole: gli universali”.
Il rischio è “nichilismo contro nichilismo”. “L’America, se dovesse diventare un impero del niente, lascerebbe il campo libero alla ‘volontà del nulla’ dei cinque re”.
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