Ecco come gli islamici trattano i non islamici nei loro paesi; è sempre stato così da Maometto in poi.Attacco armato a bus di cristiani in Egitto: “Ci sparavano contro e filmavano tutto”Almeno 35 morti, molti bambini. Il pullman era diretto al monastero di Anba Samuel
carola frediani
http://www.lastampa.it/2017/05/26/ester ... agina.html Stavano andando a pregare al monastero di Anba Samuel, vicino a Minya, nell’Alto Egitto, 220 chilometri a Sud del Cairo. Uomini armati hanno fermato il loro autobus. Erano otto o dieci, secondo i testimoni. E hanno iniziato a sparare, filmando tutta la scena. Hanno ucciso almeno 35 persone, molti bambini. È l’ennesima strage di cristiani copti in Egitto, in cinque mesi. La comunità, che rappresenta il 10 per cento di una popolazione egiziana di 92 milioni, si era a malapena ripresa dallo choc del doppio attentato che il 9 aprile, nella Domenica della Palme, durante le messe o poco dopo, ha colpito due chiese: una a Tanta, nella regione del Delta del Nilo, e l’altro nella cattedrale di San Marco ad Alessandria, da dove il papa Tawadros, leader della Chiesa copta d’Egitto, era uscito da pochi minuti.
I cristiani copti quel giorni hanno pianto 46 morti, altre 29 persone erano morte nell’attentato alla chiesa di Botroseya, nel complesso della grande cattedrale del Cairo, a dicembre. In entrambi i casi, gli attacchi erano stati rivendicati dallo Stato Islamico, che è sempre più attivo nel Sinai egiziano, da dove almeno 300 famiglie di copti nei mesi passati sono scappati verso le città del Delta per sfuggire alle persecuzioni degli estremisti. L’assalto all’autobus non è ancora stato rivendicato da alcun gruppo. In febbraio, dopo l’attacco alla chiesa del Cairo, e utilizzando le immagini di quella strage, lo Stato Islamico ha pubblicato online un video in cui indicava i cristiani come le sue “prede preferite”.
Il nuovo massacro arriva alla vigilia del mese sacro del digiuno di Ramadan, che si apre domani. In passato, gruppi estremisti hanno indicato questo periodo come il momento ideale per portare a termine le loro azioni di morte. Benché la comunità copta sostenga il presidente AbdelFattah al-Sisi, che ha promesso di arginare i terroristi in Egitto e di proteggere i cristiani, questo ennesimo atto di sangue farà sorgere nuove domande sulla protezione della comunità e in generale la sicurezza nel Paese minacciato dai fondamentalisti. Dopo l’attentato di dicembre, nelle principali città egiziane le chiese hanno ottenuto maggiore protezione da parte delle forze dell’ordine, eppure agli estremisti è stato possibile colpire durante le celebrazioni della Pasqua.
Cosa è andato a fare Bergoglio in Egitto?
A sostenere che l'Islam è un religione di pace, amore e fraternità?Nazismo maomettano = Islam = dhimmitudine = apartheid = razzismo = sterminioviewtopic.php?f=188&t=2526 Islam e persecuzione e sterminio dei cristiani (cristianofobia)viewtopic.php?f=181&t=1356'Copti uccisi perché rifiutarono Islam'Parroco, 'se avessero accettato terroristi li avrebbero salvati'
26 maggio 201719:02
Antonio Gabriel
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews ... 3e309.html(ANSA) - IL CAIRO, 26 MAG - "Sull'autobus c'erano anche tanti bambini. Gli hanno rubato soldi e oro. Hanno anche chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato li avrebbero salvati ma i pellegrini hanno rifiutato e così sono stati uccisi. Gli hanno messo la pistola sulla testa e sul collo per ucciderli in modo diretto". Lo ha detto il parroco della chiesa copta San Mina a Roma, Padre Antonio Gabriel, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando l'attacco armato nel Sud dell'Egitto.
"Abbiamo saputo della notizia - ha aggiunto il parroco copto - solo un'ora dopo perché quella zona non è ben coperta dal segnale telefonico. Solo all'arrivo di un altro pullman hanno scoperto il disastro. Non ci sono spiegazioni, nessuno ha diritto di togliere la vita ad altri. Hanno scelto una giornata molto particolare per i musulmani perché domani comincia il Ramadan". "Sono ancora tante - ha concluso Padre Gabriel - le persone in pericolo di vita che si trovano in ospedale.
Alberto PentoCosì faceva anche il criminale Maometto.L'ONU dovrebbe intervenire in difesa dei cristiani d'Egitto e la NATO dovrebbe prestarsi come braccio armato dell'ONU per impedire la strage dei cristiani. È una vergogna e un crimine che Bergoglio e l'Europa sostengano
l'Islam.I cristiani del medio oriente, i nuovi ebrei22 Maggio 2017
http://www.ilfoglio.it/chiesa/2017/05/2 ... rei-135688Come gli ebrei prima di loro, i cristiani stanno fuggendo dal medio oriente, svuotando delle sue antiche religioni quella che una volta era una delle regioni più diversificate del mondo”. Così il Wall Street Journal racconta uno smottamento senza precedenti nella regione in una inchiesta ricca di storie e statistiche.
Secondo Todd Johnson, direttore del Centro per lo studio del cristianesimo globale presso il Seminario teologico di Gordon-Conwell a Hamilton, Massachusetts, entro il 2025 i cristiani dovrebbero rappresentare poco più del tre per cento della popolazione del medio oriente, dal 4,2 per cento che erano nel 2010. Un secolo prima, nel 1910, erano il 13,6 per cento.
“L’esodo lascia il medio oriente dominato in gran parte dall’islam, le cui divisioni rivali spesso si scontrano, aumentando la prospettiva che il radicalismo nella regione si acuisca. ‘La scomparsa di tali minoranze mette i gruppi più radicali in condizione di dominare la società’, ha dichiarato Johnson. ‘Le minoranze religiose hanno un effetto moderatore’. Lo scoppio della guerra civile in Siria nel 2011 ha spinto circa la metà della popolazione cristiana di 2,5 milioni di persone a fuggire dal paese, secondo le organizzazioni cristiane che seguono il flusso. Molti sono scappati nel vicino Libano, un’anomalia nella regione, dove i cristiani esercitano potere politico e praticano il culto liberamente. In Iraq, l’instabilità che ha avuto inizio nel 2003, quando un’invasione americana ha rovesciato il leader iracheno Saddam Hussein, si è approfondita più di un decennio più tardi quando lo Stato islamico ha preso possesso di circa un quarto del paese. Dei cristiani del paese ne rimane solo un quinto: erano all’incirca un milione e mezzo nel 2003. Per la prima volta in quasi due millenni, la seconda città irachena, Mosul, una volta sede di antiche religioni, manca di una popolazione cristiana”.
Oggi sino più numerosi i cristiani arabi che vivono al di fuori del medio oriente di quelli rimasti nella regione. “Circa venti milioni – spiega ancora il Wall Street Journal – vivono all’estero, contro i 15 milioni di cristiani arabi che rimangono nel medio oriente, secondo un rapporto dell’anno scorso di un trio di charities cristiane e dell’Università di East London. Nel 1971, i cristiani copti egiziani avevano due chiese negli Stati Uniti. Oggi ci sono 252 chiese copte, secondo Samuel Tadros del Centro per la libertà religiosa dell’Istituto Hudson. Tadros stima che circa un milione di copti siano fuggiti dall’Egitto fin dagli anni Cinquanta”.
Per altro verso, nota il giornale, “la diaspora araba cristiana negli Stati Uniti è già emersa come una potenza nella politica e negli affari. Dina Powell, l’influente membro del consiglio di sicurezza nazionale di Trump, è di origine copta egiziana”.
Il Genocidio Greco-Ottomano che la storia ha (già) dimenticatoMassacro di Focea, durante l'invasione turca, giugno 1914
http://www.riscriverelastoria.com/2017/ ... he-la.htmlCon il termine genocidio greco (o il genocidio greco-ottomano) ci si riferisce generalmente all'uccisione sistematica dei greci del territorio dell'Asia Minore da parte dell'Impero Ottomano durante e dopo la prima guerra mondiale, nello specifico tra il 1914 ed il 1923. Esso fu istigato da due governi in successione dell'Impero ottomano: Il Comitato dell'Unione e del Partito di Progresso (C.U.P), e il Movimento Nazionale Turco di Mustafa Kemal Atatürk. Non furono tempi facili per la Grecia, che dovette subire massacri, deportazioni forzate e marce di morte, espulsioni sommarie, boicottaggi, stupri, conversione forzata all'Islam, consultazione in battaglioni di manodopera, esecuzioni arbitrarie e distruzione di monumenti culturali, storici e religiosi ortodossi cristiani. Purtroppo, nonostante la spietata violenza e le atrocità commesse, a questo avvenimento non viene quasi mai riconosciuta un'importanza degna nei libri e nelle testate che si occupano di storia e politica.
UN PO' DI STORIA: Bisogna ricordare, prima di inoltrarci nel racconto di questo sconosciuto genocidio, che la presenza greca in Asia Minore è da sempre un fenomeno costante e sedentario (datata addirittura al tempo di Omero intorno all'800 a.C.). Il geografo Strabone ha riferito che Smirne potesse essere la prima città greca in Asia Minore e numerose importanti figure greche nacquero infatti nell'Anatolia (Talete, Eraclito, Diogene di Sinope, ecc). La stessa città di Pergamo, la quale sorgeva sulle coste dell'Asia Minore, era per i Greci sinonimo di ricchezza, prosperità e democrazia. Durante il periodo ellenistico (334 a.C. - I secolo a.C.) che seguì alle conquiste di Alessandro Magno, la cultura e il linguaggio greco cominciarono a dominare anche l'interno dell'Asia Minore. L'ellenizzazione della regione accelerò sotto il dominio romano e bizantino, tant'è che, nei primi secoli successivi, le lingue anatoliche indoeuropee locali erano diventate estinte, sostituite dal linguaggio greco Koine. Il Koine Dialektos divenne il "Dialetto Comune", la "Lingua Internazionale" dell'epoca. La cultura greca risultante in Asia Minore fiorì durante il millennio seguente sotto l'Impero Romano e, successivamente, quello Bizantino (i cui cittadini erano conosciuti come greci bizantini). Saper leggere e scrivere in greco era considerato, al tempo dell'Impero unito, un privilegio di pochi e la Grecia, così come l'Asia Minore, erano diventate mete di pellegrinaggi e viaggi formativi dei giovani più facoltosi. Inoltre, gli abitanti dell'Asia Minore costituivano la maggior parte della popolazione greco-ortodossa e cristiana dell'Impero. Quando, dunque, i popoli turchi iniziarono la loro conquista dell'Asia Minore nel periodo tardo-medievale, i cittadini greci bizantini erano la popolazione più numerosa che viveva in quelle zone e, anche dopo le conquiste turche dell'interno, la costa montuosa del Mar Nero dell'Asia Minore rimase il cuore di uno stato tipicamente greco, l'Impero di Trebisonda, fino alla sua conquista da parte nel 1461 (quasi un decennio dopo la caduta di Costantinopoli ad opera di Maometto II). Durante la prima guerra mondiale, l'Asia Minore era etnicamente divisa e la sua popolazione comprendeva un crogiolo di popoli: Turchi, Azeri, Greci (Pontici, Cappadociani e Caucasici) in maggioranza, seguiti poi da Armeni, Curdi, Georgiani, Circassiani, Assiri, Ebrei e Laz. Tra le cause della campagna turca contro la popolazione greca e cristiana era soprattutto la paura che essi si sarebbero schierati e avrebbero aiutato i nemici dell'Impero Ottomano. Non va poi dimenticato la questione della fede: da sempre cristiani e musulmani si sono scontrati nella storia. A tutto ciò va aggiunto che i turchi del C.U.P al potere avevano intenzione di formare un vero e proprio stato moderno e, per fare ciò, era necessario spazzare via dai propri territori quei gruppi nazionali che avrebbero potuto minacciare l'integrità di un nuovo e moderno stato nazionale turco.
LE CIFRE: Secondo diverse fonti, circa un milione di greci-ottomani sono morti durante questo periodo. Secondo la Ligue Internationale pour les Droits et la Libération des Peuples, tra 1916 e 1923, quasi 350.000 greci del Ponto furono uccisi. GK Valavanis stima 5.238.000 vittime per gli omicidi, le impiccagioni, la fame e le malattie. Secondo Ismail Enver, un consulente per l'esercito tedesco, il ministro turco della Difesa ha riferito nel 1915 che voleva "risolvere il problema greco... allo stesso modo in cui pensava di aver risolto il problema armeno".
LA PRIMA FASE: La prima fase del genocidio greco ha avuto inizio nella primavera del 1914 nella Tracia Orientale e nella Anatolia occidentale quando è stato ordinato ai soldati turchi di boicottare le imprese greche. Centinaia di migliaia di Greci di queste regioni furono deportati. Con lo scoppio della Grande Guerra nel luglio del 1914, tutti gli uomini ottomani greci tra i 21 ed i 45 anni furono ricoverati in campi di lavoro forzato (o, più specificatamente, di concentramento). La maggior parte di questi uomini dovevano perire in condizioni spaventose, dopo essere stati costretti a lavorare senza cibo né acqua per giorni. Tali campi di lavoro servivano anche come mezzo per spezzare e disarmare le comunità greche, portando così alla loro eventuale disgregazione. Nel 1915, sotto la guida del personale militare tedesco, il C.U.P ordinò la deportazione delle comunità greche nelle regioni dei Dardanelli e Gallipoli, sotto il pretesto della necessità militare. Ai Greci non era concesso alcun diritto e, in alcuni casi, essi furono costretti a firmare dichiarazioni affermando che stavano lasciando loro la propria libera volontà. Tutte le merci nei loro negozi vennero vendute dalle autorità turche, tutte le comunità che vivevano lungo la costa occidentale dell'Asia Minore furono deportate nell'interno di Anatolia o nei villaggi turchi, dove furono costretti a convertirsi al credo islamico o ad affrontare la morte. Nella maggior parte dei casi, prima delle deportazioni, la gendarmeria turca (polizia) sequestrò denaro e oggetti di valore presso le comunità, oltre a commettere massacri generali. Nella regione del Ponto, in particolare, le comunità greche furono deportate solitamente durante il picco più freddo dell'inverno. Si ha notizia inoltre di iniezioni letali, corpi rimasti trainati verso il mare e scaricati, massacri di massa dei greci in strada e nelle chiese.
La mappa digitalizzata delle comunità greche soggette ad invasione e sterminio turco in Asia Minore
LA FASE FINALE: Con la sconfitta dell'Impero Ottomano nella Grande Guerra, i leader del Comitato dell'Unione e del Partito Progresso vennero poi condannati a morte per il loro ruolo nell'organizzazione del massacro di Greci, Armeni e Assiri durante la guerra. Ma la formazione del movimento nazionalista turco dopo la guerra sotto la guida di Mustafa Kemal Atatürk, avrebbe causato ulteriori atrocità. Questa fase finale, altrimenti conosciuta come la fase Kemalista, è stata una continuazione delle precedenti persecuzioni del C.U.P e ha provocato ulteriori massacri e deportazioni di comunità greche-ottomane. L'ultima fase, ma non per questo meno cruenta, del genocidio greco culminò con l'incendio della città cosmopolita di Smirne (oggi Izmir), rasa al suolo e con la conseguente espulsione della residua popolazione cristiana dalla Turchia.
Purtroppo, come già precedentemente accennato, nonostante questo avvenimento costituisca un genocidio dalle dimensioni enormi, molte nazioni al giorno d'oggi non riconoscono la gravità del fatto. Persino il reperimento di notizie e fonti risulta, nonostante il web infinito, assai complicato. Testimonianze scritte del genocidio greco si possono ritrovare nel libro di George Horton, console generale degli USA a Smirne nel 1922, e nel libro di Henry Morgenthau, ambasciatore statunitense a Costantinopoli. Nel dicembre 2007 l'associazione denominata International Association of Genocide Scholars (IAGS), ha approvato a larga maggioranza una risoluzione in cui afferma che la campagna del 1914-1923 contro i greci dell'Impero Ottomano costituì un genocidio. Da parte sua invece, la Turchia rigetta il termine di genocidio, ritenendo inoltre che indire la giornata commemorativa il 19 maggio sia una provocazione, poiché tale data coincide con la festa nazionale turca e accusa di "distorsione storica" la Grecia.
Di: Claudio Pira
Fonti:
Jones, Adam (2010). Genocide: A Comprehensive Introduction. Routledge. p. 163.
https://www.ncas.rutgers.edu/center-stu ... -1914-1923http://greek-genocide.net/index.php/en/overviewhttps://en.wikipedia.org/wiki/Greek_genocide