Caso dei vigili e del sindaco di Cortina: condanne e assoluzioniCortina, vigili si tenevano soldi delle multe 25 indagati, c'è anche sindaco FranceschiBELLUNO
3-giugno-2014
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 6843.shtml Indagine della Finanza, l'accusa è di peculato e di condotta omissiva. Un agente non aveva versato nulla per quattro anni. Il Comune: «Scioccati dal tempismo della notizia»
La guardia di finanza di Belluno ha denunciato per peculato 19 tra appartenenti alla polizia locale e funzionari del Comune di Cortina d'Ampezzo per essersi appropriati del denaro delle multe negli ultimi 10 anni. Ma nell'indagine risulta indagato anche il sindaco «esiliato» Andrea Franceschi assieme ad altri cinque, tra dirigenti ed un ex assessore. Sono così complessivamente 25 le persone coinvolte nell'inchiesta del Procuratore Francesco Saverio Pavone.
L'indagine del Nucleo di Polizia Tributaria è nata da una segnalazione che ha poi trovato riscontro negli accertamenti sull'attività di riscossione delle sanzioni pecuniarie che ha interessato quasi tutto il Corpo dei vigili cortinese, comprendendo anche chi è andato in pensione e coloro che hanno svolto il servizio stagionalmente. I finanzieri hanno scoperto che era pratica diffusa di vari vigili di trattenersi le somme riscosse in contanti, pur in presenza dell'obbligo di versarle sul conto corrente del Comune a scadenze prestabilite: il regolamento comunale prevede, infatti, che tali somme debbano essere versate immediatamente, qualora superino la soglia di 516,46 euro (il vecchio milione di lire), o comunque trimestralmente.
Vari agenti, invece, non hanno versato tempestivamente le somme riscosse, sottraendole, a volte per mesi o per anni, alle casse del Comune. I finanzieri hanno acquisito, presso gli uffici del Comando Polizia Locale di Cortina d'Ampezzo, tutti i verbali e i relativi documenti contabili, nonché tutta la contabilità relativa agli incassi detenuta presso l'Ufficio Economico Finanziario del Comune. L'analitica ricostruzione effettuata dai militari, per ogni mese e per ogni agente, ha permesso di accertare, ad esempio, che un agente per quasi quattro anni non aveva mai effettuato alcun versamento, arrivando progressivamente a «tenersi in tasca» una somma di quasi 7.000 euro. In alcuni casi è stato riscontrato che gli agenti hanno restituito, dopo molto tempo, le somme indebitamente trattenute, riversandole al Comune direttamente dai propri conti correnti personali. La Finanza bellunese ha così segnalato all'autorità giudiziaria anche la condotta omissiva di amministratori, dirigenti e funzionari del Comune di Cortina, i quali, pur essendo stati formalmente informati dall'Ufficio Ragioneria di tali ripetuti ammanchi dalle casse comunali, non hanno proceduto a denunciare i responsabili.
Anche Andrea Franceschi, il sindaco di Cortina d'Ampezzo «esiliato» in un altro comune da oltre un anno su provvedimento della magistratura bellunese nel quadro di un'altra inchiesta, risulta indagato assieme ad altri cinque, tra dirigenti ed un ex assessore, nell'indagine della Gdf di Finanza di Belluno che ha portato alla denuncia per peculato di 19 vigili urbani per il mancato versamento delle multe nei tempi previsti per legge. Sono così complessivamente 25 le persone coinvolte nell'inchiesta del Procuratore Francesco Saverio Pavone. Oltre a Franceschi - che in realtà non svolge più le funzioni di primo cittadino da quando è stato «allontanato» dal suo comune - nel registro degli indagati figurano l'ex assessore al Patrimonio Marco De Biasi, l'ex segretario generale Agostino Battaglia, l'attuale segretario generale, Luisa Musso, e due ex responsabili del servizio economico-finanziario del Comune ampezzano.
I primi tre sono coinvolti anche nell'inchiesta sugli appalti, sempre della Gdf, che aveva portato nell'aprile 2013 all'arresto del sindaco Franceschi con l'accusa di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, violenza privata e abuso d'ufficio. A Franceschi, un mese dopo, il Tribunale del riesame di Venezia, aveva revocato la misura degli arresti domiciliari stabilendo però il divieto di dimora nel Comune. L'attuale indagine è scaturita analizzando la mole dei documenti sequestrati dai finanzieri ai quali è giunta, tra l'altro, una segnalazione del presunto peculato. I militari hanno accertato che in più occasioni alcuni dipendenti della ragioneria del Comune di Cortina avevano informato «dell'andazzo illecito» anche con alcune e mail fin dal 2008. Per questo Franceschi e gli altri cinque sono indagati per condotta omissiva. I vigili urbani, che avevano ignorato la sollecitazione della Ragioneria, devono invece rispondere di peculato. Coinvolto è l'intero corpo di polizia municipale attualmente in servizio, quattro agenti in totale, ma anche quelli assunti come 'stagionalì e coloro che hanno già lasciato la divisa. In tutto sono 19. Tra questi ci sono l'attuale comandante, Ines De Biasi, e il suo predecessore, Nicola Salvato.
Nel pomeriggio la nota del Comune: «All’Amministrazione non risultano ammanchi nelle cifre percepite dalle contravvenzioni. Se così fosse, avremmo proceduto per primi alla segnalazione. Siamo, perciò, stati colti di sorpresa dalla notizia e dal numero dei provvedimenti annunciati. Ancora nel pomeriggio di oggi, però, non risulta al Comune alcuna comunicazione ufficiale, né è pervenuta voce o notizia dei provvedimenti giudiziari annunciati. Rimaniamo convinti che chi si comporti in maniera scorretta debba risponderne, ma in attesa di conoscere dettagli concreti, confermiamo la nostra fiducia in vigili e funzionari. Se esistono responsabilità individuali, i responsabili ne risponderanno di persona. Non possiamo, però, che rimanere increduli e scioccati dal tempismo della notizia. Oggi Cortina d’Ampezzo presenta la sua candidatura alla Federazione Internazionale e non riusciamo a capire perché sia stata resa nota proprio oggi la notizia di un indagine che, per quello che ci risulta, non ha ancora prodotto comunicazioni ufficiali. E’ un rischio incredibile per la candidatura se i nostri concorrenti decideranno di sfruttarla a fini propagandistici. Ai fini dell’indagine bisognava renderla pubblica proprio oggi? Il giorno esatto della candidatura? Ancora ci chiediamo il perché».
Si trattenevano i soldi delle multe assolti i tredici vigili di CortinaFederica Fant
Il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio. Per il giudice non si tratta di peculato
26-novembre-2016
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 0372.shtml BELLUNO Erano accusati di peculato per aver trattenuto, per un certo periodo, i soldi delle multe, ma il gip di Belluno ha prosciolto (perché il fatto non sussiste) i tredici agenti della Polizia Locale di Cortina d’Ampezzo. Hanno tirato un sospiro di sollievo i vigili coinvolti nell’inchiesta che venne a galla nel 2014, grazie alla segnalazione di due persone, la cui firma non era, però, leggibile. A finire in procura, quella volta, furono i verbali delle infrazioni al Codice della strada della Regina delle Dolomiti: l’ipotesi di reato, che era stata era quella di peculato sui proventi delle multe. Vennero indagati l’ex comandante Nicola Salvato (foto), 45 anni, quella attuale Ines De Biasi, 60 anni, e undici colleghi, in servizio tra il 2003 e il 2012: Alessandro Di Leo, 40 anni, Dino De Betta, 54 anni, Stefano De Bona, 49 anni, Giovanni Del Longo, 34 anni, Lorenzo Fenzi, 41 anni, Christian Silla, 39 anni, Patrick Sommacal, 37 anni, Laura Zardini, 53 anni, Mauro Canaider, 45 anni, Andrea Nenz, 40 anni, ed Elio Zandegiacomo Mistrotione, 42 anni (difesi dagli avvocati Paolo Zaglio, Francesca De Michiel, Massimo Antonelli, Massimiliano , Cristiana Riccitiello, Alvise Antinucci e Alfrida Bearzotti).
La procura, dopo aver chiuso le indagini aveva chiesto il loro rinvio a giudizio. Durante gli accertamenti e le perquisizioni della Guardia di finanza di due anni fa, non emersero appropriazioni indebite, ma l’usanza di trattenere i soldi per un certo periodo di tempo dentro a contenitori invece di versarli tempestivamente alla tesoreria del Comune entro il trimestre di riferimento o almeno entro la fine dell’esercizio finanziario, come prevede tut’ora il Regolamento comunale del 1991. Nel Regolamento si legge che il denaro deve essere versato ogni tre mesi oppure al raggiungimento di un milione di lire (equivalenti a 516 euro attuali). Non può essere versato oltre la fine dell’anno di gestione. Le indagini erano collegate al procedimento, che ha già visto a processo (assolvendoli) per omessa denuncia l’allora sindaco di Cortina d’Ampezzo Andrea Franceschi, il segretario generale Agostino Battaglia e l’assessore al Patrimonio Marco De Biasi.
I tre sono vennero assolti perché il fatto non sussiste dal giudice Elisabetta Scolozzi, per la quale non era stato commesso alcun reato. Nel caso dei vigili urbani di Cortina d’Ampezzo, le Fiamme gialle quantificarono le somme trattenute, agente per agente. Gli avvocati di Nicola Salvato ieri hanno giustificato il motivo per cui l’allora comandante fece un bonifico dal suo conto corrente a quello della Tesoreria del Comune: «Quando arrivò in banca si accorse che mancavano poco meno di 50 euro, probabilmente aveva fatto male i conti con il resto di una multa, allora anziché effettuare un nuovo prelievo fece direttamente un bonifico», ha spiegato Paniz a margine dell’udienza. Particolarmente animato anche il collega Antinucci: «Nessuno si è trattenuto neanche un centesimo, hanno solo ritardato nel versare quanto ricavato dalle multe».
Vigili urbani, due condanne per 99 euroLa Corte dei Conti sul caso delle multe depositate in ritardo: gli agenti dovranno pagare gli interessi persi dal Comune di Cortina di Irene Aliprandi
20 dicembre 2017
http://corrierealpi.gelocal.it/belluno/ ... 1.16258206CORTINA. Novantanove euro di interessi. Si è concluso con due condanne, quattro dichiarazioni di irregolarità contabile e una di regolarità, il procedimento aperto dalla Corte dei Conti nei confronti di sette agenti della polizia municipale di Cortina. La vicenda è quella che vide coinvolto praticamente l’intero corpo dei vigili urbani, stagionali compresi, in servizio a Cortina nell’arco di dieci anni fino al 2013. Diciannove persone indagate in sede penale con l’accusa di peculato, indagine che si chiuse con un non luogo a procedere e il proscioglimento di tutti gli agenti finiti sotto la lente di ingrandimento della procura di Belluno. Fu proprio la procura a segnalare il caso alla Corte dei Conti, per verificare se il comportamento degli agenti avesse causato un danno erariale alle casse del Comune di Cortina.
Il regolamento del Comune ampezzano prevedeva infatti che ogni vigile (nominato anche agente di riscossione) depositasse le somme riscosse in Comune a cadenza trimestrale, oppure quando la cifra riscossa superava i 516 euro (cioè il vecchio milione di lire, visto che il regolamento era in vigore da molti anni). Secondo l’accusa, mossa sia in sede penale che alla Corte dei Conti, i vigili però non erano così tempestivi nel deposito delle somme riscosse, allungando i termini di deposito a volte anche di molti mesi.
Sotto il profilo penale non sono stati ravvisati estremi di responsabilità a carico degli agenti, che sono stati tutti prosciolti, mentre per la Corte dei Conti in due casi sui sette analizzati le irregolarità hanno causato un danno erariale all’ente pubblico, nella misura degli interessi maturati dalle somme trattenute da ogni vigile oltre i termini del regolamento. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli agenti versavano le somme riscosse a fine anno.
La condanna più “pesante” è quella a carico di Christian Silla che dal 2010 al 2013 ha riscosso una somma complessiva pari a 2.989,40 euro, soldi che non ha depositato nei termini prescritti dal regolamento. La Corte ha calcolato che, sulla base dei ritardi, Silla va condannato al pagamento di interessi legali per 51,80 euro.
Di poco inferiore la cifra dovuta da Giovanni Del Longo, condannato al pagamento di 47,38 euro, sempre a titolo di interessi sulle somme tardivamente versate. Nel caso di Del Longo e Silla, oltre alla condanna vi è la trasmissione della sentenza alla procura regionale per l’accertamento di ulteriori profili di danno.
Anche nelle sentenze che riguardano
Ines De Biasi, Lorenzo Fenzi, Andrea Nenz e Nicola Salvato la Corte evidenzia come ci siano state irregolarità nella gestione contabile, ma di tale lieve entità da evitare sia la condanna che le spese di giudizio. L’unico ad essere risultato regolare è il caso di Stefano De Bona.
Cortina d'Ampezzo, 3 anni e mezzo all'ex sindaco: turbativa d'asta e minaccedi Giuseppe Pietrobelli | 22 novembre 2016
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/1 ... ce/3209996Un appalto pilotato per favorire un imprenditore e minacce nei confronti del comandante dei vigili urbani. L’ex sindaco di Cortina d’Ampezzo, l’avvocato Andrea Franceschi, è stato condannato per turbativa d’asta e minacce a 3 anni e sei mesi di reclusione, con l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Nessuna attenuante gli è stata concessa, ma è stato assolto perché il fatto non sussiste da altre due accuse, tentata violenza privata e abuso d’ufficio.
È giunto all’epilogo, con condanne per complessivi dieci anni di carcere, uno dei tanti filoni d’inchiesta che hanno sconvolto il centro dolomitico. L’ex vicesindaco Enrico Pompanin e l’imprenditore Teodoro Sartori sono stati condannati per turbativa d’asta rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e 2 anni e sei mesi. Responsabile di minacce al capo dei vigili, l’ex assessore all’edilizia Stefano Verocai si è visto infliggere 1 anno e 4 mesi, con la sospensione condizionale.
Il processo, che nel 2013 aveva portato Franceschi ai domiciliari, riguardava un appalto per il trattamento di rifiuti che secondo l’accusa era stato pilotato, grazie a un bando che avrebbe favorito Sartori. Le pressioni sull’allora comandante dei vigili Nicola Salvato, che oggi è in servizio a Venezia, avrebbero avuto lo scopo di limitare l’uso di etilometro e autovelox. I giudici hanno anche letto le motivazioni della sentenza, sottolineando come sia stata “provata la sussistenza di accordi collusivi” che avevano lo scopo di condizionare il bando rifiuti. E si sono soffermati su mail e lettere scritte tra Sartori e Franceschi con richieste esplicite da parte dell’imprenditore di ricevere incarichi o di gestire la raccolta dei rifiuti.
L’avvocato Franceschi ha postato una dichiarazione: “Sono stato condannato in primo grado. Sono incredulo. Posso capire che l’sms con cui dicevo al comandante dei vigili di togliere l’autovelox (a fronte di un aumento dei controlli di oltre il 3.000% sull’anno precedente) possa essere stato interpretato come una minaccia, ma essere condannato anche per un accordo che non ho mai fatto per indirizzare un bando è dura da digerire. I miei legali appelleranno la sentenza, ma per me e la mia famiglia questo non è certamente un momento facile da affrontare”.
Il procuratore Francesco Saverio Pavone ha usato parole misurate: “Non è che si sia soddisfatti dei risultati quando sono sfavorevoli all’imputato. Noi perseguiamo atti penalmente rilevanti, vuol dire che l’impianto accusatorio era corretto e sotto il profilo processuale anche esaustivo ai fini della responsabilità penale”.
Finisce così la prima puntata giudiziaria di uno scontro tra Procura e Comune di Cortina che è cominciato quattro anni fa. La Procura non è stata tenera con l’ex sindaco e gli amministratori locali. La prima perquisizione risale al 2012, il provvedimento di arresto ai domiciliari è dell’aprile 2013. Franceschi era stato anche esiliato per un certo periodo da Cortina, i pubblici ministeri volevano impedire che mantenesse i contatti con gli amministratori del centro ampezzano.
Una prima vittoria per Franceschi era arrivata con l’assoluzione nel filone riguardante l’omessa denuncia per i soldi delle multe che i vigili si sarebbero trattenuti. Ma poi si sono aggiunte nuove inchieste, riguardanti un bando su misura per l’addetto stampa, una presunta diffamazione di un’ex dirigente ai Lavori pubblici, definita “dipendente Fantozzi”, una specie di “affittopoli” locale e i contributi pubblici al Consorzio Cortina Turismo. Alla fine Franceschi aveva gettato la spugna, dimettendosi dall’incarico nel luglio scorso. Anche se lo ha fatto per motivi personali.
Cortina, processo a Franceschi. Sconto di pena in Appello18 gennaio_17
http://corrieredelveneto.corriere.it/be ... f7a1.shtml BELLUNO Pena ridotta di 33 mesi all’ex sindaco di Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi. Dopo oltre sei ore di camera di consiglio, i giudici della Corte d’appello hanno riformulato le sentenze di primo grado del processo all’ex sindaco di Cortina Andrea Franceschi (avvocati Antonio Prade e Gaetano Pecorella e Massimo Montino). L’accusa: aver manipolato, con l’aiuto del suo vice Enrico Pompanin (avvocati Domenico Carponi Schittar e Pierangelo Conte) , la gara d’appalto indetta dal Comune ampezzano per la gestione del servizio rifiuti, così da favorire un imprenditore a lui vicino (e pure candidato in una sua lista), Teodoro Sartori (avvocato Massimo Antonelli), minacciando insieme all’assessore Stefano Verocai (avvocato Michele Godina) l’allora comandante della polizia municipale Nicola Salvato affinché allentasse le maglie dei controlli sugli eccessi di velocità e le guide in stato di ebrezza, soprattutto a ridosso delle elezioni del 2012.
Riduzione della pena
Ridotta a soli 9 mesi la pena di primo grado (3 anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d’asta e minaccia a pubblico ufficiale) a Franceschi, ridotta a 8 mesi per Pompanin (2 anni e 8 mesi per la sola turbativa), all’imprenditore Sartori (condannato a 2 anni e 6 mesi per turbativa d’asta) la pena scende a 8 mesi, e scende a 4 mesi anche quella di Verocai (1 anno e 4 mesi per minaccia a pubblico ufficiale). La grande accusatrice, Emilia Tosi (avvocato Sandro De Vecchi), dovrà invece pagare le spese dell’Appello. Le repliche sono iniziate al mattino, poco dopo mezzogiorno i giudici si sono chiusi in camera di Consiglio per uscirvi solo verso le 19. Franceschi e Pompanin sono stati inoltre sollevati dall’onere di dover risarcire con 10 mila euro la dirigente dell’ufficio Lavori pubblici, Tosi, dalle cui rivelazioni partì nel 2011 l’indagine della procura dolomitica e della guardia di finanza. Entrambi erano già stati assolti, in primo grado, per la violenza privata (sulla dirigente) e per l’abuso d’ufficio ipotizzati dalla procura sempre nell’ambito dell’appalto sui rifiuti.
La conclusione
Insomma, la Corte d’appello ha dato una lettura totalmente diversa dal collegio bellunese, in cui è stata neutralizzata ogni pretesa dell’accusatrice dell’amministrazione Franceschi. Si chiude così, per ora, la vicenda politico-giudiziaria che sconquassò la Conca portando nel maggio del 2013 all’arresto di Franceschi (21 giorni a domiciliari) e poi al suo esilio dalla città per 500 giorni, confinato nella vicina San Vito di Cadore. Una vicenda che l’ex sindaco ha raccontato in un libro.